ROMA AEROPORTO FIUMICINO, INCENDIO: L'ISS RILEVA DIOSSINA 30 VOLTE OLTRE IL LIMITE

A.P. 

Fiumicino (RM) – La situazione è molto più complessa di quanto sembri. La diossina è tossica e non si può scherzare, anzi ci si chiede perché il Terminal non sia stato chiuso prima. "Relativamente alle diossine rilevate fuori dal T3 stiamo tra 20-30-50 femtogrammi ma all'interno troviamo valori fino a 3000. Purtroppo gli ultimi dati del gate D sono in aumento, passiamo da 1900 a 3000, il dato di oggi è 3000, dati elevatissimi di diossina, 30 volte quello che per noi è il limite". Lo ha detto Loredana Musmeci direttore del Dipartimento Ambiente dell'Istituto Superiore Sanità nel corso dell'audizione in Commissione Infortuni sul lavoro al Senato, parlando dei valori rilevati in seguito all'incendio divampato nell'aeroporto di Fiumicino. "Per noi – ha spiegato il rappresentante dell'Iss – il limite delle diossine è quello dell'organizzazione Mondiale della Sanità per quanto riguarda un ambiente di vita non industriale ovvero 100 femtogrammi, per Adr è 100 mila", poichè, ha spiegato ancora, si prende come rifermento "il valore del Tlv, che è di 100mila", un valore valido "per un ambiente di vita industriale, ha detto. "Allora – ha continuato Musmeci – è ovvio che Adr dica che" i valori "sono tutti ampiamente sotto" i limiti. "Per noi – ha concluso – è ovvio che l'aeroporto non è un ambiente industriale. E quindi per noi ma anche per l'Asl e l'Arpa e se possono dire, anche lo stesso Cnr ad un incontro informale si è espresso condividendo la nostra posizione ovvero che quello che non è un ambiente di vita indistriale, i limiti non sono quelli del tlv ma quelli dell'Oms". "Io non ho capito se c'è un pericolo reale o no per la salute. Sono il primo a chiedere una verifica netta della Asl, un'assunzione di responsabilità di chi deve dare una risposta certa.

Entro 24 ore vogilamo una risposta certa perchè se c'è rischio vero chiuderemo tutto l'aeroporto". Lo ha detto il presidente dell'Enac Vito Riggio. "Mentre si fa bonifica all'interno del T3 il molo D può restare chiuso o può aprirsi?. Se chiudiamo pure i ceck-in al T3 si creerà una situazione insostenibile e l'aeroporto sarà costretto a chiudere – prosegue Riggio – Io voglio una risposta chiara, se non si deve tenere aperto allora si deve chiudere. Io non mi sento di mettere a rischio lavoratori e passeggeri. Se c'è questo rischio allora chiudiamo tutto Fiumicino, lo dicano". Riggio prosegue: "Se non c'è rischio facciano una dichiarazione formale. Le dichiarazioni rese dalla dottoressa Musmeci in commissione al Senato mi mettono in allarme. Vorrei che la Asl fosse chiara. Se ci sono rischi si chiude l'aeroporto".




FIUMICINO, INCENDIO AL TERMINAL 3: TRA CAOS E DISAGI, ECCO LA BEFFA!

C. P. 

Fiumicino (RM) – Oltre al danno di avere ancora un terminale chiuso c'è la beffa di un sistema che va a rilento. «È stata consegnata il 26 giugno al Ministro della Salute la terza relazione sullo stato di salute dell'aria nelle aree dell'aeroporto di Fiumicino interessate dall'incendio del 7 maggio scorso. In base alle analisi effettuate dal Dipartimento Ambiente dell'Istituto Superiore di Sanità, si rileva il permanere di una sorgente di contaminazione attiva della concentrazioni di alcuni inquinanti (in particolare PCDD, PCDF e PCB)». Così in una nota l'Istituto Superiore di Sanità. «L'esposizione umana a queste sostanze, sebbene in base alle valutazioni degli esperti non costituisca rischio in eccesso per la salute, nell'ottica di una completa riapertura del terminal deve essere ridotta il prima possibile e la bonifica, già avviata, deve essere completata – si legge nel comunicato – Al fine di quindi di assicurare le condizioni di qualità dell'aria indoor, in base ai parametri indicati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità prima della riapertura del terminal si raccomanda di procedere in modo tempestivo all'eliminazione radicale della sorgente inquinante con modalità che impediscano la diffusione della contaminazione. L'Istituto sta inoltre proseguendo l'attività di monitoraggio e tale attività sarà estesa anche alle aree già sottoposte a bonifica». 


"Da Iss solo raccomandazioni ma l'aeroporto resta chiuso". "Viva l'Istituto superiore di Sanità, 50 giorni per analisi su rogo Fiumicino. Nessun divieto solo raccomandazioni. Aeroporto resta chiuso, disagi e danni, paga pantalone". Così, lo riferisce una nota, su twitter il deputato del Partito democratico Michele Anzaldi, in riferimento all'ultima relazione dell'Istituto sul rogo di 

Fiumicino. 




INCENDIO FIUMICINO: RILEVATA DIOSSINA DURANTE IL ROGO

di Maurizio Costa

Fiumicino (Rm) – Ci sono altri due indagati nell'inchiesta che riguarda l'incendio divampato l'8 maggio al terminal 3 dell'aeroporto Leonardo Da Vinci di Roma. Il procuratore Gianfranco Amendola e il pm Valentina Zavatto hanno messo nel registro degli indagati un funzionario dell'Asl Rm D e un dirigenti di Aeroporti di Roma.

Il primo non avrebbe agito in conformità della legge durante e dopo l'incendio mentre il secondo avrebbe fatto lavorare i suoi dipendenti in condizioni non idonee a livello di sicurezza e conformità con le leggi antincendio.

La procura ha anche preso nell'inchiesta 150 cartelle dei lavoratori che si sono recati dal medico. Adr aveva detto che non ci sono stati fumi tossici mentre la verità dovrebbe essere un'altra: si sarebbe scoperto che i valori di diossina, pcb e furani sono stati 10 volti superiori rispetto a roghi simili.

Il problema è che il T3 non era provvisto di porte tagliafuoco e di sistemi antincendio adeguati. L'Enac, comunque, fa sapere che "da oggi il Leonardo torna ad essere pienamente operativo: sono stati riaperti i varchi per accedere alle aree Schengen ed extra Schengen del Terminal 3, da dove sarà di nuovo possibile raggiungere i moli C e D. Anche tutti i banchi check in sono tornati completamente operativi nella loro configurazione originaria. Da questa notte, inoltre, verrà cancellato il Notam (avviso ai naviganti) con cui l'Enac aveva precedentemente disposto una riduzione della capacità".




INCENDIO FIUMICINO: 5 OPERAI INDAGATI

di Matteo La Stella

Fiumicino (Rm) – Sono 5 gli operai indagati nell'ambito dell'inchiesta sull'incendio che la notte tra il 6 e il 7 maggio ha distrutto il Terminal  3 dell'aeroporto di Fiumicino. I 5 operatori indiziati sono dipendenti dell'azienda che ha in appalto la gestione e la manutenzione di tutti gli impianti di riscaldamento e condizionamento all'interno dell'aeroporto.

Diverse sono le prove che convogliano sui 5 manutentori: dai filmati, alle telefonate che sono state acquisite dal magistrato. Emerge, oltretutto, che nei giorni precedenti l'incendio i 5 avessero svolto dei lavori per un problema nella sala E9 da dove la notte del 6 maggio si è propagato il fuoco. Il problema, determinato da un quadro elettrico presente nella sala che tendeva a surriscaldarsi, veniva risolto con un condizionatore portatile posto in prossimità dell'impianto per contrastarne l'alta temperatura. L'apparecchio refrigerante, però, non sarebbe riuscito a combattere il calore asfissiante proveniente dal quadro elettrico che, come documentato nei filmati, faceva scattare l'allarme neutralizzando l'operato del “pinguino” refrigerante. 

Inoltre, la Procura di Civitavecchia ha ascoltato il Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco di Roma, Marco Ghimenti, in qualità di persona informata sui fatti. L'atto istruttorio si è ritenuto necessario per arrivare a comprendere l'attuale stato di sicurezza dell'aeroporto sprovvisto, salvo qualche estintore e qualche rilevatore di fumo, di porte tagliafuoco o sistemi automatici a pioggia. Nei prossimi giorni, il Comandante provinciale dei Vigili del Fuoco dovrà consegnare al Procuratore Gianfranco Amendola e al pm Valentina Zavatto, interessati a sapere se nell'aeroporto vengono osservate tutte le misure di tutela per chi vi lavora o vi transita, una relazione scritta sulla presenza o meno di criticità.

Intanto, nella giornata di venerdì 15 maggio, anche l'aeroporto di Ciampino è stato colpito da un guato ai radar, che ha mandato in tilt la maggior parte dei voli che transitavano per lo scalo. Gli aerei che transitavano sul centro-sud Italia sono stati spostati su altre rotte perché Ciampino non era in grado di verificarne la rotta.