Femminicidio, il Prefetto Tagliente: "Servono interventi sul maltrattante e regole severe su video 'violenti'"

Redazione

Grande partecipazione alla Tavola Rotonda sul femminicidio e sulla violenza di genere, organizzata dal Presidente dell’Associazione A.I.D.E. Nettuno, Anna Silvia Angelini. Si è parlato di cosa si è fatto fino ad oggi e di come si può fare più prevenzione.
L’evento è stato aperto da Anna Silvia Angelini presidente Aide Nettuno, e moderato dalla giornalista Katia Farine alla presenza di un folto pubblico e delle autorità e personalità cittadine tra cui il dirigente del commissariato Antongiulio Cassandra e il presidente dell'Associazione Nazionale Cavalieri al Merito della Repubblica (ANCRI) Tommaso Bove.
Il dibattito è stato introdotto dagli interventi del Prefetto Francesco Tagliente, del consigliere regionale Fabrizio Santoni, dell’Assessore alle Politiche Sociali di Anzio Roberta Cafà e dell'assessore ai servizi sociali di Nettuno Simona Sanetti
Hanno poi preso la parola Elisabetta Cortani, presidentessa della Ss Lazio femminile e dell’associazione “Mai Più Chiara“, Virginia Ciaravolo, presidente associazione Mai Più Violenza Infinita, psicoterapeuta, criminologa; la psicologia Roberta Cappelluti, e Alessandra Conti, responsabile del Centro d’ascolto Aide Nettuno.
I relatori hanno posto l’accento sui terrificanti recenti fatti di violenza e abusi sessuali.

Particolare interesse ha suscitato l'intervento dell’ex Questore di Roma e Prefetto di Pisa Francesco Tagliente. L’ex Questore ha sostenuto che per ridurre i casi di violenza di genere servono anche interventi sul maltrattante, regole severe per video che possono alimentare atti di violenza e operatori specializzati.
“Combattere la violenza sulle donne – ha detto- significa non solo contrastarla con norme e strumenti investigativi, accordi di programma e protocolli operativi, supporti generali e specializzati. Significa guardare alle radici della violenza e mettere in campo misure di prevenzione che tengano d’occhio prima di tutto ai maltrattanti, bambini e agli adolescenti”.
“Da 9 anni – ha proseguito Tagliente – vado sostenendo che ‘per ridurre i casi di femminicidio bisogna intervenire anche sugli autori’, che ‘dobbiamo far curare i carnefici, soltanto così si potranno salvare le vittime’ e che servono ‘Centri di ascolto specializzati ‘. Significa organizzare programmi d’intervento finalizzati ad incoraggiare gli autori di violenze a prendere coscienza delle loro azioni, a riconoscere le loro responsabilità e a modificare i loro comportamenti.”
Continuando a parlare di femminicidio Tagliente ha aggiunto che “Sono ancora molti a rifiutare l’idea che il maltrattante sia da educare o curare, ma negli ultimi anni in varie città, a partire dal CAM di Firenze nel 2009 continuando con molte città del nord, si stanno costituendo centri specializzati.E’ chiaro che questi centri non possono che essere uno strumento funzionale alla tutela della vittima e ad evitare la reiterazione della violenza; uno strumento, dunque, che richiede una grande accortezza e una salda professionalità. “
Passando poi a parlare della violenza di genere, l’ex Questore di Roma e Prefetto di Pisa, ha condiviso che “Quasi tutte le persone che sono state traumatizzate, sviluppano delle difese molto rigide e convinzioni estremamente negative su se stesse, la vita e le altre persone in generale”, scritto dal Presidente dell'Associazione A.I.D.E Nettuno, Anna Silvia Angelini, nella presentazione del tema della Tavola Rotonda

“Il concetto di violenza assistita individuato dai Centri antiviolenza e poi riconosciuto sul piano normativo -ha chiarito Tagliente- ci dimostra come l’esposizione alla violenza su figure di riferimento crei traumi profondi e duraturi. Un bambino che ha subito un trauma o assistito a fatti di violenza, può dunque elaborare un'immagine che, da adulto, può condurlo a un comportamento e a stili di vita negativi.”
Dobbiamo allora interrogarci – ha proseguito- su quali conseguenze possano determinare il linguaggio e le immagini di determinati cartoni, videogiochi, pubblicità, cinematografia e talvolta, purtroppo, programmi di informazione. Corpi trattati come manichini, trailer horror prima della proiezione di un film per famiglie, videogiochi il cui obiettivo è uccidere e ancora uccidere.
Si tratta di una rappresentazione di emozioni negative che fanno parte dell’essere umano o di un’esposizione alla violenza? Di una forma di elaborazione dell’aggressività o di una forma di normalizzazione e di assuefazione alla violenza? Esiste un filo conduttore tra violenza su uno schermo ed emulazione? E’ un tema complesso, ma è uno spunto di riflessione al quale non possiamo sottrarci.”
Basti pensare – ha concluso Tagliente – a come si sia rapidamente delineato tra gli adolescenti il fenomeno del sexting e un cyberbullismo di genere, in cui i comportamenti aggressivi sono legati e indirizzati al “genere” e alla sfera sessuale: dai commenti volgari su corpo e abbigliamento, alle calunnie sulle relazioni , alla diffusione e manipolazione di foto private.

L’evento è stato chiuso con la presentazione del libro “Era mio Padre“ scritto da Claudia Saba introdotto del presidente onorario AIDE Nettuno Monica Cattaneo. L’autrice con la sua testimonianza ha fatto riflettere ulteriormente sulla tematica e con un saluto conclusivo del dirigente del Commissariato Antongiulio Cassandra.