Pensionati, conti bancari e… quelle tariffe dei gestori telefonici per inviare gli O-Key-sms ai correntisti: la brutta avventura di un anziano di Anguillara Sabazia alla filiale Intesa-San Paolo

Difficile immaginare cosa avrebbe raccontato Emilio Gadda se al posto dell’anziano pensionato si fosse trovato egli stesso, quella mattina nella filiale di quella banca a via Santo Stefano ad Anguillara Sabazia. Forse un racconto della vergogna, una storia che non sarebbe dovuta mai capitare, in un paese – l’Italia – normale.

Il malcapitato è un comune anziano pensionato. E’ uno dei tanti. L’autore di quel brutto pasticcio è la filiale di una banca che si vanta di essere il primo gruppo bancario in Italia per numero di sportelli.

L’obbligo di legge per riscuotere la pensione in banca

Bene è conoscere che a seguito delle vigenti leggi si fa obbligo al pubblico dipendente e al pensionato di diventare, loro malgrado, titolari di un conto corrente bancario. Questo lo spiega il seguente commento alle disposizioni in materia di legge: “Un dipendente di una società privata, che sino ad oggi ha percepito uno stipendio inferiore a 3.000 euro con accredito direttamente in banca potrà, a partire dal 1° gennaio 2016 (data di entrata in vigore della Legge di Stabilità 2016, continuare a chiedere la consegna del denaro contante. Non lo potrà fare invece il pubblico dipendente o il pensionato. Questo perché la legge di Stabilità 2016 modifica solo l’art. 49, comma 1-bis, del decreto legislativo del 21.11.2007 n. 231 che ha ad oggetto le “limitazioni all’uso del contante e dei titoli al portatore”.
1) -Il c/c del nostro anziano presso la banca in questione assolve a questo obbligo impostogli.
2) -Per sua comodità, al momento dell’accensione del conto gli fu fornito oltre al bancomat anche il servizio internet con relativo codice
o-key, con il quale avrebbe potuto visionare la situazione del suo conto corrente con rinuncia però di operare online.

I fatti

Lo scorso 31 maggio, da parte del Consigliere delegato e Ceo – Filiale N. 40113 della banca Intesa San Paolo ad Anguillara Sabazia, arrivato il seguente messaggio all’anziano cliente: “La sua carta di pagamento è prossima alla scadenza. La nuova carta sostitutiva è già stata prodotta e sarà disponibile in filiale”. L’anziano prendendo tempo, verso la fine di giugno si è recato in filiale per farsi “sostituire la carta di pagamento”

Quello strano ed equivoco comportamento allo sportello

“Firmi qua, una firma qui-qui e anche qui, la vecchia carta non serve più, la strappiamo, ecco la nuova carta, il numero del cellulare è sempre quello? Conferma? Va bene! Abbiamo fatto! Buona giornata! La chiavetta
O-key non serve più, al suo posto riceverà un messaggio dalla banca. Di nuovo, buona giornata.”

La inaspettata scoperta dell’anziano

Arrivato a casa, il nostro anziano, cercava di connettersi al suo conto online e gli arrivava un messaggio sms con un codice della banca sul suo cellulare Brondi, quindi immetteva il codice nello spazio richiesto e il conto si apriva. Una volta, due volte e poi NON PIU’. “Errore, chiedere al proprio provider”. L’anziano facendo una veloce ricerca su internet scopre infine l’arcano.
I messaggi della banca stavano esaurendo la sua carica telefonica. Volendo saperne di più scopre questa strana pubblicità sul web: “O-Key SMS ha un canone annuo di 10 euro. In più, ti sarà addebitato il costo di ogni SMS ricevuto in base al gestore telefonico sull’utenza del cellulare certificato. In particolare, i costi sono: TIM 0,075 euro, Vodafone 0,08 euro, Wind 0,08 euro, H3G 0,16 euro, Iliad 0,08 euro, PostePay 0,16 euro, Fastweb 0,08 euro, Kena Mobile 0,16 euro, Tiscali 0,08 euro, Coop Voce 0,16 euro, Welcome Mobile 0,16 euro.”

Alla faccia della direttiva UE!

L’anziano svegliandosi s’accorge che allo sportello gli avevano fatto firmare un servizio che non avrebbe mai firmato se glielo avessero spiegato.
Il 28 giugno ha inviato una immediata disdetta per il servizio che gli avevano fatto sottoscrivere a sua insaputa con il pretesto di sostituire la carta scaduta.

Immediata la risposta della banca : “Buongiorno, potete recarvi in filiale per firmare la revoca del servizio. Cordiali saluti”
L’anziano recandosi in banca, firma la revoca del servizio e torna a casa. A questo punto la banca non avrebbe dovuto più interessarsi se l’anziano avesse o no il cellulare oppure se fosse ancora collegato ad internet. Per la banca da questo momento in poi l’anziano avrebbe dovuto figurare come cliente che intrattiene semplici rapporti di conto corrente. Chiaro il concetto, no? Per la banca, vedremo più avanti, sembra di no.

Allo sportello scoppia il fattaccio

Lo scorso 7 ottobre, alle ore 11.00 l’anziano si è presentato allo sportello per fare un bonifico. Il cassiere, molto imbarazzato, per tre quarti d’ora maneggia con il computer. Alla fine assumendo uno sguardo compassionevole dice all’anziano: “Non si può fare niente.”
Perché, chiede l’anziano, manca la corrente? No, risponde il cassiere, il suo conto è bloccato. Sta scherzando? I soldi ci sono, insiste l’anziano.
“I soldi non c’entrano. – dice il cassiere – Il suo conto è bloccato perché lei aveva disdetto il servizio codice O-Key sms.”

A questo punto, l’anziano abbastanza contrariato sbotta: Che c’entra mai il servizio o-key sms. Stiamo parlando di conto corrente e pertanto, prego, mi faccia il bonifico.
Il cassiere insiste con la sua tesi allora l’anziano chiede quali siano le disposizioni e da chi provenissero. Chiede che gli venga consegnata copia di queste direttive. A questo punto il cassiere stampa un foglietto dove si vede scritto: “ATTENZIONE: il cliente non ha ancora sottoscritto il contratto di dematerializzazione”
L’anziano pensionato ci tiene a precisare che a lui non è stato mai presentato questo tipo di contratto. L’unico presentato che poi lo aveva disdetto, era quello per il servizio codice O-Key sms, fra l’altro con abbonamento e addebiti dei messaggi inviati dalla banca.

Quando è troppo è troppo!

Come ultimo stratagemma l’anziano prova: Allora vado a fare un prelievo bancomat così mi potrà fare il bonifico contro contanti. “Va benissimo, risponde il cassiere, ma le costerà 9 euro.”

La chiamata ai carabinieri e l’intervento della direttrice

A questo punto l’anziano esaurito, si alza, chiede alla sua signora il cellulare ed inizia a formare il numero per chiamare i carabinieri.
Intanto da quando era entrato in banca già era già trascorsa quasi un’ora e mezza. I clienti in sala assistevano a questa scena movimentata tanto è che finalmente intervenendo la direttrice, invita l’anziano ad accomodarsi nel suo ufficio. L’anziano, su preghiera della stessa direttrice interrompe la telefonata con i carabinieri e si accomoda presso l’ufficio della direttrice. Senza dilungarsi ulteriormente è trascorsa un’altra ora dopo di che la signora direttrice ha fatto il bonifico al malcapitato anziano. Roba da non raccontare. Due ore e oltre per fare un bonifico con una folle pretesa che non sta ne in cielo e ne in terra. Ovvio, chiede qualcuno, ma l’anziano non ha presentato alcun reclamo alla sede della banca? Certo che lo ha fatto e sta aspettando risposta, dopo di che valuterà se intraprendere altre vie per fare conoscere il fattaccio cosi altri anziani non dovranno vivere simili esperienze.