Investiamo strano? Come campare cent’anni facendo le scelte giuste

In Italia investiamo strano? Carlo Verdone e Claudia Gerini, parafrasando il loro celebre “o famo strano” probabilmente direbbero così. L’investimento alternativo nell’era dei tassi a interesse uguale a zero è ormai un fenomeno che ha preso piede nel mondo e anche nel nostro Paese.

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Il video servizio trasmesso a Officina Stampa del 3/10/2019

L’Italia, secondo il rapporto di Artprice, rappresenta oggi il settimo mercato globale per opere d’arte contemporanea con una crescita pari al 31% e rappresenta anche uno dei maggiori mercati mondiali per investimenti in orologi di lusso. Un mondo per pochi, certo. Secondo i dati della Banca d’Italia il 21% delle famiglie italiane non possiede nessun oggetto prezioso mentre quell’uno percento della popolazione più ricca ne possiede per un valore medio pari a 100mila euro.

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Il parere degli esperti: Sabrina Manoni (General Manager Sol&Fin Sim Spa), Daniela Manoni (Consulente Finanziario Super Partes), Alessio Leoncavallo (Formatore Universitario)

Considerando che attualmente sul mercato ci sono 12mila miliardi di euro di titoli di Stato con tassi di interesse negativi diversificare in forme di investimento alternative è una necessità per dare ai propri portafogli ritorni più interessanti a fronte, non va mai dimenticato, di maggiori rischi.

Il pericolo maggiore, oltre a quello della contraffazione, è dato dall’illiquidità, ovvero dalla difficoltà di rivendere quando si vuole tranne nel caso dell’oro che, soprattutto se comprato sotto forma di strumenti finanziari, ha un mercato liquidissimo.

Se ci si sposta sui mercati davvero alternativi, quello delle opere d’arte è certamente il più consolidato e strutturato. Il fatturato globale, sempre secondo il rapporto Artprice, è cresciuto nel 2018 del 19 percento a 1,9 miliardi di dollari.

Investire in arte contemporanea ha prodotto un rendimento annuo del 8,1% nel 2018 tra chi ha poi rivenduto, ma questa è la media nel 40% dei casi, per il resto, infatti, la rivendita è stata fatta a prezzi più bassi rispetto a quelli d’acquisto. Un dato quest’ultimo a conferma dei rischi.

In Italia ci sono anche persone che investono in orologi di lusso quelli rari da tenere in cassette di sicurezza. In passato erano state avviate iniziative per investire attraverso fondi lussemburghesi anche in bottiglie di vino. Insomma, sono tante le alternative per cercare di sfuggire alla morsa dei tassi a zero, ma sono poche le certezze sui ritorni.




Milano, boom edilizia: 20 miliardi di investimenti nei prossimi 10 anni

MILANO – Nell’area di Milano “siamo di fronte a uno sviluppo senza precedenti”, con la previsione, “nel prossimo decennio di piu’ di 15 milioni di metri cubi da rigenerare con un valore di investimenti di circa 20 miliardi”, da Ema agli scali ferroviari, poi “Cascina Merlata, Citta’ Studi, Citta’ della Salute, Ortomercato, Arexpo, progetto Periferie, il nuovo polo Eni a San Donato, il nuovo ospedale dei Santi Carlo e Paolo”: di fronte a questo “un attento esame delle opportunità non e’ dilazionabile” e serve “un radicale cambiamento delle agende amministrative”. Cosi’ il presidente di Assimpredil Ance Marco Dettori, nella sua relazione all’assemblea generale degli operatori dell’edilizia di Milano, Monza e Lodi, alla presenza del sindaco Giuseppe Sala, dell’assessore regionale alla Casa Fabrizio Sala, dei sindaci di Monza e Lodi, Dario Allevi e Sara Casanova, e del presidente della commissione Ambiente alla Camera Ermete Realacci.

“Qui ci sono tutte le condizioni perche’ riparta un ciclo di investimenti del mercato immobiliare che possa rigenerare il territorio, qui puo’ essere superato – ha detto – il drammatico stallo delle risorse pubbliche, qui e’ possibile il dialogo all’interno della filiera e con le istituzioni”. Per questo, per Dettori, a Milano “nasce un laboratorio permanente di modelli da testare ed esportare” e la richiesta, rivolta in particolare alla pubblica amministrazione, e’ di “nuove alleanze per un nuovo modello di sviluppo del territorio”: per la tutela “di chi opera nel rispetto delle regole” e “delle piccole e medie imprese nella partecipazione alle procedure ad evidenza pubblica” e per la semplificazione delle procedure.