GENZANO: GRANDE SUCCESSO PER IL CONVEGNO "A PROPOSITO DI GENDER"

di Pina Guglielmino

Genzano (RM) – Pienone sabato pomeriggio nella sala convegni dell’Istituto Salesiani di Genzano che ha ospitato il convegno “A proposito di Gender…” organizzato in collaborazione con l’associazione “Non si Tocca la Famiglia” ha destato molto interesse tra i presenti visto il tema attualissimo. L’associazione è in prima linea da tempo per portare avanti “la battaglia non ideologica, ma di buon senso, per smontare teorie contrarie alla natura dell’uomo e prive di base scientifica”, membri autorevoli dell’associazione sono pediatri, insegnanti e genitori che con un grido all’unisono vogliono portare all’attenzione di tutti la questione Gender. Ma cos’è il Gender? Si tratta di teorie che affermano che l’essere in maniera manifesta maschio o femmina, sia solo uno stereotipo della comunità, una sorta di maschera sociale. In parole povere siamo uomini perché siamo stati educati da uomini e siamo donne perché siamo state educate da donne e in assenza di questo “imprinting” che ognuno di noi ha ricevuto, potremmo potenzialmente essere sia uomo che donna, aldilà dell’aspetto esteriore.

Tra i relatori del convegno, il presidente dell’associazione Giusy D’Amico che si presenta parlando di se come mamma, sposa ed insegnate. "Si sta attaccando nel profondo la famiglia e la visione antropologica della famiglia" afferma la presidente, che racconta come vogliono destrutturare la famiglia "a piccoli passi, prima con le unioni civili e poi con lo stepchild adoption". Parla di una “rieducazione sessuale” dei nostri figli che avverrebbe in alcune scuole con l’adozione di testi scolastici che spiegano che l’amore può esistere anche tra due papà o tra due mamme. La D’Amico continua e ricorda l’episodio del “caso Barilla” (quando il colosso ha rifiutato di fare uno spot pubblicitario incentrato su una coppia omosessuale). Conclude il suo intervento dicendo che questa per l’associazione è una lotta di buon senso e non di discriminazione, riconoscendo la coppia affettiva ma sottolineando che la famiglia naturale è un’altra cosa ed invita ad un monitoraggio continuo nelle scuole per evitare infiltrazioni ideologiche che confonderebbero solamente il bambino.

A dare un parere scientifico su quanto affermato dalla presidente anche un medico pediatra, Federica Dalmastri, che sottolinea la necessità per un bambino di crescere con la figura materna e paterna e del benessere psicofisico che questo ha sul piccolo. Spiega inoltre che tra maschi e femmine ci sono differenze neurofisiologiche, ad esempio nei maschi si usa maggiomente l’emisfero sinistro del cervello , razionale, logico e rigidamente lineare mentre nelle femmine si usa maggiomente l’emisfero destro, dinamico che permette di compiere operazioni mentali in parallelo e la zona limbica, sede dell’emotività. Anche il docente di Pedagogia dell’università “La sapienza” di Roma, Fulvio Pesci interviene rafforzando le teorie esposte già esposte dalla Dalmastri. Tra interventi non sono mancante frasi significative di Don Carlino che ha focalizzato la sua attenzione su alcuni concetti "Noi siamo la coscienza che creiamo, la diversità è entrata nell’uomo attraverso la sessualità, ed il problema del diverso non è la diversità stessa, ma l’insicurezza".

Sicuramente un argomento che coinvolge tutti e che vede pareri discordanti sull’educare o no alle differenze. Difficile trattare con imparzialità di questo delicato tema, posso solo farvi riflettere sul fatto che ormai ci troviamo nel mezzo di una “rivoluzione” della sessualità e dell’affettività. Figlio di uno stravolgimento della nostra società, dello spostamento della centralità del ruolo della donna nella storia, di un emancipazione sessuale e non ultimo dell’accentuarsi della fragilità dei legami di coppia, influenzata anche dall’ingresso prorompente della tecnologia sulle nostre vite. Occorrerebbe trovare il giusto equilibrio, senza stravolgere e offendere i valori e sentimenti di nessuno. In generale andrebbero sostenute tutte le iniziative che mirano a non discriminre i legami etero e omoaffettivi, quali ad esempio le unioni civili, senza stravolgere, da un punto di vista antropologico, il concetto di famiglia. In ogni caso andrebbero soprattuto difesi i bambini che non hanno la possibilità e la capacità di difendersi. Andrebbero difesi da evoluzioni di pensiero o normative che il mondo adulto tratta spesso con eccessiva