Italicum, Corte Costituzionale boccia il ballottaggio. Sì al premio di maggioranza

 

No al ballottaggio, resta il premio di maggioranza, i capilista eletti in più collegi non potranno più optare ma si vedranno assegnato il collegio con il sorteggio. E' questa la decisione della Consulta sull'Italicum. Una decisione che porta a una legge immediatamente applicabile. E, proprio alla luce di questo diversi partiti chiedono che si voti subito. La corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo il ballottaggio previsto dall'Italicum, la legge elettorale in vigore dal luglio 2016 'impugnata' da un pool di legali in qualità di cittadini elettori. E' stato invece giudicato legittimo il premio di maggioranza che la legge attribuisce al partito che supera il 40% dei voti.

La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la disposizione dell'Italicum che consentiva al capolista eletto in più collegi di scegliere a sua discrezione il proprio collegio d'elezione. Bocciata la possibilità di opzione per il capolista eletto in più collegi, residua il criterio del sorteggio. E' quanto ha deciso la Corte Costituzionale sull'Italicum. "A seguito di questa dichiarazione di incostituzionalità, sopravvive comunque, allo stato, il criterio residuale del sorteggio previsto dall'ultimo periodo, non censurato nelle ordinanze di rimessione".

"Un buon risultato anche se si poteva fare di più". Questo, da Torino, il commento 'a caldo' di Roberto Lamacchia, uno degli avvocati del comitato che ha convinto il tribunale del capoluogo piemontese a rivolgersi alla Corte Costituzionale per un vaglio dell'Italicum. "Ha prevalso – spiega Lamacchia – il concetto del valore della rappresentanza dei cittadini e l'importanza del loro voto. Forse si è persa l'occasione per affossare definitivamente una legge che a nostro avviso era antidemocratica. Ma tutto sommato è un risultato positivo".

Matteo Renzi è molto "soddisfatto" per l'esito della sentenza della Consulta che, avrebbe spiegato ai suoi, conferma l'impianto dell'Italicum togliendo solo il ballottaggio. "Basta melina, il Pd è per il Mattarellum, i partiti dicano subito se vogliono il confronto. Altrimenti la strada è il voto", è la linea che il leader dem avrebbe indicato ai suoi.




Italicum: strappo del M5S

 

di Paolino Canzoneri

 

Alla vigilia del voto delle mozioni sulla legge elettorale a Montecitorio il M5S tira un colpo basso proponendo una totale bocciatura dell' Italicum dopo il rinvio da parte della Consulta dell'udienza sull'italicum prevista per il prossimo 4 Ottobre. Appare evidente una repentina inversione di marcia del Movimento che all'indomani della vittoria di Virginia Raggi a Sindaco di Roma aveva attenuato se non escluso l'emergenza di cambiamento della legge elettorale; Il vice presidente della Camera Di Maio stesso aveva affermato a fine Giugno che non era di certo una priorità del Movimento.

Ad oggi con le evidenti difficoltà della giunta del Campidoglio, il Movimento ha depositato una mozione che accellera l'approvazione da parte della Camera di una nuova legge elettorale con formula proporzionale che è stata letta come una sorta di aggiornamento del "Democratellum" del 2014  frutto di una solita consultazione online ottenuta con la partecipazione e adesione di oltre 30mila iscritti al Movimentoche che mira all'introduzione di un sistema proporzionale stavolta con preferenze e un voto di penalizzazione teso ad eliminare dalla lista un candidato senza premio di maggioranza.

Ancora più aspra appare l'affermazione dei deputati della commissione Affari costituzionali, ai giornalisti il pentastellato Nuti afferma con determinazione: "Pensiamo che questa legge elettorale Italicum vada abolita e non modificata. I partiti anzicchè fare una legge che permetta ai cittadini di votare direttamente i propri rappresentanti senza intermediazione dei partiti fanno questo tipo di leggi "vergogna" e dovrebbero invece pensare ad abbassare le tasse e ridurre gli sprechi".

La voce degli altri deputati si leva concorde e usa toni altrettanto decisi: "L'Italicum va cancellato tout court in quanto non è una legge migliorabile perchè è antidemocratica e incostituzionale. Il governo Renzi sembra composto da un gruppo di dilettanti allo sbaraglio perchè non è stato neanche in grado di scrivere una buona legge elettorale, dopo la bocciatura del Porcellum da parte della Consulta. Non ci piace l'Italicum, a prescindere dal fatto che possa farci vincere le elezioni o meno, perchè a noi sta di più a cuore l'interesse dei cittadini, che devono essere adeguatamente rappresentati in Parlamento sia alla Camera che al Senato".

Il nostro presidente del Consiglio non ha fatto attendere una sua replica e con un certo rammarico ha risposto alla mossa inattesa del Movimento e alle dichiarazione dei deputati: "Noi siamo totalmente disponibili a cambiare, per il Movimento il ballottaggio è antidemocratico, non credo che le sindache Chiara Appendino e Virginia Raggi siano d'accordo, sennò non sarebbero state elette. Ora aspettiamo Silvio Berlusconi e Matteo Salvini così tutte le posizioni sono in campo e poi faremo le modifiche. Cambiare la legge elettorale prima del referendum? La discussione parlamentare viene gestita dal Parlamento; Il governo ha data massima disponibilità, ma tocca al Parlamento decidere. Il referendum non riguarda la legge elettorale e questo la Consulta lo ha chiarito". Oggi il gran giorno di una votazione che impegnerà il Parlamento in una sorta di spiegazione delle proprie forze e si ascolteranno le richieste dei pentastellati che vedono una proporzionale con preferenze e circoscrizioni medio-piccole che garantiscono sia una certa vicinanza fra l'elettore e chi lo rappresenta che una maggiore vicinanza fra forze politiche di diversa entità e robustezza. Le altre forze politiche del centrodestra Forza Italia e Lega non intendono interferire al momento: "Non togliamo le castagne del fuoco del premier". Roberto Calderoli aggiunge: "A questo punto i motivi per votare no al referendum restano tutti, anzi si rafforzano, perché resta sul tavolo il pericolo rappresentato dal combinato disposto tra questa legge elettorale e la riforma costituzionale che, in questo modo, ci porterebbero verso una deriva autoritaria, verso un regime a cui i cittadini si opporranno votando per il no".

Di parere concorde anche il senatore Gaetano Quagliarello. Laconico commento del premier che impegnato all'ONU commenta:"Avverto una certa sproporzione tra le grandi questioni che riguardano il futuro dei cittadini, gli investimenti sulla crescita, la ricerca, in discussione all'Onu, e le piccole vicende quotidiane che tanto appassionano più la classe politica che i cittadini, le regole del gioco su chi andrà in Parlamento la prossima volta".




Dalla legalizzazione della cannabis all'Italicum: ecco la settimana politica tra scontri e polemiche

 

Redazione Pol.

 

Nella settimana che si apre, dunque, sono ancora le riforme a tenere banco ma anche lo scenario internazionale, dopo gli attentati che continuano a insanguinare l'Europa. E si parlera' anche di quanto accade in Turchia. Martedi' i ministri degli Esteri Paolo Gentiloni e della Difesa Roberta Pinotti, riferiranno nella riunione congiunta delle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato, sugli esiti del Vertice Nato di Varsavia e sul ruolo dell'Italia in ambito europeo ed internazionale, proprio alla luce degli ultimi eventi in Turchia e dei recenti attentati terroristici. Per quanto riguarda il versante parlamentare, nella settimana che precede la chiusura del Parlamento per la pausa estiva, alla Camera tiene banco il ddl per la legalizzazione della cannabis che approda in Aula. Sono ben 1700 gli emendamenti presentati, per la maggiora parte da Area popolare. La discussione generale iniziera' a Montecitorio lunedi', con la presentazione delle pregiudiziali. Di Ilva e di legge delega Europea si occupera' l'Aula del Senato, dove in commissione Giustizia si riprende a lavorare sulla riforma del processo penale che contiene anche le norme sulla prescrizione. Su questo fronte il 'peggio' sembra essere passato, visto che la maggioranza ha trovato un accordo che ha consentito di procedere nelle votazioni e ha fatto dire al Guardasigilli, Andrea Orlando, che si sono risolti i nodi principali e si e' raggiunto un punto di equilibrio ragionevole




ITALICUM, RENZI APRE AL CONFRONTO SULLA LEGGE ELETTORALE

Redazione

Prima chiuso ora cerca il dialogo. L'apertura di Matteo Renzi sull'Italicum ('è nelle mani del Parlamento') ha riaperto il confronto sulla legge elettorale. La minoranza Dem chiede che il Pd prenda l'iniziativa per cambiare la legge prima del referendum, evitando così che il No si rafforzi. L'opposizione di sinistra attacca, ricordando che il premier ha imposto la fiducia sull'Italicum, mentre ora rimette la palla in mano alle Camere. Mentre da destra Gasparri afferma che 'renzi cambierà dopo la sconfitta al referendum'.

Fornaro,Pd prenda iniziativa per nuova l.elettorale – "Per chi, come la minoranza PD, non ha votato l'Italicum, il diffondersi del "pentitismo" a scoppio ritardato potrebbe suscitare anche un legittimo moto di soddisfazione. La legge elettorale però è una cosa troppo seria per essere trattata con superficialità e con atteggiamenti iper tattici che rischiano solo di portare acqua al mulino della propaganda M5S, che ieri gridava all'attentato alla Costituzione e oggi furbescamente dileggia chi vorrebbe apportare modiche correttive. Se si vuole realmente cambiare l'Italicum, il segretario e i due capigruppo PD di Camera e Senato aprano subito un tavolo di confronto nel merito delle questioni che in tempi non sospetti molti di noi avevano posto e che non riguardavano solamente il premio di maggioranza alla lista, ma anche il numero troppo elevato di capolista bloccati". Lo scrive in una nota il senatore della minoranza PD, Federico Fornaro. "Renzi che pose inopinatamente la fiducia sull'Italicum, non può oggi limitarsi a una semplice disponibilità a prendere atto di un'eventuale decisione del Parlamento. Il PD deve, invece, prendere subito e con determinazione un'iniziativa forte e chiara per verificare le condizioni per modifiche radicali dell'Italicum o meglio per una nuova legge elettorale che riavvicini l'eletto all'elettore e favorisca la governabilità senza però deformare la rappresentanza"

"Come può un presidente del Consiglio mettere la fiducia su un provvedimento, in questo caso l'Italicum, difendere quella legge per mesi e mesi definendola ossessivamente la 'migliore del mondo', e poi da un giorno all'altro sostenere che 'il Parlamento la può cambiare' quando vuole? Semmai le Camere decidessero di modificare la legge elettorale lo farebbero contro il governo Renzi, contro la legge fortissimamente voluta da questo esecutivo, e quella fiducia usata come violenza nei confronti del dibattito parlamentare verrebbe meno un secondo dopo. Il premier dovrebbe trarne le conseguenze e dimettersi subito". Lo sostiene Renato Brunetta, capogruppo di Fi alla Camera. "Qui non parliamo solo di normali regole e prassi istituzionali – prosegue Brunetta -, a questo punto, leggendo le contorte affermazioni del premier ci interroghiamo seriamente in merito al suo equilibrio mentale. Non è possibile guidare un Paese importante come l'Italia e avere un comportamento di questo tipo, del tutto opportunistico e orientato al solo obiettivo del mantenimento del potere conquistato con una congiura di Palazzo. Basta. Tutto ciò non è più tollerabile", conclude Brunetta.

"Italicum, questo sconosciuto. Un caso singolare di invecchiamento precoce. Adesso nel Governo fanno a gara a chi vuole cambiarlo con il concorso del Parlamento. Peccato che un anno e mezzo fa disprezzarono l'autonomia delle Camere imponendo la questione di fiducia sulla legge elettorale. Un precedente gravissimo". Lo afferma il capogruppo di Sinistra Italiana a Montecitorio Arturo Scotto. "All'epoca lanciammo i crisantemi verso i banchi del governo perché a nostro avviso si celebrava il funerale della democrazia parlamentare. In autunno dovremo usare bene la matita per respingere questo disegno regressivo votando No al Referendum", conclude Scotto

 "Quante volte ci siamo trovati in difficoltà, a iniziare dal 2013, perché non c'era la stessa maggioranza alla Camera e al Senato?". Lo ha detto il ministro Maria Elena Boschi alla festa Pd a Imola, parlando del superamento del bicameralismo perfetto. "Anche la legge elettorale, che non votiamo con questo referendum ma anche grazie al sì alle riforme sarà sottoposta al giudizio della Consulta, ci aiuta ad avere un governo più stabile, con i cittadini che scelgono la maggioranza", ha aggiunto.




MATTARELLA FIRMA: L'ITALICUM E' REALTA'

di Angelo Parca

E' fatta, l'Italicum è realtà. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato la nuova legge elettorale. Ieri a fermare il provvedimento oera stato il premier. "Una firma importante. Dedicata a tutti a quelli che ci hanno creduto, quando eravamo in pochi a farlo". Aveva scritto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, su twitter, pubblicando la foto della firma da lui apposta in calce al testo della nuova legge elettorale.

Entrerà in vigore dal 1° luglio 2016 la nuova legge elettorale. 

Entro quell'anno, infatti, si prevede che il Senato sia già stato riformato e trasformato in un organo non elettivo formato da 150 membri che non avrà più potere elettivo sul bilancio e sulla fiducia.

100 circoscrizioni: il Paese sarà suddiviso in 20 circoscrizioni, che corrisponderanno alle regioni. Le circoscrizioni verranno quindi suddivise in 100 collegi, a ciascuno dei quali sarà attribuito un numero di seggi che andrà da un minimo di 3 a un massimo di 9, parametro che si baserà sulla popolazione. Sono infine previsti disposizioni speciali per le regioni Valle d'Aosta e Trentino Alto Adige, dove vi saranno collegi uninominali. Un decreto legislativo che dovrà essere approvato entro fine luglio provvederà a individuare i suddetti collegi.

Soglia del 3%: alla Camera dei Deputati entreranno di diritto tutti i partiti che abbiano superato la soglia di sbarramento del 3%, soglia di ben 5 punti percentuali più bassa rispetto all'8% previsto dalla prima versione della legge.

Premio di maggioranza: la lista che supera il 40% delle preferenze alle elezioni si aggiudica di diritto un premio di maggioranza che consiste in 340 seggi sui 630 disponibili. Ma cosa succede se al primo turno nessuna lista supera il 40%? Si va al…

Ballottaggio: il secondo turno elettorale non prevede alcuna aggregazione tra le liste. Chi vince il ballottaggio si assicura comunque il premio e quindi 340 seggi. Tutti gli altri partiti si ripartiranno invece i seggi rimanenti in base alla percentuale delle preferenze ottenuta.

Capilista: nei 100 collegi i partiti potranno presentare un massimo di 7 candidati, i quali si spartiranno le preferenze, tutti tranne il capolista che sarà eletto automaticamente a seggio ottenuto. Da questo punto di vista le schede presenteranno a fianco del simbolo del partito il capolista bloccato e due spazi nei quali scrivere le proprie preferenze per gli altri candidati.

Parità di genere:
gli elettori potranno scrivere due preferenze, a patto che siano legate a generi diversi. Se ad esempio si votano due candidati dello stesso sesso, la seconda preferenza sarà annullata. Per questo motivo le liste saranno composte in modo tale da favorire la parità di genere.

Erasmus: l'emendamento prevede la possibilità di voto per corrispondenza nella circoscrizione Estero anche per tutti quei cittadini italiani che si trovano all'estero per almeno 3 mesi per motivi di studio, lavoro o cure mediche.




ITALICUM: E' LEGGE. 334 SI, 61 NO

Redazione

L'Italicum è legge. La Camera ha approvato definitivamente la riforma della legge elettorale con 334 sì e 61 no. Tutta l'opposizione, al momento del voto, ha lasciato l'Aula.
 

Matteo Renzi, stamane, ha difeso ad oltranza l'Italicum, che ha un "grande elemento di chiarezza" ha detto il premier nel suo intervento alla Borsa di Milano davanti ai rappresentanti delle societa' quotate. "Per cinque anni sara' chiaro il governo, chi vince – ha sostenuto il premier -. Ci sarà un sistema nel quale il nostro Paese potrà finalmente essere un punto di riferimento per la stabilità politica, condizione per l'innovazione economica".




ITALICUM, RENZI INCASSA LA TERZA FIDUCIA

Redazione

E anche questa è passata, il Governo resta in piedi. Via libera della Camera alla terza fiducia posta dal governo sull'Italicum. I sì sono stati 342, i no 15, un astenuto. Assenti le opposizioni. Le opposizioni puntano a portare la battaglia contro l'Italicum fuori dall'aula parlamentare. E così M5s, in primis, ma anche Sel e Forza Italia chiamano in causa la possibilità di ricorrere al referendum abrogativo. "La battaglia contro l'Italicum continuerà anche dopo la sua approvazione", annuncia il grillino Danilo Toninelli: "Stiamo pensando a un referendum abrogativo totale dell'Italicum. Ovviamente non vogliamo farlo da soli e potrebbe interessare tutte le forze politiche e della società civile che contestano questo tentativo di accentramento del potere di Renzi".
Tempo poche ore e il fronte si allarga anche a Sel e Forza Italia. "La prima tappa è lunedì quando proveremo a far saltare la legge secondo un percorso trasparente dentro questa aula – spiega Arturo Scotto, capogruppo Sel alla Camera – Qualora, come pare, la legge dovesse passare dopo questa prova di forza così inedita e significativa dovranno essere messe in campo tutte le iniziative possibili per limitare l'impatto della legge, per via parlamentare o coinvolgendo cittadini".
E a percorrere la strada del referendum si dice pronta anche Forza Italia. "Fi vuole riformare e non calpestare le istituzioni. Per questo forse l'unica strada da percorrere è rivolgersi al corpo elettorale – dice Mara Carfagna durante le dichiarazioni di voto sulla terza fiducia all'Italicum – Rivolgo un appello a chi non condivide questa legge: sediamoci e immaginiamo di promuovere un referendum, diamo la parola ai cittadini e chiediamogli cosa pensano dell'Italicum e se lo vogliono abrogare. Noi non temiamo le idee degli italiani". Il voto finale sarà lunedì in serata.

 

 

 




ITALICUM: VIA LIBERA ALLA PRIMA FIDUCIA. 38 DEPUTATI PD NON LA VOTANO

Redazione

L'Aula della Camera conferma la fiducia al governo sul primo articolo della legge elettorale con 352, 207 no e un astenuto. Sono 38 i deputati del Partito democratico che non hanno votato la fiducia al governo sulla legge elettorale. In base ai tabulati, ai 36 che risultano non partecipanti alla chiama, vanno aggiunti Roberto Speranza e Guglielmo Epifani che risultano in missione ma hanno espresso pubblicamente la dichiarazione di non voto. "Siamo in linea con i numeri delle altre fiducie. E' il primo passo". Così il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi, uscendo dall'Aula della Camera dopo il primo voto di fiducia al governo sulla legge elettorale. Il ministro esprime "soddisfazione" per il risultato. "Grazie di cuore ai deputati che hanno votato la prima fiducia. La strada è ancora lunga ma questa è #lavoltabuona". Così Matteo Renzi commenta su tweet l'esito del primo voto di fiducia su Italicum




RENZI DIFENDE L'ITALICUM SU TUTTI I FRONTI

Angelo Barraco

Matteo Renzi scrive a La Stampa e difende la sua decisione sull’Italicum e sottolinea che se un Parlamento decide, se un governo decide, questa non è dittatura ma democrazia. Ha ribadito che se l’Italicum non passa il governo va “a casa” e dice che se la legge elettorale viene approvata significa che il Parlamento ha intenzione di continuare le riforme. Nel pomeriggio di oggi ci sarà il voto di fiducia su una parte del provvedimento, domani invece se ne voteranno altre due. La minoranza Dem non parteciperà, Roberto Speranza, Enrico Letta, Rosy Bindi, Stefano Fassina, Alfredo D’Attorre non parteciperanno al voto di fiducia. Bersani scrive su Twitter: “Su democrazia un governo non mette la fiducia. Si sta creando un precedente serio. Questa fiducia io non la voterò”. Area riformista si divide tra si e il non voto. In aula verrà lasciata la valutazione individuale e non verranno date indicazioni di voto. Ieri Renzi si è espresso sui social ieri scrivendo “Dopo anni di rinvii noi ci prendiamo le nostre responsabilità in Parlamento e davanti al Paese, senza paura” e poi “La Camera ha il diritto di mandarmi a casa, se vuole: la fiducia serve a questo. Finché sto qui, provo a cambiare l'Italia” in seguito alle reazioni di chi come Brunetta ha evocato il fascismo, Renato Scotto (Sel) ha parlato di funerale della democrazia e i deputati del Sel hanno lanciato crisantemi sul banchi del governo. Sono volati anche insulti dai deputati del M5s a danno del vice capogruppo del Pd Ettore Rosato e della Boldrini. Ecco la lettera sull’Italicum di Renzi a La Stampa
“Caro Direttore, 
il dibattito sulla nuova legge elettorale è molto acceso. Credo che i toni dipendano in larga parte da un giudizio duro e molto diviso sull’azione mia e del governo che presiedo. Rispetto naturalmente ogni diversa valutazione. Ma credo che sia un mio dovere tornare al merito della legge: la verità, vi prego, sull’Italicum.La verità, fuori dalla rappresentazione drammatica di chi grida all’attentato alla democrazia. O di chi considera fascista la scelta di mettere la fiducia sulla legge elettorale, ignorando che fu Alcide De Gasperi a farlo, affidandone le ragioni in Parlamento all’arte oratoria di Aldo Moro: due grandi democratici, due grandi antifascisti. La verità, solo la verità, sull’Italicum.” Continua dicendo che “Questa legge elettorale prevede un ballottaggio come per i sindaci, anche se la percentuale necessaria ad evitarlo scende al 40%. Attribuisce 340 deputati a chi vince le elezioni, al primo o al secondo turno, consentendo dunque un piccolo margine di sicurezza nell’attività parlamentare. Più o meno la metà degli eletti sarà espressione di un collegio grande poco meno di una provincia media e l’altra metà verrà eletta con preferenze: al massimo due, di cui una donna. Per venire incontro alle richieste di minoranze e anche di alcuni partiti di maggioranza, la soglia di sbarramento è stata abbassata al 3% (in Germania per intenderci è al 5%) Il premio viene attribuito alla lista vincente, non più alla coalizione: con questo atteggiamento speriamo di arrivare a un compiuto bipolarismo. Il mio sogno è che in Italia si sfidino due partiti sul modello americano, Democratici e Repubblicani. 
Ma in ogni caso, indipendentemente dai sogni, si impedisce di rifare le solite ammucchiate elettorali chiamate coalizioni che il giorno dopo si sciolgono come neve al sole: chi di noi ha votato l’Unione nel 2006 – una coalizione che andava da Mastella e Dini a Bertinotti e Turigliatto – ne ricorda la tragica fine. Ma analogo potrebbe essere il giudizio sull’esperienza della Casa delle Libertà due anni dopo. Torneremo a vedere i candidati sul territorio; torneremo a fare campagne elettorale tra persone sui collegi e non solo nei talk-show; torneremo dopo anni a scegliere le persone e, finalmente, la sera stessa del voto sapremo chi ha vinto. Rottamato il cosiddetto Porcellum (perché l’ultima legge elettorale approvata da chi oggi grida al fascismo è stata definita dal suo ideatore una «porcata»), mandiamo in soffitta anche il desiderio strisciante di un neocentrismo consociativo teso a mantenere per sempre il proporzionale puro uscito dalla Corte Costituzionale, riservando ai gruppi dirigenti la scelta di governi costanti di grande coalizione” Aggiunge inoltre che “L’Italicum non sarà perfetto, come nessuna legge elettorale è perfetta. Ma è una legge seria e rigorosa che consente all’Italia di avere stabilità e rappresentanza, che cancella le liste bloccate, che impone la chiarezza dei partiti davanti agli elettori. Soltanto uno potrà dire di aver vinto: non come adesso quando, dopo i primi risultati, tutti affollano le telecamere per cantare il proprio trionfo.Abbiamo messo la fiducia perché dopo aver fatto dozzine di modifiche, aver mediato, discusso, concertato, o si decide o si ritorna al punto di partenza. Se un Parlamento decide, se un governo decide questa è democrazia, non dittatura. Se il Parlamento rinvia, se il governo temporeggia, il rischio è l’anarchia. È una grande lezione del miglior pensiero costituzionale di questo Paese, non è necessario aver fatto la tesi su Calamandrei per saperlo.La nuova legge elettorale è stata promessa nel 2006, ma purtroppo non si è realizzata.È stata promessa nella legislatura successiva e non portata a termine né durante il governo Berlusconi, né durante il governo Monti: tante trattative e poi nulla di fatto.È stata promessa nella legislatura successiva dal governo Letta, ma il suo iter si bloccò quasi subito, impantanata come altri progetti.Adesso ci siamo: approvata in prima lettura alla Camera, in seconda al Senato, poi in Commissione alla Camera. Discussa in Parlamento e nelle sedi dei partiti. Approvata da Forza Italia nella stessa versione che oggi viene contestata. Modificata più volte, ma adesso finalmente pronta.Che facciamo? Facciamo altre modifiche per ripartire da capo?La legge elettorale perfetta esiste solo nei sogni: decidiamo o continuiamo a rimandare?Mettere la fiducia è un gesto di serietà verso i cittadini” Aggiunge ancora “Se non passa, il governo va a casa. Se c’è bisogno di un premier che faccia melina, non sono la persona adatta. Se vogliono un temporeggiatore ne scelgano un altro, io non sono della partita.Se passa, significa che il Parlamento vuole continuare sulla strada delle riforme. Per come li ho conosciuti la maggioranza dei deputati, la maggioranza dei senatori hanno a cuore l’Italia di oggi e quella dei nostri figli. E se lo riteniamo necessario ci sarà spazio al Senato per riequilibrare ancora la riforma costituzionale facendo attenzione ai necessari pesi e contrappesi: nessuna blindatura, nessuna forzatura.Con lo scrutinio palese – imposto dal voto di fiducia – i cittadini sapranno. Sapranno chi era a favore, chi era contro. Tutti si assumeranno le proprie responsabilità. Il tempo della melina e del rinvio è finito. C’è un Paese che chiede di essere accompagnato nel futuro, sui temi più importanti della vita delle famiglie. Se non riusciamo a cambiare la legge elettorale dopo averlo promesso ovunque, come potremo cambiare il Paese? La politica ha il compito di dimostrare che può farcela, senza farsi sostituire dai governi tecnici e dalle sentenze della Corte. Occorre coraggio, però. E questo è il tempo del coraggio. Alla Camera il compito di decidere se è il nostro tempo. Ma a scrutinio palese, senza voti segreti, assumendosi la propria responsabilità”.
 



ITALICUM, VOTO DI FIDUCIA: RENZI SFIDA IL PARLAMENTO. BAGARRE IN AULA

Redazione

Sono ore decisive. Il Governo potrebbe cadere. Matteo Renzi sfida il Parlamento e dopo che il governo ha chiesto la fiducia sull'Italicum scrive su twitter: "La Camera ha il diritto di mandarmi a casa se vuole: la fiducia serve a questo. Finchè sto qui, provo a cambiare l'Italia". La richiesta di fiducia arriva dopo che la riforma ha superato indenne il primo scoglio del voto a scrutunio segreto sulle pregiudiziali di costituzionalità. "Ci prendiamo le nostre responsabilità", twitta Renzi. Ma l'opposizione è sulle barricate e protesta in Aula. Dai banchi M5S scoppiano le urla "Fascisti!". Maurizio Bianconi di Fi urla "Vergogna!" ed è richiamato all'ordine dalla presidente Boldrini che fatica non poco a mantenere l'ordine.

La Camera ha il diritto di mandarmi a casa, se vuole: la fiducia serve a questo. Finché sto qui, provo a cambiare l'Italia. #lavoltabuona

— Matteo Renzi (@matteorenzi) 28 Aprile 2015
La tensione in Aula è alle stelle. "Non consentiremo – attacca Renato Brunetta – il fascismo renziano. Faremo di tutto per impedirlo, dentro e fuori questa Aula. Non consentiremo che questa Aula sia ridotta a un bivacco di manipoli renziani". Lancio di crisantemi gialli da parte dei deputati di Sel in Aula alla Camera. "E' il funerale della democrazia", ha detto il capogruppo Arturo Scotto dopo la richiesta della fiducia.

Bersani, è in gioco democrazia – "Non avevo dubbi che avrebbero messo la fiducia. Qui il governo non c'entra niente, è in gioco una cosuccia che si chiama democrazia. Ora decideremo insieme che fare e poi deciderò io perchè ognuno deve assumersi le sue responsabilità".




ITALICUM, SERRACCHIANI: "FAREMO DI TUTTO PER EVITARE LA FIDUCIA"

Redazione

Il Governo traballa. La nuova legge elettorale è scelta politica e non di coscienza, e il governo sta facendo di tutto per evitare di arrivare alla fiducia. Il vicesegretario del Pd Serracchiani chiama alla responsabilità chi dice no all' Italicum e aggiunge che se cadesse il governo ora la gente non capirebbe. Dalla minoranza dem risponde Fassina, il quale ritiene che il progetto di Renzi sia piuttosto andare a votare una volta approvato l'Italicum. Lo accusa di volere con il suo aut aut marginalizzare il Parlamento sulle regole del gioco e poi assicura di non volere voti segreti, perché convinto di una battaglia a viso aperto.

Il governo "onestamente sta facendo di tutto e di più per evitare di arrivare alla fiducia". Lo dice – in un'intervista ad Avvenire – il vicesegretario del Pd Debora Serracchiani, aggiungendo di augurarsi "che chi fa parte della storia di questo Paese e di questo partito comprenda che è responsabilità di tutti evitare di fallire questo momento storico, in cui ci si chiede di andare avanti con le riforme". A chi ribatte che si tratta di una questione di coscienza, Serracchiani replica che "la legge elettorale è la più politica delle esperienze politiche e quindi non capisco perché su questa legge dovrebbe esserci una questione di coscienza". "Mi auguro – aggiunge – che nel Pd ci sia alla fine il senso di responsabilità, come accaduto sempre in passato nei momenti difficili". A suo avviso, "se cadesse il governo ora la gente non capirebbe. Tanto meno sulla legge elettorale", "spiegare alle persone che può rischiare di cadere il governo perché i capilista sono 100 invece di 80 mi sembra un po' difficile".

Se cade l'Italicum si va a votare? "No, ritengo molto più probabile lo scenario opposto. Se passa l'Italicum si va a votare". Lo dice – al Corriere della Sera – l'esponente della minoranza dem Stefano Fassina, intervistato anche da Avvenire. Al Corsera, Fassina assicura: "noi non chiediamo voti segreti, facciamo una battaglia a viso aperto". A suo avviso l'aut aut di Renzi evidenzia la "volontà di marginalizzare il Parlamento sulle regole del gioco" e "se è vero che il presidente del Consiglio vuole mettere la fiducia sulle pregiudiziali di costituzionalità – aggiunge -, siamo alla conferma della volontà pericolosa di dimostrare decisionismo. Sarebbe ancora più grave" perché "porterebbe alla marginalizzazione del Parlamento, che non è solo l'obiettivo dell'Italicum e della revisione del Senato, ma è anche pratica corrente con questo governo". Ad Avvenire, sempre sul tema del voto anticipato, Fassina afferma che Renzi "ha già deciso di andare alle urne in primavera. E non vi fate confondere dalla clausola che fissa l'entrata in vigore dell'Italicum al primo settembre 2016. Uno che ha una simile disinvoltura istituzionale non si farà certo problemi a varare un decreto per annullare la clausola…". Andrete con Landini? Fassina risponde di "no", ma che "la frattura che c'è merita la massima attenzione. Alcuni di noi andranno fino in fondo".