JIMMY FONTANA: LA LETTERA DI UN AMICO

La statura della tua figura, ha varcato i confini del nostro paese, dilagando in ogni parte del mondo, e portando ovunque quell’ italianità, significativa rappresentanza, dell’arte, della cultura, della creatività e di quella simpatia che infonde nel prossimo, gioia ed ottimismo.

 

di Mario Torosantucci

Lettera a Jimmy Fontana – Ciao Enrico! E’ così che ti ho sempre chiamato, come tutti i tuoi amici più cari. Ho il bisogno ed il grande desiderio, di scriverti questa lettera, per amicizia, per riconoscenza, per stima, e , per testimoniarti ancora una volta, la grandezza della tua persona, come uomo e come artista. La statura della tua figura, ha varcato i confini del nostro paese, dilagando in ogni parte del mondo, e portando ovunque quell’ italianità, significativa rappresentanza, dell’arte, della cultura, della creatività e di quella simpatia che infonde nel prossimo, gioia ed ottimismo.

Sì ! Tu hai regalato, in particolare, agli italiani che si trovano in ogni angolo del globo, l' affetto della propria terra, una vicinanza ai propri cari, e, l’orgoglio che li ha sempre spinti a migliorarsi ed affermarsi. Tutto questo è stato possibile, grazie alla divulgazione delle tue canzoni immortali, con la tua voce personale e particolare, e con la tua enorme simpatia. Sono sicuro, che ne stai scrivendo ancora e saranno tutte bellissime e gioiose, perché il tuo talento, ti consente di scrivere linee melodiche semplici ma eterne. Sono sempre le cose semplici, quelle più difficili. Sono sempre quelle apparentemente banali, che poi vivranno nel tempo, e lasceranno quelle impronte indelebili nel mondo musicale. Esistono delle lingue universali, lingue che tutti riescono ad intendere e capire. Penso che la più importante, sia proprio la musica. L’arte che avvicina ed unisce i popoli, il linguaggio con il quale, tu sei riuscito a far dialogare qualsiasi colore dei punti cardinali, miscelando in un magnifico quadro, la bellezza, l’ armonia e la gioia di vivere.

Ultimamente, mi trovavo con il presidente del più famoso giornale del Messico, con il quale ho un ottimo rapporto, e sono rimasto meravigliato, per come insieme alla sua stupenda moglie, fossero innamorati della tua persona, attraverso l’ ascolto delle tue canzoni “Il Mondo “ e “Che Sarà“.

Dopo espressa richiesta, ho spedito loro, le partiture musicali con le parole. Questa, è soltanto una delle mille testimonianze, che ti onora, e ti fa essere sempre presente. Ricordo con affetto e nostalgia, quando ci siamo conosciuti alla RCA nel 1968, ed io ero da poco rientrato in Italia, dopo aver girato il mondo per circa sei anni. Tu eri uno dei miei miti, ed il conoscerti personalmente, mi riempiva di orgoglio e soddisfazione.

Con il grandissimo Franco Migliacci, amico comune, abbiamo trascorso molto tempo insieme, alternando la musica con delle divertentissime barzellette. L' ironia è stata sempre uno dei punti di forza del tuo carattere, verace, sincero, divertente ed in ogni frangente diretto. In questi ultimi anni, ho avuto la fortuna di rivederti spesso, grazie alla collaborazione con il Cantagiro, per il quale , il patron Enzo De Carlo, ed il direttore generale Elvino Echeoni, ti hanno giustamente ed intelligentemente coinvolto. Del resto tu sei stato e sarai sempre uno dei personaggi più rappresentativi di questa famosa manifestazione canora. Desidero farti i complimenti per i tuoi figli, ed in particolare per Andrea e Luigi, che mi facesti conoscere quando erano giovanissimi, ed ora li ho ritrovati, uomini molto in gamba e con quella tua stessa simpatia, che sei riuscito a trasmettergli. Vorrei farti un' ultima raccomandazione, abbiamo bisogno delle tue canzoni, e noi fortunatamente le abbiamo, ma ricordati che un' altra miriade di persone vuole divertirsi, quindi non devi assolutamente impoltronirti e deluderla. Ciao Enrico. Un grandissimo abbraccio dal tuo amico che ti vorrà sempre bene.