Ciampino, autodemolitori alla Barbuta: la sindaca Colella lancia l’appello ai ministri competenti: “Ricevetemi!”

Nessun cenno di risposta alla richiesta formale di un incontro inviata da circa un mese dalla sindaca di Ciampino ai ministri dell’Ambiente, dei Beni Culturali e della Sicurezza, per rappresentare le varie criticità per la città di Ciampino relative la delocalizzazione dei vari autodemolitori da Centocelle alla Barbuta, quindi per ribadire il no al trasferimento delle attività.

Emanuela Colella, prima cittadina della città aeroportuale ha quindi fatto appello durante la puntata di oggi 9 febbraio 2024 di Officina Stampa ai tre ministri di voler prendere atto della richiesta di incontro permettendogli di rappresentare i motivi del ”perché no” alla deroga dei vincoli e degli autodemolitori alla Barbuta.

OFFICINA STAMPA DEL 9 FEBBRAIO 2024 – L’appello della sindaca di ciampino

A decretare il trasferimento delle varie attività di smaltimento auto è stato il Commissario per il Giubileo, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, che lo scorso 10 dicembre 2023 ha firmato la relativa ordinanza che ora attende solo il nulla osta governativo.   




Ciampino, Dessi (M5S) su rogo al campo nomadi La Barbuta: “Servono interventi urgenti”

CIAMPINO (RM) – “Quello che avviene nel campo nomadi della Barbuta richiede interventi urgenti e non più rimandabili. I cittadini sono stanchi e sono esasperati, non ce la fanno più a respirare i miasmi ed i fumi di quanto viene bruciato, quasi quotidianamente con disarmante regolarità, nel campo. Senza contare i costi sociali che questo comporta in termini di intervento di vigili del fuoco e forze dell’ordine”.

Così il senatore del Movimento 5 stelle Emanuele Dessì commenta l’ultimo rogo sviluppatosi, come sempre dolosamente, ieri sera nel campo nomadi che si trova alle porte di Ciampino seppur in territorio romano.

“I cittadini hanno ragione: questo è uno scempio al quale non è più possibile assistere e per il quale spero che le autorità sovralocali possano trovare soluzioni ed in tempi ragionevolmente rapidi. La salute dei cittadini è una priorità assoluta”. “Il tutto – conclude Dessì – senza contare i danni all’ambiente che i continui roghi di rifiuti tossici quotidianamente provocano. Una situazione del genere non può più essere tollerata, le misure finora adottate non sono state sufficienti per limitare il fenomeno ed ora servono interventi urgenti ed efficaci”.




Ciampino, La Barbuta "oasi d'illegalità": intervista a una residente e mamma


di Simone Carabella


Ciampino (RM) – Ennesimo rogo al campo rom La Barbuta zona Appia – Ciampino: una nube tossica si è alzata in cielo evidente già dal Raccordo. I residenti sono disperati, abbiamo voluto sentire uno di loro. Si tratta di una mamma costretta a convivere con questo fenomeno non lontano dalla sua casa.

 

Uno scenario che si vede spesso?

Purtroppo sì e sono sempre più preoccupata per quello che respirano tutti i giorni i miei figli.

Secondo lei è anche colpa della politica?
Da ciampinese le dico questo campo è stato messo qui quando come sindaco di Roma c'era Rutelli, ovviamente è sul territorio di Roma ma di fatto alla Capitale non reca nessun danno perché è attaccato al comune di Ciampino.
Quindi i fumi tossici vi arrivano tutti? Sì purtroppo e la situazione è allarmante perché oltre ai fumi tossici c’è anche l’accattonaggio tutto il giorno davanti ai supermercati perpetrato da minori rom che non frequentano scuole dell'obbligo ma si dedicano a furti e scippi.
 

Il sindaco di Ciampino che dice?
Più volte ho provato a parlare con il mio sindaco Giovanni Terzulli che lamenta il fatto che Roma non ci ascolta e noi subiamo tutto questo. Il campo rom è un serio problema. Oltretutto li risiedono varie etnie che non vanno d'accordo tra loro quindi è una guerra continua tra loro e nessuno controlla come dovrebbe. In quel campo entra di tutto.

Cioè?

Significa che è davvero un oasi di illegalità e noi siamo stanchi di dover assistere a questa situazione che, per altro, potrebbe mettere a rischio la salute dei nostri figli. 




CIAMPINO, SCONTRO TRA ROM E ITALIANI: PARLA UN TESTIMONE

di Ivan Galea – Chiara Rai

Ciampino (RM) – ‘La misura è colma’ ha denunciato allarmato sul nostro quotidiano il 23 giugno il Consigliere di Gente Libera Ivan Boccali asserendo di essere ormai arrivati ad “un passo dalla guerriglia urbana e nessuno muove un dito per risolvere la questione".

Questo perché martedì scorso a Ciampino nei pressi del Campo Nomadi de La Barbuta, secondo quanto riferisce il consigliere, un gruppo di cittadini di Ciampino, per scongiurare l’ennesimo incendio tossico, ha cercato di impedire ad alcuni ospiti del campo nomadi di rifornirsi di benzina nella vicina stazione di servizio. Gravissima la reazione di uno dei rom, che ha addirittura avrebbe tentato di investire con la propria auto un cittadino. Un nutrito drappello proveniente dall’insediamento si sarebbe poi minacciosamente avvicinato, facendo oggetto di una fitta sassaiola i mezzi della Protezione Civile sopraggiunti sul luogo.

“Per la prima volta – ha commentato Boccali – si è giunti allo scontro fisico, chiaro sintomo di uno stato di estrema esasperazione”. Questo articolo ha suscitato diversi e numerosi commenti, c’è chi ha contestato la ricostruzione dei fatti, addebitando la causa dello scontro tra alcuni cittadini di Ciampino ed i rom “agli italiani” che avrebbero provocato per primi e c’è chi invece ha confermato la ricostruzione fatta da Boccali.

Il nostro quotidiano, purtroppo, non era presente durante il famigerato episodio ma ha cercato di raccogliere altre testimonianze ed è riuscito a parlare con una persona che era lì quel martedì. Ovviamente non diremo il nome per questioni di privacy e per tutelare la persona da eventuali ripercussioni di sorta, ma comunque vogliamo oltremodo raccontare quello che è accaduto da chi lo ha vissuto. Poi faremo le nostre considerazione come il dovere e diritto di cronaca e di critica ci impone.


Lei c’era quel famigerato martedì?
Io c'ero con un mio parente e altre dieci persone e posso asserire che più o meno e c'è stato un pestaggio e un tentato investimento da parte di un rom verso un concittadino.

La questione è che c'e' chi dice che sono gli italiani che hanno lanciato i sassi
No i sassi li hanno lanciati i rom

Perciò gli italiani sono andati al benzinaio per impedire l'acquisto di carburante? Poi, cosa è successo?
C’era un presidio pacifico nell'area del benzinaio con l'intenzione di essere in numero sufficiente da poter  bloccare la via di Ciampino
Ma si era in pochi, troppo pochi e non è potuto far altro che rimanere a guardare lo svilupparsi dell'incendio e due bambini rom uscire dalla strada del campo e venire dal benzinaio a riempire due tanichette di benzina. Il benzinaio dovrebbe avere le telecamere comunque lo abbiamo visto tutti

Quindi eravate al benzinaio a presidiare visto che non c'era più la volante della municipale di Roma?
Un piccolo fuoco già si stava sviluppando in precedenza cioè prima che arrivassero i ragazzini rom al benzinaio. Subito dopo il ritorno dei ragazzini al campo si è sviluppata una colonna di fumo nero

Ok arrivano i ragazzini e voi che fate?

Tutti noi che eravamo là con il cellulare abbiamo chiamato il 115 e abbiamo segnalato l'incendio

La sassaiola come scaturisce?
Con noi c'erano due volontari della protezione civile che hanno fatto notare al benzinaio che era illegale vendere la benzina in quel modo. Infatti dopo la seconda tanica il benzinaio ha mandato via i ragazzini Prima che intervenissimo noi a dire di non farlo

Avevano molte taniche?

Io ne ho notate due

Perciò i ragazzini hanno acquistato la benzina e se ne sono andati?

Prima che intervenissimo noi a dire di non farlo. Insomma mentre eravamo là ad aspettare i pompieri che sono poi arrivati insieme alla polizia è arrivata una macchina con dentro un rom con moglie e un bambino in braccio. Il rom è sceso dall'auto e ha chiesto che stavamo facendo là Io purtroppo ho perso una parte del dialogo…a un certo punto è intervenuto il benzinaio in difesa del rom ma credo parlasse per paura

Dovevate quindi giustificare la vostra presenza al rom?
Poi uno di noi ha perso la pazienza e ha mollato un pugno in faccia al rom. Il rom ha replicato dicendo queste precise parole "adesso sei finito!" È scesa poi dalla macchina la moglie del rom col bambino e ha iniziato a insultarci. Noi intanto cercavamo di calmare quello che stava insieme a  noi (quello che aveva dato il cazzotto al rom) altrimenti la lite sarebbe potuta davvero degenerare. Alla fine il rom è risalito in macchina e il tipo manesco è saltato sul cofano e gli è saltato sopra. A questo punto, il rom ha dato un'accelerazione e ha cercato di investire il nostro concittadino. Poi noi siamo andati via perché non volevamo rischiare di essere arrestati o peggio attaccati dai rom che sono arrivati in massa all'ingresso della strada. Successivamente siamo tornati indietro per vedere che succedeva e abbiamo visto i carabinieri che avevano fermato il nostro concittadino e gli stavano perquisendo la macchina. Siamo arrivati di nuovo al benzinaio e abbiamo visto una folla di rom all'ingresso del campo con polizia, municipale e carabinieri .Stavano urlando e tiravano sassi. Credo ci fosse anche la protezione civile ma non siamo andati troppo vicino. Quello che mi è stato riferito è che i poliziotti dicevano che i bambini rom erano andati a prendere acqua dal benzinaio ma noi sappiamo che non è così. Anche i carabinieri con il tipo che è stato fermato insistevano su questa cosa dell'acqua. Ma il benzinaio dovrebbe avere le telecamere…quei bambini hanno riempito 2 taniche di benzina. Ci sono i testimoni, non solo io. E questo è quanto.


Questo racconto – testimonianza non vuole addebitare ne la colpa ai rom e neppure agli italiani. Sia i rom che in questo caso i ciampinesi sono vittime di un sistema che non funziona. E’ normale che ci siano tutti quei rifiuti al campo nomadi e che, soprattutto in estate, si verifichi un giorno sì e uno no un incendio con conseguenti fumi tossici che inquinano l’ambiente e la cittadinanza? L’Ue ha definito “illegale” il campo de La Barbuta e pertanto andrebbe chiuso.

I campi nomadi non sono altro che dei siti che riducono ad emarginati i nomadi che hanno il diritto dovere di essere integrati nella comunità civile, mandare i propri figli a scuola, procurarsi un lavoro nel rispetto della legalità, pagare le tasse e se disagiati pretendere un alloggio popolare dopo essersi adeguatamente messa in lista di attesa alla stregua degli italiani che comunque, proprio perché si è in Italia, dovrebbero avere la precedenza. Detto questo, non importa chi ha acceso la miccia per primo.

Il fatto è che la mancanza di controlli e di sicurezza in una situazione ormai al collasso fa degenerare gli animi che non sono più predisposti al reciproco aiuto: troppi incendi, troppo degrado e illegalità. Urge una soluzione e quando si constata che davvero “il vaso è colmo” bisognerebbe non soffermarsi su chi ha scagliato la prima pietra ma sul perché si è arrivati a questo punto. Una volante che monitora il campo nomadi non basta più.

E’ ora di adeguarci a tutti gli altri paesi civili europei che non hanno campi nomadi e non vivono queste ormai insopportabili condizioni disumane e di diseguaglianza sociale. I nomadi devono vivere come vivono gli italiani: se non trovano un alloggio ci sono le macchine. Non è più concepibile che vivano nelle tende e container obsoleti pieni di immondizia e sporcizia e con i bimbi che giocano in mezzo ai roghi a piedi scalzi e chiedono l’elemosina ai semafori. E’ il momento che si provi a restituire un po’ di dignità sia agli italiani che ai nomadi.  




CIAMPINO, LA BARBUTA: SULLA VIGILANZA SCOMPARSA I CHIARIMENTI DEL PREFETTO GABRIELLI

 

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Redazione
Ciampino (RM)
– Il Prefetto Gabrielli farà ripristinare il servizio di vigilanza al campo nomadi de La Barbuta.

Dopo l'articolo pubblicato dal nostro giornale relativo la scomparsa della vigilanza al campo nomadi, che era stata predisposta dal Prefetto Gabrielli lo scorso 27 Giugno 2015 con una pattuglia della Polizia locale di Roma Capitale, coincisa con il riprendere dei roghi tossici, il sindaco di Ciampino ha immediatamente contattato il Prefetto il quale ha garantito la ripresa del servizio di vigilanza che di fatto come da noi segnalato era scomparso.

Dal Comune di Ciampino arriva la conferma dell'arrivo degli immigrati, circa un centinaio, all'Ostello della Gioventù mentre il primo cittadino di Ciampino, Giovanni Terzulli, smentisce categoricamente il presunto arrivo di 500 nuovi Rom al Campo Nomadi "La Barbuta", avendo avuto rassicurazioni in tal senso dallo stesso Prefetto di Roma, Franco Gabrielli, il quale ha escluso totalmente tale evenienza.

Per quanto riguarda il campo della Barbuta, quindi, nessun nuovo arrivo di altri rom. Il sindaco di Ciampino ha inoltre ribadito: "auspico di nuovo l'importanza che il campo in questione sia vigilato onde prevenire atti che possano mettere a rischio la salute e l'incolumità pubblica".

La preoccupazione del sindaco Terzulli è anche motivata dal fatto che nella giornata di ieri martedì 21 Luglio 2015 si è sviluppato l'ennesimo incendio tossico le cui fiamme e fumi sono perdurati per diverse ore testimoniando ancora una volta lo stato di abbandono e la mancanza di vigilanza.

I cittadini per il momento tirano un sospiro di sollievo riguardo il mancato arrivo di uklteriori 500 rom alla Barbuta ma allostesso momento auspicano che alle parole di Gabrielli seguano i fatti.
 




CIAMPINO, REGALO DI FERRAGOSTO: 500 NUOVI ROM PER IL CAMPO LA BARBUTA E 80 PROFUGHI ALL'OSTELLO


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di Chiara Rai
Ciampino (RM)
– L'allarme del Campo nomadi La Barbuta alle porte di Ciampino non viene lanciato soltanto perché nella mattinata di lunedì 20 luglio 2015 si è verificato l'ennesimo incendio di notevole entità ma soprattutto perché, secondo fonti ufficiose, sarebbero in procinto di giungere altri 500 rom al campo La Barbuta che dovrebbero arrivare a cavallo di ferragosto, quando non ci sarà quasi nessuno a protestare.

Ma non è tutto perché oltre ai rom dovrebbero arrivare altri 80 profughi all'Ostello della Gioventù di Ciampino che in questi giorni è oggetto di ristrutturazione proprio perché danneggiato dagli immigrati. Questa notizia sarebbe confermata dal fatto che vi sarebbero movimenti in corso a La Barbuta: lavori di spianatura del terreno, allacci di bagni chimici e arrivo di potabilizzatori.

Intanto la situazione si fa sempre più incandescenti nel vero senso della parola. Infatti la mattina di Lunedì 20 Luglio 2015 si è verificato l'ennesimo incendio al campo nomadi della Barbuta. Il rogo si è scatenato all'ingresso del campo nomadi La Barbuta: rifiuti in fumo, nubi tossiche, rom in fuga da quella che appare una terra di nessuno.

Un sito abbandonato a se stesso che per un brevissimo tempo è stato controllato da una pattuglia di Roma Capitale. Ma di questi controlli, almeno per quanto abbiamo potuto constatare con i nostri occhi, non vi è neppure l'ombra. Infatti i roghi testimoniano uno stato di degrado e abbandono.

Ad accorrere immediatamente una squadra dei Vigili del Fuoco. Eppure neanche un mese è passato da quando il sindaco di Ciampino Giovanni Terzulli aveva espresso, dinanzi al Consiglio comunale dello scorso 26 giugno 2015 la sua soddisfazione per aver visto messi in atto concretamente i primi impegni scaturiti nel corso della riunione sulla sicurezza pubblica tenutasi a Ciampino la settimana precedente con il Prefetto di Roma, Franco Gabrielli.
 
In particolare, il Sindaco aveva preso atto dell'avvenuta disposizione del Prefetto di insediare, già da qualche giorno in via sperimentale, e dal 27 giugno in via definitiva, una vigilanza fissa all'ingresso del campo nomadi “La Barbuta” sulla via di Ciampino con la presenza di una pattuglia della Polizia locale di Roma Capitale. Tale intervento era stato infatti indicato come opportuno dai Comandanti della Tenenza dei Carabinieri e della Polizia locale di Ciampino, anche in considerazione del fatto che il campo nomadi, pur se insiste nel territorio del Comune di Roma, di fatto, è posto all'ingresso del Comune di Ciampino, distante poche centinaia di metri.

In merito alla presenza della pattuglia della Polizia locale Terzulli dichiarava: "Auspico ora che la presenza di questa pattuglia possa essere l'avvio di un percorso di integrazione a 360 gradi della Polizia locale di Roma Capitale con la Polizia locale di Ciampino e le altre forze dell'ordine del territorio, al fine di debellare del tutto i roghi al campo nomadi e di attivare un controllo serio ed efficace di tutti i pericoli per la sicurezza cittadina (non solo inerenti il maxi insediamento rom), che non conoscono né rispettano i confini imposti dalla geografia e dalla burocrazia”.

Ma gli incendi tornano ad "intossicare" le cronache del campo nomadi e tutto il resto rimangono soltanto parole al vento.
 




CIAMPINO, ROGO A LA BARBUTA: TRAFFICO AEREO IN TILT

di Matteo La Stella


Roma – Un rogo, divampato intorno alle 7 e 30 di domenica mattina al campo nomadi de La Barbuta ha compromesso la visibilità dell'intera zona, andando ad intaccare anche il lavoro della torre di controllo dell'aeroporto di Ciampino, costretta a contattare la Polaria. La coltre di fumo nero ha determinato, infatti, una condizione di visibilità non ottimale per gli aerei in arrivo e in partenza dallo scalo di Ciampino, tanto da costringere gli addetti ai lavori ad allertare l'autorità competente. Sul posto, individuato nell'area de La Barbuta, sono intervenute 6 squadre di vigili del fuoco, oltre agli agenti della Polaria.

L'attività, resa articolata dalla combustione di sterpaglie ed alcuni rifiuti ingombranti, ha decretato un bilancio finale di circa 1000 metri quadrati di territorio andati bruciati. Al momento dell'intervento, gli agenti della Polizia di frontiera aerea e i pompieri non hanno trovato nessuno sul posto. L'incendio non ha recato danni a persone o cose, anche se la nube di fumo è rimasta inscritta nel cielo per diverso tempo, rendendosi visibile dal quartiere Tuscolano e dai Castelli Romani. 




CIAMPINO, CAMPO ROM LA BARBUTA: IL TRIBUNALE DI ROMA CONDANNA IL CAMPIDOGLIO

Redazione

Ciampino (RM) – Una battaglia vinta per coloro che ritengono che i campi nomadi non debbano esistere perché sinonimo di "ghettizzazione" e discriminazione razziale. Il 30 maggio 2015, con ordinanza della seconda sezione del Tribunale Civile di Roma, il Giudice ha riconosciuto "il carattere discriminatorio di natura indiretta della complessiva condotta di Roma Capitale […] che si concretizza nell'assegnazione degli alloggi del villaggio attrezzato La Barbuta, ordinando di conseguenza al Comune di Roma 'la cessazione della suddetta condotta nel suo complesso, quale descritta in motivazione, e la rimozione dei relativi effetti. In riferimento al villaggio attrezzato La Barbuta, realizzato nel 2012 dall'Amministrazione capitolina.

La storia.
Nell'aprile dello stesso anno l'Associazione 21 luglio e l'Asgi (Associazione Studi Giuridici sull'Immigrazione) avevano promosso un'azione legale contro il Comune di Roma attraverso il sostegno dell'Open Society Foundations e il supporto di Amnesty International e del Centro Europeo per i Diritti dei Rom (Errc). Soddisfatti i membri dell'Associazione 21 Luglio: "Accolta pienamente – dicono – la tesi espressa nel ricorso dalle due organizzazioni che hanno sostenuto come il villaggio La Barbuta debba considerarsi discriminatorio – e quindi illegittimo – già per il solo fatto di rappresentare una soluzione abitativa di grandi dimensioni rivolta a un gruppo etnico specifico e comunque priva dei caratteri tipici di un'azione positiva. Deve infatti intendersi discriminatoria qualsiasi soluzione abitativa di grandi dimensioni diretta esclusivamente a persone appartenenti a una stessa etnia, tanto più se realizzata, come nel caso dell'insediamento sito in località La Barbuta, in modo da ostacolare l'effettiva convivenza con la popolazione locale, l'accesso in condizione di reale parità ai servizi scolastici e socio-sanitari e situato in uno spazio dove è posta a serio rischio la salute delle persone ospitate al suo internò".

La sentenza.
"L'8 agosto 2012, pronunciandosi sull'istanza cautelare – precisano dall'associazione promotrice dell'azione legale – il Tribunale di Roma aveva ritenuto che le circostanze esposte dalle due organizzazioni "concorrano nel rendere verosimile il carattere discriminatorio delle attività di assegnazione degli alloggi presso il campo denominato Nuova Barbuta. Il Tribunale di Roma, accogliendo la richiesta presentata dall'Associazione 21 luglio e dall'Asgi aveva pertanto ordinato "la sospensione delle procedure di assegnazione degli alloggi all'interno del villaggio attrezzato Nuova Barbuta fino alla definizione del procedimento sommario di cognizione. Il 13 settembre 2012 lo stesso Tribunale, in diversa composizione, accogliendo il reclamo del Comune di Roma, aveva annullato la precedente sospensiva, consentendo così il trasferimento delle comunità rom forzatamente sgomberate nel nuovo insediamento". "Il 30 maggio 2015 il Tribunale Civile di Roma – spiega la nota – definendo in primo grado il procedimento promosso da Associazione 21 luglio e Asgi ha riconosciuto le ragioni delle due organizzazioni e ha confermato, per la prima volta in Europa, il carattere discriminatorio di un "campo nomadi", luogo ormai riconosciuto, anche a livello internazionale, come spazio di segregazione e di discriminazione su base etnica. "Con una sentenza di grande pregio il Tribunale di Roma ha confermato l'illegittimità delle politiche abitative adottate dal governo centrale e da alcune amministrazioni locali nei confronti dei cittadini rom, riaffermando la necessità di superare non solo i campi ma anche qualsiasi altra politica abitativa finalizzata alla marginalizzazione e ghettizzazione del popolo rom afferma l'Asgi". "Secondo l'Associazione 21 luglio "la sentenza rappresenta uno spartiacque decisivo, oltre il quale ogni azione del Comune di Roma deve indirizzarsi verso il definitivo superamento dei 'campi della Capitale. I campi nomadì vanno superati, "da oggi – aggiunge l'associazione – deve porsi fine all'immobilismo che ha caratterizzato sino ad ora l'Amministrazione Capitolina. In assenza di una repentina azione ci riserviamo ulteriori interventi per dare effetto immediato alla sentenza"




CIAMPINO, IMMIGRATI E LA BARBUTA: SISTI CHIEDE PIU' SICUREZZA PER GESTIRE L'EMERGENZA

di Gabriella Sisti, segretario de la Federazione dei Moderati


Ciampino (RM)
– Il momento è difficile, il tema è alquanto delicato da affrontare in un territorio che il Sig. Prefetto dovrebbe venire a visitare presto. Forse il Comune di Ciampino avrebbe meritato, da parte degli Organi Prefettizi, qualche attenzione in più , visti i già tanti e denunciati problemi causati da un mega campo nomadi sviluppatosi in seguito a scelte poco lungimiranti di classi politiche di vario colore, noncuranti dei problemi di sicurezza e salute che ne potevano derivare ma solo concentrati sui loro sterili consensi elettorali.
Ma le inchieste di questi giorni ci fanno riflettere su quanta poca buona politica ci sia rimasta. Ma lo Stato chiama e Ciampino, per l'ennesima volta, risponde per quel senso di civiltà e aggiungiamo dello Stato che ci contraddistingue.
Al Prefetto, agli Organi preposti però ricordiamo che anche Ciampino merita un gesto di civiltà da parte loro; una città con grandi potenzialità adiacente a quella Roma Capitale che, forte della sua autorità , l'ha privata di autonomia decisionale su temi comuni molto delicati quali per esempio il campo nomadi, l'aereoporto, la viabilità , la sicurezza, utilizzando Ciampino solo per togliersi le castagne dal fuoco.


La Federazione dei Moderati, afferma il Segretario Gabriella Sisti, chiede al Prefetto, in considerazione del nuovo progetto di integrazione che ha visto la chiamata di tutti i Comuni per un momento di gestione umanitaria emergenziale, di valutare il potenziamento delle unità in carico presso la nostra Tenenza dei Carabinieri o della stazione di PS di competenza.


Naturalmente, segno di civiltà sarebbe anche la creazione di un coordinamento permanente sulla sicurezza e un pool di esperti in progetti umanitari, poiché è palese che l'affrontare tali situazioni delicate richieda l'intervento di professionalità che noi non abbiamo.
Attendiamo quindi il Sig. Prefetto al quale chiederemo tramite il Consigliere Elio Addessi in Consiglio Comunale l'inizio di una fase di progressiva delocalizzazione dei nomadi della Barbuta fino alla chiusura del campo e alla bonifica dell'area, in considerazione anche dell'applicazione della Sentenza che ha decretato il termine della fase di emergenza rom.




CIAMPINO, LA BARBUTA: VILLAGGI DELLA SOLIDARIETA' O CAMPI NOMADI? THIS IS NOT THE PROBLEM

Redazione
Ciampino (RM)
– «Il problema non è stabilire se è più cool chiamarli “villaggi della solidarietà” o “campi nomadi”, così come è relativo chi paga per costruirli. Il problema è a monte: la sinistra deve scegliere se vuole continuare ad essere l’amministrazione degli immigrati e dei Rom o se vuole finalmente assolvere il proprio ruolo di garante della sicurezza dei cittadini romani e della vivibilità della Capitale. Ci sono interi quartieri periferici che sono sempre più isolati, si chiudono i commissariati, si tagliano i fondi per i bambini disabili e si aumentano i finanziamenti alle cooperative amiche che lavorano con i nomadi. Adesso si rischia di cedere pure al “ricatto” di una multinazionale francese che propone di costruire a La Barbuta un nuovo villaggio, pretendendo in cambio 270 mila mq di terreno edificabile. La misura è davvero colma».
Lo dichiara Andrea De Priamo, portavoce di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale Roma.
 
Rincara la dose Cinzia Pellegrino, referente per Roma Capitale del Dipartimento di FdI-An dedicato alla tutela delle Vittime di violenza, che aggiunge: «Si tratta di un progetto surreale e preoccupante. Perché l’amministrazione non chiede a questa azienda di costruire delle case popolari per i tanti romani in difficoltà? Evidentemente per chi da sempre si finge paladino dei proletari e campione di solidarietà, ma poi è sempre schierato con i potenti e con il grande capitale, è più redditizio occuparsi di nomadi e immigrati piuttosto che di italiani. Per questo si continuano a creare ghetti per i rom, che poi sono causa di insicurezza e tensione sociale con i residenti. Un meccanismo perverso, coperto da un buonismo ormai delirante. Questa non è né integrazione, né tantomeno una situazione sostenibile per i romani, della cui pazienza si è abbondantemente abusato».
 




CIAMPINO ROM, PALOZZI (FI): “CAMPIDOGLIO CHE DICE SU ‘LA BARBUTA 2.0’?”

Redazione
Ciampino / La Barbuta (RM)
– “In tempi non sospetti avevo chiesto all’assessore capitolino alle Politiche Sociali Cutini – senza per altro ricevere risposta alcuna – se davvero esistesse una proposta progettuale di un’Ati per la costruzione e la gestione di un nuovo campo rom in zona La Barbuta in cambio del comodato gratuito del terreno di migliaia di mq; e se questo significherebbe la demolizione dell’attuale villaggio, costato la bellezza di 10 milioni di denaro pubblico.

A confermare l’esistenza di questo progetto ci ha pensato oggi in conferenza stampa l’associazione 21 Luglio. Senza entrare nel merito tecnico della pianificazione, un dato politico appare chiaro: finalmente il Campidoglio dovrà prendere posizione sulla questione. Smentirà il progetto oppure è già sui tavoli della giunta Marino? Lo rispedirà al mittente o ne farà un contraddittorio cavallo di battaglia? Certo, pensare di buttare giù l’attuale insediamento, realizzato con i soldi dei cittadini romani, e farne costruire un altro, seppur con fondi privati, non rappresenterebbe il modello di integrazione e inclusione tanto decantato dal centrosinistra. E in attesa della futura ‘La Barbuta 2.0’, sollecito vivamente Marino e l’assessore fantasma Cutini nell’affrontare in maniera decisa l’emergenza vivibilità dell’attuale insediamento – ai confini con Ciampino – che per tutta l’estate è stato protagonista impietoso di roghi tossici, discariche a cielo aperto e microcriminalità diffusa. E questo nel completo ed imbarazzante abbandono istituzionale del Campidoglio”. Così il consigliere regionale FI e vicepresidente commissione Ambiente, Adriano Palozzi.