CIAMPINO, LA BARBUTA: LEROY MERLIN SPONSORIZZA UN NUOVO CAMPO ROM

di Daniele Rizzo

Ciampino / La Barbuta (RM) – Mentre l’Europa e l’Italia si affidano a regolamenti che prevedono la chiusura e lo smantellamento dei campi nomadi, il Comune di Roma, in assoluta controtendenza, sta cercando non solo di perpetrare quest’assurda politica di segregazione e discriminazione razziale, ma sta addirittura studiando un piano di privatizzazione dei campi nomadi. In particolare parliamo del campo de La Barbuta, il “villaggio della solidarietà” limitrofo a Ciampino , posto sotto il cono di volo dell’Aeroporto e sopra la falda acquifera dell’Appia.

La Barbuta ospita circa 580 persone di etnia rom e sinti dall’estate 2012, momento storico in cui gli sgomberi dagli altri campi romani hanno fatto confluire nell’insediamento di Roma Sud diverse etnie. L’insediamento, di 35.500 mq, è costato nel solo 2013 ben 1.717.004 euro al Comune di Roma; i costi di gestione del campo sono quelli che gravano di più sul bilancio (ben 800.000 euro), a seguire quelli per la sicurezza (535.340 euro) e il restante per la scolarizzazione. Lo zero per cento della spesa è stato destinato all’inclusione sociale. La grave anomalia di questo “sistema campi” è da anni combattuta dall’Associazione 21 Luglio, una onlus il cui unico scopo è quello di favorire l’integrazione e promuovere i diritti delle etnie rom e sinti. Alla base del progetto c’è ovviamente l’idea che il campo nomadi così come pensato, e cioè come ghetto, sia alla base della discriminazione razziale ed etnica; per questo l’Associazione chiede che i soldi spesi per mantenere in vita il “sistema campi” vengano utilizzati per l’integrazione sociale di queste etnie.

Al di là della modalità con cui sia possibile fare ciò, che non è oggetto di questo articolo ma che comunque è stato oggetto di studi da parte dell’Associazione (http://www.21luglio.org/), dobbiamo invece raccontare di quello che è successo oggi nella sede centrale dei Cesv di Roma.

Di fronte ad un nutrito numero di persone tra cui a malincuore non abbiamo notato neanche un membro di una qualsiasi istituzione amministrativa/politica, il presidente Carlo Stasolla ha presentato il rapporto “Terminal Barbuta”, resoconto dettagliato di ciò che sta per accadere nell’omonimo campo nomadi.
Nonostante l’inaugurazione del Campo sia avvenuta appena due anni fa, il 27 gennaio 2014 si sono riuniti la Commissione Urbanistica, la Commissione Lavori Pubblici e la Commissione Politiche Sociali e della Salute di Roma Capitale. Scopo dell’incontro era quello di discutere il “Progetto Leroy Merlin”. Leroy Merlin, come molti sapranno, è una multinazionale francese che si occupa di “fai da te” e bricolage. Quale dunque il legame tra i campi nomadi e Leroy?
Durante la convocazione congiunta delle già citate commissioni ai consiglieri è stata presentata una proposta preliminare dal titolo “Intervento ad iniziativa privata su aree pubbliche da attuarsi attraverso il Project Financing, con procedura di variante del PRG mediante accordo di programma, in località La Barbuta nel Comune di Roma, X Municipio “. A presentare la proposta, oltre Leroy Merlin, anche la Comunità Capodarco di Roma onlus e la ditta Stradaioli s.r.l.. I tre enti in questione si arrogherebbero l’onere di costruire e gestire un nuovo campo nomadi (distante sole poche centinaia di metri da quello vecchio) in cambio di alcuni diritti da acquisire. Ma vediamo nello specifico.

Leroy Merlin coordinerebbe i lavori e investirebbe per la costruzione del nuovo campo 11.500.000 euro, mentre per la gestione ne stanzierebbe 597.285 mila per 15 anni. In cambio otterrebbe il diritto di superficie dell’intera area dove attualmente sorge il campo per 99 anni, e la destinazione d’uso della stessa area cambierebbe da “verde pubblico e servizi pubblici a livello locale” a “uso commerciale”: in poche parole, l’azienda francese costruirebbe il proprio centro commerciale lì dove adesso sorge il campo. La cooperativa Capodarco di Roma sarebbe la responsabile (senza alcun bando) della gestione del campo, avendo di fatto il compito di gestire i 597.285 mila euro per i prossimi 15 anni. La ditta Stradaioli in tutto ciò sarebbe quella che a fronte di un generoso compenso dovrebbe edificare il nuovo “villaggio della solidarietà”.

A proposito del nuovo campo rom, questo sarebbe composto da moduli abitativi prefabbricati di circa 63 mq ciascuno, ed ad ognuno spetterebbe un orto, un patio ombreggiabile con struttura a pergolato e pannelli scorrevoli in legno, un serbatoio per la raccolta delle acque meteoriche, un doppio camino per la cottura dei cibi, collettori solari per la produzione di acqua calda e pannelli fotovoltaici con immissione in rete di energia elettrica. Insomma, a prima vista dei moduli che farebbero invidia a diversa gente, se non fosse che sono situati in un ghetto posto tra il G.R.A., la ferrovia e sotto il cono di volo. Inoltre il nuovo campo accoglierebbe solo 400 delle 580 persone attualmente presenti, cosicché per i 180 rimanenti (di etnia sinti) il Comune di Roma dovrebbe pensare ad un nuovo trasferimento in altri campi o a reperire una soluzione abitativa definitiva. Dunque il nuovo campo non sarebbe una soluzione al problema della ghettizzazione, ma al massimo un favore che Roma Capitale farebbe ad enti privati.

Carlo Stasolla ha raccontato di come gli enti interessati al nuovo campo siano stati interpellati dall’Associazione 21 Luglio, e di come gli avessero dato come termine ultimo quello del 31 agosto per smentire eventuali coinvolgimenti nel piano. Nessuna risposta da Leroy, Capodarco, Stradaioli è però ad oggi giunta all’Associazione, che ha quindi deciso di denunciare questo piano davanti alla collettività.




CIAMPINO, "LA BARBUTA": CONTINUANO I ROGHI

di Daniele Rizzo

Ciampino (RM) – Non serve affacciarsi per guardare il fumo che lento sale nel cielo ciampinese. Basta l’odore. Quell’odore acre di plastica bruciata che ormai come l’IGDO, l’aeroporto, la cantina sociale o il Muro dei francesi è entrato a far parte della storia di Ciampino. O meglio, della storia moderna di Ciampino.

Ormai quotidianamente i roghi si susseguono nel campo nomadi de La Barbuta, il fiore all’occhiello della segregazione rom, il ghetto ultimato con l’amministrazione Alemanno che ad oggi accoglie quasi 600 rom di etnie diverse. La situazione interna al campo è al limite: diversi reportage parlano di una polveriera pronta ad esplodere, frutto della convivenza coatta tra diverse etnie. Invece che fare squadra infatti i residenti del campo hanno lamentato più volte un racket interno comandato da poche famiglie. Ma parallelamente alla vita del campo scorre anche la vita di chi ci abita vicino, e quindi gli abitanti di Ciampino e Morena. Esasperati dai continui roghi e dalla reiterazione sempre più frequente di furti, lamentano infatti un incremento della microcriminalità dovuto alla sempre maggiore presenza dei rom, seppur nessun dato certo testimoni che ci sia una corrispondenza tra i due fatti. Mentre quindi riguardo i furti possiamo solamente azzardare che i due fenomeni siano effettivamente legati, sulla questione roghi i dubbi non ci sono affatto.

Basta fare un giro sui numerosi spazi web che raccolgono le testimonianze dei cittadini per vedere quasi giornalmente foto di incendi a La Barbuta. A riguardo si è espresso anche il consigliere regionale Palozzi di FI (ex sindaco di Marino) che in una recente dichiarazione ha chiesto come sia possibile che i presidi di sicurezza h24 interni al campo non siano stati rinnovati, anche alla luce del fatto che il centro sinistra in campagna elettorale aveva decantato una soluzione per il campo nomadi. Per questo motivo Palozzi ha chiesto pubblicamente le dimissione di chi si occupa dell’assessorato ai Servizi Sociali.
Già, i servizi sociali. Cosa possiamo chiedere ai servizi sociali se solo il 4% di 24 milioni (cifra spesa nell’ultimo anno per la gestione dei campi nomadi) è stato destinato alla loro inclusione sociale? A questa domanda ha cercato di rispondere l’Associazione 21 Luglio, che in un incontro tenutosi pochi giorni fa nel municipio di Cinecittà ha esposto ed analizzato dati sul fenomeno campi rom. A presenziare all’incontro c’era però anche tale Sartana Halilovic, uno dei capi de La Barbuta, il quale ha minacciato Carlo Stasolla, il presidente della citata Onlus, di mandarlo in coma se avesse ancora parlato del “suo” campo.

E’ chiaro dunque che la situazione interna al campo è decisamente più complicata di come potrebbe apparire, e ci viene da ridere quando sentiamo dire “chiudiamo il campo nomadi” o “mandiamoli a casa loro”. Premettendo che il problema sta alla radice, e cioè nel fatto che solo in Italia esistono questi ghetti organizzati, possiamo solo constatare che il campo è un problema sia politico che sociale. E’ un problema politico perché chiunque metterà mano cercando di risolvere la situazione rischia di farsi un clamoroso autogol politico che comprometterebbe l’eventuale carriera (e parliamo sia dei sindaci locali che dell’amministrazione di Roma Capitale). E’ un problema sociale perché il campo, così come idea in generale, promuove la ghettizzazione e l’esclusione sociale; in particolare quello de La Barbuta è anche posto sotto il cono di volo aeroportuale, così da mettere a rischio anche la salute dei suoi residenti; inoltre, come detto, è una bomba ad orologeria di cui si aspetta solo l’esplosione prima di agire.

Un’ultima cosa va infine detta. A me nessun rom è mai venuto a citofonare chiedendomi se avessi dei copertoni da bruciare. Penso che lo stesso valga per voi che leggerete. Sarebbe dunque bene interrogarci sull’origine di quei copertoni e sul perché i residenti del campo decidano di “collezionarli” per poi bruciarli. E’ forse così assurdo credere che ci sia qualcuno che per dimezzare i costi di smaltimento di rifiuti ingombranti paghi i rom per farlo illegalmente?




CIAMPINO, AGGREDITA DONNA DA ROM: QUANTO PESA IL CAMPO NOMADI LA BARBUTA?

Redazione

Ciampino (RM) – Un episodio di cui questa donna di 50 anni impegnata nel sociale presso il centro anziani di Ciampino porterà i segni. Si è sentita morire quando all’incirca tre Rom le hanno messo le mani addosso con l’intento di rapinarla. E’ avvenuto ieri nel primissimo pomeriggio nel quartiere de La Folgarella in via Donizzetti. I nomadi hanno aggredito in pieno giorno. La donna era piagata nell’abitacolo della sua macchina intenta a cercare qualcosa. Quando ha sentito i balordi circondarla ha cominciato a strillare e dato che via Donizzetti non è una strada deserta, i Rom sono fuggiti via e fortunatamente non hano consumato ne il furto e ne la violenza.

Immediatamente è arrivata alla nostra redazione la solidarietà e vicinanza alla donna aggredita da parte dell’assessore ai Servizi Sociali Gabriella Sisti che al contempo è Presidente delle donne dell’ANCI LAZIO: “Sono sbalordita – dice Sisti – perché la precendente amministrazione capitolina e Sveva Belviso in primis ha messo a rischio la sicurezza dei residenti di Ciampino soltanto perché hanno favorito il trasferimento dei nomadi a La Barbuta. Il centro nomadi La Barbuta va chiuso e lo diciamo oggi ancora in maniera più incisiva, nel giorno in cui una donna è stata aggredita di pomeriggio a Ciampino a poca distanza dal campo nomadi e da un ristretto gruppo di presunti Rom. Ciampino non può essere considerata il parafulmini della Capitale, qui cominciamo ad avere seri problemi legati a violenza e criminalità e non vorremmo che degenerassero. Se poi dovessimo parlare delle condizioni igienico sanitarie all’interno del campo, allora faremmo un ritratto da terzo mondo”.

LEGGI ANCHE:

03/10/2013 ROMA / CIAMPINO, BLITZ ALCAMPO NOMADI: SCOPERTA PIANTAGIONE DI MARIJUANA ALLA BARBUTA
20/08/2013 CIAMPINO: IL CAMPO NOMADI LA BARBUTA NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE
17/08/2013 CIAMPINO: INCENDIO DOLOSO AL CONFINANTE CAMPO NOMADI LA BARBUTA. VIABILITA' IN TILT
28/09/2012 CIAMPINO "LA BARBUTA", LUPI: "RECINTO E CONTAINER NON EQUIVALGONO A CORRETTEZZA E LEGGITTIMITA'"
11/08/2012 CIAMPINO TRASFERIMENTO “DISCRIMINATORIO” AL CAMPO NOMADI “LA BARBUTA”, IL SINDACO DI CIAMPINO: “DRITTI FINO ALLA CHIUSURA”
10/05/2012 CIAMPINO CAMPO NOMADI LA BARBUTA, LA CASSAZIONE SOSPENDE LA SENTENZA SUL PIANO NOMADI: IL CANTIERE PUO' RIAPRIRE
12/04/2012 CIAMPINO CAMPO NOMADI LA BARBUTA, NUOVA DIFFIDA DEL SINDACO LUPI A GIANNI E ALLA CANCELLIERI
16/01/2012 CIAMPINO, VISITA DELL'AMMINISTRAZIONE AL CAMPO "LA BARBUTA" ASSIEME ALL'EX PREFETTO SERRA
 




CIAMPINO TRASFERIMENTO “DISCRIMINATORIO” AL CAMPO NOMADI “LA BARBUTA”, IL SINDACO DI CIAMPINO: “DRITTI FINO ALLA CHIUSURA”

Chiara Rai

Senza mezzi termini il primo cittadino di Ciampino Simone Lupi punta dritto all’obiettivo di chiudere definitivamente il campo nomadi “La Barbuta”: “Finalmente stanno emergendo tutte le lacune di un piano nomadi di Roma Capitale – dice Lupi – che non garantisce nessuno. La battaglia del Comune di Ciampino continuerà al fine di raggiungere la chiusura definitiva di un campo illegittimo che lede da sempre i diritti umani e di coloro che ci vivono attualmente. La Belviso ha fallito. Poche parole che sintetizzano le constatazione dell’assessore Gabriella Sisti: “il Piano nomadi sottoscritto dalla Comunità Europea, Anci e Ministero dell’Interno non prevedeva assolutamente alcun tipo di “discriminazioni”. La discriminazione più clamorosa è stato lo scellerato tentativo di gettare 600 rom e persone di diverse etnie sotto il cono di volo aeroportuale e sopra una falda acquifera, quindi, di fatto, inquinando e ledendo la salute pubblica. Mi auguro che la Belviso abbia compreso che i servizi non sono questi! La prima discriminazione che si è operata e' soprattutto nei confronti degli italiani che si trovano in emergenza abitativa e vivono dentro le roulotte. La sua operazione elettorale di svuotare il dodicesimo municipio aggravando la situazione del decimo e della città di Ciampino e' fallita”. Una reazione molto forte quella di Gabriella Sisti a seguito della notizia della clamorosa sentenza della II sezione del Tribunale civile di roma che ha ordinato a Roma Capitale di sospendere subito, su ricorso delle associazioni '21 luglio' e 'Agi', il trasferimento dei rom nei moduli abitativi del campo autorizzato di La Barbuta di Roma. L'ordinanza del Tribunale e' una sospensione in via cautelativa, in attesa della sentenza definitiva che dovrebbe essere nel periodo invernale. "Io mi rendo diponibile ad accompagnare questo magistrato nei campi abusivi – ha detto Belviso – per fargli capire quanto superficiale, irrispettosa e irresponsabile sia stata la sua firma, e per fargli vedere, nel degrado dei campi abusivi, cosa davvero sia lesivo per la dignita' umana". Per il vicesindaco "e' una vicenda gravissima, se passasse il principio di questa ordinanza dovremmo chiudere tutti i campi autorizzati d'Italia. "Forse già' martedì' prossimo notificheremo un reclamo al Collegio contro questa ordinanza – ha annunciato l’avvocato Andrea Magnanelli – che oltretutto e' in contrasto con quanto aveva detto il Consiglio di Stato su La Barbuta. Secondo noi le motivazioni della sentenza sono infondate: in particolare, non e' vero che nel campo vanno solo rom, quindi la discriminazione non c'e'. In realta' ci sono anche senza tetto italiani. Speriamo il Collegio ne tenga conto".