LADISPOLI, ALBERGHIERO: AL VIA GLI STAGE NELLE STRUTTURE ALBERGHIERE CAPITOLINE

Red. Cronaca

Ladispoli (RM) – Partiranno lunedì 11 Aprile, gli stage degli studenti delle Classi Terze dell’Istituto Alberghiero di Ladispoli. Quasi 200 allievi che inizieranno il loro percorso di alternanza scuola-lavoro, destinato a concludersi alla fine del Quinto Anno. “Sono i primi a beneficiare delle novità e dei vantaggi contenuti nella Legge 107/2015. – ha precisato la Prof.ssa Pamela Pierotti, Responsabile Stage dell’Istituto Professionale di via Federici, insieme al Prof. Michele Limotta e alla Prof.ssa Sara Leonardi  – Come è noto, infatti, dal 2015/2016, come recita la Legge, al fine di incrementare le opportunità di lavoro e le capacità di orientamento degli studenti, i percorsi di alternanza scuola-lavoro di cui al Decreto Legislativo 15 aprile 2005, n. 77, sono attuati, negli Istituti Tecnici e Professionali, per una durata complessiva, nel secondo biennio e nell’ultimo anno del percorso di studi, di almeno 400 ore”.

“La ratio della Legge è evidente: – ha commentato la Prof.ssa Pierotti – ridurre il mismatch fra le competenze professionali acquisite dagli studenti all’interno del sistema formale di istruzione e quelle richieste dal mondo produttivo. Siamo ancora lontani dall’alternanza scuola-lavoro “alla tedesca” delle Fachoberschuleni  o delle Berufsschulen, ma senza dubbio un passo avanti è stato compiuto anche in Italia”. Garantire una adeguata esperienza “sul campo”, aprire il sistema scolastico al mondo esterno, trasformare il concetto di apprendimento in attività permanente abbattendo le barriere e propiziando una efficace sinergia tra il settore dell’Istruzione Professionale e quello delle Aziende: queste le finalità della Legge 107. I vantaggi sono reciproci: la scuola è in grado di potenziare la propria offerta didattica, rendendola più rispondente alle esigenze del mercato del lavoro; le realtà produttive investono strategicamente in capitale umano e, in più, hanno la possibilità di accreditarsi come Enti formativi. In preparazione all’attività di stage, sono previsti insegnamenti di istruzione generale e incontri di orientamento con esperti esterni. Ovviamente, le competenze acquisite costituiscono “credito”, utile sia ai fini della prosecuzione del percorso scolastico, sia per eventuali transizioni e passaggi tra sistemi formativi diversi.

Diverse le “varianti” consentite: l’alternanza scuola-lavoro si può svolgere in Italia o all’estero, nel corso dell’anno scolastico oppure durante la sospensione delle attività didattiche,  in azienda o con la modalità dell’impresa formativa simulata. “Il lavoro di preparazione degli stage – ha dichiarato la Prof.ssa Pierotti – è stato molto impegnativo. Il nostro Istituto conta moltissimi iscritti, lavora da decenni assicurando alla sua utenza elevatissimi standard di qualità e vanta nel territorio una tradizione di eccellenza ormai consolidata. Abbiamo dovuto quindi orientare la nostra ricerca verso un numero cospicuo di strutture ospitanti, cercando di assicurare una adeguata corrispondenza fra le caratteristiche proprie delle aziende e le attitudini specifiche di ogni studente. Si tenga presente, inoltre, che non è stato ancora costituito presso le Camere di Commercio il Registro nazionale per l’alternanza scuola-lavoro previsto dalla Legge 107. Avrebbe, senza dubbio velocizzato e facilitato il nostro lavoro, anche per quanto gli aspetti tecnici riguardanti la stipula delle Convenzioni”.

Il Registro Nazionale, secondo gli intenti e lo spirito della 107,  quando la nuova normativa entrerà pienamente a regime, dovrebbe infatti rappresentare un valido strumento di raccordo fra le imprese e le istituzioni scolastiche, indicando le Aziende disponibili ad accogliere gli studenti, il periodo dell’anno, il numero di allievi ospitabili e tutte le altre informazioni indispensabili per lo svolgimento delle attività di tirocinio. Quali le destinazioni scelte per gli allievi dell’Alberghiero? “Abbiamo seguito una linea precisa per gli alunni minorenni delle Classi Terze, le prime del Triennio: individuare strutture di elevato livello perlopiù collocate in aree vicine. Ovviamente, data la posizione ideale di Ladispoli, ci siamo orientati verso località raggiungibili facilmente e velocemente anche con il treno e i mezzi pubblici: dagli Alberghi più famosi di Civitavecchia, Santa Severa, Santa Marinella, Cerveteri, Ladispoli stessa, alle strutture più prestigiose della Capitale. Ma alcuni studenti andranno anche ad Arezzo e Porto Ercole. Per i Quarti e i Quinti, invece, optiamo ormai da anni per l’Inghilterra o Malta”. Ma la Scuola Professionale di via Federici vanta anche una consolidata tradizione nelle politiche dell’accoglienza e dell’integrazione: “per gli allievi disabili – ha sottolineato la Prof.ssa Pierotti, Referente dell’Istituto Alberghiero per l’Inclusione Scolastica – abbiamo sottoscritto una convenzione con la Società Cir Food, una delle eccellenze del territorio nel settore della ristorazione collettiva. Ci piace lavorare con passione – ha concluso – ed offrire il meglio a tutti i nostri studenti”.
 




LADISPOLI, CROLLA LA TORRE FLAVIA: SI SGRETOLA IL SIMBOLO DELLA CITTÀ

Redazione

Ladispoli (RM) – Crolla parte del simbolo di Ladispoli: l'impeto delle onde del mare hanno danneggiato la fiancata di Torre Flavia. Probabilmente a causare lo sgretolamento della torre è stata la scossa di terremoto registrata a circa 50 chilometri a nord, a Montalto di Castro.  Dunque l’antico rudere di epoca romana non ha retto e non si può certo dire che versasse in ottimo stato. La comunità perde dunque un altro pezzo di storia. Il monumento è stato più volte restaurato nel medioevo. Nel XVI secolo fu ricostruita dal cardinale Flavio Orsini dal quale prende il nome ed è tutt'oggi visitabile nonostante il bombardamento alleato del 1943, che la danneggiò irreparabilmente.Negli ultimi anni la torre ha subito una forte erosione e il mare l'ha ancora di più "inghiottita", a dispetto della fila di frangiflutti posti negli anni settanta per salvaguardarla. Le 4 pareti originali si sono rotte in 8 tronconi che si stanno separando sempre di più. Si ha in mente di risanarla, con varie associazione. Il progetto è appoggiato da diverse agenzie. Il degrado è avvenuto unicamente per incuria, i danni subiti dalla Torre Flavia riguardavano solo parte delle merlature sovrastanti che furono abbattute dai tedeschi con qualche cannonata, ma la struttura era integra. Ebbe i suoi primi problemi con l'inizio dell'erosione della costa e, rimasta esposta alle onde ed alle mareggiate, il mare erose le fondamenta procurandogli un equilibrio precario, poi, a completare l'opera, ci pensò un fulmine che la spaccò in tre tronconi. Se gli argini messi a protezione oggi, fossero stati fatti quando il mare aveva iniziato la sua avanzata, oggi potremmo avere la vecchia torre saracena restaurata.




LADISPOLI, ISTITUTO ALBERGHIERO: IL GRANA PADANO AL CENTRO DEL SEMINARIO SUI PAT

Red. Cronaca

Ladispoli (RM) – All’Istituto Alberghiero di Ladispoli, la storia si studia e si gusta anche in cucina. Giovedì 10 Marzo, si è tenuto presso la Scuola professionale di via Federici il seminario dedicato ai PAT (Prodotti Agroalimentari Tradizionali), protetti da marchi di qualità DOP.

Ospite d’onore Paolo Paris, del Consorzio Tutela Grana Padano. Il più grande Consorzio di Tutela d’Europa (con 7 siti presenti ad EXPO 2015), per il formaggio DOP più consumato al mondo; quasi 5 milioni di forme prodotte ogni anno, delle quali 1 milione e 450mila vendute all'estero; un comparto che interessa 40.000 persone: questi i numeri di Grana Padano.

“Sono qui grazie alla disponibilità e all’ospitalità della Dirigenza Scolastica, che voglio ringraziare – ha esordito Paolo Paris – e in modo particolare rivolgo il mio grazie al Prof. Riili, che è il Coordinatore di questo Progetto, iniziato nel 2006. Torno con grande piacere all’Istituto Alberghiero di Ladispoli, dove so che esiste un corpo-docente attento e sensibile alle relazioni con il mondo esterno, con le realtà aziendali e produttive. Come futuri cuochi – ha aggiunto rivolgendosi agli allievi – avete un grande compito: emozionare. E per emozionare dovete conoscere molto bene le materie prime. Il Consorzio Tutela Grana Padano nasce dalla nostra passione per il territorio in cui viviamo da sempre, – ha affermato Paolo Paris davanti ad una attentissima platea di studenti –  dal desiderio di salvaguardare l'esperienza e la competenza tramandata da generazioni e dalla lucida intenzione di voler valorizzare questo ricco tessuto di sapere e di saper-fare, unico e irripetibile”.
Paris, passando ad aspetti più tecnici, ha quindi ricordato le varie fasi del processo di produzione del “Grana Padano”: dalla lavorazione del latte in caldaie di rame, alla salatura, asciugatura e stagionatura (da un minimo di 9 ad oltre 20 mesi), per arrivare alla marchiatura finale. Nella seconda parte della giornata di studio, si è tenuta una ‘degustazione verticale guidata’: tre scaglie di Grana Padano di tre diverse stagionature (10, 22 e 36 mesi). Dall’analisi visiva a quella olfattiva, a quella meccanico-gustativa, Paolo Paris ha insegnato agli studenti come esercitare i sensi e lasciarsi emozionare dagli aromi e dai sapori, declinando il lessico affascinante del degustatore.

E dal 2004, il Consorzio Tutela Grana Padano, in collaborazione con FIMP (Federazione Italiana Medici Pediatri) e SIMG (Società Italiana di Medicina Generale) ha dato vita ad un Osservatorio sugli stili alimentari degli Italiani, al fine di ottenere una stima qualitativa delle abitudini nutrizionali della popolazione e di diffondere la cultura di una corretta alimentazione. E’ nato quindi un programma di attività e di interventi denominato “Educazione Nutrizionale Grana Padano” (www.educazionenutrizionale.granapadano.it), che ha ricevuto negli anni prestigiosi riconoscimenti (nel 2006, a Shangai, il primo premio “Nutri Award”, come migliore campagna educativa mondiale).

Al termine della giornata di studio, Paolo Paris ha distribuito agli studenti il Manuale di Educazione Alimentare scritto da Evelina Flachi, per il Consorzio Tutela Grana Padano. “E’ questa la cultura che desideriamo diffondere nella scuola – ha dichiarato  il Prof. Francesco Riili, Responsabile Eventi dell’Alberghiero di Ladispoli e coordinatore della manifestazione  – . Il nostro Istituto da due anni compare nel Ricettario Ufficiale del Consorzio Tutela Grana Padano, che è stato anche distribuito all’Expo 2015 di Milano. Intendiamo inoltre partecipare al Concorso di Cucina, bandito da Grana Padano per il 2016, che mette in palio, per il primo classificato, un premio di 3000 euro da spendere in attrezzature didattiche. Siamo orgogliosi di collaborare con il più grande Consorzio di Tutela europeo, perché condividiamo lo spirito che ne orienta l’ attività quotidiana: la valorizzazione delle tradizioni, della storia e delle identità; la difesa delle origini e della qualità dei prodotti alimentari; l’attenzione costante all’educazione e alla formazione delle giovani generazioni, chiamate a raccogliere e a tramandare la ricchezza della terra, i suoi sapori e le sue meraviglie”.

Note storiche: E’ il 1504 quando la “primadonna” del Rinascimento italiano Isabella D’Este, moglie di Francesco II Gonzaga e mecenate del poeta Ludovico Ariosto, regala al padre Alfonso e al fratello Ferdinando il celebre formaggio, facendone menzione in una lettera, che ci è stata tramandata. La sua storia era già antica e conservava l’impronta dei saggi e pazienti monaci cistercensi dell’abbazia di Chiaravalle. Fondato nel 1135 in un’area originariamente paludosa, pochi chilometri a sud delle mura di Milano, il monastero era stato voluto da San Bernardo, il padre dell’Ordine Cistercense. Bonificati i terreni, i monaci ebbero la possibilità di espandere le attività agricole e l’allevamento di bovini, ma sorse il problema di conservare l’aumentata disponibilità di latte, di molto superiore al fabbisogno della comunità. Nacque così l’idea di cuocerlo a lungo, aggiungervi il caglio e quindi sottoporlo alla salatura. Era nato il Grana Padano, ma il nome di battesimo fu scelto più tardi. Per il momento si cominciò a chiamarlo familiarmente “caseus vetus”, “formaggio vecchio” (a causa della lunga stagionatura), per distinguerlo da quelli freschi, che andavano consumati in fretta. Il nome più diffuso, però, divenne presto proprio “grana”, per i granelli bianchi (cristalli di calcio), che punteggiavano la sua pasta semidura. Il processo produttivo rimase lo stesso per secoli e il “Grana Padano” si trasformò in uno dei pilastri dell’economia agricola padana. Sorsero allora problemi di identità, di definizione e di distinzione.  Nel 1951, nello scenario incantato del Lago Maggiore, a Stresa, si consumò il divorzio: il “Grana Padano” si separò dal “Parmigiano Reggiano” e i due formaggi presero strade diverse. In quell’anno fu sottoscritta, infatti, la “Convenzione internazionale sull’uso delle designazioni di origine e delle denominazioni dei formaggi”, più nota appunto come “Convenzione di Stresa” e di lì a poco cominciarono a sorgere i Consorzi di Tutela: quello del Grana Padano nacque nel 1954 e conta oggi 130 produttori distribuiti in Trentino Alto Adige, Piemonte, Lombardia, parte del Veneto e dell’ Emilia Romagna. Nel 1996 arriverà il riconoscimento DOP.

 
 




LADISPOLI, ARTIGIANO SGOZZATO E CARBONIZZATO: UNA DONNA CONFESSA

Redazione

Ladispoli (RM) – Una storia orribile che inizia con il ritrovamento di un cadavere sgozzato e carbonizzato e che potrebbe essere l'epilogo di un omicidio passionale. Ora c'è la confessione di una donna che si trova nel carcere di Civitavecchia. Ma vediamo come è andata. Nel primo pomeriggio di ieri 10 marzo, la Centrale Operativa della Compagnia di Civitavecchia è stata attivata dai Carabinieri della Stazione di Ponte Galeria che hanno segnalato la possibile presenza, nel territorio del Comune di Ladispoli, di un artigiano romano 59enne di cui era stata denunciata la scomparsa nella serata precedente, e il cui telefono risultava, a seguito di accertamenti eseguiti, trovarsi in quei luoghi. I Carabinieri in servizio, a seguito di accurate ricerche, intorno alle ore 16 hanno rintracciato il furgone in uso alla persona scomparsa, in piazzale della Lucertola di Marina di San Nicola, nel Comune di Ladispoli, con all'interno un corpo privo di vita, verosimilmente della persona ricercata.


Un foro al collo
Considerata la presenza di vistose tracce di sangue e i chiari segni di bruciature presenti sul corpo dell'uomo, è stato richiesto l'intervento del medico legale nonché dei Carabinieri della Squadra Rilievi del Nucleo Investigativo di Ostia, per procedere agli accertamenti del caso. Il medico legale, intervenuto sul posto, ha riscontrato che il decesso era avvenuto a seguito di una lesione da taglio inferta all'altezza della gola, riservandosi di fornire ulteriori elementi a seguito dell'esame autoptico. Inoltre nell'immediatezza, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Civitavecchia e della Stazione di Ladispoli, impegnato nelle indagini, coordinate dal Sostituto Procuratore della Procura della Repubblica di Civitavecchia Antonia Giammaria, hanno visionato ed estrapolato le immagini riprese dalle numerose videocamere presenti nell'area, riscontrando l'arrivo del mezzo, con a bordo un uomo e una donna, intorno alle 17.30 del 9.03 e, successivamente, l'uscita dal mezzo stesso della sola donna intorno alle ore 17.45, travisata dal cappuccio di un piumino e quindi irriconoscibile, con una vistosa fiammata proveniente dall'interno dell'abitacolo.

Le telecamere La successiva visione delle videocamere presenti sulle possibili vie di fuga di quella che, verosimilmente, era stata l'autrice del delitto, hanno consentito di individuare chiaramente la donna allontanarsi in direzione via Aurelia. La conoscenza del territorio e della cittadinanza da parte dei Carabinieri della Stazione di Ladispoli ha consentito loro di identificare con quasi certezza la donna immortalata dalle videocamere di sorveglianza del Consorzio Marina di San Nicola in una straniera residente da anni a Ladispoli, M.T., casalinga 65enne, la quale è risultata avere avuto contatti con la vittima in passato. Dall'esame dei tabulati telefonici dell'uomo, richiesti e ottenuti d'urgenza, sono emersi contatti anche recenti con la donna, la quale, pertanto, nella tarda serata di ieri 10 marzo, è stata condotta presso la Caserma di via Livorno a Ladispoli per essere sentita in merito al suo possibile coinvolgimento nella vicenda. La stessa, dopo una iniziale titubanza, ha ammesso le sue responsabilità, raccontando la sua versione della dinamica dell'evento che l'avrebbe portata a colpire con un coltello al collo l'uomo per poi cercare di bruciarne il corpo, tuttora al vaglio degli inquirenti.

L'arresto della donna Successivamente la donna ha fornito importanti indicazioni che hanno consentito di ritrovare l'arma del delitto, un coltello da cucina con lama di circa 10 cm, che la stessa aveva ripulito dopo aver compiuto l'omicidio e tentato di occultare nell'abitacolo del mezzo tra gli attrezzi da lavoro, nonché gli indumenti indossati al momento del fatto, di cui si era parzialmente disfatta lungo il percorso seguito per rientrare a Ladispoli. L'arma e gli indumenti sono stati sequestrati da personale della Squadra Rilievi del Nucleo Investigativo di Ostia, che ha inoltre acquisito, nel corso degli accertamenti effettuati sul mezzo, ulteriori tracce che dovranno essere sottoposte ad esami di laboratorio. Così la donna, alle prime ore di oggi, è stata dichiarata in stato di Fermo di Indiziato di Delitto, e associata alla Casa Circondariale di Civitavecchia ove rimarrà a disposizione dell'Autorità Giudiziaria alla quale dovrà rispondere dei reati di Omicidio Volontario e Tentata Distruzione di Cadaver




LADISPOLI: IL M5S PUNTA IL DITO SULLE MANCATE INIZIATIVE PER IL PERIODO NATALIZIO

Redazione

Ladispoli (RM) – A pochi giorni dalla fine delle festività natalizie il M5S chiede spiegazioni all'Amministrazione comunale di Ladispoli circa la pressoché totale assenza di iniziative legate al Natale nella cittadina, fatta eccezione per il presepe vivente organizzato dalla Pro Loco nel bosco di Palo.

"Da metà dicembre – fanno sapere i pentastellati –  abbiamo visto apparire in piazza Rossellini, in successione, prima un abete di circa 2 metri, mai addobbato, poi, intorno al 20 dicembre, un vergognoso albero stilizzato malamente fissato a terra, infine alcune luminarie applicate alla rinfusa sulle palme. Nei giardini centrali, nel consueto stato di degrado, prendeva posto invece l'ormai solito mercatino-baraccopoli di paccottiglia e cineserie varie. Eppure – proseguono dal M5S di Ladispoli – la delibera n. 213 approvata dalla Giunta comunale il 12 novembre prevedeva, attraverso un accordo con privati interessati, la concessione della piazza per la realizzazione di un mercato in cui il 50% degli tabella avrebbe dovuto riguardare la “creazione e la vendita di prodotti ispirati al Natale”. In cambio i privati avrebbero provveduto alla “posa in opera di un albero di Natale (abete di dimensioni non elevate) e di luminarie di colore rosso e oro in piazza Rossellini, a partire dal 7 dicembre al 10 gennaio”. Cosa ne è stato di questo progetto? Il Comune non è stato nemmeno in grado di intercettare l'interesse di qualche privato per la realizzazione di un mercato natalizio? Eppure quando vogliono intercettare l'interesse di privati per progetti di speculazione edilizia i nostri amministratori sono sempre piuttosto efficienti. La politica locale continua a riempirsi la bocca di concetti importanti, quali la vocazione turistica del nostro territorio. Certo, il turismo è l'unica risorsa a disposizione per salvare Ladispoli dal triste destino di divenire parte delle grigie borgate romane. E per incentivarlo bisognerebbe anche difendere il suolo e valorizzare le ricchezze di cui disponiamo: le aree naturali e archeologiche protette e i prodotti agro alimentari. Agli slogan dovrebbero sempre seguire i fatti, sotto forma di ampi progetti e iniziative programmate. Invece in ambito turistico, come in altri campi, si prosegue ad operare nella totale improvvisazione, senza mai una visione di fondo, un obiettivo preciso e ambizioso. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti, sotto forma di albero di Natale. Ci permettiamo di suggerire che per l'allestimento di piazza Rossellini sarebbe bastato coinvolgere le associazioni locali o le scuole, magari predisponendo un albero realizzato con materiali di recupero, che avrebbe contribuito a sensibilizzare i cittadini sull'importanza della raccolta differenziata e il riuso dei rifiuti. Un progetto come questo, a costo zero o quasi, si sarebbe potuto estendere anche agli altri quartieri e piazze di Ladispoli, sempre più esclusi da iniziative pubbliche. Sarebbe bastato poco, ma evidentemente i nostri amministratori sono troppo affaccendati in altre questioni. Spesso i politici, – concludono i pentastellati – per difendersi dagli attacchi del M5S, ci accusano di non avere esperienza e di essere degli incapaci. Ebbene, tutti noi cittadini abbiamo potuto osservare in piazza Rossellini le grandi capacità di questa Amministrazione".
 




LADISPOLI, MORTE DI MARCO VANNINI: LE RIVELAZIONI SHOCK DI NUOVI TESTIMONI

di Ivan Galea

Ladispoli (RM) – Urla disperate dall’abitazione della famiglia Ciontoli durante la notte dello scorso 17 Maggio in cui Marco Vannini è stato ucciso dal  colpo una calibro 9 a canna corta mentre era in bagno. Il colpo di scena, che potrebbe dare una svolta alle indagini in corso da parte della Procura di Civitavecchia, arriva dalla trasmissione RAI3 "Chi l’ha visto" che ha intervistato un vicino di casa, il quale ha riferito di aver sentito urla disperate che arrivavano dall’abitazione della famiglia Ciontoli dove è morto il ragazzo.

Il vicino, inoltre, avrebbe assistito anche al trasporto del ragazzo ferito da un piano all’altro in casa Ciontoli, mentre un’altra testimone riferisce di aver visto due persone (di giovane età)  correre verso la villetta nel momento dello sparo. I familiari di Marco Vannini hanno forti sospetti che possano aver fatto “sparire” qualcosa, riferendosi con tutta probabilità alla maglietta indossata da Marco Vannini quando è stato ferito a morte e che a tutt'oggi non è stata ancora trovata.

Per la morte di Marco Vannini sono iscritte nel registro degli indagati le 5 persone presenti nella casa di Antonio Ciontoli che, inizialmente, si era auto accusato riferendo agli inquirenti di aver sparato per sbaglio un colpo di pistola mentre mostrava la calibro 9 alla vittima.

Il medico legale incaricato dai familiari di Marco Vannini conferma che il ragazzo si sarebbe potuto salvare se non ci fosse stato ritardo nel chiamare i soccorsi, riferendo anche  che  Marco Vannini avrebbe cercato di evitare il colpo di pistola proteggendosi con il braccio nel quale è penetrato il proiettile.
Condizione quest'ultima che escluderebbe la versione dei fatti raccontata dal padre di Martina Ciontoli, fidanzata di Marco, agli inquirenti, versione in cui mentre Marco Vannini sta facendo la doccia, Ciontoli lo raggiunge, ricordandosi di aver lasciato in bagno le pistole perché avrebbe dovuto pulirle. Marco Vannini gli chiede di mostrargliele e mentre maneggia la calibro 9 Ciontoli preme il grilletto pensando che l'arma sia scarica. Il colpo colpisce Marco Vannini al braccio. Il resto, purtroppo, è cronaca.
 




LADISPOLI: INTRECCI E FAVORITISMI IN ODORE DI MAFIA CAPITALE

Redazione

Ladispoli (RM) – Il M5S di Ladispoli chiede le dimissioni immediate della giunta e lo scioglimento del consiglio comunale di Ladispoli a seguito di quanto emerso dalle indagini portate avanti dalla Guardia di Finanza di Civitavecchia sul territorio ed in particolare da quanto viene evidenziato riguardo Luigi Valà, titolare della Cooperativa Casa Comune 2000 rientrante nelle indagini di Mafia Capitale.

"Dall’inchiesta resa pubblica e dalle intercettazioni emerge un pericoloso intrecciarsi di favoritismi e clientelismi che non possono essere tollerati dai cittadini di Ladispoli e gettano troppe ombre sull’operato dell’amministrazione politica. – Dichiarano dal M5S di Ladispoli – Indipendentemente da quello che sarà l’esito giudiziario dei procedimenti in corso, – proseguono dal M5S – emerge una realtà fatta di amicizie ed assunzioni privilegiate di membri della famiglia del Sindaco e dei vari esponenti politici che siedono alla guida della città; addirittura si parla di operai mandati a lavorare a casa dei vari politici e pagati con i soldi della comunità attraverso bandi ed appalti elargiti dal Comune alla cooperativa sotto inchiesta."




BRACCIANO, CIVITAVECCHIA E LADISPOLI: NUOVO PERSONALE PER LA SANITA'

Redazione

La Regione Lazio ha autorizzato attraverso il Decreto del Commissario ad acta n. 303 del 2 luglio 2015, gli Istituti Fisioterapici Ospitalieri, l'I.N.M.I. “Lazzaro Spallanzani” e l'Azienda USL Roma F, ad assumere in deroga al blocco del turn over di personale sanitario a tempo pieno e indeterminato.

Questa importante novità in merito all'arrivo di nuovo personale andrà ad incrementare le risorse carenti dell'Azienda Sanitaria , in particolare i due Poli Ospedalieri Aziendali (San Paolo e Padre Pio) e la recente Casa della Salute di Ladispoli.
Dette assunzioni saranno possibili sia attraverso lo scorrimento di graduatoria mediante di concorso valida all'interno della Regione Lazio e solo in caso di infruttuoso scorrimento, sarà possibile indire un bando di mobilità nazionale, o ancora tramite un concorso pubblico, secondo le normative vigenti, di:
–    1 Dirigente Medico di Anestesia e Rianimazione;
–    1 Dirigente Medico di Chirurgia Generale;
–    1 Dirigente Medico di Medicina e Chirurgia di Accettazione e Urgenza (Pronto Soccorso);
–    1 Dirigente Medico di Oncologia.

Presidio di Bracciano:
–    2 Dirigenti Medici di Chirurgia Generale;
–    2 Dirigenti Medici di Ortopedia e Traumatologia;
–    1 Dirigente Medico di Anestesia e Rianimazione

Presidio di Civitavecchia:

–    2 Collaboratori Professionali Sanitari – Ostetriche;

Casa della Salute – Comune di Ladispoli:

–    2 Collaboratori Professionali Sanitari  – Infermieri;
–    2 O.S.S.

Nel caso specifico della ASL RM F, questa integrazione di nuove risorse ha significato importante, soprattutto per quanto riguardo l'Ospedale Padre Pio di Bracciano, il quale era a rischio chiusura e invece ora si trova avere il personale sanitario accresciuto, seppur, come tutta l'Azienda soffre ancora di alcune carenze..
 




CAMORRA, USURAI A LADISPOLI: ARRESTATI 3 MEMBRI DEL CLAN GIULIANO

Redazione

Napoli – Sono state fermate tre persone appartenenti al Clan Giuliano di Napoli, costoro organizzavano, con un sodalizio legato alla camorra, gestivano usura e gioco d’azzardo a Ladispoli, il famoso litorale romano. Ad emettere i provvedimenti di custodia cautelare è stato il gip di Civitavecchia e il fermo è stato effettuato dalla Direzione Investigativa Antimafia di Roma.
 
Gli investigatori riferiscono che i tre soggetti, sul territorio romano, avevano organizzato “una vera e propria colonia camorrista” in particolare il soggetto più temuto nonché capo dell’organizzazione è stato individuato in Patrizio Massaria, un soggetto temuto per la sua indole violenta e per i suoi modi di fare per lo “strozzinaggio”.
 
Gli altri due soggetti fermati si chiamano Angelo Lombardi e Carlo Risso. L’organizzazione operava a Ladispoli da più di dieci anni e aveva un sistema di usura che intaccava cittadini ed imprenditori colpiti dalla crisi economica. Le testimonianze delle vittime hanno portato alla luce come gli usurai pretendevano il 120% dell’importo versato, il giro d’affari è arrivato negli anni a centinaia di migliaia di euro. 



LADISPOLI: LUOGOTENENTE DELLA MARINA MILITARE UCCIDE IL FIDANZATO DELLA FIGLIA

di Matteo La Stella

Ladispoli (RM) – Nella notte tra domenica e lunedì, una villetta di Via Alcide De Gasperi a Ladispoli si è trasformata nel teatro di una tragedia. Stando alle prime ricostruzioni, Marco V., un giovane 20enne, sarebbe stato ucciso dal padre della sua fidanzata che, impegnato a pulire la sua pistola, avrebbe inavvertitamente esploso un colpo ferendolo a morte.
Il presunto colpo di Antonio C., genitore nonché luogotenente in forza alla Marina Militare, ha colpito il 20enne alla spalla sinistra. Poi diverse zone d'ombra: una prima chiamata al 118 è stata infatti effettuata per dare l'allarme, annullata e nuovamente ripetuta, finchè il giovane è stato trasportato nel locale posto di primo intervento. Quì ha atteso l'arrivo dell'elisoccorso che avrebbe dovuto condurlo al Policlinico Gemelli. Proprio durante il tragitto però, la vita del bagnino 20enne è stata stroncata da un arresto cardiaco. Rimane un mistero, tra le altre cose, il motivo per cui Antonio C stesse pulendo l'arma nel salone della villetta, intorno alle ore 24 e con tutto il nucleo familiare presente nella stanza.
L'inchiesta è coordinata dal sostituto procuratore Alessandra D'Amore e sull'omicidio indagano i Carabinieri. Proprio la procura di Civitavecchia ha disposto l'autopsia sul corpo della vittima per fare chiarezza in merito a quel colpo fatale.
Intanto, il 48enne luogotenente della Marina Militare è stato posto in stato di fermo con l'accusa di omicidio colposo. 




LADISPOLI: IMBARCAZIONE AFFONDA AL LARGO CON 2 UOMINI A BORDO

Redazione
Ladispoli (RM)
– Nel tardo pomeriggio di ieri, la Sala operativa della Capitaneria di porto di Civitavecchia ha ricevuto un MayDay (chiamata universale di soccorso) sul canale radio 16 per le emergenze, da parte dell’imbarcazione denominata “My Sueño”, unità a motore di 16 metri, in difficoltà a circa 5 miglia al largo di Ladispoli con due uomini a bordo.

Immediatamente è stata disposta l’uscita della motovedetta CP 891 dal porto di Civitavecchia e, contestualmente, richiesto l’intervento anche della motovedetta CP 836 della Capitaneria di porto di Roma Fiumicino, mentre il personale della sala operativa, sempre in contatto con l’imbarcazione,  acquisiva ogni utile informazione per la gestione del soccorso rassicurando al contempo i due malcapitati sul rapido intervento dei soccorsi. Quando alle 19.00 le motovedette sono giunte sul posto, hanno trovato i naufraghi ormai su una zattera di salvataggio, in stato di agitazione ma in buone condizioni di salute, e l’imbarcazione affiorante dall’acqua in procinto di inabissarsi. Secondo quanto dichiarato l’unità sarebbe affondata in pochissimi minuti, forse a causa di una falla nei settori poppieri dello scafo.
La motovedetta CP 891 ha quindi tratto in salvo i due uomini, di 36 e 24 anni che stavano trasferendo l’unità da S. Felice al Circeo a Genova, e, dopo aver recuperato anche la zattera di salvataggio, si è diretta verso il porto di Civitavecchia dove ha ormeggiato alle ore 20.30 circa.

Seppur visibilmente provati, i naufraghi versavano in buone condizioni di salute e non si è pertanto reso necessario l’intervento dell’ambulanza. Il personale della Guardia Costiera ha quindi provveduto ad assicurare i primi generi di conforto ai malcapitati, ascoltandoli poi in merito all’accaduto. E’ stata naturalmente aperta un’inchiesta sommaria per accertare le cause del sinistro.
Intervento questo che si va a sommare a quelli posti in essere nei giorni scorsi, a tutela della salvaguardia della vita umana in mare dagli uomini della Guardia Costiera.  Analoghi episodi si sono infatti verificati recentemente anche nei Compartimenti Marittimi di Messina e Porto Torres. Si ricorda con l’occasione il numero blu 1530, attivo su tutto il territorio nazionale 24 ore su 24 per le emergenze in mare.