Castel Gandolfo: dal Comune 8 regole per spiagge e bagnanti al Lago Albano

CASTEL GANDOLFO (RM) – “Come ogni stagione le nostre spiagge sono meta di cittadini e turisti che le scelgono per una giornata di relax in riva al lago immersi nel verde e nella natura del Parco dei Castelli Romani. È importante poter garantire a tutti la massima sicurezza sia durante la permanenza sulle spiagge, libere o in concessione, e sia nel momento della balneazione.

Per questo l’Amministrazione Comunale con il prezioso supporto dell’ufficio tecnico, che ringrazio, ha emanato un regolamento che è in vigore per tutto il periodo estivo. Sono una serie di regole che permetteranno di trascorrere le proprie giornate in riva al lago nel rispetto delle norme igieniche, senza dimenticare di avere massima cura del nostro bellissimo bene comune, il lago”. Commenta così Milvia Monachesi, sindaco di Castel Gandolfo, l’entrata in vigore della Disciplina della stagione balneare 2018.

Con i suoi otto articoli esposti in 10 pagine, il Comune di Castel Gandolfo si dota di una serie di norme per l’utilizzazione degli arenili del Lago Albano, una disciplina dell’esercizio “delle attività turistico – balneari, nonché l’uso del demanio lacuale, delle zone di lago territoriale, nonché delle strutture turistico – ricreative alle stesse finalizzate” e delle aree libere che saranno attive per tutta la stagione balneare, ovvero fino al 15 settembre prossimo.

Tra le regole dettate dalla “Disciplina della stagione balneare 2018” si ricorda ai concessionari che dovranno garantire il servizio di salvataggio nelle spiagge in concessione e nelle aree adiacenti. Mentre nelle aree libere, sia nelle aree boscate che non, è vietato tuffarsi e, dove non è garantito il servizio di salvamento, il Comune predisporrà un’adeguata segnaletica che riporterà “attenzione balneazione non sicura per mancanza di servizio di salvataggio”.

Nel testo è riportata anche la disciplina per la balneazione nel lago, la quale è riservata alle sole ore diurne, fino a una distanza di 100 metri dalla riva. I concessionari dovranno avere cura di segnalare tale zona con una linea di gavitelli di colore rosso/arancione, disposti parallelamente alla linea di costa e dovrà essere segnalato anche il limite delle acque, pari alla profondità di 1,60 metri, entro il quale possono bagnarsi i non esperti di nuoto.

“Sono norme fondamentali – spiega il Sindaco – che oggi assumono un’importanza ulteriore anche a seguito dell’ultimo triste fatto di cronaca avvenuto nelle acque del lago che ha coinvolto una giovane vittima. Un episodio gravissimo che vorremmo che non si ripetesse più”.

Per le aree libere, come per le aree non inserite nel PUA, valgono tutte le prescrizioni e i divieti riportati per le aree in concessione, mentre si specifica che potranno essere fruite come aree libere le fasce di rispetto dell’area archeologica, nelle quali però non potranno essere piantati ombrelloni e comunque non potrà essere effettuata alcuna attività che comporti eventuali movimenti di terreno.

Infine si ricorda che, ai fini della sicurezza della balneazione, è vietato per tutto l’arco dell’anno dar da mangiare alla fauna selvatica presente sulle acque del lago e lungo la costa, come anticipato anche da una specifica ordinanza che vieta la somministrazione alimentare alle anatre selvatiche al fine di adottare misure precauzionali connesse con il verificarsi di possibili nuovi casi di “dermatite del nuotatore”.

“Grazie a queste regole abbiamo una situazione chiara e disciplinata, che ci aiuterà a far sì che la collaborazione con i concessionari sia sempre più proficua nel bene di questo inestimabile patrimonio ambientale che abbiamo a Castel Gandolfo e che le spiagge del lago siano accoglienti ed in grado di offrire il giusto comfort e divertimento ai fruitori”, conclude il Sindaco Monachesi.




Castel Gandolfo, giallo su un cadavere nel bosco sul lago Albano. Aveva una busta in testa

CASTEL GANDOLFO (RM) – Mistero sulle sponde del Lago Albano dove è stato trovato il cadavere di un uomo di circa 60 anni nell’area del bosco in via dei Pescatori. Siamo sul versante del lago di Castel Gandolfo. Il corpo è stato trovato con la testa infilata in un sacchetto di plastica da una persona che stava facendo Jogging. Immediato sul posto l’intervento delle volanti del commissariato di Albano e di Genzano della polizia scientifica di Velletri, del magistrato di turno alla Procura di Velletri e del medico legale. Adesso gli inquirenti sono impegnati nell’identificazione. Potrebbe trattarsi di un omicidio.




Castel Gandolfo, ok dalla Regione: il lago Albano è balneabile

CASTEL GANDOLFO (RM) – Anche quest’anno si può fare il bagno al Lago Albano di Castel Gandolfo. A renderlo noto è la Regione Lazio con il Decreto a firma del Presidente Nicola Zingaretti – n. T00121 del 18 maggio 2018 – di individuazione e classificazione delle acque destinate alla balneazione per la stagione balneare 2018.

La Regione Lazio, in occasione della stagione balneare apertasi lo scorso 1 maggio e che durerà fino al 30 settembre prossimo, ha eseguito i prelievi in tre punti differenti del Lago Albano: 1750 m. a destra dell’emissario, 4350 m. a destra dell’emissario e alla Cabina di sollevamento della Villa Pontificia. In queste ultime due aree la qualità delle acque è “eccellente” ed è risultata “buona” nel primo punto di prelievo, corrispondente al tratto di costa di fronte il Lungolago.

Per quanto riguarda la sorveglianza dei cianobatteri e per garantire un costante monitoraggio della salute delle acque, la Regione Lazio – sulla base della valutazione dei dati storici, dell’analisi dei nutrienti e della valutazione della trasparenza – ha indicato che il Lago Albano rientra in quei bacini con fioriture per i quali è necessario procedere ad una pianificazione delle attività di prelievo e analisi da parte di Arpa Lazio.

Le informazioni sulle aree balneabili del Lago Albano sono disponibili sul sito istituzionale del Comune di Castel Gandolfo ed anche sul portale internet del Governo “acque di Balneazione”.




Castel Gandolfo: due casi isolati di irritazione alla pelle da parte di bagnanti al lago

 

Redazione

CASTEL GANDOLFO (RM) – Nei giorni scorsi si sono verificati due casi isolati di irritazione alla pelle da parte di bagnanti al lago Albano di Castel Gandolfo. Dopo questa segnalazione l’Amministrazione comunale si è subito attivata allertando l’istituto zooprofilattico. Oggi sono stati effettuati i prelievi e adesso si attendono i risultati ufficiali. Con tutta probabilità si tratta della cosiddetta “dermatite del nuotatore” che può essere provocata dalla presenza in acqua di alcune lumachine di lago.


Il prurito e la manifestazione di dermatite cutanea è passeggera, non contagiosa e non provoca danni alla salute. Bastano alcune accortezze per evitare il disagio: applicare una crema di protezione solare resistente all’acqua e asciugarsi bene dopo aver fatto il bagno.
 




Laghi Albano e Bolsena: presentati i dati Legambiente

 

di Marco Staffiero

 

Ancora una volta i dati presentati  da Legambiente durante la Fiera Ecomondo di Rimini mettono in evidenza l’alto grado di inquinamento delle acque dei nostri laghi. Nel Lazio sono stati monitorati il Lago di Bolsena (VT) e il Lago di Albano (Rm), la presenza di microplastiche è stata individuata in tutti i campioni prelevati. Lo studio sulla qualità delle acque è stato effettuato durante l’edizione 2016 di Goletta dei Laghi (il primo importante studio sulla presenza di microplastiche nei laghi italiani), grazie alla  collaborazione tra Legambiente, ENEA, l'Università Ca' Foscari di Venezia e ARPA Umbria.

Le microplastiche sono le particelle di plastica con dimensione minore a 5 millimetri e tra i due laghi laziali il primato di presenza spetta al Lago di Bolsena con 26.829 particelle su chilometro quadrato, nel Lago Albano c’è invece una media di 3.892 particelle su chilometro quadrato, la minore quantità di microplastiche individuate tra tutti i laghi campionati in Italia.“In tutti i campioni prelevati nei laghi del Lazio monitorati è emersa la presenza di microplastiche – commenta Roberto Scacchi Presidente di Legambiente Lazio – e questo importante studio, primo del genere a livello nazionale, conferma che il problema dei rifiuti dispersi in acqua diventa di dimensioni sempre maggiori, derivate principalmente dalla cattiva gestione dei rifiuti che resta la principale causa del fenomeno. C’è bisogno assolutamente di avviare dinamiche formative, educative e di gestione di un sano e virtuoso ciclo dei rifiuti per mettervi un freno, visto peraltro che è la plastica la quasi totalità di ciò che lo studio ha individuato, pertanto tutto materiale potenzialmente riciclabile”.
 
Insieme alla densità di particelle, sono state fatte anche analisi sulla loro forma e ipotesi sulle fonti: i frammenti costituiscono il 70% di tutte le particelle e sono presenti in tutti i laghi, e nei laghi laziali spicca la presenza dei frammenti a forma di foglio (7,2%) le cui fonti principali si possono individuare nella disgregazione dei rifiuti di maggiori dimensioni. Le microplastiche possono avere origine primaria (pellets da pre-produzione, fibre tessili o microsfere abrasive) o secondaria se derivano dalla disgregazione di rifiuti più grandi da parte degli agenti fisici. Sono sempre più presenti nell'ambiente, disperse negli ecosistemi marini e terrestri ma si tratta di un inquinamento di difficile quantificazione e impossibile da rimuovere totalmente: è per questo che la conoscenza del problema e la prevenzione sono necessarie.
 
Sono stati condotti molti studi sulla presenza e la dispersione delle microplastiche nell'ambiente marino (fin dagli anni '70) ma solo negli ultimi anni sta crescendo la consapevolezza che anche le acque dolci non sono immuni da questo problema. I rischi e pericoli delle microplastiche coinvolgono l’indigestione da parte di pesci ma anche crostacei, molluschi bivalvi (ostriche e cozze) e uccelli. Questo si verifica non solo nel mare ma anche per gli ecosistemi di acqua dolce, compresa avifauna lacustre organismi limnetici e ittiofauna. L’ingestione porta anche ad una sensazione di falsa sazietà, che porta gli organismi a non nutrirsi, o al soffocamento, soprattutto per gli organismi filtratori. Bioaccumulo nella catena trofica fino ai grandi predatori e agli organismi che mangiamo anche noi.  Tossicità a causa dell'adsorbimento e dell'accumulo di sostanze inquinanti presenti nell'ambiente ma anche tossicità a causa dei diversi additivi contenuti già nella plastica. Invasione di specie sessili aliene, inquinanti xeno biotici e virus, che viaggiano con i frammenti.  Nei laghi del Lazio le analisi sono state svolte con il supporto dell’associazione Lago di Bolsena e del Parco Regionale dei Castelli Romani.



Castel Gandolfo: quella struttura pericolosa sul lago

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di Angelo Parca

CASTEL GANDOLFO (RM) – Il lago Albano a Castel Gandolfo è davvero un gioiello che potrebbe fare da volano per il turismo dell’intera area castellana. Molte le note positive di quest’anno: l’acqua è pulita perché la rete fognaria circumlacuale funziona a dovere. La torre del Coni è stata bonificata e gli arenili in gestione sono ben tenuti dai proprietari degli stabilimenti, alcuni dei quali, come ad esempio “I Quadri”, cercano di sensibilizzare anche i clienti a differenziare i rifiuti in maniera corretta, così da evitare i contestati bustoni neri di indifferenziata fuori dai locali e ristoranti gandolfini.

Ancora c’è molto da fare però per la sicurezza dei bagnanti e il rilancio turistico. Ci siamo inoltrati sulle coste del lago Albano di Castel Gandolfo all'altezza di via dei Pescatori dove ancora oggi sussite un'area che dovrebbe essere stata messa in sicurezza, eppure la situazione di fatto è palesemente pericolosa per i bagnanti e per i fruitori del lago a Castel Gandolfo. Ci sono ferri arrugginiti che fuoriescono dall’acqua, una struttura in cemento  con una rete arrugginita che si affaccia sul lago che risulta visivamente instabile e pericolosa. Una passerella in legno e cemento insicura, lasciata nel più completo abbandono, la ringhiera in legno divelta per metà già caduta e in bilico tra la terra e l’acqua. L'ingresso a questa zona del lago Albano di Castel Gandolfo è aperto nonostante la struttura che può cadere da un momento all’altro: davvero un pericolo per chi si avvicina e non c’è divieto di transito in quest’area. Urge una messa in sicurezza 

 




CASTELLI ROMANI, OLIMPIADI: TRA LE PROPOSTE IL LAGO ALBANO E IL VIVARO

Red. Cronaca

Castelli Romani – “Voglio manifestare con la massima chiarezza il sostegno al rilancio dei Castelli Romani attraverso la massima valorizzazione degli impianti già presenti nel nostro territorio inserendoli nella proposta per le Olimpiadi Roma XXIV” – Lo afferma in una nota Simone Lupi, consigliere regionale del Partito Democratico..

“La riqualificazione del Lago di Albano realizzata in questi anni, il suo scenario fantastico, non possono che essere il teatro perfetto per le gare acquatiche delle Olimpiadi! – spiega Lupi ex sindaco di Ciampino – Questo soprattutto tenendo in considerazione anche gli investimenti previsti dalla Regione Lazio sul potenziamento delle linee su ferro di collegamento con Roma e, ancor di più, la vicinanza con il Villaggio Olimpico a Tor Vergata.”

“Allo stesso modo il Vivaro è uno degli spazi per l'equitazione meglio ubicato e con strutture adeguate per ospitare l'appuntamento olimpico – illustra Lupi – Il loro inserimento nella proposta olimpica consoliderebbe i progetti di rilancio di due delle più belle aree naturalistiche del territorio metropolitano, rafforzerebbe gli sbocchi occupazionali legati all'equitazione ed al turismo già presenti, con costi bassi di investimenti”.

“Mi auguro fortemente che ci sia ancora spazio per discutere e condividere le migliori soluzioni per i Castelli Romani, per Roma capitale e per la cultura dello sport in tutto il territorio metropolitano”.

 




CASTEL GANDOLFO, LAGO ALBANO: QUELLA PRATICA DA 100MILA EURO FERMA AL DEMANIO

Fabio D'Andrea con l'ausilio dell'Avvocato Andrea Fabianesi che cura le pratiche di Noi Con Salvini per i Castelli Romani ha studiato attentamente il caso e intende tuonare affinché si risolva definitivamente: "E' scandaloso, gravissimo e inaccettabile che una persona con la pensione sociale che ha versato tutti questi soldi al Demanio si ritrovi con una manciata di mosche in mano – dice D'Andrea – è mia intenzione portare la questione anche in Parlamento attraverso una urgente interpellanza perché questa vicenda interessa tutti quei cittadini che si trovano nelle condizioni di Tofani"

 

di Ivan Galea

Dopo lo scandalo dell’ottobre 2014 che ha investito il direttore dell'agenzia del Demanio Lazio, ing. Renzo Pini in arresto con l’accusa di aver preso tangenti per far pedalare a cento all'ora le pratiche, la situazione all’Ente sembra essere stazionaria. Il nuovo direttore Pier Giorgio Allegroni, si trova a dover gestire una situazione non facile tra pratiche da smaltire e di danni erariali. Tra le pratiche da sbrigare c’è l’annosa situazione del Lago Albano di Castel Gandolfo con il "Villaggio Vogatori" che nel 1960 ha ospitato i canottieri e i canoisti che hanno partecipato alle regate dei Giochi Olimpici di Roma. Un Bene Patrimoniale dello Stato di circa 15 mila metri quadrati in cui dal 1968 opera anche l'Associazione Sportiva Dilettantistica "Brunetti" di elevata utilità sociale in quanto punto di riferimento per numerosissimi giovani e giovanissimi dell'area dei Castelli Romani e che può vantare nel proprio palmares oltre 40 titoli di Campione d'Italia oltre ad un medagliere di assoluto rispetto conquistato in regate nazionali ed internazionali.

I problemi per il Demanio nascono nel 1999, allorchè la Brunetti chiede la concessione di appena 5 mila metri quadrati per regolarizzare l'occupazione del Bene. L'Agenzia del Demanio Centrale è favorevole, ed invia per competenza la pratica all'A.R.DI.S., Agenzia Regionale Difesa del Suolo, che con parere favorevole la trasmette alla Regione Lazio per il seguito di competenza. Nel 2007, dopo un calvario di circa dieci anni, emette la determina per la concessione di 19 anni, a fronte di un canone annuo di € 5.800,00 e € 32.800,00 a titolo di rimborso per l'occupazione dell'ultimo quinquennio e una polizza fideiussoria di € 11.600,00. Senonchè, nel 2011, l'Agenzia del Demanio Lazio (ri)scopre che il Villaggio Vogatori è un Bene Patrimoniale dello Stato e richiede alla Regione Lazio la trasmissione del fascicolo Brunetti, compresi tutti i pagamenti già effettuati. Da allora, fino all'arresto del Direttore Pini, la pratica, ineccepibile sotto tutti i punti di vista, è rimasta stranamente "congelata" negli uffici del Demanio Lazio. Una situazione di stallo davvero inaccettabile. "Ho ricevuto solo assicurazioni su rassicurazioni – esordisce il Presidente Giampiero Tofani – e gli incontri con il responsabile del perfezionamento della pratica sono sempre terminati col dire che avrei dovuto pazientare ancora un pò, in quanto c’erano tantissime altre pratiche da evadere prima della mia". "A buon intenditor poche parole – prosegue Tofani – dopo aver versato oltre € 50.000,00 nelle casse della Regione Lazio e altri € 50.000,00 in spese legali, non avevo più un centesimo per eventuali agevolazioni. Ancor più inverosimile è riuscire a sapere e capire in quali casse sono finiti i miei € 50.000,00! Alle richieste di rimborso, la Regione Lazio ha dichiarato di averli trasferiti al Demanio, unitamente al fascicolo; mentre il Demanio si guarda bene dal rispondermi!".

Per dipanare la matassa, in questi giorni è intervenuto anche il Coordinatore dei Castelli Romani di NOI CON SALVINI, Fabio D'Andrea, con due interpellanze, di uguale contenuto, indirizzate al Direttore dell'Agenzia del Demanio Centrale Roberto Reggi e al Direttore dell'Agenzia del Demanio Lazio Pier Giorgio Allegroni. Tra l'altro, è messo in evidenza che la Regione Lazio, già dal 2007, aveva rilevato che il Presidente della Federazione Italiana Canoa Kayak e Vicepresidente del C.O.N.I., Luciano Buonfiglio, era occupante sine titolo della restante parte, circa 10.000 metri quadri, del Villaggio Vogatori e lo aveva invitato ad assolvere il pagamento dell'indennità di occupazione, periodo 2201/2006, per l'importo di € 350.088,49 entro il termine di giorni 30. Ancora oggi, dopo ben 8 anni, non si conosce l’esito di questa situazione pur trattandosi, stando ai fatti, di un ingente danno erariale.

Fabio D'Andrea con l'ausilio dell'Avvocato Andrea Fabianesi che cura le pratiche di Noi Con Salvini per i Castelli Romani ha studiato attentamente il caso e intende tuonare affinché si risolva definitivamente: "E' scandaloso, gravissimo e inaccettabile che una persona con la pensione sociale che ha versato tutti questi soldi al Demanio si ritrovi con una manciata di mosche in mano – dice D'Andrea – è mia intenzione portare la questione anche in Parlamento attraverso una urgente interpellanza perché questa vicenda interessa tutti quei cittadini che si trovano nelle condizioni di Tofani"


Ecco l'interpellanza del Coordinatore dei Castelli Romani Fabio D'Andrea

Ecc.mo
Roberto REGGI
Agenzia del Demanio
Direzione Generale
Via Barberini, 38
00187 Roma

Oggetto : Richiesta di concessione A.S.D. “Giancarlo Brunetti” del bene patrimoniale dello Stato sito nel Comune di Castel Gandolfo (RM), Via dei Pescatori – Aree identificate al Catasto Terreni della Provincia di Roma al Foglio n. 10, particelle nn. 29 e 502 (ex 499).

L’Associazione Sportiva Dilettantistica “Giancarlo Brunetti” senza scopo di lucro, dal 1969 svolge attività di canoa olimpica presso il Lago Albano di Castel Gandolfo, nell’impianto sportivo dalla medesima realizzato sull’area demaniale ubicata in Castel Gandolfo, Via dei Pescatori n. 23, consistente in una porzione pari a mq 5000 del “Villaggio Vogatori” ed identificata al N.C.E.U. al foglio 10, particelle 499 (ex 502) e n. 39/P.
La suddetta Associazione, di elevata utilità sociale in quanto punto di riferimento per numerosissimi giovani e giovanissimi dell’area dei Castelli Romani, è presieduta dal Sig. Giampiero Tofani; risulta, inoltre, iscritta all’Albo delle Associazioni Sportive del C.O.N.I. ed Affiliata alla Federazione Italiana Canoa Kayak e, non da ultimo, può vantare nel proprio palmares 46 titoli di Campione d’Italia oltre ad un medagliere di assoluto rispetto conquistato in regate internazionali, nazionali e regionali.
L’ASD “Giancarlo Brunetti, nella persona del presidente Sig. Giampiero Tofani in data 08 gennaio 1999, in applicazione della Legge n. 390/1986, presentava alla Direzione Centrale del Demanio una “Richiesta di Concessione” al fine di regolarizzare l’occupazione del predetto Bene Patrimoniale,
In seguito alla sopra indicata richiesta di concessione, l’ASD Brunetti riceveva da parte del Ministero delle Finanze/Dipartimento del Territorio numerose comunicazioni, tutte favorevoli e prodromiche rispetto alla concessione della suddetta area (si confronti documentazione in Vs. possesso datata 29/04/1999, 03/12/1999, 29/02/2000 e 01/02/2002).
Successivamente, in considerazione del fatto che l’A.R.D.I.S. aveva avocato a sé la competenza sulla detta area – in quanto erratamente considerata bene demaniale lacuale -, l’ASD “Brunetti si vedeva costretta ad inoltrare all’Agenzia Regionale Difesa del Suolo l’intera documentazione relativa alla “Richiesta di Concessione”, ivi comprese le copie delle comunicazioni pervenute dal Ministero delle Finanze.
L’A.R.D.I.S. – con nota del 15 maggio 2003 inoltrata anche all’Agenzia del Demanio, alla Regione Lazio ed al Comune di Castel Gandolfo – comunicava alla ASD “Brunetti il PARERE FAVOREVOLE espresso alla concessione temporanea delle aree richieste, concessione, comunque, subordinata alla presentazione di alcuni elaborati progettuali.
La suddetta concessione non veniva rilasciata in quanto, nel frattempo, la Regione Lazio, con nota del 23 luglio 2003 prot. 114912/2°/08, aveva avocato a Sé la competenza per il rilascio di tutte le concessioni demaniali del Lazio.
L’A.R.D.I.S. nel febbraio del 2004 provvedeva a trasmettere l’intera pratica ASD “Brunetti”, parere favorevole compreso, alla Regione Lazio che le assegnava il n. EQ-1863.
La regione Lazio, nonostante la pratica risultasse già istruita dall’A.R.D.I.S., solo in data 11 maggio 2007, con la Determinazione Regionale B/1912 pubblicata sul B.U.R. n. 19 del 10 luglio 2007, dava in concessione per 19 anni l’area in oggetto all’ASD “Giancarlo Brunetti” con un canone annuo determinato in € 5.800,00.
Alla sottoscrizione del relativo Disciplinare di Concessione, l’ASD provvedeva a corrispondere in favore della Regione la somma di € 32.800,00 a titolo di rimborso per l’occupazione dell’area dal 2001 al 2006 ed a costituire una polizza fideiussoria assicurativa dell’ammontare di € 11.600,00.
Nello stesso 2007 la FICK – Federazione Italiana Canoa e Kayak – impugnava la sopra indicata “concessione” innanzi al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio.
Il TAR annullava la Determinazione Regionale B/12 dato che l’area in questione doveva considerarsi Bene Patrimoniale dello Stato ed in quanto tale di competenza dell’Agenzia del Demanio/filiale Lazio e non della Regione Lazio e/o A.R.D.I.S..
In virtù di quanto sopra rappresentato, l’ASD “Giancarlo Brunetti” provvedeva, in data 29 luglio 2013 a presentare di nuovo la pratica presso l’Agenzia del Demanio / Filiale Lazio dove a tutt’oggi giace inevasa.
Al fine di rappresentare nella sua interezza l’assurda vicenda qui esposta, si evidenzia che, nelle more dell’increscioso iter burocratico patito dalla ASD “Giancarlo Brunetti (1999 – 2015), la FICK – Federazione Italiana Canoa e Kayak – si immetteva nel possesso della suddetta area, possesso, poi, legittimato da una sentenza emessa dal Tribunale di Velletri.
La FICK, pertanto, incurante delle legittime aspettative dell’ASD “Giancarlo Brunetti e della circostanza che la detta area potrebbe, in considerazione delle dimensioni della stessa, essere proficuamente utilizzata sia dalla stessa FICK che dall’ASD, ha inopinatamente messo in esecuzione la sentenza del Tribunale di Velletri, intimando di liberare l’area sinora utilizzata dalla ASD “Giancarlo Brunetti” dalle attrezzature e dai materiali ivi contenuti.
In merito alla vicenda narrata rimane incomprensibile come la Filiale Roma della Vostra Agenzia, nonostante la pratica sulla richiesta di concessione in oggetto risulti già ampiamente ed esaustivamente istruita – Ministero delle Finanze/Dipartimento del Territorio nel 1999/2002, dall’A.R.D.I.S. nel 2003 e dalla Regione Lazio nel 2007 –, non abbia ancora provveduto sulle legittime aspettative della ASD “Brunetti”, ASD che, peraltro, a causa delle lungaggini burocratiche di cui è stata ed è vittima ha già subito ingenti danni e rischia di subirne di ulteriori ove fosse effettivamente costretta a liberare l’area in oggetto in ottemperanza a quanto intimato dalla FICK.
In merito alla FICK, poi, non ci si può esimere di mettere al corrente della Signoria Vostra di quanto segue:

 Convenzione per l’affidamento alla Federazione Italiana Canoa Kayak della gestione del Centro Federale di Preparazione Olimpica di Castel Gandolfo, tra la CONI Servizi S.p.A. e la Federazione Italiana Canoa Kayak, sottoscritta in data 19 Gennaio 2007, durata 8 anni, scadenza 19 Gennaio 2015.
L’art. 3 sancisce: la CONI Servizi si impegna a cedere alla FICK tutte le porzioni immobiliari di sua proprietà, nonché tutti i diritti che le sono riconosciuti sulle aree sulle quali insiste il “Centro”, entro la scadenza della presente convenzione, al prezzo di € 2.000.000,00 oltre imposte e rivalutazione monetaria. La FICK, ferma restando la sua natura giuridico patrimoniale, con il presente atto si impegna, da parte sua, ad acquistare dalla CONI Servizi tutte le suddette porzioni immobiliari, entro la scadenza della presente convenzione, al prezzo di € 2.000.000,00 oltre imposte e rivalutazione monetaria e a subentrare alla CONI Servizi nei diritti dalla stessa vantati sulle aree sulle quali insiste il “Centro”.
Pur volendo tralasciare che oggetto della prevista compravendita è un bene patrimoniale dello Stato, da quanto testé riportato si può chiaramente evincere la volontà da parte del CONI di disfarsi del “Villaggio Vogatori” già dal 2007.
Ne deriva, dunque, che la richiesta di concessione del “Villaggio” da parte del CONI, richiesta finalizzata ad affidare lo stesso in sub-concessione alla FICK, si palesa pretestuosa, illogica ed illegittima soprattutto alla luce del disposto dell’art. 5 del D.P.R. 13 Settembre 2005 ove viene chiaramente sancito che “la sub-concessione di un Bene Demaniale, totale o parziale, è vietata e la violazione di detto divieto comporta la decadenza immediata dalla concessione”.

 Avviso apertura procedimento e contestuale atto accertamento del 28 Dicembre 2007 inviato dalla Regione Lazio alla Federazione Italiana Canoa Kayak per l’occupazione senza alcun titolo del Bene Demaniale dello Stato identificato in Villaggio Vogatori”, sito in Castel Gandolfo, Via dei Pescatori.
L’Avviso esplicita con assoluta chiarezza che :
1) dalle risultanze di archivio trasmesse dall’Agenzia del Demanio Filiale Lazio, la FICK risulta occupante senza titolo del Bene Demaniale dello Stato identificato in “Villaggio Vogatori”
2) il Direttore Regionale Ambiente e Cooperazione tra i Popoli del Territorio ha invitato la FICK ad assolvere il pagamento dell’indennità di occupazione per l’importo complessivo di € 350.088,49 riferito al periodo compreso dal 1 Gennaio 2001 al 1 Settembre 2007, da versarsi entro il termine di giorni 30 dalla data di ricevimento della presente nota, in difetto provvederà a norma di Legge al recupero delle somme dovute, previa intimazione formale
3) l’occupazione senza titolo è punita a norma di Legge e, in assenza, si provvederà denunciando all’Autorità Giudiziaria gli abusi riscontrati sulla base di sopralluoghi ispettivi promossi dall’Ufficio
4) la FICK è invitata a liberare con immediatezza l’area demaniale di cui sopra.

 Ordinanza di ripristino del 17 Maggio 2012, emessa dall’Agenzia Regionale Difesa del Suolo nei confronti di BUOFIGLIO Luciano, Presidente della Federazione Italiana Canoa Kayak, responsabile della realizzazione delle opere ed interventi abusivi sull’area demaniale protetta del Lago Albano di Castel Gandolfo, occupata senza alcun titolo.
L’Ordinanza intima al Presidente della FICK, al fine di ripristinare lo “status quo ante” dell’area demaniale occupata senza alcun titolo, di provvedere, a propria cura e spese, entro 60 giorni dalla notifica, ai sotto elencati adempimenti :
1) completa rimozione della discarica di materiale terroso e contestuale ripristino dell’area demaniale originaria del Lago Albano, con conseguente rimessa dei luoghi allo “status quo ante”
2) completa rimozione del pontile e di tutte le strutture ad esso riconducibili
3) completa rimozione delle boe che determinano la delimitazione dello specchio acqueo occupato senza alcun titolo
4) completa rimozione delle due recinzioni poste perpendicolarmente al Lago e fittamente ricoperte di rovi, che di fatto limitano e precludono l’accesso all’area demaniale occupata senza alcun titolo

 Decreto Penale di Condanna del 16 Giugno 2014, emesso dal Tribunale Ordinario di Velletri nei confronti di BUONFIGLIO Luciano, Presidente della Federazione Italiana Canoa Kayak, con l’ordine di demolizione delle opere edili illegittimamente realizzate su area demaniale del Lago Albano di Castel Gandolfo, sottoposta a vincolo paesaggistico, occupata senza alcun titolo.

 Ordinanza Demolizione Opere Abusive n. 31 del 15 Aprile 2013, emessa dal Comune di Castel Gandolfo nei confronti di BUONFIGLIO Luciano, Presidente della Federazione Italiana Canoa Kayak, responsabile della realizzazione delle opere e degli interventi abusivi sull’area demaniale protetta del Lago Albano di Castel Gandolfo, occupata senza alcun titolo.
L’Ordinanza intima al Presidente della FICK di provvedere, a propria cura e spese, alla demolizione immediata delle opere abusive entro il termine perentorio di giorni 90 dalla notifica

 Diffida Demolizione Opere Abusive del 25 Luglio 2014, emessa dal Comune di Castel Gandolfo nei confronti di BUONFIGLIO Luciano, Presidente della Federazione Italiana Canoa Kayak, responsabile della realizzazione delle opere edili e degli interventi abusivi sull’area demaniale protetta del Lago Albano di Castel Gandolfo, occupata senza alcun titolo.
La Diffida intima al Presidente della FICK di rimuovere tempestivamente tutto quanto posizionato sull’area demaniale protetta del Lago Albano di Castel Gandolfo e non espressamente autorizzato con atto specifico (pontile, recinzioni, scalette di accesso, terra di riporto di incognita provenienza etc…)

 Denuncia alla Procura della Repubblica di Roma inviata il 15 Settembre 2015 dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, Direzione Generale Belle Arti e Paesaggio, per i lavori di reinterro effettuati in assenza di autorizzazione paesaggistica sull’area demaniale protetta del Lago Albano di Castel Gandolfo da BUONFIGLIO Luciano, Presidente della Federazione Italiana Canoa Kayak, per colmare il dislivello di ben 6 metri dovuto al ritiro delle acque del Lago.
Nella denuncia, la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio ritiene fondamentale il ripristino dello stato dei luoghi, per poter ricomporre nella sede originale le strutture archeologiche della “banchina domizianea”, compromessa dai lavori di reinterro effettuati; e la Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio ribadisce con assoluta chiarezza che, come prescritto dall’art. 181 del D.Lgs. 42/2004, le opere eseguite in assenza di autorizzazione o in difformità da essa costituiscono reato amministrativo e penale.

 Denuncia alla Procura della Repubblica di Roma depositata il 18 Giugno 2015 dall’Associazione Sportiva Dilettantistica “Brunetti” nei confronti del Comitato Olimpico Nazionale Italiano per i reati ravvisabili scaturenti dall’accatastamento illegittimo di Bene Demaniale dello Stato, identificato in “Villaggio Vogatori”.

Da quanto sopra deriva che, in assenza di qualsivoglia concessione, Il CONI e per esso la FICK a tutt’oggi occupa, illegittimamente e sine titulo, un’area ricompresa nella disponibilità del Patrimonio Statale.
In virtù del semplice possesso di detta area, poi, la FICK ha provveduto ad intimare lo sgombro immediato dei locali sino ad ora utilizzati dalla ASD “Brunetti”, Associazione, di elevata utilità sociale in quanto punto di riferimento per numerosissimi giovani e giovanissimi dell’area dei Castelli Romani e che può vantare nel proprio palmares 46 titoli di Campione d’Italia, oltre ad un medagliere di assoluto rispetto conquistato in regate internazionali, nazionali e regionali.
Alla luce, dunque, di quanto sin qui esposto e dell’immotivato e persistente silenzio dell’Agenzia in merito ad un “supplizio” burocratico iniziato nel 1999 ed a tutt’oggi ancora pendente, si invita l’Ente Pubblico Demanio a pronunciarsi, immediatamente e senza alcun ulteriore indugio, sulla richiesta di concessione presentata dall’A.S.D. “Giancarlo Brunetti” e relativa all’area demaniale sita nel Comune di Castel Gandolfo (RM), Via dei Pescatori – Aree identificate al Catasto Terreni della Provincia di Roma al Foglio n. 10, particelle nn. 29 e 502 (ex 499).

Distinti saluti.

Il Coordinatore dei Castelli Romani

Fabio D’Andrea
 




CASTEL GANDOLFO: L'OMBRA DI MAFIA CAPITALE SUL LAGO ALBANO

C.R.

Castel Gandolfo (RM) – Giallo sulla bonifica dei relitti e dei natanti abbandonati al lago Albano di Castel Gandolfo su cui farebbe ancora più ombra la mano oscura di Mafia Capitale. La Regione, nel 2012, ha stanziato al Parco Regionale dei Castelli Romani un contributo di 50 mila euro. L’operazione di bonifica è stata affidata ad una ditta. Ma la bonifica non è stata mai fatta. A mettere in luce la questione è stato il coordinatore di Castel Gandolfo per “Noi con Salvini” Giampiero Tofani il quale lo scorso 1 ottobre ha presentato una richiesta di accesso agli atti all’Ente Parco per andare in fondo alla questione e conoscere, tra l’altro, il nome della ditta incaricata dei lavori. “La questione ha diverse ombre – dice Giampiero Tofani di “Noi con Salvini” – Non si è vista traccia della bonifica che il Parco Regionale dei Castelli Romani avrebbe dovuto espletare, nel corso del 2012, tant’è che la situazione di degrado è sotto gli occhi di tutti. La cosa scandalosa è che sembrerebbe che la società alla quale il Parco avrebbe affidato i lavori è nella lista delle società che fanno parte dell’universo di Mafia Capitale e compaiono negli atti dell’inchiesta capitolina. Sono sicuro che ci vorrà del tempo prima che l’Ente mi rilasci gli atti richiesti ma Noi con Salvini non lascerà che il caso venga dimenticato perché parliamo di denaro pubblico e perché parliamo di un ‘Sito di Importanza Comunitaria’ e ‘Zona a Protezione Speciale’. Che fine hanno fatto i 50 mila euro? 




CASTEL GANDOLFO: AL LAGO ALBANO LE SPIAGGE LIBERE SONO IMPRATICABILI

di Angelo Parca


Castel Gandolfo (RM) – Le spiagge gestite dai privati sono in ottime condizioni ma quelle libere gridano vendetta e non sono un bel biglietto da visita per i gestori che si spaccano la schiena affinché il turismo e i visitatori frequentino lo specchio lacustre tra i più belli d'Italia. Spiagge libere ancora impraticabili da Abili e Disabili. Fine Giugno. Ancora in un profondo lago di degrado lo “stadio” che ospitò le regate del remo e della pagaia alle Olimpiadi di Roma 1960 : Sito di Importanza Comunitaria e Zona a Protezione Speciale, sottoposto a Vincolo Paesaggistico. Ma a metà stagione balneare, tutte e 4 le spiagge libere individuate fra i 22 lotti di arenili del P.U.A., Piano Utilizzazione Arenili, sono ancora off limits per bagnanti Abili e Disabili. Trascorrere una giornata di relax al lago, distesi su un asciugamano a prendere un pò di sole, in pace e tranquillità, mangiare a panini e sorseggiare qualche bibita in compagnia di famigliari e amici, è il sogno di tutti i bagnanti, Abili e Disabili. Purtroppo, di fronte al profondo degrado che a fine Giugno ancora regna sulle spiagge libere, il bel sogno non può avverarsi. Nemmeno questa estate. Sia per i bagnanti Abili, sia per quelli Disabili che a bordo della propria carrozzina non possono neppure accedere alle spiagge.
Le spiagge libere dovrebbero garantire le stesse ed identiche condizioni igieniche, sanitarie e di sicurezza a terra ed in acqua previste negli stabilimenti balneari, sia per i bagnanti Abili, a maggior ragione per quelli Disabili. Invece, erbacce e canne a go-gò. Cespugli in cui c’è di tutto : bottiglie di vetro rotte e lattine arrugginite, siringhe e profilattici usati, bottiglie e contenitori di plastica, piatti e bicchieri, cartacce e pannolini, rifiuti di ogni generi ed escrementi umani e animali! Vere e proprie discariche a cielo aperto, sotto gli occhi di tutti, nonostante il vigente Regolamento per l’Utilizzazione degli Arenili che fa obbligo ai gestori degli stabilimenti balneari, attigui alle spiagge libere, di provvedere direttamente alla pulizia, all’igiene e alla sicurezza a terra e in acqua.
“Una più che grave violazione ai diritti fondamentali della persona – osserva Giampiero Tofani, delegato C.A.B.A. dei Castelli Romani, il Comitato Abbattimento Barriere Architettoniche – che si protrae da ben oltre 20 anni, in particolare delle persone con disabilità. Un diamante, come il Lago Albano, si deve custodire accuratamente e mantenere in tutto il suo splendore. Gli ingenti introiti incassati dagli oltre 1.000 parcheggi a pagamento in opera al lago, circa 200.000 €/annui, dovevano essere re-impiegati per tali finalità. Il diamante del lago deve essere valorizzato per sviluppare attività pubbliche e turistiche, fruibili da tutti. Non si abbandona a sé stesso, menchemeno alla mercè di gente senza scrupoli interessata unicamente a mungere la vacca grassa fino all’ultima goccia. Presumibilmente il grave degrado ambientale è la conseguenza della ventennale battaglia politica tra il Comune di Castel Gandolfo e la Regione Lazio per la gestione degli arenili demaniali”. “I controlli sulle spiagge libere e su quelle adibite a stabilimenti balneari – sottolinea Tofani – sono affidati alla Polizia Locale, sempre in tutt’altre faccende affaccendata”.
“Anche questa estate – conclude indignato il delegato C.A.B.A. – ai bagnanti disabili costretti su carrozzine a rotelle non rimane che vagare malinconicamente sul lungolago e guardare i colleghi abili godersi il sole sulle spiagge a pagamento. Vivono così il loro calvario e passano davanti alle spiagge libere che, anche se fossero lustre, risultano comunque impraticabili. Non ci si può accedere in carrozzina. Un vero scandalo al sole! Non è assolutamente accettabile che nel 2015, l’amministrazione comunale ancora non abbia trovato il tempo di studiare un MODO DIVERSO per far accedere i DIVERSAMENTE ABILI alle spiagge libere del famoso Lago Olimpico!.Questo è oggi il Lago Albano di Castel Gandolfo, la Perla dell’ex sindaco Colacchi, il Diamante più prezioso per la sindachessa Monachesi".




CASTEL GANDOLFO, LAGO ALBANO: ECCO LE VITTIME DEL CARP FISHING

di Angelo Parca

Castel Gandolfo / lago Albano (RM) – Il carp – fishing miete vittime al lago Albano di Castel Gandolfo. Gli animali vengono maltrattati e la conseguenza è uno scenario di oche, anatre e volatili acquatici morti sulle rive del lago, rimasti incastrati a causa dei grossi ami utilizzati per la pesca delle carpe.

Sulle rive del lago giacciono squame di grosse carpe che spesso e volentieri anziché venire rilasciate in acqua vengono portate via in barba all’ordinanza di divieto di pesca per utilizzazione alimentare che risale al 2007 e che non è stata mai revocata. Si pesca con ami molto grandi che s’incastrano e feriscono altri animali e questo è un atto di crudeltà denunciato dal commissario straordinario de La Destra di Castel Gandolfo Giampiero Tofani il quale, il 6 agosto scorso ha presentato un ricco dossier al comando delle guardie Forestali di Rocca di Papa. Verranno operati dei controlli per salvaguardare la fauna itticca, gli animali e la salute delle persone?