LAGONEGRO: PIERACCIONI OSPITE ALL'IRIS

di Domenico Leccese

Lagonegro (PZ) – Ieri, il regista e attore Leonardo Pieraccioni è stato ospite del cinema Iris di Lagonegro. L’incontro è stato organizzato dal Monna Lisa Museum. Il direttore della Lucana Film Commission, Paride Leporace, ha intervistato il famoso attore italiano, interprete e regista di film che ha fatto la storia del cinema italiano come “I laureati” e “Il ciclone”. A fine intervista è stato proiettato l’ultimo film di Pieraccioni, “Il Professor Cenerentolo”.

Il film racconta la storia di Umberto che per evitare il fallimento della sua disastrata ditta di costruzioni ha tentato insieme ad un dipendente un maldestro colpo in banca che gli ha fruttato però solo quattro anni di carcere! Ma se non altro, nella prigione di una bellissima isola italiana: Ventotene. Adesso Umberto è a fine pena e lavora di giorno nella biblioteca del paese. Una sera, in carcere, durante un dibattito aperto al pubblico, conosce Morgana, una donna affascinante, un po' folle e un po' bambina. Morgana crede che lui lavori nel carcere e che non sia un detenuto. Umberto, approfittando dell'equivoco, inizia a frequentarla durante l'orario di lavoro in biblioteca. Ma ogni giorno entro la mezzanotte, proprio come Cenerentola, deve rientrare di corsa nella struttura per evitare che il direttore del carcere (Flavio Insinna) scopra il tutto e gli revochi il permesso di lavoro in esterno.
 




LAGONEGRO SI COSTITUISCE IL COMITATO PRO OSPEDALE UNICO PER ACUTI DEL LAGONEGRESE

di Domenico Leccese

Lagonegro (PZ) – Sabato scorso 21novembre è stato costituito il comitato pro – ospedale unico per acuti del lagonegrese. All’assemblea hanno partecipato rappresentanti di associazioni, di partiti politici, di sindacati, oltre che cittadini dei paesi del territorio che, all’unanimità, hanno votato il direttivo, il presidente, il segretario e tutti gli organi collegiali. L’intento del Comitato  è quello di promuovere e sollecitare l’avvio dei lavori per la costruzione dell’ospedale unico del lagonegrese.

"Sono passati ben 17 anni da quando ne venne decisa l’ubicazione e sancito la necessità – commentano dal neo Comitato – e la indifferibilità. – commenta Pietro Mango presidente del neo Comitato –  Troppi sono stati i ritardi dovuti all’inerzia politica delle amministrazioni comunali e regionali, – prosegue Mango – dei preposti ammministrativi e tecnici impegnati a gestire solo l’ordinario, determinando defezione rispetto agli impegni pubblicamente assunti. A smentita della varie dicerie (vox populi) sulla reale fattibilità dell’opera, – incalza il presidente – le fasi  istruttorie preliminari, definitive ed esecutive nonchè tutte le indagini geologiche sul sito e i conseguenti atti espropriativi delle aree interessate, sono state completate positivamente. Adesso non ci sono scusanti, occorre cantierizzare i lavori!!!  È decisa intenzione di questo comitato vigilare affinchè tutto proceda per il meglio e non si transigerà e si incalzerà con ogni mezzo i decisori responsabili a tutti i livelli: politici, ammistrativi, tecnici, concessionaria sol. Già in occasione della paventata richiesta di una rivisitazione delle somme in aumento, – prosegue il presidente – a seguito  della validazione del progetto esecutivo, si (invita) suggerisce al Rup di ordinare alla Sol l’avvio dei lavori, in quanto essa stessa è progettista e, quindi, responsabile d’eventuali inavvedutezze o dimenticanze: le eventuali riserve devono diventare oggetto di futuri confronti  meritocratici. È obbligo etico e morale dei responsabili ovviare alle tensioni sociali accumulate sulla disillusione di una scelta fatta e di promesse, allo stato, non mantenute".

Dal comitato fanno sapere  di aver già provveduto ad una raccolta firme e avviato una campagna di sensibilizzazione delle popolazioni dei territori lucano, campano e calabrese interessati, riscuotendo un notevole successo partecipativo, ribadendo che continuerà nel suo intento convocando a breve  un incontro tra cittadinanza e i tre governatori, Bubbico, De Filippo e Pittella succedutisi in questi anni di insolvenza conclamata per ribadire funzioni, ruoli e rapporti del contesto istruttorio e di controllo, ma soprattutto per promuovere l’assunzione di una diffusa responsabilità, non riconoscendo, allo stato, a nessuno alcun alibi politico per il mancato avvio della costruzione dell’ospedale unico del lagonegrese, ciò anche in forza della contezza dei circa 50 milioni di euro giacenti presso le casse regionali e vincolati  alla realizzazione della struttura ospedaliera che, in questo periodo di estrema disoccupazione nel territorio del lagonegrese, potrebbero significare, da subito, anche una concreta risposta alla disoccupazione dei lavoratori edili, quindi donare una boccata d’ossigeno contro la povertà, l’indigenza e l’emigrazione.
 




LAGONEGRO, OSPEDALE UNICO PER ACUTI: GLI ULTIMI OSTACOLI

Riceviamo e pubblichiamo dall'Ing. Pietro Mango (Per Il Comitato Civico Pro Ospedale del Lagonegrese) 

Lagonegro (PZ)
– A complemento di tutto quanto finora scritto su questo quotidiano in merito alla vicenda della costruzione del Nosocomio per acuti di Lagonegro, vanno chiarite alcuni aspetti che riguardano le problematiche relative la disponibilità delle aree sotto l’aspetto urbanistico, geologico ed ambientale per ribadire ancora più fortemente la bontà del sito scelto ad accogliere l’opera.

È  risaputo che l’area venne individuata nella previsione del P.R.G. adottato dal Comune di Lagonegro nel lontano 1975 e che come tale è rimasta fino ai tempi nostri, cioè gravata da un vincolo di destinazione preordinato all’esproprio, la cui decadenza quinquennale (L. 1187/78 art. 2) l’avrebbe ridotta ad area su cui era possibile fare solo gli interventi previsti  dall’art. 3 lettera a, b e c del D.P.R. 380/01.

Successivamente all’Accordo di Programma Quadro per il settore Sanità sottoscritto in data 19.01.2000 riferentesi alla realizzazione delle opere incluse nella Deliberazione del Consiglio Regionale n. 668 del 29.09.1997 recepita dalle Delibere Consiliari n. 442 del 14.05.2002 e 67 del 01.08.2006, venne avviato l’iter realizzativo e rimodulate le superfici degli espropri secondo, le esigenze degli ingombri necessari ed effettivi per le attività, la viabilità ed i parcheggi nonché per la sicurezza, le cui indennità di esproprio sono  parzialmente disponibili agli interessati in € 916.620.

L’assoggettamento urbanistico con la sua idoneità all’edificazione è stato seguito di pari passo da quello geologico che, con le indagini fatte ha dimostrato che l’area presenta le classiche caratteristiche geognostiche dei siti edificabili del territorio di Lagonegro ossia: presenza copiosa di acqua, caratteristiche meccaniche non eccellenti, eterogeneità litologiche fattori comunque correggibili con adeguati interventi geotecnici e opere di presidio e salvaguardia.

Il progetto dell’opera presentato e più volte mostrato anche in 3D nei vari incontri istituzionali, si presenta ben conformato al sito con un andamento plano altimetrico integrato nell’insieme circostante e nell’area pedemontana che lo dovrebbe accogliere, senza stravolgimenti delle pendenze del pendio in una logica armonica e poco impattante.

Il vincolo paesistico pur incidente sull’area è pienamente rispettato in quanto, trattandosi di un intervento di pubblico interesse che esula dalle normali parametrazioni regolamentari imposte dal medesimo per l’edificazione; il parere espresso è quello della Conferenza di Servizi rilasciato in sede dell’approvazione del progetto preliminare e definitivo.

Ora manca veramente poco acché quest’opera, strategica sotto tutti gli aspetti, possa avviarsi alla concretizzazione. Infatti la  struttura sanitaria attualmente in funzione, unico presidio ospedaliero dell’area Sud-Ovest di Basilicata, è sovrautilizzata e nonostante gli ultimi interventi di ampliamento del contenitore, i tassi di utilizzazione restano elevatissimi contro  le previsioni di dimensionamento tecnico operate in quanto, su di essa, si riversa tutta l’emergenza sanitaria dell’alta Calabria e del basso Cilento (Campania) soprattutto per questioni logistiche di vicinanza, comodità ma soprattutto per i servizi che dette regioni non riescono più a garantire nei loro bilanci ed anche per l’ottima professionalità che l’Ospedale dispensa. E’ tempo di pensare a risolvere questi problemi di civiltà che riguardano la salute di migliaia di cittadini lucani, calabresi e campani, altro che fare battaglie intestine con la diffusione di notizie allarmanti sulla non fattibilità del Nosocomio per motivi idrogeologici del sito, il più delle volte fatti passare come perplessità espresse dai tecnici, geologi e geotecnici della SOL, Ditta  concessionaria dei Lavori e delle attività non sanitarie!

E pure queste perplessità, a cui qualcuno dà ancora credito e le diffonde, sono scadute perché la concessionaria doveva esprimerle prima, all’atto della consegna dell’affidamento della concessione presentando le dovute riserve; sono passati 17 anni e si parla ancora delle stesse cose. Sorge a questo punto il dubbio che forse i malumori di sottofondo vengono  alimentati ad arte; o perché l’Impresa non ha i soldi per onorare il suo impegno contrattuale che non è di poco conto, o perché è in atto un tentativo di delegittimazione politica  diffusa non identificabile in apparati specifici che per gelosia del successo di qualc’altro o di un territorio sulla vicenda vedrebbe oscurata la sua ragione d’esistere, o per ripicca ad un probabile squilibrio economico sociale che la struttura creerebbe nell’ambito regionale, assegnando punti di crescita ad un territorio periferico ma centrale in quello interregionale e che forse potrebbe ancor più alimentare quelle spinte localiste volte alla ricomposizione di antichi assetti territoriali (Ragion di Stato Regionale).

Non bisogna comunque dimenticare che la realizzazione del Nuovo Ospedale Unico per Acuti fu voluta in primis dal Consiglio Regionale della Basilicata in conseguenza della legge sulla razionalizzazione della rete Ospedaliera e la sua  localizzazione dalla Consulta dei Sindaci, che ne individuò anche il sito, già peraltro in diponibilità urbanistica del Comune di Lagonegro. Ed ancora, che il paventato trasferimento delle attività sanitarie per l’impraticabilità del plesso in conseguenza di un guasto tecnico all’impianto elettrico, generò una situazione di estrema tensione che sfociò pure in episodi violenti; questi passaggi sono stati necessari per far sapere che la questione ospedale è fortemente sentita nel lagonegrese perché si sta vivendo una situazione sanitaria da troppi anni in emergenza, amplificata ancor più dalle necessità dei vicini cittadini campani e calabresi, che loro malgrado, per analoghe vicende di razionalizzazione dell’offerta sanitaria nelle regioni di appartenenza , si appellano alle nostre disponibilità in un rapporto di solidarietà nazionale.

Questi sono i motivi che richiedono, innanzi tutto, la realizzazione dell’Ospedale Unico per Acuti perché non si può giocare sulla salute delle persone con i rinvii continui per l’apposizione di una firma, per la convocazione di una Commissione di Validazione del Progetto Esecutivo o per la liquidazione della restante trance delle indennità espropriative.

Sono passati 17 anni e non se ne può più di sentire annunci, anatemi di non fattibilità, smentite; il ruolo tecnico ha fatto da tempo il suo dovere  e gli apparati burocratici regionali non si possono ritrarre dalle loro responsabilità per cui sono pagati anche perché assumerebbero un ruolo diverso da quello istituzionale che la legge gli assegna, confondendolo agli occhi dei cittadini con quello politico che da sé, ha già assolto al suo dovere destinando i soldi necessari in bilancio e mettendoci la “faccia” che già è stata compromessa da altre vicende.

L’appello, dunque va a tutti gli interessati in un rapporto di rispetto reciproco e di solidarietà sociale nonché ai cittadini dell’area che pazientemente attendono, per superare gli ultimi futili ostacoli che si frappongono all’agognato Start per l’avvio dei lavori.

 




LAGONEGRO: DOPO 17 ANNI ARRIVA L'OSPEDALE. ECCO I DOCUMENTI

di Domenico Leccese

Lagonegro (PZ) – Lagonegro (PZ) – In Basilicata dove c'è una buona sanità, dopo ben 17 anni i lavori per il nuovo ospedale di Lagonegro, a integrazione del Piano sanitario interregionale, possono finalmente iniziare. E il prossimo passo, terminata la fase burocratica, sarà quello della cantierizzazione.

A conferma di quanto appena scritto è possibile consultare i documenti che alleghiamo:[Cliccare qui per visionare gli atti]

Si attende quindi l'annuncio, della data precisa per la posa UFFICIALE della prima pietra.

Dopo la lieta notizia preme sottolineare che ci sono personaggi che continuano a riempirsi la bocca con la parolina magica "diritto di replica". Allora una volta per tutte facciamo chiarezza: non c'è alcun articolo di qualsiasi legge che contempli il diritto di replica.
Esiste invece l'art. 8 della legge sulla stampa che contempla il diritto di rettifica.

Vediamo che dice: "Il direttore o, comunque, il responsabile è tenuto a fare inserire gratuitamente nel quotidiano o nel periodico o nell'agenzia di stampa le dichiarazioni o le rettifiche dei soggetti di cui siano state pubblicate immagini od ai quali siano stati attribuiti atti o pensieri o affermazioni da essi ritenuti lesivi della loro dignità o contrari a verità, purché le dichiarazioni o le rettifiche non abbiano contenuto suscettibile di incriminazione penale”. Questo significa intanto che il diritto di rettifica è limitato agli organi di stampa.

Poi questo succede mandando all'organo di stampa la richiesta di pubblicare la rettifica che si allega.

Con l'avvento del sistema radiotelevisivo è stato introdotto il diritto di rettifica dal Corecom (comitato Regionale per le comunicazioni) relativamente allo stesso sistema radiotelevisivo.
Vediamo cos'è e come funziona.

Che cos'è? Il diritto di rettifica consiste nella facoltà, da parte dei soggetti di cui siano state diffuse immagini o ai quali siano stati attribuiti atti, pensieri, affermazioni, dichiarazioni contrari a verità da parte di una radio o una televisione di richiedere all’emittente, privata o pubblica, la diffusione di proprie dichiarazioni di replica, in condizioni paritarie rispetto all’affermazione che vi ha dato causa.

Il Corecom, verificata la fondatezza della richiesta, ordina all’emittente la rettifica; nel caso in cui essa non ottemperi, il Corecom trasmette la relativa documentazione all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, la quale può decidere l’irrogazione di sanzioni.
Le competenze del Corecom in materia di rettifica, attive dal febbraio 2004 su delega dell’Autorità, attengono esclusivamente al settore radiotelevisivo regionale. Ne deriva che tutte le istanze di rettifica riguardanti il settore della carta stampata saranno considerate inammissibili. La procedura attivata presso il Corecom è completamente gratuita e viene completata in tempi estremamente brevi, tali da assicurare la necessaria effettività ed efficacia della rettifica.

Come fare… Chi si ritenga leso nei propri interessi morali o materiali da trasmissioni contrarie a verità deve preliminarmente inoltrare la propria richiesta di rettifica all’emittente. Soltanto qualora la rettifica non sia stata accolta, l’interessato potrà inoltrare al Corecom la
relativa istanza. L’istanza al Corecom deve: contenere le generalità complete e il domicilio o la sede legale del richiedente; essere corredata di tutti gli elementi atti ad identificare con precisione le notizie di cui si chiede la rettifica; 
- essere sottoscritta con firma autenticata nelle forme di legge; 
- riportare in allegato la documentazione comprovante l’avvenuta richiesta all’emittente e l’eventuale rifiuto della stessa.

Riferimenti normativi:
• Legge 6 agosto 1990 n. 223 (art. 10 commi 3 e 4 – Disciplina del sistema radiotelevisivo pubblico e privato)
• D.P.R. 27 marzo 1992 n. 255 (Regolamento di attuazione della Legge 6 agosto 1990 n. 223 sulla disciplina del sistema radiotelevisivo pubblico e privato)
• Delibera 402/03/CONS con la quale l’autorità ha delegato ai Corecom le funzioni relative all’esercizio del diritto di rettifica con riferimento al settore radiotelevisivo locale.

Come si evince il diritto di rettifica va esercitato in maniera abbastanza precisa, e non "scemo di un giornalista dammi il diritto di replica". E si riferisce al sistema radiotelevisivo, non ad un forum di quattro sfigati che passano il tempo ad insultarsi.

Ma continuando a scavare alla fine esce fuori un diritto di replica.
Però , ahimè, anche questo non è una legge, ma un protocollo approvato dal Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Giornalisti e dalla Federazione Nazionale della Stampa, con il nome di Carta dei doveri del giornalista. Cosa dice? In buona sostanza dice che in presenza di accuse che possono danneggiare reputazione o dignità del protagonista, questi ha diritto alla pari opportunità di replica.

Quando questo è impossibile il giornalista è tenuto a informarne i lettori.

E' inutile sottolineare che anche qui si parla di giornali e di accuse a persone reali tipo "Girolamo Seghetti o Ernesto Tumistufi, non certo a giornalista II o a Espulsivo, oppure Metti la cera Togli la cera. Bisogna essere su un giornale, bisogna che l'autore sia un giornalista, bisogna che il presunto danneggiato sia una persona fisica individuabile”. Se ho commesso errori od omissioni comprovabili sono disposto a prenderne atto.

Diritto di replica
L’art. 8 della legge sulla stampa 47/1948 stabilisce che “il direttore o, comunque, il responsabile è tenuto a fare inserire gratuitamente nel quotidiano o nel periodico o nell'agenzia di stampa le dichiarazioni o le rettifiche dei soggetti di cui siano state pubblicate immagini od ai quali siano stati attribuiti atti o pensieri o affermazioni da essi ritenuti lesivi della loro dignità o contrari a verità, purché le dichiarazioni o le rettifiche non abbiano contenuto suscettibile di incriminazione penale”.

Il lavoro del giornalista si ispira ai principi della libertà d'informazione e di opinione, sanciti dalla Costituzione italiana, ed è regolato dall'articolo 2 della legge n. 69 del 3 febbraio 1963:
«E' diritto insopprimibile dei giornalisti la libertà d'informazione e di critica, limitata dall'osservanza delle norme di legge dettate a tutela della personalità altrui ed è loro obbligo inderogabile il rispetto della verità sostanziale dei fatti, osservati sempre i doveri imposti dalla lealtà e della buona fede.
 

Devono essere rettificate le notizie che risultino inesatte e riparati gli eventuali errori.
Giornalisti e editori sono tenuti a rispettare il segreto professionale sulla fonte delle notizie, quando ciò sia richiesto dal carattere fiduciario di esse, e a promuovere lo spirito di collaborazione tra colleghi, la cooperazione fra giornalisti ed editori, e la fiducia tra la stampa e i lettori»

Il rapporto di fiducia tra gli organi d'informazione e i cittadini è la base del lavoro di ogni giornalista. Per promuovere e rendere più saldo tale rapporto i giornalisti italiani hanno sottoscritto la Carta dei doveri.
Rettifica e replica
Il giornalista rispetta il diritto inviolabile del cittadino alla rettifica delle notizie inesatte o ritenute ingiustamente lesive.
Rettifica quindi con tempestività e appropriato rilievo, anche in assenza di specifica richiesta, le informazioni che dopo la loro diffusione si siano rivelate inesatte o errate, soprattutto quando l'errore possa ledere o danneggiare singole persone, enti, categorie, associazioni o comunità.
Il giornalista non deve dare notizia di accuse che possano danneggiare la reputazione e la dignità di una persona senza garantire opportunità di replica all'accusato.
Nel caso in cui ciò sia impossibile (perché il diretto interessato risulta irreperibile o non intende replicare), ne informa il pubblico. In ogni caso prima di pubblicare la notizia di un avviso di garanzia deve attivarsi per controllare se sia a conoscenza dell'interessato.
Le fonti
Il giornalista deve sempre verificare le informazioni ottenute dalle sue fonti, per accertarne l'attendibilità e per controllare l'origine di quanto viene diffuso all'opinione pubblica, salvaguardando sempre la verità sostanziale dei fatti.

Nel caso in cui le fonti chiedano di rimanere riservate, il giornalista deve rispettare il segreto professionale e avrà cura di informare il lettore di tale circostanza.

In qualunque altro caso il giornalista deve sempre rispettare il principio della massima trasparenza delle fonti d'informazione, indicandole ai lettori o agli spettatori con la massima precisione possibile.

L'obbligo alla citazione della fonte vale anche quando si usino materiali delle agenzie o di altri mezzi d'informazione, a meno che la notizia non venga corretta o ampliata con mezzi propri, o non se ne modifichi il senso e il contenuto.
In nessun caso il giornalista accetta condizionamenti dalle fonti per la pubblicazione o la soppressione di una informazione.

Il tutto, per corretto dovere di cronaca ed informazione




LAGONEGRO, NUOVO OSPEDALE: I PROPRIETARI DEI TERRENI: "E SE FRANA TUTTO CHI PAGA?"

Redazione

Lagonegro (PZ) – Sulla vicenda relativa l'iter di costruzione del nuovo ospedale di Lagonegro, lo scorso 9 ottobre abbiamo dato voce al primo cittadino di Lagonegro Domenico Mitidieri e all'ingegnere Pietro Mango presidente del comitato civico pro-ospedale.

Nell'articolo l'ingegner Pietro Mango dichiarava che:
"a complicare ulteriormente la situazione ci sono alcuni, proprietari delle particelle espropriate, i quali sostengono di avanzare crediti dalla Sol che non li avrebbe rimborsati né adeguatamente né completamente".

Sull'argomento hanno ritenuto di intervenire alcuni proprietari dei terreni delle aree interessate dal progetto. Di seguito la nota di Natalino Viceconte, Domenico Viceconti, Carmelina Ladaga, Agnese Puppo

Leggiamo con stupore quanto pubblicato sul vostro giornale a firma di Domenico Leccese che prima intervista Pietro Mango, quale presidente del "Comitato Civico pro ospedale del Lagonegrese", e poi, il 9 ottobre c.a., il sindaco di Lagonegro Domenico Mitidieri, ove si afferma che gli espropriati avrebbero sollevato innumerevoli ostacoli, anche di natura giudiziaria, contro la cessione delle aree, nonché di complicare ulteriormente la situazione […] e di avanzare crediti dalla SOL che non li avrebbe rimborsati né adeguatamente né completamente.

In proposito riteniamo di precisare che secondo quanto si è letto recentemente su vari giornali regionali sembra che vi siano:
1) violazioni al codice degli appalti;
2) condizioni contrattuali economicamente sfavorevoli per la pubblica amministrazione;
3) suolo non idoneo alla costruzione di un opera di tali dimensioni; infatti secondo il piano territoriale paesistico di vasta area, adottato con DGR n.6210 del 24.11.1987, in tale zona sarebbero, stante le criticità idrogeologiche, consentite costruzioni di ordine sparso aventi un'altezza in gronda non superiore a m.7,50.

Salvo prova contraria non risulta che vi siano proprietari delle aree interessate contrari alla cessione dei terreni o che abbiano adito l'Autorità Giudiziaria opponendosi alla procedura espropriativa. Invero, risulta che la quasi totalità dei proprietari, tra cui i sottoscritti, hanno chiesto la determinazione dell'indennità avvalendosi del collegio tecnico previsto dal TUE, nonché hanno citato la S.O.L SpA. affinché procedesse, così come previsto per legge, al deposito dell'indennità provvisoria determinata dalla stessa società e quella di occupazione.
Quanto all'opera si è tutti consapevoli dell'importanza e della ricaduta economica che si viene a creare per tutta l'area del Lagonegrese, tuttavia occorrerebbe un po' di rispetto per coloro i quali vengono privati di terreni e fabbricati senza provvedere ad indennizzarli né a trovare una soluzione alternativa, in particolare per coloro ai quali è stata sottratta l' unica abitazione e sono stati costretti a subire sia le spese per il trasloco che il canone di fitto per la nuova dimora.

L'affermazione della S.O.L. secondo la quale essa stessa avrebbe offerto una sistemazione provvisoria alla famiglia di Viceconte Natalino è priva di qualsiasi fondamento e come tale ne dovrà rispondere nelle sedi giudiziarie. Altrettanto destituite di fondamento sono pertanto le affermazioni dell'ing.Mango e del sindaco Mitidieri.

Risulta a dir poco sconcertante affermare che l'espropriato possa ostacolare la costruzione di un'opera pubblica perché egli può solo chiedere il giusto ristoro. Altrettanto obbrobrioso è dichiarare che alcuni proprietari sostengono di avanzare crediti dalla SOL: costui forse ritiene che ai proprietari non è dovuto alcuno indennizzo? Ed in base a cosa, poi, si sostiene che essi sono stati rimborsati in parte?

La SOL alla data odierna ha acquisito da coloro i quali hanno accettato l'indennità offerta l'8% delle aree, percentuale che scende al 2% del valore degli immobili ove si consideri che nel restante 92% insistono nr.5 fabbricati tra i quali nr.3 abitazioni.

Questi sono i fatti:
la SOL è in contenzioso per il 98% del valore degli immobili e con la quasi totalità dei professionisti che hanno costituito i vari collegi tecnici per la determinazione del valore degli immobili.

Ci auguriamo vivamente che sia stato approvato il progetto esecutivo, in tal caso non resta che l'avvio dei lavori e l'emissione del decreto di esproprio con le trascrizioni immobiliari a favore della Regione Basilicata. Verremmo, così,  esonerati dal pagare le tasse che al momento, nonostante siamo stati privati degli immobili, siamo costretti nostro malgrado a sostenere. Dunque, ancora altre spese a nostro carico.
Si ha motivo di ritenere che vi sia una regia intenta alla disinformazione. Ovverosia, attese le vicissitudini in atto con la magistratura contabile e quella penale e le problematiche di natura idrogeologica, si sta cercando di trovare il colpevole nei proprietari espropriati.

La ventilata ipotesi di iniziare i lavori nonostante tutto, salvo poi sospenderli in caso venga riscontrata la frana, fa gridare allo scandalo. Chi pagherà i danni erariali nel caso ciò si avverasse?




LAGONEGRO, OSPEDALE ACUTI: LA REGIONE DICE SI AL PROGETTO ESECUTIVO

 

LEGGI ANCHE: LAGONEGRO, OSPEDALE PER ACUTI: UN'ATTESA DI 17 ANNI TRA INDAGINI E PROMESSE

 

di Domenico Leccese

Lagonegro (PZ) – Questa potrebbe essere, forse, la volta buona per l’avvio dei lavori, previsto già per il mese di Aprile e rimandato poi invano alla scorsa estate.

I soldi per il nuovo Ospedale Unico per Acuti di Lagonegro ci sono: “Milioni di euro che giacciono nelle casse regionali in un periodo di grave crisi economica e mancanza di lavoro, mentre i cittadini aspettano da oltre diciassette anni” ha dichiarato a "L’Osservatore Italia” l’Ing. Pietro Mango, presidente del comitato civico pro-ospedale. Perché, secondo il RUP, la società incaricata dalla Regione con procedura selettiva di esaminare il progetto esecutivo della SOL, la Società Ospedaliera Lucana, concessionaria dell’opera, ha validato in maniera definitiva tutta la documentazione acquisita.

Pertanto, terminato l’iter burocratico e amministrativo, la prossima fase dovrebbe essere quella della cantierizzazione, sebbene la direzione dei lavori non si sia ancora riunita e da fonti istituzionali non arrivi nessuna conferma di una data precisa per la posa della prima pietra. Una variabile imprevedibile potrebbe essere il riscontro, durante gli scavi per le fondazioni, dell’effettiva instabilità geostatica dei terreni individuati, che secondo i tecnici della Sol sarebbero soggetti a movimenti franosi.

A complicare ulteriormente la situazione ci sono alcuni, proprietari delle particelle espropriate, i quali sostengono di avanzare crediti dalla Sol che non li avrebbe rimborsati né adeguatamente né completamente.

Il sindaco di Lagonegro Domenico Mitidieri auspica e confida che “entro l’autunno in corso potranno cominciare le attività di costruzione” e che “una forte spinta in tal senso arrivi dall’Unione dei comuni, per valorizzare le vocazioni specifiche del nostro territorio e completare il disegno dell’amministrazione comunale di fare di Lagonegro una città di servizi”. “La forte esigenza che si proceda subito all’avvio dei lavori per il nuovo nosocomio nasce dall’esigenza di servire un’utenza notevolmente aumentata, proveniente da Calabria e Campania – ha precisato il primo cittadino: il ridimensionamento e la chiusura di numerosi ospedali in Basilicata e nelle due regioni limitrofe, infatti, ha indirizzato tanti pazienti verso la nostra struttura che non è più idonea a sopportare un tale sovraccarico. Ciò fa si che malgrado la qualità e la grande professionalità di dirigenti, medici e personale infermieristico, che in alcuni reparti come quello di ostetricia e ginecologia raggiunge punte d’eccellenza riconosciute a livello nazionale, talora si generano dei disservizi soprattutto per quanto riguarda l’accoglienza dei parenti dei degenti”.




LAGONEGRO, OSPEDALE PER ACUTI: UN'ATTESA DI 17 ANNI TRA INDAGINI E PROMESSE

di Domenico Leccese

Lagonegro (PZ) – Il paventato danno erariale accertato dalla Guardia di Finanza di circa 2milioni di euro che ha coinvolto gli ex governatori della Regione Basilicata Bubbico e De Filippo ed alcuni funzionari pubblici ancora ignoti. L'indagine, è arrivata ad una fase, abbastanza strana, che riguarda l’Iter realizzativo dell’Ospedale Unico di Lagonegro in provincia di Potenza. L’Ingegner Pietro Mango, presidente del Comitato Civico pro Ospedale del Lagonegrese, chiarisce: “Infatti mentre si sta concludendo il progetto esecutivo, sulla stampa regionale sono stati pubblicati tabella che parlano di instabilità dell’area prescelta, per sua natura in frana e dei soldi spesi per un progetto ancora non cantierabile, quindi non correlato al rapporto costi/benefici a distanza di circa 17 anni da quando ne venne individuato il sito.”

A riguardo e per onore alla corretta informazione occorre fare alcune precisazioni di merito sia sotto l’aspetto tecnico che amministrativo,
partendo dalla legge di riforma del sistema sanitario regionale che prevedeva il riordino e la razionalizzazione delle ex “U.S.L.“ e, conseguenzialmente, della rete Ospedaliera sulla quale il Comitato dei Sindaci dell’area, dopo lunghe accanite discussioni e peripezie pure fantasiose sulla probabile ubicazione, individuò l’area destinata all’accoglimento del nuovo nosocomio per acuti. Continua Mango “In particolare il sito scelto, ricadente sullo svincolo autostradale Lagonegro – Sud della SA-RC, in posizione amena e strategica, perché facilmente raggiungibile sia dai territori dell’entroterra lucano che da quelli campani e calabresi in quanto zona di confine, era già indicato nel P.R.G. del comune di Lagonegro all’epoca della sua adozione,1973, come probabile area per l’insediamento dell’Ospedale Regionale.

Stessa ipotesi confermata nei successivi piani urbanistici redatti dal Comune di Lagonegro che, secondo la prassi d’approvazione, sono stati sottoposti preventivamente allo studio geologico per la definizione dell’idoneità delle aree prescelte agli insediamenti edilizi ed al relativo parere regionale.” Questa dote implicita evitava una serie di procedimenti Amministrativi inerenti alle Varianti Urbanistiche per l’individuazione di un’ altra area da destinare all’accoglimento della Nuova Struttura Sanitaria, ed avrebbe consentito di dare una risposta rapida all’emergenza sanitaria determinatasi con l’avvio della razionalizzazione della rete ospedaliera. “Esperite le gare con la formula del General Contractor e sulla base di una progettazione Preliminare redatta dagli Uffici Tecnici Regionali venne scelto l’appaltatore che, come co-finanziatore dell’opera, aveva l’obbligo di produrre il progetto esecutivo e di realizzarlo, avendone in cambio la gestione di alcune attività di manutenzione e la gestione di servizi.

Successivamente per sopravvenute modifiche della Normativa Tecnica Sanitaria e Sismica l’impianto originario venne rivisitato con una lievitazione dell’ammontare dell’appalto ed un cambiamento dell’affidamento da general Contractor a Concessione.” Comunque la progettazione preliminare era stata avviata sulla base di un livello di conoscenza del sito abbastanza buono, in quanto sulle aree circostanti sono state realizzate una serie di opere, pubbliche e private, a suo ridosso di dimensioni anche considerevoli, quali: il Midi Hotel, l’Autostrada Sa – RC la cui originaria realizzazione ed il suo recente ampliamento ha richiesto opere complementari considerevoli, l’Istituto Tecnico per Geometri il cui sito è separato da quello del futuro Ospedale dalla sede stradale della S.P. 26 e nell’intorno tanti insediamenti privati, anche di recentissima costruzione , tutti costruiti con regolari titoli autorizzativi e pareri, essendo sottoposta a diversi vincoli, degli Uffici Regionali Preposti che, nel complesso non hanno mai manifestato alcun segno di dissesto. “Oltre alle citate osservazioni di superfice citate, dalla prima campagna geognostica la quale non rilevò altro che delle criticità appianabili con una buona progettazione geotecnica, l’area è rimasta pressoché abbandonata a se stessa ma nel frattempo, l’azione amministrativa, pur andando avanti, ha subito tante tergiversazione per la nomina dei RUP, per le conferenze di servizio sulle varie problematiche di interesse delle diverse amministrazioni preposte, per le riprogettazioni conseguenziali alle neo subentranti Normative Tecniche e soprattutto per la disponibilità delle aree in conseguenza degli espropri, i cui destinatari hanno sollevato innumerevoli ostacoli, anche di natura giudiziaria, contro la loro cessione.

Questa fase interlocutoria ha avuto un primo epilogo circa 2 anni (2013/14) fa con l’avvio di campagna geognostica e di monitoraggio asservita all’installazione di piezometri ed inclinometri, le cui indicazioni confermano le precedenti, accertando nel contempo la presenza della falda a profondità stabilizzata, le cui escursioni potrebbero essere eliminate con l’adozione di canali drenanti al disotto dell’intercetta col piano fondale.

Tutto l’escursus storico in precedenza descritto, anche se sommariamente, serve a dimostrare innanzi tutto che le responsabilità degli ex Governatori chiamati in causa, in questa specifica vicenda, sono solo politiche, forse solo per loro distrazione e mancato interesse precipuo, trattandosi di un’area marginale e quindi non rientrante nei loro naturali serbatoi di voti ,ma che i ritardi registrati sicuramente riguardano l’elefantiaco procedimento amministrativo, probabilmente anche artefatto da manipolazioni sui tempi necessari alla nomina dei componenti delle commissioni, dei RUP, al rilascio dei pareri che li hanno fatto lievitare oltre ogni limite di decenza.” Prosegue l’Ing Pietro Mango “Ora a scanso dell’effettivo concretizzarsi del danno erariale che ne potrebbe derivare però ,conseguenzialmente ad uno stop giudiziario per accertamenti sulle eventuali responsabilità dei ritardi registrati sulla procedura di avvio dei lavori ormai giunta alla conclusione, i preposti al procedimento amministrativo, il RUP in primis ha l’obbligo di verificare la conclusione nel procedimento della progettazione esecutiva per consentire all’impresa concessionaria l’avvio dei lavori. Ogni altro indugio diventa semplicemente vessatorio e magari interpretabile come ancora rispondente alla logica occulta che ha come obiettivo quello di impedirne in ogni modo la costruzione perché la risoluzione del problema sanitario minerebbe ancor più i gli intenti dei nostalgici del famoso progetto della Città – Regione che tanti danni ha fatto al territorio all’integrazione dei territori periferici.

Occorre comunque ridurre al massimo i tempi e dare una risposta ai cittadini lucani del Lagonegrese che da oltre 17 anni, sono stati vessati con continue e rinnovate promesse sulla costruzione del Nuovo Ospedale per Acuti e nel contempo cancellare lo scandalo della giacenza di svariati milioni di euro nelle casse regionali in un periodo di grave crisi e mancanza di lavoro.” Conclude l’Ing. Pietro Mango “Quanto in precedenza scritto deriva da conoscenze ed attenzioni tenute sulla questione, ma soprattutto da esperienze dirette sulla tenuta di suoli interessati, perché residente nella propria abitazione posta a meno di m. 100 dall’area dell’insediamento e se tutto ciò che è stato asserito nel presente articolo venisse confutato accorrerebbe pure dimostrare l’indolenza e l’incapacità dei tecnici comunali, regionali e liberi professionisti in particolare geologi che hanno contribuito alla edificazione descritta e che sta ancora li da anni.”