LANUVIO: RESIDENTI SENZ'ACQUA, INIZIA IL CALVARIO DELL'EMERGENZA IDRICA AI CASTELLI ROMANI

C.R.

Arriva il caldo e iniziano le prime emergenze idriche ai Castelli Romani. Stavolta è toccato a Lanuvio dove già dal 9 giugno i disservizi hanno iniziato a far visita ai poveri residenti, soprattutto quelli tra Genzano e Lanuvio e nelle campagne poco distanti dal centro storico. Questa mattina l’acqua è iniziata mancare totalmente dalle 8:00 e ancora il problema persiste: “Non possiamo sopportare un’altra stagione senz’acqua – dice Rosaria, una residente – abbiamo bambini, animali e anche l’orto. Siamo a secco e l’acqua è vita”. Lo scorso anno, ad agosto, a Lanuvio e Genzano sono rimasti per 40 ore senz’acqua. L’Acea, gestore del servizio idrico, non è in grado di fornire notizie certe sul ripristino del disservizio peraltro non annunciato ma arrivato all’improvviso senza dare possibilità ai lanuvini di organizzarsi. Sembrerebbe che la questione di scarso flusso idrico relativo alla zona sotto Genzano e Lanuvio sia che l’impianto di depurazione e smistamento dell’acqua si trovi all'inizio di via del Lavoro, così il bocchettone che serve tutta la parte bassa si troverebbe a monte della cisterna di raccolta. Insomma, secondo molti residenti Acea dovrebbe intervenire in maniera risolutiva per evitare queste continue emergenze che si verificano soprattutto d’estate, “poi c’è un altro fattore – conclude Rosaria – e cioè che in campagna se sono dichiarate 1.000 famiglie con il contatore Acea, ce ne sono almeno 2.000 allacciate abusivamente che non risultano e questo è un problema poiché, se si basano sulla necessità di acqua di 1.000 famiglie allora è chiaro che l’emergenza ci sarà sempre”.

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C.R.

Lanuvio, Genzano (RM) – In molte zone di Lanuvio e Genzano manca l’acqua da oltre 40 ore. E’ una situazione da terzo mondo che interessa centinaia di residenti. L'Acea dovrebbe dare una risposta immediata. E’ assurdo: d’estate senza la possibilità di farsi una doccia, mettere una lavatrice, pulire il pavimento. Le condizioni igienico sanitarie dei residenti colpiti dal disservizio sono davvero precarie. A Lanuvio la situazione è critica in via delle Selve e vie limitrofe dove per cucinare un piatto di pasta si riempiono le pentole alla fontana. Dalla notte di martedì 30 luglio nella zona Artigiana a Genzano manca l'acqua. Le amministrazioni, che hanno il contatto diretto con i cittadini, non sanno più cosa rispondere perché l’Acea, responsabile dei disservizi, non fornisce date certe ai fini del ripristino della gravissima mancanza. Al numero verde Acea immettendo i codici di avviamento postale dei due Comuni, un ripetitore automatico si scusa del disservizio. Le persone sono furiose e in molti pensano ad una mobilitazione di massa. Rivogliono l’acqua un bene comune e inalienabile.

Intanto Mara Elisa Bevilacqua, consigliere di maggioranza (Fds) scrive una nota pubblica sulla questione:

Mentre sembrava che con i lavori di miglioria, gentilmente concessi da Acea, il problema della carenza d'acqua fosse più o meno risolto, putroppo in molte zone di Genzano siamo ancora senza acqua. Tra sabato e domenica, come comitati acqua territoriali, abbiamo fatto un seminario a Genzano in cui discutere delle pratiche da mettere in campo per ottenere il rispetto dell'esito referendario, e un'acqua di quantità almeno sufficiente e di qualità quantomeno corrispondente ai parametri. Ma mi chiedo da cittadino e da amministratore, che sulla questione idrica è scippato da un gestore privato del proprio ruolo decisionale, è sufficiente quello che stiamo facendo?

Genzano ha una mozione approvata nel 2010 in cui si chiede di operare controlli sulla qualità dell'acqua operati da un ente terzo e non solo dal gestore, ha inserito nel proprio statuto nel 2011 il principio che l'acqua è un bene comune privo, quindi, di rilevanza economica, ha inoltre intavolato un percorso con altri sindaci della zona per ottenere la variazione del regolamento dei rapporti tra gestore Acea e amministrazioni locali (percorso che però si è arenato, ma che invece andrebbe ripreso).

Ma evidentemente non basta, anche perchè l'emergenza idrica prosegue e l'amministrazione diventa l'interfaccia dei cittadini a cui non può che rispondere che fa pressioni su Acea per avere il rispetto delle regole di fornitura, ma Acea, forte di una convenzione, nonchè di un monopolio de facto sulla gestione dell'acqua, con tracotanza ci lascia senz'acqua e anche indignati.

Ma è ora di passare dalla frustrazione del cittadino che non riesce a farsi riconoscere i propri diritti, dalla frustrazione dell'amministratore locale che cerca di far rispettare i contratti all'ottenimento di ciò a cui, come cittadini, abbiamo diritto.

Penso che ormai non rimanga che discutere con la cittadinanza tutta, magari in piazza, magari in un consiglio comunale aperto, di una strategia che imponga davvero e una volta per tutte a Acea il rispetto dei termini della convenzione, pena una messa in mora, penso che sia ora di costruire un fronte reale e compatto in grado di ridisegnare i termini del regolamento, perchè non è possibile che vincendo un referendum in cui si stabilisce che l'acqua non è un bene privato, che avendo un contratto mondiale dell'acqua in cui si fissa la quota di 50 lt al giorno a persona come quota minima, non è possibile stare senz'acqua.

Altrimenti qui siamo al punto che i cittadini se la prendono con le amministrazioni, le amministrazioni dimostrano tutta la loro impotenza di fronte a un gestore monopolista e tracotante e tutti siamo privati di un bene che è nostro e della nostra capacità democratica.

Dal seminario di sabato e domenica è emersa una serie di pratiche messe in campo anche in altrri territori, discutiamo di quale pensiamo che sia meglio mettere in campo qui da noi, ma troviamo un modo per evitare che la frustrazione abbia il sopravvento e per ottenere davvero ciò che è nostro.

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