NEMI: TRA GATTI E RATTI “NON MI DIRE IL VERO CHE MI SI RIZZA IL PELO”

Dunque sulla storia dei gatti e dei ratti nella scuola di Nemi ci sono i pezzi di carta che parlano: segnalazione dei docenti, sopralluogo Asl, prescrizioni e disinfezione con derattizzazione con tanto di determina dirigenziale e allegata fattura.

 

di Chiara Rai

Nemi (RM) – Ci risiamo con la spicciola dialettica circense degna di arrampicatori su specchi insaponati: tocca nuovamente fare ordine con i pezzi di carta alla mano e con oggettiva trasparenza, requisito di cui difettano gli accusatori di turno.

Quando si fa cronaca, cioè si riportano fatti e dichiarazioni, non vi è alcuna possibilità di fuga. I fatti oggettivi sono questi che sto per ricordare e tali rimangono, nonostante missive tardive e inspiegabili scritte ad hoc per dare “un colpo alla botte e uno al cerchio” e l’autore di tali missive sa bene che sto riportando alla lettera una sua affermazione.

Il 7 gennaio 2014 la scuola media di Nemi si presentava con al suo interno deiezioni di animali, una puzza nauseabonda e freddo perché si sono dovute tenere le finestre aperte a causa dell’olezzo e perché la caldaia era mal funzionante. Cosa fa una giornalista? (a proposito mi dicono che una presunta cuoca avvezza al lavoro del dolce far nulla e che timbra il cartellino tre giorni all’anno in barba ai veri chef degni di questo nome, ha addirittura esclamato “Chiara Rai, perché è una giornalista?)

Una giornalista contatta il dirigente scolastico del plesso, (la quale mi riferiscono che anch’essa pare abbia ‘elogiato le mie doti’) la quale mi riferisce testualmente: "Pare che gli operai abbiano lasciato delle finestre aperte nei giorni passati – ci riferisce il dirigente scolastico dell'Istituto Laura La Manna – e siano entrati dei gatti che come si può immaginare hanno fatto i loro bisogni in qualche classe. Fortunatamente il sindaco Alberto Bertucci si è accorto subito della situazione e ha provveduto a far pulire". "Sappiamo che la pipì del gatto ha un odore molto forte – conclude il dirigente – e ci vorrà qualche giorno prima che vada via completamente. Qualche genitore ha ritenuto, dato il cattivo odore, di non lasciare i propri figli a scuola, ma ripeto l'attività didattica non è assolutamente stata sospesa". La Manna fa sapere che per la pipì di gatto non è prevista disinfestazione ma è sufficiente l'ordinaria pulizia delle superfici. Adesso, non sono in grado di dire se poi il dirigente, di fronte agli amministratori o altri genitori abbia o meno confermato quanto dichiaratomi telefonicamente il 7 gennaio del 2014 alle ore 9:30 circa del mattino. Fatto sta che serietà vuole che se la sottoscritta avesse scritto qualcosa di falso, l’interessato da queste presunte falsità avrebbe dovuto inviare via email, via fax o via posta tradizionale al giornale una richiesta di rettifica, ma così non è stato e la vicenda ha assunto sfumature paradossali: anzichè precisare con il giornalista si precisa con l'amministrazione comunale.

Il diritto di rettifica, sancito dall'articolo 8 della legge sulla stampa n. 47 del 1948 e dagli artt. 42 e 43 della legge 416 del 1981, che rappresenta uno strumento riparatorio sui generis. Esso tende, infatti, non ad accertare la verità oggettiva, bensì ad arricchire la notizia divulgata con una verità soggettiva, cioè con l'interpretazione dei fatti resa da colui che si ritiene leso.

Continuiamo l’escursus. L’8 gennaio 2014, all’indomani della sorpresa che degli animali erano entrati nel plesso scolastico a causa di finestre lasciate distrattamente aperte, vengo informata da fonti ufficiose che la Asl RmH aveva eseguito un sopralluogo. E che fa una giornalista? Non potendomi fermare alla fonte ufficiosa ho pensato bene di contattare direttamente la Asl RmH con la quale ho rapporti professionali e consolidati da oltre dieci anni, soprattutto attraverso l’ufficio stampa della stessa. Quindi ho contattato direttamente il reparto senza passare, questa volta, per il portavoce, ma solo per abbreviare i tempi e sentire direttamente la fonte. Il dottor Daniele Gentile della Asl RmH, durante la telefonata intercorsa il 17 gennaio 2014 mi ha detto chiaramente e senza difficoltà di comprensione da parte mia, testuali parole: “Quando siamo arrivati per il sopralluogo al fine di verificare l’agibilità del plesso – dichiara il dottor Daniele Gentile della Asl RmH – molto era stato già prontamente pulito con la candeggina. Abbiamo comunque rilevato la presenza di feci di ratto presenti nell'edificio a causa di questo evento straordinario. E’ naturale che se distrattamente, e questo può umanamente accadere, vengono lasciate le finestre aperte, gli animali entrano e lasciano escrementi ovunque. E in questo caso erano presenti anche feci di ratto. Comunque – conclude – ci sono delle prescrizioni strutturali della Asl rispetto la scuola media di Nemi. C’è anche il problema della caldaia mal funzionante che preoccupa forse di più di un evento episodico come quello dell’ingresso degli animali nel plesso e infine abbiamo indicato la necessità di un intervento di derattizzazione ai fini preventivi”.

Adesso, se il funzionario Asl, una volta chiusa la telefonata e letto l’articolo pubblicato abbia inteso di fronte agli amministratori o ad altre persone spiegare in altre parole e in altri termini ciò che ha asserito alla sottoscritta, non posso saperlo. Fatto sta e sempre serietà vuole che se il dottor Gentile avesse ravvisato inesattezze nelle mie dichiarazioni avrebbe dovuto per onor di cronaca e per suo diritto dovere inviare alla mia attenzione (e i miei recapiti sono facilmente reperibili) e presso i quotidiani su cui scrivo, una richiesta di rettifica sempre ai sensi della legge sulla stampa.

Il caso ha voluto che comunque con determinazione numero 10 del 16 gennaio con oggetto disinfezione e derattizzazione scuola media, venisse resa pubblica l’intenzione di operare una derattizzazione al plesso in questione. E nella stessa, nell’ambito della premessa, si può leggere testé: “Premesso che in data 8.01.2014 è stato effettuato un sopralluogo congiunto con personale dell’Azienda USL Roma- H a seguito di una segnalazione da parte del corpo docente della Scuola media sita in via san Michele;che in conseguenza della verifica tecnico-ispettiva del Servizio Igiene – Pubblica Distretto H2 è statoinviato a questa Amministrazione una nota, pervenuta in data 13.01.2014, prot. 302, con i lavori daeffettuarsi sull’immobile tra cui la disinfezione e derattizzazione di tutto il plesso”. Se fossero entrati solo i gatti e avessero fatto solo la pipì e non la pupù, allora perché eseguire la derattizzazione e disinfezione ordinata dalla Asl RmH?

E dopo aver pubblicato una foto di un gatto sui vassoi presumibilmente della mensa ed essere stata nuovamente accusata di dire falsità dal solito noto gruppetto di circensi, ciliegina sulla torta, spunta una lettera del dottor Gentile protocollata addirittura in data 27 gennaio 2014 dove si rimette in discussione quanto affermato dallo stesso alla sottoscritta, ma un fatto rimane e non viene smentito dal funzionario Asl. “La presenza di deiezioni di gatto e di topo all’interno del plesso è stata riferita dal personale della scuola”. Quindi, secondo la nota dell’ufficio stampa del Comune di Nemi che sostiene che non sono entrati topi nella scuola, significa che il personale della scuola dice falsità. Così come avrebbero detto falsità anche i docenti che hanno fatto la segnalazione in conseguenza della quale la Asl RmH ha effettuato un sopralluogo l’8 gennaio 2014”.

Questa storia mi sembra la stessa del cimitero: sono stata accusata dagli amministratori di maggioranza di dire tutte falsità. Ma la mia versione dei fatti era corredata da foto, da testimonianze e precisione nello specificare data e orario del fatto. Mi hanno trascinata in Tribunale ma non hanno vinto, anzi la mia tesi è stata accolta e quindi la querela nei miei confronti archiviata.

Ma se è vero che perseverare è diabolico è anche vero che ognuno ragiona per le proprie capacità.

E così per onor di cronaca ribadisco tutto quello che ho scritto, fino a prova contraria e sempre aperta a rettifiche di sorta. Ma invece di ricorrere a strumenti legali si tenta di screditarmi in ogni sede e in ogni maniera. Mia nonna mi avrebbe detto: “senti da che pulpito viene la predica”. Il tempo, come sempre mi darà man forte. Del resto coloro che mi accusano sono “grandi peccatori ma poveri conoscitori”. Dunque sulla storia dei gatti e dei ratti nella scuola di Nemi ci sono i pezzi di carta che parlano: segnalazione dei docenti, sopralluogo Asl, prescrizioni e disinfezione con derattizzazione con tanto di determina dirigenziale e allegata fattura. Per chi non lo sapesse Il servizio di "derattizzazione", è mirato alla lotta contro i Topi ed i Ratti e derattizzare significa bonificare e mantenere tale un’area ben definita dalla presenza di roditori molesti.

LEGGI ANCHE:

25/01/2014 IL VIDEOBLOB DI GENNAIO 2014
21/01/2014 NEMI: RICHIESTO UN CONSIGLIO STRAORDINARIO APERTO ED URGENTE SUL CASO SCUOLA E MENSA SCOLASTICA
20/01/2014 NEMI: SUL CASO GATTI E MENSA SCOLASTICA INTERVIENE AZZURRA MARINELLI, ALTRO GENITORE INDIGNATO
19/01/2014 NEMI: DOPO I GATTI, I RATTI E LA CALDAIA MALFUNZIONANTE ARRIVA LA LETTERA DI UNA MAMMA INDIGNATA


 




LANUVIO: "ABUSO DI ALCOOL, FUMO E DROGHE" SE NE E' PARLATO ALL'ISTITUTO SCOLASTICO MARIANNA DIONIGI

Redazione

Lanuvio (RM) – Successo per l'iniziativa presso l'Istituto comprensivo Marianna Dionigi di Lanuvio. Un appuntamento importante quello di ieri 23 gennaio 2014 a Lanuvio che ha accolto il progetto "Scuole Sicure", una iniziativa di educazione alla legalità finalizzata ad informare i giovani stidenti circa i rischi derivanti dall'abuso di alcool, fumo e droghe. 

All'incontro hanno partecipato gli allievi delle classi IV e V elementare che hanno ascoltato con interesse le informazioni fornite dal personale della Questura di Roma e del Commissariato di Polizia di Genzano nella persona del Sovrintendente Massimiliano Cavola che hanno risposto ai quesiti ed alle curiosità degli studenti.

Particolare apprezzamento è stato espresso dal Dirigente Scolastico Laura La Manna, dai docenti e dal rappresentante dei genitori per la collaborazione con la Questura di Roma avviata da diversi anni e rinnovata dal Questore Mazza. 




NEMI: RIENTRO A SCUOLA IN ODORE DI GATTO

Redazione

Nemi (RM) – Ritorno a scuola abbastanza problematico per gli studenti delle medie ed elementari di Nemi. Alcune classi del plesso della scuola media De Santis in Via San Michele sono oggetto di pulizia: "Pare che gli operai abbiano lasciato delle finestre aperte nei giorni passati – ci riferisce il dirigente scolastico dell'Istituto Laura La Manna – e siano entrati dei gatti che come si può immaginare ha fatto i loro bisogni in qualche classe. Fortunatamente il sindaco Alberto Bertucci si è accorto subito della situazione e ha provveduto a far pulire". Il dirigente La Manna assicura che la scuola comunque è aperta e che al massimo sono state spostate alcune classi per permettere la pulizia. "Sappiamo che la pipì del gatto ha un odore molto forte – conclude il dirigente – e ci vorrà qualche giorno prima che vada via completamente. Qualche genitore ha ritenuto, dato il cattivo odore, di non lasciare i propri figli a scuola, ma ripeto l'attività didattica non è assolutamente stata sospesa". La Manna fa sapere che per la pipì di gatto non è prevista difinfestazione ma è sufficiente l'ordinaria pulizia delle superfici. 

Qualche giorno fa risultano essere stati cambiati degli infissi proprio in questo plesso. Saranno state lasciate le finestre aperte in quella occasione?

LEGGI ANCHE:

04/01/2014 NEMI: RITORNO AL FUTURO
03/01/2014 NEMI: INFISSI DA CAPOGIRO E FATTURE CHIAROVEGGENTI ALL'OMBRA DEI DEBITI FUORI BILANCIO



NEMI, COMPUTER NUOVI IN UNA SCUOLA CHE FA PAURA SOLO A GUARDARLA

Chiara Rai

Nemi (RM) – Ferri arrugginiti, impalcature, travi in legno buttate a terra, intonaco che cade a pezzi. Versa ancora in queste condizioni l’unica scuola del Comune di Nemi. Questa mattina, il sindaco di Nemi Alberto Bertucci ha inaugurato alcuni computer nuovi che sono stati acquistati dal Comune per le classi delle medie, che si trovano proprio attigue al corpo in cantiere, ormai in via di deterioramento.

Ai piedi di questo cantiere, c’è addirittura la palestra dove i ragazzi della scuola di Nemi si recano per fare educazione fisica. Un sito che ad occhio nudo appare inagibile ma che invece, sulla carta, risulta essere agibile: all’interno del cantiere mai finito, tra polveri e sporcizia e tanti di quei pericoli. Gli studenti più piccoli, quelli delle elementari devono addirittura uscire dal plesso e attraversare la strada. Ma il percorso non è affatto sicuro non solo perché in preda ai parcheggi selvaggi e un via vai di macchine, ma perché potrebbe cedere qualche impalcatura, qualche bambino potrebbe inciampare.

Allora ci si chiede se anziché comprare dei computer nuovi non fosse stata una priorità far ripartire il cantiere come promesso dal sindaco Alberto Bertucci in campagna elettorale. Voleva rivoluzionare la scuola ma per adesso ci sono dei computer nuovi dentro una struttura che fa paura solo a guardarla. Gli studenti sono sempre di meno. Ogni anno i ragazzi migrano altrove, dove possono trovare una struttura degna di questo nome.

Gli insegnanti della scuola di Nemi sono ottimi. C’è la preside Laura La Manna del plesso Marianna Dionigi di Lanuvio che risponde anche di quello di Nemi che da anni si batte per tenere aperta questa scuola, per incentivare le iscrizioni.

Ma se il Comune di Nemi non toglie di mezzo questo cantiere, per il quale i finanziamenti sono già stati stanziati, si parla di circa 1 milione di euro, la scuola finirà per morire e chiudere. Una scatola vecchia con dei terminali nuovi di zecca: chi farà informatica li dentro? E’ come voler indossare delle scarpe nuove con dei calzettoni bucati e sudici indosso. Non è un paradosso questo?

Allora nel mentre si è lieti dell’iniziativa del Comune di acquistare dei computer per le scuole medie di cui delle classi sono state già accorpate per carenza di studenti, si auspica che il sindaco Alberto Bertucci, che finora non è riuscito a riaprire neppure la ludoteca “spazio bimbi” proprio per mancanza di fondi, mantenga fede alle sue promesse elettorali e non faccia stare i ragazzi un cantiere che di fatto è un pugno in un occhio per chiunque non sia abituato a vederlo e si affacci dal belvedere di piazza Roma e del Crocifisso.




NEMI SCUOLA: ALUNNI LASCIATI AL FREDDO. TEMPERATURE CHE OSCILLANO TRA I 14 E I 17 GRADI

Chiara Rai

Nemi (RM) – Tanto freddo da presentarsi a scuola con maglioni pesanti e bardati di giacconi, guanti e sciarpe rigorosamente indosso finché il calore di tutti gli studenti insieme risollevi le basse temperature che si trovano in classe durante il lungo orario scolastico.

Il lunedì è più dura degli altri giorni, soprattutto al piano inferiore dell’edificio  principale di Nemi, il primo che si incontra, quello, per capirci, dove ci sono le classi delle elementari e delle medie. Passato un mese, dall’inizio dell’anno scolastico, sono iniziate le lamentele e diverse rimostranze da parte di qualche genitore.

A Nemi, già a ottobre c’è un clima rigido, tanto che la cittadina rientra all’interno del decreto 412 del 93 che regolamenta tra l’altro, il riscaldamento da mantenere per legge negli edifici pubblici dei diversi Comuni italiani. Nemi addirittura è un caso a parte. Per la cittadina la classificazione climatica porta la lettera “E” che consente l’accensione dei riscaldamenti a partire dal 15 ottobre e per 14 ore al giorno con temperatura di venti gradi più due. Ciò al fine di garantire il benessere degli individui.

Il clima rigido di questi giorni e il freddo che persiste nelle classi è stato immortalato con delle fotografie che non lasciano spazio a dubbi di sorta: le temperature, in diverse ore della mattinata e in diversi giorni della settimana, variano dai 14 ai 15 gradi e raramente toccano i 17 gradi di temperatura.

Eppure prima delle rimostranze la scuola era una vera e propria ghiacciaia, le temperature erano ben al di sotto di quelle attuali. Ma ai piccoli studenti 14 o 15 gradi non sono sufficienti per stare a proprio agio nell’ambiente scolastico. Per questo è nata l’idea di fugare ogni dubbio, immortalando la rigidità di quei numeretti impressi nel display digitale. Se è vero che l’accensione dei termosifoni avviene alle 7 del mattino, com’è possibile che alle 9 e 17 minuti ci siano 14, 5 gradi all’interno del plesso?

Il dirigente scolastico Laura La Manna, raggiunta al telefono, ricorda di aver sollecitato la questione all’ufficio tecnico del Comune e al sindaco di Nemi tramite lettera datata 4 dicembre: “Ho scritto una lettera molto dettagliata e ferma – ha detto La Manna – dove ho chiesto che venissero rispettati i parametri imposti dalla legge riguardo le temperature, citando il decreto 412 del ‘93”. Il dirigente scolastico non ha ricevuto però, alcuna risposta scritta ne dall’ufficio tecnico e neppure dal sindaco. Il coordinatore scolastico del plesso di Nemi le ha però comunicato che di recente la temperatura è stata alzata rispetto ai mesi scorsi. Eppure questa settimana, si sono toccati addirittura i 14 gradi e i bambini battono ancora i denti.

Dispiace dover arrivare a denunciare un simile accaduto, se non fosse per il nutrito reportage di fotografie con impresse le temperature (date, giorni e addirittura il registro di classe) sicuramente non sarebbe stata una denuncia così incisiva, dispiace perché in realtà la scuola di Nemi al livello didattico organizzativo funziona. Non solo ma è diretta anche egregiamente con un team di docenti preparati e un dirigente scolastico vigile. Gli studenti sono costantemente seguiti, si fa informatica e attività sportiva. Insomma, basterebbe che il Comune controllasse nuovamente l’impianto  di riscaldamento e se quest’ultimo risultasse funzionante, cercare di capire il perché nonostante funzioni, non si riesca a raggiungere una temperatura più elevata rispetto ai gradi che compaiono nelle fotografie, autentiche testimonianze di queste ultime giornate di gennaio.

LEGGI ANCHE:

13/10/2012 NEMI, ELEZIONI RAPPRESENTANTI DI CLASSE: COLPO DI SCENA “ATTESO” NELLA SECONDA CLASSE



LANUVIO, STRAGE DI BRINDISI: ALFREDO GALASSO PARLA AGLI STUDENTI DELLA "MARIANNA DIONIGI"

Angelo Parca

Oggi 21 maggio all’Istituto comprensivo di Lanuvio “Marianna Dionigi” si è voluto ricordare le due ragazze morte nella strage di Brindisi. Sono intervenute all’evento diverse autorità. A fare gli onori di casa la preside dell’Istituto Laura La Manna che ha introdotto le personalità di alta caratura intervenute. Presente anche il neo sindaco di Lanuvio Luigi Galieti. Non è mancato l’ausilio delle forze dell’ordine, dalla polizia municipale di Lanuvio al comandante della stazione dei Carabinieri di Lanuvio.  L’osservatore laziale riporta ai lettori l’intervento dell’avvocato e professore universitario Alfredo Galasso.  “Rispetto quello che è accaduto a Brindisi non è vero che la mafia non uccide i bambini. E chi scrive queste cose o non lo sa o non lo vuol dire. Proprio a Corleone nel 1948 un pastorello di 9 anni vide Luciano Liggio, giovane mafioso dell’epoca, uccidere il sindacalista Placido Rizzotto, che difendeva il diritto alla libertà dei contadini, il diritto di vivere, il diritto di lavorare. Liggio riferì di essere stato visto dal pastorello al capo mafia dell’epoca che si chiamava Michele Navarra ed era un medico. Navarra fece ricoverare con una scusa il pastorello nell’ospedale dove lavorava e con una siringa avvelenata lo uccise” Questo un estratto del discorso di Alfredo Galasso agli studenti di Lanuvio.

Nota su Alfredo Galasso
L'Avv. Prof. Alfredo Galasso (Ordine degli Avvocati di Palermo), è professore di Diritto civile presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Palermo, dove insegna anche Diritto bancario e Legislazione antimafia. Dal 2001 è Direttore della Scuola di specializzazione per le professioni legali. Ha insegnato Diritto del lavoro presso l'Università di Catania e Diritto civile presso l'Università di Perugia. Per alcuni anni è stato anche Docente stabile presso la Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione. E' socio della Società italiana degli Studiosi del Diritto Civile (SISDIC). Ha fatto parte del Consiglio Superiore della Magistratura; è stato parlamentare regionale e nazionale. Nell'esercizio della professione forense, ha assistito numerose famiglie delle vittime di mafia, dal cd. maxiprocesso degli anni '80, ininterrottamente fino a oggi. Si occupa abitualmente di controversie in tema di adempimento e risoluzione contrattuale e dei conseguenti aspetti risarcitori, di questioni societarie, anche in sede arbitrale, nel ruolo di arbitro o di difensore di una delle parti in contesa.