Cassazione su truffa di Bossi da 49 milioni: sequestrare conti Lega Nord. Salvini: “Attacco alla democrazia”. Incontro con Mattarella

“Ovunque venga rinvenuta” qualsiasi somma di denaro riferibile alla Lega Nord – su conti bancari, libretti, depositi – deve essere sequestrata fino a raggiungere 49 milioni di euro, provento della truffa allo Stato per la quale e’ stato condannato in primo grado l’ex leader leghista Umberto Bossi. Lo sottolinea la Cassazione nelle motivazioni che accolgono il ricorso del pm di Genova contro Matteo Salvini contrario ai sequestri a ‘tappeto’. Il Riesame ora deve sequire le indicazioni degli ermellini’. Finora bloccati 1,5mln di euro.

Ad avviso dei supremi giudici, la Guardia di Finanza può procedere al blocco dei conti della Lega in forza del decreto di sequestro, emesso lo scorso 4 settembre dal pm di Genova, senza necessita’ di un nuovo provvedimento per eventuali somme trovate su conti in momenti successivi al decreto. Invece, secondo Giovanni Ponti, legale della Lega, le uniche somme sequestrabili sono quelle trovate sui conti “al momento dell’esecuzione del sequestro” con “conseguente inammissibilità delle richieste del pm di procedere anche al sequestro delle somme ‘depositande’”. Secondo la difesa della Lega, il pm potrebbe chiedere la confisca “anche delle somme future” solo durante il processo di appello.

Ma la Cassazione ha obiettato che i soldi sui conti potrebbero non essere stati trovati al momento del decreto “per una impossibilita’ transitoria o reversibile”, e il pm non deve dare conto di tutte le attività di indagine svolte “altrimenti la funzione cautelare del sequestro potrebbe essere facilmente elusa durante il tempo occorrente per il loro compimento”.

‘La decisione diventa eseguibile a condizione che la sentenza del Riesame segua il principio affermato dalla Cassazione’, dice il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi, commentando il pronunciamento della Cassazione sul sequestro dei fondi della Lega. Il tribunale del Riesame non ha ancora fissato una data per la discussione.

La Lega intende chiedere un incontro al Capo dello Stato Sergio Mattarella appena ritornerà dalla Lituania. “Si tratta di un gravissimo attacco alla democrazia – riferiscono fonti della Lega – per mettere fuori gioco per via giudiziaria il primo partito italiano. Un’azione che non ha precedenti in Italia e in Europa”.

Si tratta – proseguono le stesse fonti – di un attacco alla Costituzione perché si nega il diritto a milioni di italiani di essere rappresentati. È una sentenza politica senza senso giuridico. La Lega non ha paura, c’è clima di grande tranquillità e serenità anche se c’è la consapevolezza che “ci vogliono impedire di lavorare ed esistere“.

“Siamo stupiti di apprendere dalle agenzie, prima ancora che dalla Cassazione, le motivazioni della sentenza per cui dovrebbe proseguire il sequestro relativo a 48 milioni di euro di rimborsi elettorali”. “Forse l’efficacia dell’azione di governo della Lega dà fastidio a qualcuno, ma non ci fermeranno certo così”, Così Giulio Centemero, deputato della Lega e amministratore del partito.

“Consci della totale trasparenza e onestà con cui abbiamo gestito il movimento – si legge ancora – con bilanci da anni certificati da società esterne, e non avendo conti segreti all’estero ma solo poche lire in cassa visti i sequestri già effettuati, sarà nostra premura portare in monetine da 10 centesimi al tribunale di Genova tutto quello che abbiamo raccolto come offerte da pensionati, studenti e operai durante il raduno di Pontida. Forse l’efficacia dell’azione di governo della Lega dà fastidio a qualcuno, ma non ci fermeranno certo così”.

Da ambienti Lega filtra che sono in fase di perfezionamento e stesura decine di querele nei confronti di chi, osservano fonti leghiste, “parla a sproposito di soldi rubati dalla Lega”.

“Quei 49 milioni di euro non ci sono, posso fare una colletta, ma è un processo politico che riguarda fatti di 10 anni fa su soldi che io non ho mai visto”. Lo ha detto il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini al programma ‘In onda’ su La7, commentando le motivazioni della della Cassazione sui fondi della Lega.




Salvini: pronti altri referendum

Anche dopo i referendum di Lombardia e Veneto, “c’è una sola Lega che dà speranza a 60 milioni di cittadini italiani. Abbiamo permesso a milioni di persone di votare in maniera pacifica e ordinata, e già ci stanno chiamando e stiamo lavorando per la Puglia, il Piemonte, l’Abruzzo e l’Emilia Romagna. Voglio una politica che spende meno e meglio”. Torna sulla consultazione di domenica il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, parlando a Radio Anch’io.

“Ci sono due milioni e mezzo di veneti che hanno dato mandato per trattare autonomia. Poi quanta autonomia deve arrivare… da persone serie si discute”, si è limitato a rispondere così il leader del Carroccio sullo Statuto speciale chiesto dal Veneto.

Salvini non è entrato nel merito della domanda, prendendosela con “i soliti analisti e giornalisti”. Ma in un altro passaggio del suo breve intervento ha sostenuto che dopo i referendum di domenica “gli italiani devono decidere” se continuare a farsi governare da “un centralismo che ha fallito”, pur restando “nell’ottica dell’unità nazionale”.

“Come Consiglio regionale metteremo a punto una piattaforma rivendicativa per ottenere più competenze e più risorse su tutte le 23 competenze previste. Partirò chiedendo di discutere su tutte”: lo ha detto a Radio Anch’io il governatore della Lombardia, Roberto Maroni. Maroni ha definito “straordinario” il risultato di quasi il 40% di affluenza ottenuto nel referendum in Lombardia.

Quella del governatore del Veneto, Luca Zaia, per lo Statuto speciale “è una proposta che va contro l’unità e l’indivisibilità del Paese”. Lo ha detto il sottosegretario agli Affari regionali, Gianclaudio Bressa, a Radio Anch’io. “Non è una proposta catalana – ha risposto Bressa – ma una proposta che la Corte Costituzionale ha bocciato, e Zaia lo sa”.




Ferrara: corteo leghista contro la mancata bonifica del Palaspecchi

 

di Andrea Barbi


FERRARA – Lunghe code di auto e pure i bus bloccati nell’orario del rientro a casa lungo l’asse Cavour-Giovecca, corso Isonzo, viale Po e zona stazione. È questa l’istantanea del corteo della Lega Nord contro la mancata bonifica del Palaspecchi, una bellissima struttura costruita negli anni ’80, che avrebbe dovuto ospitare uffici, ma non è mai stata utilizzata per questioni legali poco chiare riguardanti la ditta che ha costruito lo stabile, che ora è diventata un edificio fatiscente che da anni ospita senza tetto, tossicodipendenti e ora anche clandestini.

 

Il corteo di ieri sera si è trasformato rapidamente in una marcia anti-immigrati, annacquata dalla fastidiosa pioggia che ha tenuto lontano potenziali manifestanti e anche gli stranieri che stazionano abitualmente attorno al grattacielo, ma rinvigorita nei toni dalla recente vittoria di Trump negli Usa. Un’ottantina di persone in mezzo ad un massiccio spiegamento di forze dell’ordine composto da almeno tre furgoncini della polizia, svariate auto dei carabinieri e un numero imprecisato di pattuglie dei vigili urbani. Il viso del nuovo presidente Usa campeggiava sulla maglietta di Nicola Lodi, l’organizzatore del corteo, come sulle bocche di molti manifestanti, non pochi con accento veneto, tutti pronti a commentare favorevolmente la vittoria dell’imprenditore Newyorkese.


Alan Fabbri, ex sindaco del comune ferrarese di Bondeno e attuale capogruppo regionale della Lega Nord, anch’egli presente alla manifestazione ha dichiarato: “In America ha vinto la voglia di legalità e normalità, anche da noi possiamo dire no agli immigrati democraticamente, anche senza fare barricate”, ha poi aggiunto rivolgendosi al prefetto di Ferrara, Tortora: “A Bondeno non abbiamo neanche un richiedente asilo, non li vogliamo, e se il prefetto farà l’errore di portarcene uno solo è un casino. A Gorino è stata la gente a ribellarsi, la Lega è arrivata dopo. Rispettiamo la legalità e andremo bene”. Lodi, invece, ha riportato una confidenza fattagli qualche giorno prima di un poliziotto in servizio nella città estense: “Mi ha raccontato che lo scorso week end ha tentato per due volte di identificare un richiedente asilo, e alla fine lui gli ha sputato sui piedi: non si può continuare così, la polizia lì viene picchiata giornalmente”.
E il Palaspecchi? La ricetta leghista è sempre quella: l’edificio va demolito. come recitava uno striscione. Lodi si è scagliata contro la proroga di 45 giorni per la bonifica del Palaspecchi, concessa dal sindaco, contro il quale si sono sprecati gli inviti ad andare a casa. Ma i pensieri e le parole dei manifestanti, nell’oretta di durata del corteo, si sono concentrati soprattutto sui migranti.
 




LEGA NORD, PONTIDA: CON MATTEO SALVINI DA VERDE A TRICOLORE

di Matteo La Stella

Dopo le campagne, vittoriose o meno, del segretario leghista Matteo Salvini in giro per l'Italia, la banderuola del Carroccio torna a Pontida, ultimo baluardo del feudo leghista nella bergamasca, vegliato dalla spada del patriarca Alberto da Giussano. Il “prato sacro”, dove nel 1167 i lombardi giurarono per la loro Lega, dove Bossi cantava le politiche autonomiste padane del dopo tangentopoli, apre oggi le sue porte al seguito italiano del Matteo antagonista, alla sua seconda Pontida da segretario, che oggi più che mai la fa da protagonista.

“La Lega non cambia?" “La Lega non cambia”, questo il tormentone del novizio Matteo Salvini, a cui si accodano i: “Non diventeremo mai un partito nazionale” dei mostri sacri, Umberto Bossi e Roberto Calderoli. Le parole però, se le porta via il vento, e così, alle bandiere con la croce di San Giorgio e il Leone di San Marco, si aggiungono bandiere pugliesi, abruzzesi e di “Noi con Salvini”, movimento con cui la Lega si è presentata al centro sud. E così, nei vari interventi la Padania si sostituisce all' Italia, eccezzion fatta per le graffianti parole del nostalgico Umberto Bossi che, lacrimuccia sulla guancia, vede la sua creatura ormai cresciuta, autosufficiente e pronta a spiccare il volo per qualcun altro, anche se come un “padre”, la vorrebbe ancora piccola e secessionista. Infatti, anche oggi ha ricordato urlando “Padania”, in attesa del “libera” che non tutti i militanti hanno accolto. Oltretutto, il pilastro lombardo ha risposto alla stoccata lanciata sabato dal gioiellino di casa Lega, che alla domanda sulle differenze tra la lega di Bossi e quella attuale aveva risposto :”I voti, che in politica contano”.”La Lega non ha bisogno di allearsi”, ruggisce il fondatore della Lega Nord. Un'eventuale alleanza è possibile solo con chi “è ragionevole” e “con chi capisce che il Nord non può essere schiavo dello Stato italiano, che non è mai uscito dallo Stato fascista”. “I voti non sono niente, anche in democrazia, se non sono finalizzati a cambiare il Paese. Per fare alleanze con noi ci vogliono i voti, non chiediamo voti per i voti ma per fare le riforme. Spero che la Lega sia ancora cosi”chiude il senatur.
Salvini, in barba alla Padania e alle parole del suo antico predecessore, viaggia a bordo di un'altra barca, punta alla nazione e rincara la dose esortando i sostenitori con un “liberare l'Italia e le Italie”.

La ruspa contro tutti. La Lega non rottama, rade al suolo. La bandiere di Alberto da Giussano sventolano sullo sfondo di una ruspa posta di fianco al palco, simbolo della Lega che è. Il nuovo emblema “salviniano” compare sulle t-shirt, coniate in onore dello scandalo posto in essere dopo l'evocazione di Salvini che con queste intende radere al suolo i campi rom. “Ruspe in azione”, dallo slogan sulla maglietta, indossata anche dalla figlia di 2 anni del leader leghista, alle parole dello stesso tuonate nei confronti del presidente del Consiglio:” La ruspa fa giustizia di tanti errori: la ruspa la uso per Renzi, non per qualcun altro”, assicura, e' un “simbolo di lavoro”.

Dal Papa a Renzi, non risparmia nessuno. "Mi fa piacere" che, nel corso della sua visita in Piemonte, "abbia trovato il tempo di incontrare dei rom: sono sicuro che avra' incontrato anche torinesi sfrattati ed esodati", dice provocatoriamente. "Non mi permetterei di attaccare mai il Papa", prosegue, autodefinendosi "ultimo dei buoni cristiani"; però, "rispetto chiama rispetto: e' giusto che il Pontefice chiami aiuto per tutto il mondo, ma altrettanto giusto che chi è pagato dai cittadini italiani pensi prima ai cittadini italiani. Uomo si' ma fesso no, cristiano si ma autolesionista no”. Bambini e mamme chiamati intorno al palco insieme a lui, Salvini insiste piu' volte sull'esempio di “normalità” che vuole dare con la sua Lega. "Qui non c'è rabbia, né rancore: siamo qui per costruire la speranza e il futuro dei nostri figli. La paura la lasciamo a Renzi e alle sue damigelle” sostiene. “La scelta della Lega e' una scelta di normalità – sottolinea, citando anche San Francesco -. Noi non proponiamo cose irrealizzabili e non compriamo i voti con 80 euro”.

Programma “new age” alla Salvini.
Per chiudere il leader riparte con il suo programma, sparando tutte le cartucce, anche quelle che non ha. Parla di asili nido alla francese, gratuiti fino ai due anni, parla di Europa, che definisce:”Unione sovietica criminale, che vuole ammazzare le nostre identità e le diversità”, ma anche di servizio civile per i giovani, di flet tax al più 15% e della battaglia filorussa, contro le sanzioni dirette a Mosca. Frizzante, continua sui diritti civili e le unioni, avallando il riconoscimento di alcuni diritti per tutti, ma il:”matrimonio si fa tra un uomo e una donna e i bimbi vengono adottati dalla mamma e dal papa”.”E se dalle parti del Pd si dice che questo e' un concetto medievale- chiude sull'argomento Salvini- io dico “Viva il Medioevo”, piuttosto che la barbarie che qualcuno a Bruxelles ci vuole imporre”. Salvini dice anche di sognare un'altra Pontida, una “Pontida del sud” su cui dice:”stiamo lavorando”.




MASSA: SCONTRI PER COMIZIO DI MATTEO SALVINI

di Maurizio Costa

Massa – Durante il comizio elettorale di Matteo Salvini, un gruppo di manifestanti di sinistra si è scontrato con le forze dell'ordine. Il bollettino è di due feriti tra i partecipanti al corteo anti-Salvini. Circa 300 persone facenti parte del gruppo Carc (gruppi anarchici e antagonisti) si sono presentati al comizio con cartelli, materassini e canotti, usati per proteggersi.

Subito dopo sono cominciati i lanci di oggetti nei confronti della polizia. Successivamente, i manifestanti hanno cominciato a spingere e a oltrepassare le transenne che proteggevano il palco del leader del Carroccio.

A questo punto le forze dell'ordine hanno caricato, allontanando il corteo dalla zona rossa. Tra i manifestanti ci sono due feriti, che sono stati anche fermati: uno è stato colpito alla testa da un manganello, e l'altro è stato curato al pronto soccorso.

Salvini sta continuando il suo tour elettorale che lo porterà questa sera a Pisa. Le sue uscite sono accompagnate spesso da grandi contestazioni, come capitato anche a Marsala.

Il leader del Carroccio consiglia di chiudere i centri sociali e ieri, in Umbria, ha contestato Alfano e Renzi: "Dove sono Renzi e Alfano? Dove sta la democrazia? Stamani pure uno sputo in faccia ho preso! Chi agita questo clima con 4 figli di papà che giocano a fare i rivoluzionari tirando petardi tra le mamme con carrozzine? Mi viene il dubbio che a qualcuno impedire alla Lega i comizi faccia comodo".

Il ministro dell'Interno Alfano, dal canto suo, minimizza, citando anche il caso della statuetta del Duomo lanciata a Silvio Berlusconi: "Si è sempre verificato che quando nelle piazze c'è qualche leader ci sono anche i contestatori".




LEGA NORD: 6 TOSIANI ESCONO DAL CARROCCIO

Redazione

Addio alla Lega Nord per altri 6 parlamentari dopo la rottura tra Matteo Salvini e Flavio Tosi.
Si tratta di Patrizia Bisinella, Emanuela Munerato e Raffaella Bellot, al Senato; e di Matteo Bragantini, Roberto Caon, ed Emanuele Prataviera, alla Camera. Tutti e sei dovrebbero al momento confluire nel gruppo misto.

L'ipotesi che si vocifera nei corridoi dei palazzi della politica sarebbe quella di un unione con gli ex esponenti pentastellati  e con i 'fittiani' in rotta col cavaliere. I numeri per il momento non sembrano esserci, considerato che al senato per costituire un gruppo, occorrono minimo 10 senatori ed a Montecitorio venti deputati.
Il partito del Caroccio per far fronte ai travasi, sta studiando come arruolare o comunque vagliare le richieste di ingresso da parte di parlamentari fuoriusciti da altri partiti. Dallo scorso mese di dicembre, il segretario leghista parla apertamente di manifestazioni di interesse giunte da parte di ex esponenti di Ncd e M5s, senza fare nomi. E l'uscita dei tosiani sembra aver impresso un'accelerazione al dossier, con  Matteo Salvini pronto a impegnarsi in incontri nei prossimi giorni.
  "Sono interessata al progetto di Salvini: ad oggi, all'interno del centro-destra è l'unico progetto che ha una sua attrattività, a patto che abbia respiro nazionale, sono interessata ad avviare un confronto", conferma Barbara Saltamartini, ex Ncd. "Non ho sentito Salvini, non è stato ancora fissato alcun incontro, ma potrebbe ragionevolmente avvenire la prossima settimana", ha inoltre dichiarato. "Si tratta di un interesse che, a quanto mi risulta, va ben al di la' della sottoscritta, riguarda più di un deputato, ovviamente non faccio nomi per rispetto dei colleghi", conclude.
 




LEGA NORD: FLAVIO TOSI SFIDA MATTEO SALVINI

di Chiara Rai

Altro che pranzo di riconciliazione. Ormai è muro contro muro tra il leader del Carroccio Matteo Salvini intenzionato a blindare Zaia a denti serrati e il sempre più separato in casa sindaco di Verona Flavio Tosi i quali si sfidano a colpi di ultimatum. Quest'ultimo non intende arretrare di un passo all'idea del commissariamento e già annuncia la plausibile e ineluttabile rottura nel partito: "Se il Consiglio federale della Lega mantenesse la posizione del commissariamento – avverte Tosi –  valuterei le dimissioni da segretario della Lega Veneta. Poi a quel punto liberi tutti". Insomma è praticamente l'annuncio di una separazione a fronte di una decisione definita più che "sbagliata" dal sindaco di Verona che anzi rilancia una sua possibile candidatura a governatore: "Spero che loro rivedano questa decisione presa – aggiunge Tosi –  io sono stato da sempre fin troppo leale e corretto, quindi ho sempre sostenuto la candidatura di Zaia. L'ho fatto anche lunedì scorso, salvo poi essere commissariato. Ora, se ci fosse una frattura ognuno poi deciderebbe liberamente, ognuno può fare quel che vuole. Posso rimanere sindaco, ritirarmi in seminario o anche candidarmi a governatore".

Non è tardata la replica di Salvini il quale rimarca ancora una volta la sua scelta: "Basta, si lavora con Zaia. – ha detto senza troppi fronzoli – La gente questo si aspetta: scuole, strade non liste, simboli, ricandidature. Io ho portato tutta la pazienza possibile e immaginabile, abbiamo un patrimonio che è Zaia e per me il riferimento è lui". E poi torna a criticare l'attegiamento del suo ormai avversario politico: "Mi infastidiscono i litigi interni, non ne posso più". – aggiunge seccato – non ho tempo per le beghe". Anche perché è lo stesso leader leghista che in questo momento si trova a criticare i litigi interni al centrosinistra e, parlando dell'anti corruzione, e pronto a fare la morale all'altro Matteo, il presidente del consiglio Renzi: "La Lega è settimane che chiede al governo Renzi di votare il ddl contro la corruzione, ma loro stanno litigando, sono mesi che il governo perde tempo per le liti. Io lo voterei questa mattina, anche più drastico".

Sulle polemiche tra Salvini e Tosi interviene Maroni.
  "C'e' stato un consiglio federale, e il consiglio federale e' sovrano nella Lega". Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni a margine dell'inaugurazione dell'anno giudiziario della Corte dei Conti, a Milano, commentando con i giornalisti le recenti polemiche tra Luca Zaia e Flavio Tosi. "Non credo che Tosi faccia questo errore", ha detto Maroni rispondendo a una domanda sull'eventuale abbandono di Tosi, "chi si mette fuori dalla
Lega non va da nessuna parte. Inoltre rischia di far perdere Zaia alle Regionali, e sarebbe incredibile, quindi vediamo nei prossimi giorni"

De Girolamo lancia l'amo a Tosi.
"Se Tosi dovesse fare una scelta diversa lasciando Salvini, è evidente che noi saremmo pronti a dialogare con lui. Non capiamo Salvini che un giorno dice che le amministrative non contano a livello nazionale, e poi dice che Ncd non va bene in Veneto perchè sta con Renzi a livello nazionale. Evidentemente Salvini, che sta facendo un partito utilissimo per Renzi, con Casapound in piazza, adesso non vuole più Tosi". Così Nunzia De Girolamo, presidente dei deputati Ncd, questa mattina ad Agorà, su Rai Tre




LEGA NORD ACCUSA IL GOVERNO DI "COLLABORARE CON I TERRORISTI"

Redazione

Levata di scudi e polemiche da parte delle opposizioni politiche a Montecitorio dopo l'informativa del ministro dell'Interno, Angelino Alfano, sui rischi terrorismo in Italia, dopo l'attentato alla redazione di Charlie Hebdo a Parigi. I toni piu' duri si sono levati dalla Lega, che accusa il Governo di "collaborare con i terroristi". "Parlate di espulsioni ma avete azzerato il fondo anti esopulsioni, parlate di combattere il terrorismo ma se li andate a prendere direttamente sul bagnasciuga dei paesi musulmani i terroristi, li portate qui, gli diamo la casa e gli paghiamo pure il telefono, vitto e alloggio, ma di cosa stiamo parlando?. Voi state collaborando con i terroristi, perorate la causa del terrorismo", ha detto in Aula, alzando piu' volte il tono della voce, il leghista Paolo Grimoldi. Il parlamentare e' stato poi ripreso dal presidente di turno, Roberto Giachetti.
  In seguito un leghista ancora protagonista di dichiarazioni choc. "Adesso basta, basta, basta! Se siamo in guerra, faccio mia la proposta della Le Pen sulla pena di morte. A un bandito si deve rispondere con un bandito e mezzo". Lo ha detto Roberto Calderoli. "Mi spiace, ma io non lo accetto: basta tolleranza rispetto a chi ci invade, basta solidarieta' con chi se ne approfitta, basta – ha spiegato il vicepresidente leghista del Senato – con quei coglioni illuminati che ci obbligano a subire, con le loro politiche demenziali, queste umiliazioni e queste tragedie". "Per fortuna – ha aggiunto – i pazzi terroristi sono stati ammazzati, ma, purtroppo, ancora una volta il sangue degli innocenti e' stato versato. Per l'Europa e per il mondo occidentale l'incubo non e' finito, e' appena cominciato. Abbiamo dimostrato una totale debolezza e cedevolezza rispetto a chi vuole realizzare una crociata in nome di una presuntadivinita' che vorrebbe la morte di tutti gli infedeli".




LEGA NORD: TONI IWOBI CHIEDE IMPUTAZIONE PER STRAGE CHI HA LUCRATO SUI CLANDESTINI

di Cinzia Marchegiani

Sul business sugli immigrati e un Mare Nostro pompato senza alcun controllo e verifica sui giri di vita  e dei soldi che vi si celavano arriva l’accusa  del responsabile immigrazione della Lega Nord, Toni Iwobi, nel  giorno in cui la Lega Nord alla Camera ha presentato la proposta di legge per l’istituzione di una commissione d’inchiesta che indaghi su coop e onlus destinatarie di fondi per l’immigrazione e sull’ eventuale coinvolgimento di partiti politici: “L’inchiesta 'mafia capitale' ha smascherato la falsa solidarietà dei buonisti. Dietro l’accoglienza indiscriminata predicata da questa sinistra ci sono sporchi interessi:"Chi ha lucrato sui clandestini merita un’imputazione per strage, Ci hanno infangato per anni, accusandoci delle peggiori nefandezze, ma la verità è venuta a galla: sull’accoglienza c’è chi ha mangiato e lucrato. Hanno ingannato poveracci per i loro affari sporchi. Questo fa rabbia ed è indegno di un paese civile. Hanno coperto con finta solidarietà un business losco e sommerso, sfruttando esseri umani e favorendone la tratta per arricchirsi”
Iwobi chiede che alla luce di questi scandali, sia messa definitivamente la pietra sopra la politica degli sbarchi e dell’accoglienza indiscriminata e si dirottino quei soldi per contrastare la crisi e per garantire un nuovo e migliore welfare agli
italiani. L'Italia ha scoperto con l'inchiesta "Mondo di Mezzo" che Mafia Capitale ha solo presento il conto del putrido e del malaffare gestito proprio dagli stessi politici che erano pro immigrazione e che la realtà non è mai come viene dipinta, dietro agli alcieri della solidarietà c'era un business a molti zeri…bontà loro!




ROMA, LEGA NORD: ARRIVANO I COMITATI CIVICI

 

Lega X a Zagarolo, Velletri, Colleferro, Ariccia, Civitavecchia, Civita Castellana, Ceprano e Tivoli
 

 

Redazione

Roma e Provincia – La Lega Nord Roma sta portando avanti l’ufficializzazione delle aperture dei “comitati civici” e sembra sempre in continua crescita. Il nuovo progetto è ambizioso ed è stato lanciato da Claudia Bellocchi, Responsabile della Sede di Roma inaugurata da Matteo Salvini prima delle Elezioni Europee. Secondo i dati alla mano, le ultime settimane ha registrato un successo inaspettato che la stessa Bellocchi definisce “effetto Lega che contagia i cittadini della regione Lazio”.

Ben 25 comitati nel Lazio in due settimane, oltre a tutti i 15 Municipi di Roma, un risultato che solo cinque mesi, fa dall'apertura della sede ai Parioli sembrava utopia, ma la Lega Nord sembra aver individuato la giusta formula per coinvolgere i cittadini per renderli finalmente i protagonisti del cambiamento che vogliono. Ad oggi i comitati chiusi in provincia oltre a “Lega X Zagarolo” sono Lega X Velletri, Lega X Colleferro, Lega X Ariccia, Lega X Civitavecchia, Lega X Civita Castellana, Lega X Tivoli. La costituzione della rete dei Comitati Civici arriverà in ogni provincia del Lazio.

Claudia Bellocchi posto di Bronzo alle ultime elezioni europee 2014 nel Lazio con la Lega Nord dichiara: "Sono soddisfatta dal risultato che stiamo avendo a Roma e nella regione Lazio con l'apertura dei nostri Comitati Civici sto concretizzando il lavoro che sto portando avanti dal 2008 sul territorio. Stiamo dando risposte concrete al malumore dei cittadini e siamo molto gratificati dal fatto che le persone credano in noi, sentendosi liberi di parlare dei loro problemi quotidiani.”
La Bellocchi fa presente che la loro presenza è sempre in prima linea per dare il supporto ai cittadini:”se dal 2008 ero vista come una marziana a Roma, oggi i cittadini onesti realizzano come politicamente la Lega ormai sia l'unico partito che può tutelarli, rispetto al problema immigrazione e delinquenza, e costituiscono comitati spontanei su tutto territorio laziale, per informazioni potete scrivermi a info@leganordroma.org”.

A Roma già sono stati chiusi quindici municipi e hanno iniziato ad ufficializzare con Lega X Roma XI Municipio, Lega X Roma II Municipio, Lega X Roma XIV Municipio, Lega X Roma VII Municipio, Lega X Roma V Municipio e si continuerà procedendo con i rimanenti. 




LEGA NORD MATTEO SALVINI:"GRILLO CRIMINALIZZATO DA FORZA ITALIA HA AGEVOLATO PD"

Redazione

Ecco che il leader della Lega Nord Matteo Salvini strizza l'occhio a Grillo e lancia un'accusa a Forza Italia rea di aver "criminalizzato" il leader del Movimento Cinque Stelle. Di seguito le dichiarazioni di Matteo Salvini: «Della campagna elettorale di Forza Italia non mi è piaciuta la criminalizzazione di Grillo, che io non penso sia eversivo o sia Hitler, e di cui non mi interessa l'incidente stradale. Questa criminalizzazione ha aiutato certamente Renzi. E poi è sbagliata, perché nel voto al Movimento 5 stelle c'è tanta PASSIONE, tanta fiducia, alcune idee un po' confuse su certi temi, ma spero sia un patrimonio che ora non si disperda, perché ha portato partecipazione e interesse, sia in rete che in piazza.»