VERCELLESE STRAGE IN FAMIGLIA: IL NIPOTE LORENZO MANAVELLA CONFESSA IL TRIPLICE OMICIDIO

Redazione

Vercellese – Chissà cosa può essere scattato in mente di questo ragazzo con un precedente per spaccio. Certo, nella sua apparente calma probabilmente si nascondeva una irrequietezza fin da quando era bambino. Su Facebook ci sono moltissimi commenti di amici del ragazzo che lo difendono a spada tratta, difendono una macabra verità: Lui è l'autore del triplice omicidio e l'ha confessato. "Se non lo conoscevate non potete parlare, era un ragazzo d'oro, e c' è sempre stato in ogni momento, lui era ed è così, un ragazzo semplice, che faceva solo sorridere la gente, ecco Lore era così, voi chi siete per giudicarloE.

Lorenzo è stato trovato a Venezia, con i vestiti sporchi di sangue, e ha confessato Lorenzo Manavella, il giovane 25enne di Santhià cercato fin dalla mattina dopo che sono stati trovati morti nella loro abitazione di Santhià i nonni e la zia. "Mi voglio costituire da voi e non a Vercelli – ha detto al posto di polizia della stazione di Venezia -. Sono io l'autore del triplice omicidio di Santhià". Il ragazzo è stato notato da alcuni uomini delle forze dell'ordine nella zona della stazione di Venezia, aveva i vestiti sporchi di sangue e per questo è stato fermato per essere controllato. Il giovane si trova ora piantonato alla stazione. Le forze dell' ordine di Venezia sono in costante contatto con la Procura di Vercelli. Le vittime sono Tullio Manavella e la moglie Pina Bono, entrambi di 80 anni, e la loro figlia Patrizia, di 56 anni. L'anziana madre da tempo era immobilizzata su una sedia a rotelle. Sui tre cadaveri sono stati trovati numerosi colpi di coltello o di arma contundente. I tre sarebbero stati uccisi ieri sera. Increduli i vicini, che parlano di "famiglia tranquillissima". Non è stata esclusa alcuna ipotesi: dalla strage familiare al tentativo di rapina finita male. Pare che la figlia, Patrizia Manavella, si fosse recata nell'appartamento dove vivevano i genitori in seguito a un furto subito nella propria abitazione. Sul corpo della donna sarebbero state inferte molte ferite, con un corpo contundente o con un punteruolo, alcune delle quali al capo. È stato il figlio dei signori Manavella, Gianluca, in questi giorni in Sardegna per un corso di aggiornamento professionale, il primo ad avere il sospetto che a Santhià potesse essere successo qualcosa. Gianluca abita accanto ai genitori con il figlio Lorenzo che ieri sera è stato visto uscire tranquillamente dall'appartamento dei nonni, con i quali – dicono – aveva ottimi rapporti. Gianluca Manavella ha chiamato in mattinata dalla Sardegna a casa della madre, ma non ha avuto risposta. Allora ha provato sul cellulare la sorella Patrizia, ma anche in questo caso non ha avuto risposta. Infine Gianluca ha chiamato un amico di Santhià, chiedendogli di andare a controllare. L'amico è andato in via Marconi 14, ha citofonato e non ha ottenuto risposta. In quel frangente è arrivata la badante della signora Bono, la quale ha provato ad aprire con le sue chiavi che non hanno funzionato. Allora sono stati chiamati i vigili del fuoco che hanno sfondato la porta. 

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