Catalogna, dichiarata l’indipendenza da Madrid: Rajoy assume la presidenza

Il parlamento di Barcellona ha dichiarato l’indipendenza da Madrid e ha dato il via al processo costituente della Repubblica. Nelle stesse ore, il Senato iberico ha attivato l’art.155 della Costituzione, che commissaria la regione ribelle.

E oggi il primo ministro spagnolo Mariano Rajoy ha assunto le funzioni e i poteri del presidente della Generalitat catalana, dopo la destituzione di Carles Puigdemont, ai sensi dell’art. 155 della Costituzione. La vicepremier, Soraya Saenz de Santamaria, assume le funzioni e i poteri del vice presidente catalano al posto del numero due del Govern, Oriol Junqueras. E’ quanto si legge nella Gazzetta ufficiale spagnola pubblicata stamani e ripresa da El Pais.

Inoltre il comandante dei Mossos d’Esquadra, la polizia regionale catalana, Josep Lluis Trapero, è stato rimosso con un ordine del ministero degli Interni spagnolo. La rimozione di Trapero – che ieri non era stata annunciata dal governo spagnolo – è prevista dall’attivazione dell’art. 155 della Costituzione per il commissariamento della Catalogna, pubblicata stamani nella Gazzetta ufficiale, ripresa dai media spagnoli.

“Proteggere e garantire la sicurezza delle persone è la nostra priorità. Continuiamo a lavorare normalmente“. E’ quanto si legge sull’account Twitter dei Mossos d’Esquadra, la polizia regionale catalana, il cui comandante Josep Luis Trapero è stato destituito dal governo di Madrid. Nel post anche la foto di due agenti che camminano tra i passanti in una via affollata.

Le aspirazioni indipendentiste catalane hanno radici lunghe secoli e si sono rafforzate nell’Ottocento, il secolo di nazionalismi. Si è anche sviluppata una letteratura catalana, lingua romanza ben distinta dal castigliano parlata da 10 milioni di persone.

Il 6 ottobre 1934 il presidente del governo autonomo di Catalogna, Lluis Companys, proclamava uno “Stato catalano nel quadro di una Repubblica federale di Spagna”, ancora inesistente. Dieci ore e decine di morti dopo si arrendeva.

“Catalani! – esclamò dal balcone della Generalitat, la sede del governo catalano – In questa ora solenne, a nome del popolo e del
Parlamento, il governo che presiedo assume tutti i poteri in Catalogna, proclama lo Stato Catalano della Repubblica federale
spagnola”. La risposta del governo centrale non si fece attendere. Il comandante militare in Catalogna, generale Domingo Batet, rifiutò di mettersi agli ordini della Generalitat e dopo aver consultato il capo del governo a Madrid, proclamò lo stato di guerra.

Un soldato cadde sotto i colpi di un miliziano, l’esercito rispose con i cannoni. Gli scontri nella notte provocarono fra 46 e 80 morti, secondo gli storici. Alle 6 del mattino del 7 ottobre, 10 ore dopo la proclamazione, Companys annunciò la resa al generale Batet. Venne arrestato insieme al suo governo e a diversi deputati; la loro foto dietro alle sbarre farà il giro del mondo.

Il 14 dicembre, una legge sospese indefinitamente l’autonomia della Catalogna. Rifugiatosi in Francia dopo la guerra civile (1936-1939), Companys fu arrestato dai tedeschi nel 1940 e consegnato al dittatore Francisco Franco. Fu fucilato il 15 ottobre à Montjuic, fortezza che sovrasta Barcellona, diventando un eroe degli indipendentisti catalani.

La questione catalana ha punti di contatto con i Paesi Baschi e la Navarra, dove si parla la lingua basca, che non ha punti di contatto con le altre lingue indoeuropee, ed esiste un forte senso nazionale rispetto a Madrid. I baschi, a differenza, dei catalani per decenni si sono organizzati militarmente in modo clandestino tenendo a lungo testa al governo centrale. Alla fine si è raggiunto un accordo di compromesso in cui alle due regioni basche è stata riconosciuta una forte autonomia, anche fiscale, in base ad accordi speciali.