MAFIA CAPITALE, IGNAZIO MARINO ANNUNCIA: “PRONTI ALTRI 120 INDAGATI”

di Maurizio Costa

Roma – La capitale d'Italia è pronta a fronteggiare una nuova ondata di indagati nell'inchiesta di Mafia Capitale, che già da qualche mese ha messo in subbuglio l'amministrazione comunale capitolina. Il sindaco Ignazio Marino ha detto: “Sbrigatevi ad approvare la delibera, perché stanno per arrivare altri 120 avvisi di garanzia per Mafia Capitale”, riferendosi all'approvazione del Piano di vendita degli immobili del comune di Roma. Parole molto dure, che hanno gettato fermento e preoccupazione all'interno dell'aula Giulio Cesare. Presente alla seduta anche il commissario del Pd romano, Matteo Orfini, che è rimasto senza parole.

Gli emendamenti che caratterizzano la vendita immobiliare sono stati bloccati, quindi nessun altro lotto può essere inserito all'interno della delibera comunale. Neanche la sede dell'associazione 'Imagine', fondata da Marino, sarà toccata dal provvedimento. Questa onlus, infatti, paga solamente 162 euro al mese per occupare un immobile a San Lorenzo, in via dei Volsci. Sebbene il sindaco non sia più all'interno dell'associazione, questo fatto fa storcere il naso ai cittadini romani.

Riguardo all'annuncio di Ignazio Marino sui nuovi provvedimenti di Mafia Capitale, Francesco Storace ha scritto su Twitter che “Ignazio Marino spara: «In arrivo 120 provvedimenti giudiziari per mafia capitale». Ora siediti e spiega per bene a chi mandi il pizzino”, una frase che ha gettato forti polemiche sull'operato del sindaco della capitale.

Intanto, la Direzione Nazionale Antimafia (Dna) ha stilato il rapporto per il 2014 e ha rilevato la potenza di Massimo Carminati all'interno della politica e dell'amministrazione romana. Rosy Bindi, presidente della Commissione parlamentare Antimafia, ha presentato questo rapporto della Dna: “avvalendosi del legame con alcuni personaggi dell'estrema destra romana divenuti negli anni importanti personaggi politici o manager pubblici, e attraverso alcuni esponenti del mondo imprenditoriale, l'organizzazione di Carminati ha potuto condizionare pesantemente il contesto politico ed amministrativo romano, determinando la nomina di personaggi graditi in posizioni strategiche quali quelle di presidente e di capo segreteria dell'assemblea capitolina, di presidente della Commissione per la Trasparenza del consiglio capitolino, di direttore generale, consigliere di amministrazione, dirigente dell'azienda municipalizzata Ama; ottenendo l'allontanamento e la sostituzione del direttore del dipartimento per i servizi sociali del Comune di Roma in quanto non sensibile alle esigenze del sodalizio; intervenendo nelle elezioni comunali di Sacrofano, paese alle porte di Roma”.

Un rapporto molto forte che getta nuove ombre sull'operato delle precedenti giunte capitoline.