ROMA: L'SMS DELL'ASSESSORE SABELLA CHE INFUOCA LA GIUNTA

di Maurizio Costa

Roma – L'assessore alla Legalità del comune di Roma, Alfonso Sabella, ha inviato sul gruppo di Whatsapp della giunta un messaggio al vetriolo ai suoi colleghi.

Secondo Repubblica, Sabella avrebbe scritto: "Ringrazio tutti per il trappolone di ieri! Molto ben giocato! Buona domenica". L'assessore si riferisce al comportamento dei suoi colleghi del comune, che avrebbero permesso che trapelasse una sua presunta retromarcia dopo l'intervista rilasciata a Repubblica.

Proprio qualche giorno fa, Sabella aveva dichiarato che "anche se sul piano sostanziale trovo che la criticità dei comportamenti messi in luce dallo straordinario lavoro della Procura di Roma siano tali da poter portare allo scioglimento. Ma ripeto, credo che l’amministrazione di Roma di oggi si è data nuove regole e quindi i fatti gravosi commessi nel passato oggi non potrebbero essere più commesse".




MAFIA CAPITALE: ECCO TUTTE LE COOPERATIVE SOTTO INCHIESTA

di Maurizio Costa

Roma – I carabinieri del Ros stanno perquisendo decine di cooperative romane che sarebbero entrate nel giro d'affari di Massimo Carminati e di Salvatore Buzzi. Sono 19 in totale le società sotto la lente degli inquirenti: queste cooperative si sarebbero spartite la gestione degli immigrati e avrebbero riciclato denaro sporco.

Fondazioni, cooperative, consorzi e Onlus avrebbero lucrato insieme al comune di Roma. Ecco la lista delle società prese di mira dai Ros.

Sol.Co. – Il consorzio Sol.Co. di Mario Monge racchiude al suo interno ben 89 cooperative diverse, che si occupano di attività sociali in tutta Roma. L'Osservatore d'Italia da tempo aveva capito che questo consorzio avrebbe avuto qualche problema: dalla gestione del Nuovo Cinema Aquila al business dei rifiuti di Zagarolo, passando per i cassonetti gialli dei vestiti usati, che sarebbero stati venduti all'estero invece che regalati ai più bisognosi. Mario Monge adesso è ai domiciliari.

Capodarco e Un Sorriso – La prima è presieduta da Maurizio Marotta, vicepresidente della Legacoop Lazio. La Capodarco si occupa di "progettazione e realizzazione di soluzioni efficaci e specialistiche per processi di gestione in ambito sanitario, gestione dell’accoglienza, supporto amministrativo, superamento delle barriere architettoniche, turismo accessibile, servizi ICT". La coop Un Sorriso di Gabriella Errico ha il semplice scopo di "perseguire l’interesse generale della comunità, il benessere e l’integrazione sociale".

Manutencoop Facility Management – Cooperativa di Bologna che sfiora i 20mila dipendenti e un fatturato consolidato che tocca i 974 milioni di euro. L'Università da Roma Tor Vergata ha un accordo con la Manutencoop per la gestione del verde e la manutenzione degli immobili.

Le altre coop perquisite sono la Pin.go, la Progetto Recupero, la Servizi Consorzio, la Astir, l'Atlante e l'Auxilium. Inoltre, tra le persone perquisite c'è Andra Carlini, ex membro del Cda di Atac, e Raffaele Tartaglia, imprenditore edile.
 




MAFIA CAPITALE: IL SOTTOSEGRETARIO NCD GIUSEPPE CASTIGLIONE TRA GLI INDAGATI

di Angelo Barraco

Roma – A 24 ore di distanza che separano il clamoroso arresto che riguarda i 44 politici e faccendieri sull’inchiesta Mafia Capitale, che sta sconvolgendo il paese, spunta un altro nome, quello del sottosegretario all’Agricoltura Giuseppe Castiglione (Nuovo centrodestra) per turbativa d’asta nell’inchiesta della Procura di Catania sull’appalto per la gestione del Cara di Mineo.

Sono state iscritte nel registro degli indagati altre cinque persone. Il procuratore sostiene che le gare d’appalto per la gestione del Cara di Mineo, del 2011, sarebbero state condizionate. Castiglione intanto dice di essere sereno e se riceverà un avviso di garanzia – dice- non dovrà essere nessuno a prendere provvedimenti ma li prenderà lui stesso.

Intanto dalle carte dell’inchiesta risulta che tra i 21 indagati a piede libero vi sono: Maurizio Venafro, già capo di gabinetto del Governatore Nicola Zingaretti, Marco Visconti ex assessore all’Ambiente della giunta capitolina guidata da Alemanno, Antonio Pulcini, Calogero Salvatore Nucera, Patrizia Cologgi, Clelia Logorelli, Mirella Di Giovine, Silvio Praino, Maurizio Marotta, Fabrizio Amore, Ettore Lara, Gabriella Errico. 




MAFIA CAPITALE 2: TRA I NUOVI INDAGATI SPUNTA L' EX ASSESSORE MARCO VISCONTI

di Matteo La Stella

Roma – La tramontana dei primi di giugno si chiama inchiesta su “Mafia Capitale”: nella giornata di giovedì 44 persone sono state buttate giù dal vento della seconda tranche di indagini sul "mondo di mezzo" che, neanche 24 ore dopo, conta già altri 21 indagati.
Tra loro, il volto illustre della politica capitolina dell' ex Assessore all'ambiente della giunta Alemanno, Marco Visconti, di cui scrivono i pm: “ era assessore all'Ambiente, assessorato che ha un contratto di servizio con Ama e un forte potere di indirizzo verso la stessa azienda municipalizzata. Nell'assessorato vi era un dirigente preposto ai rapporti con Ama. Franco Panzironi, nella sua qualità di presidente di Multiservizi, si era recato presso l'assessorato per riunioni con Visconti e gli altri operatori, tra i quali, alcune volte, Buzzi. In uno di questi incontri, verso la fine di settembre 2012, il citato assessore lo aveva chiamato in forma riservata e gli aveva detto che Buzzi era interessato a contribuire per le campagne elettorali del sindaco Alemanno e di Visconti medesimo con una cifra complessiva di 400mila euro da dividersi tra Alemanno e Visconti. Originariamente Visconti gli aveva chiesto di far transitare tali somme attraverso la Fondazione Nuova Italia, della quale lui era segretario e Alemanno presidente. A Visconti i soldi dovevano arrivare in contanti, in ragione del fatto che si sentiva attenzionato da organi investigativi per vicende legate alla moglie. I soldi Buzzi li avrebbe portati in Fondazione dove poi Visconti sarebbe passato a prenderli. Gli appuntamenti per le consegne avvenivano all'esterno della Fondazione, ma per telefono. Effettivamente, nel 2013 avvennero tali consegne, circa 10 – probabilmente 9 in vista delle elezioni regionali, 1 in vista della comunali. La prima volta Buzzi gli aveva detto che nel plico che gli consegnava vi erano 15mila euro. La dinamica della consegna a Visconti era sempre identica. Veniva Buzzi, consegna i plichi e successivamente venivano Visconti, il suo capo segreteria o un suo rappresentante a ritirarlo”.

Indagati anche Clelia Logorelli, presidente di Parchi e giardini Eur spa, l'ex direttore del dipartimento patrimonio Mirella Di Giovine, Silvio Praino, imprenditore alberghiero prima, indagato per aver trasformato il suo albergo in centro di accoglienza grazie agli “aiuti” dell'arrestato Odevaine. Ma ci sono anche Maurizio Venafro, ex capo di gabinetto del governatore della regione Lazio Zingaretti, che già 3 mesi fa si era dimesso perchè indagato dalla Procura di Roma per un'indagine relativa ad una gara d'appalto regionale. Ci sono Calogero Salvatore Nucera e Patrizia Cologgi, rispettivamente: capo segreteria di Francesco D'ausilio quando quest'ultimo era in consiglio comunale schierato per il PD ed ex testa di serie della protezione civile comunale. Gli avvisi di garanziahanno colpito anche Maurizio Marotta, presidente della Cooperativa Capodarco, Gabriella Errico, presidente della cooperativa sociale “Un Sorriso”, già nota peraltro alle cronache per i dissidi si un mese fa a Tor Sapienza, tra immigrati e cittadini del quartiere.
Oggi, intanto, Al via nel carcere di Regina Coeli i primi interrogatori di garanzia della seconda parte dell'inchiesta, costata la libertà a 44 persone. Tra gli indagati destinatari delle misure cautelari che saranno sentiti oggi dal gip Flavia Costantini: Mirko Coratti, ex presidente dell'Assemblea capitolina, Daniele Ozzimo, ex assessore alla Casa della giunta Marino, Francesco Ferrara, dirigente della cooperativa La Cascina, Angelo Scozzafava, ex direttore V Dipartimento del Comune. Domani invece sarà la volta dell'interrogatorio di garanzia per i dei detenuti nel carcere di Rebibbia. 




MAFIA CAPITALE, RAMPELLI AMMONISCE: “ORFINI E SCOTO ABBIANO LA DECENZA DI TACERE”

di Alessandro Rosa

Roma – Sullo scandalo di Mafia Capitale arriva l’intervento e il giudizio duro dell’on. Rampelli, capogruppo alla Camera dei Deputati, Fratelli d’Italia- Alleanza Nazionale che definisce l’inchiesta un incubo, e chide a tutti gli attori politici che hanno avuto ruoli di gestione negli ultimi 15 anni nelle istituzioni locali (e non solo coloro che saranno condannati) di prendere atto del loro fallimento e di ritirarsi a vita privata, da sinistra a destra: “Compresi quelli che, alla Buzzi e Carminati, sono pronti a stare con gli uni e con gli altri, basta che governino. Come nel caso del volubile Alfio Marchini”.

L’on. Rampelli rivolge parole di accusa a chi ancora tenta, dopo gli arresti per Mafia Capitale di nasconedere e giustificare con altre accuse: “Al presidente del Pd Orfini e al capogruppo alla Camera di Sel Scotto deve essere sfuggito che su 44 arresti non c’è nessun esponente di Fratelli d’Italia e che Alemanno, peraltro sospeso mesi fa da FDI AN, risulta essere solo indagato, mentre i tanti esponenti del Pd e della sinistra che sono stati arrestati sono legati mani e piedi al sistema criminale di Buzzi. È indecente che la sinistra tenti, come al solito, di nascondere le sue responsabilità -ha proseguito Rampelli- e dimentica che questo sistema perverso esiste da vent’anni e non nasce certo da un esponente di FdI ma dal braccio destro di Veltroni, il sig. Odevaine sviluppato poi da alcuni esponenti di spicco della maggioranza che sostiene Marino. Tra questi Ozzimo e Coratti”.

Chiosa il capogruppo di FdI-AN: “Orfini e Scotto abbiano la decenza di tacere, visto che il business dell’accoglienza è saldamente ancorato alla sinistra e al suo circuito affaristico di cooperative e associazioni. Sono davvero senza vergogna”

Su Mafia Capitale l’Onorevole Rampelli poi rivolge massima fiducia nella magistratura e confida in processi a tempo di record, ma spiega anche che il giudizio che lo investe è politico, e riguarda la capacità di governare in modo trasparente e dalla parte dei cittadini, proteggendo le fasce sociali più deboli anziché sfruttandole per alimentare circuiti affaristici: “Immigrati, nomadi, malati e tossicodipendenti sono stati trasformati in mucche da mungere, senza rispetto per la comunità né per gli interessati. Si tratta del nuovo business del terzo millennio, – l’on Rampelli spiega nel dettaglio – monopolizzato da cooperative bianche e rosse. Per renderlo più agevole e foraggiarlo Renzi ha riformato la Cooperazione allo sviluppo, sottraendola a ogni controllo e sta ammazzando la Croce Rossa italiana”.

RAMPELLI CHIEDE DIMISSIONI DEL SINDACO MARINO E L'ISTITUZIONE COMMISSIONE D'INCHIESTA SUL MALAFFARE IMMIGRAZIONE E CAMPI NOMADI

E ora il capogruppo di Fdi-An chiede molto di più, chiede le immediate dimissioni del Sindaco Marino considerando che tutto il sistema è marcio e il Pd romano, di cui Marino è leader e capire fino a dove sia arrivato questo marciume e avverte:”Ho scritto oggi stesso, in qualità di capogruppo, una lettera alla presidente della Camera Laura Boldrini per chiedere la calendarizzazione per la prossima settimana della nostra proposta di legge sull’istituzione di una commissione d’inchiesta sul malaffare legato alla gestione dell’immigrazione e dei nomadi, ferma da mesi. Se i partiti di maggioranza si opporranno saranno complici, se non correi” 




MATTEO ORFINI: "DOBBIAMO RINGRAZIARE MARINO. IL COMUNE NON CADE"

di Maurizio Costa

Roma – Il presidente del Pd, nonché commissario straordinario del partito a Roma, Matteo Orfini, dopo essersi incontrato con Ignazio Marino, sindaco della Capitale, e Nicola Zingaretti, governatore della Regione Lazio, ha tenuto una conferenza stampa per spiegare le motivazioni del Partito Democratico, che è stato implicato, attraverso gli arresti, in Mafia Capitale.

Mirko Coratti (ex presidente del consiglio comunale), Daniele Ozzimo (ex assessore alla Casa) e Pierpaolo Pedetti (ex consigliere comunale) facevano parte del Pd e sono indagati nel processo di Mafia Capitale.

"Se abbiamo commissionato il Pd di Roma ci sarà un motivo – ha detto Orfini – Coratti è giusto che paghi se implicato. Non appena è stato inquisito è stato subito sospeso dal Pd. Coratti – continua il presidente del Pd – non era considerato un sostenitore della giunta Marino tanto che emerge nelle intercettazioni che lui doveva essere ancora più duro per far cadere Marino".

Riguardo a un possibile scioglimento del comune, Orfini dice che: "Io ritengo che non ci siano i presupposti perché l'amministrazione Marino cada anche perché era contrastata da queste persone, anche se facevano parte del Pd come Coratti. Il Pd è responsabile per questi esponenti che si sono macchiati di gravi reati. Abbiamo passato anni in questa città – continua Orfini – e nel Pd abbiamo fatto la guerra tra bande, tralasciando i veri problemi e imbarcando chiunque nel partito. Con le nuove regole, errori del genere non capiteranno più".

Orfini parla anche del sindaco Marino: "Marino contrasta la criminalità e la cosa peggiore sarebbe interrompere questa amministrazione che sta combattendo il malaffare. Marino deve andare avanti come Nicola Zingaretti".

"Dobbiamo ringraziare Marino che contrasta l'illegalità, basta leggere cosa dicono Buzzi e Carminati. Il sindaco ha chiamato la Guardia di Finanza in Campidoglio prima di Mafia Capitale, accorgendosi che c'era qualcosa che non andava bene".

Adesso la commissione prefettizia consegnerà al prefetto di Roma una relazione per decidere se far cadere il comune oppure no.




MAFIA CAPITALE: MASSIMO CARMINATI USAVA LA COOP COSMADA PER INCASSARE IL DENARO "SPORCO"

di Angelo Barraco

Roma – Mafia Capitale – Il Gip Flavia Costantini, in un passaggio che si trova in una delle 428 pagine dell’inchiesta denominata “Mafia Capitale” parla di: “Gli esiti delle investigazioni esperite hanno consentito di appurare che la Cooperativa Servizi manutenzione società Cooperativa sociale Onlus a responsabilità limitata (Cosmada) è di fatto uno strumento utilizzato da Massimo Carminati per il recupero delle illecite somme a lui dovute e una società 'cartierà priva di consistenza aziendale e sostanzialmente inattiva, fiscalmente domiciliata presso lo studio commercialista di un sodale di Carminati, Paolo Di Ninno, il quale è risultato curare la contabilità della gran parte delle società riconducibili a Salvatore Buzzi”.
 
Il magistrato prosegue ancora asserendo che la Cosmada è presieduta dall’avvocato Antonio Esposito, dal 30 giugno 2012 e risulta essere un prestanome al servizio di Massimo Carminati. Il Gip scrive anche che “Secondo quanto affermato da Buzzi la Cosma veniva utilizzata come stabile metodo per permettere a Carminati di rientrare del proprio credito acquisito mediante investimenti passati (nelle attività delle cooperative) e successivi guadagni ottenuti dalle attività illecite perpetrate dal sodalizio per il tramite delle opere svolte dalle cooperative poste sotto l'influenza dell'organizzazione”.
Buzzi sottolineava più volte, quando parlava con i collaboratori, la necessità di “dover retribuire l'espletamento di lavori fittiziamente condotti dalla cooperativa Cosma” per far avere a Carminare quanto dovuto in base alla propria quota partè. In un’intercettazione Buzzi discute della “possibilità di fatturare l'espletamento di lavori per guardiania di bagni e spurgo di bagni” fatturando 359mila euro in favore della Cosma sottolineando “perché è ora che se…alleggerimo…dovevo da un milione a Massimo eh”.



L'EX ASSESSORE DI MARINO, DANIELE OZZIMO NELLO SCANDALO: CASE DA BUZZI IN CAMBIO DI "AIUTI"

di Angelo Parca

Roma – Mafia Capitale – Le contestazioni mosse all'ex assessore capitolino alla Casa, Daniele Ozzimo, anche lui agli arresti, riguardano, come si legge nell'ordinanza del gip, Flavia Costantini, "condotte poste in essere all'interno del suo assessorato – in accordo con Marinelli, appartenente alla sua segreteria e Venditti, presidente della lega delle cooperative Lazio- finalizzate al rinnovo dei servizi per l'emergenza alloggiativa a favore della Eriches, si legge nell'ordinanza, nonchè per l'adozione della memoria di Giunta Capitolina del 26.2.14, con cui si fornivano indirizzi amministrativi intesi alla non interruzione dei servizi di emergenza alloggiativa del 2014 ( memoria di giunta del febbraio 2014) e per la partecipazione, con la finalità di favorire i soggetti economici riconducibili a Buzzi, alla riunione di giunta in cui si adottava la delibera n. 150 del 22 maggio 2014". Il presidente della commissione capitolina alla Casa, Pierpaolo Pedetti, è invece accusato di «condotte poste in essere nelle qualità indicate, intese a costruire il consenso in sede di Assemblea capitolina al fine di consentire il rinnovo dei servizi per l'emergenza alloggiativa a favore della Eriches a valori sovradimensionati". Pedetti viene accusato in questa fase di avere favorito Buzzi anche nell'ambito della delibera sulla dismissione del patrimonio di Roma Capitale: "Chiedeva a Buzzi di acquistare un appartamento, intestato a una società a lui riconducibile, per il compimento di atti contrari ai doveri del suo ufficio consistenti nel promuovere in sede di Assemblea Capitolina, anche mediante emendamenti, di commissioni e di Giunta deliberazioni intese a garantire consistenti sconti e legittimazioni all'acquisto alle Onlus, tra le quali rientravano le cooperative facenti capo a Buzzi, in sede di dismissione del patrimonio immobiliare del comune di Roma". A Ozzimo viene anche contestato di avere messo al "servizio di Buzzi la sua funzione" e di avere "posto in essere atti contrari ai doveri del suo ufficio consistenti: nel partecipare alle delibere consiliari relative ai riconoscimenti del debito fuori bilancio dal 2012 e nel 2014 nella creazione del consenso politico e istituzionale necessario all'adozione delle delibere per il riconoscimento del debito fuori bilancio- prosegue l'ordinanza- nella proposizione di mozioni in seno al Consiglio comunale intese a facilitare la proroga delle convenzioni relative al verde pubblico per le cooperative riconducibili a Buzzi; nella partecipazione alla riunione di giunta del luglio 2014, proteggendo la posizione di Fiscon, il cui ruolo era posto in discussione dal sindaco; verso una costante erogazione di utilità a contenuto patrimoniale – comprendente anche l'assunzione di Tomasetti Tatiana nonchè, nel maggio 2013, l'erogazione di 20.000 euro, formalmente qualificati come contributo elettorale- da parte di Buzzi che agiva in accordo con Carminati"

Magrini in concorso con Buzzi, Ozzimo e Pedetti, "per il compimento di atti contrari ai doveri del loro ufficio", c'è anche, secondo il gip Costantini, Guido Magrini "nella sua qualità di Direttore del Dipartimento Politiche Sociali della Regione Lazio". In particolare nel suo caso l'atto contestato è «l'adozione della determinazione n. G05811 con cui veniva destinata a Roma Capitale la somma di Euro 7.182.003,00 per la realizzazione di interventi per il contrasto del disagio abitativo, in violazione dei doveri d'imparzialità della pubblica amministrazione, con riguardo alla tempistica". La contropartita ottenuta da Buzzi «che agiva in accordo con Carminati, Caldarelli, Di Ninno, Nacamulli, Chiaravalle, Bolla, Coltellacci e Garrone nonchè in accordo con Venditti, presidente della Lega delle cooperative Lazio" consisteva in "utilità a contenuto economico, consistenti nell'acquisto di 14 appartamenti al prezzo di 3.262.000 euro, dei quali erano erogati 120.000 euro come anticipo e parte del valore residuo (901.000 euro)» in favore «della Società cooperativa deposito locomotive Roma San Lorenzo, con il rappresentante della quale, Dei Giudici, erano legati da rapporti di amicizia e da vincoli di appartenenza politica"




MAFIA CAPITALE: IL CONSIGLIERE CAPRARI NELLE INTERCETTAZIONI CON BUZZI: "VOLEVA TRE POSTI GLIENE HO DATO UNO"

di Maurizio Costa

Roma – «La promessa di una remunerazione costante, commisurata al valore dei lavori di volta in volta assegnati alle imprese riconducibili a Buzzi» e «l'assunzione» di una persona da lui segnalata. È il «prezzo», a quanto si legge nell'ordinanza sulla fase due di mafia capitale firmata dal gip Flavia Costantini, che mafia capitale avrebbe pagato al consigliere comunale del Centro democratico Massimo Caprari, allo scopo di «formare il consenso politico e istituzionale per il riconoscimento di debiti fuori bilancio».

Come si legge in un'intercettazione di Salvatore Buzzi contenuta nell'ordinanza, Caprari, che aveva chiesto un appuntamento al presidente della coop 29 giugno, avrebbe chiesto l'assunzione di tre persone in cambio del voto favorevole alla delibera relativa al riconoscimento del debito fuori bilancio: «te l'ho detto, Caprari è venuto da me: voleva tre posti di lavoro!», dice Buzzi, «poi alla fine avemo concordato uno». A quanto ricostruito nell'ordinanza poi il consigliere comunica il nome a Buzzi con un sms, fino a quando Buzzi non gli risponde, ancora via sms, dicendogli che la persona da lui segnata «sta aspettando visita medica per idoneità e poi andrà al facchinaggio presso università Roma 3». Quando qualcuno, facendo cenno a «una corruzione diffusa del consiglio comunale ad opera del Buzzi ( ..fai a tutti..)», si lamenta del fatto che pur essendo «un pezzo da 90», viene trattato come gli altri, Buzzi gli riferisce di aver assunto «quello di Caprari» per tre mesi, commentando: «in tre mesi la mucca deve mangiare». Il giorno dell'approvazione della delibera, poi, il 30.10.2014, alle 18:17, si legge nell'ordinanza, Caprari informa Buzzi, tramite sms: «delibera debiti fuori bilancio.approvata.ho votato favorevole.ciao caprari»




MAFIA CAPITALE: ARRESTATO MARIO MONGE UOMO CHIAVE DEL BUSINESS DI IMMIGRATI E NON SOLO

 

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di Maurizio Costa

Roma – Il secondo filone dell'inchiesta Mafia Capitale ha cominciato a mietere le sue vittime. Tra le 44 persone arrestate la mattina di giovedì 4 giugno 2015 dai carabinieri del Ros, compare anche Mario Monge, presidente del consorzio di cooperative Sol.Co.

I business che avrebbe gestito attraverso le cooperative sono infiniti e toccano moltissimi campi diversi: dal cinema ai cassonetti gialli, passando per i Cup (Centro Unico Prenotazioni), con il quale si prenotano visite ed esami diagnostici.

Cup – Il Sol.Co., infatti, rientra nel filone di Mafia Capitale proprio per le gare d'appalto, che non sarebbero state completate in modo lecito. Nell'informativa dei carabinieri, si legge che “mediante intese, collusioni e accordi fraudolenti tra i partecipanti alla gara e con Angelo Scozzafava, pubblico ufficiale componente la commissione di aggiudicazione, finalizzati a ottenere per RTI Sol.Co. l'aggiudicazione di uno dei lotti in concorso, turbavano la gara comunitaria centralizzata a procedura aperta finalizzata all'acquisizione del servizio CUP occorrente alle Aziende Sanitarie della Regione Lazio per un importo di 91.443.027,75 euro”.

Business milionari che vedono Mario Monge al centro dei giochi. Ricordiamo che il consorzio Sol.Co. racchiude almeno 89 cooperative diverse, operanti a Roma e in Italia.

Cinema Aquila – Tra queste cooperative compare anche la “N.C.A.” che gestiva, fino a qualche giorno fa, il Nuovo Cinema Aquila di Roma, bene espropriato alla mafia dal comune e affidato proprio a Mario Monge. Dopo le inchieste de L'Osservatore d'Italia, il comune di Roma ha disdetto la gestione alla N.C.A., riscrivendo un nuovo bando. Questo esproprio è avvenuto perché il Sol.Co. ha subconcesso il cinema, andando contro le regole del bando.

Affidamenti diretti – Un'altra inchiesta portata avanti dalla nostra testata è quella che riguarda le gare ad affidamento diretto indette dal comune di Roma. Il dato fu eclatante e nel giro capitò un'altra volta il Sol.Co.: su 1040 gare, meno di venti sono state effettuate attraverso una procedura pubblica e aperta a tutte le altre cooperative. Infatti, ben 571 appalti sono stati concessi con la procedura negoziata, che prevede comunque una scelta di operatori invitati alla partecipazione dal comune di Roma.

Ed ecco che compare Mario Monge: il consorzio di cooperative “Sol.Co.” di Mario Monge ha vinto più di 30 gare attraverso l'affidamento ristretto. Il comune, infatti, ha invitato solamente un numero di operatori ristretto. In questa maniera, il Sol.Co. ha ricevuto quasi 150mila euro in un anno per vari progetti, come “Porte Sociali”, “Servizio accoglienza” e il monitoraggio dei servizi migranti e per l'inclusione sociale.

Cassonetti gialli – Ma non finisce qui. Mario Monge avrebbe gestito anche il business dei cassonetti per riciclare abiti usati. Sempre una nostra inchiesta svelò che la cooperativa "New Horizons", facente parte sempre della Sol.Co., ha gestito per anni i cassonetti gialli per la raccolta degli abiti usati, avendo tra le mani un business milionario. In quel caso, uscì la notizia che gli abiti usati, invece che essere donati ai poveri, sarebbero stati venduti all'estero o ad aziende italiane.

Intercettazioni – Infine, pubblichiamo le intercettazioni che creerebbero un contatto diretto tra Mario Monge e Salvatore Buzzi, braccio destro di Massimo Carminati.

Legenda: MM (Mario Monge); 
                  S. (Salvatore Buzzi);

MM: (in ambientale) vorrei dire una cosa.
S.: (Salvatore Buzzi): Mario.
MM: Salvatore, eccomi qua.
S.: ma com’è che hai fatto quel poderoso progetto sul Servizio Giardini?
MM: non ho capito.
S.: hai fatto la gara del Servizio Giardini, dieci lotti.
MM: ah, si, va be’, però… non sapevo… non mi han detto niente, io avevo parlato con… eh, con coso, se c’era spazio per un… un’offerta nostra, eh… e coso, come si chiama? Eh…Montani (Alessandro, ndr) mi ha detto: io ho detto: . cioè, però così io non sapevo niente…
S.: eh, però… stai proprio su de me, me potevi anda’ su Montani, ma chi se lo inculava Montani.
MM: ma io non lo sapevo, non lo sapevo, me l’ha detto Montani, non mi ha detto chi partecipava, io…
S.: senti ma se doves… se dovesse anda’ male… ci sono problemi?
MM: assolutamente no.
S.: no, se dovesse anda’ male pe’ me che vinci te, dico (ride) mortacci tua!
MM: ah, ah no, se dovesse andar male in che… in che senso? Cioè, no, non è… vedia'… proviamo a fa’, cioè, per me, io l’ho fa… l’ho fatta perché l’ave… l’avevan fatta fare cosi,ma non…
S.: non è stra… non… non è strategica per te, no?
MM: come?
S.: non e strategica?
MM: no, no
S.: va bene, grazie, grazie
MM: però… considera che c’era… eh, io, io avevo… mi sono venuti a cercare Valà con una sua piccola cooperativa e l’Esempio, io non… manco sapevo che c’erano queste cose
S.: va be’ poi me li vado a incula’ io a questi
MM: però, senti, vogliamo vederci un attimo, troviamo una soluzione se c’è un problema
S.: va bene, se ci fossero problemi, non ci so’ problemi
MM: se ci fossero problemi, io spero di no che noi siamo fuori, però se ci fossero dei problemi fammi sapere.
S.: d’accordo.
MM: e ci vediamo immediatamente, immediatamente.
S.: tranquillo, tra… tranquillo.
MM: e io ti spiego come sono arrivati da me.
S.: tranquillo, ok.

Alle 14.01, appresa la notizia che Eriches 29 aveva vinto la gara, Salvatore Buzzi inviava subito un sms di ringraziamento a Mario Monge della coop. Il Sol.Co.: “Ok grazie sei un amico”.




LUCA GRAMAZIO: IL "PROTETTO" DI MAFIA CAPITALE

Redazione

Roma – Mafia Capitale: Il Gip: «Gramazio capitale istituzionale del sodalizio» «Il ruolo di Luca Gramazio, quale personaggio vicino all'associazione in esame, era già emerso, ma è stato possibile solo successivamente, con un ulteriore e più approfondito vaglio del materiale investigativo, delineare il ruolo dello stesso all'interno dell'associazione, che può ricondursi al capitale istituzionale di Mafia Capitale». È quanto affermato dal Gip di Roma, Flavia Costantini, nell'ordinanza di custodia cautelare emessa a carico di 44 persone, tra i quali il consigliere regionale Luca Gramazio, nell'ambito del secondo capitolo dell'inchiesta
Mafia Capitale. Secondo il magistrato, Gramazio «svolge un ruolo di collegamento tra l'organizzazione da un lato e la politica e le istituzioni dall'altro, ponendo al servizio della stessa il suo 'munus publicum' e il suo ruolo politico». Un collegamento che, sul piano politico, si traduce nella costruzione del consenso necessario ad assecondare gli affari del sodalizio; sul piano istituzionale, si materia di iniziative formali e informali intese per un verso a collocare nei plessi – sensibili per l'organizzazione – dell'amministrazione pubblica soggetti graditi, per altro verso nell'orientare risorse pubbliche in settori nei quali il sodalizio, in ragione del capitale istituzionale di cui dispone, ha maggiori possibilità di illecito arricchimento. Egli, inoltre, elabora insieme ai vertici dell'organizzazione le strategie di penetrazione della pubblica amministrazione«. Infine, sostiene ancora il gip, il consigliere regionale, »riceve dall'organizzazione per un verso una costante erogazione di utilità, per altro verso protezione e sicurezza in tutti quei casi in cui si rende necessario«.

DA BUZZI A GRAMAZIO 98MILA EURO E ASSUNZIONI PER CONSIGLIERE REGIONALE FI «AGGRAVANTE ASSOCIAZIONE MAFIOSA»

Il consigliere regionale di Fi, Luca Gramazio, «riceveva costantemente erogazioni e promesse di utilità a contenuto economico da Buzzi, che agiva di concerto con Carminati e Testa, tra le altre: 98.000 euro in contanti in tre tranches (50.000-28.000-20.000); 15.000 euro con bonifico per finanziamento al comitato Gramazio; l'assunzione di 10 persone, cui veniva garantito nell'interesse di Gramazio uno stipendio; la promessa di pagamento di un debito per spese di tipografia». Lo ha scritto il gip Flavia Costantini nell'ordinanza di custodia cautelare che ha portato all'arresto di 44 persone. Per Gramazio, sostiene il magistrato, c'è «l'aggravante di aver agito al fine di agevolare l'associazione di tipo mafioso»