MALTA, DOM MINTOFF: UNA PIETRA MILIARE NELLA STORIA DELL'ISOLA

Emanuel Galea

“Il Perit”, oppure semplicemente il Dom, come affettuosamente si riferivano a lui i suoi sostenitori, architetto, giornalista e uomo politico astuto, come leader del partito laburista ha vinto la battaglia contro gli inglesi ed è riuscito ad ottenere l’indipendenza di Malta. Non è riuscito a vincere l'ultima battaglia, e dopo 96 anni di vita frenetica, il 20 agosto si è lasciato andare per sempre. “Il Perit” oggi può essere ricordato, anche se in una taglia ridotta, come il vescovo anglicano Desmond Tutu che negli anni 80 si è distinto come fermo oppositore all’apartheid. In piccolo lo si può paragonare a un Nelson Mandela che fu presidente del suo paese dopo la liberazione. Come difensore dei diritti civili la sua memoria ricorda molto quella di Martin Luther King.  Oggi il Dom vive solamente nella memoria e nei cuori di quelli che lo hanno conosciuto. Come uomo politico instancabile ha contribuito al benessere dell’isola ed il suo nome rimane legato alla stessa uscita di Malta dallo stato di colonia per rivestire lo stato di Repubblica. Purtroppo ha fatto delle cose sbagliate e assieme al bene rimane ricordato come colui che con disinvoltura, offendendo cultura e storia dell’isola, ha sacrificato uno dei monumenti storici più importanti sull’altare del becero modernismo. Con il pretesto di allargare l’entrata all’antica città di La Valletta ha demolito Porta Reale, costruzione del 1870, nota alla comunità maltese come Putirjal e suo posto sono state edificate due fredde muraglie, un oscenità a cielo aperto, che stonano e nulla hanno a che spartire con l'austero stile della città degli antichi Cavalieri. Oggi anche quell’obbrobrio testimonia il passaggio di un grande statista che non essendo perfetto ha fatto cose belle e altre brutte. Pace all’anima sua.