CONTO ALLA ROVESCIA

Chiara Rai

Avevamo preannunciato che Bersani, dopo i vani tentativi di corteggiare Grillo e poi Monti, avrebbe candidato due dei suoi alle due Camere del Parlamento ma non certo Finocchiaro, altrimenti sarebbe stata protagonista indiscussa e testa autonoma e pensante che avrebbe offuscato il leader del Pd.

Dunque  l'ex procuratore Antimafia Pietro Grasso è il nuovo presidente del Senato e Laura Boldrini candidata nelle liste di Sel ed ex portavoce dei rifugiati politici dell’Onu è il nuovo presidente della Camera. Adesso manca il Capo del Governo e può iniziare il conto alla rovescia per le nuove elezioni. Nessuno le vuole ma è l'inevitabile destino. Senato e Camera. Due bei nomi, nulla da eccepire. Sicuramente delle scelte che per la loro caratura, trascorso e credibilità aprono ancora una volta ad una possibile condivisione d’intenti col Movimento Cinque Stelle. La stessa Boldrini, donna di una certa età, paladina della tutela dei diritti dei più deboli, portavoce delle persone “normali” veste a pennello gli abiti del mediatore in questo rovente clima politico.

Queste due nomine possono essere intese come vincenti o al contrario disfattrici. E’ pur vero che i grillini al Senato pare abbiano trasferito qualche voto a Grasso, quando la competizione con Schifani si era fatta più intensa. Il bicchiere mezzo pieno consiste nel fatto che è stata eletta la terza donna, dopo Nilde Iotti e Irene Pivetti, presidente della Camera nella storia Repubblicana e che Grasso è il simbolo dell'anticorruzione e della giustizia. Il bicchiere mezzo vuoto è di quattro commensali a tavola, il pasto è servito soltanto per il primo arrivato. Al momento della sua presa di scranno della Boldrino, gli unici a rimanere seduti sono stati i deputati Pdl e devo dire che non hanno fatto una bella figura. La scelta di Boldrini non solo giustifica quella volontà di rinnovamento chiesta dai militanti ed elettori Pd ma anche quella apertura al dialogo con i grillini: “Stiamo iniziando un viaggio insieme e io con cura e umiltà”. Cura e umiltà due parole che sentiamo spesso negli ultimi tempi.

Ancora una volta si dovrebbero prendere ad esempio le parole di quello splendido uomo di Papa Francesco: “sogno una Chiesa povera e per i poveri”. E noi italiani sogniamo un Parlamento equo che tuteli i diritti degli Italiani e sia esempio di buonsenso. Adesso iniziano a capirlo anche i politici, ma come Francesco si è sbrigato a pagare il conto dei suoi pernottamenti, ci si aspetta che i neo deputati non si sbrodolino di privilegi e inizino a lavorare nell’umiltà e con umiltà. Lo scenario idilliaco appena descritto in realtà ha delle spigolosità pericolosissime: Berlusconi, Monti e Cinque Stelle non permetteranno un Governo a senso unico. Adesso dovrebbe entrare in gioco un termine che l’avidità di potere ha prosciugato del suo significato: Responsabilità. Ma purtroppo il suicidio è stato preannunciato in tutte le salse e questo Governo ha i mesi contati.