TIVOLI – GUIDONIA, NASCE LA NUOVA SEZIONE DELLA LEGA DEI SOCIALISTI (LDS)

Redazione

Tivoli (Rm) – Si è costituita a Guidonia e Tivoli la nuova sezione della LdS "Lega dei Socialisti", movimento del socialismo di sinistra che mira ad unire la sinistra per uno sviluppo alternativo dei modelli economici e sociali, e dei criteri di crescita del nostro paese. "Da Novembre daremo il via ad una serie di attività politiche per dare sostanza all’azione propositiva della sezione locale del movimento, e per essere pronti alle prossime elezioni amministrative nei comuni di Guidonia, Tivoli e comuni limitrofi. – Dichiara Manuel Santoro Esecutivo nazionale della Lega dei Socialisti – La LdS valorizza – prosegue Santoro – le idee del socialismo “per la povera gente”, e lavora affinché la giustizia sociale e la solidarietà riemergano come punti di riferimento delle politiche nazionali e locali. La LdS si impegna a ricostruire, all’interno della sinistra italiana, un dialogo costruttivo per la nascita di un nuovo polo di sinistra. La LdS Guidonia/Tivoli lavorerà al rilancio dei temi da troppo tempo dimenticati a causa della cattiva amministrazione dei comuni di Guidonia e Tivoli. Lavoro e territorio, agricoltura urbana e verticale, edilizia alternativa ed ambiente, tematiche giovanili e servizi sociali. Conclude Santoro – L'attuale gruppo dirigente è formato da giovani e meno giovani interessati ad un forte rilancio politico, sociale e culturale. 
 




TRA PSI, PRIMARIE E SOCIALISMO

Santoro: "La vaporizzazione di quel poco di speranza che ancora gravita tra i socialisti di vedere risorta  una nostra autonomia evitando di essere fagocitati dal Partito Democratico. Non sottovalutiamo questo aspetto. Tutt’altro, penso sia quello più insidioso."

 

Riceviamo e pubblichiamo da Manuel Santoro (Partito Socialista Italiano e Direttivo nazionale della Lega dei Socialisti):

"Più di una volta, nell’ormai lontano passato, scrissi che il Partito Socialista Italiano aveva il compito di diventare epicentro di un percorso di aggregazione di tutte le realtà socialiste presenti nel Paese, e, successivamente, dialogare con tutte quelle forze di sinistra concordi nell’intraprendere un percorso comune verso la costituzione di una sinistra di stampo prettamente socialista. Una sorta di convergenza di tutte le energie socialiste disponibili su idee, idealità e programmi che hanno nella libertà, nell’eguaglianza e nella giustizia sociale le direttrici di una politica virtuosamente socialista. Naturalmente tutto ciò è stato, e rimane, il mio pensiero relativamente alla direzione politica che il PSI avrebbe dovuto intraprendere, e dovrebbe tutt’oggi  intraprendere. Oggi che le alleanze sono state decise per le prossime politiche e la direzione politica del PSI è tracciata nel solco del moderatismo democratico, senza alcun Congresso nazionale, sento vociferare di una presunta disponibilità del PSI a divenire quel famoso epicentro del mondo socialista italiano. Per carità, meglio tardi che mai, ma questo nuovo atteggiamento mi sa tanto di chi, ora che tutto è definito e sistemato, ha bisogno di voti. Dei voti dei socialisti in diaspora. Vedremo. Comunque vada, però, penso diventi oggi  fondamentale procedere verso una nuova progettualità socialista larga, senza timori, che possa anche includere, eventualmente, un diverso PSI. Diverso, soprattutto, nel modus operandi. Democrazia interna e pluralità sono, senza dubbio, condizioni necessarie. Una nuova progettualità socialista potrebbe nascere ed evolversi, tatticamente discorrendo, usando il mezzo delle Primarie. Penso che le Primarie, infatti, possano essere usate come mezzo per costruire un soggetto socialista amplio. Usare le primarie evitando di essere usati. In questo senso penso sia fondamentale seguire alcuni passaggi. Il primo è quello di anticipatamente riavvicinare le anime sparse del mondo socialista; secondo, costruire le basi di una nuova progettualità di ampio respiro e di lungo periodo. Penso che solo a valle di questi due passaggi si possa affrontare in modo costruttivo la battaglia delle Primarie indicando come candidato un esponente socialista sobrio e di grande caratura morale come punta di diamante di una seria progettualità già avviata e che dovrà continuare in futuro. Se riuscissimo a riunirci, tutti, ed esprimere una intenzione comune per un cammino comune che ci porti a costruire un rinnovato polo socialista all’interno della futura sinistra italiana, avremo certamente conquistato qualcosa di memorabile. Certamente, non mi aspetto un dietro-front a Primarie concluse. Anzi, mi aspetto l’avvio di una spirale di entusiasmo, consenso ed adesioni da coltivare affinché, anche questo Paese, abbia una soggettività socialista forte e visibile.Cerchiamo, quindi, di usare l’opportunità delle Primarie evitando di essere usati. Il rischio è sempre lo stesso. La vaporizzazione di quel poco di speranza che ancora gravita tra i socialisti di vedere risorta  una nostra autonomia evitando di essere fagocitati dal Partito Democratico. Non sottovalutiamo questo aspetto. Tutt’altro, penso sia quello più insidioso."
 




LA SINISTRA ED IL DESERTO DEI TARTARI

Manuel Santoro

C’era una volta la speranza che ci induceva a pensare che avremmo potuto testimoniare alla nascita di una sinistra rinnovata nello spirito e nelle ambizioni, ed unita nei programmi. Una sinistra che avrebbe valorizzato l’essenza del socialismo, anche esso rinnovato nelle prospettive strategiche, amplificandone i caratteri di democrazia, di solidarietà e di giustizia sociale in una società povera ed impoverita nell’anima. C’era una volta la consapevolezza diffusa che, senza una politica socialista, le società martoriate dalla ferocia del capitale e del potere avrebbero subito deformazioni sociali, culturali e comportamentali con il tempo irreversibili, le quali avrebbero reso ancor più complicato la ripresa di un fronte di lotta autonomo  ed ampio. Con il trascorrere del tempo ci siamo resi conto della vaghezza e della aleatorietà di tali speranze ed in un mondo che navigava, e tuttora naviga, verso i poteri forti e costituiti, senza ostacoli, con continua perseveranza, ci rendiamo conto dello smembramento dell’alternativa socialista e di sinistra.

La diaspora socialista è in moto da tanto tempo così come lo è quella di sinistra e, temo, sia un processo quasi-irreversibile. Sino ad oggi, infatti, non siamo stati capaci di riassorbire in un unico luogo i socialisti dispersi nei mille rivoli dell’associazionismo, dei movimenti e dei partiti. Come pensiamo di poter incanalare in un'unica progettualità le diverse sfaccettature della sinistra? Noto tanta stanchezza e, soprattutto, troppa pigrizia.
 
Per carità, c’è ancora un partito, per quanto piccolo, che nominalmente si rifà al socialismo e che, avvolte, riceve da parte mia qualche critica. Facendone parte, al PSI spedisco la mia visione politica sul futuro del partito e del socialismo, la quale non sempre viene apprezzata. Anzi, vi dirò, le mie missive mi hanno ripagato con qualche epurazione virtuale e diverse accuse di “essere scomodo”.

Sono convinto che il socialismo italiano debba riacquisire un propria centralità ed una propria autostima attraverso un profondo rinnovamento etico, culturale ed umano, e questo processo di rinascita non potrà avvenire, ahimè, all’ombra di altri soggetti, certamente più voluminosi e tendenzialmente maggioritari. Peccato tendenzialmente mortale, per il benessere di pochi, che coinvolge altri pezzi della sinistra italiana, come avviluppati in una forza centripeta diretta verso forme neocentriste che spoglia, chi vi entra, di progettualità, di onore e di speranza.

Il socialismo deve ricostruirsi intorno ad un progetto aperto, inclusivo, altamente democratico ed etico. Tale progettualità deve coinvolgere tutti, anche il PSI, e deve essere promotore di una ricomposizione della diaspora socialista. Sintesi di tutti quei filoni che formano il socialismo italiano, solo tale progettualità potrà essere il volano con cui ripensare una sinistra in Italia.