Bracciano Ambiente, fallimento. Gentili: "La decisione era prevedibile"



Red. Politica

 

BRACCIANO (RM) – “Il primo pensiero va ai 50 lavoratori che perdono il lavoro e ai quali va tutta la mia solidarietà. Il mio impegno per continuare a garantire loro una occupazione sarà massimo”. E’ quanto dichiara Claudio Gentili, consigliere di opposizione a Bracciano sul fallimento della Bracciano Ambiente decretato il 21 novembre dalla sezione fallimentare del Tribunale di Civitavecchia. “La decisione – aggiunge Gentili – era prevedibile. E’ evidente che da parte dell’amministrazione comunale non è stata posta in essere alcuna azione mirata al salvataggio della società. Anzi. L’atteggiamento in Consiglio comunale è stato ostile e tutto ciò ha comportato un discapito per i lavoratori. Si apre ora una fase di esercizio provvisorio nell’attesa che venga bandita una nuova gara per l’affidamento dei servizi già assegnati alla Bracciano Ambiente. Si fanno inoltre sempre più pressanti le preoccupazioni per la discarica di Cupinoro. Al riguardo sollecitiamo la Regione Lazio a prendere atto della grave situazione che si è venuta a creare e a intervenire per quanto di sua competenza per scongiurare eventuali danni ambientali al territorio. L’impatto del fallimento anche per la tenuta del Comune di Bracciano – conclude Gentili – resta tutta da verificare ed è in questo ambito da subito poniamo tutta la nostra attenzione”

 

L'avvocato Marcello Marchesi spiega le motivazioni che hanno portato alla decisione del Tribuale "La società è fallita perché, secondo il Tribunale, “il nuovo "piano di sviluppo sostenibile della discarica di Cupinoro”, presentato dalla amministratrice Fiori, appare “in totale discontinuità rispetto alle attività prospettate nella precedente ipotesi di soluzione della crisi”, e prevederebbe il "completamento dell’impianto di fitodepurazione destinato al trattamento delle acque meteoriche di ruscellamento", la "riattivazione dell’impianto di trattamento del percolato", la realizzazione di un "impianto solare termodinamico" e la "coltivazione di essenze vegetali per l’industria farmaceutica”. Tale nuovo piano, presentato dall'amministratrice Fiori, si legge nel decreto, “appare del tutto irrelistico (…) specie considerando che il nuovo piano prevede che, una volta ottenute le diverse autorizzazioni, "la realizzazione dell’impianto sarà perseguita tramite bando di gara europeo o, in alternativa, a seguito di accordi con Enti locali”. – Dichiara in una nota l'ex amministratore della municipalizzata di Bracciano – Peraltro, prosegue il Tribunale, “il nuovo piano non è, all’attualità, stato oggetto di valutazione da parte del consiglio comunale, socio unico della proponente, che, nella seduta del 24.10.2016, si è astenuto dal formulare alcun "parere definitivo sulla validità del piano", limitandosi a deliberare "l’ottenimento da parte della Bracciano Ambiente di tutti i pareri, nulla osta, permessi, autorizzazioni, anche attraverso il ricorso alla conferenza di servizi" e "l’acquisizione da parte della Bracciano Ambiente di tutte le necessarie coperture finanziarie al progetto, tali da garantire l’inesistenza dei pericoli di futuri indebitamenti del Comune di Bracciano”, ed atteso che, “allo stato, non è stata fornita evidenza in ordine all’avvio dei complessi procedimenti amministrativi diretti all’ottenimento dei "pareri, nulla osta e autorizzazioni per realizzare gli impianti descritti nel "Piano di sviluppo sostenibile della discarica in località Cupinoro" (…), il nuovo piano, non approvato dal socio unico, privo delle necessarie attestazioni di fattibilità e carente delle necessarie autorizzazioni amministrative, rappresenterebbe un’operazione esclusivamente finalizzata a ritardare la risoluzione della crisi dell’impresa e il soddisfacimento dei creditori”.




BRACCIANO, CUPINORO: BOTTA E RISPOSTA TRA DIPENDENTI E PRESIDENZA DELLA BRACCIANO AMBIENTE SPA

Redazione

Bracciano (RM) – Riceviamo e pubblichiamo la nota di Franco Ridolfi, dipendente della Bracciano Ambiente SpA, firmatario insieme ad altri dipendenti di una precedente lettera,  in riscontro alla nota rilasciata dal Presidente della Bracciano Ambiente SpA Marcello Marchesi.

Ecco la nota:

Spettabile Redazione,
leggo sulla Vostra pubblicazione la “risposta” del presidente Marchesi alla lettera sottoscritta da alcuni dipendenti, fra cui il sottoscritto.

Non avendo la benché minima intenzione di ribattere ad affermazioni la cui maggior parte trova riscontri, se li trova, solo nelle intenzioni dell’autore – con il solo risultato di annoiare chi legge – mi limiterò ad illustrare la mia situazione in quanto, appartenendo a quel “sovraffollamento dei lavoratori non operativi addetti ai servizi pubblici locali” che, a detta dell’avvocato personale del sindaco Sala, aggraverebbe “il peso delle imposte locali a carico delle famiglie braccianesi”, mi ritengo direttamente “parte in causa”.

Per oltre 5 anni ho sostenuto una vertenza con la Bracciano Ambiente S.p.A. per mobbing e demansionamento; cioè, per anni e anni, ho chiesto davanti ad un giudice che l’azienda di proprietà dei cittadini di Bracciano … mi facesse lavorare, visto che percepivo uno stipendio per fare nulla. Per gli stessi anni e anni la Bracciano Ambiente S.p.A., anche nella persona del suo attuale presidente (all’epoca membro del C.d.A.), ha sostenuto che le mie rimostranze erano, sostanzialmente, infondate, ed il sottoscritto, a detta dell’azienda, svolgeva regolarmente le mansioni adeguate al suo livello funzionale e per cui percepiva regolare stipendio.

Il 5 aprile 2012 il Giudice del Lavoro di Civitavecchia ha condannato “la società convenuta a reintegrare il ricorrente nelle mansioni proprie del VI Livello del CCNL ed equivalenti a quelle espletate fino all’aprile del 2005”: è passato più di un anno e mezzo ma quello stesso avvocato Marchesi che oggi addossa la pressoché totale responsabilità dello sfacelo della Bracciano Ambiente S.p.A. all’indolenza ed all’ignavia di quella “pianta organica smisurata, mal distribuita e lautamente pagata” … non ha ancora trovato il modo e/o il tempo non soltanto di ottemperare alla condanna di un giudice ma neanche di darmi la possibilità di rendermi utile all’azienda (come per anni da me richiesto!) e a quelle famiglie braccianesi  per le quali sembra tanto preoccupato … sembra!

Sperando di aver contribuito a riportare un minimo di chiarezza e verità nell’individuazione delle reali responsabilità dell’attuale stato di cose, nel ringraziare per l’attenzione, cordialmente saluto,
Ridolfi Franco
(per adesso ancora) dipendente Bracciano Ambiente S.p.A.)

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BRACCIANO, CUPINORO: LA BRACCIANO AMBIENTE RISPONDE ALLA LETTERA DEI 26 DIPENDENTI

Redazione

Bracciano (RM) – Riceviamo e pubblichiamo la nota di Marcello Marchesi presidente di Bracciano Ambiente S.p.A. in riscontro alla lettera sottoscritta da alcuni dipendenti della municipalizzata.

Ecco la nota:

"Egregio direttore,
ho letto con grande interesse la lettera, sottoscritta da 26 dipendenti (su 76) della Bracciano Ambiente, per mezzo della quale i firmatari sostengono – in sintesi – che gli “enormi errori del management” sarebbero consistiti nel rendere i servizi pubblici locali di spazzamento, raccolta e cimiteriali al comune di Bracciano a prezzi inferiori al costo effettivo dei servizi resi.
La logica sottesa a tale ragionamento è la seguente: se chi governa la Bracciano Ambiente avesse aumentato il costo dei servizi resi al Comune – e, dunque, a carico dei cittadini – avremmo potuto mantenere inalterato il perimetro occupazionale e gli attuali livelli salariali della società municipalizzata.
Pur comprendendo lo stato d'animo dei lavoratori firmatari, coinvolti in una procedura di mobilità, la direzione intrapresa dall'azienda, per mezzo del piano pluriennale di cui si è dotata, condiviso ed approvato dal consiglio comunale, è di segno opposto: non aggravare – anzi, appena possibile, alleggerire – il peso delle imposte locali a carico delle famiglie braccianesi che di quei servizi fruiscono.
Peraltro, non corrisponde affatto al vero che i detti servizi locali siano stati resi dalla municipalizzata con saldo negativo, poiché tutti i maggiori costi sostenuti dalla società partecipata sono stati fatturati e costituiscono, quasi da soli, la massa di debiti fuori bilancio che il Comune sta faticosamente onorando, a spese di tutti.
Ciò che la lettera non dice è che tali maggiori costi, che i cittadini sono costretti a pagare, dipendono in primis proprio dal sovraffollamento dei lavoratori non operativi addetti ai servizi pubblici locali.
Tuttavia, era evidente, per coloro che volessero accorgersene, che non fosse più possibile socializzare costi così elevati, derivanti unicamente da una pianta organica smisurata, mal distribuita e lautamente pagata.
Ci si chiede, legittimamente, come si è arrivati a questo?
La risposta è stata scritta e pubblicata due anni fa (http://www.braccianoambiente.it/foto/news/3711u-2011.pdf), ma è bene ripeterla ancora.
Quando, nel luglio 2004, Bracciano Ambiente nacque con lo scopo di gestire i servizi di raccolta, spazzamento e smaltimento RSU, assorbì i 42 dipendenti che le due società private, che tali servizi svolgevano, avevano a libro paga.
Immediatamente, durante la gestione comunale Negri-Riccioni tra il luglio 2004 ed il maggio 2007, furono assunte 19 persone a tempo indeterminato, più 14 a tempo determinato, con contratto nullo e, pertanto, a tempo indeterminato anch'esse, tutte a chiamata diretta, senza alcun concorso, salvo una, per un totale di 34 unità.
Dunque, se alle due società private erano sufficienti 42 lavoratori, alla società pubblica ne occorrevano 76 per svolgere i medesimi servizi.
Tali nuove assunzioni, peraltro, essendo concentrate prevalentemente nel settore amministrativo, non solo non hanno migliorato, né reso più efficienti, i servizi sul territorio, ma hanno minato alla radice la stabilità della società pubblica e, quanto alle modalità di assunzione, avvenuta secondo il principio dello spoil system, hanno pregiudicato tutti gli esclusi, forse più capaci e meritevoli, da una qualsiasi prova selettiva, in flagrante violazione di ogni principio meritocratico.
Questi i fatti. Quali i rimedi?
Se, prima dell'inizio della procedura prevista dalla legge 223, i sindacati, sentiti i lavoratori in assemblea, non avessero rifiutato una proposta dell'azienda contenente il significativo ridimensionamento dei salari di tutti i 76 occupati (allora 77) e la riqualificazione di molti impiegati in operai, oggi i posti di lavoro non sarebbero a rischio.
Ora la procedura di mobilità è dolorosa ma necessaria, poiché ne va della sopravvivenza dell'azienda intera e del mantenimento in capo ad essa della nevralgica gestione degli impianti di Cupinoro, presenti e futuri, nell'interesse di tutti i cittadini e non solo di alcuni.
Al contrario, accettare la proposta, avanzata dai dipendenti firmatari, di distribuire sui cittadini di Bracciano il peso di un monte salari della municipalizzata manifestamente sproporzionato agli attuali ricavi, ma anche alla qualità dei servizi resi, sarebbe da parte nostra – questo sì – “immorale”.
Cordialmente.
Marcello Marchesi
presidente di Bracciano Ambiente S.p.A."

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BRACCIANO, CUPINOROPOLI: PEZZILLO – TONDINELLI: “LA DISCARICA SARA’ ILLEGALE”

Luca Pagni

Bracciano (RM) – I Consiglieri Comunali di opposizione (Pdl) Marcello Iacono Pezzillo e Armando Tondinelli tuonano contro le parole ed azioni, definite dai due consiglieri “poco rassicuranti”, del Sindaco di Bracciano Giuliano Sala e del suo avvocato nonché Presidente della Bracciano Ambiente Marcello Marchesi.
"I rifiuti da Roma sono la definitiva dimostrazione del fallimento dell’amministrazione Sala – Marchesi. – Dichiarano Pezzillo e Rondinelli – L’ormai prossimo arrivo dei rifiuti da Roma – proseguono nelle dichiarazioni i due consiglieri di opposizione –  non è frutto del caso o, come ancora sostiene qualcuno, di “coincidenze” ma la scontata conclusione di un progetto fallimentare.

La verità vera su quanto sta accadendo, infatti, è scritta nei fatti che si sono succeduti negli ultimi anni: a causa della colpevole, mancata realizzazione dell’impianto deliberato in Consiglio Comunale nel 2008, dal 6 agosto scorso (e non dal prossimo 1° novembre!) la discarica di Cupinoro è semplicemente illegale, a seguito della promulgazione della circolare del Ministro dell’Ambiente Orlando, ma nessuno se ne è “accorto” fino al momento in cui non si è deciso di prendere i classici “due piccioni con una fava”. Grazie alla “contiguità” politica fra Comune, Provincia e Regione sarà stato fin troppo facile pensare di “risolvere” il problema Cupinoro con il problema “chiusura Malagrotta”: è bastato inventare un’asta pubblica per vendita a privati di 20.000 mc di abbancamento a Cupinoro (assolutamente incongrua, non esistendo privati in grado di conferire tali quantità, come dimostrato dalla totale assenza di partecipanti alla gara!) per suscitare il “casuale” interessamento del Commissario Sottile che ha, ovviamente, immediatamente requisito tale disponibilità.

Va tenuto presente che, in assenza di gara pubblica, mai e poi mai questo sarebbe potuto succedere! Tanto le sconclusionate e “fuori tema” dichiarazioni del sindaco Sala nella super blindata conferenza stampa (ai braccianesi non interessa sapere cosa – gli ormai “famosi” barattoli di rifiuto quasi buoni da mangiare – arriva a Cupinoro ma perchè debba arrivare!) quanto quelle ironiche (il perché lo conosce soltanto lui!) del presidente Marchesi, infarcite di dati disomogenei che fanno comodo solo come sua – insostenibile – giustificazione, non possono in alcun modo nascondere non soltanto il vero e proprio disastro causato dal “ticket Sala-Marchesi” ma anche, e soprattutto, l’estrema difficoltà con la quale si potranno (se si potranno) riparare i danni da loro causati all’intera collettività locale. – Pezzillo e Rondinelli concludono – Il loro allontanamento dagli incarichi ricoperti è, ormai, semplicemente doveroso al fine di limitare le conseguenze del loro sciagurato “governo”!

 

A queste pesanti argomentazioni dei Consiglieri Comunali del Pdl Pezzillo e Tondinelli, ricordiamo che sono vicine le elezioni del Presidente dell'Universita Agraria di Bracciano, proprietaria dei terreni su cui si erge sempre più alta la discarica di Cupinoro, nonostante gli Usi Civici dicano che i terreni siano un bene della collettività, che la discarica non la vuole e segnala una possibile parentopoli nelle elezioni presidenziali, oltre al fatto che in almeno un listino ci sarebbero figure condannate con sentenza definitiva, per le “mazzette” prese proprio per gestire il business di Cupinoro. Abbiamo appurato almeno 12 pagine di sentenza del 2007 confermata nel 2010.

L'8 ottobre , Luca Pagni, insieme con Marco Tellaroli e consorte, si è recato a Cupinoro e dintorni, per verificare, fotografare e pubblicare la situazione attuale della discarica, e del suo impatto su ciò che le stà intorno. Questo al fine di poter sensibilizzare la cittadinanza , sulla gravosa situazione in cui versa, con inquetanti segnali di possibile inquinamento, pericoloso per animali ed ambiente, oltre che per i cittadini che non vedono più riconosciuta la loro Sovranità.

 

 

Di rifiuti si muore ed a ridosso della discarica abbiamo fotografato greggi di pecore, aziende agricole, scuole per cani e per esseri umani, case, villette e tombe etrusche.

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BRACCIANO, CUPINORO: PARLA IL PRESIDENTE DELLA BRACCIANO AMBIENTE SPA

Redazione

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Marcello Marchesi presidente di Bracciano Ambiente S.p.A.

Egregio direttore,
ingenuamente, ero convinto che nel resoconto di quanto accaduto nel corso della conferenza stampa del 3 ottobre avrei trovato tutte le informazioni che nell’occasione sono state fornite ai giornalisti, affinché, loro tramite, pervenissero ai cittadini, consentendo a questi ultimi di farsi un'opinione libera e consapevole sulla vicenda che ha suscitato grande clamore e, in generale, sulle modalità di gestione della società partecipata.
Mi riferisco, in particolare:
•    alla notizia che, dopo ventidue anni e 2,2 milioni di metri cubi di rifiuto “tal quale” smaltito a Cupinoro a seguito di una decisione commissariale passata sopra le teste di cittadini ed amministratori, questo consiglio d’amministrazione il 26 settembre scorso ha deliberato che in tale impianto e, dunque, nel territorio di Bracciano, dal I novembre 2013, non saranno più ammesse le 90.000 tonnellate/anno di rifiuti indifferenziati che (dal 1991) i 25 comuni del bacino sversano a prezzi di saldo, ma saranno ammessi i soli scarti resi inerti dal trattamento meccanico biologico;
•    alla notizia che lo scarto da TMB, avente codice CER 19.12.12, di cui ho portato in conferenza alcuni campioni prelevati la stessa mattina da un impianto che tratta i rifiuti di Roma Capitale, tra lo stupore dei giornalisti presenti che li hanno annusati e fotografati, non puzza, non percola e non inquina e, secondo le leggi di questo Paese e le rigorose direttive dell'U.E. in materia di rifiuti, non essendo ulteriormente valorizzabile, deve (non può, deve) essere smaltito in una discarica residuale, qual è Cupinoro;
•    alla notizia che le 20.000 tonnellate di scarti bio-stabilizzati provenienti da impianti di TMB, oggetto del provvedimento commissariale, costituiscono meno dell'1% della volumetria complessiva di Cupinoro, il cui 99% è costituito da rifiuti non bio-stabilizzati, provenienti dai Comuni di bacino che, a differenza di Bracciano, non differenziano la propria immondizia;
•    alla notizia che, essendo fin dal 2007 autorizzata dalla Regione Lazio a destinare il 30% della volumetria assentita a rifiuti trattati extra bacino, la Bracciano Ambiente, per fronteggiare l'abbattimento dei ricavi da conferimenti di bacino senza gravare i contribuenti, rilanciare la propria politica di investimenti e garantire il benessere e la sicurezza dei cittadini, abbia deciso di utilizzare il solo 5,7% di detta volumetria, pari alle 20.000 tonnellate successivamente commissariate, per smaltire scarti innocui, a fronte del 30% consentito dall'autorizzazione in suo possesso;
•    alla notizia, ribadita più volte in questa e nelle precedenti conferenze stampa, che Cupinoro non sarà mai la discarica di Roma – o, come ama ripetere la disinteressata propaganda, una nuova Malagrotta – non solo per la ragione necessaria e sufficiente che né la proprietà pubblica, né questa governance che ne è espressione, lo vogliono, ma anche per una elementare ragione logica: i soli scarti da TMB di Roma costituiscono un ordine di grandezza (circa 800.000 t/a) manifestamente incompatibile con gli impianti attuali e con quelli previsti in futuro a Cupinoro; è sufficiente l’uso di un motore di ricerca per avvedersi, infatti, che gli scarti della Capitale sono già in viaggio per gli impianti d'Italia e d'Europa, che hanno vinto le gare europee per lo smaltimento degli stessi, bandite da AMA SpA e dagli altri titolari di impianti di trattamento, gare alle quali la Bracciano Ambiente – ovviamente – non ha partecipato.

Mi rendo conto, tuttavia, che si tratta di notizie (ancorché vere) giornalisticamente poco interessanti, a fronte delle bellicose dichiarazioni – “questa è una guerra, non si possono fare prigionieri” – dei comitati, di maggiore e più redditizio impatto mediatico.
Aggiungo, quanto alla partecipazione alle scelte dell'azienda da parte della cittadinanza, che questo consiglio d'amministrazione è espressione del consiglio comunale, il quale, a sua volta, è espressione diretta (e recente) della cittadinanza braccianese, secondo le norme di questo Paese che regolano la partecipazione democratica rappresentativa alla gestione dei beni comuni.

La gara – definita “clandestina” – per porre sul mercato extra bacino le 20.000 tonnellate disponibili, costituenti meno dell'1% della volumetria di Cupinoro, esattamente corrispondente alle autorizzazioni regionali ed agli indirizzi comunali ricevuti, non appena deliberata dal consiglio d'amministrazione, è stata pubblicata sul sito della Bracciano Ambiente, sulla Gazzetta Ufficiale e su due quotidiani a tiratura nazionale, per ben due volte, essendo il primo incanto andato deserto.

Tutti gli indirizzi della politica societaria, incluso il piano pluriennale, sono stati discussi e votati da consigli comunali aperti alla partecipazione dei cittadini ed i provvedimenti del consiglio d’amministrazione vengono pubblicati quotidianamente sul sito della società, così come i bandi per approvvigionamento di beni o servizi, i contratti con i fornitori, i dipendenti, i collaboratori, i bilanci, ogni singola voce di spesa, i compensi di ciascuno, i regolamenti interni ed ogni altro aspetto, anche il più trascurabile, della vita dell'azienda.

L'intera azione amministrativa dell'azienda pubblica è dunque resa disponibile, senza mediazioni, a tutti i cittadini, semplicemente accedendo al portale della Bracciano Ambiente.
Comprendiamo che non faccia notizia, ma è ciò che noi intendiamo per trasparenza e partecipazione.
Cordialmente.
Marcello Marchesi
presidente di Bracciano Ambiente S.p.A.

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BRACCIANO, DISCARICA CUPINORO: ARRIVA LA REPLICA DEL PRESIDENTE DELLA BRACCIANO AMBIENTE

Marchesi a Carone: "Se i due “esperti” desiderano visitare gli impianti presenti a Cupinoro, non essendo stati autorizzati dall'ente presso cui lavorano, dovranno accontentarsi di vederli insieme a (ed alla pari di) tutti i cittadini, nell'ambito delle visite guidate, e non utilizzando impropriamente lo strumento predisposto dal TUEL per il consigliere comunale.

 

Redazione

Bracciano (RM) – Dopo l'articolo "BRACCIANO, DISCARICA CUPINORO: DIVIETO DI ACCESSO AI TECNICI, VIA LIBERA SOLO AI CONSIGLIERI"  in cui il consigliere di opposizione Elena Carone evidenziava il fatto di non aver potuto accedere alla discarica di Cupinoro insieme a due suoi tecnici di fiducia, arriva tempestiva la nota del Presidente del Consiglio di Amministrazione della Bracciano Ambiente  Avv. Marcello Marchesi.

Ecco la nota:

"Gentile redazione,
dalla lettura della nota della consigliera Carone Fabiani, da cui scaturisce l'articolo BRACCIANO, DISCARICA CUPINORO: DIVIETO DI ACCESSO AI TECNICI, VIA LIBERA SOLO AI CONSIGLIERI, sembrerebbe che questa azienda pubblica nasconda il proprio operato ai cittadini. Naturalmente, così non è.

I cittadini che lo desiderano accedono personalmente agli impianti, per mezzo di visite guidate, già da tempo. La consigliera Carone, diversamente, ha chiesto di accedere agli impianti, in ragione dell'ufficio pubblico rivestito, dunque ex art. 43 del TUEL. E l'esercizio di tutti i diritti, inclusi quelli di maggiore latitudine, è soggetto a delle regole.

Dunque, la consigliera Carone, così come può chiedere a questa azienda tutti i documenti e le informazioni necessarie per svolgere al meglio il proprio compito, può accedere agli impianti industriali quando vuole, compatibilmente con le attività in essere, ma nell'esercizio dei suoi diritti di consigliere non può pretendere di farsi accompagnare da una delegazione di esperti tali autonominatisi, né da un collegio di sedicenti probiviri, né da un corteo di manifestanti di cui abbia personalmente selezionato i curricula.

Gli esperti della consigliera Carone, peraltro, sono due tecnici dell'ENEA, i cui nominativi non sono presenti nella lista di dipendenti che l'ENEA ha nei giorni scorsi provveduto a comunicare a questa azienda, ottenendo la relativa autorizzazione, affinché siano abilitati ad accedere agli impianti industriali della Bracciano Ambiente ed alle sperimentazioni condotte congiuntamente a Cupinoro.

Dunque, se i due “esperti” desiderano visitare gli impianti presenti a Cupinoro, non essendo stati autorizzati dall'ente presso cui lavorano, dovranno accontentarsi di vederli insieme a (ed alla pari di) tutti i cittadini, nell'ambito delle visite guidate, e non utilizzando impropriamente lo strumento predisposto dal TUEL per il consigliere comunale. Tutto qui.

Qui sotto trovate le due email scambiate con Elena Carone Fabiani.

Cordialmente.
Il Presidente del Consiglio di Amministrazione
Avv. Marcello Marchesi

 

CORRISPONDENZE EMAIL

Gentile Signora,

quale consigliere comunale, dovrebbe esserLe nota la differenza tra un accesso agli impianti, come da Lei richiesto ai sensi dell'art. 43 del TUEL, e le visite guidate organizzate per i cittadini di Bracciano dal nostro URP.  

Nulla vieta, infatti, che i Suoi "esperti" accedano agli impianti, previa prenotazione, in occasione delle visite guidate che, nel rispetto delle "norme in materia di sicurezza, nonché delle
ragioni tecniche-organizzative proprie della attività ivi dispiegata", organizziamo per i cittadini di Bracciano.

Tali visite, infatti, hanno lo scopo di mostrare direttamente (trasparenza) ai cittadini interessati le attività che questa società pubblica compie sul territorio, affinché si formino un proprio autonomo convincimento (partecipazione), senza essere costretti ad attingere informazioni mediate dalle organizzazioni e/o movimenti politici, anche qualora questi ultimi assumano di essere gli unici interpreti degli interessi collettivi.

Le ulteriori questioni, di natura "politica", da Lei sollevate, non sono di alcun interesse per questa azienda, che è proprietà di tutti i cittadini, indipendentemente dalla collocazione dei loro rappresentanti in seno al consiglio comunale.

Rimaniamo, pertanto, in attesa di concordare con Lei la data di accesso agli impianti di Cupinoro, ex art. 43 del TUEL.

mm

Egr. Dr. Marcello Marchesi,
prendo atto della decisione del Consiglio di Amministrazione della
Società Municipalizzata Bracciano Ambiente S.p.a. pur essendo a
conoscenza di diverso atteggiamento che la stessa ha  avuto nei
confronti di alcuni cittadini, estranei alla società, che hanno avuto il
privilegio di visitare la discarica in questione nonostante le "
limitazioni imposte dalle norme in materia di sicurezza, nonché dalle
ragioni tecniche-organizzative proprie della
attività ivi dispiegata".
Fa veramente indignare l'utilizzo strumentale e politico che la
maggioranza che governa il nostro paese e che esprime nel Sindaco il
socio unico della nostra municipalizzata fa delle parole
"partecipazione" e "trasparenza" .
Il movimento politico Bracciano Bene Comune metterà in atto tutte le
azioni necessarie a contrastare tale decisione che ritiene lesiva del
diritto dei cittadini di poter partecipare e controllare, nella
fattispecie, lo stato e il funzionamento di un bene comune, considerato
il fatto che la società in questione è pubblica.

La consigliera Comunale
Elena Rosa Carone Fabiani
 

Gentile Consigliere,
l'art. 43 del TUEL, che prevede per il consigliere comunale il "diritto di ottenere dagli uffici, rispettivamente, del comune e della provincia, nonchè dalle loro aziende ed enti dipendenti, tutte le notizie e le informazioni in loro possesso", nulla dispone in ordine all'accesso diretto e personale del soggetto che esercita un munus publicum agli impianti industriali della società municipalizzata.
Pertanto, tenuto fermo il suo diritto di ottenere dagli uffici – nel nostro caso dal Direttore Generale, a ciò deputato – tutte le notizie e le informazioni utili allo svolgimento del suo mandato, anche interpretando estensivamente tale diritto, così da consentire l'accesso del consigliere comunale agli impianti industriali, pur nel rispetto delle limitazioni imposte dalle norme in materia di sicurezza, nonché dalle ragioni tecniche-organizzative proprie della attività ivi dispiegata, non appare possibile, per le medesime ragioni, consentire l'accesso a terzi estranei all'azienda ed all'ente locale proprietario.
Rimanendo a Sua disposizione per ogni ulteriore chiarimento dovesse ritenere necessario, Le porgo i miei migliori saluti.

mm

—–Messaggio originale—–
Da: elena.carone
Inviato: venerdì 8 febbraio 2013 10:31
A: Andrea Riccioni
Oggetto: richiesta 7 dicembre

Egr. Dr. Andrea Riccioni,
come da lei comunicatomi, ieri 7 Febbraio 2013, si sarebbe dovuto svolgere un Consiglio di Amministrazione all'ordine del giorno del quale doveva essere inserita, tra le varie ed eventuali, la mia richiesta di autorizzazione ad accedere nella discarica di Cupinoro con due tecnici di mia fiducia dei quali le ho già fornito le generalità.
A tal proposito, sono a chiederle quale sia stata la decisione assunta dal Consiglio di Amministrazione.
In attesa di un suo riscontro, invio distinti saluti.
Elena Rosa Carone Fabiani

 

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BRACCIANO, DISCARICA CUPINORO NON E' IL SITO PER LO SMALTIMENTO DEI RIFIUTI DI ROMA CAPITALE

Angelo Parca

Dopo la notizia diffusa ieri 18 ottobre da quasi tutti gli organi di stampanon il nostro quotidiano che ha subito smentito la notizia [BRACCIANO, SITO POST MALAGROTTA. SALA: "NESSUN SITO PROVVISORIO O DEFINITIVO SUL NOSTRO TERRITORIO"] – in merito ad un iincontro tra Gianni Alemanno e i comitati cittadini di Valle Galeria in cui sarebbe "emerso" che la discarica di Cupinoro avrebbe costituito il sito definitivo per lo smaltimento dei rifiuti di Roma Capitale. Dopo la secca smentita del Sindaco di Bracciano arriva la smentita del Presidente della Bracciano Ambiente SpA Avv. Marcello Marchesi.

 

Riceviamo e pubblichiamo la nota dell'avvocato Marcello Marchesi Presidente Bracciano Ambiente SpA:

"In merito alle affermazioni – riportate da tutti gli organi di stampa e, successivamente alla pioggia di smentite, immediatamente rimaste orfane – secondo cui, all'esito di un incontro tra il sindaco di Roma e i comitati dei cittadini di Valle Galeria, sarebbe “emerso” o “trapelato” che la discarica di Cupinoro, gestita da questa società pubblica, costituirebbe il sito definitivo deputato allo smaltimento dei rifiuti di Roma Capitale, è interesse di questa azienda confutare recisamente l'esistenza di qualsivoglia accordo che coinvolga la discarica di Cupinoro e questa azienda nella soluzione, anche parziale e temporanea, della emergenza rifiuti romana.

Tali affermazioni, di cui non si conosce l'autore, risultano smentite dai fatti.

Il consiglio comunale di Bracciano ha appena (il 10 ottobre scorso) deliberato gli indirizzi del piano industriale e di sviluppo della partecipata, che prevedono la realizzazione:
–    di un impianto di trattamento della FORSU (frazione organica) della capacità di 30.000 ton/anno;
–    di un impianto di trattamento meccanico biologico della capacita massima di 135.000 ton/anno;
–    di una discarica residuale per sovvalli (residuo inertizzato da trattamento e stabilizzazione dei RSU), a servizio degli impianti come previsto dalla legge, della capacità di 450.000 mc, la cui richiesta non è ancora stata avanzata alla Regione Lazio, che preveda una quota di riserva minima del 70% in favore dei 25 comuni costituenti l'attuale bacino dei conferitori.

Il 30% di volumetria residua disponibile ammonterebbe a 135.000 mc.

Roma Capitale produce circa 1.500.000 ton/anno di rifiuti.

I RSU hanno un rapporto pari a circa 1 ton = 0,8 mc.

Se ne deduce che, al netto della quota del 70% del nuovo invaso riservata ai 25 comuni conferitori, il piano industriale appena approvato dal consiglio comunale e che sarà applicato alla lettera da questa azienda, consentirebbe lo smaltimento dei rifiuti di Roma Capitale per poco più di un mese.  Davvero poco per un “sito definitivo”.

Se davvero fosse esistito un “accordo” per fare di Cupinoro la nuova Malagrotta, il consiglio comunale avrebbe deliberato una volumetria di gran lunga maggiore e, contestualmente, sarebbe stata sensibilmente ridotta la quota di riserva in favore dei comuni di bacino, così da rendere disponibili  volumi proporzionali alle enormi quantità di rifiuti prodotti da Roma. Non avendo deliberato che quanto appena rammentato, su tale vicenda non c'è altro da aggiungere. 

Il presidente del consiglio d’amministrazione
Avv. Marcello Marchesi"

tabella PRECEDENTI:

18/10/2012 BRACCIANO, SITO POST MALAGROTTA. SALA: "NESSUN SITO PROVVISORIO O DEFINITIVO SUL NOSTRO TERRITORIO"