VELLETRI: RIFLETTORI ACCESI SU "STORIA DI UN CANTASTORIE"

 

Daniele Mutino, una fisarmonica itinerante / Racconto intervista a cura di Maria Lanciotti
 
Redazione 

Velletri (RM) – Dall’incontro tra Maria Lanciotti e Daniele Mutino nasce un’articolata intervista che, seguendo i percorsi esteriori dei interiori del protagonista e le vicende collettive che egli ha attraversato, racconta in realtà tante diverse storie, richiamando alla memoria anche alcune vicende dimenticate che appartengono a tutti noi.
 
“[…] Ho chiamato questo progetto Cantastorie per Tempi Moderni in omaggio al meraviglioso film di Charlie Chaplin, ed in particolare alla scena finale, in cui Charlot e la sua compagna, dopo avere, nel giro di pochissimo tempo, conquistato e perso ogni cosa – lavoro, casa, successo -, si ritrovano all’alba di un nuovo giorno da soli, senza più niente se non il loro amore, e camminano mano nella mano su una strada dritta che, in un paesaggio del tutto spoglio, porta verso un orizzonte indefinito e vuoto: lei guarda verso il basso sconsolata, ma Charlot le indica con un gesto di alzare lo sguardo e di sorridere, e così, sorridendo, mentre una musica meravigliosa li accompagna, s’incamminano verso l’ignoto, verso il futuro.Per il futuro, sulla traccia indicata dal grande Charlie Chaplin, ma anche per me da mio nonno Useo Carmelo D’Aiuto, mi piacerebbe sviluppare pienamente questo progetto sul cantastorie, per raccontare alla gente la drammaticità del nostro tempo attraverso il sogno della musica e del sorriso”.
 




“ESTOTE PARATI” AMMONISCE IL VANGELO

Maria Lanciotti

“Estote parati, ci ammonisce il Vangelo. Io lo sono sempre”. Parole di Manlio Cerroni riportate in una raccomandata indirizzata a un’tabellasta di provincia alla fine dello scorso febbraio (quando ci fu una pioggia a largo spettro di letterine e confetti) a rifinitura di una patetica ramanzina per un articolo che non gli era proprio piaciuto, riferito al collaudo del settimo invaso della discarica di Roncigliano, avvenuto per posta e in anticipo di un mese sui tempi risaputi. L’tabellasta non ci era andata tanto leggera, con l’attempato imprenditore che solo pochi giorni prima (il 26 gennaio 2012) si era visto respingere dal Consiglio di Stato il ricorso sulla proroga della discarica di Malagrotta, ma ciò non lo aveva per nulla disfatto ma piuttosto ringalluzzito, tanto che dichiarò che entro il 2013 anche l’inceneritore di Albano sarebbe svettato nei suoi cieli di piombo. No, l’tabellasta non ci era andata leggera, tanto che l’esimio signor Cerroni – o chi per lui, non ha che da scegliere tra la sua nutrita corte di avvocati – produsse la bella letterina in cui rimarcava il suo pluridecennale impegno svolto “in tutti i continenti” nel settore ambìto dello smaltimento dei rifiuti, “creando complessi industriali ambientali dove decine di migliaia di persone hanno trovato occupazione liberandosi così dal bisogno”. Insomma una specie di santo protettore dei disperati a caccia di un lavoro, non importa quanto pericoloso, e a discapito dell’ambiente e della salute pubblica.

E dopo una sintetica ma profonda considerazione sul senso della Morte e relativo Giudizio Universale come da dottrina cattolica, ammoniva con un ‘Estote parati’ di radici evangeliche, che sta per “siate pronti” o se si preferisce “state avvertiti!”, perché, e qui sta il colpo in canna per disarmare e inchiodare il bersaglio, affermava il Cerroni: “Io lo sono sempre”. E da decenni lo dimostra ampiamente ogni volta che sembra stretto all’angolo da qualche forma residua di umana giustizia, che regolarmente svanisce, trucco che gli permette di tornare ad agire a mani libere. Certo il signor Cerroni sa quel che fa e quel che dice, ben certo dei suoi poteri e dei suoi mezzi, ma una cosa risulta chiara e va detta: non esisterebbe il Sistema Cerroni senza la debolezza cronica di istituzioni intrise di interessi da difendere e una società annichilita che non lotta abbastanza per tutelare il suo diritto alla vita. In altre parole, tutta la ‘forza’ del Capo sta nel corpo malato di una società che si è lasciata andare alla deriva pensando di sbarcare sull’isola del tesoro. Ciò non giustifica ma anzi aggrava le colpe di chi ha saputo – con un cinismo spaventoso – prima creare e poi sfruttare determinate ‘correnti’ senza che qualcuno remasse contro.

E adesso non c’è più tempo da perdere, se si vuole rientrare in porto senza ulteriori danni  non resta che organizzare un fronte comune contro un cieco potere che avanza passando su vita, dignità e diritti di una popolazione ridotta all’osso da tante scarnificazioni patite. ‘Estote parati’, perché il Cerroni e il suo gruppo di amici lo sono sempre.

 

 




MARINO PARCO DELL'APPIA ANTICA: LA DOVE C'ERA L'ERBA ORA C'E'…… CENTINAIA DI MIGLIAIA DI METRI CUBI DI CEMENTO

Maria Lanciotti

Marino (RM) – Una antica chiesetta, una torre di cinta con il dipinto della Vergine col Bambino e intorno tutta campagna brulla con qualche pastore e greggi al pascolo. Nel dopoguerra il santuario della Madonna del Divino Amore, sito in via Ardeatina nella zona di Castel di Leva – con riferimento al castello dei Leoni distrutto forse da un terremoto nella seconda metà del Settecento e di cui solo resta la torre diroccata –  diventa meta di pellegrinaggio non solo per i romani ma per folle di devoti che arrivano da tutte le parti per invocare la protezione della Madonna che, si narra, salvò un viandante dall’attacco di un branco di cani e proprio in quel luogo sorse, nel 1740, la chiesetta. ‘La madonna del Divino Amore fa le grazie a tutte le ore’, il canto che accompagnava i pellegrini che arrivavano viaggiando con i camion, carretti tirati da buoi, in bicicletta e soprattutto a piedi. C’era il posteggiatore per le biciclette che si chiamava Giovanni – sor Giovanni – che aveva i clienti fissi e riconsegnava la bici pure lucidata per una mancetta di qualche decina di lire. Poi arrivarono le prime macchinucce e vespette, si organizzarono per i fedeli viaggi in pullman, fiorì il commercio delle bancarelle e il traffico si fece caotico attorno al santuario avvolto specialmente il sabato e la domenica in un nuvolone di polvere. Attorno agli anni sessanta iniziarono a sorgere altri edifici di culto nei pressi del santuario, e alla fine dello scorso secolo si completa la realizzazione della nuova chiesa.

Tutto questo è solo un preambolo, per arrivare al sodo. Dopo tanti miracoli e tanta devozione, arriva la Polverini e con una delle sue ultime firme l’ex governatrice del Lazio decreta la fine di un territorio e di un’epoca. Sulla campagna del Divino Amore – dove ci sta pure un amico mio apicoltore, agricoltore e allevatore di animali da cortile, ma ha pure un somarello e cani raccolti affettuosissimi e un amore rispettoso e pieno per la terra e i suoi frutti – cadranno a pioggia centinaia di migliaia di metri cubi di cemento a cancellare storia e ambiente. Il 15 febbraio scorso, a fine mandato, la giunta Polverini ha compiuto l’ennesimo misfatto con l’approvazione del ‘Programma integrato Divino Amore’ la cui variante autorizza l’edificazione di edifici residenziali e di un centro commerciale, in una zona ancora integra dov’era previsto l’ampliamento del parco dell’Appia Antica e tante altre belle cose. E tutto ciò impunemente, nel silenzio complice di chi dovrebbe, per dovere istituzionale, gridare allo scandalo.

LEGGI ANCHE:

21/02/2013 MARINO, EDIFICAZIONE PARCO APPIA ANTICA: L'ULTIMO "REGALO"… (SI SPERA) DELLA POLVERINI
20/02/2013 MARINO, DIVINO AMORE: POLVERINI RILASCIA PARERE FAVOREVOLE ALL'EDIFICAZIONE
10/12/2012 MARINO, DIVINO AMORE: PDCI, SEL, IDV, LISTA ONORATI SOSTENGONO COMPATTI LA BATTAGLIA CONTRO LA CEMENTIFICAZIONE E IL RICORSO AL T.A.R. FATTO DAI CITTADINI DI A.D.A.
06/12/2012 MARINO, DIVINO AMORE: “PALOZZI CONFERMA IL PROGETTO EDIFICATORIO AL DIVINO AMORE.
24/08/2012 MARINO SPECULAZIONI EDILIZIE, RIFONDAZIONE COMUNISTA FA IL PUNTO
12/05/2012 LAZIO REGIONE, LEGGE PER POTERI DELEGATI AI COMUNI IN MATERIA PAESAGGISTICA
01/03/2012 MARINO DIVINO AMORE, UNA FINESTRA DI VERDE SPERANZA CONTRO LA CEMENTIFICAZIONE
02/02/2012 MARINO, TAMMARO SU DIVINO AMORE: “VIZIO SU PROTOCOLLO D’INTESA CON REGIONE: E’ SCORCIATOIA E MANCA DATA APPOSIZIONE TRA LE PARTI”.

 




APRILIA: LA 'RETE CITTADINI CONTRO LA TURBOGAS' RIBADISCE IL NO ALL'IMPIANTO

Maria Lanciotti

Aprilia (RM) – Il Movimento ‘Rete cittadini contro la Turbogas’ si batte da tempo per la salvaguardia della salute dell’uomo e dell’Ambiente nel vasto territorio comprendente i comuni di Aprilia e della zona pontina, del litorale sud di Roma e dei Castelli Romani. Tante le iniziative portate avanti finora, fra cui interrogazioni in attesa di risposte al Ministero dell’Ambiente della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM), al Ministero per i Beni e le attività Culturali (MiBAC) e alla Regione Lazio corresponsabile, con le altre istituzioni coinvolte, del rilascio dell’autorizzazione a realizzare ad Aprilia un impianto di produzione di energia elettrica da fonte fossile della Sorgenia S.p.A.. In un comune già penalizzato da un inquinamento atmosferico ampiamente fuori norma, la realizzazione di un tale impianto industriale andrebbe a ripercuotersi gravemente sotto ogni profilo – sanitario, ambientale e paesaggistico – con incalcolabili danni, precludendo tra l’altro il miglioramento del servizio ferroviario che con un raddoppio della linea comporterebbe il sostanziale abbattimento delle emissioni da traffico stradale. La ‘Rete Cittadini contro la Turbogas’ si sta muovendo in tutte le direzioni per scongiurare un pericolo che annienterebbe la vita della città di Aprilia, e fra le  numerose iniziative spicca l’incontro con il Dottor Stefano Montanari, titolare con con la dr.ssa Antonietta Morena Gatti del Laboratorio Nanodiagnostics di Modena. Nel pubblico incontro saranno illustrate dal grande ricercatore, esperto di nanopatologie, le motivazioni scientifiche che avallano la forte opposizione a un tale scriteriato insediamento industriale. Sabato 10 novembre ad Aprilia (Rm), presso la Scuola Media ‘Menotti Garibaldi’ in via Enrico Fermi 24, conferenza del Dottor Stefano Montanari sulle nanopatologie, in cui si discuterà dell’impatto sanitario derivante dalle emissioni nocive in atmosfera, con particolare riferimento alle polveri ultrasottili presenti sul territorio.     
 




ALBANO INCENERITORE: ALLARME ROSSO

Ci siamo imbattuti nell’Associazione ‘Vita al Microscopio’ e di rimbalzo in una storia torbida e allucinante

Il video (in fondo all'articolo) con le dichiarazioni del dottor Montanari

 

Maria Lanciotti

Grazie alla breve nota informativa divulgata recentemente dal sindaco di Albano Nicola Marini sulla richiesta ufficiale per la caratterizzazione idrogeologica dell’area della discarica di Roncigliano presentata al Centro Nazionale Ricerca (Cnr) e la richiesta per l’aggiornamento dell’analisi epidemiologica alle Asl Rm H e Rm E, ci siamo imbattuti nell’Associazione ‘Vita al Microscopio’ e di rimbalzo in una storia torbida e allucinante. “Io so ma non ho le prove documentali” – nulla a che spartire con Pasolini se non la stessa ambientazione ambigua fra thriller fantapolitico e crasso noir – l’asserzione del dott. Stefano Montanari, titolare con la moglie dr.ssa Antonietta Morena Gatti del Laboratorio Nanodiagnostics di Modena. Tanto per cominciare occorre far presente che si deve ai dottori Gatti e Montanari la scoperta della nanopatologia, che ha dato il via alla nuova disciplina medica che si occupa delle malattie provocate dalle polveri sottili e ultrasottili, inorganiche e non biodegradabili, che vanno dalle patologie cardiovascolari e neurologiche all’infarto alla tromboembolia polmonare e a numerose forme di cancro, fino ad aborti e malformazioni fetali. Una scoperta scientifica che come si può ben arguire andava a toccare interessi forti, dai più banali lavori odontoiatrici fino al business dei rifiuti e armi letali come quelle all’uranio impoverito. Pertanto il microscopio elettronico di cui disponevano i due ricercatori fu loro tolto, entra a quel punto in scena il personaggio Grillo (Beppe) che si offre per promuovere una raccolta fondi per l’acquisto di un nuovo apparecchio e lancia l’iniziativa a Modena durante il suo spettacolo. Il dott. Montanari opta per una onlus o fondazione alla quale affidare i fondi e alla quale, una volta acquistato, sarebbe stata intestata la proprietà dell’apparecchio, e si fa avanti un certo Carlo Bartolani che di sua iniziativa apre un conto dedicato presso la Banca Etica. Gli spettacoli di Grillo si arricchiscono delle incursioni dello scienziato che porta avanti inoltre conferenze divulgative a offerta, e tutto quanto arriva in cassa viene consegnato alla onlus di Bortolani senza che i diretti interessati – in totale buona fede – vengano messi al corrente dei movimenti bancari relativi. Finché, dopo un’accertata donazione di 50.000 euro arrivata da parte di un privato, la signora Marina Bortolani – avvocato e presidente della onlus – non poté fare a meno di dichiarare che la cifra raccolta era sufficiente per l’acquisto dell’apparecchio. Una volta saldato il debito del microscopio – che il costruttore aveva consegnato in anticipo sul pagamento, fidandosi della garanzia personale del dott. Montanari mentre la Bortolani che ne sarebbe divenuta proprietaria aveva rifiutato di aggiungere la sua – sembrò che le ricerche potessero riprendere e invece no.  Terminata la proficua raccolta fondi lo scienziato non interessava più a nessuno, anzi rappresentava una presenza scomoda. E qui andiamo nel terreno sdrucciolevole degli schieramenti politici in vista delle elezioni nel febbraio del 2008, capitolo che saltiamo a piè pari, salvo dire che anche Stefano Montanari vi fece la sua parte, un po’ sollecitato e certo allettato dalla possibilità di poter aver parola sui temi di Giustizia e salvaguardia dell’Ambiente, ma la sua discesa in campo (benché razionalmente senza alcuna possibilità di successo) a qualcuno e a molti non piacque, e stando alle affermazioni di Montanari a causa del problema ‘politico’ che rappresentava venne inserito in una certa lista nera. Nella primavera del 2008 i grillini fiorentini tentano una raccolta fondi per venire in soccorso ai due scienziati rimasti senza strumenti, si racimola qualche migliaio di euro, ma arriva una diffida e tutto ripiomba a quota zero. Intanto i due ricercatori, poveri in canna ma non arresi, continuavano a sfornare risultati notevoli dal punto di vista scientifico quanto mai imbarazzanti per il business sempre più gigantesco degli inceneritori e di quelle centrali dette ‘a biomassa’ che nonostante il termine altisonante sono e restano per legge comunissimi inceneritori di rifiuti che, grazie ad incentivi pubblici, stavano appestando tutta la nazione. A questi impianti mortiferi si andavano ad aggiungere i cementifici che bruciano monnezza le cui ceneri residue finiscono mescolate al cemento. Un giro pazzesco di decine di miliardi l’anno per questa ‘fabbriche di veleni’ che diventano il miele da succhiare per tanti pseudo imprenditori di stomaco buono e senza scrupoli. Analisi taroccate o eluse da parte degli enti che dovrebbero occuparsi della tutela dell’ambiente, sono un fattore che poco emerge e avvolto nelle nebbie complici. E fu così che ai nostri due eroi venne ancora tolto l’uso del microscopio, e fortuna che non si poteva togliere loro l’uso della vista e della ragione. A giugno del 2009 la signora Bortolani, la cui onlus era legalmente proprietaria del microscopio, informa con una raccomandata i dottori Montanari e Gatti di aver ‘donato’ l’apparecchio all’Università di Urbino, con il beneplacito di Grillo che avrebbe dato il dovuto risalto all’operazione. Il 22 gennaio del 2010, dopo tante battaglie perdute, i due scienziati si videro portar via l'apparecchio e chi s’è visto s’è visto. D’allora l’Università di Urbino portò avanti tanti proclami di ‘ricerche epocali’ fra cui la più importante risulta essere quella sugli Armadilli. Poi, dopo mesi di abbandono, il microscopio fu concesso dall’Università di Urbino in comodato d’uso gratuito all’ARPAM di Pesaro, a patto che non fosse utilizzato dagli scienziati del Nanodiagnostics. Una postilla veramente inquietante. Non potendo accedere allo strumento indispensabile per le loro ricerche, cosa resta da fare ai due scienziati? Informano, prima di tutto, e non è poco scontrarsi con la disinformazione organizzata e un popolo addomesticato e acritico. Hanno redatto il libro Nanopathology pressoché sconosciuto in Italia ma presente nelle biblioteche delle maggiori Università del mondo; scrivono tabella scientifici pubblicati da riviste internazionali; sono stati a capo di progetti di ricerca della Comunità Europea; sono stati relatori a Londra alla Camera dei Lord, alla NATO, alla FAO, all’OCSE, all’ISO e ad altri enti scientifici e tecnici a livello mondiale. Ora anche il dipartimento di Stato Americano e la CIA si stanno interessando ai loro risultati. Mentre qui le domande incalzano, logiche e spaventose: a chi sarà affidato il compito di eseguire le analisi richieste dal sindaco Marini su delega dei sindaci di bacino dei comuni che sversano i rifiuti indifferenziati nella discarica di Roncigliano nel comune di Albano Laziale? Perché gli scienziati Stefano Montanari e Morena Gatti non hanno accesso al microscopio, pur essendo titolari del laboratorio Nanodiagnostics di Modena? Perché ‘gli unici scienziati che forniscono dati veri su queste problematiche’ non sono stati i primi a essere interpellati? Perché Nicola Marini prima parte sparato per una direzione e poi fa altre pensate? suggerite da chi? E via discorrendo, in un crescendo di tensione che sta toccando ormai i picchi massimi, mentre cresce l’allerta.

ARTICOLI PRECEDENTI:

19/07/2012 RONCIGLIANO DISCARICA, ISPEZIONE A SORPRESA DELLA ASL RMH
23/06/2012 ALBANO RICORSO INCENERITORE, SI PUO' RIPROVARE CON L'ITALIA.
22/06/2012 ALBANO INCENERITORE, M5S E DIFFERENZIA-TI CHIEDONO AL SINDACO MARINI DI APPORRE SULLA SEDE COMUNALE I MEGA BANNER CONTRO L'IMPIANTO
21/06/2012 LAZIO RIFIUTI, DISCARICA RONCIGLIANO: LA ASL RMH PASSA AL SETACCIO L'ARIA
15/06/2012 ALBANO, NUOVA INIZIATIVA CIVICA CONTRO LA COSTRUZIONE DELL’INCENERITORE DEI CASTELLI ROMANI
01/06/2012 ALBANO TERMOVALORIZZATORE: LA PAROLA ALLA CORTE DI GIUSTIZIA DELL’UNIONE EUROPEA
17/05/2012 ALBANO GASSIFICATORE, INCENERITORE, TERMOVALORIZZATORE: NO INC TORNA IN PIAZZA A SUON DI MUSICA
12/05/2012 ALBANO GASSIFICATORE, INCENERITORE, TERMOVALORIZZATORE: TRA I BALCONI DEI CASTELLI ROMANI STRISCIONI CONTRO LA COSTRUZIONE DELL’IMPIANTO
03/05/2012 ALBANO TERMOVALORIZZATORE, DENUNCIATI 2 DIRIGENTI DELLA REGIONE LAZIO
29/04/2012 ALBANO INCENERITORE/GASSIFICATORE/TERMOVALORIZZATORE
28/04/2012 ALBANO INCENERITORE/GASSIFICATORE/TERMOVALORIZZATORE: E’ COLPA TUA, NO E’ COLPA SUA ANZI VE LO DICO IO DI CHI E’ LA COLPA… (E INTANTO L’IMPIANTO SI FA)
22/03/2012 ALBANO, OK AL TERMOVALORIZZATORE. COMMENTI E PROSSIME INIZIATIVE
22/03/2012 ALBANO TERMOVALORIZZATORE, IL CONSIGLIO DI STATO CONFERMA L'ANTICIPAZIONE DI CLINI: VIA LIBERA ALL'IMPIANTO
22/03/2012 ALBANO INCENERITORE, FDS REGIONE E FDS CAPOGRUPPO IN COMUNE DI ALBANO DENUNCIANO IL MINISTRO CLINI
19/03/2012 ALBANO INCENERITORE, NO INC QUERELA IL MINISTRO CLINI PER AVER ANTICIPATO "PER LE VIE BREVI" IL CONSIGLIO DI STATO
15/03/2012 ALBANO, IL TERMOVALORIZZATORE SI FA. LO HA ANTICIPATO IL MINISTRO CLINI
15/03/2012 ALBANO INCENERITORE, NO INC DEPOSITA NUOVO ESPOSTO PENALE IN PROCURA SU NUOVE OPERE NON AUTORIZZATE
29/02/2012 INCENERITORE ALBANO, LA PAROLA AL CONSIGLIO DI STATO
08/02/2012 ALBANO, IL COMITATO CONTRO L'INCENERITORE CERCA 2 MILA EURO PER LE SPESE LEGALI