VENTIDUEMILA MARINAI OBBLIGATI A PAGARE 1,7 MILIONI DI EURO ALL'ENTE CIRCOLI MARINA MILITARE IN VIRTÙ DI UNA NORMA INESISTENTE

Redazione

"Chissà se la senatrice Pinotti, quella che in passato si era dimostrata tanto sensibile ai diritti dei cittadini militari, ora che è Ministro della difesa riuscirà a rispondere alla domanda che più di 22.000 marinai si pongono ogni mese: "Perché devo pagare la quota sociale dell'Ente Circoli della Marina Militare?". Domani a Radio Radicale ne discuteranno il senatore Bruno Marton (M5S), promotore di alcune iniziative parlamentari e l'avvocato Danilo Lorenzo che sta seguendo il caso sul fronte giuridico. Sarà invece assente la Marina Militare che nei giorni scorsi ha comunicato di non voler intervenire sulla questione." – Lo comunica Luca Marco Comellini, Segretario del Partito per la tutela dei diritti di militari e forze di polizia (Pdm) e ideatore e curatore della Rubrica di Radio Radicale "Cittadini in divisa" – "Dalle risposte che l'amministrazione militare ha dato all'unico sottufficiale della Marina Militare che coraggiosamente ha chiesto di non dover più pagare l'iniquo balzello si apprende che tutti i militari in servizio assumono la qualità di soci ordinari dell'Ente «Circoli della Marina» e, per ciò, sono obbligati al versamento di una quota sociale mensile determinata in relazione al grado gerarchico (in media 8 euro), a prescindere dal fatto che il d.P.R. n. 248/2010 abbia disposto l'abrogazione del Regio Decreto del 27 ottobre 1937, n. 1935, che aveva decretato la costituzione dell'Ente e ne aveva approvato il relativo statuto che, come ha fatto notare la stessa Avvocatura dello Stato, non è mai stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale. Se la Marina Militare non parteciperà al dibattito non resta che augurarci che, almeno questa volta, la Ministra Pinotti decida di intervenire per fare luce sulla questione perché se l'intenzione è ancora quella di costringere il personale a pagare le vacanze ai soliti noti, o mantenere in vita strutture dove organizzare feste e festini, sfilate di moda e riunioni di monarchici con la nostalgia delle vittoriose imprese della Regia Marina, o quanto altro possa allietare le serate mondane degli ammiragli, allora è meglio che siano le magistrature competenti a fare chiarezza sugli oltre 1,7 milioni di euro che ogni anno vengono forzosamente sottratti dalle buste paga dei marinai."