ROMA: ORA MARINO LANCIA L'ALLARME IMMIGRATI. QUANDO SI DICE GIOCARE D'ANTICIPO…

di Matteo La Stella

Roma – Come un neonato che scopre il mondo dall'alto del suo seggiolone, anche il sindaco Ignazio Marino inizia a fare i conti con la realtà che lo circonda: quella dell'Urbe. Durante l'audizione della Commissione parlamentare d'inchiesta sul sistema di accoglienza, identificazione e trattamento dei migranti andata in scena martedì mattina, il sindaco-chirurgo ha infatti preso coscienza dell'emergenza che affligge una città povera di risorse in materia, dedicando un suo intervento all'argomento. Lancia l'allarme il pargolo di palazzo Senatorio, ormai non più neonato, che dall'inizio della sua carica sembra aver brancolato nel buio, quasi fosse bendato, incapace di reagire ma soprattutto di captare le esigenze della capitale lanciata alla deriva. Durante il suo mandato l'albero del Campidoglio si è spezzato più volte, ha perso rami secchi durante la tempesta, mentre i più fragili si allontanavano per colpa dalla sua leadership dormiente.

Dopo un biennio, però, la sveglia del sindaco inizia a suonare e, tra rimpasti e potenziamenti, la sua giunta riprende forma, sospinta dalla corrente Pd che gli regala l'ennesima iniezione di fiducia. Ora la benda sembra cadere, donando nuovamente la vista ad Ignazio Marino che scopre l'Urbe per la prima volta. A due anni dall'inizio della carica-soprammobile, il primo cittadino inizia a vedere la situazione che alberga in città, nulla di nuovo per chi vi ha passeggiato almeno una volta negli ultimi anni.

“Meglio tardi che mai – verrebbe da esclamare – il sindaco ha finalmente gli occhi per guardare". Ma ogni angolo di Roma grida vendetta, inascoltata da troppo tempo. Non è un videogioco, e anche lo fosse Ignazio Marino avrebbe già perso tutte le sue “vite da sindaco”. Riprovare non basta, la capitale ha bisogno di certezze e capi saldi, e gli atteggiamenti del suo numero 1, frutto del “doping Pd”,  non fanno che annichilire ancora di più la sua persona, che agisce di polso solo a pochi centimetri dal baratro, prima di tornare all'inconsistenza che ha sempre contraddistinto il suo operato.

 

Marino e la scoperta dell'emergenza immigrazione. Ignazio Marino, neo-vedente, si affaccia alla questione migranti sottolineando come Roma non sia in grado di accogliere migranti per la carenza di strutture e di denaro. Davanti alla Commissione Parlamentare d'inchiesta presieduta da Gennaro Migliore, il sindaco-medico ammette:”Sì, è vero che a Roma c'è un sovraffollamento ed è così condivisa da me questa opinione che alcune settimane fa, partecipando a una riunione convocata dal ministro dell'Interno, ho sottolineato come Roma, che è la seconda città di accoglienza per le persone che arrivano sulle nostre coste, non possa accogliere il 18-20% delle persone che arrivano nel nostro Paese: non abbiamo le strutture né le risorse economiche per farlo". Alla luce di questo, il sindaco ha poi continuato dipingendo la partita dell'immigrazione come:”Una sfida straordinaria del nostro secolo” anche se, subito dopo, si è detto preoccupato per il possibile propagarsi delle malattie. ”Sono molto preoccupato per gli aspetti igienico-sanitari e per questo ho sollevato il problema in più occasioni per i miei timori perchè molti migranti giungono da territori dove ci sono ceppi di tubercolosi resistenti a molti antibiotici. Una preoccupazione-ha continuato il sindaco “premuroso”- importante sia per queste persone e anche per la diffusione delle malattie infettive a cui il nostro sistema immunitario non è più preparato nel nostro Paese. I ministri dell'Interno e della Salute mi hanno rassicurato dicendomi che ci sono 5 livelli di controlli, una risposta molto rassicurante”. 

 

La Danese punta a chiudere il centro Baobab. Sullo stesso fronte si è mosso l'assessore alle politiche sociali di Roma Capitale, Francesca Danese, che durante l'audizione di martedì mattina ha parlato di sigilli per un centro d'accoglienza:”Il Baobab era una struttura che faceva parte dell'accoglienza cittadina. Il centro è stato attivo fino ad aprile poi abbiamo chiuso tutte le partite, anche economiche, quindi non abbiamo più pagato affitto perchè in una parte della struttura c'erano dei rilievi igienico-sanitari. Il proprietario vorrebbe continuare il percorso per conto proprio ma noi puntiamo a chiudere la struttura per quanto concerne il nostro intervento in termini di ulteriori risorse”. L'assessore, inoltre, punta a portare in Campidoglio una nuova delibera che consentirà alle associazioni di riprendere in mano la gestione delle sedicenti residenze:”Si tratta un accordo – incalza l'assessore – siglato tra Questura, Prefettura e i dipartimenti Anagrafe e Politiche sociali  ma con un impegno in più che garantisca che le persone a cui vanno date queste residenze poi effettivamente siano seguite e conosciute, e dovranno certificare più volte durante l'anno che frequentano l'associazione di riferimento. Questo ci permetterà, ad esempio, anche di dare il buono casa e l'assistenza sanitaria a tutte quelle persone che hanno lo status di rifugiato e che hanno un permesso di soggiorno scaduto, andando così a migliorare il processo d'integrazione. C'è stato un tavolo in Prefettura, ora la delibera è pronta e sarà un provvedimento che farà ulteriore chiarezza”. Che dire: sembra proprio l'ennesima manovra insolvente.




MARINO LAZIALE, PROTESTA IN PIAZZA CONTRO L'ARRIVO DEGLI IMMIGRATI

C.R.

La paura che arrivino gli immigrati a Marino non si placa. Diversi cittadini si sono ritrovati in piazza per contestare la decisione della Prefettura di trasferire un'ottantina di immigrati nelle palazzine popolari nel quartiere Paolina. Soltanto pochi giorni fa, 8 appartamenti destinati a 78 migranti sono stati distrutti. Nella notte ignoti hanno rotto i vetri e demolito tutto ciò che era all’interno: letti a castello, termosifoni, fornelli e mobilio. Ormai gli alloggi sono invivibili e adesso è probabile che l’arrivo degli extracomunitari, che a quest’ora sarebbero già stati trasferiti a Marino, sia momentaneamente rinviato. Anche se, da indiscrezioni, sembrerebbe che la Prefettura stia cercandosoluzioni diverse dopo che tutti gli appartamenti sono stati resi di fatto inagibili. Ciononostante l'ente territoriale abbia stigmatizzato "questi comportamenti improntati all’egoismo sociale, alla violenza, al razzismo, che rischiano di far ricadere sull’intera collettività locale, un’immagine fortemente negativa”.
Dunque, la situazione rimane incandescente e i residenti di via Cesare Colizza 55, a soli 30 chilometri da Roma, non intendono arretrare di un solo passo nonostante l'allarme sembrerebbe essersi affievolito. Marco Comandini è da sempre vicino ai residenti: "Vogliono soltanto vivere la loro vita tranquillamente – dice – queste palazzine non sono strutture idonee ad accogliere gli extracomunitari. Riteniamo necessario trovare soluzioni alternative"




IMMIGRATI A MARINO: RESIDENTI PRONTI ALLE BARRICATE

 

GUARDA LA GALLERY IN FONDO ALL'ARTICOLO [CLICCARE SOPRA LE FOTO PER INGRANDIRLE]

 

di Chiara Rai

Marino Laziale (RM) – Si attende con tanta paura e rabbia che arrivino gli immigrati a Marino. I residenti sono sul piede di guerra: “Non siamo razzisti, siamo terrorizzati”. Ripetono questa frase in continuazione gli oltre 50 inquilini che risiedono in via Cesare Colizza 55 a Marino.

Donne in gravidanza, bambini, anziani, uomini pronti a mantenere la barricata contro l’arrivo inaspettato di 78 immigrati che dovrebbero stabilirsi a vivere nelle prossime ore nella centralissima zona 167 di Paolina che dista circa 30 chilometri da Roma.

La tensione è altissima, le forze dell’ordine insieme ai vigili urbani presidiano il quartiere dove risiedono perlopiù giovani coppie che all’incirca l’anno scorso hanno acquistato gli appartamenti del complesso di edilizia popolare: si tratta di cinque palazzine di cui tre sono state vendute. In totale sono 24 appartamenti di cui 8 sono destinati all’accoglienza dei profughi. Queste otto abitazioni sono state affittate dalla Flavia Srl, società proprietaria, ad una cooperativa che si è aggiudicata un bando di gara del ministero degli Interni.

Dei 78 migranti , 54 vengono da Roma e 24 da Ciampino. Sono tanti gli inquilini di questo grande condominio che vorrebbero mettere in vendita e andarsene ma non possono: La convenzione edilizia stipulata col Comune non gli consente di vendere prima dei cinque anni dall’acquisto. Gli uomini di casa già pensano di allontanare le loro donne e ad ostacolare in ogni modo l’arrivo dei profughi: “Ci sentiamo in pericolo – dice una ragazza col passeggino che manifesta insieme agli altri fuori dai palazzi – ogni giorno le cronache raccontano di violenze, furti, uccisioni. Non possono lasciarci soli, abbiamo paura”. Riccardo Pasterino è uno dei tanti giovani che ha comprato casa e convive con la sua fidanzata nelle contestate palazzine: “Ci stanno rovinando la vita – dice Riccardo – qui non ci sono le condizioni per accogliere i profughi non è questione di razzismo. Non possiamo convivere nello stesso condominio con persone che si riverseranno nelle scale, nei nostri giardini. Qui ci sono famiglie che si sentono minacciate dall’arrivo di questi extracomunitari perché manca la sicurezza e siamo soli”. Il pomeriggio il quartiere si riempie di bambini che giocano. La zona però è scarsa di servizi come l’illuminazione della strada, i marciapiedi. Insomma non appena si fa buio lo scenario cambia. Ieri mattina, un gruppo di inquilini ha parlato col prefetto vicario, racconta Riccardo, ma di fronte alle loro rimostranze si è presentato un muro di gomma: “Ci fanno passare per razzisti – aggiunge – quando invece il problema è che dobbiamo caricarci sulle spalle 78 persone che passeranno chissà quanto tempo qui, se li dimenticheranno.

Ci dimenticheranno”. Giordano un altro inquilino, racconta che è impossibile immaginare tutti questi immigrati affacciati ai balconi, per terra e in condizioni di disagio: “E che ne sappiamo che malattie hanno? – dice – quante madri lascerebbero giocare i loro figli con queste persone libere di invadere il condominio?”. Alcune ragazze tornano da lavoro la sera tardi e se prima avevano paura adesso sono sconvolte: “Non è possibile convivere con queste persone – dice una ragazza di via Colizza – non possiamo essere il capro espiatorio dell’incapacità delle istituzioni di gestire un’emergenza immensa. Queste sono palazzine dove vivono famiglie che pensano a costruirsi un futuro in sicurezza”. La notizia dell’arrivo dei profughi a Marino ha iniziato con un passaparola rapidissimo dopo che alcuni residenti della zona hanno visto un via vai di mezzi che trasportavano letti a castello e mobilio. Marco Comandini denuncia l’assenza di comunicazione da parte dell’amministrazione comunale: “La notizia era nota all’amministrazione già da qualche giorno – dice Marco – eppure non hanno detto nulla nel consiglio comunale di lunedì scorso. E’ mancato il confronto con la cittadinanza”. Dal canto suo il vicesindaco Fabrizio De Santis si mostra vicino ai marinesi in questo momento di grande emergenza e fa sapere che fino ai primi giornidi questo mese non si aveva notizia di arrivi in città: adesso l’amministrazione chiede che il prefetto Gabrielli faccia chiarezza sui contorni della vicenda.