MONTI VUOLE FARE IL GIOCO DELLE TRE CARTE

Ninnj Di Stefano Busà

Monti si è scoperto, ha buttato giù la maschera, ed è come se avesse detto testualmente: andate avanti, sporcatevi le mani…lo avete sempre fatto, io sto nelle retrovie e interverrò solo se mi conviene…
Ma vi sembrano parole, pensieri, gesti, di un premier, di uno che tiene a mettere a posto le cose in Italia? La giacchetta a questo ennesimo simulatore non gliela tira più nessuno e allora… s’immagina di recitare una parte di colui che si degna di essere tirato in ballo per necessità di patria. Ma chi crede di essere costui?

I denari per non strangolare gli italiani con una tassa tanto iniqua quanto esorbitante li avrebbe dovuto tirar fuori dal dimezzamento dei partiti, dallo snellimento delle caste (sì proprio delle caste al plurale) perché in Italia vi sono troppi privilegi, troppe corporazioni, troppo scompensi, troppi: alt! Chi tocca i fili muore. Avrebbe dovuto rimodulare i vitalizi, perlomeno abbassare i ladrocini nei confronti del Popolo che sta sudando “sette camicie” per fare quadrare il pranzo con la cena.

Monti è un ibrido: pensate che doveva essere il “salvatore” e invece ne è l’esecutore fallimentare (come bene lo ha definito Di Pietro). La sua paga è superiore ai suoi meriti, quello che incassa è esorbitante e ha cominciato col fare gli interesse delle banche e dei magnati, non ha toccato patrimoni miliardari all’estero, non ha toccato privilegi di sorta ai suoi simili…e fin qui niente di male (potremmo dire che si fosse capito fin dal principio il suo metodo di condurre la politica).

Egli vuole entrare in politica, e lo si è capito da subito che non avrebbe mollato più l’osso. Ma ora sta facendo il gioco sporco, per non avere Berlusconi tra i piedi nella sua scalata, si vuole alleare alla sinistra;

Pensate uno di destra “realizzato e miliardario” come lui che vuol far intendere che si muove all’insegna degli interessi del Popolo, con ideologie e visione da marxsimo travestito da burocrate non precisamente proletario, uno che come lui viene dall’elite del paese e trova nel suo mondo l’humus facile per attecchire.

Ma ci chiediamo dove siamo arrivati? dove ci porterà questo vento di supremazia capitalistica travestita da popolismo? Davvero costui crede che gli italiani sono una massa di pecore e solo lui è il furbo di turno. “Chi viene dopo un anno, dovrebbe mettere l’Imu il doppio? Ha pronunciato testualmente, nella conferenza stampa tenuta alle dimissini. Dà dunque per scontato che qualunque formazione politica vincerà non vedrà l’alba di 5 anni di governo? Il pronostico parla chiaro, le sue parole sono scandite, pronunciate con cautela, ponderate e scarse. Sa bene l’importanza delle sue sentenze ipocrite e menzognere.

Siamo alla frutta, di questo passo è indicativo il concetto (e lo dà per scontato) che egli solo è in grado di governare e che solo se tirato in ballo, se strattonato da tutte le parti, acclamato a gran voce, si degnerà di entrare in gioco e “buggerare” ancora gli italiani ingenui e le forze minoritarie che non vedono di buon occhio un ritorno di Berlusconi in campo e si alleerebbero con lui per distruggerlo.

Berlusconi questa volta non vincerà, pagherà a caro prezzo le sue motivazioni poco azzeccate di averlo appoggiato per 13 mesi e poi averlo mollato solo in prossimità delle elezioni. Gli italiani non gli perdoneranno di averlo avallato, sostenuto mentre egli distruggeva l’italia e la polverizzava. Si metta dunque il cuore in pace. Anch’egli avrebbe dovuto fare le riforme tanto tempo fa, non avrebbe dovuto giocare “al quieto vivere”, a galleggiare per un intero anno del suo mandato, rendendosi ridicolo, puerile e in balìa di oscure forze…che lo hanno semidistrutto, facendogli perdere la stima internazionale. Un vero leader, uno che si sente capo di governo non deve andare tanto in basso, non può, non gli è consentito, oggi l’elettorato lo ha abbandonato e non lo ritroverà mai più. I giochi sono fatti, le carognate anche, e tutte sulla pelle degli altri; non c’è posto per i ripensamenti tardivi, le promesse fatte in punto di morte mentre il malato esala l’ultimo respiro. Anche Berlusconi ha sbagliato e molto…ora ci viene a proporre la cancellazione dell’Imu, tirando in ballo spese campate in aria che fanno rabbrividire, gesti aleatori, tardivi, che non hanno modo di convincere più nessuno. Perché non dice agli italiani?: Io ridimensionerò il parlamento, dimezzerò gli stipendi ai papabili, taglierò le gambe ai “vitalizi stratosferici, agli sprechi, metterò l’Imu sugli immobili del Clero, eliminerò la tassa della TV, non sovvenzionerò più tutta la stampa “indiscriminatamente” non solo quella di parte…

Questi sarebbero discorsi seri, non blablabla, per non dispiacere sotto voto nessuno alleato probabile. Mostrando programmi ancora nebulosi, incerti, cauti, senza lme della ragione, non andrà da nessuna parte, resterà inchiodato al suo declino inevitabile.  Con questi presupposti  e progetti sarebbe più credibile, ma servirebbe anche questa volta controfirmare un patto con gli italiani, un patto inderogabile, quasi un vincolo di sangue coi pochi che ancora gli sono rimasti fedeli e non sono molti, personalmente indico come scala di misura un 19%. Se saprà giocare bene le sue carte, forse recupererà un 5%. Ma essere agguerrito simulatore non gli gioverà, la gente è allo stremo e questa volta non si farà ingannare dalle chiacchere, vuole fatti, vuole programmi e riforme vere, a lunga scadenza, non per navigare a vista, vuole lavoro, crescita, riforme migliorative, non distruttive sul lavoro, sulle imprese, sugli sgravi fiscali, sull’edilizia, sulla scuola, sull’immigrazione, sulla sanità (che a dire di Monti vacilla), vuole la contropartita all’esubero di tassazione con la quale viene stritolato ogni giorno di più, senza che niente funzioni nel paese delle banane.

Così ci hanno ridotto le interferenze distruttive di un manipolo di politicanti da strapazzo che hanno pensato di rimpinzarsi a crepapelle senza portare nessun beneficio alla Nazione.




MONTI E IL SUO SERMONE DA PRETE SPOGLIATO

[VIDEO – CONFERENZA DI FINE ANNO MARIO MONTI]

 

Ninnj Di Stefano Busà

Un sermone da prete di campagna, un continuo rimescolare su quanto egli abbia salvato l’Italia e la gente non lo abbia capito: comizio singolare e banale, fatto di allusive stonature tragicomiche, di continui assilli sollecitatori sul filo della logica e del buon senso, un arrampicarsi su vetri fragili e rotti che non fa che avvalorare, qualora ve ne fosse ancora bisogno, il suo malgoverno, la sua incapacità a darsi regole e strutture portanti di cui tanto “blatera”.

Un addio di così scadente istanza avrebbe potuto pronunciarlo chiunque, ma se viene da uno che ha guidato l’Italia allo sbaraglio come ha fatto Monti in questi tredici mesi, diventa avvilente e umiliante.

Mi sembrava di sentire un parroco dire messa alle esequie di un morto: tono apparentemente pacato, ma inconcludente, di chi non ha nulla da dire o da dare, tranne che il suo mandato raggiunto da agonia stringente, da astenia e anemia irreversibili. Questa la verità ultima, la verità oltre ogni menzogna,

La straordinaria quanto censoria e arrogante ultima parola, prima del congedo, che si spera definitivo per tutti noi italiani ha disorientato, ma non ha lasciato stupiti: cosa ci si poteva aspettare da uno che ha tolto ai poveri per dare ai ricchi? Un vero Robin Hood al contrario.

Attenzione, non che l’Italia raggiunga la posizione soleggiata, non che vi siano speranze di crescita, non che si delineano menti in grado di realizzare la “rinascita” tanto auspicata, ma almeno "fuori uno", ovverosia, il più drammatico fuori porta sbalzato via da un calcio di rigore che lo ha messo fuori campo.

Ora la palla passa a coloro che stanno in panchina ad attendere gli esiti delle elezioni, che non hanno un’aurea di saper dare risposte certe, non hanno programmi a breve e a lunga scadenza, non hanno progetti e soprattutto volontà d’impegnarsi a risolvere i tanti problemi degli italiani, che sono diventati un vero allarme, una emergenza che rischia di divenire cronica e di portare a livelli di guardia non più tollerabili la popolazione in ginocchio.

Al voto delle urne, dunque, l’ultima parola. Sapranno gli italiani tenere in considerazione fatti e cose, parole e tradimenti? Sapranno cambiare registro, dando la sterzata che faccia drizzare il timone verso: crescita, lavoro, occupazione, giustizia, dimezzamento di caste e camerille, dimezzamento del numero dei parlamentari, cancellazione di lauti compensi con solo pochi giorni di mandato-parlamentare alla casta, accorpamento di Province, misure più eque per la tassazione e il Fisco (siamo i peggiori in Europa).

Saprà il prossimo governo prendere atto che siamo fuori rotta? Fuori tempo massimo? Per non cadere nell’abisso più fondo di una “recessione” irreversibile. Saremo i prossimi a cadere sotto l’effetto del famigerato “spread” sempre in agguato? O ci tireremo fuori appena in tempo per non cadere nella gola profonda di un sistema economico/finanziario fuori controllo, patrocinato dalla forza centristamerkeliana che la fa da padrona su tutta la linea. Monti lascia il campo, ma saprà il successore trovare la chiave per aprire le porte al sole della rinascita?
 




NOI MAI STANCHI DI SUBIRE, ONORE ALL'OPPOSIZIONE EGIZIANA

Francesco Tarallo

Quale il nesso con l'opposizione egiziana? Semplice è un opposizione al nuovo Faraone multipartitica, ci sono laici, coopti, cristiani, laici e mussulmani, forse qualche altra forza politica che mi sfugge.

In Italia, nel mio paese, con tanta storia di patrioti, volendola rievocare, quella dei carbonari 1820/21 il profondo malcontento popolare, con i moti di Mazzini e Gioberti, senza voler citare le prigioni di Silvio Pellico, orbene tutto questo non riesce a far emergere nei cittadini sentimenti di rivolta, anzi, alcuni gruppi di cittadini a Milano, città storica del risorgimento italiano applaude al passaggio del peggiore presidente del consiglio della storia del nostro paese.

I miei concittadini purtroppo, molto spesso perdono la memoria, allora vale la pena ricordare il bilancio di questo 2012 non ancora terminato. Numeri impietosi, per non dire tragici. Prodotto interno lordo – 2,4, tasso di disoccupazione 11,1, rapporto debito/pil 126,5, spese per interessi +5,5, consumi privati -4,7, domanda interna -5,3, crediti in sofferenza banche 127,6 miliardi, tassi d'interessi sui mutui 5,3, pressione fiscale/pil 45,7 per dipendenti sia pubblici che privati, mentre per le aziende ha raggiunto il ragguardevole traguardo del 57,5%, superando cosi anche i paesi scandinavi che in fatto di tassazione sono sempre stati i primi. Continuando con una spesa pubblica che passa da 1884 miliardi del 2011, al 1987 miliardi nel 2012, con un incremento di oltre 90 miliardi di euro. (Fonte Bankitalia) e Ragioneria generale dello Stato.

Una considerazione umana, perchè cosi poste le cifre, forse non dicono niente, ma 11,1 di tasso di disoccupazione significa circa 3 milioni di persone senza lavoro. E che dire delle cifre INPS sulla cassa integrazione passata da 828 milioni di ore, a 1,050 miliardi di ore? A gennaio 2013 oltre il 70% della CIG scadrà e molti dovranno cercarsi un occupazione, un ulteriore dramma per esseri umani e per il paese. Inoltre le ultime stime delle Camere di Commercio, parlano della chiusura di oltre 175.000 di negozi e artigiani, e che dire ancora del dramma di aziende sane con bilanci attivi che chiudono per andare oltre confine quali Svizzera, Austria e paesi ex Unione Sovietica?

La differenza tra noi e gli egiziani non è solo nelle cifre qui esposte, sta nella dignità di un popolo. Loro seppur poveri, scendono in piazza per difendere la loro libertà e la loro dignità. Noi, pusillanimi e vili, ce ne stiamo rintanati nelle nostre case, e i giornali e le televisioni, ci propongono le stesse facce che da 30 anni sono seduti in parlamento, anzi ci raccontano di novità come quella di un certo Luca Cordero di Montezemolo e di un certo Monti, sapendo tutti che ormai siamo su una strada di non ritorno, considerando l'impietosa realtà che verrà nel 2013, quando dovremmo far fronte agli impegni assunti con i nostri carnefici e che sono: Il FISCAL COMPACT (45 miliardi di costi) + 82 miliardi di interessi passivi sul debito pubblico, e infine con la legge di stabilità con un ulteriore aggravio di 27 miliardi. Noi,senza dignità, loro con grande dignità.
 




L’ESPERIENZA MONTI SI É RIVELATA FALLIMENTARE SU TUTTA LA LINEA

Ninnj Di Stefano Busà

E doveva salvare l’Italia! Ma oggi il dramma dell’italianetta ridotta ai minimi termini dal governo montiano= accattafavole e intransigente si conclude con un nulla di fatto.

Esce di scena un “figuro” triste, che ha fomentato la lotta tra i poveri, ha messo solo tasse e non ha realizzato affatto i propositi di cui si era fatto interprete. Costui ha movimentato e manovrato una politica di scompensi sociali, prendendo le distanza da subito dalle fasce più diseredate: nessuna equità tanto sbandierata verso le fasce più indigenti ed elargizione di congrui aiuti finanziari ai potentati e alle banche, sostenendo un sistema capitalistico di ricchezza “a compartimenti stagno” dove più ce n’è, più se ne metta.

Chiude la sua pagina di immorale gestione in miseranda caduta libera: gradimento sceso al 30% e contestazioni con relativi insulti, da ogni parte in cui si trova a transitare. Si apre così una nuova pagina la storia del nostro Paese martoriato, perché con la caduta del governo Monti non si risolvono i problemi che sono diventati insostenibili e forse irreversibili nella loro gravità e cronicità. Ammettiamo per astratto che con un’escamotage e una strategia politica dell’ultima ora, (come quando annunciò che avrebbe eliminato l’Ici…), Berlusconi riesca a rimontare la china e a ristabilire fiducia nell’elettorato che negli ultimi tempi lo avevano fatto uscire malconcio e bastonato, quale sarà la politica che ne seguirà?

Abbiamo sperimentato sulla nostra pelle che anche Berlusconi non è quel santo che dice di essere, troppo stretto tra nemici di partito, traditori, arrivisti, uomini senza morale, attivati e motivati solo dalle loro ragioni personali, da calcoli e strategie di interessi privati che mirano a tornaconti compensativi di molti zeri, a poltrone in parlamento… La corruzione inizia da lì, e se non si realizza una vera epurazione di cervelli e di anime non si vedrà mai la luce nella composizione di un governo che sia davvero favorevole ai bisogni del paese.

Troppi malviventi, troppi ladrocini, troppe ruberie all’interno di partiti e di Enti inutili che perseguono solo calcoli e cifre da intascare, nessun programma per la società civile che sta andando a “scatafascio”.

Siamo giunti alla stretta finale, sull’orlo del baratro e della bancarotta che abbiamo finora evitata di un pelo e, non certo, per opera di Monti, perché questo burocrate tecnologico ha compresso l’economia e fatto registrare una stasi di crescita e di occupazione davvero fuori misura, gravissima e difficilmente risanabile anche da colui che dovrà ricoprire la carica di capo del governo nel prossimo turno.

La tragedia è che non abbiamo disponibili uomini di grandissimo valore e intelligenza politica, non vi è acume né progetti per il futuro nelle loro escalation politiche. Vedono il mondo circoscritto a navigare a vista, in acque torbide, giorno per giorno, a galleggiare, a tirare a campare…Ma il mondo, la società sono cambiati nel frattempo che, loro pare non si accorgano di nulla: da qui la loro incapacità a guardare oltre, la loro incapienza/politico-attitudinale, l’inadeguatezza comportamentale e gestionale. Per essere uomini di governo veri e portare l’Italia fuori dal caos e dal marasma occorre essere vigili, motivati a fare il bene della comunità, occorre passione, non dabbenaggine, né pusillanimità, necessita uno spirito temprato al bene di tutti, non opportunista ad oltranza, che non si ritenga unto dal Signore, beneficiario assoluto della grazia che gli piove dal cielo.

Sono necessari: correttezza, onestà, spirito di sacrificio, intelletto vivace e pronto a cogliere le varianti della vita che, in questo periodo storico, scorrono con la velocità della luce. Pensate che in questo momento vi sia qualche persona dotata di tali qualità? Ne dubito. Siamo stati distrutti e messi in ginocchio da un manipolo di cialtroni. Questa è la sacrosanta verità, da qualunque lato la si guardi. E non che l’esperienza sia preziosa opportunità a correggere la rotta: gli errori del passato non aguzzano la vista, non contano mai, anzi si perpetuano e si dilatano a dismisura, perché la miseria chiama miseria,  e se la disoccupazione è al suo più alto grado di tolleranza non verrà corretta nel breve tempo.

Fabbriche e imprenditori che chiudono i battenti non si potranno rimpiazzare nell’imminenza, perché l’economia di un paese è frutto di una sinergia politica e di molti elemeni che la compongono e vi s’intersecano, una visuale eclettica, che sa individuare in tempi utili e senza cadere nel baratro, le mosse da prendere e realizzare tutti quei meccanismi atti a far progredire, o almeno a proteggere una nazione, giammai, a depauperarne le risorse, a sprecarne le opportunità, salvaguardandone eventuali perdite e agendo sulle strategie da adottare nel sistema strutturale del paese adeguandolo ai tempi.

E non è lezione di morale la mia, né vuole essere forma di indottrinamento, ma semplicemente il frutto di una saggezza e di una messa in opera che dovrebbe essere prioritaria a chi governa, chiunque esso sia, di qualunque orientamento, sia esso di destra o di sinistra: prima di tutto l’intelligenza umana, poi la risorsa e le doti morali di agire per il bene comune. Gli errori eventuali sono normali, ma se si opera per il benessere collettivo e del Popolo si possono riparare e non incorrere in trappole mortali per gl’ingenui cittadini che sono alla mercè di furfanti e di millantatori, oggi come non mai…

ALTRI tabella:

08/12/2012 MONTI INTENDE DIMETTERSI: ACCELERATORE SULL'APPROVAZIONE DELLA LEGGE DI STABILITA' ….POI A CASA!


 




MONTI INTENDE DIMETTERSI: ACCELERATORE SULL'APPROVAZIONE DELLA LEGGE DI STABILITA' ….POI A CASA!

Redazione

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha stasera ricevuto al Quirinale il Presidente del Consiglio dei Ministri, Senatore Mario Monti.

Il Presidente della Repubblica ha prospettato al Presidente del Consiglio l'esito dei colloqui avuti con i rappresentanti delle forze politiche che avevano dall'inizio sostenuto il Governo e con i Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati.

Il Presidente del Consiglio ha dal canto suo rilevato che la successiva dichiarazione resa ieri in Parlamento dal Segretario del PdL on. Angelino Alfano costituisce, nella sostanza, un giudizio di categorica sfiducia nei confronti del Governo e della sua linea di azione.

Il Presidente del Consiglio non ritiene pertanto possibile l'ulteriore espletamento del suo mandato e ha di conseguenza manifestato il suo intento di rassegnare le dimissioni. Il Presidente del Consiglio accerterà quanto prima se le forze politiche che non intendono assumersi la responsabilità di provocare l'esercizio provvisorio – rendendo ancora più gravi le conseguenze di una crisi di governo, anche a livello europeo – siano pronte a concorrere all'approvazione in tempi brevi delle leggi di stabilità e di bilancio. Subito dopo il Presidente del Consiglio provvederà, sentito il Consiglio dei Ministri, a formalizzare le sue irrevocabili dimissioni nelle mani del Presidente della Repubblica.




IL CONSENSO A MONTI

Ninnj Di Stefano Busà

Il consenso frettoloso quanto inspiegabile di Mario Monti è certamente il risultato di un rigetto viscerale alla politica berlusconiana, una sorta di esorcizzazione e di riadattamento all'idea di poter contare su una politica seria del  -fare-  tanto ventilata e opportunamente motivata da Berlusconi (prima versione). L'Italia avverte un grandissimo bisogno di adeguarsi alle riforme, di  realizzare misure di emergenza che mantengano l’allineamento all'Europa, ha l'esigenza  di un nuovo riscatto morale e istituzionale, di un salto di qualità, di una marcia in più che possa riscattare la politica divenuta marcia e collusa, dopo l'afflosciamento e il galleggiamento degli ultimi tempi dell'esecutivo Berlusconi. Pur di mandare il Cav. a casa, i partiti di sinistra e la stessa destra del buon Fini avrebbero venduto l'anima al diavolo. Oggi, bisogna leggere in chiave di avvicendamento fisiologico: l'entrata in scena di Monti è una sterzata a sinistra per evitare il vecchio governo, ma bisognerà valutarlo nei fatti, non nella speranza, giudicarlo dalle azioni di governo e non mi sembrano mosse ben azzeccate, sin dal suo primo esordio parlamentare. Intanto, l'esecutivo Monti, con tutto il suo enturage riflette un atto di illealtà verso il Popolo italiano, verso l'elettorato che si era democraticamente espresso,  il cui voto già espropriato del suo diritto di scelta, da un metodo poco ortodosso di veti incrociati, di congreghe tra capi-gruppo, arbitri decisionali degli eletti e di sotterfugi interscambiabili e di malapolitica perpetrati ai danni del popolo come quello del sistema di voto:"porcellum" definito così perfino dal suo stesso firmatario, si è visto ora espropriato del suo sacrosanto diritto di eleggere per scelta e non per imposizione. La ragione per cui Monti ha tutto questo credito tra il popolo italiano è soprattutto di ordine psicologico. Dopo quasi un ventennio di berlusconismo portato alle sue estreme conseguenze, soprattutto negli ultimi tempi, da un ostruzionismo di carattere patologico e spesso esacerbato da contrasti, quanto inficiato nelle forme di legalità istituzionali, (inammissibili da parte di un alleato come Fini). L'esecutivo di Berlusconi navigava in brutte acque, sul "filo del voto",ormai impossibilitato a svolgere le sue funzioni di rafforzamento alla spesa pubblica, tagli, riforme richieste dalla U.E, disoccupazione alle stelle, quindi esigenza di modifiche strutturali per la crescita e la riforma sul lavoro, per il sistema pensionistico etc. era divenuto una roccaforte contro il giustizialismo forsennato della magistratura di sinistra, inceppato già dai mille divieti di Bossi, che nutriva una coalizione d'interesse esclusivamente federalistica,  in funzione del voto della prossima campagna elettorale che gli avrebbe fruttato altri voti, non poteva più reggere. Il frutto condito con l'odio viscerale verso il cittadino di status mediocre, (borghese di ceto medio: Berlusconi che, dal  -nulla-  si era catapultato alle altissime vette, fino ad essere il 2° uomo più ricco d'Italia avevano ingenerato calunnie, malumori, invidie, polemiche a mai finire. Tutti sappiamo quanto l'odio sia meschino e crudele, mai obiettivo nei confronti di un uomo che, seppure impedito nell'espletamento del suo ruolo, tuttavia in tempi non sospetti, aveva dato il meglio di sé. Ma tant'è, si è portati a considerare solo il brutto degli ultimi tempi…  Ora si inneggia al tecnocrate Monti quale "salvatore" dell'Italia, ma di quale Italia stiamo parlando? Allo stato dei fatti, sta facendo le medesime mosse. Non porta avanti nulla dei tagli alla politica capitalistica e onerosa e alla spesa pubblica; ha escluso, eluso, volutamente “glissando sulla patrimoniale”, (anzi non l'ha posta tra le priorità del governo), non effettua la strategia di mercato nell’interesse dell’introito economico, utilizzando l'etere come deterrente: i canali di trasmissioni televisivi vengono dati gratuitamente e distribuiti tra Mediaset e Rai; non colpisce le fasce alte dei redditi o patrimoni immobiliari megagalattici, non fa pagare l'ICI al megastratosferico patrimonio immobiliare di proprietà della Chiesa. Senza pensare che poteva colpire il reato di tentativo di frode fiscale nei riguardi dei “Furbastri” di turno, il che, se andava bene, avrebbero occultato ingenti ricchezze, (tentativo di furto ai danni dello stato) passibile di galera… Poteva, ipso facto, con un decreto-legge “lampo” portare il rientro dei capitali dall'estero e tassarlo al  5/6%, invece  che all’ 1,1/5%, ma  se è egli stesso un magnate, come può colpire i suoi simili? Tassa il popolo e i pensionati, strozza la povera gente, i cassaintegrati, gli operai…a quelli sì, è facile prelevare gli ultimi spiccioli per il latte e il pane, i magnati se lo divorerebbero, perciò li teme. Intanto, aumentano le accise della benzina e lui resta inerte. In poche parole, sta facendo tutto quello che avrebbe potuto fare Berlusconi, Dov'è la differenza?  quest’ultimo (se non avesse dovuto scontrarsi  Fini e coi veti di Bossi, (il quale vede il territorio come terreno di caccia al voto, sperando di giungere al tanto sospirato "federalismo"), anche Berlusconi avrebbe potuto operare in tal verso e lo avrebbe fatto, se avesse avuto ancora  la maggioranza, questo ricordiamocelo quando si voterà… Dunque, apriamo gli occhi, guardiamo la realtà, che è quella di voler vedere a tutti i costi il bicchiere "mezzo pieno", perché assediati da una sete irrefrenabile, che è quella della speranza, dettata da fiducia cieca ed esasperata in "qualcuno o qualcosa" che ci dia una mano a salvarci dal baratro. Ma non sarà Monti, per quanto si cerchi di farlo passare per un governo tecnico, tale da non essere costretto a passare sotto la mannaia dell'elettorato, a fare il miracolo e…allora non potremo più fare la battaglia dell'odio personale per il ricco, ma solo per la nostra inadeguatezza a capire. Calunnie a mai finire. So per certo che Berlusconi ultima maniera si era afflosciato, quasi snaturalizzato, estraneato dal suo fervore iniziale. Ma sfido chiunque nei suoi panni: con le sentenze passate ingiudicate presso le preture di mezza Italia, con la giustizia che le dà la caccia come a un malfattore o un criminale, chiunque si sarebbe arenato nelle strettoie e nei labirinti subdoli di un potere occulto pronto a denigrarlo, a fare carte false per distruggerlo nella sua integrità morale, e istituzionale. Berlusconi, è vero, colpe ne ha a iosa. Non sarò qui a difenderlo, avrebbe dovuto avere più coraggio, più fiuto e non imbarcare un camicia nera che poi si è trasformato in un serpente "rosso". Col senno del "poi"…anche noi scorticheremo Monti, che non sarà affatto diverso dal precedente premier, se non nel fatidico "bunga bunga" e nella gogna mediatica che lo ha travolto. Monti non è un Santo, non sta realizzando nulla per la povera gente, non mettiamolo sull'altare, prima di constatarne la validità dell’operato e mi pare che come inizio non c'è malaccio…tutte tasse, sacrifici per il popolo e nulla in corrispettivo per i più abbienti.  Se questo doveva essere il suo rimedio, mi pare siamo messi piuttosto male. Non solo non rimedierà nulla, ma peggioreranno molte, troppe cose, perché il buon giorno si vede dal mattino, e sotto la pelle dell'orso quasi mai si ritrova l'agnello. Non dimentichiamo che proviene dall'elite, è anch'egli uno che si schiera per le fasce alte… non difenderà mai i deboli della società, perché le sue motivazioni sono connaturate con lui e non sono certamente di ceto basso…
 




ROMA, MOVIMENTO STUDENTESCO NAZIONALE: MASCHERATI DA MONTI FUORI DALLE SCUOLE CON FINTE BOLLETTE E "CARTE DI DEBITO"

Redazione

Continuano le mobilitazioni del Movimento Studentesco Nazionale contro il Governo Monti. Questa mattina i ragazzi, indossando una maschera raffigurante il presidente del consiglio, hanno distribuito davanti le scuole finte bollette e 'carte di debito'.

'Utilizziamo un modo goliardico per raccontare la nostra voglia di buona politica, che non sembra coincidere con le politiche di questo Governo che dietro a pressione fiscale, tasse in aumento e un debito pubblico rimasto invariato, non  mette in piedi nessun modello di sviluppo e nessuna ricetta di crescita. Siamo curiosi di sapere a che serve la famigerata credibilità internazionale se abbiamo costi di accesso alla scuola e all' università sempre più alti, se le condizioni occupazionali continuano a peggiorare e se l'unico dato che cresce e' quello relativo ai nostri migliori ragazzi che abbandonano l'Italia per lavorare. Continueremo a manifestare perché crediamo che ci possa essere una via d'uscita per l'Italia e che questa non coincida con un governo tecnico che vive con l'ansia di piacere e compiacere ai mercati."   È quanto dichiara in una nota  Gianfranco Manco, presidente del Movimento Studentesco Nazionale.

 




LE RAGIONI DELLA GERMANIA, E I TORTI DELL'ITALIA E DELL'EUROPA.

Francesco Tarallo

I meccanismi di creazione e la definizione della moneta unica, vengono sanciti nel 1998, anno nel quale viene stabilito che i paesi decisi ad adottare la moneta unica, debbono essere conformi alle regole del Patto di Stabilità. Danimarca, Svezia e Gran Bretagna, restano fuori, la moneta unica, di nome EURO, diventa ufficialmente la moneta dell'Unione Europea dal 1 gennaio 1998 e vive un processo di nascita che la porterà ad essere immessa nel 2001. Il 1998 è fondamentale anche perchè vede i natali della BCE, e che dal 1999, inizierà a stabilire i tassi di cambio. In Italia la classe politica manca di una solida visione   geopolitica che è quella che contraddistingue gli statisti dai nani, non hanno capito che nel mondo, stava per iniziare l'era della Globalizzazione, dove il World Trade Organizzation detto Wto, non potendo più tenere fuori dalla porta nazioni emergenti come Cina, India, Brasile, Russia ed altri paesi dell'estremo oriente, avrebbe comportato in termini di competizioni uno squilibrio sia nei mercati, che nella finanza, “competion is competion”, ecco quindi che, partendo da una corretta analisi prima geopolitica, e poi nazionale, si sarebbero potuto evitare tanti guai economici, finanziari e industriali. Purtroppo, la classe dirigente tutta di questo nostro paese, e talmente provinciale che al centro della loro azione politica si parte e si finisce con i comuni e le province.(questo passa il convento) Pochi cenni, per far capire l'inizio del nostro disastro. La prima è stato il fattore cambio lira- euro 2 contro 1. Tale fattore, con un cambio a noi assolutamente negativo, difatto dimezzava in un colpo solo la dinamica salariale dei lavoratori e pensionati. Il secondo elemento negativo, aumentava il costo del carrello della spesa, senza riuscire ad invertire negli anni a partire dal 2001, l'equilibrio salari- costo della vita. Infatti i salari, tra un mancato corretto cambio lira/euro, ed euro-costo della vita, ha prodotto sulla busta paga dal giorno dell'introduzione dell'euro, una penalizzazione del -27%, in termini valoriali sul salario, pur considerando l'adeguamento Istat, e un + 23% il costo vita. Infatti, ad oggi, possiamo ragionevolmente affermare che, tra un meno 27% e un + 23%,  il salasso per le famiglie è stato del 50%. Possiamo, invertire questa tendenza? Anche qui, possiamo affermare ragionevolmente, utilizzando lo slogan yes we can una inversione di rotta, per far riprendere consumi e crescita, ad una sola condizione, tagliare la spesa improduttiva, eliminare i costi della politica, una feroce lotta alla corruzione. Sull'evasione farei un discorso a parte, considerando la volatilità dei numeri sempre incerti. L'Italia soffrirà nel 2012, la crescita sempre più a rischio. La nostra economia si contrarrà del 1,5% e le esigenze di finanziamento e la capacità del nostro Stato di coprirle saranno sotto i riflettori di tutti gli operatori di mercato. al di là del declassamento di Standard&Poor, con un inasprimento fiscale superiore al 4,5% cioè al 47,5 di tassazione del Pil nel 2012. In queste condizioni la crescita non potrà che soffrire, e la contrazione, cioè il pil, potrebbe raggiungere anche il -1,8/2.8 Perchè il mercato ci punirà, semplice perchè non riusciamo, anzi la classe dirigente non è in grado di fare le vere riforme strutturali, e queste pesano come montagne sui conti pubblici e nelle tasche dei cittadini, quindi è inutile prendersela con la Germania. Faccio un solo esempio di riforma strutturale, il totale delle municipalizzate 3867, di cui meno di un terzo eroga servizi, e costano allo Stato solo nel mantenere i politici nei cda(nominati da tutti i partiti) circa 7,2 miliardi e settecentomila euro di stipendi (fonte ministero dell'economia ultimo rapporto sett 2011) il totale dei consiglieri 27000. Ecco una prima vera riforma strutturale. Se a questo ci aggiungiamo l'abolizione delle province 116 con un totale di 3500 consiglieri, i cui costi(stipendi) sono di altri 370 milioni, senza contare quello degli oltre 4500 dirigenti(stipendio medio 125000 lordi calcolato dal UPI) il cui costo/stipendi superano di gran lunga i 7,182,00 miliardi(fonte Corte dei Conti), beh se parliamo di ristrutturazione dei costi della burocrazia, qui possiamo iniziare a dire che c'è parecchio grasso. Quindi, niente da eccepire sui nein della Merkel, quando dice che l'Italia può farcela da sola, anzi deve farcela da sola. I motivi giustificanti della Merkel, stanno nel fatto che la Germania da sola contribuisce per il 38% del fondo Salva-Stati, quindi circa 200 miliardi su 500, i paesi dell'euro, vogliono aumentare il fondo a 1000 miliardi, che per la sola Germania il costo lieviterebbe a circa 400 miliardi, e mi chiedo; perchè chi ha messo i propri conti in sicurezza, deve farsi carico di tale fardello. Loro, i tedeschi hanno iniziato a ristrutturare il loro debito interno nell'anno 2001, e in circa 10 anni hanno messo mano a quelle riforme strutturali che hanno portato il paese ad essere il più competitivo e produttivo nel mondo occidentale, facendo meglio degli stessi Stati Uniti, noi invece, continuiamo a fare spese pazzesche nel mantenere i partiti e le loro strutture partitocratiche che costano all'Italia(fonti Corte dei Conti e Ministero dell'Economia) circa 37,7 miliardi di euro l'anno, quindi di cosa ci lamentiamo, se poi, non abbiamo il coraggio di tagliare da subito il costo di circa 1 milione di persone che vivono solo di politica? E che dire della burocrazia imperante dagli Enti locali alle più alte Istituzioni di questo paese? Ne Tremonti prima ne tanto meno Monti adesso riuscirà ad abbattere drasticamente queste assurde e folli spese. L'Italia è un paese governato dai “MANDARINI” e noi siamo solo plebe vociante, ecco perchè sto con la Germania e con la Merkel. Mi dispiace moltissimo per il popolo greco, ma gli errori e il loro tragico destino sono imputabili a loro e alla classe dirigente di destra e sinistra che hanno governato il paese, e agli errori degli eurocratici, noi possiamo ancora salvarci, ma alle seguenti condizioni che andiamo ripetendo da anni da questo blog è sono : abolizioni delle province, abolizioni delle comunità montane, abolizioni delle migliaia di consorzi, abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, drastica riduzione di parlamentari nazionali e regionali, abolizione del finanziamento all'editoria sia partitica che “indipendente” drastica riduzione degli stipendi ai gran comis di Stato, in parole povere dimagrimento drastico a partire dagli apparati Istituzionali dello Stato, solo cosi possiamo uscire dalla crisi e salvarci. Un motivo valido del perchè personalmente sto con la Merkel e con la Germania.

 




IL CONSENSO A MONTI… EGLI, "SALVATORE" DELL'ITALIA, MA DI QUALE ITALIA STIAMO PARLANDO?

Normal 0 14 false false false MicrosoftInternetExplorer4 /* Style Definitions */ table.MsoNormalTable {mso-style-name:"Tabella normale"; mso-tstyle-rowband-size:0; mso-tstyle-colband-size:0; mso-style-noshow:yes; mso-style-parent:""; mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt; mso-para-margin:0cm; mso-para-margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-size:10.0pt; mso-ansi-language:#0400; mso-fareast-language:#0400; mso-bidi-language:#0400;}

Ninnj Di Stefano Busà

Il consenso frettoloso quanto inspiegabile di Mario Monti è certamente il risultato  di un rigetto viscerale alla politica berlusconiana, una sorta di esorcizzazione e di riadattamento all'idea di poter contare su una politica seria del  -fare-  tanto ventilata e opportunamente motivata da Berlusconi (prima versione).

L'Italia avverte un grandissimo bisogno di adeguarsi alle riforme, di  realizzare misure di emergenza che mantengano l’allineamento all'Europa, ha l'esigenza  di un nuovo riscatto morale e istituzionale, di un salto di qualità, di una marcia in più che possa riscattare la politica divenuta marcia e collusa, dopo l'afflosciamento e il galleggiamento degli ultimi tempi dell'esecutivo Berlusconi.

Pur di mandare il Cav. a casa, i partiti di sinistra e la stessa destra del buon Fini avrebbero venduto l'anima al diavolo. Oggi, bisogna leggere in chiave di avvicendamento fisiologico: l'entrata in scena di Monti è una sterzata a sinistra per evitare il vecchio governo, ma bisognerà valutarlo nei fatti, non nella speranza, giudicarlo dalle azioni di governo e non mi sembrano mosse ben azzeccate, sin dal suo primo esordio parlamentare.

Intanto, l'esecutivo Monti, con tutto il suo enturage riflette un atto di illealtà verso il popolo italiano, verso l'elettorato che si era democraticamente espresso,  il cui voto già espropriato del suo diritto di scelta, da un metodo poco ortodosso di veti incrociati, di congreghe tra capi-gruppo, arbitri decisionali degli eletti e di sotterfugi interscambiabili e di malapolitica perpetrati ai danni del popolo come quello del sistema di voto: "porcellum" definito così perfino dal suo stesso firmatario, si è visto ora espropriato del suo sacrosanto diritto di eleggere per scelta e non per imposizione.

La ragione per cui Monti ha tutto questo credito tra il popolo italiano è soprattutto di ordine psicologico. Dopo quasi un ventennio di berlusconismo portato alle sue estreme conseguenze, soprattutto negli ultimi tempi, da un ostruzionismo di carattere patologico e spesso esacerbato da contrasti, quanto inficiato nelle forme di legalità istituzionali, (inammissibili da parte di un alleato come Fini).

L'esecutivo di Berlusconi navigava in brutte acque, sul "filo del voto", ormai impossibilitato a svolgere le sue funzioni di rafforzamento alla spesa pubblica, tagli, riforme richieste dalla U.E, disoccupazione alle stelle, quindi esigenza di modifiche strutturali per la crescita e la riforma sul lavoro, per il sistema pensionistico etc. era divenuto una roccaforte contro il giustizialismo forsennato della magistratura di sinistra, inceppato già dai mille divieti di Bossi, che nutriva una coalizione d'interesse esclusivamente federalistica,  in funzione del voto della prossima campagna elettorale che gli avrebbe fruttato altri voti, non poteva più reggere.

Il rutto condito con l'odio viscerale verso il cittadino di status mediocre, (borghese di ceto medio: Berlusconi che, dal  -nulla-  si era catapultato alle altissime vette, fino ad essere il 2° uomo più ricco d'Italia avevano ingenerato calunnie, malumori, invidie, polemiche a mai finire. Tutti sappiamo quanto l'odio sia meschino e crudele, mai obiettivo nei confronti di un uomo che, seppure impedito nell'espletamento del suo ruolo, tuttavia in tempi non sospetti, aveva dato il meglio di sé.

Ma tant'è, si è portati a considerare solo il brutto degli ultimi tempi…

Ora si inneggia al tecnocrate Monti quale "salvatore" dell'Italia, ma di quale Italia stiamo parlando? Allo stato dei fatti, sta facendo le medesime mosse. Non porta avanti nulla dei tagli alla politica capitalistica e onerosa e alla spesa pubblica; ha escluso, eluso, volutamente “glissando sulla patrimoniale”, (anzi non l'ha posta tra le priorità del governo), non effettua la strategia di mercato nell’interesse dell’introito economico, utilizzando l'etere come deterrente: i canali di trasmissioni televisivi vengono dati gratuitamente e distribuiti tra Mediaset e Rai; non colpisce le fasce alte dei redditi o patrimoni immobiliari megagalattici, non fa pagare l'ICI al megastratosferico patrimonio immobiliare di proprietà della Chiesa. Senza pensare che poteva colpire il reato di tentativo di frode fiscale nei riguardi dei “Furbastri” di turno, il che, se andava bene, avrebbero occultato ingenti ricchezze, (tentativo di furto ai danni dello stato) passibile di galera… Poteva, ipso facto, con un decreto-legge “lampo” portare il rientro dei capitali dall'estero e tassarlo al  5/6%, invece  che all’ 1,1/5%, ma  se è egli stesso un magnate, come può colpire i suoi simili? Tassa il popolo e i pensionati, strozza la povera gente, i cassaintegrati, gli operai…a quelli sì, è facile prelevare gli ultimi spiccioli per il latte e il pane, i magnati se lo divorerebbero, perciò li teme. Intanto, aumentano le accise della benzina e lui resta inerte. In poche parole, sta facendo tutto quello che avrebbe potuto fare Berlusconi, Dov'è la differenza?  quest’ultimo (se non avesse dovuto scontrarsi  Fini e coi veti di Bossi, (il quale vede il territorio come terreno di caccia al voto, sperando di giungere al tanto sospirato "federalismo"), anche Berlusconi avrebbe potuto operare in tal verso e lo avrebbe fatto, se avesse avuto ancora  la maggioranza, questo ricordiamocelo quando si voterà…

Dunque, apriamo gli occhi, guardiamo la realtà, che è quella di voler vedere a tutti i costi il bicchiere "mezzo pieno", perché assediati da una sete irrefrenabile, che è quella della speranza, dettata da fiducia cieca ed esasperata in "qualcuno o qualcosa" che ci dia una mano a salvarci dal baratro.

Ma non sarà Monti, per quanto si cerchi di farlo passare per un governo tecnico, tale da non essere costretto a passare sotto la mannaia dell'elettorato, a fare il miracolo e…allora non potremo più fare la battaglia dell'odio personale per il ricco, ma solo per la nostra inadeguatezza a capire.

Calunnie a mai finire. So per certo che Berlusconi ultima maniera si era afflosciato, quasi snaturato, estraniato dal suo fervore iniziale. Ma sfido chiunque nei suoi panni: con le sentenze passate ingiudicate presso le preture di mezza Italia, con la giustizia che le dà la caccia come a un malfattore o un criminale, chiunque si sarebbe arenato nelle strettoie e nei labirinti subdoli di un potere occulto pronto a denigrarlo, a fare carte false per distruggerlo nella sua integrità morale, e istituzionale. Berlusconi, è vero, colpe ne ha a iosa. Non sarò qui a difenderlo, avrebbe dovuto avere più coraggio, più fiuto e non imbarcare un camicia nera che poi si è trasformato in un serpente "rosso". Col senno del "poi"…anche noi scorticheremo Monti, che non sarà affatto diverso dal precedente premier, se non nel fatidico "bunga bunga" e nella gogna mediatica che lo ha travolto.

Monti non è un Santo, non sta realizzando nulla per la povera gente, non mettiamolo sull'altare, prima di constatarne la validità dell’operato e mi pare che come inizio non c'è malaccio…tutte tasse, sacrifici per il popolo e nulla in corrispettivo per i più abbienti.  Se questo doveva essere il suo rimedio, mi pare siamo messi piuttosto male. Non solo non rimedierà nulla, ma peggioreranno molte, troppe cose, perché il buon giorno si vede dal mattino, e sotto la pelle dell'orso quasi mai si ritrova l'agnello. Non dimentichiamo che proviene dall'elite, è anch'egli uno che si schiera per le fasce alte… non difenderà mai i deboli della società, perché le sue motivazioni sono connaturate con lui e non sono certamente di ceto basso…




LAZIO, IN REGIONE SPENDING REVIEW: 2.500 LICENZIAMENTI E SANITA' A RISCHIO…ARRIVA IL COLPO DI GRAZIA

Redazione

“Servizi sanitari a rischio e 2500 licenziamenti: questo lo scenario che si prefigura per il Lazio applicando il decreto sulla spending review varato dal governo Monti. La versione definitiva del decreto è peggiore rispetto alle piú nere aspettative, a partire dalla sanità dove si introducono ulteriori penalizzazioni sul calcolo dei posti letto e, in regime di blocco del turn over, ci si impedisce persino di ricorrere a quelle 20/25 assunzioni straordinarie all'anno che servivano per coprire i buchi piú pericolosi negli organici degli ospedali. Sarebbe a questo punto piú serio modificare i termometri e stabilire che la febbre inizia a preoccupare solo oltre i 38 gradi, piuttosto che chiederci di abbassare i nostri posti letto nonche' il tasso di ospedalizzazione a 160 per mille abitanti entro il 30 novembre 2012. Questo decreto non "salva" ma "spacca" l'Italia in due: c'è un paese reale che non riesce ad andare avanti ed un paese legale che indebolisce diritti costituzionalmente garantiti o tutelati come la salute ed il lavoro”. E’ quanto dichiara in una nota la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini.

“Sono molto preoccupata – prosegue Polverini –  anche per il silenzio attorno alla sorte delle centinaia di migliaia di lavoratori occupati nelle società che lavorano e fanno capo alle pubbliche amministrazioni. Chiedere di chiuderle o cederle – chissà poi a chi, soprattutto in questo momento – senza porsi il problema di che fine faranno le persone che ci lavorano è un atto grave che va combattuto con forza a partire da chi, come me, non ha assunto neppure uno dei 2.500 lavoratori facenti capo alla regione Lazio che ora rischiano il posto. Il presidente Monti ci convochi senza altri indugi per evitare che si vada verso l'implosione dei servizi essenziali per i cittadini. Mi auguro che da parte del Parlamento ci sia il necessario impegno e senso di responsabilità riequilibrare la portata di questo decreto”.  

 




ROMA, CITTA' METROPOLITANA PER ROMA- CAPITALE: "UN OBBROBRIO GIURIDICO – AMMINISTRATIVO"

Riceviamo e pubblichiamo

Nota di Donato Robilotta, Presidente Regionale del Nuovo Psi del Lazio

Sono un convinto sostenitore del Governo Monti ma dopo una lettura attenta dell’articolo della nuova spending review sulla previsione delle istituzione della Città Metropolitana per Roma-Capitale, comprendente il territorio dell’intera Provincia di Roma, non posso non dire che si tratta di un vero e proprio obbrobrio giuridico-amministrativo.

Di fatto la previsione della Città Metropolitana uccide Roma-Capitale prima di nascere, perché nella Costituzione c’è scritto che la Capitale è Roma non tutta la Città Metropolitana, ecco perché quello che valeva per le altre città capoluogo indicate sin dal 1990 come aree metropolitane non poteva valere per Roma.

Alemanno legga bene la norma e chiarisca subito la posizione del Comune così come quella del Pdl perché è l’esatto contrario di quello che abbiamo spiegato ai nostri elettori in questi anni con la riforma su Roma-Capitale prevista nella legge sul federalismo fiscale e chieda modifiche in Parlamento.

Inoltre la nuova norma scritta dal governo Monti lede la completa autonomia dei comuni che si vedono assoggettati per forza al nuovo ente con il rischio di una nuova e più forte subalternità a Roma, tanto che non sono peregrine le critiche di quegli amministratori locali, anche del PD, che temono un nuovo romano-centrismo