W L'ITALIA… DEL CAOS

di Mario Torosantucci

Sono veramente felice ed orgoglioso. Felice di vivere  in un paese ogni giorno più moderno, ed orgoglioso di far parte ormai di quella minoranza di origine italiana.

In verità, una minoranza con troppi pregiudizi, troppe tradizioni, troppa cultura, troppa educazione, troppo ancorata all’ antico, ma pur sempre il ceppo di quella quercia che sta crescendo a dismisura, con centinaia di rami, ramoscelli ed una miriade di foglie di differente grandezza e colore.

Cosa potrei desiderare di più dalla vita? Non è forse la libertà, che questo nostro paese ci mette a disposizione, la cosa più importante da raggiungere? Ogni giorno che muore, partorisce un nuovo giorno, forse un po' caotico, ma certamente più libero ed aperto completamente, in tutti i sensi, verso il futuro.

Immaginate come sarà divertente, trasferire dal vivo, i giochi che facevamo da bambini con le armi e con le guerre, quando ogni persona, potrà disporre illegalmente di un arsenale.

Questo è uno degli aspetti a cui andremo incontro, ma che io probabilmente non vedrò, per questione anagrafica. In compenso fin da ora comincio ad essere partecipe, di questo incivile ed entusiasmante cambiamento, della società italiana. Società, con una grande forza di carattere, che lotta ognuno per se stesso, che capisce l’ importanza del proprio io, e giustamente sprezzante dell’ interesse del prossimo, che può creare soltanto problemi.

Prendere la metro ( Noi usiamo il femminile ), diventa fonte inesauribile di episodi eccitanti a 360 gradi. Infatti, persone che ti spingono al varco, per entrare con il tuo biglietto (la maggioranza sono stranieri ), ed ovviamente un po’ ti dispiace, perché hai un attimo di paura di essere aggredito sessualmente.

Poi disturbare i vigilantes, che magari stanno parlando al telefonino, oppure fra di loro, e quindi passeresti come una persona antiquata ed in gergo, piagnucolona. Occorre invece modernizzarsi, comportarsi adeguatamente, stando ben attenti alla mia età, a non mettersi dietro qualche giovane ragazza, che probabilmente palestrata, potrebbe reagire giocando, rompendoti le ossa. Un episodio mi è capitato qualche giorno passato, in cui ho veramente sbagliato. Non avendo ancora capito la lezione, quella di farsi i fatti propri, cercando di essere utile ad una vecchietta piangente, a cui i soliti ladri, avevano sottratto la borsetta, con la pensione ed i documenti, ho disturbato tre vigilantes, che stavano dialogando fra di loro. Certo, ho avuto il torto di invitarli ad intervenire, ma la reazione di uno dei tre, il doppio della mia pur imponente statura, è stata abbastanza moderata, perchè non mi ha messo le mani addosso. Lui comunque, si è arrabbiato molto, perchè non rispondevo bene alla sua domanda " Mi dica qual' è il nostro compito ", e lo ripeteva in continuazione, gridando come un pazzo. Io, non volendo fare la parte dell' ignorante, gli rispondevo maleducatamente, che per me i vigilantes, devono vigilare. L' alterco, poteva continuare drammaticamente, ma lui è stato buono, perchè mi ha risparmiato. In fondo devo imparare questa nuova mentalità e codice comportamentale.

Ad una certa ora della sera, salire sui vagoni è ancora più eccitante. Si può entrare senza biglietto, si può amoreggiare platealmente, così possono imparare anche i bambini, si possono portare animali, biciclette e tutto ciò che uno desidera. Devo ammettere, che continuo a commettere degli errori. Un suggerimento è quello di portarsi degli occhiali scuri da sole, e far finta di dormire. Avendoli dimenticati, guardando a sinistra un giovane faceva la respirazione bocca a bocca con la ragazza, che senz' altro stava per svenire. Per non essere invadente, ho spostato lo sguardo verso destra, dove un' altra ragazza si sentiva ancor più male, perchè oltre la respirazione, lui controllava con il palmo della mano le palpitazioni del cuore sotto la maglietta. Non mi rimaneva altro, che guardare di fronte, ma l' uomo che tastava energicamente, il fondoschiena di lei, mi ha apostrofato dicendomi " ao'… che te guardi ". L' unica frase che son riuscito a dire "no…no…continua pure …tanto so' guardone ". Poichè ero vestito come un pinguino in giacca e cravatta, ho pensato bene di spostarmi nell' altro vagone. Peccato che la persona che è salita nella stazione successiva, con bicicletta a carico, ha deciso di sedersi al sedile vicino. Non era certo colpa sua, e neanche della bicicletta, se la ruota anteriore, con le frenate del treno, veniva a sbattere puntualmente sui miei pantaloni. La persona gentilissima, si vergognava a chiedermi scusa, anzi, dimostrava un certo nervosismo quando la guardavo. Volendo ovviamente, riportare a casa, la polvere e qualcos' altro attaccato alla ruota, decise di scendere alla stazione successiva. Mancavano quattro fermate per il ritorno a casa, e finalmente mi rilassai chiudendo un attimo gli occhi, perchè ormai ero praticamente salvo, dopo una giornata intensa. Devo ammettere, di aver paura dei cani di grossa taglia. Figurarsi, sentirsi abbaiare a fianco. Era salita una ragazza mentre parlava al telefono, ed ha pensato bene di far accomodare il suo grosso cane vicino a me. Considerata la grandezza, capisco che l' animale aveva tutto il diritto di occupare un posto e mezzo, ma la padrona si era dimenticata di mettergli la museruola e le scarpe,  quindi sporcava abbondantemente. A quel punto ho ripreso la ragazza molto severamente, ma lei che fa parte ormai di una generazione moderna, stava per aizzarmi il cane, e quasi lanciandomi il telefonino. Ho dovuto soccombere, perchè altre persone italiane  molto all'avanguardia, mi hanno insultato, dicendomene di tutti i colori, e definendomi razzista e non amante degli animali.

Quando sono uscito indenne dalla stazione, ho riflettuto, ed ho capito di aver sbagliato ancora una volta. In fondo cosa poteva capitarmi se il cane mi avesse morso, avendo dimenticato di indossare la museruola? Tuttalpiù, avrei dovuto comprare un altro vestito, ma avrei potuto anche essere fortunato, e doverlo portare soltanto in tintoria. Morale. Ho deciso di adeguarmi ai nostri tempi, perchè non è giusto continuare a far arrabbiare il prossimo tutti i giorni. Comprerò una tuta larga e resistente, per poter nascondere tante cose, con stivaloni di gomma e spuntoni da punk, mi truccherò con finti tatuaggi in viso, così se non potrò incutere terrore con la mia statura, lo farò con la mia bruttezza. Stare con i tempi… gente… modernizzarsi, e gridare sempre, pronti a nuove sorprese… W l' Italia… del  caos.




BOMBARDAMENTI MEDIATICI E PALINSESTI TELEVISIVI… TUTTO QUELLO CHE NON SI VORREBBE VEDERE

di Mario Torosantucci

Oggi, vorrei fare una riflessione sul bombardamento televisivo di alcuni argomenti. Vengono continuamente trattati soltanto alcuni generi. Particolarmente omicidi, medicina e cucina. Vada per quest’ ultima, che è senz’ altro sana, ma sugli altri due desidero soffermarmi.

A prescindere dal fatto, che l’ interesse primario, è sempre questa benedetta audience, che porta denaro ma che fa programmare spesso cose eticamente nocive, vorrei sapere perché i processi  bisogna farli in televisione, quando ci sono delle persone di legge, predisposte a risolvere i casi di cronaca nera nei Tribunali. Spesso, in queste trasmissioni, si anticipano, notizie o strategie di indagini, ottenendo il brillante risultato, di mettere in guardia ed allarme, gli stessi assassini.

Probabilmente, arriveranno nelle varie redazioni, lettere di ringraziamento, per questo aiuto insperato. Siamo proprio sicuri che il pubblico sia interessato, oppure esiste una metodica ben precisa di sottomissione psicologica ? Perchè tutte quelle ore di trasmissioni, non si impiegano, per altri scopi educativi ?

Il dubbio lecito che viene in mente, è pensare che ci sia tutto l' interesse, affinchè la massa del pubblico, sia distratta da altri problemi più gravi. Ma è possibile, che si debba parlare sempre di eventi drammatici e cruenti, fino al punto di assorbire gli stessi come normalità quotidiana, e fatti, di crudeltà inaudita, essere percepiti, come una semplice notizia di passaggio, magari trovando anche qualche cretino, pronto ad emulare e commettere gravi reati?

Accendere il televisore è diventato un momento angoscioso. Se uno si vuole rilassare un pò, e decide di guardare la TV, è preso subito da una agitazione. Comincia a fare confusione fra un omicidio e l' altro,( perchè bisogna ricordarsi dei molti personaggi coinvolti in questi episodi di cronaca nera ), le sentenze di colpevolezza o di innocenza si alternano, e, l' irritazione verso un parere o l' altro degli ospiti, induce il malcapitato telespettatore ad innervosirsi. Quando poi, finalmente entra in gioco la sensitiva, che sicuramente farà ritrovare il corpo della donna scomparsa, nonchè assicurerà il colpevole alla giustizia, eccoti l' interruzione della pubblicità, che è più importante di qualsiasi drammatico evento. Ma è possibile che non si riesca a vedere mai la fine del film?

A quel punto, sei quasi tentato di lanciare qualcosa contro il televisore. Però, Dopo l' atmosfera creata, è certamente più facile l' armonia in casa, tantopiù, che probabilmente, fra i vari componenti della famiglia, le tesi sono quasi sempre divergenti. A cosa serve tutto questo ? Tra l' altro buttando al vento un sacco di soldi ? Non sarebbe più positivo ed educativo, rasserenare i telespettatori con altre trasmissioni? Però in un certo qual modo, questo consiglio è stato ascoltato. Ci si può deliziare, con  una puntata di medicina, indubbiamente educativa e positiva. Infatti, il telespettatore, spesso in età avanzata, avendo passato la notte in bianco, come si suol dire, a causa di incubi di malattie , morte e triste solitudine, può finalmente capire attraverso le proprie problematiche di salute, tutti i malanni gravi che ha addosso. Quel semplice dolorino, dovuto all' età, diventa istantaneamente, un tumore inguaribile. Il primo pensiero è quello di trasferirsi velocemente in ospedale, oppure vendere tutto quello che si ha (la maggioranza non ha), per accedere in qualche clinica, affinchè possa farsi almeno una TAC al giorno.

Ci si chiede comunque, se si è ancora in tempo. Infatti,  non si è  sicuri, andando nelle strutture pubbliche, di potersi salvare, con gli appuntamenti a lungo termine per le varie ricerche mediche. Spesso ci si spegne per la grave malattia della fame. Sì! Perchè la pensione spesso, non basta a pagare le medicine, che bisogna prendere giornalmente. Molte di queste, importanti,  si potevano ritirare pagando un ticket, ora, le case farmaceutiche, hanno pensato GIUSTAMENTE, di farle passare come integratori, e quindi bisogna pagarle per intero.

Conclusione! Un anziano povero ha l'eterno dilemma, mangiare o morire, oppure curarsi o morire. Alla fine, poichè spesso non si riesce ad arrivare ad una conclusione, si ripensa alla frase della famosa barzelletta : " Il medico ha detto che devi morire ", quindi ci si abbandona al proprio destino. Ma dobbiamo per forza studiare tutto ciò che ci può capitare, e vivere nel terrore? Finalmente arriva la ciambella di salvataggio. Il " Reality ". Ora sì che ci si può rilassare. Di proposito ho voluto lasciare questo argomento come ciliegina. Il telespettatore, può finalmente godere, della stupidità di molti protagonisti,  dei loro  comportamenti maleducati, può inoltre imparare qualche parolaccia in più, per il proprio frasario popolare che può mancare al repertorio, inoltre, può rendersi conto come possono scaturire nuove violenze per futili motivi, ed infine ascoltare e vedere in diretta delle lezioni di sesso che ad una certa età, non guastano mai, avendo da tempo perduto la memoria. Non ci rimane che l' ottimismo. L' ottimismo di poter sopravvivere a tutti questi attacchi mortali, e poter finalmente, essere considerati " Eroi sopravvissuti ".
 




UNA “ORDINARIA” GIORNATA IN CAPITALE…

di Mario Torosantucci

Roma è stupenda! C’è un bellissimo sole, ti torna alla memoria la morale del sabato del villaggio. Ti senti felice, malgrado le preoccupazioni, che occupano spesso i pensieri. Quindi ti senti positivo, e finalmente puoi respirare a pieni polmoni, quell’ aria apparentemente pulita, per affrontare la giornata nel migliore dei modi. Chissà se la tua macchina, nell’ ampio parcheggio privato, avrà il tuo stesso atteggiamento, ed avrà intenzione di mettersi in moto. Comunque sei ottimista. Non sarà facile perdere il buonumore con un inizio simile.

Peccato che vieni messo subito a dura prova. Ecco! Davanti al cancello del parcheggio, una Ford, si è messa di traverso, per farti un dispetto e per provocarti. Tu non caschi nel tranello, e con tutta calma, aspetti il proprietario. Dopo un quarto d' ora, avendo fretta, ti metti alla ricerca di quel maleducato, ma hai promesso a te stesso di prendere tutto con la dovuta filosofia. Non lo trovi nei due bar vicini, nè al ciclista ed alla farmacia, neanche al negozio delle finestre ed al materassaio, quindi non ti rimane che aspettare vicino il cancello. Dopo un altro quarto d'ora, cominci ad innervosirti, e ti viene voglia di prendere a calci l' auto, ma sei troppo educato, per arrivare a queste esternazioni violente.

Dopo altri venti minuti, arriva finalmente il proprietario, che facendo finta di essere dispiaciuto, ti dice la solita frase (scusa, l'ho lasciata dù minuti, perchè dovevo annà de corsa in banca). L' unica che non ti era venuta in mente, la banca, ma sorvoliamo su quello che gli hai detto, ovviamente comprensivo di quel forzato ritardo. Ora il problema ti si pone con l'auto. Infatti quando fà caldo, di solito il motore non si mette in moto, e questo è dovuto sempre a quel maledetto ritardo. Decidi quindi, di andare a piedi, perchè fra l'altro,camminare è sano. Purtroppo però, abitando in uno stradone molto trafficato, sei costretto a scendere spesso sull' asfalto, perchè giustamente, vari automobilisti, affinchè la macchina non venga danneggiata, hanno pensato bene, di parcheggiarla completamente sul marciapiede. Che diamine! Se passa qualche anziano, oppure qualche giovane mamma con il bimbo in carrozzina, o qualche portatore di handicap, scendendo dal marciapiede, possono benissimo stare attenti a non farsi investire. Poichè tu sei il solito tipo educato, ritieni opportuno, lasciare fra i tergicristalli di quelle auto in divieto di sosta, un biglietto di saluto e di congratulazioni, per la cura verso le proprie cose.

Ti sei finalmente rilassato, e mentre ti trovi in fila dal fornaio, una signora cerca di passarti davanti, dicendo che era arrivata prima di te. Sorvolando su buona parte della giornata, nella quale tu, prudentemente ti sei rintanato in casa a lavorare, arrivano le ore diciotto, e devi andare al centro. Decidi di prendere la metro, anche se a quell' ora, la tua vettura non ha problemi per la messa in moto, ma avresti comunque qualche contrattempo per parcheggiare. Un'altra ragione ti spinge a prendere il mezzo pubblico, perchè l' ultima volta, non ti erano bastate le monete per il parcheggio dell’auto , ed eri rimasto scoperto di cinque minuti. Naturalmente e giustamente, gli ausiliari addetti ai controlli degli orari, ti hanno fatto la multa per quel tempo scoperto. Questo è successo altre due volte, quando mancavano sette, e dodici minuti. Ora ti trovi alla stazione Termini, in attesa che arrivi la metro A. Certo hai già subito gli scherzi, di quei buontemponi della metro B. Si divertono a fare dei ritardi, viaggiando a singhiozzo, oppure ti mettono sui monitor, delle attese con minuti che hanno una durata variante e a piacer loro. Simpaticissimi! Ma la tua attenzione si rivolge verso dei turisti asiatici. Ti chiedi, perchè sono così diffidenti, tenendosi molto strette le loro borse. In questo modo, rendono la vita più difficile a quei ragazzi rom, che sono lì dalla nascita, poverini, e che hanno bisogno come solidarietà, del portafogli altrui. Tu però intervieni, perchè vedi che hanno già le tasche piene di soldi, e quindi per oggi possono accontentarsi. Ovviamente loro ti insultano e ti sputano addosso per scherzare, ma non accettano le tue carezze. La metro ancora non arriva ed ecco che sei costretto ad intervenire di nuovo, perchè gli stessi ragazzi, hanno preso di mira un giovane gay, gridandogli le frasi più oscene, fra l' indifferenza di decine e decine di persone.

La ciliegina poi, ce l' hai al ritorno verso le ventitre, dopo aver discusso con gli operatori dei monitor e con la vigilanza, per come svolgono il loro lavoro. Ti accingi a infilare l'abbonamento, quando ti senti spingere da un'extra comunitario, che vuole entrare senza biglietto, usufruendo della tua apertura. A quel punto, probabilmente per stanchezza, non hai più voglia di giocare e scherzare con il prossimo. Per questa ragione non ti comporti educatamente, e dopo averlo respinto due volte ed una amichevole conversazione, interrotta da un vigilante, te ne vai. Bisogna precisare, che tu hai tanti amici extra comunitari, e qualche volta sei stato difeso proprio da loro. Torni a casa un pò dispiaciuto, poichè le emozioni sono finite per oggi, ma fiducioso e sicuro che il nuovo giorno te ne porterà tante altre. Morale: Sei felice perchè vivi nella più bella città del mondo, e non ti annoierai mai.




MUSICA LEGGERA, CLASSICA E JAZZ: CHE RICORDI AVRANNO LE FUTURE GENERAZIONI?

L’opinione di Mario Torosantucci

Mi ritornano alla mente, spesso, flash di momenti passati. Alcuni, belli, piacevoli, simpatici, commoventi, divertenti, ed altri,  tristi, a volte drammatici, ma tutti legati da una colonna sonora. La musica, sia essa leggera, classica, jazz, è quell’ arte che ci lega costantemente a tutti gli attimi della nostra vita. Inconsapevolmente, spesso, riaffiorano delle immagini, istantanee vissute, ed immediatamente, torna all’ orecchio una melodia, profondamente legata alle stesse. Come è bello e piacevole, sentire riecheggiare quelle note, testimoni di momenti indimenticabili, e, timbri indelebili della nostra storia.

La mia personale riflessione, è immaginare, i ricordi che avranno le nostre future generazioni. Penso, che la prima difficoltà, sarà rappresentata, dal ronzio che avranno nell’ orecchio, visto il martellamento continuo e negli anni, provocato dagli altissimi volumi, dovuti non solo ai molti decibel subiti con la musica, ma anche alla miriade di rumori, che il caos della vita odierna ci infonde. La seconda difficoltà, invece, probabilmente sarà dettata dalla mancanza di melodie da ricordare, perché le stesse saranno sostituite da ritmi assordanti, degrado artistico musicale dei nostri attuali tempi.

Perchè, non sentiamo più delle belle melodie, accontentandoci, di qualche decente frase musicale ? Perchè, ci concentriamo soltanto sulle parole, trascurando la bellezza della musica ? Non è forse quest' ultima, quella che potrà far ricordare, il pezzo negli anni futuri ? Non c' è forse nei giovani, il lavaggio del cervello, propinandogli prodotti obbligati ? Il Dio Denaro, il consumismo che riesce a distruggere tutto ciò che è arte e cultura. Si viene considerati, vecchi e retrogadi, se ci si oppone alla corrente tumultuosa, che trascina via ogni cosa.

Sì, sono vecchio e retrogado, ma voglio puntare i piedi con fermezza, lottare nel mio piccolo,  contro tutte le cosidette mode forvianti, continuare a camminare su quella strada per la quale ho studiato, pur con tutte le variazioni che la vita giornalmente ci propinerà, e che giornalmente ci cambierà. Il mio, è un accorato appello, a non far parte di quel gregge guidato su un' unica via, e marionettato, come un teatrino di personaggi legnosi. Ribelliamoci, a tutto ciò, che con ambiguità, ci vuole condurre per mano, annientando le nostre intelligenze, e, con acuta astuzia, ci incanala nei percorsi, da loro predisposti e stabiliti. Perchè non usiamo più, le nostre teste pensanti, per produrre creazioni nuove, soggettive, futuristiche  e dare sfogo all' originalità che ognuno di noi può avere? Gli Italiani, non sono forse famosi nel mondo, per la loro creatività? Non posso credere, che la nostra cultura musicale, non possa evolversi, senza trascurare il nostro DNA. Tutti i generi, devono essere apprezzati, se, artisticamente validi. Su questo, siamo tutti convinti, ma non lasciamoci influenzare, e poi produrre opere, che sono soltanto delle pessime imitazioni.

Quindi, originalità italiana. La canzone , deve essere un giusto connubio, fra musica e parole, ma, sono le note poi, che rimarranno nel tempo, traccia incancellabile di una riuscita melodia. Ovviamente questo discorso è generalizzato, provocatorio, e spero sia di sprone, a far sì, che si rifletta seriamente su questo argomento.
Cari saluti a tutti.




L’OPINIONISTA TELEVISIVO… PROFESSIONE TRA LE PIU’ AMBITE NEL MONDO DELLO SPETTACOLO

L’opinione di Mario Torosantucci

Questa volta, desidero affrontare il tema delle professioni. Ovviamente, è una riflessione, volutamente provocatoria.
E’ notorio, che il mondo dello spettacolo affascina da sempre, giovani e meno giovani. Infatti molti genitori, delusi dalla propria vita, cercano in tutti i modi, di far raggiungere i loro mancati obiettivi, spingendo spesso a sproposito i propri figli. Questo argomento però lo tratteremo un’ altra volta. Ora, vorrei concentrarmi, su una delle professioni più ambite nel mondo dello spettacolo, L’ opinionista televisivo.

Professione comodissima, seduti senza affaticarsi molto, provocare accese discussioni, così l' audience aumenta, e ancor più spesso dire cose inesatte, che il pubblico ignaro, recepisce. Un esempio fra mille. Un noto giornalista sportivo, consacrato come storico della canzone Italiana (Non faccio il nome perchè è in buonafede, e mi è molto simpatico), ha detto che un altro notissimo cantante, ha una gamma naturale di voce di quattro ottave. Ora,  che io sappia, è veramente improbabile, che uno possa essere contemporaneamente basso, baritono e tenore. Quindi sarebbe opportuno documentarsi bene prima di parlare.

La mia solita domanda è questa: Perchè pagare gli opinionisti di trasmissioni spesso senza senso, chiacchiere da salotto, che non approdano a nulla, e, non dedicare quelle risorse a programmi educativi, culturali, che possano invece esaltare tutte le cose positive del nostro paese, e possano di conseguenza aumen
tare l'istruzione della massa? Non è che, poichè i bambini amano i dolci, bisogna somministrarglieli dalla mattina alla sera.  A lungo andare faranno decisamente molto male. Finiamola una buona volta, nel farci condizionare dagli ascolti, per poter incassare di più, e poi, sperperare per cose veramente inutili, a discapito di tutto ciò,  che può arrecare profitto, positività, conoscenza, arte, storia, sport e cultura in genere, alla collettività.

Auspico quindi, che la comoda professione dell' opinionista televisivo, sia in futuro, indirizzata verso argomenti seri e concreti, e non, per chiacchiere salottiere. Fermo restando, che gli invitati nelle trasmissioni, siano veri competenti degli argomenti trattati. Piccola osservazione finale, che esula dall' argomento, ma non troppo, riguarda un altro piccolo esempio di incongruenza.

Mi capita di  vedere il sabato mattina, le previsioni del tempo. Faccio veramente fatica a seguirlo, per la velocità con la quale deve presentare. Sto appena riflettendo su cosa succederà al nord, mentre lui,  poverino, stà già sulle isole.

Comunque sto imparando a concentrarmi, per poter captare al volo, il tempo che avverrà al centro. Tutto questo, perchè si possa parlare poi, tranquillamente di gossip, soffermandosi sulle varie interpretazioni, delle foto nei settimanali. Veramente istruttivo. Un insulto all' intelligenza degli italiani.
Un caro saluto a tutti.




ROMA, LE SELEZIONI DEL CANTAGIRO FANNO TAPPA AL TEATRO MOLINARI ART CENTER

A. De. M.

Lo scorso 6 ottobre al teatro di " Molinari Art Center " si è tenuta una selezione del Cantagiro 2012. La giuria composta da: Mario Torosantucci, Elvino Echeoni, Sandro Lungarini, Marco Petrozzi, Marco Marcelli, Elena Martemianova, Gianni Testa, ha promosso per il turno successivo i cantanti: Monia Di Giovanni, Gennaro Nocerino, Giuseppe Cartella', Federica Marchetti, Elisa Taglioni, Francesca Maiozzi, Alessia Calafiore. Per l’occasione assenti il patron Enzo De Carlo e la direttrice organizzativa Virginia Barrett, impegnati in altre selezioni Italiane. La serata è stata presentata da Roberta Murzilli.

tabella PRECEDENTI:

16/07/2012 ROMA, IL CANTAGIRO COMPIE 50 ANNI E PRESENTA L'EDIZIONE 2012



ROMA, IL CANTAGIRO COMPIE 50 ANNI E PRESENTA L'EDIZIONE 2012

Redazione

Lo scorso 11 luglio al Billions di Via Veneto il cantagiro ha festeggiato 50 anni. Tanti ne sono passati dal 1962 quando fu ideato da Ezio Radaelli. L’attuale patron Enzo De Carlo, è intenzionato a riportarlo ai fasti e splendori degli anni sessanta quando, dopo Sanremo, era considerato la manifestazione più importante del panorama musicale italiano. Durante la serata celebrativa è stato presentato il nuovo gruppo di lavoro: direttore artistico Dario Salvatori, direttore generale Elvino Echeoni, direttore organizzativo Virginia Barrett e direttore musicale Mario Torosantucci.