Banca Popolare del Lazio e Blu Banca: giro di poltrone ai vertici

Banca Popolare del Lazio ha reso noto che il proprio amministratore delegato, Massimo Lucidi, ha rassegnato le dimissioni dalla carica a far data dallo scorso primo gennaio, annunciando contestualmente la nomina dei nuovi vertici del gruppo.

Massimo Lucidi, pochi giorni dopo aver annunciato le dimissioni dalla Banca Popolare del Lazio, è stato nominato amministratore delegato della controllata Blu Banca in sostituzione di Massimiliano Raiola, cessato dalla carica per decorrenza del termine. Fabrizio Giallatini è il nuovo vice direttore generale.

Il presidente del consiglio di amministrazione, il notaio Edmondo Maria Capecelatro, ha infatti comunicato che, a seguito del progetto di ristrutturazione del gruppo bancario Banca Popolare del Lazio, il CdA ha nominato i nuovi dirigenti che, dal primo gennaio 2021, hanno assunto ruoli apicali della Banca Popolare del Lazio e della controllata Blu Banca Spa (già Banca Sviluppo Tuscia Spa).

Per la Banca Popolare del Lazio sono stati nominati Pietro Musatti come direttore generale e Marco Lenci come vice direttore generale.

Il Consiglio di amministrazione di Blu Banca ha eletto presidente Cesare Mirabelli, vice presidente vicario Carlo Palliccia, vice presidente Edmondo Maria Capecelatro (che è anche presidente della controllante), amministratore delegato Massimo Lucidi, segretario Claudio Iovieno.

Il CdA ha anche nominato membri del comitato degli amministratori indipendenti: Cesare Mirabelli, Claudio Iovieno e Nicola Rossi.

Oltre alle nuove nomine annunciate oggi, fanno parte del Cda di Blu Banca (in considerazione delle nomine dei consiglieri deliberate dall’assemblea dei soci del 17 dicembre) nel ruolo di consiglieri anche Nicola Rossi, Ermenegildo Caliciotti, Silvio Gentile, Ignazio Carbone e Mario Toscano.




Banca Popolare del Lazio, contenzioso con Volsca Ambiente e Servizi: a giugno l’udienza decisiva. (L’inchiesta 9 parte)

Volsca Ambiente Società per Azioni di Diritto Privato completamente partecipata dalla Pubblica Amministrazione nel 2008 serve i Comuni di Velletri, Albano laziale, e Lariano. E sempre nel 2008 la sua situazione economico – finanziaria è a dir poco disastrosa poiché la società ha debiti nei confronti dei fornitori e banche per circa 30 milioni di euro rispetto a crediti da riscuotere verso i “Comuni clienti” di circa 18 milioni di euro.

A dicembre 2008 il credito di circa un milione di euro della Banca Popolare del Lazio era già interamente maturato, principalmente per sconto fatture del Comune di Velletri.

Il video servizio su Banca Popolare del Lazio trasmesso a Officina Stampa il 21/4/2019

Nello stesso mese, l’assemblea dei soci composta dai sindaci Marco Mattei, Raffaele Montecuollo e Fausto Servadio nomina Presidente del Consiglio di amministrazione della Volsca Ambiente Spa l’Avv. Piero Guidaldi insieme all’Amministratore Delegato Rag. Franco De Felice ed al Consigliere Alessandro Tronci.

Dopo un tentativo di provare a fare delle transazioni con i fornitori utilizzando i crediti vantati verso i Comuni, la dichiarazione di dissesto del Comune di Velletri arrivata ad ottobre 2009, fa cadere ogni tentativo di sanare la società a causa degli inevitabili ritardi che la gestione commissariale del Comune di Velletri avrebbe accumulato per eseguire i pagamenti a favore della Volsca Ambiente Spa.

I pignoramenti che subisce la società Volsca Ambiente ormai sono all’ordine del giorno. Così i vertici iniziano ad analizzare meticolosamente tutta la documentazione contabile da cui viene fuori che il conto economico che partiva dal gennaio 2009 fino al mese di ottobre 2009, grazie ad un forte taglio delle spese inutili e superflue, risultava in attivo. In pratica la gestione del periodo aveva prodotto utili. E su questo fondamentale presupposto, che garantiva la funzionalità della società l’Assemblea dei soci (Mattei, Montecuollo e Servadio) su proposta del Consiglio di Amministrazione, approvò di intraprendere la procedura di concordato preventivo.

Il 22 dicembre 2009 viene depositata avanti il Tribunale di Velletri la proposta concordataria che prevede il pagamento integrale dei creditori privilegiati e nella misura del 65% dei chirografari, percentuale ridotta a circa il 53% dal dott. Marco Costantini, Commissario Giudiziale nominato dal Tribunale di Velletri.

Su questa proposta di concordato, che prevedeva la salvaguardia di tutti i rapporti di lavoro subordinato e la liquidazione della Volsca Ambiente Spa così da dare vita alla nuova realtà Volsca Ambiente e Servizi Spa, vennero invitati tutti i creditori chirografari a votare all’udienza del 20 maggio 2017.

A fronte di creditori ammessi al voto rappresentativi del debito chirografario per poco più di 15 milioni di euro i voti favorevoli rappresentarono circa il 64% pari a quasi 9 milioni di euro.
Addirittura votarono a favore sia l’Ufficio Entrate che la Banca Popolare del Lazio alla quale era stato riconosciuto l’intero credito iscritto in bilancio di poco più di un milione di euro.

I creditori approvano a larga maggioranza e il Tribunale di Velletri, il 4 dicembre 2010 emise il decreto di omologa, nel quale veniva nominato il dott. Iacovino Umile Commissario liquidatore della Volsca Ambiente Spa con il compito di procedere alla liquidazione della società, pagando i creditori nella misura indicata nella proposta concordataria.

Nel rispetto della proposta concordataria e del provvedimento di Omologa del Tribunale di Velletri il 15 dicembre 2010 si procede alla scissione della società con la costituzione della nuova società Volsca Ambiente e Servizi Spa, sotto il rigido controllo del Commissario Giudiziale Marco Costantini.

Mentre la nuova società Volsca Ambiente e Servizi Spa proseguiva l’attività di raccolta e trasporto rifiuti, avendo i soci nominato il nuovo Consiglio di Amministrazione che vedeva l’Avv. Piero Guidaldi Presidente, il Rag. Franco De Felice Amministratore Delegato e il nuovo consigliere Vice Presidente Tony Bruognolo, la Volsca Ambiente Spa posta in liquidazione venne affidata alla cura esclusiva del dott. Iacovino Umile che operava sotto il controllo del Commissario Giudiziale dott. Marco Costantini e del Tribunale di Velletri.

La nuova Volsca Ambiente e Servizi Spa, nel rispetto del decreto di omologa ha anche provveduto a restituire alla Volsca Ambiente Spa in liquidazione la somma di quasi tre milioni di euro quale patrimonio netto, in 72 rate mensili oltre interessi.

Successivamente il 4 marzo del 2014 l’Avv. Guidaldi entrò nel Consiglio di Amministrazione della Banca Popolare del Lazio.

Il 27 aprile 2016 Guidaldi cessa il proprio ruolo di Presidente della Volsca Ambiente e Servizi Spa.

Nel dicembre del 2016, la Banca Popolare del Lazio richiede al Tribunale di Velletri la risoluzione del concordato preventivo della Volsca Ambiente Spa in liquidazione e la dichiarazione di fallimento della stessa società.

Il Tribunale di Velletri con sentenza del 5 giugno 2017, dichiara la risoluzione del concordato preventivo e il fallimento della Volsca Ambiente Spa in liquidazione, nominando curatore fallimentare il Dott. Marco Coculo che subentra al Dott. Iacovino Umile.

Contro la sentenza di fallimento viene proposto reclamo dai soci e la Corte di Appello di Roma nel confermare la sentenza del Tribunale di Velletri ribadisce che “deve condividersi la pronuncia di risoluzione del concordato, essendo stata dimostrata la sopravvenuta non attuabilità del piano concordatario, in ragione di circostanze obiettive non imputabili al debitore”.

Aperta la procedura fallimentare il curatore Dott. Marco Coculo ha immediatamente formato lo stato passivo verificando l’esistenza e la quantificazione dei crediti di ogni singolo creditore; in particolare in sede di esame della posizione creditoria della Banca Popolare del Lazio, quest’ultima è risultata creditrice di circa 500mila euro, somma ben al di sotto rispetto la cifra di oltre un milione di credito che le era stato invece riconosciuto durante la proposta di concordato.

Sembra che anche a causa della dichiarazione di fallimento i creditori chirografari non riusciranno a recuperare un granché del rispettivo credito.

In ogni caso ci risulta che la Banca Popolare del Lazio abbia fatto una causa alla nuova Volsca Ambiente e Servizi Spa alla quale chiede il pagamento del proprio credito maturato con la vecchia Volsca, oggi ridotto a meno di 500mila euro e l’ultima udienza prima della sentenza è fissata avanti il Tribunale di Roma per il 25 giugno 2019.

Spulciando nei documenti abbiamo riscontrato delle anomalie anche in questa vicenda. Abbiamo infatti potuto accertare che il Notaio Edmondo Maria Capecelatro era il notaio che procedeva alla stipula di gran parte degli atti della società Volsca almeno fino al 2008, oltre che notaio di fiducia del Sindaco dell’epoca e che la Volsca Ambiente era proprietaria di un terreno a Velletri con il quale la Banca avrebbe potuto garantire il proprio credito.

Perchè quando nel lontano 2006 la Volsca venne affidata dalla Banca Popolare del Lazio l’istituto di credito non si garantì con un privilegio ipotecario sui terreni di proprietà della Volsca?

Sembra infatti che tutti i crediti privilegiati della vecchia Volsca siano stati o comunque verranno soddisfatti per intero.

Il Notaio avrà ritenuto di dover comunicare il proprio conflitto di interessi in sede di delibera di affidamento alla Volsca?

Per ora si attende l’ultima udienza del 25 giugno.




Banca Popolare del Lazio: il caso di Guido che acquista l’immobile dalla suocera (L’inchiesta 8 parte)

È ancora la lettera dei soci coraggiosi a far emergere un altro caso che riguarda affidamenti ad amici degli amici e conflitti d’interesse con pregiudizio per la banca.

Il video servizio trasmesso il 14/3/2019 a Officina Stampa

Vi ricordate di cosa stiamo parlando?

Torniamo alla prima puntata quando abbiamo dato notizia di una lettera anonima che circola per il territorio di Velletri. Nella missiva si evidenzia, tra gli altri, anche il caso di un debitore, il quale pur di sottrarre il proprio immobile alla banca che gli ha prestato i soldi, lo vende a un parente stretto che è figlio dell’allora vicepresidente della Banca Popolare del Lazio Italo Ciarla, oggi Presidente onorario dell’istituto di credito.

Ma vediamo di cosa si tratta:

La signora Enrica Masi Enrica, suocera di Guido Ciarla, figlio dell’allora vicepresidente della Banca Popolare del Lazio, proprietaria di due immobili, è debitrice verso la Banca per oltre 400 mila euro.
Una delle due abitazioni risulta gravata da due ipoteche a favore della Banca Popolare del Lazio: una volontaria per 400 mila euro del 2010 e la seconda giudiziale per 180mila euro del 2015, mentre l’altro immobile è libero da ipoteche. Nonostante il debito della Masi, l’immobile libero da ipoteche, nel 2012, quando ormai la situazione debitoria della Masi appare irreversibile, viene venduto da quest’ultima al genero Guido Ciarla, figlio dell’allora vicepresidente della Banca Popolare del Lazio per un prezzo di 100 mila euro, ritenuto modesto e certamente “incongruo” da un altro creditore della Masi che, proprio nel 2012, aveva chiesto, a garanzia del proprio credito, la revocatoria della vendita dalla stessa al genero.
Indovinate chi stipula l’atto di vendita? Si, ancora una volta ritorna il nome del notaio Edmondo Maria Capecelatro, presidente della Banca Popolare del Lazio.

Dunque, in poche parole, Capecelatro il 6 marzo del 2012, rogita l’atto di vendita di un immobile libero da ipoteche che avrebbe potuto costituire una valida garanzia per la stessa Banca Popolare del Lazio di recuperare l’esposizione debitoria di Enrica Masi per 400 mila euro.

Ma che succede poi? Una volta che il genero di Enrica Masi acquista l’immobile, ottiene un mutuo dal consiglio di amministrazione della Banca Popolare del Lazio di circa 150 mila euro per la ristrutturazione, immaginiamo senza che nessuno rilevi alcunchè. Ottenuto il finanziamento, il sig. Guido Ciarla, a distanza di poco tempo decide di vendere l’immobile ad un terzo soggetto. Per poter completare la vendita deve però liberare l’immobile dal credito vantato dalla società TeknoDrive Srl che per garantirsi aveva proposto e trascritto azione revocatoria nei confronti di Enrica Masi.

Guido Ciarla paga il debito contratto da Enrica Masi nei confronti della TeknoDrive, libera l’immobile e lo vende e con il ricavato estingue il mutuo per la ristrutturazione ricevuto dalla Banca Popolare del Lazio che al contrario non si era garantita neanche copiando l’azione revocatoria proposta dalla creditrice teknodrive.

A questo punto appare chiaro che la Banca Popolare del Lazio non potrà più recuperare l’intero importo, perché ha consentito a Enrica Masi di vendersi l’immobile libero, proprio grazie all’intervento del notaio Capecelatro, senza provvedere ad assumere le adeguate tutele del proprio credito nei confronti della consuocera dell’allora Vice Presidente della Banca Ragionier Italo Ciarla.

Sono stati fatti gli interessi della Banca? Chi aveva l’onere di controllare ha controllato? Chi doveva controllare i controllori cosa ha fatto?

Fatto sta che oggi l’istituto di credito deve recuperare il credito vantato nei confronti di Enrica Masi pari ad oltre 400.000 euro, potendo rifarsi sul solo immobile ipotecato che è stato già posto in vendita ai primi di dicembre del 2018. Ma la prima seduta, dove il prezzo base era di soli 260 mila euro, è andata deserta e la seconda seduta vedrà partire la vendita dell’immobile da un prezzo base di circa 170 mila euro che non potrà mai coprire l’intero credito vantato dalla Banca Popolare del Lazio.
È rispettoso del principio di sana e prudente gestione il fatto che il notaio Capecelatro che all’epoca ha stipulato l’atto di vendita dell’unico bene libero da ipoteca dalla suocera al genero abbia sostanzialmente consentito di far sottrarre una garanzia per la Banca per poter rientrare dei soldi prestati?

Pensiamo alla storia di Francesco che abbiamo raccontato la scorsa puntata ed al cliente storico da una parte che sembra siano in nutrita compagnia ed alle situazioni riportate nella lettera ormai nota tra le quali quella di Enrica Masi (tra l’altro zia di un noto politico di Velletri) e quello che sembra è che i conti non tornino …….




Velletri, Banca Popolare del Lazio: figli e figliastri? Ecco la storia di Francesco (L’inchiesta 7 parte)

Banca Popolare del Lazio la banca del territorio e la storia di Francesco (nome di fantasia per tutelare la privacy del ragazzo).

La video intervista a Francesco trasmessa a Officina Stampa il 7/3/2019

Una storia come tante ne stanno uscendo fuori, chi più piccola chi più grande, chi con più debiti chi meno, chi con affidamenti milionari concessi senza garanzie chi invece ha trovato le porte chiuse anche rispetto una situazione tragica. Una famiglia che in poco tempo si è vista mettere all’asta la propria abitazione.

La vicenda

Il padre di Francesco chiede un mutuo alla Banca Popolare del Lazio, filiale di Lariano, a dicembre del 2011 per rifinire la propria abitazione e successivamente si ammala di tumore. L’uomo a causa della malattia si viene a trovare nella condizione di non poter più lavorare quindi senza poter contare su entrate economiche.

Francesco racconta che l’istituto bancario, appena venuto a conoscenza della grave situazione, rientrava dello scoperto di 3mila euro che il padre aveva da circa 25 anni sul conto e bloccando il bancomat della madre cointestataria del conto corrente.

“Dopo 4/5 mesi dall’operazione – racconta Francesco – io e mia madre ci rechiamo alla filiale di Lariano della Banca Popolare del Lazio dal direttore per bloccare il mutuo come prevedeva la legge. Ma non ci viene bloccato”.
Secondo il racconto di Francesco, dunque, la banca non congela il mutuo, in considerazione della grave situazione in cui si era venuta a trovare questa famiglia, mancavano 22 rate ognuna da 400 euro circa, con la conseguenza che le rate non vengono pagate.

Successivamente, racconta Francesco, la Banca Popolare del Lazio non contatta la famiglia al fine di cercare una possibile soluzione e non accetta nessuna proposta transattiva per un debito di 12mila euro mettendo direttamente all’asta la casa.

Immobile abusivo all’asta

Altra questione, evidenziata da Francesco, è quella che l’immobile al momento dell’erogazione del mutuo e dell’istituzione dell’ipoteca figurava abusivo. Come è possibile che sia stato concesso un mutuo su un immobile abusivo che poi è stato addirittura messo all’asta (improbabile che lo acquisti qualcuno perché ancora oggi abusivo) per soli 12mila euro di rate non pagate? Non che non si possa fare, ma vi sono ragioni di convenienza che una banca dovrebbe considerare. Ad esempio il basso ricavo che se ne otterrebbe dalla vendita, probabilmente non sufficiente a garantire tutto il credito.
Eppure esistono documenti che testimoniano diverse proposte di accordo ignorate dalla Banca: “Loro a 15.000 euro non hanno accettato perché vogliono le spese di 27.000 euro. – Spiega Francesco – Io ho tutte le carte che accertano quello che gli ho scritto”

Essere “vicini al territorio” per molte banche è una specie di mantra, una formula che viene ripetuta all’infinito e diventa quasi un rumore di fondo, al cui significato non si presta più grande attenzione. Del resto, fa brutto dire che si è “lontani dal territorio”, no? Ma che cosa vuol dire, davvero, essere vicini a un territorio? Non basta avere una rete di agenzie? E poi, che cos’è un territorio? Un posto? Un luogo con dei confini definibili? O c’è, in più, un componente sociale che lo identifica?




Velletri, Banca Popolare del Lazio: l’intervista shock al cliente storico del notaio presidente (L’inchiesta 6 parte)

Sesto appuntamento con l’inchiesta sulla Banca Popolare del Lazio. Nella scorsa puntata abbiamo parlato della lettera dell’avvocato Ugo Petronio che rimette il suo mandato nei confronti dei suoi clienti che gli sono stati presentati dallo studio notarile Capecelatro. 

L’intervista integrale al cliente storico dello studio notarile Capecelatro trasmessa nel corso della trasmissione del 28/2/2019 di Officina Stampa

Quest’ultimo ritiene che l’usucapione tra padre e figlio sia l’unica via percorribile per liberare i garanti del debito dai propri beni e per evitare che questi venissero presi dalla banca.

Praticamente il cliente storico dello studio del notaio Edmondo Maria Capecelatro che ha dichiarato che con il suo gruppo portava allo studio notarile almeno 50 atti l’anno, risulta garante di un debito della società Building House Srl nei confronti della banca per oltre 1 milione di euro. Come liberare i garanti del debito dai propri beni per evitare che questi venissero presi dalla banca? Il cliente storico dice che su consiglio dello studio notarile Capecelatro richiede l’usucapione dei beni del padre e del cognato.

Il cliente dello studio notarile Capecelatro sapeva bene che l’usucapione era un espediente, tanto che un suo amico avvocato lo aveva messo in guardia. Il cliente dello studio notarile e debitore della Banca Popolare del Lazio quindi critica l’operazione orchestrata dallo studio Capecelatro.

Oggi quanto
valgono le azioni della Popolare del Lazio? Ha risposto il cliente storico:
“sono invendibili”

fffffffffff




Velletri, Banca Popolare del Lazio: quell’operazione definita “truffaldina” (L’inchiesta 5 parte)

Prosegue l’inchiesta su Banca Popolare del Lazio e sugli affidamenti a società senza garanzie, sui conflitti d’interesse non dichiarati e sulle “doppie vesti” di alcuni componenti del consiglio di amministrazione e della stessa presidenza che si trovano a gestire casi dai quali sarebbe opportuno che si astenessero.

Il video servizio trasmesso a Officina Stampa lo scorso 21/02/2019

Nella scorsa puntata abbiamo parlato della società Protercave S.p.a. amministrata da G.C., una persone che in questa storia ricopre tre ruoli: amministratore della Protercave SPA, presidente della Apifidi Centro Italia che garantisce l’affidamento per la Protercave SPA (G.C. che garantisce G.C. ricordate?) e componente del cda della Banca Popolare di Spoleto dove, caso vuole, nello stesso periodo è stato assunto il figlio di Massimo Lucidi, attuale Ad della Banca Popolare del Lazio, come dirigente di una filiale in Roma Prati.

La Protercave è stata presentata proprio dall’attuale Ad Massimo Lucidi e affidata per un milione e 600 mila euro senza garanzie.

Quella lettera dell’avv. Petronio che coinvolge lo studio del notaio Capecelatro

Al termine di questa prima parte la giornalista Chiara Rai, conduttrice di Officina Stampa ha poi letto una lettera che coinvolge un’altra volta, dopo il caso della Millenium e del consigliere di maggioranza Salvatore Ladaga, l’attuale presidente della Banca Popolare del Lazio Edmondo Maria Capecelatro, storico notaio di Velletri.

La lettera è scritta dall’Avvocato Ugo Petronio il 12 giugno del 2017 e indirizzata a Alessandro Di Giacomantonio, Manolo Di Giacomantonio e Patrizia Mattacchioni con oggetto cause di usucapione davanti al Tribunale di Velletri riferite a vari procedimenti relativi Alessandro Di Giacomantonio, Elvezio Di Giacomantonio, Manolo Di Giacomantonio e Patrizia Mattacchioni. La lettera fa inoltre riferimento ad una precedente lettera datata 5 maggio 2017 indirizzata a Loris Di Giacomantonio. Per chiarezza specifichiamo che Elvezio è il padre di Loris e Patrizia Mattacchioni è la cognata di Loris).

Una situazione definita “temeraria” e “truffaldina”

Ma cosa dice la missiva? In pratica l’avvocato Petronio rimette il suo mandato nei confronti dei suoi clienti Di Giacomantonio, che gli sono stati presentati dallo studio notarile Capecelatro, perché il 5 maggio la Banca Popolare del Lazio si è costituita con un atto d’intervento rispetto una situazione definita dallo stesso Petronio “temeraria e truffaldina” di cui lo stesso Petronio dichiara di non esserne al corrente sebbene gli atti confermino invece il contrario.

La vicenda

Di che parliamo? Praticamente Loris Di Giacomantonio, cliente storico del notaio Capecelatro che con il suo gruppo portava allo studio notarile almeno 50 atti l’anno, risulta garante di un debito della società Building House Srl nei confronti della banca per oltre 1 milione di euro. Come liberare i garanti del debito dai propri beni per evitare che questi venissero presi dalla banca?

Su consiglio del Notaio Capecelatro di cui ricordiamo che sia Elvezio che Loris sono clienti storici, i signori Di Giacomantonio Alessandro (figlio di Elvezio garante) e Patrizia Mattacchioni (cognata di Loris) si “mettono contro i garanti Loris ed Elvezio” per richiede l’usucapione dei beni del padre e del cognato (si proprio quelli a garanzia del mutuo concesso dalla banca).

Un particolare molto singolare in quanto il figlio avrebbe cominciato ad usucapire quando aveva 15 anni. Rispetto a questa operazione, iniziata in sordina, non appena la Banca, ignara dei fatti descritti, ne viene a conoscenza, si mette ovviamente di traverso e Petronio sentita puzza di bruciato rimette il mandato e lo fa nero su bianco con la famosa lettera letta in studio da Chiara Rai, nella quale l’avvocato ravvede nella proposizione dei giudizi di usucapione anche un comportamento definito dallo stesso come “truffaldino” ai danni della Banca Popolare del Lazio e nella quale fa altresì presente che i clienti gli erano stati indirizzati dal “Dott. Scotti dello Studio Capecelatro di Velletri”.

Dagli atti risulta che tutti sapevano tutto

Lo studio del notaio Capecelatro affida i suoi clienti Di Giacomantonio all’avvocato Ugo Petronio tanto che il legale addirittura elegge domicilio a Velletri in Piazza Cairoli, 44 proprio presso lo studio del Notaio Capecelatro.

Il notaio che in pratica con questa operazione non fa certo gli interessi della banca si espone ancora di più. Come? Il 10 ottobre 2016 sottoscrive addirittura una relazione detta “ipocatastale” richiesta dal Giudice dell’usucapione e depositata dai Di Giacomantantonio per mezzo del loro legale Petronio, quale atto istruttorio necessario per ottenere la sentenza di usucapione.

Gli atti parlano chiaro

Allora Petronio sapeva? Gli atti parlano chiaro: nella relazione ipocatastale depositata quasi un anno prima della lettera in cui dichiarava di non sapere si certifica dell’esistenza del credito della banca.

Il notaio presidente e quell’atto che sottrae di fatto i beni immobili alla garanzia del credito della Banca Popolare del Lazio

Ma non è finita perché il notaio Capecelatro prima della procedura di usucapione poi naufragata pur sapendo che sia Loris Di Giacomantonio che Elvezio avevano già in precedenza prestato garanzie fideiussorie dal 2007 per gli affidamenti concessi dalla Banca Popolare del Lazio, stipula il 22 febbraio 2011 addirittura un contratto di Mutuo con il quale iscrive ipoteca sui beni di Di Giacomantonio Elvezio ed a favore della Banca di Credito Cooperativo di Roma, sottraendo di fatto i beni immobili alla garanzia del credito della Banca Popolare del Lazio.

Il notaio Pistilli (associato Capecelatro) e il mutuo su un immobile abusivo

Successivamente il 6 luglio 2011 il notaio Paolo Pistilli, associato dello studio notarile Capecelatro, stipula un mutuo a favore del gruppo Di Giacomantonio con garanzia reale su un appartamento ad uso ufficio a Lariano.

L’immobile in sede di espropriazione immobiliare promossa dalla Banca Popolare del Lazio nei confronti dei Di Giacomantonio Loris ed Elvezio è risultato totalmente abusivo essendo in realtà un piano PilotY come è stato accertato dal consulente tecnico nominato dal Giudice dell’esecuzione e come risultava evidente dalla lettura dell’atto di provenienza con il quale la società Elios 88 aveva venduto il detto piano piloty ai Di Giacomantonio in data 22 novembre 2004.

Quei “buoni consigli” che non hanno funzionato

Nell’ulteriore tentativo di salvare i beni dei debitori, quindi scatta poi l’idea dell’usucapione che però va male e che succede? Petronio alza le mani e i Di Giacomantonio perdono tutto. Per loro i “buoni consigli non sono funzionati” nonostante tutti i tentativi fatti per far andare in porto l’operazione “purgazione”.




Velletri, Banca Popolare del Lazio: dal verbale di Bankitalia a quelle strane e fortunate coincidenze (L’inchiesta 3 parte)

La banca che, finanziando un’impresa insolvente, ritardandone il fallimento, ingeneri nei creditori un’idea distorta sulle reali condizioni economiche dell’impresa, può essere ritenuta responsabile per abusiva concessione di credito se l’affidamento dei creditori sia esente da colpa. È questo il principio enunciato dalla Cassazione, nella sentenza n. 11695 del 14 maggio 2018. La Suprema Corte ricorda come in passato si sia osservato che la banca che continui a finanziare un’impresa insolvente anziché avviarla al fallimento, offre agli operatori di mercato una sensazione distorta, ingannandoli sulle reali situazioni dell’impresa finanziata e inducendoli a continuare a trattare con essa, come se fosse un’impresa sana, con la conseguenza che il suo fallimento viene artificiosamente ritardato, con pregiudizio per la posizione di tutti i creditori.

Il video servizio su Banca Popolare del Lazio (3 puntata) andato in onda il 24/01/2019 a Officina Stampa

Banca Popolare del Lazio e affidamenti facili

Torniamo quindi a parlare di quelle che appaiono come pratiche bancarie discutibili relative ad affidamenti facili che consentono a società con poche credenziali creditizie e garanzie quasi nulle di ricevere prestiti a sei zeri mentre per i piccoli imprenditori il più delle volte l’accesso al credito bancario risulta praticamente impossibile.

L’ispezione e il verbale di Bankitalia

Si ha conferma della presenza di un nutrito gruppo di ispettori della Banca D’Italia all’interno della Banca Popolare del Lazio con sede a Velletri per tutta la prima metà del 2018 dove è stato poi stilato un verbale che bacchetterebbe pesantemente la Governace ed il Collegio sindacale dell’istituto di credito.

Un verbale, quello stilato dagli ispettori della Banca d’Italia in cui si fa riferimento ad un episodio in particolare: affidamenti per oltre un milione e seicentomila euro ad una società, che operava al di fuori del territorio naturale della Banca Popolare del Lazio, priva di beni immobili e di quel minimo di garanzie che al contrario vengono rigorosamente richieste a tutti i piccoli risparmiatori.

Massimo Lucidi, una figura che torna alla ribalta come presentatore

Ma andiamo per gradi: è il 2012, tra i mesi di maggio e giugno quando presso la filiale di Viterbo della Banca Popolare del Lazio apre i propri rapporti la società Protercave Spa. A presentare la new entry è l’amministratore delegato della Banca Popolare del Lazio il ragionier Massimo Lucidi che all’epoca dei fatti ricopre la carica di direttore generale. Una figura, quella di Lucidi, che torna alla ribalta come presentatore di nuova clientela.

Massimo Lucidi e il processo sui fondi neri degli ex servizi segreti

Ricordiamo infatti, per dovere di cronaca, che Massimo Lucidi venne ascoltato come testimone nel processo sui fondi neri degli ex servizi segreti civili, perché quando era direttore della filiale Carimonte di via Quintino Sella di Roma (oggi filiale della Banca Popolare del Lazio) – aveva presentato alcuni soggetti, appartenenti al Sisde, che depositarono miliardi delle vecchie lire, soprattutto in contanti con bancanote nuove di zecca fascettate Banca d’Italia sui propri conti personali. Soggetti poi condannati per essersi appropriati indebitamente di soldi dello Stato.

Il video servizio su Banca Popolare del Lazio (2 puntata) andato in onda il 20/12/2018 a Officina Stampa

La Protercave SpA e gli affidamenti milionari tra Popolare del Lazio e Banca Popolare di Spoleto

Nel 2012, dunque, la Protercave, con sede a Perugia, amministrata da G.C., non appena aperti i conti alla Banca Popolare del Lazio chiede un affidamento per 1.600.000 euro, tra scoperto di conto corrente ed anticipo fatture che il consiglio di amministrazione della Banca decide di accordare nella misura ridotta di 1.200.000 euro, limitando l’anticipo fatture.

Una società, la Protercave Spa che nasce a novembre del 2010 a seguito della variazione di denominazione e della forma giuridica della precedente Proter Srl e che al momento della variazione presenta un capitale pari ad un milione e seicentomila euro, la stessa cifra richiesta inizialmente come affidamento alla Popolare del Lazio.

L’amministratore di Protercave anche consigliere di amministrazione di Popolare di Spoleto

Da rilevare, inoltre, che G.C. contemporaneamente al ruolo di amministratore della Protercave riveste anche il ruolo di Consigliere di amministrazione della Banca Popolare di Spoleto, successivamente commissariata dalla Banca D’Italia.

E solo l’anno prima, siamo nel 2011, la Banca Popolare di Spoleto aveva già accordato alla società Protercave Spa la concessione di un mutuo ipotecario fondiario di complessivi tre milioni e cinquecentomila euro per la durata di 15 anni, oltre ad aver rinnovato gli affidamenti in essere fino alla data del 31 luglio 2012 per un totale di 1.105.000,00 euro di cui: 1.100.000,00 euro sotto forma di SBF (fido da revocare all’erogazione del mutuo di 3.500.000,00 euro e 5mila euro sotto forma di apertura di credito in conto corrente.

Operazioni bancarie garantite anche da fideiussione di Franco Chiocci e G.C., azionisti di maggioranza di Protercave Spa.
La Banca Popolare di Spoleto rinnova inoltre i fidi per complessivi 95.072,00 euro sulla posizione personale di G.C.

Dai fatti appena narrati si delinea un quadro che nel 2012 vede la Banca Popolare del Lazio aprire un conto e concedere affidamenti per oltre un milione di euro alla società Protercave Spa che proprio a luglio del 2012 ha necessità di coprire 1 milione e centomila euro di affidamenti presso la Popolare di Spoleto per poter accedere al mutuo di 3.500.000,00 euro.

Il figlio di Massimo Lucidi assunto alla Popolare di Spoleto filiale di Roma Prati

E sempre in quel mese di giugno del 2012, Fabrizio Lucidi, figlio di quel Massimo Lucidi all’epoca direttore generale ed oggi amministratore delegato di Banca Popolare del Lazio che aveva presentato Protercave Spa, viene assunto quale direttore della filiale proprio della Banca Popolare di Spoleto e non di una filiale qualunque, bensì della filiale di Roma Prati, zona che tra l’altro evitava al giovane residente a Roma di subire sfiancanti spostamenti per raggiungere il posto di lavoro.




Velletri, Banca Popolare del Lazio: dalla lettera anonima di “soci e dipendenti coraggiosi” parte l’inchiesta– Seconda parte

Per ottenere un credito da parte della Banca Popolare del Lazio è necessario che il richiedente, qualora sia un imprenditore agricolo sia garantito da Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) che è un ente pubblico economico che nel caso di insolvenza garantisce il 50 per cento dell’importo mutuato.

Coopcredit istruisce le pratiche Ismea per conto Banca Popolare del Lazio

La Banca Popolare del Lazio quindi delega la CoopCredit S.c.p.A., Società Cooperativa di Mediazione Creditizia ad istruire la parte relativa all’ottenimento della garanzia Ismea e gli riconosce tra il 2 e il 4 per cento dell’importo mutuato. Sul sito della CoopCredit si legge che è “l’unico Mediatore Creditizio specializzato nei servizi di consulenza e nell’intermediazione finanziaria al settore agricolo, agroalimentare ed agroindustriale”.

Banca Popolare del Lazio, Coop Credit, Ampla e quei legami parentali

Ampla è una società il cui oggetto sociale prevede l’istruttoria di pratiche. Ampla ha come socio di maggioranza all’80 per cento Angela Ghirga, moglie di Roberto Lucidi fratello di Massimo Lucidi, attuale amministratore delegato della Banca Popolare del Lazio.

Inoltre il presidente del collegio sindacale della CoopCredit è risultato essere Carmelo Milone il quale era anche amministratore unico di Ampla: in pratica la CoopCredit pagava una società amministrata dal presidente del suo collegio sindacale.
Sembra di ricordare la situazione in cui il consigliere Natalizia non dichiarava i conflitti d’interesse quando venivano affidati dalla banca i suoi clienti e il presidente del collegio sindacale della banca, il dottor Romagnoli, non rilevava l’omissione benché fosse presidente del collegio sindacale della Natalizia Petroli.

Introduciamo la figura di Massimo Lucidi, amministratore Unico di Banca Popolare del Lazio

Veniamo alla ricerca nel fantastico mondo del web che ormai è un contenitore fondamentale per capire molte corrispondenze e legami che altrimenti sarebbero sconosciuti. Chi è Massimo Lucidi?… e iniziamo ad introdurre la figura. Questo e altro nella seconda puntata dedicata alla Banca Popolare del Lazio andata in onda su Officina Stampa lo scorso 20 dicembre.

Officina Stampa puntata del 20 dicembre 2018 (prima parte su Banca Popolare del Lazio)