Unioni civili: su permessi e congedi valgono come il matrimonio

Le unioni civili valgono come i matrimoni su permessi, congedi e non solo. La novità è contenuta nella prima bozza del nuovo contratto per gli statali in senso stretto, proposta dall’Aran ai sindacati, al fine di “assicurare l’effettiva tutela dei diritti e il pieno adempimento degli obblighi derivanti dall’unione civile tra persone delle stesso sesso”, come previsto dalla legge del 2016. I conviventi potranno così godere, tra l’altro, dei 15 giorni di stop retribuito riconosciuti per le nozze.

Di “norma” i permessi previsti dalla legge 104 del 1992 sulla disabilità vanno inseriti in una “programmazione mensile”, è un altro punto della bozza di rinnovo contrattuale per gli statali proposta dall’Aran ai sindacati, che precisa come in caso di “documentata necessità” la domanda possa anche essere “presentata nelle 24 ore precedenti”. In ogni caso, si specifica, la richiesta di permesso non può arrivare “oltre l’inizio dell’orario di lavoro”.

Le tutele previste per le terapie salvavita in fatto di assenze – viene ancora previsto – (retribuzione piena ed esclusione dal periodo di tolleranza dopo il quale termina il rapporto di lavoro) vengono estese anche ai “giorni di assenza dovuti agli effetti collaterali” di questi trattamenti.

“Le ferie sono sospese da malattie adeguatamente e debitamente documentate che si siano protratte per più di tre giorni o abbiamo dato luogo a ricovero ospedaliero”.




LA RIVOLUZIONE DI PAPA FRANCESCO: I MATRIMONI POTRANNO ESSERE ANNULLATI DAI VESCOVI

Redazione

Città del Vaticano – Papa Francesco sin dal momento in cui si è insediato in Vaticano ha fatto la rivoluzione, sia con determinati atteggiamenti di maggiore flessibilità verso alcune barriere che la chiesa aveva posto nei secoli, sia nei suoi modi gentili che lo hanno sempre contraddistinto. Adesso arriva un altro grande cambiamento, riguarda il processo canonico per la nullità matrimoniale. Dopo ben tre secoli cambia tutto: è stato voluto dal pontefice che  ha accolto quanto avevano chiesto i vescovi di tutto il mondo nei Sinodi del 2005 e del 2014. La norma varata rende la nullità matrimoniale più rapida e meno costosa e attribuisce al vescovo diocesano la responsabilità di essere il giudice che pronuncerà la sentenza. La riforma stabilisce inoltre che se viene avviato un processo ordinario, esso dovrà svolgersi entro un anno con sentenza esecutiva salvo appello. In precedenza c’era bisogno di due sentenze conformi, adesso invece non più. L’iter varato dal Papa era già stato varato sia per il rito latino che per il rito orientale da una Commissione istituita lo scorso anno. La nullità del matrimonio da la possibilità ai divorziati che si sono risposati, di poter ricevere nuovamente l’Eucarestia. Il desiderio di coloro che si trovano in questa situazione è quello di ristabilirsi, sia sentimentalmente e sia con la fede e quello che vuole Papa Francesco è togliere un limite imposto da troppi anni ormai, abbattere una barriera e mettere tutti alla pari.
 
 
Ricordiamo inoltre che Papa Francesco, a due mesi esatti dall'apertura del Sinodo straordinario dulla famiglia ha parlato proprio dei divorziati dicendo "sa bene che questa situazione contraddice il sacramento, queste persone non sono affatto scomunicate e non vanno assolutamente considerate come tali". Le parole di Papa Francesco hanno risuonato nell’Aula Paolo VI davanti ad una copiosa folla di fedeli e le sue parole sono state accompagnate da numerosi applausi quando ha detto: “Se lo facciamo, vediamo ancora di più l'urgenza di sviluppare nelle nostre comunità un'accoglienza reale verso le persone che vivono queste situazioni, per questo è importante che lo stile delle comunità, il suo linguaggio, i suoi comportamenti siano sempre attenti alle persone, a partire dai piccoli” ha aggiunto inoltre “sono sempre quelli che soffrono di più e si deve evitare di aggiungere altri pesi oltre a quelli che già si trovano a portare” e poi arrivano le parole forti, le parole che colpiscono al cuore e danno speranza “Come potremmo raccomandare a questi genitori di fare di tutto per educare alla fede cristiana con esempi di fede convinta e praticata, se li tenessimo distanti come fossero scomunicati?”. Per il Papa tutti i cristiani sono chiamati a imitare il buon pastore: soprattutto le famiglie cristiane possono prendersi cura, accompagnando le famiglie ferite. 



IRLANDA: AL VIA IL REFERENDUM SULLE NOZZE GAY

di Ch. Mo.
 
Irlanda- Giornata storicamente importante oggi quella che vede l’Irlanda impegnata in un già contestato referendum. Fino alle 23 ora locale, gli abitanti dell’Irlanda saranno impegnati nella votazione per il referendum sui matrimoni gay. Considerato fino al 1993 un crimine, quello dell’omosessualità si appresta ad essere normalità anche laddove per anni è stato bandito.

La disputa sui voti si combatte tra il premier Enda Kenny che invita a votare per il sì coma anche il leader degli U2 Bono mentre l’arcivescovo di Dublino, Diarmuid Martin, “obbliga” a votare per il no.

Analoghi referendum si sono svolti precedentemente anche in Croazia e Slovenia ma la maggioranza preferì negare un diritto da garantire ad ogni cittadino. La parte Nord dell’Irlanda invece ha già vietato senza alcuna proroga i matrimoni gay seppure nel resto della Gran Bretagna fossero legalmente riconosciuti.

Bisognerà attendere domani pomeriggio per sapere se anche sull’ Irlanda trionferà il buon senso umano. Al momento, i sondaggi parlano di ottime possibilità per un esito storico di questo referendum.