ALBANO LAZIALE: IL CIGNO FA LO STRUZZO E MATTEI LO STANATORE

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Angelo Parca

Albano Laziale (RM) – Di solito è il Pavone che si mette in mostra e non il cigno il cui canto, secondo credenze antiche, si ode e percepisce come ultimo segno di vitalità. Poi c'è lo struzzo che mette la testa sotto la sabbia e agendo in questa maniera pensa di non essere visto da nessuno. Il “Cigno” partito politico ha giocato in anticipo, in bruciata, o come si vuole chiamare. Hanno indossato la maglietta Albafor e cercato di fare luce sulla questione. Ma la questione Albafor è ormai oggetto di contesa politica. Ci si crede, come non negare il contrario ma dall'esterno, è evidente, che è un caso strumentalizzato. Così il consigliere comunale Mario D’argento, preso dalla smania dell'agire, "si è visto costretto" a convocare un Consiglio Comunale, aiutato da cinque Consiglieri che hanno contribuito ad avere i numeri necessari per convocare la seduta per discutere il caso Albafor che vede coinvolti 160 lavoratori. Il Cigno avrebbe trovato delle difficoltà nel reperire le firme necessarie. E per questo in una nota ha posto degli interrogativi alquanto sinuosi quali: “il cigno si chiede quale gruppo o quali gruppi, dove e’ finito il pdl?con quale gruppo ci dobbiamo confrontare? Se per una convocazione di Consiglio Comunale su un punto così delicato dove si discute il futuro di circa 160 lavoratori di Albano non si aderisce mettendo una firma, cosa deve pensare il cigno di questi signori? Perché tutte queste scuse per non firmare?”.

A Mattei, ex sindaco di Albano e attuale consigliere di opposizione Pdl non è andata giù la “mis en scène” del Cigno soprattutto perché, a suo dire, già due componenti del suo gruppo avevano firmato (capogruppo compreso). “Avevamo concordato che ci saremmo visti oggi insieme a tutta l'opposizione – afferma Mattei –  per integrare il documento di richiesta di convocazione del consiglio comunale. Ma qualcuno ha pensato di fare il “bravino” e di presentare un documento per farsi bello agli occhi dei lavoratori. Non a caso dopo aver carpito il numero minimo necessario di firme (6) non ha aspettato le altre non per il bene dell'Albafor ma per rimarcare un fatto inesistente, la divisione del Pdl. Io, Brunamonti e Ginestra avremmo firmato certamente dopo una riunione e una integrazione seria di un documento che, come è stato presentato, non servirà a nulla. Ma sembra che lo sport più in voga in questo periodo sia fare opposizione al sottoscritto e al Pdl invece di contrastare la giunta Marini. Così caro Mario non si va lontano. Unità, serve unità nell'opposizione se si vuole veramente il bene del paese. È inutile procedere da soli con documenti estemporanei su argomenti che neanche si conoscono, così si rischia solo di fare il gioco della maggioranza e di danneggiare i 166 lavoratori che già vivono una situazione drammatica. Comunque il dibattito in aula chiarirà tutte queste chiacchiere. Mi meraviglia il silenzio degli altri firmatari del documento di fronte ad un attacco così chiaro al Pdl”.




ALBANO, SUL CASO ALBAFOR MATTEI CONTROBATTE: "IL SINDACO E I SUOI BRAVI HANNO SALVAGUARDATO CHI E' A LORO VICINO A VARIO TITOLO"

Redazione

Albano Laziale (RM) – Non si placa il botta e risposta tra l'ex sindaco di Albano e attuale consigliere di opposizione Marco Mattei e il primo cittadino Nicola Marini. Non se ne viene a capo. Non si iresce a capire chi abbia invitato chi ad un confronto. Marco Mattei, dopo che Marini ha asserito che lo stesso consigliere avrebbe insistito e chiesto un appuntamento per un confronto, rispedisce al mittente e controbatte confermando nuovamente di essere stato invitato. "Capisco che per problemi di "maggioranza" – dice Mattei – ormai chiedermi un incontro diventa imbarazzante ma ribadisco di essere stato invitato. Non c'è nulla di strano che un sindaco chiami il suo predecessore per cercare insieme una soluzione che riguarda 166 lavoratori in difficoltà. Quello che stupisce è che la mia posizione contraria sulla pianta organica minima funzionale e sull'attivazione di una procedura che porterà a 40 licenziamenti e successivamente al fallimento della società stessa era cosa nota fin dal precedente consiglio comunale. Ho detto e ribadito quello che pensavo a microfono durante il dibattito su un punto che il sindaco e la sua maggioranza hanno mandato deserto senza poi riconvocarlo. Pensavo che l'invito a Palazzo Savelli servisse a ridiscutere una posizione, quella del Sindaco Marini, che io non condividevo. Ma leggo, dalle dichiarazioni del sindaco, delle affermazioni che ritengo volgari e cioè che il sottoscritto starebbe difendendo privilegi di persone a me vicine a vario titolo. Questa menzogna mi spinge a ricordare al Sindaco che lui è i suoi bravi hanno costruito una pianta organica minima funzionale che somiglia molto ad una lista di proscrizione. È chiaro che c'è chi viene salvaguardato dall'albo regionale, chi è vicino a "vario titolo" al sindaco e ai suoi bravi e per questo verrà salvato. I benefits, i superminimi, le trasferte Italia, i rimborsi chilometrici, i ristoranti di famiglia, i docenti di famiglia, i direttori di famiglia quelli per essere soppressi non necessitavano della pianta organica minima funzionale. Ma quelli sono "a vario titolo vicini alla maggioranza" (sarebbe ora di chiarire a chi non lo sa chi percepiva questi benefits e chi ha fatto carriera senza concorso). Hanno poi scatenato un putiferio – conclude Mattei – perché nel criticare un documento firmato dalla UIL avrei commesso un reato di lesa maestà. Ebbene posso ribadire che ho il massimo rispetto per il sindacato in generale e per la UIL in particolare ma in questa vicenda la UIL insieme alla CGIL e alla CISL sono partiti con il piede sbagliato. Spero rinsaviscano perché individuare esuberi tra i livelli 8 e 9 ma soprattutto tra i 4,3,2 e primi non porterà a salvare la società ma a salvaguardare gli amici degli amici (magari 7 livelli o 8 e 9 recuperati) e a licenziare i livelli più bassi. Tutto questo porterà al fallimento della società e così saranno tutti contenti".