GESTIONE DEL PARCO REGIONALE DEI CASTELLI ROMANI. LETTERA APERTA AL PRESIDENTE ZINGARETTI E ALL’ASSESSORE REFRIGERI

Redazione

Parco dei Castelli Romani – Di seguito pubblichiamo la lettera aperta al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e all’assessore regionale alle Infrastrutture, alle Politiche abitative, all'Ambiente Fabio Refrigeri.
 
“La governance del territorio, si sviluppa a nostro giudizio attraverso nuove proposte riguardo l’ ’urbanistica, l’ambiente, l’energia e i beni culturali, la cui dialettica può portarealla creazione di diversi posti di lavori e produrre come effetto risultante la riqualificazione ambientale e d’immagine della Regione Lazio.

Molte delle attività sviluppate negli ultimi anni delle Associazioni Ambientaliste del territorio si sono incentrate riguardo la gestione del Parco Regionale dei Castelli Romani, ma gli  tre ultimi anni di gestione commissariale hanno segnato una profonda involuzione del Parco dei Castelli Romani.

L’ azione è stata flebile  e la  credibilità dell'Ente ha registrato una evidente flessione.  Tra l’ altro l’ attuale  Commissario del Parco – Matteo Mauro Orciuoli –  non è riuscito a rendere operative le linee guida espresse nel documento di programmazione Economica e Sociale, adottato nel 2009,  e nessuna iniziativa di promozione dei valori culturali e naturali del territorio è stata sviluppata nell’ ultimo  triennio.

È superfluo ricordare che i Castelli Romani hanno visto negli ultimi decenni un forte aumento di popolazione residente che ha ormai raggiunto i 350.000 abitanti, inoltre,  l'area agricola in tutti i Comuni del Parco ha subito una forte contrazione. I Comuni del comprensorio hanno continuato a proporre un modello di sviluppo incentrato esclusivamente sull'edilizia, noi riteniamo, invece, che i 15.000 ettari del Parco, cuore di un patrimonio naturale e culturale di grandissimo pregio, vadano  assolutamente difesi e  i livelli di tutela rafforzati.

I Castelli Romani, per salvaguardare tali valori, devono avviarsi verso l’ ecosostenibilità nella gestione territoriale, innescando meccanismi economici virtuosi basati su un turismo di qualità  e  sullo sviluppo delle attività agricole. Per realizzare simili obiettivi c'è bisogno di un Parco funzionante e capace di attuare le necessarie politiche di tutela e promozione. Per questo facciamo appello a Lei, Presidente Zingaretti, e a Lei, Assessore Refrigeri, affinché si avvii  con la necessaria sollecitudine il rafforzamento del ruolo dei Parchi nel Lazio in generale e nel caso specifico di quello dei Castelli Romani. È urgente rimuovere gli attuali Commissariamenti, voluti dalla precedente Giunta regionale, e ridare ai Parchi la necessaria professionalità nella gestione, risorse economiche adeguate e capacità di perseguire  logiche di sistema che valorizzino il ruolo dei parchi regionali

L’ 'approvazione del Piano di Assetto da parte del Consiglio Regionale è la misura necessaria per mettere un punto fermo che è atteso dai Castelli Romani ormai da trent'anni e tale atto non più rinviabile.  Auspichiamo che la Sua Amministrazione, che tante aspettative ha creato nei cittadini del Lazio, voglia considerare l'appello che Vi rivolgono le ambientaliste dei Castelli Romani. Alternativ@mente, Italia Nostra – Castelli Romani, Picchio Rosso Firmato Enrico Del Vescovo, Franco Medici, Carlo Testana”

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IL PARCO DEI CASTELLI ROMANI: UN ENTE DAL FUTURO RIPROGRAMMABILE

Chiara Rai

Castelli Romani – Venerdì 12 aprile è stata convocata la comunità dei sindaci del Parco Regionale dei Castelli per eleggere il sindaco che la deve presiedere e approvare il bilancio consuntivo.

Per il primo cittadino di Ariccia Emilio Cianfanelli, questa potrebbe essere una buona occasione per redigere una proposta da presentare al neo governatore del lazio Nicola Zingaretti: Dopo la trasformazione del Parco in uno dei tanti carrozzoni della partitocrazia regionale – dice il sindaco di Ariccia, cittadina castellana immersa nel Parco dei Castelli Romani, la soluzione più onesta che io mi aspetto dalla maggioranza regionale e di restituire ai Comuni il governo del Parco”. Qualcuno, però non è d’accordo con la proposta in quanto diversi sindaci hanno dato prova nell’arte della cementificazione e quindi si porrebbe il problema di quanti Comuni in realtà intendano adottare una politica di tutela del territorio e quindi di salvaguardia dei confini del Parco. Ma a questi dubbi Cianfanelli ribatte che la strada della responsabilizzazione, di fatto, è l’unica percorribile: “Mettere il parco a guardia dei territori ha portato si alla salvaguardia di parte di essi – dice il primo cittadino di Ariccia – ma ha portato pure a una facile demagogia contro le politiche di salvaguardia dell’ambiente che ha permesso la formazione di una classe dirigente che ha saccheggiato tutto il territorio fuori del parco. Io penso – conclude Cianfanelli – che per primi i cittadini elettori quando votano per il sindaco debbono avere coscienza del suo progetto per l’ambiente. Noi gli abbiamo dato l’alibi di votare i Palazzinari di turno con la scusa che la difesa del nostro territorio sia demandata al Parco, alla Regione, al Ministero dei Beni culturali. Il risultato? La distruzione dei Castelli”.

D’accordo con la proposta di Cianfanelli il sindaco di Castel Gandolfo Milvia Monachesi: “quella dell'unione é sempre stata una carta vincente – dice la prima cittadina – ma oggi prendere le redini diventa necessario, se vogliamo avere voce in capitolo sul nostro territorio e governare meglio spendendo meno. Non é facile e richiede un grande sforzo – conclude – in quanto lavorare per progetti lascia meno spazio all'individualismo, ma ognuno sarà giudicato per questo”. E’ da ricordare al proposito che di recente il Commissario Straordinario del Parco Matteo Mauro Orciuoli è stato accusato di aver adottato una delibera  finalizzata a sottrarre al territorio del Parco ben 2.300 ettari di bosco. Questo in quanto ha conferito l’incarico, a professionisti esterni al Parco, di redigere una relazione di V.A.S. (Valutazione Ambientale Strategica). E secondo diverse associazioni ambientaliste suddetta relazione non sarebbe ammissibile poiché verrebbe escluso dai confini del Parco il versante sud del Monte Artemisio, area  che la Comunità Europea ha ritenuto opportuno tutelare come zona S.I.C. (Sito di Importanza Comunitaria) in applicazione della Direttiva Europea “Habitat”.

Inoltre Italia Nostra Castelli Romani ha voluto chiarire un aspetto fondamentale e per molti versi rasserenante: questa delibera non produrrà alcuna conseguenza concreta, perché i confini del Parco resteranno gli stessi, cioè quelli adottati a maggio 2009,  fino a quando una legge regionale non approverà qualcosa di diverso. Staremo a vedere, certamente la nuova giunta regionale dovrà mettere mano anche a questo.
 




PARCO DEI CASTELLI ROMANI, OCCHI PUNTATI SU VILLA BARATTOLO: UNA VAS "RESTRINGENTE"

Redazione

Riceviamo e pubblichiamo la nota della lista civica "Partecipazione Democratica" di Nemi

Castelli Romani (RM) – "Secondo alcune associazioni ambientaliste sarebbe stata inviata, agli uffici competenti della Regione Lazio, la relazione V.A.S. (Valutazione Ambientale Strategica ), un atto firmato dal Commissario Straordinario del Parco dei Castelli Romani, Matteo Orciuoli,  nominato dall’ex Governatore Polverini, che restringerebbe  i confini  del Parco dei Castelli  di ben 2300 ettari. La  deperimetrazione  includerebbe anche  il bosco di castagno a ridosso del Monte Artemisio, ovvero area Sic – «Sito di Interesse Comunitario» – in applicazione della direttiva Habitat della Comunità Europea. Insomma gli esperti del Commissario bollerebbero come “non di pregio” i boschi degli estesissimi versanti del Monte Artemisio, ritenendoli, quindi, da non tutelare.

La lunga e travagliata storia del parco è stata più volte oggetto di tentativi, per fini elettorali, di restrizioni bocciate dal TAR e dal Consiglio di Stato. Le lobby dei cacciatori e dei cementificatori castellani, purtroppo sono sempre stati  influenti e tornano periodicamente alla carica di questa area verde che  una legge del 1984 cerca di proteggere. Ferite significative, purtroppo,  già le sono state inflitte: scempi come la costruzione sorta a pochi passi dalla Zona Umida della Doganella o come i palazzoni intorno al lago Albano. Dagli anni sessanta in poi la zona dei Castelli Romani ha subito un  consumo di territorio impressionante. Adesso è ora di dire basta. Gli attuali confini del parco dei Castelli non debbono essere toccati. Gli interessi elettorali e delle lobby castellane debbono rimanere fuori da Villa Barattolo. !!"

 




VELLETRI, RIFUGIO FORESTALE DELL'ARTEMISIO: PRONTO ENTRO IL 2013

Redazione

Velletri (RM) – Entro il 2013 Velletri avrà il suo Rifugio della Forestale agibile. I lavori, finanziati dall’Ente Parco, sono iniziati a dicembre 2012 e il Progetto sarà concluso entro l’anno corrente. “Un altro finanziamento che va a buon fine – commenta il Commissario Straordinario dell’Ente Parco, Matteo Mauro Orciuoli – e che porta servizi al territorio. Il Rifugio di Velletri, una volta ristrutturato, sarà una struttura nella quale troveranno posto iniziative, attività e servizi per i cittadini e per tutti coloro che vorranno scoprire e conoscere l’area naturale protetta”.

I monti dell'Artemisio, ricoperti da una fitta vegetazione arborea ed arbustiva a prevalenza di castagno, furono abitati dall'uomo fin dalle epoche più remote; testimoni di questa presenza sono i ruderi del “Castello” e le “Tombe” rupestri sulla cima del Maschio di Lariano, punti di interesse visitati ogni anno da turisti ed escursionisti.

Il Rifugio della Forestale si trova lungo il sentiero 523 denominato “Percorso delle Fonti” che dall'abitato di "Disposizioni per favorire il superamento e l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati." Velletri raggiunge la vetta del Maschio di Lariano, e fa anche parte del circuito degli itinerari per il turismo equestre.  Il Rifugio, dunque è in posizione strategica per il “Sentiero dell'acqua”, progetto cui il Parco sta già lavorando e che prevede la manutenzione ordinaria dell'itinerario che collega i fontanili di proprietà comunale.

L'edificio, di proprietà del comune di Velletri, è in comodato d'uso gratuito per un periodo di vent'anni all'Ente Parco, che lo utilizzerà per finalità istituzionali. In particolare, nell'edificio troverà posto un laboratorio didattico ambientale per scuole primarie e secondarie di primo grado, ospiterà un punto informativo dell'Ente Parco e sarà un luogo dove poter svolgere attività culturali e sportive proposte dall'associazionismo locale.
 




PARCO REGIONALE DEI CASTELLI, MEDICI E DEL VESCOVO SU PRESUNTO RESTRINGIMENTO DEI CONFINI: VERREBBE ESCLUSO IL VERSANTE SUD DEL MONTE ARTEMISIO, AREA S.I.C.

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Riceviamo e pubblichiamo da Italia Nostra Castelli Romani – Consiglio direttivo Enrico Del Vescovo e Franco Medici

Castelli Romani (RM) – Recenti notizie apprese da varie fonti starebbero a confermare voci insistenti circa l’intenzione  dell’Ente Parco dei Castelli Romani, nella persona del Commissario Straordinario Matteo Orciuoli, nominato dalla Giunta Polverini, circa l’adozione di una delibera  finalizzata a sottrarre al territorio del Parco ben 2.300 ettari di bosco.

Ci permettiamo di dire che questa appare come  una manovra elettorale dell’ ultimo momento, per giustificare un atto così deleterio verso l’ambiente e il territorio, il Commissario ha conferito l’ incarico, a professionisti esterni al Parco, di redigere una relazione di V.A.S. (Valutazione Ambientale Strategica) che, nel suo insieme, presenta numerose carenze, nonché veri e propri errori, sia da un punto di vista tecnico che scientifico.

La relazione appare , inoltre,  priva di un adeguato approfondimento  normativo e non tiene conto della sentenza del Consiglio di Stato dello scorso giugno.  La scarsa ed approssimativa base scientifica di riferimento rende la relazione palesemente orientata non a rendere un parere oggettivo, scientificamente valido e qualificato, ma a creare un presupposto, volto verso un’ altro obiettivo: il restringimento dei confini del Parco Regionale dei Castelli Romani.

 Un solo elemento è sufficiente a dimostrare la inammissibilità di tale VAS: verrebbe escluso dai confini del Parco il versante sud del Monte Artemisio, area  che la Comunità Europea ha ritenuto opportuno tutelare come zona S.I.C. (Sito di Importanza Comunitaria) in applicazione della Direttiva Europea “Habitat”.

Come Italia Nostra Castelli Romani, vogliamo comunque chiarire un aspetto fondamentale: questa delibera al di là degli effetti puramente elettoralistici, non produrrà alcuna conseguenza concreta, perché i confini del Parco resteranno gli stessi, cioè quelli adottati a maggio 2009,  fino a quando una legge regionale non approverà qualcosa di diverso.

Invitiamo, quindi, gli uffici del Parco, e soprattutto il direttore Dr. Tommaso Mascherucci, a riflettere prima di avvallare una iniziativa del genere e a vigilare affinchè non sia consentita una riduzione del perimetro del parco.

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NEMI E CASTEL GANDOLFO, IL PARCO REGIONALE DEI CASTELLI CERCA UN TERRENO DA ALMENO VENTI ETTARI

C’è chi può e chi non può: io può.

[AVVISO PUBBLICO PER LA MANIFESTAZIONE DI INTERESSE ALL'ACQUISTO DI AREA DA DESTINARE A FINALITA' PUBBLICHE]

[PARCO REGIONALE DEI CASTELLI ROMANI DELIBERAZIONE DEL COMMISSARIO STRAORDINARIO]

 

Chiara Rai

Come le rughe solcano il volto, gli aratri solcano i campi. Qui accanto lo specchio d’acqua della Dea Diana miti e leggende sono ancora in auge, come quella del ramo d’oro che narra una dinamica ancora non sconosciuta in questi luoghi: “Un candidato al sacerdozio poteva ottenere l'incarico solo uccidendo il suo predecessore e occupandone il posto fino a quando non fosse stato ucciso a sua volta da un altro aspirante, più forte o più astuto di lui”.
Da venti giorni a questa parte, nella splendida Nemi la primavera si è tardivamente affacciata in tutto il suo splendore, e c’è un gran fermento una gran cura dell’uomo al proprio possedimento: si taglia, si cura, si aspetta la mutazione che madre natura non opera e intanto il tempo scandisce i giorni.


Ebbene, chiunque possegga almeno 20 ettari di terreno all’interno della “caldera lacustre” dei laghi Albani di Castel Gandolfo e Nemi, sappia che c’è un Ente interessato all’acquisto.
Venti ettari si fan presto a lustrare, dipende dalle braccia, in fondo l’occasione è propizia ed arriva direttamente dal Parco Regionale dei Castelli. Chi sarà il fortunato venditore prescelto dall’Ente non ci è dato sapere.


Quello che sappiamo è che il 21 maggio è stata pubblicata una deliberazione del Commissario straordinario del Parco Matteo Mauro Orciuoli attraverso la quale si forniscono le linee di indirizzo al direttore dell’Ente per l’acquisizione di un terreno di almeno 20 ettari da destinare a finalità pubbliche, basta che si trovi all’interno della caldera lacustre dei laghi di Castel Gandolfo e Nemi.


Nell’elenco del rispetto delle caratteristiche da parte del venditore è presente, tra gli altri, un punto: Dopo l’acquisizione del terreno l’Amministrazione (Il Parco) sarà libera, senza con ciò dover corrispondere alcun supplemento o maggiorazione, di variare la destinazione urbanistica del terreno acquistato.

Questo acquisto da parte del Parco, sarà possibile grazie alla concessione di un contributo della direzione regionale Ambiente di euro 250 mila.

Il 21 maggio stesso il responsabile del procedimento Mario Casciotti ha pubblicato l’avviso pubblico sul sito internet del Parco.

Dunque a chi fosse sfuggito questo interesse del Parco all’acquisizione di un terreno di almeno 20 ettari all’interno della caldera lacustre dei laghi di Castel Gandolfo e Nemi, si affretti perché c’è tempo fino al 21 giugno.

Chi sarà il fortunato?

Bada bene, in calce all’avviso pubblico è specificato: Il presente avviso non assume carattere di vincolo contrattuale per l’Amministrazione poiché l’effettivo acquisto è subordinato, oltre che alla congruità economica e tecnica dell’area, ad una valutazione discrezionale da parte dell’Amministrazione. Gli offerenti rinunciano quindi fin d’ora ad ogni sorta di indennizzo, ristoro o risarcimento per il mancato acquisto.

Considerazione: nelle considerazioni esplicitate nella delibera è ben evidenziato che “l’acquisizione di un terreno in dette località possa ben assolvere alle finalità di salvaguardia ambientale e tutela della biodiversità del territorio”, eppure nell’avviso pubblico è evidenziata la “libertà dell’Amministrazione di variare la destinazione urbanistica del terreno acquistato.

Una torre d’avorio in un verde polmone?

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PARCO DEI CASTELLI ROMANI: SIM SALA BIM E RIAPPAIONO 1,8 MILIONI DI EURO… PER LA CURIA DI ALBANO


Filiberto Zaratti (Sel) ha presentato un’interrogazione urgente all’assessore regionale all’ambiente Marco Mattei chiedendogli per quali ragioni si sia rinunciato all’utilizzo di fondi per i progetti inizialmente previsti, siti in aree di proprietà pubblica, a favore di progetti di proprietà curiale e dunque privata.
La somma di circa 1,8 milioni – ricorda Zaratti – era stata inizialmente destinata per creare una sentieristica con percorsi ciclabili e per diversamente abili, punti informativi e per restaurare il Ninfeo Bergantino, sulle rive del Lago di Castelgandolfo.
 

 

Angelo Parca

“Con un una specie di gioco di prestigio sono ricomparsi i fondi europei del Por-Fers cui il Parco dei Castelli Romani mesi fa aveva rinunciato. Solo che invece di finanziare strutture e attività pubbliche, saranno utilizzati per il restauro della Cattedrale di Albano e del vicino Museo diocesano di Albano, di proprietà della curia”. Lo dice Filiberto Zaratti, Consigliere di Sinistra ecologia e libertà alla Regione Lazio. “La somma di circa 1,8 milioni – ricorda Zaratti – era stata inizialmente destinata per creare una sentieristica con percorsi ciclabili e per diversamente abili, punti informativi e per restaurare il Ninfeo Bergantino, sulle rive del Lago di Castelgandolfo. Quella di oggi è praticamente corrispondente (1,7milioni di euro) ma prevista per l’intervento “Sui passi di Karol Wojtyla”, nell’ambito del progetto di Area Vasta previsto nel Por-Fers2007-2013 attività II.4”  “Su questa vicenda – ricorda Zaratti – avevo presentato un’interrogazione urgente alla Presidente della Regione e all’assessore all’ambiente con l’obiettivo di rendere nuovamente disponibile il finanziamento per l’area protetta. Oggi la risposta arriva dal bollettino regionale del Lazio: la Regione, ha stanziato a beneficio dell’Ente di Gestione del Parco dei Castelli Romani 560mila euro per il restauro della Cattedrale di Albano e 800mila euro per il restauro completamento del vicino Museo Diocesano, per un totale di euro 1.360.000, a fronte di una spesa complessiva di euro 1.700.000 a carico del Parco”. “Stiamo parlando di una vicenda inquietante e grave – dice Zaratti – sulla quale ho presentato un’interrogazione urgente all’assessore regionale all’ambiente chiedendogli per quali ragioni si sia rinunciato all’utilizzo di fondi per i progetti inizialmente previsti, siti in aree di proprietà pubblica, a favore di progetti di proprietà curiale e dunque privata. Nulla in contrario al restauro del museo e della Cattedrale, ma certo nel caso specifico è necessario fornire spiegazioni sul cambio di destinazione dei fondi”. “Considerata la scarsità estrema di risorse a disposizione delle aree protette e in particolare dell’Ente Parco castelli Romani – conclude Zaratti – è assolutamente necessario ripristinare il finanziamento per i progetti pubblici inizialmente previsti”.

tabella PRECEDENTI:

27/04/2012 CASTELLI ROMANI, L'ENTE PARCO RINUNCIA A UN FINANZIAMENTO DI 2 MILIONI DI EURO




CASTELLI ROMANI, GIU' LE MANI DAL PARCO

Habitat naturalistici sono in pericolo come le famose Piagge di Nemi e il Vallone tempesta, il Monte Artemisio, il Bosco del Cerquone, i campi di Annibale, gli scopiglieti dei pratoni del Vivaro, il lago Albano e quello di Nemi.

Il Commissario Matteo Mauro Orciuoli in vari convegni e incontri pubblici  ha promesso una riduzione della perimetrazione del Parco. Queste azioni ledono fortemente gli interessi della collettività dei Castelli Romani

 

Redazione

Nota del Comitato per il Parco dei Castelli Romani:

"Dopo due anni di Commissariamento del Parco Regionale dei Castelli Romani i risultati sono ormai evidenti: cancellazione del lavoro svolto negli ultimi anni per migliorare l’immagine e le attività del Parco, annullamento di qualsiasi attività che promuova la green economy locale e il turismo sostenibile ai Castelli Romani; diminuzione sostanziale delle attività di promozione del territorio come ad esempio “Cose mai Viste” (Programma di visite guidate ed escursioni); rinuncia ad importanti finanziamenti regionali ed europei.

Inoltre il Commissario in vari convegni e incontri pubblici  ha promesso una riduzione della perimetrazione del Parco. Queste azioni ledono fortemente gli interessi della collettività dei Castelli Romani che ormai ha capito che solo attraverso un’economia sostenibile può esserci la creazione di posti di lavoro stabili e non in mano a pochi poteri forti. La cementificazione del territorio non da sufficiente lavoro e taglia le gambe al futuro dell’area. 

Chiediamo quindi le dimissioni del Commissario straordinario del Parco e l’insediamento di una amministrazione ordinaria che inizi a far decollare finalmente le attività sia di difesa del territorio sia di promozione di una economia sostenibile per i Castelli Romani.

L’atto particolarmente grave è che la carica di Commissario dovrebbe svolgere solo le attività ordinarie mentre si assume l’incarico di de-finanziare il Parco, quindi alla diminuzione delle attività di difesa dell’ambiente, e ridurre la perimetrazione che sono invece azioni fortemente straordinarie e contro gli interessi pubblici.

Ricordiamo infatti che il Parco dei Castelli Romani è stato fortemente voluto dalla sua popolazione che con una proposta di legge regionale lo ha di fatto creato. Ora l’azione del Commissario lede gli interessi della collettività, della difesa delle risorse idriche e del suolo a vantaggio solo della speculazione edilizia.

I soldi cui il Commissario ha rinunciato, cosa di per se già grave in questo periodo di crisi economica, potevano servire a risolvere i problemi del settore della selvicoltura del castagno e promuovere la difesa del patrimonio boschivo, difendere la fauna e la flora in pericolo come la popolazione di lupi o poiane e le varie essenze vegetali, promuovere il turismo sostenibile, tutelare le falde idriche e il lago di Nemi e il lago Albano, controllare gli abusi edilizi e il sorgere delle micro e macrodiscariche, avviare misure a sostegno del’economia sostenibile e altre cose molto importanti per il nostro territorio.

Allo stato di degrado ambientale contribuiscono piccoli e grandi scempi come la costruzione nata a pochi passi dalla Zona Umida della Doganella o ai palazzoni intorno al lago Albano. E’ un danno immenso agli ecosistemi dei Castelli Romani già così degradati dalla forte urbanizzazione e dai danni causati dall’inquinamento. Le aree naturali da proteggere sono, ad esempio, l’area della Doganella che è stata inserita, insieme all’adiacente bosco del Cerquone, nella lista europea dei siti naturali di importanza comunitaria grazie alle specie animali e vegetali presenti.

Altri habitat naturalistici sono in pericolo come le famose Piagge di Nemi e il Vallone tempesta, il Monte Artemisio, il Bosco del Cerquone, i campi di Annibale, gli scopiglieti dei pratoni del Vivaro, il lago Albano e quello di Nemi. Tutto questo patrimonio è inserito nel perimetro del Parco Regionale dei Castelli Romani e in questi anni solo la legge istitutiva del Parco e la sua perimetrazione ha impedito la cementificazione del cuore verde dei Castelli Romani, dove sono ancora presenti animali e piante preziose che, con il loro ciclo vitale, difendono il suolo e le falde idriche così provate dallo sfruttamento dell’ambiente. Nel territorio del Parco vivono ancora lupi, poiane e altri importanti animali oltre a una flora con una biodiversità pari ad un quinto di quella nazionale."

 

tabella PRECEDENTI:

27/04/2012 CASTELLI ROMANI, L'ENTE PARCO RINUNCIA A UN FINANZIAMENTO DI 2 MILIONI DI EURO
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