ELISA VAVASSORI GIORNALISTA AFFETTA DA SMA INVIA UNA LETTERA AL PREMIER MATTEO RENZI

di Cinzia Marchegiani

Elisa Vavassori, è laureata in Linguaggi dei Media presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano con una votazione di 110 e lode. Appassionata di libri e scrittura è autrice di due libri, “Handicap? Una testimonianza” pubblicato dalla Casa Editrice Il Filo di Roma, racconto che fotografa come i disabili, con tenacia e coraggio, possono realizzare i propri sogni, e un romanzo giallo, intitolato “Mea culpa” (entrambi i manoscritti sono stati scritti a quattro mani in collaborazione con la Dott.sa Maria Luisa Chiara, ideatrice del corso di scrittura creativa dell’Università Cattolica di Milano).

Elisa è giornalista pubblicista e collabora con la rivista trimestrale della Banca di Credito Cooperativo di Carugate e con il periodico comunale “Vivere a Carugate”. La sua intelligenza e la sua forza indomita l’hanno condotta a fare una battaglia fino ad incatenarsi per poter usufruire e ottenere dal Comune i fondi previsti dalla legge 162 del 1998, i così detti “Progetti di Vita Indipendente” che prevedono di erogare le risorse direttamente ai disabili non autosufficienti, perché scelgano e retribuiscano in prima persona chi si occuperà di loro, secondo le proprie reali necessità, evitando così di finire in strutture di lunga degenza, per il diritto di una vita indipendente. Dopo le vicissitudini del caso Stamina, la lentezza di avviare (sarà fatta?) la sperimentazione ci rende partecipi della sua missiva inviata all’attuale premier.

Ecco la lettera di Elisa:

Egregio Premier Matteo Renzi,

innanzitutto le porgo i miei migliori auguri per il suo nuovo incarico, sperando che possa finalmente aiutare in modo concreto il nostro Paese.

Chi le scrive è una semplice cittadina 32enne, laureata in giornalismo con 110 e lode, che fin dalla nascita, però, fa i conti con una gravissima malattia neurodegenerativa, la SMA, acronimo di atrofia muscolare spinale. Non cammino, non ho forza nelle braccia, ho seri problemi di deglutizione, non posso svolgere nessun normale atto quotidiano. Le mie gambe, le mie braccia, le mie mani sono quelle del mio compagno o di gente estranea, che fanno tutto per me. Non posso nemmeno bermi un bicchiere d’acqua o pettinarmi i capelli senza aiuto. Questo però non ha certo fermato la mia volontà di migliorare la qualità della vita e ho sempre lottato per conquistare la dignità di donna.

Nella sua squadra di Governo ci sono molte donne e questo è un dato molto pregevole, perché simbolo di parità. È proprio da questa parità che voglio arrivare allo scopo di questa lettera.
La costituzione italiana sancisce, negli tabella 2 e 3, i diritti inviolabili dell'uomo e l’uguaglianza davanti alla Legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. Le chiedo allora: «Perché in Italia per potersi curare bisogna passare sotto il giudizio di un giudice, che di malattie non sa nulla? Come può un uomo di Legge affermare che io “sono pacificamente affetta da una gravissima malattia neurodegenerativa a rapida progressione” e per questo motivo non ho il diritto di curarmi come desidero, applicando il decreto Turco – Fazio del 2006? Crede forse che non poter mangiare una pizza, non poter accarezzare una persona cara, vedere le proprie forze scivolare via di giorno in giorno, temere una crisi respiratoria fatale per un raffreddore o una polmonite ab ingestis per l’acqua che va di traverso, sia per me bello e pacifico?»

Ma questo non importa, io posso sopportare. Quelli che invece non possono permettersi il lusso del tempo e dell’attesa sono i bimbi affetti da gravissime malattie a prognosi infausta, che sono in cura a Brescia o che sono imprigionati in una lista d’attesa bloccata da mesi.

Il Ministro Lorenzin promise una velocissima nomina della nuova commissione scientifica per valutare la terapia con staminali mesenchimali del metodo “Stamina”, dopo che il TAR del Lazio decretò che la precedente era inammissibile per palese conflitto di interessi. Finalmente, dopo un’estenuate attesa, tale commissione è stata nominata, ma con un colpo di scena: in sordina, e con il rigoroso silenzio della stampa, che di solito non perde occasione per parlare e sparlare di Stamina, il prof Mauro Ferrari, designato presidente a dicembre, è stato clamorosamente estromesso. Dopo che suoi esimi colleghi, quali i soliti noti detrattori a priori, Bianco, Cattaneo e Garattini, avevano “urlato” indignati sui giornali che Ferrari si era schierato troppo dalla parte delle famiglie.

Le sembra giusto bocciare un medico di tale livello, stimato e apprezzato in tutto il mondo, solo per aver osato dire che avrebbe ascoltato tutte le parti, sia pro che contro, e che avrebbe incontrato di persona le persone in trattamento a Brescia? È così illogico voler verificare dal vivo i fatti? O forse si deve ancora proseguire con la telepatia e con la valutazione del paziente a distanza, senza prendere visione delle cartelle cliniche? 

Sarebbe questo il Ministro che deve tutelare i malati? Un Ministro che lascia sole e abbandonate persone fragili che lottano con mostri che li divorano dentro, senza alternative terapeutiche fornite dalla medicina ufficiale, è forse un Ministro che sta adempiendo ineccepibilmente ai suoi doveri? Un Ministro della Salute che non permette la regolare applicazione della Legge per le cure compassionevoli è degno di essere tale? Un Ministro che offre cure palliative a bambini e adulti affetti da malattie neurologiche sa quello che propone? Un Ministro che per mesi non si degna di prestare attenzione a due fratelli gravemente disabili che da luglio 2013 vivono precariamente sotto una tenda di fronte a Montecitorio per chiedere il diritto sacrosanto di cura è un Ministro che sa fare bene il suo mestiere? Un Ministro che non ascolta i pazienti, le loro suppliche, i loro desideri, lo loro voglia di non morire, è lecito?

Questo Ministro, che Lei ha voluto riconfermare nella sua squadra di Governo, sarà capace, vista la seconda opportunità che le ha offerto, di aprire gli occhi e guardare realmente quali sono le necessità e i diritti delle persone che dovrebbe tutelare?

Tante, troppe domande, a cui spero Lei sappia dare una risposta… perché nessuno può togliere ad altri il diritto di provare cure non ancora sufficientemente testate per migliorare la qualità di vita o per guardare al futuro con speranza… nessuno può decidere per la salute altrui, né un giudice, né un Ministro, né tantomeno lo Stato.

Affermava il filosofo britannico Isaiah Berlin: «L'essenza della libertà è sempre consistita nella capacità di scegliere come si vuole scegliere e perché così si vuole, senza costrizioni o intimidazioni, senza che un sistema immenso ci inghiotta; e nel diritto di resistere, di essere impopolare, di schierarti per le tue convinzioni per il solo fatto che sono tue. La vera libertà è questa, e senza di essa non c'è mai libertà, di nessun genere, e nemmeno l'illusione di averla».

Con queste parole vorrei concludere, anche se avrei argomentazioni infinite per giustificare la mia richiesta e vista la sua nuova carica, il suo nuovo “potere”, le chiedo di adoperarsi per far si che il suo Ministro lavori per tutelare quanto sancito dalla costituzione, sulla quale Lei ha giurato fedeltà.

Le chiedo di ascoltare la voce di chi soffre e non di chi dall’alto di una scrivania o alle spalle di un IBAN detta legge. Non tolga a noi malati la speranza, non privi il mondo dei sorrisi luminosi e sinceri di bimbi come Sebastian, Celeste, Desirèe, Gioele, Sofia, Federico, Ginevra… abbiamo tutti il sacrosanto diritto di curarci.

Cordialmente
Elisa Vavassori

L’Osservatore d’Italia provvederà ad informare i lettori l’eventuale risposta, che ci auguriamo  possa presto essere inoltrata a questa donna straordinaria, Elisa Vavassori.




ROMA CAPITALE: VINCE MARINO, APPROVATO IL DECRETO "SALVA ROMA"

di Maurizio Costa 

Roma – L'attacco di Marino è subito arrivato alle alte sfere di Palazzo Chigi; il premier appena salito in carica, Matteo Renzi, ha fatto approvare il decreto sugli Enti Locali, che contiene anche quello per risanare le casse capitoline. I soldi che il Campidoglio ha versato alla gestione commissariale (365 milioni nel bilancio 2013 e 120 in quello del 2014) ritorneranno a disposizione del Sindaco Marino, che così potrà dar fiato alle casse dell'Amministrazione. Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, ha dichiarato che: "La somma trasferita tra il Commissario ed il Comune di Roma resta uguale, ma le modalità sono differenti: sono somme dovute al commissario che vengono anticipate invece che diluite per fare massa critica." Il Salva Roma contiene anche la proroga della sanatoria Equitalia, che permetterà di pagare i debiti in un'unica soluzione senza eventuali more.
All'interno del decreto ci sono anche altre regolamentazioni: la Tasi verrà maggiorata fino allo 0,8 per mille, salta la Web Tax ed è stato presentato anche un decreto che affronta l'emergenza dei 24mila addetti alla pulizia nelle scuole. Delrio ha anche nominato nove viceministri e 44 sottosegretari.

Le dure parole del Sindaco di Roma, Ignazio Marino, hanno avuto il loro effetto. In un'intervista, il primo cittadino della Capitale si era esposto nettamente riguardo al famoso decreto "Salva Roma", che dovrà rimettere in sesto le malmesse casse capitoline. "Io domenica blocco la città" – aveva dichiarato Marino – "Per marzo non ci saranno i soldi per pagare il gasolio degli autobus o per retribuire i 25mila dipendenti comunali." Nel novero delle spese si aggiunge anche la santificazione dei due Papi, un evento planetario che mobiliterà la città.

Ieri il premier Matteo Renzi non aveva apprezzato molto l'attacco del Sindaco di Roma: "Tra di noi dovremmo avere un linguaggio diverso." – ha dichiarato l'ex Suindaco di Firenze – "Le preoccupazioni che animano il Sindaco di Roma sono comprensibili, ma il tono che ha usato no." La disputa tra i due Sindaci (uno "d'Italia" e l'altro di Roma) è andata a buon fine. I malumori non cesseranno ma almeno è stata messa una toppa al problema.

IL DECRETO – I problemi che hanno portato all'àncora di salvataggio di questo decreto sono molti. Prima di tutto Roma ha un debito di quasi 800 milioni di euro; senza il decreto Salva Roma, la Capitale avrebbe rischiato di dire addio a circa 485 milioni di euro, che, con il provvedimento, sono stati già scaricati sulla gestione commissariale: 365 nel bilancio 2013 e 120 in quello del 2014 (ancora da approvare). Adesso si capisce la rabbia di Marino, che, senza il decreto, avrebbe rischiato il default e il successivo commissariamento della Capitale.

Le parole del Sindaco sono state molto dure e non tutti sono stati favorevoli ad aiutare la Capitale, soprattutto il MoVimento 5 Stelle e la Lega Nord. Possiamo però analizzare la situazione romana osservando i punti critici della gestione della città: Roma ha il territorio comunale più vasto d'Europa, grande circa come la somma dei territori di Milano, Torino, Napoli, Palermo, Catania, Genova, Bologna, Firenze e Bari messi insieme. Molte manifestazioni (circa 500 l'anno) avvengono nella Capitale, con relativi costi di organizzazione. Roma, tra l'altro, non ha ancora lo statuto di Città Metropolitana, che dovrebbe sostituirsi alla Provincia di Roma. Questo porta ad un altro problema: tutte le tasse che versano i romani non arrivano interamente nelle casse del Campidoglio ma vengono prese dalla Regione e dallo Stato, che poi le ridanno, in misura minore, all'Amministrazione Comunale.

Il Salva Roma, in conclusione, darà quindi un attimo di respiro alle casse comunali, evitando il default della Giunta Marino. Il problema che si pone è il seguente: come ha fatto l'Amministrazione Comunale ad avere i conti così in rosso? Marino dà la colpa ai Sindaci precedenti, con il solito gioco della patata bollente. Prima di addossare le colpe però, bisognerebbe vedere per bene cosa si è fatto per rimediare ai danni. Non ci si dovrebbe arrendere subito chiedendo soldi allo Stato, ma si dovrebbe cercare di risolvere la situazione prima con le proprie mani e poi, in caso contrario, chiedere l'elemosina. Se il debito verrà sanato dal Salva Roma, chi ci garantisce che fra tre anni non si ritornerà alla situazione attuale?




GOVERNO RENZI: ECCO I 16 MINISTRI

Redazione

Roma – Sedici ministri di cui otto uomini e otto donne. Questa la squadra di governo di Matteo Renzi, segretario del Pd e premier più giovane dellintera storia d'Italia, con i suoi 39 anni.

Ecco chi sono i sedici ministri del nuovo governo:

Economia e finanze
Pier Carlo Padoan (Roma, 1949). Vicesegretario generale dell’Ocse e presidente dell’Istat, è stato consulente della Banca mondiale, della Commissione europea e della Banca centrale europea.

Interno
Angelino Alfano (Agrigento, 1970), fondatore del Nuovo centrodestra. Ministro dell’interno e vicepresidente del consiglio dei ministri nel governo Letta.

Difesa
Roberta Pinotti (Genova, 1961), Partito democratico. Sottosegretaria al ministero della difesa nel governo Letta.

Esteri
Federica Mogherini (Roma, 1973), Partito democratico. Responsabile per l’Europa del Pd.

Lavoro e welfare
Giuliano Poletti ( Imola, 1951), Scelta civica. È presidente nazionale di Legacoop.

Istruzione
Stefania Giannini (Lucca, 1960), Scelta civica. Professore ordinario di glottologia e linguistica dal 1999 e rettore dell’università per stranieri di Perugia dal 2004 al 2013.

Sviluppo economico
Federica Guidi (Modena, 1969). Imprenditrice, è stata presidente dei giovani imprenditori di Confindustria.

Giustizia
Andrea Orlando (La Spezia, 1969), Partito democratico. Ministro dell’ambiente nel governo Letta.

Agricoltura e politiche forestali
Maurizio Martina (1978), Partito democratico. Dal 2009 è il responsabile per l’agricoltura della segreteria del partito. È stato sottosegretario al ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali nel governo Letta.

Cultura e turismo
Dario Franceschini (Ferrara, 1958), segretario nazionale del Partito democratico. Ministro per i rapporti con il parlamento nel governo Letta.

Ambiente
Gianluca Galletti (Bologna, 1961), Unione di centro. Sottosegretario all’istruzione nel governo Letta.

Trasporti e infrastrutture
Maurizio Lupi (Milano, 1959), Nuovo centrodestra. Deputato di Forza Italia dal 2001 e vicepresidente della camera dal 2008 al 2013, ministro ai trasporti e alle infrastrutture nel governo Letta.

Salute
Beatrice Lorenzin (Roma, 1971), Nuovo centrodestra. Eletta deputata con il Pdl alle elezioni del 2008, ministra della salute nel governo Letta.

Riforme e rapporti con il parlamento
Maria Elena Boschi (Montevarchi, 1981), Partito democratico. Deputata e responsabile della segreteria del Pd per le riforme.

Semplificazione e pubblica amministrazione
Marianna Madia (Roma, 1980), Partito democratico. Deputata dal 2008. È responsabile per il lavoro della segreteria del Pd.

Affari regionali
Maria Carmela Lanzetta, Partito democratico. Ex sindaco di Monasterace.
 




RENZI RINGRAZIA… DI CHE?

di Chiara Rai

Sembra retorica dire che lo avevamo detto e quindi sorvoliamo questo particolare. Renzi è talmente intriso di scuola democristiana che quando Letta è stato sfiduciato dai suoi e dunque ha annunciato le dimissioni, il bischeraccio lo ha persino ringraziato per quello che ha fatto per il Paese. "Grazie, ma adesso fatti da parte" una formula che cozza con le parole che Matteo ha pronunciato fino a qualche giorno fa: "non ho intenzione di stare al Governo". Lui non ha certo intenzione ma una salda convinzione di poterlo fare e lo sta facendo. Adesso si porterà dietro lo slogan che già gli oppositori gli hanno attribuito: "non è legittimato dal popolo". Ma ben presto questo marchio verrà sfocato dalla polvere della sua cavalcata verso una leadership salda che dovrà durare almeno quattro anni. Renzi ci crede ma noi italiani vediamo sempre e soltanto una cosa: la corsa spudorata dei politici verso poltrone di potere. E adesso in pole position c'è Matteo che promette una carriera cavalieresca, si spera non soltanto incastonata di slogan e "io vorrei" ma concreta. Altrimenti tra chiacchiere e misfatti i pentastellati potrebbero sfangarla e allora si che ci verrebbe da ridere. D'altronde il palinsesto è già bello che pronto e il comico genovese è in postazione per staccare
i biglietti d'ingresso.
 




RENZI, DIMMI CON CHI VAI E TI DIRO’ CHI SEI

di Emanuel Galea

Non mi riferisco certamente alle parole benevole di Wolfgang Monchau apparse sul Financial Times, descrivendo il Renzi quale, la miglior speranza per l’Italia. Il fatto che il leader del partito Democratico stia contestando l’apparato vecchio del paese non significa riuscire a saltare il guado della classe politica paludosa. Qualcuno vedrebbe nella sua baldanza una sorta di protezione della finanza internazionale. 

Già la situazione italiana è alquanto ingarbugliata e perciò preferisco non prestarmi a confonderla ulteriormente con ipotesi e supposizioni. Sempre sul Financial Times, però,  anche Bill Emott rafforza i sospetti di chi vede la finanza internazionale dietro “l’enfant prodige” quando scrive "Speriamo che Renzi diventi un Blair italiano", sottolinea come sia l'Italia sia l'Europa abbiano bisogno di politici che parlino il linguaggio della speranza e del liberalismo. Come partenza, da vero puro sangue della politica, l’ex Presidente della Provincia di Firenze, è partito a testa bassa, travolgendo chiunque si metteva nel suo percorso.

A certi questa è apparsa come arroganza, ad altri come intraprendenza. La gente vedeva in lui il castigatore della politica corrotta, dei collusi, degli affaristi.

Molti s’illudevano di poter vedere in lui “il politico” estraneo ai “giochi “ dei partiti. Ha stravinto le primarie e attirato su di se tutti i rancori del vecchio apparato ex comunista. Gente estranea mille miglia dalla filosofia di quel partito erano pronti, qualora si presentasse l’occasione di votarlo. Matteo faceva la parte di quello che si identifica per “uno dei nostri”. Faccia da buono, il sorriso sempre impresso sul viso e la battuta pronta. Non perde mai la parola. Ecco! La parola non la perde, l’ha sempre pronta, ma si è dimostrato, ahimè, anziché uno dei nostri, uno dei tanti. Le luci della ribalta l’hanno accecato. Pur di non piegarsi è venuto ai patti con l’alleato sbagliato. Le aspettative della gente per una legge elettorale degna di questo nome, una riforma che li restituirebbe il voto, la scelta del proprio candidato, si è infranta in quell’’incontro fatidico con il nuovo alleato. Si è lasciato fuori il “porcellum” ma il sistema con il quale lo vorrebbe sostituirlo non ci sarà mai un appellativo per descriverlo. Gli schiaffi in viso si sentono maggiormente quando provengono da mani amiche. La gente pensava, a torto, che il “ragazzo di Firenze” non aveva niente a che spartire con i vecchi politicanti. Errore. Renzi ha scelto. Tra gli interessi della gente e quelli dei partiti, ha scelto gli ultimi per accontentare il nuovo alleato. Non vogliamo sapere altro. Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei. La preoccupazione è che se non subentrano cose nuove, non si sa quale sarebbe il prossimo danno. Attenti a quei due.




RENZI A LETTA: PRESTO CH’E’ TARDI

di Emanuel Galea

Chi l’italicum brandisce di porcellum perisce. Lo abbiamo scritto dai primi istanti che il sindaco di Firenze, fresco dall’incontro con il redivivo di Arcore, lo aveva annunciato alla stampa. Non ci volevano i “Sartori” per convincerci che la proposta di Renzi non fosse altro che un’ennesima bischerata. Siamo stati fra i primi a criticarlo. Lo abbiamo soprannominato “italicum acetum”. . . Secondo il commediografo romano, Tito Maccio Plauto, morto nell’anno 184 a.C., con questo appellativo sono conosciute le commedie ironiche, tipicamente italiane. Fra queste troviamo la commedia del sosia, quella della caricatura e quella della beffa. Appunto, riteniamo, e non siamo i soli, che il coniglio tirato fuori dal cilindro di Renzi non sia altro che una beffa, una bischerata. Ventinove illustri costituzionalisti e giuristi d’Italia, fra i quali spiccano i nomi di Stefano Rodotà, Besostri, Barberis e Azzarita , hanno firmato e pubblicato, sulla stampa, un appello: “L’italicum peggio del porcellum, fermatevi”.  Intanto l’iter va avanti. Il testo arriverà alla Camera mercoledì. Il caos regna sovrano. Una cosa emerge chiara da tutto il dibattito in corso.  Al centro di ogni discussione ci sta l’interesse dei partiti – cosa conviene al cittadino non viene considerato minimamente.

Renato Brunetta, esponente berlusconiano, sparge benzina infiammante: “Penso che alla fine ci sarà un accordo ampio o si cade già domani sera” Il Presidente Grasso, che di solito non brilla d’iniziative coraggiose, propone : "Aumento della soglia per accedere al premio di maggioranza". Verdini chiude la porta alla Boschi : “L’italicum rimane così”.Intanto scoppia il caso Di Girolamo. “Alfano mi ha lasciato sola”. Possibile ritorno a Forza Italia dopo questa delusione? Ora l’esecutivo rischia di cappottarsi per queste disavventure .
Sembra piacere a tutti l’uninominale. Stranezze della sorte, nessuno lo vuole adottare.

Renzi non si arretra di un unghia e fa muro sulle preferenze: “Sono fuori nell’accordo votato”. La minoranza PD dà battaglia. A questo punto esce chiara l’anomalia di tutto questo dibattito. Renzi insiste che le preferenze sono fuori “nell’accordo votato”. Votato dove?  Votato da chi? Se non vado errato il sindaco, si riferisce alle primarie PD.  Domandiamo, sempre che sia lecito, ma da quando in qua tutta l’Italia s’identifica con il PD? Nel ragionamento del “fiorentino” qualcosa non è chiara.  A complicare ulteriormente la già intrecciata  faccenda, ci si mette la magistratura. Arriva l’annuncio della procura di Milano inerente all’avvio d’indagine nei confronti di Silvio Berlusconi : Le acque si agitano sempre di più. Il giorno dopo l’arrivo dell’annuncio della procura di Milano, il Presidente Giorgio Napolitano, intervistato da Virus invia un monito ad approvare al più presto le riforme istituzionali. Alla voce autoritaria del Presidente  fa eco quella di Matteo Renzi : “O si chiude” o si perde l’ultimo treno.  Dai Letta, dai !  Presto  ch’è tardi.
 




LO SCIVOLONE DI RENZI

di Chiara Rai

L'incontro tra Renzi e Berlusconi su invito del primo presso la sede del Pd non ha incassato molta soddisfazione ma diciamo un bel vagone di polemiche, anche e soprattutto all’interno dello stesso Partito Democratico. Del resto il buongiorno si vede dal mattino e quando Berlusconi entra nella sede del Pd viene accolto da diversi “vergogna, vergogna” e poi anche “non si tratta con i criminali”. Al passaggio della macchina dell'ex premier sono state lanciate anche delle uova e alcune di queste sono finite sulla parte posteriore della macchina in cui era Berlusconi. Ma oltre al popolo si è levata anche la convalescente voce dell’ex segretario Pd Pierluigi Bersani il quale oltre all’affetto e cordialità delle prime visite, certamente non spalanca la porta al sindaco di Firenze. Fa intendere che per lui accogliere Berlusconi fra le mura del al Nazareno è stato uno sbaglio. E anche una mancanza di rispetto nei confronti delle varie correnti all’interno del partito. I toni rimangono quelli cordiali di chi riceve una visita di cortesia dopo l’episodio dell’emorrargia cerebrale di Bersani che ha tenuto gli italiani in apprensione: “L’uomo solo al comando – dice Bersani – non mi è mai piaciuto. Tranne Fausto Coppi».




SCUOLA DEMOCRISTIANA DOCET

di Chiara Rai

Angelino ha deciso di ammaliare Renzi con una chiacchiera democristiana. Anche se non ama definirsi un moderato fine a se stesso, parla del giovane segretario Pd come di una persona sincera scevra dai retaggi della vecchia politica ma in realtà dietro a queste parole si nasconde la consapevolezza delle aderenze del toscanaccio, una rete di consensi che neppure gli scandali sollevati dal suo stesso partito in merito a spese pazze, riescono a forare per liquidare in quattro e quattr’otto la sua carriera politica. C’è chi all’interno del Pd vede già passare i sottotitoli: “Hai osato troppo”. Ma il ragazzetto Matteo, nato a Firenze l’11 gennaio del 1975 si muove bene perché ha iniziato presto ha imparare la dialettica della scuola della balena bianca, infatti prima di diventare sindaco era già consigliere comunale di Rignano sull'Arno tra il 1985 e il 1990 per la Democrazia Cristiana. Ora, se Angelino parla come un oracolo a corto di seguaci è perché teme che Renzi e Berlusconi possano dialogare alle sue spalle su una possibile convergenza in tema di modelli elettorali e allora il rischio è che potrebbe ballargli la poltrona prima del 2015. Ma poi, stringe i denti e punta sulla morale propinando avvertimenti con i guanti bianchi all’alleato Matteo, tanto il linguaggio adoperato dai due è lo stesso: "Renzi e' un giovane politico, ha tutto l'interesse a dire una cosa e farla perché non mantenere le cose dette e' tipico dei vecchi leader, lui ha detto pubblicamente che non vuole far cadere il governo e io ho deciso di fidarmi di lui. Ci fidiamo – ha aggiunto Alfano – e siamo convinti che Renzi non usera' l'approvazione rapida della legge elettorale per tornare al voto". Intanto la legge elettorale approderà in Aula alla Camera il prossimo 27 gennaio. Lo ha stabilito la conferenza dei Capigruppo. A buon intenditor poche parole.




FRASCATI, PRIMARIE PD: IL 2 DICEMBRE LA CENA A SOSTEGNO DI MATTEO RENZI

Riceviamo e pubblichiamo la nota del Comitato Frascati per Matteo Renzi

Frascati (RM) – Siamo contenti di aver contribuito ad accendere il dibattito sulle primarie del Partito Democratico, un momento importante per il nostro partito, nel quale siamo chiamati a eleggere l’Assemblea e il Segretario nazionale.

Non ci interessa scadere nelle sterili polemiche innescate da alcuni sulla primogenitura o meno dei comitati Renzi, a noi interessa sostenere il nostro candidato alla segreteria del partito di cui facciamo parte, di cui siamo iscritti e dirigenti. Abbiamo sempre sostenuto il Partito Democratico, dal livello locale a quello nazionale, passando per il provinciale e il regionale. Alcuni di noi si sono candidati sotto questo simbolo alle elezioni amministrative e lo faranno anche alle prossime. Così come ognuno di noi ha lavorato per il successo del Partito Democratico a ogni appuntamento decisivo, non ultime le elezioni politiche e regionali dello scorso febbraio. Abbiamo appena celebrato i nostri congressi e abbiamo sostenuto Renzi segretario già nella prima fase delle primarie, quelle riservate ai soli iscritti.
Perciò siamo ben contenti che anche chi non fa parte del PD voglia impegnarsi per scegliere il segretario del nostro partito e siamo convinti, a questo punto, che tutti quelli che verranno a votare sentiranno il PD come la propria casa, senza distinzioni di livello. Perché il PD è PD sempre, al di là delle persone o, peggio ancora, dei personalismi. È la nostra casa e siamo lieti che sia aperta a forze nuove, che, ovviamente, venendo a votare alle primarie per la scelta del segretario nazionale, si impegneranno a sostenere lealmente il Partito Democratico, come sottoscriveranno domenica 8 dicembre.
Anche per questo rinnoviamo l’invito per la cena a sostegno di Matteo Renzi segretario del Partito Democratico, lunedì 2 dicembre alle 20 alla Cantina “Il Pergolato”.
 




FRASCATI, PRIMARIE PD: UN COMITATO PER SOSTENERE MATTEO RENZI

di Matteo Filipponi, Francesca Sbardella, Ercole Zangrilli, Francesca Neroni, Danda Tavani, Vincenzo Casagrande, Candido De Simoni, Alessio Ducci, Riccardo Tomei, Cristina Crecco, Miriam Trobbiani, Giulia Aretino, Maurizio Grossi, Gianni Angeli – comitato "Frascati per Matteo Renzi"

Frascati (RM) – L'8 dicembre gli elettori del Partito Democratico saranno chiamati a decidere il loro segretario nazionale, con primarie aperte (non riservate cioè ai soli iscritti al partito, ma a tutti coloro che si riconoscono nei valori del PD).
Un appuntamento importante che contribuirà in maniera seria alla definizione dell'identità del Partito, individuando le linee politiche sulle quali costruire un PD nuovo e vincente.
Noi siamo convinti che il segretario che sa interpretare al meglio lo spirito riformista del PD, che sa rappresentare le esigenze degli iscritti e degli elettori del nostro partito, che saprà rendere il Partito Democratico un partito compiuto, sia Matteo Renzi.
La sua capacità di dialogo, il suo non essere legato a vecchi schemi, il suo piglio comunicativo, il suo stare tra la gente ne fanno il segretario di cui il nostro Partito ha bisogno in questo momento.
Per questo motivo, il comitato Frascati per Matteo Renzi ha il piacere di incontrare tutti i cittadini che sostengono la sua candidatura alla segreteria del Pd, lunedì 2 dicembre, alle ore 20, alla Cantina "Il Pergolato", via del Castello 20, per una cena conviviale e di confronto in vista delle primarie dell'8 dicembre. Il costo della cena è di 10 euro.
Per info e adesioni al comitato: frascatipermatteorenzi@gmail.com oppure 3458135714.
Vi aspettiamo per contribuire insieme alla vittoria di Matteo Renzi e alla realizzazione del PD che vogliamo e di cui l'Italia ha bisogno.

 




MENTRE BERSANI "GIOCA A MELINA" RENZI GLI SUGGERISCE LA RICETTA ANTIUMILIAZIONE

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Chiara Rai

L’avevamo detto e continuiamo a dirlo, al Pd serve Renzi che piaccia o no, che sia considerato filo berlusconiano (voce messa in giro ad hoc) o no.

Renzi ha le idee chiare mentre Bersani ha elemosinato senza vergogna consensi dai Cinque Stelle che gli hanno dato picche e continuano ad umiliarlo.

Berlusconi ha preso 10 milioni di voti e Renzi ritiene, in questa fase così delicata per il Paese, che bisogna trattarlo non da “impresentabile” come ha decretato la buona Annunziata ma da interlocutore per mettere a punto le riforme necessarie e tornare al voto. Renzi dice: “in sei mesi una nuova legge elettorale, trasformare il Senato in una camera delle autonomie con rappresentanti di Regioni e Comuni, abolire le province e il finanziamento pubblico ai partiti, sburocratizzare la pubblica amministrazione e fare un “piano per il lavoro” senza stare a fare i funamboli su doppi binari fumosi e inconcludenti aspettando che il nuovo uomo del Colle gli riaffidi le flebili redini. Caro Pierluigi il “bischeraccio” ti ha fatto la lezioncina anche se in realtà, di facciata, non vorrebbe fartela. Ma come è possibile che pur essendo stato investito dell’incarico “perlustrativo” da Napolitano sei riuscito a portare un pugno di mosche e una ripresa streaming con Crimi & Co che ti hanno guardato come un Ufo, ridicolizzandoti via web?

Bersani sarebbe meglio tu ti dimettessi per come hai gestito il tuo essere arrivato primo senza aver vinto. Il ghepardo non solo ti ha scuoiato ma anche reso ridicolo ed ha acquistato la credibilità perduta. E non credo che se ci fosse stato Renzi al tuo posto il Cavaliere avrebbe fatto questa strage di consensi guadagnando circa due punti percentuali in pochi giorni, dopo il tuo show. Il quadro è molto chiaro gli pseudo tecnici hanno le ore contate, Bersani ha fallito e i Cinque Stelle stanno sgocciolando consensi da tutte le parti, basta vedere i Comuni che amministrano, dove i governanti grillini vanno sì in giro coi mezzi pubblici ma hanno comunque dovuto pescare nelle tasche dei cittadini per fare cassa. Altro che microcredito, nulla è cambiato ed è inutile che Mister Grillo continui a denigrare la stampa che non si prostra ai suoi piedi.Renzi premier, il prima possibile.

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