Castel Gandolfo: Colacchi lancia l'appello ad unirsi a tutte le opposizioni

 

Red. Politica


CASTEL GANDOLFO (RM) – "Che dire dopo la cura durata cinque anni dell’Amministrazione a guida Monachesi restano solo macerie". Queste le prime parole di commento dell'ex sindaco di Castel Gandolfo e attualmente Presidente del Consiglio comunale Maurizio Colacchi in merito alla decisione di Marta Toti di lasciare la maggioranza e passare quindi sui banchi dell'opposizione. Una decisione comunicata dalla Toti ufficialmente ieri 2 dicembre durante la riunione di Consiglio, anche se precedentemente aveva già rimesso le deleghe dandone comunicazione per lettera e motivando la decisione per questioni personali.

Colacchi parla di un Pd ormai sfaldato e di un centro sinistra gandolfino distrutto. "La maggioranza di governo con l’addio del consigliere Marta Toti – ha detto Colacchi – continua a perdere pezzi importanti e la Città versa in condizioni pietose. Un capolavoro. Nonostante ciò – prosegue l'ex primo cittadino – la Sindaca invece di fare autocritica, chiedere scusa ai cittadini del suo fallimento ed eventualmente dimettersi dalla carica che ricopre, con un’arroganza senza precedenti dichiara: "Sono contenta che finalmente si sia fatta chiarezza, noi proseguiamo il nostro percorso con la coerenza di sempre e con una maggioranza solida"."  Colacchi punta dunque il dito su quello che definisce come un vero e proprio fallimento politico e amministrativo dell'attuale amministrazione Monachesi.


Un governo locale, quello di Castel Gandolfo, che rispecchia equilibri già visti in ambito nazionale secondo Colacchi. "Come possono i vertici del PD non intervenire e tentare di fare chiarezza in particolare sulla alleanza di governo con il centrodestra. – Evidenzia l'ex sindaco –  Tra pochi mesi si voterà a Castel Gandolfo – prosegue – per il rinnovo del Sindaco e del Consiglio Comunale. Immagino che la coalizione PD – Centrodestra si presenterà unità davanti agli elettori che dovranno decidere se riconfermarla o bocciarla. Sono certo che i Castellani, come sempre, sapranno fare la scelta migliore".

Colacchi si appella quindi a tutte le forze di opposizione che in vista della prossima tornata elettorale "devono ricomporre le vecchie fratture – afferma – e presentarsi unite a questo importante appuntamento elettorale. Solo così siamo in grado di ridare fiducia ai nostri cittadini e far riguadagnare alla Città il prestigio, l’autorevolezza, la dignità che merita. Elaborare una incisiva piattaforma programmatica – conclude Colacchi – e una squadra di governo capace, efficiente e coraggiosa che la porti a compimento. Questo lo si deve fare subito. Il tempo sta scadendo. Dopo resteranno solo i rimpianti".
 




Castel Gandolfo: monta la polemica sul "Castelletto"

Alberto De Marchis

CASTEL GANDOLFO (RM) – Qualche giorno fa il nostro quotidiano L'Osservatore d'Italia ha intervistato il vicesindaco Cristiano Bavaro il quale, tra le diverse cose dette, ha asserito che il "Castelletto", bene sequestrato alla criminalità organizzata, potrebbe essere affidato ad una associazione che si occupa di violenza contro le donne. Sul caso è voluto intervenire l'ex sindaco di Castel Gandolfo e attuale presidente del Consiglio Comunale Maurizio Colacchi il quale ripercorre l'iter che ha percorso il bene fino a che le chiavi arrivassero nelle mani del Comune.

Ecco la nota di Maurizio Colacchi

Il trasferimento al Patrimonio Indisponibile di questo Comune per essere destinato a finalità istituzionali, dell’immobile sito in via dei Pescatori, 14 comunemente conosciuto come “Castelletto” richiese un lungo e complesso lavoro iniziato nel 2001 e concluso nel 2012. L’assegnazione della struttura in questione fu aggiudicata al Comune di Castel Gandolfo dall’ “Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la Destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata” grazie alle attività che ci eravamo impegnati a svolgere: sede Polizia Locale e Protezione Civile, ricovero mezzi e punto di primo soccorso a favore dei frequentatori del bacino lacustre. La situazione di abbandono e di degrado in cui oggi versa sia la struttura che l’area circostante è sotto gli occhi di tutti. Invece di intervenire e mettere in sicurezza i luoghi si continua a fantasticare e promettere improbabili rimedi. A distanza di oltre 4 anni l’attuale Amministrazione comunale ci comunica per mezzo stampa che: “Il Castelletto, bene confiscato alla criminalità organizzata, sarà probabilmente destinato ad una Associazione contro la violenza sulle donne che ne farà una vera e propria struttura di accoglienza”. Questo stravolge le finalità istituzionali, che ci hanno permesso di battere l’agguerrita concorrenza delle varie Associazioni, per le quali abbiamo ottenuto l’affidamento del bene confiscato. La passata Amministrazione, guidata dal sindaco Colacchi, presentò alla Provincia di Roma un progetto di riqualificazione dell’area e degli edifici del vecchio Mattatoio di Via Gramsci ed ottenne un finanziamento di circa 300.000,00 €. Era finalizzato ad una Casa Famiglia per giovani madri con difficoltà e vittime di soprusi. Un’ ottima idea che conseguì i complimenti del Presidente della Provincia Zingaretti espressi durante l’inaugurazione del giugno 2012 in particolare per la cura e la funzionalità della struttura. La stravaganza è che da oltre 4 anni abbiamo una struttura, l’ex Mattatoio, realizzata per accogliere le donne con difficoltà o che abbiano subito violenze ed è stata consegnata, da circa un anno, come sede alla Protezione Civile e abbiamo un “Castelletto” che deve ospitare la Protezione Civile e lo si vuole destinare ad una Associazione contro la violenza alle donne. Questa è la totale confusione in cui versa l’Amministrazione Monachesi. Inadeguatezza e incapacità.

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CASTEL GANDOLFO: COLACCHI METTE IN DISCUSSIONE LE DELEGHE AL CONSIGLIERE DE ANGELIS

Redazione

Castel Gandolfo (RM) – A Castel Gandolfo durante i lavori del Consiglio Comunale dello scorso 21 settembre il primo cittadino Milvia Monachesi ha comunicato di aver conferito delega al consigliere comunale Alberto De Angelis riguardante: Edilizia privata, Edilizia scolastica, Patrimonio, Demanio, Attività Produttive. Sull'argomento è intervenuto l'ex sindaco Maurizio Colacchi che ha fatto sapere di voler sollecitare chi è preposto al controllo degli atti amministrativi dei comuni ad intervenire per garantire la legittimità, la legalità e il rispetto della legge, dello statuto e dei regolamenti dell’Ente.

Maurizio Colacchi: "Mi permetto di ricordare al Sindaco e al Segretario Generale e naturalmente al Consiglio comunale che la delega ai consiglieri comunali di funzioni di amministrazione attiva, determina una situazione, perlomeno potenziale, di conflitto di interesse per un'impropria commistione tra funzioni di governo e funzioni di controllo politico. Attribuendo ai consiglieri competenze tipicamente assessorili, si determina un’impropria commistione tra funzioni di governo e funzioni di controllo politico, nonché un aumento surrettizio del numero complessivo degli assessori rispetto a quello massimo previsto per legge.

Il Viminale nel parere 28 aprile 2015 interviene in materia di deleghe sindacali di funzioni assessorili conferite a consiglieri comunali ricordando che nell'ambito dell'autonomia statutaria dell'ente, sancita dall'articolo 6 del Dlgs n. 267/2000, è ammissibile la disciplina di deleghe interorganiche purché il contenuto delle stesse sia coerente con la funzione istituzionale dell'organo cui si riferisce. Quale criterio generale, «il consigliere può essere incaricato di studi su determinate materie, di compiti di collaborazione circoscritti all'esame e alla cura di situazioni particolari, che non implichino la possibilità di assumere atti a rilevanza esterna, né di adottare atti di gestione spettanti agli organi burocratici». Il Consigliere Comunale Delegato, dunque, può essere delegato all'elaborazione e approfondimento di singoli studi, su specifiche e determinate materie ed alla collaborazione circoscritta e finalizzata all'esame e trattazione particolare e contingente di situazioni locali, senza però che queste attività si estrinsecano in atti a rilevanza esterna o si concretizzano in atti di gestione amministrativa spettanti invece agli organi burocratici preposti.

Ciò esclude tassativamente che il Consigliere Comunale Delegato possa partecipare a sedute della Giunta Comunale, ma soprattutto che possa avere poteri amministrativi di alcun genere, o poteri diversi e ulteriori rispetto a quelli degli altri Consiglieri facenti parte del Collegio Consigliare e quindi addirittura sui dirigenti, funzionari e responsabili degli uffici comunali di rispettiva competenza. Quindi, attribuire una delega per l'esercizio di compiti riguardanti singoli settori dell'amministrazione comunale, sarebbe carente sotto il profilo della legittimità poiché questa delegazione risulterebbe un modo subdolo per aumentare il numero degli assessori, previsto per legge e contrario allo spirito di una spending review, ormai onnipresente nella macchina burocratica della Pubblica Amministrazione, che ne ha peraltro rideterminato recentemente la quantità. Questa cornice si consolida attraverso il contenuto espresso da due sentenze dei Tribunali Amministrativi Regionali, quello della Puglia (sentenza nr. 4499/2006) e quello della Toscana (sentenza n.1248/04).

Considerazioni e sintesi. Da tutto ciò si evince che la figura del Consigliere Comunale Delegato, la più critica sotto il profilo amministrativo e legale:

a. Deve essere prevista dallo Statuto Comunale attraverso cui se ne stabilisce la forma e il contenuto speciale, sia nelle attribuzioni che nei limiti. L’art.33 c.5 del nostro vigente Statuto comunale citato nel decreto sindacale recita che “Il Sindaco, per particolari esigenze organizzative, può avvalersi di consiglieri, compresi quelli della minoranza“ ma non autorizza ad attribuire deleghe Assessorili riguardanti Edilizia privata, Edilizia scolastica, Patrimonio, Demanio, Attività Produttive;

b. Non deve avere attribuite deleghe generali e che queste non devono essere di tipo assessoriale o ancora compiti di amministrazione attiva;

c. Non deve partecipare o far parte della Giunta Comunale;

d. Il risultato delle sue attività non deve determinare atti esterni della Pubblica Amministrazione Locale, ma deve costituire approfondimento collaborativo per l'esercizio diretto delle proprie funzioni da parte del Sindaco che ne è titolare; e. Non deve avere poteri uguali a quegli degli Assessori e maggiori di quelli dei proprio omologhi Consiglieri Comunali, ma, soprattutto, non deve avere poteri su dirigenti, funzionari e responsabili degli uffici e servizi.

Detto questo sembra che nelle deleghe attribuite al consigliere comunale De Angelis si sia andati oltre il quadro giuridico finora qui rappresentato".
 




CASTEL GANDOLFO, COLACCHI E MOIANETTI: DOPO L'USCITA DALLA MAGGIORANZA COSTITUITO IL NUOVO GRUPPO "DEMOCRATICI PER CASTELLO"

Redazione

Castel Gandolfo (RM) – Si è costituito a Castel Gandolfo, Pavona e Mole il Gruppo consiliare “Democratici per Castello” formato dai consiglieri comunali Maurizio Colacchi e Giacomo Moianetti.

"Le motivazioni che hanno portato a prendere questa sofferta decisione sono tutte di carattere politico e amministrativo. – commentano Colacchi e Moianetti in una nota congiunta –  Fino all’ultimo – proseguono i consiglieri – abbiamo sperato in una mediazione sia con la ex maggioranza sia dentro al PD, ma senza successo. Il Sindaco e i suoi avevano già deciso di proseguire la loro avventura senza di noi: la nostra autonoma capacità di pensiero era ingombrante ed angosciante per coloro che sono poco avvezzi al confronto politico. Inoltre l’approssimarsi delle prossime elezioni comunali e la scelta del candidato sindaco tramite elezioni primarie preoccupava non poco l’ambizione del Sindaco uscente. Siamo governati dal peggior Sindaco che Castel Gandolfo abbia avuto dal dopo guerra ad oggi. Le sue incapacità e inadeguatezze sono sotto gli occhi di tutti.

Nella conferenza stampa tenuta il 7 agosto 2015 abbiamo spiegato nel dettaglio le nostre ragioni. Ci aspettavamo delle risposte adeguate ai rilievi posti, invece abbiamo ricevuto solo invettive offensive e menzognere. Falsa è la notizia che la nostra mancata partecipazione al consiglio comunale dello scorso 30 luglio fosse preordinata a far cadere l’attuale amministrazione comunale, quando in realtà il consigliere Colacchi era in ferie a 500 km circa di distanza ed il consigliere Moianetti ha ritenuto di non partecipare per illegittimità della convocazione del consiglio stesso. La mancata celebrazione di quel consiglio non avrebbe prodotto il commissariamento del Comune, ma semplicemente il mancato aumento delle tasse. Altrettanto ingannevoli sono le affermazioni del Sindaco e della Segreteria del PD in merito alle responsabilità dell'ex Sindaco Colacchi e dell'ex Assessore al Bilancio Moianetti in relazione al riaccertamento dei residui per i crediti di difficile esigibilità il valore di 2.700.000,00 euro non è niente altro che la somma di quanto il Comune deve ancora incassare da entrate Tributarie ed Extratributarie. Fin a quando siamo stati all’interno della maggioranza abbiamo sempre garantito la nostra presenza in consiglio comunale ed assicurato il numero legale, ma oggi siamo all’opposizione. I numeri per governare la “nuova amministrazione” se li deve cercare altrove. Come del resto sta già facendo, cercando nuovi sostegni nelle minoranze. Non faremo però mancare il nostro supporto in consiglio comunale sulle tematiche presenti nel programma con cui ci siamo presentati alle elezioni. Non ci faremo coinvolgere – concludono Colacchi e Moianetti – nelle sterili liti da cortile né commuovere dai tentativi di suscitare commiserazione della sig.ra Monachesi che ha fatto della lamentazione un’arma strategica per trarre un indebito vantaggio politico, ma ci occuperemo dei bisogni e delle aspettative della Città".
 




CASTEL GANDOLFO, TORMENTI POLITICI: COLACCHI E MOIANETTI SE NE VANNO DALLA MAGGIORANZA

Redazione
Castel Gandolfo (RM)
– "Nella vita arriva sempre il momento di riflettere, di capire, di analizzare la situazione attuale che stai vivendo: un lunghissimo corso politico vissuto tra gioie e dolori, tra soddisfazioni e insoddisfazioni, ma sempre con grande senso di responsabilità ed una visione chiara degli obiettivi". Con queste parole inizia la lunga nota di Maurizio Colacchi presidente del Consiglio comunale di Castel Gandolfo che spiega le motivazioni per le quali lui e il consigliere Moianetti hanno deciso di creare un nuovo gruppo autonomo in consiglio comunale.

"Accade che i progetti, le aspettative, i programmi a cui abbiamo creduto non si realizzino. – prosegue la nota di Colacchi – Non sono abituato a scaricare sugli altri le responsabilità, quando non raggiungo gli obiettivi o non realizzo delle aspettative. A Castel Gandolfo è accaduto questo.

La spaccatura con il PD. Si è determinata all’interno della coalizione amministrativa “L’Arcobaleno” e del PD una situazione di incomunicabilità e di incomprensione, che non consente più margini di collaborazione: dopo l’ultimo congresso il PD è diventato un partito che non consente al suo interno la coesistenza di diverse culture e sensibilità. O si è organici al sistema di potere che si è impossessato dei vari territori provinciali o si è un nemico da abbattere. Il segretario del circolo locale continua ad assumere decisioni senza coinvolgere i suoi membri del direttivo di circolo. A maggio 2015 si è tenuto un incontro con il Segretario di federazione insieme ai componenti di minoranza del direttivo di circolo; in quell’occasione il segretario comunicò che a breve si sarebbe svolto un incontro con il Sindaco e la sua maggioranza per ricercare le condizioni e ritrovare le motivazioni per giungere al termine della legislatura. Tuttavia ad oggi nessun incontro è stato organizzato.
Ad agosto 2014 viene iscritto al PD un consigliere dell’opposizione senza aprire un dibattito nel Partito e nel Gruppo consiliare e con l’unico scopo di rafforzare numericamente una traballante e inconcludente Amministrazione comunale. A nulla sono servite le giuste rimostranze di alcuni Consiglieri comunali e di alcuni membri del Direttivo di Circolo.

Una situazione paradossale. Tutto ciò ha portato ad una situazione paradossale: un consigliere comunale iscritto al PD, ma che risulta appartenere alla lista civica di opposizione “L’Aurora” con cui si è presentato alle elezioni. Il che è avvenuto nel totale  disinteresse verso gli elettori. A nulla è servito il documento sottoscritto dal Presidente del Consiglio comunale e dal Vice sindaco a settembre 2014 per cercare ancora una volta di salvare l’unità del Partito e del Gruppo consiliare. Nel documento i consiglieri comunali Colacchi e Moianetti hanno espresso la volontà di dare ulteriore maggiore impulso all’azione amministrativa al fine di portare a termine il programma elettorale, creando quello spirito di gruppo unitario e coeso, necessario per il raggiungimento di un simile obiettivo. Il cerchio magico aveva già deciso la sua strategia: eliminare coloro che erano fortemente competitivi alle primarie per la scelta del sindaco nel 2017.
Mi sono sforzato in tutte le occasioni che si sono presentate all’interno della compagine politica e amministrativa di far ragionare gli interlocutori. Tempo perso. Ho cercato di esporre, sottolineando i rischi e le criticità presenti in questo modo di condurre la politica locale, l’insoddisfazione sempre più crescente nella cittadinanza nei confronti dell’azione amministrativa e della necessità di ritrovare al più presto le ragioni dell’unità del Partito e della coalizione di governo.

Proposi alla sig.ra Monachesi a dicembre 2014 una soluzione politica tesa a cercare le condizioni per  una  “ripartenza”, coinvolgendo con pari dignità tutti i protagonisti della vittoria nel 2012, che ha permesso al centrosinistra di continuare a governare la Città. La risposta è stata la derisione, il tentativo di minaccia (la revoca della Presidenza del Consiglio comunale) e il non riconoscimento della proposta. Proposta che prevedeva un azzeramento della giunta e degli organismi locali di partito per realizzare una coalizione e un partito  più forte qualitativamente e numericamente. Come risposta si è andato sempre più intensificando la sintonia con pezzi  delle opposizioni fino a giungere alla revoca della delega al Vice sindaco. Un vero atto di dichiarazione di guerra preso in completa assenza di un preavviso e di una discussione politica nel Partito e nel Gruppo Consiliare. Una città allo sbando dove non esiste una opposizione vera all’interno del Consiglio comunale. Un Paese non si può governare democraticamente in assenza di una opposizione che faccia bene il suo mestiere per il bene comune.
Assistiamo così ad una Città che si sente abbandonata, guidata da un Sindaco inadeguato, incapace di stare al passo con i suoi predecessori. Siamo regrediti da città  laboratorio politico, portato ad esempio da molti enti locali, alla cenerentola dei Castelli Romani. La Monachesi ha ereditato dalla passata Amministrazione una Città ordinata, pulita, con servizi di alta qualità, mentre ora siamo al quarto anno di governo e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Basta ascoltare i cittadini. La mia amministrazione ha lasciato alla sig.ra Monachesi tra l’altro finanziamenti e opere già iniziate:
Consolidamento e risanamento ambientale coste del lago        4.300.000,00 €
Ristrutturazione ex Mattatoio per casa famiglia                           288.000,00 €
Recupero centri storici minori                                                       300.000,00 €
Realizzazione plesso scolastico località IBERNESI                  4.800.000,00 €
Recupero acque piovane zona lago                                             1.800.000,00 €
Realizzazione percorso ciclo-pedonale zona lago                         450.000,00 €
Consolidamento versante roccioso Lago                                       530.000,00 €
Pavimentazione stradale lago                                                         600.000,00 €
Realizzazione pista ciclabile via Giovanni Paolo II                       300.000,00 €
Realizzazione 12 nuovi alloggi ATER                                         1.350.000,00 €

Soltanto la casa famiglia è stata inaugurata a giugno del 2012 perché era stata terminata dalla precedente amministrazione il mese prima e il parcheggio della ASL Via Giovanni Paolo II che era in gran parte completato. Degli altri argomenti, tipo parcheggi a pagamento (con aumento del ticket nel centro storico), della raccolta porta a porta, delle vicissitudini del bilancio comunale ed altro lascio la trattazione al consigliere Moianetti. Gli ultimi accadimenti  hanno fanno naufragare il rispetto delle regole su cui si basa la vita democratica delle istituzioni. Si è celebrato un consiglio comunale illegittimamente convocato, come consigliere anziano, dal candidato sindaco del centrodestra che dovrebbe rappresentare l’opposizione; un consiglio convocato d’urgenza con otto punti all’ordine del giorno. Nessun protagonista si è tirato indietro per creare difficoltà all’amministrazione comunale, ma almeno il tentativo di trovare una soluzione concordata andava cercato. Invece si è preferito usare l’arroganza e la prepotenza dei numeri, ancor di più quando si è in difficoltà per proprie inefficienze. Una simile condotta ci sta sempre di più convincendo dell’opportunità di ricorrere alla giustizia amministrativa.
Ho tralasciato altri aspetti che toccano anche la riconoscenza e il rispetto, ma questo riguarda l’educazione e l’ambiente in cui ognuno si è forgiato.

L'aumento dell'aliquota sulla Tasi. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è la decisione presa in consiglio comunale del 30 luglio 2015 di aumentare la TASI al massimo consentito per legge. Decisione fondamentale assunta, anche questa volta, senza coinvolgere il partito, la coalizione e il gruppo consiliare. Che ha trovato la completa disapprovazione del sottoscritto e del consigliere Moianetti. Sicuramente non approveremo il bilancio di previsione 2015 che aumenta la pressione fiscale ai nostri cittadini.
Concludo dicendo che per queste ragioni, ed altre ancora che non ho esposto per rispettare i tempi, ho deciso in comune accordo con il collega Moianetti di creare un Gruppo autonomo in consiglio comunale. Il nuovo gruppo consiliare sarà distinto e distante dalla attuale, e a questo punto “pseudo”, maggioranza. Non faremo però mancare il nostro supporto, in consiglio comunale, sulle tematiche presenti nel programma con cui ci siamo presentati alle elezioni. Ci rendiamo disponibili da subito a ragionare, discutere, confrontare e collaborare con le forze politiche, la forze sociali, le associazioni e le singole espressioni presenti nella città che vorranno con noi costruire un futuro migliore per Castel Gandolfo, Pavona e Mole". Conclude.

 




CASTEL GANDOLFO: MAURIZIO COLACCHI INTERVIENE SULLA MODIFICA AL REGOLAMENTO COMUNALE

Redazione

Castel Gandolfo (RM) – L'art. 27 c.4 dello Statuto comunale di Castel Gandolfo stabilisce che il sindaco, il presidente del consiglio comunale e gli assessori sono componenti senza diritto di voto e senza determinare la validità delle sedute della commissione consiliare permanente. L'art. 10 del regolamento per il funzionamento del consiglio comunale riprende senza modifiche l'art. 27 c.4 dello Statuto.

Nella seduta del consiglio comunale del 30 luglio 2015 i consiglieri comunali presenti hanno votato la modifica del Regolamento disponendo che i consiglieri comunali che rivestono anche la carica di assessore hanno diritto di voto e concorrono alla determinazione della validità delle sedute.

Maurizio Colacchi ex sindaco di Castel Gandolfo e attualmente Presidente del Consiglio comunale interviene con una nota in merito alla modifica del Regolamento. "Debole la motivazione portata a sostegno dal sindaco e dalla giunta che tale modifica si rende necessaria perché i consiglieri comunali sono diminuiti nel corso di questa legislatura. Ricordo che nelle legislature passate le commissioni consiliari permanenti erano addirittura 4 scese poi ad 1 e in tutte vigeva la incompatibilità tra assessori e consiglieri. Introducendo questa modifica viene stravolto lo spirito costituente dello Statuto che ha introdotto questo articolo proprio per dividere ruolo, funzioni e competenze tra assessori e consiglieri. Agli assessori è assegnata la responsabilità della gestione delle competenze riservate dalla legge 267/2000 e ai consiglieri quello di garantire il ruolo di indirizzo e di controllo dell'operato del sindaco e della Giunta.
Eliminare questa divisione di ruoli alla commissione consiliare permanente significa conferire un potere di gestione e di controllo spropositato alla giunta. Ritengo questa scelta eccessiva, poco trasparente e per nulla democratica. Tanto vale a questo punto sopprimere tale commissione. Naturalmente non ho votato e non condivido questa modifica del Regolamento per il funzionamento del consiglio comunale".




CASTEL GANDOLFO, RACCOLTA DIFFERENZIATA: MAURIZIO COLACCHI POLEMIZZA SUL MANIFESTO INFORMATIVO

Redazione

Castel Gandolfo (RM) – L’Amministrazione Comunale ha affisso un manifesto con il quale informa la cittadinanza che finalmente il TAR Lazio si è pronunciato sulla ditta che dovrà svolgere il servizio della raccolta differenziata a Castel Gandolfo.

"L’intento del manifesto è di scaricare ogni responsabilità dei ritardi sulle ditte, che hanno giustamente difeso in giudizio il loro diritto di ottenere l’appalto, e di autoassolversi da ogni colpevolezza. – commenta attraverso una nota l'ex sindaco Maurizio Colacchi – Anche questa volta – prosegue la nota –  ho preso visione del manifesto direttamente dalle bacheche comunali. E’ utile però che i cittadini sappiano come si sono svolti i fatti.

Con determinazione dirigenziale n. 236 del 10/12/2012 veniva costituita la commissione di gara per l’affidamento del servizio. La commissione di gara con verbale n. 8 del 21/03/2013 dava atto che la 1^ classificata risultava essere la società AMBI.EN.TE. La 2^ classificata, la SERVIZI INDUSTRIALI, presentava istanza contro l’aggiudicazione. Con determinazione dirigenziale n. 175 del 17/05/2013 si decideva di annullare in autotutela gli effetti derivanti dal verbale n.8, escludendo Ambiente spa dal procedimento di gara. Con determinazione dirigenziale n. 482 del 14/11/2013 l’Amministrazione comunale aggiudicava in via definitiva l’appalto del servizio di raccolta differenziata dei rifiuti con il metodo porta a porta all’impresa SERVIZI INDUSTRIALI S.r.l. Il legale rappresentante della TEKNEKO srl, adesso 2^ classificata, presentava ricorso per l’annullamento degli atti di aggiudicazione del servizio alla Servizi Industriali.
Con  determinazione n. 235 del 18/07/2014 l’Amministrazione comunale, prendendo atto dell’annullamento da parte del Consiglio di Stato delle determinazione dirigenziali n. 482 del 14.11.2013 e n. 483 del 15.11.2014 di aggiudicazione definitiva nei confronti di Servizi Industriali s.r.l (sent. n. 3574/2014), aggiudicava in via definitiva l’appalto del servizio di raccolta differenziata dei rifiuti con il metodo porta a porta alla ditta TEKNEKO s.r.l. Questi i fatti giudicate voi.
Se la commissione di gara avesse affidato dall’inizio  a chi aveva diritto, e cioè alla TEKNEKO s.r.l., il servizio, non ci sarebbero stati ritardi. Se la TEKNECO non avesse fatto ricorso non avrebbe ottenuto giustizia. Come si fa oggi ad affermare che i ritardi nel partire con la raccolta differenziata sono imputabili alle società che hanno fatto i ricorsi e che il TAR dà ragione all’Amministrazione comunale che ha ben operato? – Maurizio Colacchi conclude – Questo ennesimo scaricabarile non regge ed è una grande offesa nei confronti dei cittadini di Castel Gandolfo".

 




CASTEL GANDOLFO: PERICOLO SALUTE PUBBLICA. UNA BOMBA ECOLOGICA ALL'AMIANTO GIACE INDISTURBATA DA OLTRE 50 ANNI

di Angelo Parca

Castel Gandolfo (RM) – La torre di arrivo del campo di gara di canottaggio in via dei Pescatori sul lungolago di Castel Gandolfo è una bomba all’amianto e per questo ne è stata ordinata la messa in sicurezza a carico del demanio.

Per oltre 50 anni è rimasta sotto gli occhi di tutti, fin quando Giampiero Tofani, Commissario locale de La Destra non ha presentato un esposto all’Ardis (Agenzia Regionale per la Difesa del suolo). L’edificio è in stato di degrado e abbandono e qualche volta viene utilizzato come eliporto e ciò comporta un ulteriore aggravio per l’ambiente e la salute dei residenti della cittadina lacustre.

Si tratta di una struttura di cemento e amianto, materiale che dovrà opportunamente essere rimosso oppure incapsulato, insomma opportunamente reso “innocuo” perché allo stato dei fatti è pericoloso per la salute pubblica.

"Nonostante l’ex sindaco di Castel Gandolfo Maurizio Colacchi considerasse il Lago Olimpico una “perla” da preservare – dice Tofani – e che la sindachessa Milvia Monachesi lo valuti “il diamante più prezioso di Castel Gandolfo”, in realtà per l’amministrazione comunale mi sembra tutt'altro che un luogo da preservare. Perché nessuno si è mai preoccupato di intervenire, nonostante la torre in amianto fosse sotto gli occhi di tutti per anni e anni?”.

[ ORDINANZA DEL SINDACO N 1 DEL 2014 ]




CASTEL GANDOLFO ELEZIONI, COLACCHI AL SUO SECONDO MANDATO SI CANDIDA NELLA LISTA "ARCOBALENO" CHE PROPONE MILVIA MONACHESI CANDIDATO A SINDACO

C.R.

Il sindaco di Castel Gandolfo Maurizio Colacchi spazia dal premio città di Castel Gandolfo appena conferito a due suore, care alla cittadina, passando per l’inaugurazione della pista ciclabile e il tatro Petrolini che proprio oggi accoglie un’anticipazione del 25 Aprile, per terminare con un ennesimo appello alla Regione Lazio, in particolare all’assessore all’Ambiente Marco Mattei: “sbloccateci i 10 milioni di euro per mettere in sicurezza i costoni al lago e per permetterci di fare tutti i lavori necessari”.

Ecco la video intervista a Colacchi
 




CASTEL GANDOLFO, IL PD TRAVOLTO DAL CICLONE GASPERINI.

Chiara Rai

Un vero e proprio ciclone ha travolto il Pd di Castel Gandolfo. Si è dimesso Paolo Gasperini, vicesindaco del Comune gandolfino.

Gasperini oltre che a rassegnare le sue dimissioni ha ritirato la sua candidatura alle primarie che si sarebbero tenute il 12 febbraio e nel contempo ha restituito la sua tessera del Pd.

Proprio Sabato scade il termine per presentare le candidature all’interno del centrosinistra. “E’ stato un fulmine a ciel sereno – ha detto il sindaco di Castel Gandolfo Maurizio Colacchi – ritengo sia stata una scelta e azione poco credibile e poco condivisibile perché Gasperini era ufficialmente candidato alle primarie e concorreva assieme a Milvia Monachesi”.

L’assessore Monachesi è la candidata sostenuta dal primo cittadino Colacchi e avrebbe concorso alle primarie con Gasperini che probabilmente non si è sentito appoggiato come avrebbe voluto .

Già da diverso tempo girava voce di qualche mal di pancia del vicesindaco che sicuramente, qualora alle primarie avesse primeggiato la Monachesi, non avrebbe digerito tanto bene la sconfitta e avrebbe potuto sicuramente guardarsi intorno, magari in altre fila centriste. “

Con Gasperini c’è sempre stato un reciproco rapporto di stima – ha continuato Colacchi – e al livello amministrativo non ci sono stati mai problemi. Il partito ha messo in atto tutti gli strumenti più democratici possibili, andando appunto alle primarie. Certo, un candidato deve per primo sapere che la sua proposta dev’essere condivisa all’interno del partito. Comunque, ritengo che sia Gasperini stesso a dover dare spiegazioni, io posso soltanto dire che come amministratore non ci sono mai stati problemi”.

Gasperini ha spiegato le motivazioni della retromarcia su Facebook, dando sfogo ad un fiume di accuse: «Ho voluto evitare la farsa delle primarie – scrive l’ex vicesindaco – quando tutto è già deciso e soprattutto ho voluto contestare al mio ex circolo la paura di aprire a nuove istanze provenienti dal mondo civile… il circolo come centro di potere e di controllo del consenso popolare non fa per me. Preferirei un circolo che ascolti e sintetizzi gli umori della base nel rispetto degli ideali del Pd. Non mi hanno capito o non mi sono fatto capire, rimane il fatto che essere considerato un nemico in casa propria non fa piacere a nessuno».

Nel centrodestra le idee le hanno ben chiare e qualche assaggio di punto di vista lo hanno dato l’ex candidato a sindaco alle scorse elezioni e attuale consigliere d’opposizione Claudio De Negri e Luigi Caporicci componente della stessa squadra. “Per noi di centrodestra – esordisce Caporicci – vedere che a sinistra riconoscono di non aver amministrato bene e che le loro posizioni confluiscono sulle nostre, costituisce una ottima occasione per avverare l’alternanza cercata da tanti anni. Noi come sempre siamo pronti con uomini ed idee per assumere la guida del paese, con la convergenza di tanti amici che, peraltro, abbiamo avuto al fianco in tante battaglie.

Conoscendo Gasperini – aggiunge l’esponente di centrodestra –  non può averlo fatto per una poltrona sottratta, ma per quel che ha detto negli ultimi tempi, per convinzione che Castello ha necessità di idee nuove e uomini nuovi e di alternanza”. E De Negri ha aggiunto: “Ci auguriamo che venga riconosciuto il ruolo di chi da venti anni è stato sempre coerentemente all’opposizione facendo una bandiera della coerenza, senza stare una volta qua e una volta là”.

Ma Caporicci incalza: “Se qualcuno pensa di usarci – conclude – sappia che possiamo salvaguardare la nostra dignità in ogni ruolo, maggioranza o minoranza, come e meglio degli altri. Sarebbe, pertanto, impensabile che chi ha di volta in volta sostenuto e lavorato con la sinistra, ora possa pensare di prendere le redini con i voti del centrodestra. Parimenti non consentiremo a chi sopravviene e si inserisce a piedi giunti nel sistema, possa poi pensare di rappresentarlo”.