ROMA, LO SCIVOLONE DI MARCO PANNELLA

Emanuel Galea

Roma – Il 27 dicembre scorso Marco Pannella, il segretario di Radicali italiani, Mario Staderini e il tesoriere del Partito Radicale Maurizio Turco hanno chiesto l’intervento urgente del Segretario Generale e del Commissario Diritti Umani del Consiglio d’Europa nonché al Direttore dell’Ufficio Democrazia e Diritti Umani dell’OSCE

Con la loro lettera, i Radicali vogliono sollecitare il Segretario Generale del Consiglio d’Europa ai sensi dell’art. 52 della Convenzione, di esercitare il suo potere d’indagine nei confronti dell’Italia al fine di assicurare l’applicazione dei diritti civili e politici degli italiani.

Lo stesso Marco Pannella ha inoltre denunciato “lo strazio e la violenza professate quotidianamente ai danni della Costituzione", in uno Stato 'in cui le regole vengono disattese sistematicamente..”

Pannella, denunciando “regole disattese” immagino parli di ben altri diritti fuorché quelli stessi di cui parla .la Sezione Lavoro e Previdenza della Corte di appello di Roma. A questa corte d’appello si era rivolta Giuseppina Torrielli, per 14 anni segretaria, prima al Partito Radicale e poi nel gruppo Federalista Europeo. Dal 1982 al 1994 di ininterrotto servizio, come una vera e propria dipendente, con il compito di occuparsi dei problemi della vita carceraria, anche quello di gestire la corrispondenza dei detenuti e la posta personale di Pannella, La Torrielli ha denunciato, che veniva retribuita come lavoratrice autonoma e spesso in nero, con denaro contante Nel 1994 fu licenziata in tronco e la tenace signora, decise di intraprendere le vie legali perché le venisse riconosciuto lo status di lavoratrice subordinata. Oggi, a 19 anni di distanza, l’81enne signora Giuseppina si è vista riconoscere i suoi diritti civili, quelli stessi a lei negati dal paladino Marco Pannella.  La Sezione Lavoro e Previdenza della Corte d’Appello di Roma ha infatti condannato Marco Pannella a pagare 250mila euro a favore della ex segretaria.

La Corte ha stabilito che Pannella, come presidente del partito paghi all’anziana signora  euro 71mila per mancanti pagamenti , più interessi, rivalutazione e per risarcimento per omesso versamento dei contributi assicurativi e previdenziali.  Pannella, tramite i suoi legali ha cercato di giungere ad un accordo stragiudiziale, proponendo alla signora il 50% della somma stabilita dal giudice,offrendo il pagamento a rate, in cambio non avrebbe impugnato la sentenza. La signora irremovibile ha rifiutato l’accordo e già ha fatto partire l’azione di pignoramento presso terzi in danno di Pannella per l’importo totale di euro 256.420,82   
 Marco ha appena sospeso uno sciopero che stava conducendo quale battaglia a favore dei diritti civili, politici e della legalità. Quest’anno si contano quarant’anni di battaglia a credito del leader radicale.  Un uomo tutto d’un pezzo, si spezza ma non si piega.
Chi l’avrebbe detto che sarebbe stata una nonnina testarda a turbare i suoi digiuni per la legalità”
 




LEGGE STABILITA', PDM: GOVERNO E CAMERA SALVANO LA CASTA DEI GENERALI

"L'indignazione popolare verso i privilegi che caratterizzano gli appartenenti a determinati e ben identificati settori della società, siano essi politici, militari o ecclesiastici, ha raggiunto livelli preoccupanti che non possono essere ancora ignorati;"

 

Redazione

Roma – "Se mai servisse avere ancora una conferma sul fatto che il Governo Monti e la partitocrazia che occupano la Camera dei deputati sono sempre dalla parte del più forte – casta dei generali e industria bellica – questa c'è stata lo scorso giovedì 22 novembre nell'ambito della votazione degli ordini del giorno relativo alla legge di stabilità per il 2013. Con la "bocciatura" dell'ordine del giorno 9/5534-bis-A/86 presentato dal deputato radicale Maurizio Turco, cofondatore del Pdm, si sono definitivamente chiariti gli interessi della partitocrazia. – Dichiara in una nota il portavoce del Partito per la tutela dei Diritti di Militari e Forze di polizia (Pdm) –

L'atto di indirizzo a firma di Turco e degli altri deputati radicali – conclude la nota – chiedeva al Governo l'impegno ad eliminare i privilegi di cui godono i generali e a sospendere, per il prossimo triennio, il programma di armamento relativo al JSF F-35 e successivamente a ridurlo ulteriormente. Nonostante la crisi economica che strangola il paese il bilancio della Difesa è destinato ad incrementarsi passando dagli attuali 19.962,1 M€ del 2012 ai 21.024,1 M€ del 2015, con un incremento degli investimenti per il 2013 di 1.153 milioni che serviranno per finanziare gli affari delle industrie belliche nostrane."

Ordine del giorno 9/5534-bis-A/86. – Maurizio Turco, Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Mecacci, Zamparutti.

La Camera,

   premesso che:

    al fine di contribuire al risanamento del bilancio dello Stato sono stati più volte presentati puntuali interventi di modifiche o integrazioni alle proposte di legge sottoposte all'esame del Parlamento, tutti volti alla razionalizzazione e alla riduzione delle spese nell'ambito dei settori della Difesa e della Sicurezza che avrebbero consentito – se recepiti – di conseguire notevoli risparmi economici da destinare a quei settori della spesa pubblica che oggi registrano le maggiori ed evidenti sofferenze;

    il Governo ha accolto numerosi ordini del giorno a cui, tuttavia, non sempre ha poi dato una puntuale attuazione. Anzi, in taluni casi li ha ignorati oppure al contrario, come nel caso dell'atto di indirizzo n. 9/5312/108 con cui si era impegnato «a valutare, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, la possibilità di ridurre il versamento per il contributo unificato relativo al ricorso straordinario al Presidente della Repubblica» che ora, invece, viene elevato a 650 euro;

    l'indignazione popolare verso i privilegi che caratterizzano gli appartenenti a determinati e ben identificati settori della società, siano essi politici, militari o ecclesiastici, ha raggiunto livelli preoccupanti che non possono essere ancora ignorati;

    la sistematica negazione del diritto e dei diritti che viene riservata ai cittadini in divisa sta fattivamente contribuendo a disgregare i valori su cui le Forze armate e le Forze di polizia a ordinamento civile militare fondano la loro stessa esistenza e coesione;

    i sacrifici economici che puntualmente siamo a chiedere alle classi sociali più indigenti o a quelle che una volta erano definite «borghesi e medie», frenano lo sviluppo del paese e non lasciano trasparire alcuna possibile soluzione alla cogente crisi economica che il paese sta attraversando;

    tra coloro a cui si chiedono sempre nuovi e maggiori sacrifici vi sono gli appartenenti alle Forze armate e alle Forze di polizia – la truppa – che nonostante ciò continuano a fare il loro dovere per servire il paese e le Istituzioni;

    recenti inchieste giornalistiche (La Repubblica del 9 novembre 2012: «Dallo champagne alle case a un euro tutti i privilegi della casta dei generali») hanno messo in evidenza l'esistenza di inaccettabili privilegi e sprechi di denaro pubblico per la cui eliminazione è necessario un immediato e deciso intervento,
 
impegna il Governo:
 
   ad adottare iniziative normative volte a:

    1. modificare il decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, affinché:

     a) siano abrogati gli tabella 992, 993, 994, 995, 996, 1802, 1803, 1804, 1815, 1816, 1870, 2162, 2261, 2262;

     b) le promozioni di cui agli tabella 1076, 1077, 1082 e 1083 producano effetti ai soli fini giuridici e non anche economici;

     c) si preveda, all'articolo 183, che le procedure convenzionali con le aziende e il personale di cui ai commi 1, 2 e 3 possono essere espletate solo successivamente alla verifica di mancato soddisfacimento delle specifiche esigenze con personale militare in possesso di idonea qualificazione;

     d) i membri degli organi di rappresentanza dei militari di cui all'articolo 1476, inviati in missione ai sensi dell'articolo 1478 o al seguito di dipendenti di grado più elevato, siano obbligati a usufruire di vitto e alloggio gratuiti forniti dall'amministrazione;

     e) all'articolo 1818, la speciale indennità pensionabile attribuita ai generali o ammiragli delle forze armate sia determinata tenuto conto del limite previsto dall'articolo 3 del DPCM 23 marzo 2012;

    2. modificare la legge 1o aprile 1981, n. 121, affinché:

     a) all'articolo 5, comma 3, la speciale indennità pensionabile attribuita al capo della polizia-direttore generale della pubblica sicurezza sia determinata tenuto conto del limite previsto dall'articolo 3 del DPCM 23 marzo 2012;

     b) siano abrogati i commi 22 e 23 dell'articolo 43 e l'articolo 43-ter;

    3. abrogare gli tabella 3 e 5 della legge 28 febbraio 2000, n. 42;

    4. sospendere fino al 31 dicembre 2015 il programma pluriennale di A/R n. SMD 0212009, relativo all'acquisizione del sistema d'arma Joint Strike Fighter e la realizzazione dell'associata linea FACO/MROU nazionale, con conseguente riduzione del 50 per cento degli importi da erogare annualmente per il medesimo programma pluriennale;

    5. versare al bilancio dello Stato i risparmi conseguenti all'adozione delle misure di cui ai precedenti punti 1, 2, 3 e 4.

9/5534-bis-A/86. Maurizio Turco, Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Mecacci, Zamparutti.
 




DIFESA, COMELLINI (PDM): MODELLO A 170MILA? IN REALTA' ANDRANNO VIA SOLO 8.571 MILITARI

"A parte i normali pensionamenti, – prosegue Comellini – mi sembra che il personale interessato dal provvedimento fruirà di benefici e di protezioni che in altri settori dell'impiego pubblico non sono mai stati adottati"

 

Redazione

"In merito allo schema di decreto  all'esame del CDM che tanto sta preoccupando il personale militare è bene precisare che nonostante questo stabilisca una riduzione a 170 mila soldati dall'attuale modello a 190mila, il taglio riguarderà solo 8.571 unità. Infatti, dalla lettura dei numeri riportati negli atti parlamentari ci si può rendere conto che in realtà l'attuale consistenza numerica delle Forze armate (EI, MM, AM) e di 178.571 militari (cappellani compresi). – Marco Comellini, Segretario del Partito per la tutela dei Diritti di Militari e Forze di polizia (Pdm) –  A parte i normali pensionamenti, – prosegue Comellini – mi sembra che il personale interessato dal provvedimento fruirà di benefici e di protezioni che in altri settori dell'impiego pubblico non sono mai stati adottati e quindi il gracidare del Cocer e gli allarmismi mi sembrano fuori luogo, ancorpiù quando provengono da generali che sono contemporaneamente parte e controparte nei processi decisionali e nei partecipatissimi tavoli tecnici con i rappresentanti del Governo. – Conclude il segretario del Pdm – Il Ministro Di Paola prosegua pure nella sua azione di risanamento delle Forze armate ma abbia l'accortezza di destinare i risparmi che riuscirà a realizzare al finanziamento di quei progetti come la previdenza integrativa e il riordino delle carriere dei ruoli non direttivi che sono attesi da oltre 10 anni e non invece, come sembra sia intenzionato a fare, riservarli per l'acquisto di armamenti o al finanziamento delle inutili missioni di guerra che tanto piacciono ai generali."
 




URANIO, PDM: “MAI PIU' MORTI SENZA RISPOSTE, SALVO CANNIZZO E' VITTIMA DELL'ASSENZA DELLO STATO”

Pdm: "abbiamo presentato una interrogazione diretta al Ministro della difesa, ammiraglio Di Paola, a prima firma del deputato radicale Maurizio Turco, cofondatore del Pdm, che oggi attende ancora la dovuta risposta."

 

Redazione

"Ci è difficile accettare la morte di un militare soprattutto quando ciò avviene nella più totale assenza dello Stato. Occorre domandarsi se la morte del militare Salvo Cannizzo, avvenuta lo scorso 17 settembre, sia normale in un paese che si dice civile ma in cui i vertici della Difesa ignorano ogni richiesta di aiuto che gli previene dalle centinaia di militari ammalatisi per e a causa del servizio prestato. – Dichiarano in una nota dal Partito per la tutela dei Diritti di Militari e Forze di polizia (Pdm) – Come facciamo ormai da oltre tre anni anche in questo caso, lo scorso 10 luglio, quando la protesta del militare è stata degnata di attenzione dai media per il suo gesto di civile protesta – prosegue la nota – che lo ha portato a incatenarsi in via Etnea davanti la sede catanese dell'Ars, abbiamo presentato una interrogazione diretta al Ministro della difesa, ammiraglio Di Paola, a prima firma del deputato radicale Maurizio Turco, cofondatore del Pdm, che oggi attende ancora la dovuta risposta. Ci auguriamo che questa sia l'ultima volta in cui la morte di un militare vittima del dovere e del servizio precede le dovute risposte dello Stato perché in questo caso Salvo Cannizzo è vittima dell'assenza dello Stato."

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16918
presentata da MAURIZIO TURCO martedì 10 luglio 2012, seduta n.663

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. – Al Ministro della difesa. – Per sapere – premesso che:

sul sito web del Corriere del Mezzogiorno del giorno 2 luglio 2012 è pubblicato un articolo dal titolo "I soldi non bastano, ex marò afflitto da tumore fa "sciopero della chemio""; nell'articolo si legge «[…] questa mattina un ex marò del Battaglione San Marco costretto sulla sedia a rotelle a causa di un tumore al cervello si è incatenato in via Etnea davanti la sede catanese dell'Ars. Il suo nome è Salvo Cannizzo ed a causa del male incurabile contratto nel 2001 al termine di una missione in Kosovo, durante la quale vennero usati proiettili all'uranio impoverito, gli restano solamente 6 mesi di vita. «Fino a qualche mese fa – racconta ai cronisti ed ai tanti cittadini colpiti dalla sua drammatica vicenda – ricoprivo un incarico civile per il Ministero della difesa, dal quale oggi ricevo una pensione di 769 euro. Una miseria, poiché 350 sono destinati alla mia ex moglie e che con gli altri devo mantenere la mia nuova famiglia e pagarmi le cure» ed ancora «La lotta farmacologica contro il neuroblastoma è dolorosa e soprattutto molto costosa: per la chemio ed altri controlli specialistici sono necessarie frequenti trasferte in Lombardia». «Da tre mesi a questa parte – continua Cannizzo – sono stato costretto a mettere in atto uno 'sciopero della chemio' perché non ho più i soldi per recarmi a Milano dove si trovano i medici che seguono il mio caso. Il paradosso è che teoricamente dovrei ricevere un contributo di oltre 2 milioni di euro, ma nel mio caso non è stata riconosciuta come causa del tumore il contatto con l'uranio impoverito. Penso non sia un caso che su 9 colleghi del mio stesso reparto impegnati in Kosovo dal 1998 al 2001 ben 5 si trovino oggi in queste condizioni. Non ho ricevuto nessun aiuto dalle istituzioni e dal mondo della politica, dire che sono disperato è riduttivo» -: quale sia la situazione del militare in premessa riguardo alla pratica di riconoscimento di dipendenza da causa di servizio del militare e quali siano le peculiari motivazioni adottate per il diniego da parte del Comitato di verifica per le cause di servizio e dalle autorità sanitarie militari; quale sia lo stato di trattazione del contenzioso relativo al militare Salvo Cannizzo e a quale articolazione centrale della Difesa sia a carico il contenzioso sanitario in materia, anche a seguito della soppressione e della redistribuzione del personale del servizio contenzioso della ex direzione generale della sanità militare. (4-16918)

 




ROMA, RIORGANIZZAZIONE SANITA' MILITARE, COMELLINI: "MINISTRO DI PAOLA FA SUE NOSTRE PROPOSTE"

Comellini: "Vista l'attenzione che il Ministro Di Paola dedica alla nostra attività – e per ciò gli siamo grati – voglio approfittarne dell'occasione per chiedergli di intervenire anche sulla valorizzazione del personale sanitario non medico – sia militare che civile – migliorando le sinergie con il personale del servizio sanitario nazionale,"

 

Redazione

"L’analisi del Ministro della Difesa del 9 agosto 2012 riprende molte delle proposte volte alla riorganizzazione del servizio sanitario militare, tra cui la razionalizzazione dell'intera area di vertice centrale della Difesa, contenute nel disegno di legge (A.C. 2858) recante “Delega al Governo per il riordino del Servizio sanitario militare” presentato il 27 ottobre 2009 dal deputato radicale Maurizio Turco, cofondatore del Partito per la tutela dei diritti di militari e Forze di polizia (Pdm). – Dichiara Luca Marco Comellini – Segretario del Partito per la tutela dei Diritti di Militari e Forze di polizia (Pdm) – In particolare nelle indicazioni del Ministro – prosegue Comellini -si rileva una particolare attenzione sulle questioni,chew abbiamo segnalato con diverse interrogazioni parlamentari, quali quelle del Policlinico Militare e del Dipartimento di Lungodegenza di Anzio, allo scopo di aumentarne gli attuali livelli di funzionalità, ivi compresa la trasformazione del Celio in IRCCS e del Dipartimento di Lungodegenza in struttura di assistenza per il personale reduce delle attività di missione fuori area, come indicato tra l'altro nella proposta di legge presentata dal PDM. Adesso non resta che attendere che le gerarchie militari a cui è rivolta la citata lettera attuino quanto auspicato dal Ministro per avere un servizio sanitario militare efficiente e realmente aderente alle esigenze di salute del personale. Vista l'attrenzione che il Ministro Di Paola dedica alla nostra attività – e per ciò gli siamo grati – voglio approfittarne dell'occasione per chiedergli di intervenire anche sulla valorizzazione del personale sanitario non medico – sia militare che civile – migliorando le sinergie con il personale del servizio sanitario nazionale,- conclude il Segretario del Pdm – in particolare di quello infermieristico, psicologo e tecnico sanitario che nell'attuale quadro di situazione risulta essere decisamente sottodimensionato e sottorappresentato rispetto alle potenzialità che può esprimere per la tutela della salute del personale alle Armi."