Il viaggio verso il “Premio Castel Gandolfo 2019” Intervista esclusiva all’Avvocato Giuseppe Mazzotta sul “Servizio di ascolto e sostegno per prevenire tragedie Familiari”

“Il rapporto tra creditore e debitore vive nel quadro di una relazione complessa, che esprime valori anche nelle sue criticità, poiché l’eventuale scarsità di risorse induce i suoi protagonisti a scegliere e a valorizzare: recuperare situazioni di crisi del debito significa favorire la crescita di tutti i soggetti coinvolti”.
Questo, in estrema sintesi, il pensiero dell’Avvocato Giuseppe Mazzotta, presidente Unione giuristi cattolici di Pisa, che abbiamo contattato per avere una sua valutazione sociale del “Servizio di ascolto e sostegno”
per le situazioni Sovraindebitamento, in vista del suo intervento al convegno sul tema: “La persona umana come valore fondante del nostro ordinamento Costituzionale”, programmato per le ore 17 del 25 gennaio, a Castel Gandolfo.

L’avvocato pisano è stato chiamato dal Prefetto Francesco Tagliente a portare la sua testimonianza al Convegno promosso dal Sindaco Milvia Monachesi insieme agli organizzatori del Premio Castel Gandolfo: la giornalista Chiara Rai e la dottoressa Maria Grazia Piccirillo.

L’avvocato Mazzotta dell’Unione Giuristi cattolici è stato uno dei componenti del Servizio di ascolto e sostegno, attivato a Pisa dopo il suicidio di un imprenditore colpito dalla crisi economica, e si è occupato personalmente della difesa legale di alcuni assistiti dimostrando una grandissima vocazione e solidarietà sociale .

In attesa di sentire la sua testimonianza lo abbiamo raggiunto per rivolgergli alcune domande. Ecco il testo dell’intervista esclusiva che ci ha rilasciato.

Avvocato Mazzotta, ci anticipa cos’è e di cosa si occupa il servizio di ascolto e sostegno?
Un nucleo di persone espressione delle più diverse competenze, economiche giuridiche ed anche psicologiche ma, soprattutto, operanti in un ambito professionale ed in una posizione istituzionale altamente pertinente e sensibile rispetto alla condizione dell’indebitato.

Con quale modalità?
Volendo sintetizzare in un’immagine, possiamo pensare ad un’orchestra, nella quale ciascuno, dagli avvocati ai commercialisti, da Agenzia delle Entrate, all’Ordine degli Avvocati, dei Commercialisti, dei Notai, dai rappresentanti delle Banche alle Organizzazioni di Volontariato, degli Artigiani e delle Camere di Commercio, e tanti altri ancora, operano su uno spartito unico, in armonia tra loro, e con una comune finalità, azionando ogni strumento utile a recuperare ad una presenza sociale e, possibilmente,
professionale e di mercato, quei soggetti che, data la loro condizione indebitamento, non avrebbero più alcuna oggettiva possibilità di riprendersi con i soli e unici mezzi posti a contenuto del rapporto
obbligatorio.

Con quali benefici per il sistema?
Vede, una famiglia sovraindebitata, che viene recuperata ad una condizione di solvibilità, ricomincerà a lavorare, a stabilire nuovi e più virtuosi rapporti economici, rientrerà nel sistema del mercato, azionando altre risorse economiche, e tutti gli altri soggetti economici torneranno a relazionarsi economicamente e socialmente con essa: l’ingrediente più prezioso dei rapporti economici è la fiducia e le scelte volte al recupero di situazioni di crisi la rafforzano.

Mi faccia un esempio concreto
Le posso citare l’ultimo è più complicato caso che è stato possibile risolvere, ovviamente rispettando la riservatezza dei soggetti coinvolti: una famiglia con una piccola impresa entra in una condizione di sovraindebitamento ovvero, a fronte di una condizione di insolvenza, mette in atto azioni che, complice la crisi economica degli ultimi anni, non fanno che portarla ad un indebitamento sempre maggiore, sino a quando la produzione del suo debito, divora, giorno dopo giorno, ogni sua energia, aumentando per effetto di un proprio moto, ormai spontaneo e inarrestabile, privandola di ogni speranza di possibile ripresa.

Quindi? Che succede?
In quella famiglia vive un ragazzo con gravissimi problemi di salute, dalla nascita: mentre ci si accorge che non si riesce a pagare, anche per le più immediate necessità, si guarda a quel ragazzo sul cui futuro non si è
più in condizione di rassicurare, arrivano anche i tradizionali mezzi di esecuzione, precetto, pignoramento, che aggrediscono l’unico bene di proprietà di quella famiglia, ma che soprattutto minacciano la condizione
di quel giovane, in gravissime condizioni di salute che, se costretto ad uscire da quell’immobile, ne riceverebbe un trauma ulteriore ed irreparabile.

Come siete intervenuti?
E’ stato esaminato il caso, con un gruppo di esperti, di una commissione costituita ad hoc, con le esclusive competenze necessarie al caso stesso e si è rilevato come la disastrosa prospettiva di una vendita all’asta dell’appartamento di quella famiglia, da un lato, avrebbe privato il debitore del suo essenziale appartamento e, dall’altro, avrebbe privato invece il creditore del 80 – 90% dell’ammontare originario del proprio credito: vi era anche, però, la possibilità di ricorrere a risorse che, ad una valutazione professionale, risultavano essere state sino a quel momento totalmente trascurate.

Come vi siete mossi?
Nel rispetto di quella famiglia che, per ragioni identificate e curate anche mediante competenze professionali in abito sociale e psicologico, oltre che economico, non aveva azionato quei meccanismi di salvaguardia della propria attività che avrebbero impedito il tracollo di fronte alla difficoltà.

Con quali tempi?
Quelli iscritti nella struttura e nella genetica codice di quello specifico rapporto credito – debito e, in particolare, quelli necessari a ricostituire un tessuto organizzativo e relazionale funzionale al recupero di quel credito: oggi quella famiglia ha compreso che cosa non ha funzionato, ha reperito risorse utili a soddisfare il credito evitando la vendita all’asta, in tal modo permettendo al creditore di rientrare al 70% del proprio credito. Si è arrivato ad una transazione che lasciato a quella famiglia la propria casa, la
possibilità di conservare nel proprio congiunto ammalato la fiducia di poter essere curato dai propri famigliari. Il mercato ha recuperato un soggetto economico che, restituito ai normali rapporti sociali ed economici, attiverà meccanismi, questa volta virtuosi e ricomincerà a sentirsi utile agli altri con la propria attività, creando anche lavoro per gli altri.

Ottima iniziativa forse sarebbe il caso di diffonderla …
Mah, vede, non si tratta di una pur lodevole iniziativa personale di alcuni volenterosi pionieri, bensì di Protocollo di Intesa per l’Istituzione di un Servizio di Ascolto e Sostegno dei soggetti che versano in situazioni di disagio originate da motivi economici o comunque riconducibili alla situazione di crisi economica, un servizio pubblico e gratuito, nato, il 19 settembre 2013, ad un tavolo convocato dall’allora Prefetto di Pisa Francesco Tagliente che, previa individuazione delle regole di funzionamento dell’organismo, ha predisposto un regolamento successivamente approvato dal Ministero degli Interni, con l’appoggio sottoscritto da oltre cinquanta realtà professionali e istituzionali della città, che hanno messo a disposizione la propria competenza e presenza nel tessuto economico sociale per la soluzione delle situazioni di crisi delle quali parliamo

Un protocollo insomma…
Direi meglio, una risposta, un atto di servizio, ma anche l’esercizio di una responsabilità verso chi si trova in difficoltà, non perché ha deciso di andare a vivere in un atollo del Pacifico ma perché vive ed opera in un
sistema di relazioni sociali ed economiche delle quali tutti noi facciamo parte integrante con i benefici dei quali possiamo, invece di scartare, rendere partecipe chi ha contribuito a produrlo prima di essere
sopraffatto dalle difficoltà.

Allora buon lavoro …
Grazie, accetto e ricambio ma nell’ambito dell’augurio che, nel nostro lavoro professionale, con i nostri collaboratori ci scambiamo ogni mattina sapendo che non facciamo nulla di più del nostro dovere quotidiano poiché, per tentare di risolvere situazioni di grande difficoltà, non abbiamo necessità di aggiungere alcun impegno professionale a quelli che già abbiamo salvo orientarci in sintonia con le competenze e i servizi già espressi dagli altri.

Alle 17 di venerdì 25 aprile verro ad ascoltare il sui intervento a Castel Gandolfo. Parlerà di questo caso ?
Non mi è stato assegnato un tema specifico quindi mi adeguerò alle esigenze che mi saranno rappresentate dal prefetto Tagliente che mi ha chiesto di partecipare al Convegno e che per la circostanza interviene
anche come chairman e moderatore dell’evento.