VACCINO MENINGITECH: SCENARI INQUIETANTI, SCARSA MODALITA’ DI CONTROLLO DEI BAMBINI

I legali Mastalia, Vaccari e Ciriello, nel tutelare i diritti di molte famiglie di bambini vaccinati con i lotti incriminati invitano l’Aifa, il Ministero della Salute e l’European Medicenes Agency, a rispondere seriamente sui fatti gravi avvenuti a danno dei piccoli bambini che hanno ricevuto la dose vaccinale del Meningitech, anche dopo il suo ritiro ufficiale

di Cinzia Marchegiani

Uno scenario inquietante che ha coinvolto e sta preoccupando molte famiglie di bambini in una storia di malasanità tutta italiana. Sul banco degli imputati troviamo la gestione delle informazioni istituzionali in merito ai vaccini facoltativi prima inoculati e poi ritirati dal mercato perché contenevano dei contaminanti pericolosi. Potete immaginare la disperazione vissuta dai genitori che hanno scoperto, per caso, che i propri figli hanno ricevuto la dose del vaccino Meningitech esattamente con i lotti specifici ritirati dal mercato, e molti di questi bambini sono stati inoculati al centro vaccinale di appartenenza anche dopo la pubblicazione dello specifico ritiro sul sito dell’Aifa. Ma andiamo per ordine!

L’ANTEFATTO
Il 13 ottobre 2014 l’AIFA aveva comunicato di aver già disposto in data 26 settembre 2014 e 6 ottobre 2014 il ritiro dal commercio del Vaccino Meningitec Sospensione Iniettabile in siringa preriempita AIC 035438062 della ditta Nuron Biotech BV. La ditta produttrice di questo vaccino contro alcuni ceppi della meningite aveva segnalato che all’interno delle fiale del vaccino vi era la presenza di corpo estraneo color arancio rossastro identificato come ferro e acciaio inossidabile, nei seguenti lotti G76673 scad. 09/2014; H20500 scad. 11/2014 ; H45452 scad. 02/2015; H45457 scad. 02/2015; H92709 scad. 02/2015; J55457 scad. 09/2016; J70483 scad. 09/2016; H99459 scad. 06/2015; H52269 scad. 06/2015; J01106 scad. (?) J01114 scad. (?)

IL CASO
Più di trenta famiglie, in gran parte della regione Lazio, si sono rivolte all’avvocato Roberto Mastalia, chiedendo di essere tutelate legalmente poiché hanno accertato, dal numero del lotto apposto sul libretto sanitario dei propri figli (che deve essere obbligatorio per legge) che i propri figli hanno ricevuto la somministrazione dei lotti incriminati ed alcuni di essi addirittura l’inoculo è avvenuto in data successiva a quella del ritiro ufficiale.
L’AIFA nel frattempo con comunicato ufficiale metteva a tacere sospetti e allarmismi, dichiarando che:”la Commissione Scientifica dell’AIFA o CTS nei giorni 21-23 ottobre 2014, dopo la valutazione delle evidenze disponibili, analisi dei dati di sicurezza effettuata dall’Ufficio di Farmacovigilanza sulle segnalazioni di reazioni avverse per i lotti ritirati di vaccino Meningitec, incluse le più recenti e la documentazione fornita dall’ Azienda produttrice, conferma che dai dati non emerge nessun segnale di sicurezza, né sono state dimostrate reazioni avverse particolari ricollegabili al specifico difetto di qualità che ha portato al ritiro dei lotti in Italia.”

NOTA LEGALE ALL’AIFA, MINISTERO DELLA SALUTE E EMA
Gli avvocati che sono stati nominati dalle famiglie dei bambini trattati con i lotti specifici inoltrano importanti considerazioni non solo al’AIFA ma al Ministero della Salute e all’European Medicenes Agency, contestando le modalità di trasparenza e rassicurazioni esercitate nei confronti in questo caso di malasanità. Nello specifico gli avvocati contestano che sono stati vaccinati con lotti specifici ritirati dalla Nuron Biotech durante il corso dell’anno 2014, anche dopo il ritiro cautelativo e inoltre c’è un genitore che ritiene che sia stato somministrato al proprio figlio un lotto vaccinale recante una strana colorazione arancione peraltro non inserito tra quelli sottoposti a ritiro e per tale motivo ritengono necessario un ulteriore e serio approfondimento. L’avviso bonario legale ai rappresentati istituzionali e garanti della salute pubblica solleva punto per punto importanti quesiti e richieste, oltre ad informazioni scientifiche che contrastano pesantemente con comunicati pubblicati dall’AIFA tesi esplicitamente a rassicurare il pubblico:
1) Il servizio di farmacovigilanza passivo del nostro paese, basato sulle segnalazioni provenienti al 99% da professionisti del settore, è pressoché inesistente stante la cattiva abitudine dei predetti professionisti a sottovalutare la portata di qualsiasi voglia reazione astrattamente avversa e a tranquillizzare, forse anche con il fine di evitare grane personali, gli interessati in senso lato; tant’è vero che vengono segnalati esclusivamente i casi di gravissime reazioni avverse immediate quali per esempio i casi di shock anafilattico. Negli USA, dove esiste un servizio di farmacovigilanza molto più efficiente di quello italiano, affidato non solo alla FDA ma anche alla CDC e a VAERES, le stesse amministrazioni federali ammettono di non essere in grado neppure di raccogliere il 10% delle reazioni avverse….
2) Decine di studi scientifici internazionali attestano la potenziale neurotossicità e dannosità di tutta una serie di metalli, soprattutto quando questi, come nel caso di specie, hanno la possibilità di entrare nell’organismo per via intramuscolare, ovvero bypassando tutte le difese dello stesso per giungere direttamente del sistema nervoso, attraverso l’apparato gastrointestinale, al sistema nervoso
3) I molteplici danni neurologici-immunitari e autoimmuni che possono essere causati o anche semplicemente slatentizzati da certe sostanze, così come rilevabile dalle centinaia di studi scientifici pubblicati sulle più prestigiose riviste medico-scientifiche oltre che dalle stesse tabelle del VAERES statunitense, nella stragrande maggioranza dei casi fanno parte dei cd “danni lungo latenti” ovvero di danni che possono rimanere “latenti” per giorni, mesi ed addirittura anni prima di mostrare i loro effetti per cui comunicati stampa come quelli pubblicati nei giorni scorsi non solo sono contrari alla scienza e al buonsenso ma non possono sortire alcun effetto tranquillizzante in genitori o soggetti che abbiano avuto la possibilità di approfondire l’argomento.
4) I controlli post produzione sui farmaci e, come in questo caso i vaccini, vengono troppo spesso demandati alle stesse case farmaceutiche produttrici, notoriamente giuridicamente quanto contrattualmente “irresponsabili” per danni a terzi con ovvie e gravi ripercussioni in ordine di sicurezza dei prodotti; sicurezza che, contrariamente a quanto accade di solito, dovrebbe essere costantemente garantita da organismi pubblici imparziali e privi di conflitti di interessi.

La missiva dei tre legali apre scenari inquietanti, soprattutto il dato oggettivo che documenta come le autorità garanti alla salute pubblica abbiano molto velocemente cestinato il suddetto caso senza sentire l’obbligo e il dovere di monitorare il grave fatto accaduto. Nel merito i legali fanno presente che non ci si può esimere dal rilevare:”come appaiono francamente inverosimili sia la presunta tipologia di contaminazione ‘ossido di ferro e acciaio’ sia il fatto che, a distanza di giorni, non sono stati ancora in grado di verificare la reale natura, la modalità di contaminazione, la quantità dei materiali esterni ritrovati”.
Proprio sui vaccini, mentre le istituzioni continuano a rassicurare con conferenze a go go che sono super sicuri, anacronistici sono invero i ritiri dal commercio di svariati lotti di diverse tipologie di vaccini causati, secondo le comunicazioni “ufficiali” da contaminazioni delle più svariate sostanze, dai virus a sostanze non meglio precisate, fino ad arrivare al vetro. Contaminazione che come spiega la missiva:”per i sistemi di realizzazione dei prodotti e di filtraggio dei composti appaiono oggettivamente inverosimili, risibili e financo grottesche e, che spesso, così come riportato sia a suo tempo dal Ministro della salute, da altri responsabili e dai media, le segnalazioni sarebbero pervenute alle Autorità competenti addirittura con mesi di ritardo rispetto alla piena conoscenza dell’accaduto da parte della casa farmaceutica interessata senza che siano stati assunti seri problemi nei loro confronti, quanto accaduto si scontra con le continue rassicurazioni in ordine alla sicurezza dei prodotti.” Ma non solo, gli avvocati Mastalia, Ciriello e Vaccari sollevano un problema di malasanità pubblica, soprattutto quando si parla di “ritiri preventivi o cautelativi” in ordine a prodotti che sono stati distribuiti da mesi, talvolta forse da anni, e le risposte ufficiali fornite appaiono come frasi di “comodo” e piuttosto contraddittorie.

I legali pertanto chiedono immediatamente che siano resi pubblici e a loro stessi i risultati degli esami effettuati sinora sui lotti vaccinali ritirati e che vengano disposti accurati esami (ovviamente da parte di soggetti pubblici e non dalle case farmaceutiche produttrici) sui lotti vaccinali ritirati e quelli ancora in commercio nella direzione di stabilire la reale natura delle sostanze contaminanti, la quantità e la modalità con cui hanno stabilito tale contaminazione. Inoltre chiedono che i soggetti che hanno ricevuto i predetti lotti vengano sottoposti ad un attento e costante monitoraggio da parte di strutture pubbliche in collaborazione con professionisti scelti direttamente dalle famiglie interessate, e che sia attivato un protocollo che preveda le visite mediche con amnesi accurate; esami ematici specifici indicati nella lettera, che servono per verificare la quantità dei metalli nell’organismo, tra cui anche l’esame del capello, oltre a esami delle allergie e intolleranze, e EEG mirati a verificare l’eventuale insorgenza di patologie neurologiche ed autoimmuni a distanza di tempo, nei soggetti vaccinati.

Una storia piena di ombre, quelle istituzionali che nonostante i comunicati ufficiali tesi a tranquillizzare le famiglie, gli stessi legali fanno notare molte mancanze che sembrano poco indirizzate a sviscerare questo caso di malasanità. I genitori vogliono risposte concrete nei dettagli e le relative analisi e monitoraggio a spese del Servizio Sanitario Nazionale, nella speranza che non si riscontrino gravi danni alla salute dei bambini. La bontà dei comunicati vanno avvalorati dai dati, altrimenti non si può parlare di trasparenza istituzionale.