IL MINISTERO DELLA LORENZIN DA DELLO SCEMO A 10 MILIONI DI ITALIANI

di I.G.

Dare dello “scemo” a una persona racchiude in sé l’attribuzione di un concetto negativo e dispregiativo. Secondo la sentenza del 10 Novembre – 15 dicembre 2014, n. 52082 della suprema Corte di Cassazione, in tali casi scatta il reato di ingiuria e nel caso l'appellativo sia rivolto ad un pubblico ufficiale di oltraggio.
Eppure uno spot televisivo fatto realizzare dal ministero della Salute dal titolo "Ma che sei scemo?”,  vede l'attore Nino Frassica dare l'appellativo di scemo ad un ragazzo intento ad accendersi una sigaretta e ad un altro ragazzo che guida il motorino senza casco. Lo spot poi termina con la scritta  "Chi fuma è scemo ma anche chi non si mette il casco" frase questa riprodotta verbalmente anche da Frassica.

Senza nulla togliere all'obiettivo della pubblicità e pur condividendone il messaggio che si intende far passare, che è quello di non fumare e di non guidare senza casco, ci si chiede se chi ha ideato lo spot ha tenuto conto di quanto stabilito dalla Cassazione, ovvero che dare dello scemo ad una persona equivale al reato penale di ingiuria e nel caso di pubblico ufficiale di oltraggio.
 

A quanti fumatori è stato quindi rivolto l'appellativo di scemo? Davvero molti, considerando che in Italia ci sono all’incirca 10 milioni di fumatori, compresi anche i pubblici ufficiali.

Dunque in Italia ci sarebbero, secondo lo spot promosso dal ministero della Lorenzin, almeno 10 milioni di “scemi”. Forse era il caso di pensare a qualcosa di diverso che non andasse contro il rischio di incorrere, da parte del Ministero, nel reato di ingiuria o di oltraggio.

Siamo tutti autorizzati a dare dello scemo a chi fuma? Pubblici ufficiali compresi? Quindi se vediamo fumare un poliziotto siamo autorizzati a dirgli: “Che fai, a scemo!. Come siamo caduti in basso.

Pubblichiamo l'estratto, facilmente comprensibile, della sentenza n. 52082 pronunciata in data 15 dicembre 2014 dalla Suprema Corte di Cassazione, sez. V penale; nel caso de quo gli ermellini sono stati chiamati a chiarire se la parola "scemo" avesse valenza ingiuriosa ai sensi della legge penale.
"Quanto alla natura della parola scemo, occorre ricordare che le frasi volgari e offensive sono idonee ad integrare gli estremi del reato (di oltraggio) anche se siano divenuto di uso corrente in particolari ambienti perchè l'abitudine al linguaggio volgare e genericamente offensivo proprio di determinati ceti sociali non toglie alle dette frasi la loro obiettiva capacità di ledere il prestigio del pubblico ufficiale, con danno della pubblica amministrazione da esso rappresentata (nella fattispecie era stata ritenuta oltraggiosa la frase "vieni qui scemo, cretino".