Indiscrezioni su ossa in Nunziatura Vaticana: forse due corpi, un uomo e una donna

Sembrerebbero due corpi e sembrerebbe – il condizionale è d’obbligo – che uno dei due possa essere riferito ad un uomo. A riportare l’indiscrezione la genetista forense Marina Baldi durante la puntata di ieri di Officina Stampa, il programma di approfondimento giornalistico trasmesso ogni giovedì alle 18 in diretta web condotto dalla giornalista Chiara Rai.

Si formulano dunque le prime ipotesi in attesa dei risultati delle analisi del Dna che gli esperti della polizia scientifica stanno effettuando sulle ossa rinvenute nel pomeriggio dello scorso 30 ottobre nel locale annesso alla sede della Nunziatura apostolica di via Po a Roma.

IL VIDEO DELLA PUNTATA DI OFFICINA STAMPA DELL’8/11/2018

Marina Baldi, consulente di parte per i casi di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori

Baldi ha voluto evidenziare il fatto che non si capisce chi abbia diffuso la notizia della riconducibilità dei resti ossei alle due ragazze scomparse nel 1983. Una notizia risultata deflagrante che non ha trovato nessun riscontro oggettivo e che ha fatto scatenare l’immaginario collettivo. E cosa ben più grave, ha rimarcato Baldi, il fatto che le famiglie Orlandi e Gregori lo abbiano appreso dai giornali senza che nessuno le abbia informate.

“Siamo ancora nella parte nebulosa” ha specificato la genetista forense ha poi ricordato il fatto che per ora ci si trova di fronte solo a delle ipotesi. E che i rilievi portati avanti dalla polizia scientifica insieme al consulente vaticano risultano molto complessi. I frammenti ossei che sono stati trovati in una prima stanza della Nunziatura riguardano la teca cranica, alcune parti di mandibola, circa 80 frammenti ossei vari e alcune parti del bacino. In un’altra stanza sono stati invece trovati un altro mucchiettino di frammenti ossei e per questo si è ipotizzato che possa trattarsi di due corpi diversi. “In realtà si sta cercando di ricomporre questo corpo o questi corpi, – ha spiegato Baldi – per capire se ci sono pezzi doppi.”

Marina Baldi ha spiegato che le caratteristiche tra maschio e femmina sono difficili da rilevare quando ci si trova di fronte a dei frammenti. La conformazione del bacino che nelle donne è più largo perché preposto al parto o la conformazione del massillo facciale sono riscontri che possono essere effettuati quando ci si trova di fronte ad uno scheletro intero e ben conservato.




Ritrovamento ossa umane nella Nunziatura Vaticana, iniziate le analisi. Il Medico legale: “Ossa non troppo degradate” Si attendono i primi dati

ROMA – Le analisi sulle ossa ritrovate nella Nunziatura Vaticana inizieranno a breve, e i resti “non sembrano troppo degradati”. Lo afferma Gianni Arcudi, direttore della Medicina legale dell’Università di Roma Tor Vergata, il perito nominato dal Vaticano. “Inizieremo nel pomeriggio le analisi, i reperti non sono ancora stati aperti – afferma Arcudi -. Ad un primo esame non sembrano troppo degradati, anche se sono stati interrati in un terreno umido, ma lo sapremo con certezza solo dopo aver pulito le ossa”.

Le analisi dei reperti

Potrebbe arrivare dunque già oggi una prima significativa accelerazione dell’indagine avviata dopo il ritrovamento di alcune ossa nella sede della Nunziatura Apostolica, a Roma. Il primo dato certo che i pm attendono dai risultati della Scientifica sarà quello sul sesso, mentre per la datazione della morte e l’individuazione del Dna bisognerà aspettare ancora alcuni giorni.

Gli inquirenti effettueranno una serie di analisi sui reperti e anche sul teschio rinvenuto da quattro operai nel corso di lavori di ristrutturazione nell’edificio. Verifiche attente sono state condotte in questi giorni sull’arco dentale: da un primo esame esterno, l’attenzione degli investigatori si è soffermata sulla presenza di un dente, probabilmente un molare, che potrebbe essere quello del giudizio e ciò porterebbe ad escludere che si tratti di un bambino. Il dente del giudizio, infatti, viene sottolineato, compare generalmente tra i 16 e i 25 anni, ma anche su questo aspetto dovranno essere effettuati ulteriori accertamenti tecnici.

L’attività istruttoria

Per quanto riguarda l’attività istruttoria, che punta anche a ricostruire tutte le fasi che hanno portato al rinvenimento dei reperti, i magistrati intendono acquisire tra l’altro una serie di documenti legati ai lavori di ristrutturazione effettuati a Villa Giorgina negli ultimi decenni. Dal punto di vista tecnico-giuridico la documentazione, se conservata negli uffici della Nunziatura in via Po, potrebbe essere data in visione agli inquirenti senza sostanziali passaggi formali. Se, invece, le carte sono custodite presso il Governatorato o l’Apsa, l’ente che gestisce gli immobili della Santa Sede, i magistrati dovrebbero ricorrere ad una rogatoria internazionale che, inevitabilmente, allungherebbe i tempi dell’indagine. Una ipotesi, quest’ultima, che però potrebbe essere scongiurata in base al principio di collaborazione che in queste ore le autorità vaticane hanno instaurato con la magistratura capitolina.

Tra i documenti che presto potrebbero finire all’attenzione dei pubblici ministeri, anche quelli relativi a tutti gli ‘inquilini’ dell’ambasciata della Santa Sede a Roma e, in particolare, a chi ha alloggiato nella dependance dove è stata fatta la scoperta. Uno spunto investigativo, tutto da verificare, porta – come abbiamo ricordato – ad un custode che ha vissuto lì negli anni ’60 e della cui moglie si persero le tracce improvvisamente. C’é chi ha parlato di frequenti dissidi tra i due, di litigi che sarebbero potuti perfino degenerare in un omicidio. Ma i tempi, sottolinea un investigatore vicino al dossier, non tornano: il pavimento di quel seminterrato sarebbe stato sostituito negli anni ’80 ed è in quel periodo che dovrebbe essere stato interrato il corpo (o i corpi) i cui resti sono stati rinvenuti l’altro giorno.




Sparizione Mirella Gregori e Emanuela Orlandi, colpo di scena: trovate ossa umane in edificio della Santa Sede

Sono in corso in Vaticano “accertamenti” sul rinvenimento di alcune ossa in area extraterritoriale vaticana in un edificio di proprietà della Santa Sede. Si tratta di un locale annesso alla sede della Nunziatura apostolica di via Po a Roma.

IL VIDEO SERVIZIO TRASMESSO A OFFICINA STAMPA LO SCORSO 5 MAGGIO 2018

Allo stato attuale non è ancora certo a che epoca risalgano i resti e se riguardino una sola persona. In passato si sarebbero verificati altri episodi analoghi. Si stanno eseguendo comparazioni, concentrate in particolare sul cranio e sui denti, per verificare se i resti rinvenuti si ricolleghino al caso di Emanuela Orlandi. Le indagini si svolgono in collaborazione con la magistratura italiana.

Durante “alcuni lavori di ristrutturazione di un locale annesso alla Nunziatura apostolica in Italia, sito in Roma in via Po, 27, sono stati rinvenuti in un seminterrato alcuni frammenti ossei umani” spiega il comunicato della Santa Sede.

Il Corpo della Gendarmeria, spiega la nota, è “prontamente intervenuto sul posto informando i Superiori della Santa Sede che hanno immediatamente informato le autorità italiane per le opportune indagini e la necessaria collaborazione nella vicenda”.

Allo stato attuale, spiega il Vaticano, il procuratore capo di Roma, dottor Giuseppe Pignatone, ha delegato la polizia scientifica e la squadra mobile della questura di Roma al fine di “stabilirne l’età, il sesso e la datazione della morte”.

Il ritrovamento delle ossa, presumibilmente di donna, sarebbe avvenuto ieri pomeriggio

Le indagini sul ritrovamento infatti non sono state delegate dalla procura di Roma che ha aperto un fascicolo per omicidio, reato che permette di espletare un ampio ventaglio di accertamenti. A breve è atteso l’affidamento delle indagini da parte dell’autorità giudiziaria italiana in particolare per quanto riguarda i rilievi sui frammenti, il prelievo del DNA e l’eventuale comparazione con quello di reperti relativi a Emanuela Orlandi e Mirella Gregori.

La Procura di Roma procede per omicidio

L’autorità giudiziaria italiana ha disposto accertamenti tecnici per cercare di individuare a chi appartengano questi resti. Il lavoro degli inquirenti punta in particolare a verificare se le ossa possano essere compatibili con il Dna di Emanuela Orlandi ma anche di Mirella Gregori, entrambe scomparse a Roma nel 1983, quando erano minorenni.




Scomparsa Mirella Gregori, la sorella: “Abbiamo elementi per riaprire il caso”

Faccio un appello finalizzato alla riapertura del caso di mia sorella Mirella Gregori.  Se c’è un avvocato che se la sente di rimettere mano agli atti processuali, alle prove raccolte negli anni per presentare una solida istanza di riapertura del caso io sono qui. Perché per noi questo caso non è chiuso, Mirella è scomparsa e noi vogliamo arrivare alla verità”.

L’appello, lanciato da Maria Antonietta Gregori giovedì 3 maggio in occasione della trasmissione web tv Officina Stampa condotta dalla giornalista Chiara Rai

Maria Antonietta Gregori ha ripetuto l’appello nell’aula magna dell’Università eCampus in via Matera a Roma di fronte a un gremito pubblico di persone che hanno partecipato al convegno promosso in occasione della ricorrenza dei 35 anni dalla scomparsa della 15enne Mirella Gregori che oggi avrebbe 50 anni.

Il convegno

Un convegno molto interessante con ospite principale Maria Antonietta Gregori e che ha vantato la presenza di Rita Neri, responsabile Università degli Studi eCampus sede di Roma, Andrea Mario Ferraris presidente dell’associazione Penelope Lazio, Flaminia Bolzan Mariotti Posocco consulente in processi penali di rilievo nazionale e ospite di trasmissioni televisive su temi di cronaca e sociale, Marina Baldi biologa e specialista in genetica medica e consulente tecnico in materia di genetica forense, Chiara Rai giornalista direttore del quotidiano d’inchiesta L’Osservatore d’Italia e collaboratore del quotidiano Il Messaggero, Fiore De Rienzo giornalista responsabile della cronaca nera de La Vita in diretta, Già inviato de la trasmissione Chi l’ha visto?

Una pagina di cronaca nera italiana che non è mai stata risolta

I crimini, le scomparse hanno sempre qualche falla, non sono perfetti ed è ai presunti errori che bisogna dare la caccia. È importante che negli anni non si dimentichi. Spesso Gregori e Orlandi vengono accomunate, ma forse sostanzialmente perché  entrambe sono scomparse nel 1983 a 40 giorni di distanza l’una dall’altra e perché ci sarebbero alcuni elementi che e pseudo testimonianze che vorrebbero legare i due fatti. Comunque le ragazze non si conoscevano e neppure le famiglie delle stesse. Ma ci sono elementi che le avvicinano o accumunano come il fatto che nei comunicati dei rapitori di Emanuela spuntò il nome di Mirella; i contatti delle adolescenti con venditori di prodotti Avon; la presenza nelle due indagini dell’allora vicecapo della vigilanza vaticana, Raoul Bonarelli

Come scompare Mirella Gregori?

Nel pomeriggio del 7 maggio 1983 Mirella uscì di casa e non vi fece più ritorno. Il giorno della scomparsa, la ragazza si recò regolarmente a scuola e tornò a casa attorno alle 14, dopo essersi intrattenuta qualche tempo in un bar vicino a casa assieme ad un’amica. Quest’ultima dichiarò che lei e Mirella avevano parlato del più e del meno e non seppe fornire altre informazioni.

Tornata a casa, Mirella fu chiamata al citofono da un sedicente amico, tale “Sandro”, alle cui richieste di uscire avrebbe esclamato: «Se non mi dici chi sei, non scendo!», per poi prendere tempo e proporre di vedersi attorno alle 15:00. A quell’ora, la ragazza effettivamente uscì, dicendo alla madre che “aveva un appuntamento” presso il monumento al bersagliere di Porta Pia con un vecchio compagno di classe, il quale, peraltro, quel pomeriggio era impegnato altrove. Da quel momento la famiglia non ha più avuto notizie della ragazza.

La ricostruzione nel servizio di Officina Stampa

 

L’americano e il canale con la Santa Sede

Emblematica e di rilievo la figura dell’“Americano“, colui che ha è riuscito ad avere un canale telefonico privilegiato con la Santa Sede e ha rivendicato entrambe le sparizioni. Chiamò al bar dei Gregori, rispose il marito di Maria Antonietta e disse ‘Prendi carta e penna e scrivi’ e dettò le etichette degli abiti che Mirella indossava il giorno della scomparsa, biancheria compresa. Mirella poteva aver avuto un canale con il Vaticano? È possibile.  Il collegamento con la Santa sede può essere stato rappresentato dalla figura di una guardia del corpo di papa Giovanni Paolo II. Quest’uomo abitava vicino alla casa della famiglia Gregori e qualche volta si sarebbe fermato a parlare con Mirella.

Fu la madre di Mirella a riconoscere quest’uomo

La donna, il cui stato d’animo e ricordi hanno fatto parte di un interessante racconto del cronista Di Rienzo che l’ha conosciuta, ha visto  durante una visita del Papa alla parrocchia romana di San Giuseppe il 15 dicembre 1985, un uomo della Vigilanza vaticana facente parte della scorta, Raoul Bonarelli. Quella persona spesso si intratteneva con la figlia e una sua amica in un bar vicino a casa. Dopo un primo riconoscimento però la mamma di Mirella, secondo i racconti del giornalista Di Rienzo, quando le furono fatti vedere dei filmati di quel giorno diede l’impressione di avere paura, di essere intimorita e neppure si soffermò tanto a guardare le immagini. Insomma disse di non riconoscere nessuno

Ma ci sono anche altri elementi di cui si è parlato al convegno

Chiara Rai ha commentato nei particolari il documento del 31 ottobre 1983 che avrebbe meritato un approfondimento da parte degli inquirenti. Invece i nomi presenti su quel documento del SISDE pubblicato in esclusiva dal giornalista Tommaso Nelli su Cronaca&Dossier.it, non sono stati ascoltati in merito. I servizi segreti hanno riportato i particolari di una intercettazione ambientale dalla quale si evince chiaramente che la figlia dei gestori del bar situato all’epoca sotto l’abitazione dei Gregori (nell’intercettazione parlava con una commessa di un negozio vicino, sua amica) sarebbe stata al corrente dell’identità dell’uomo che convinse Mirella a seguirlo.

Gli inquirenti concentrarono le attenzioni su Sonia De Vito, coetanea e definita da Maria Antonietta Gregori la migliore amica di Mirella. Sonia è la figlia dell’allora proprietario del bar “Italia”, situato all’inizio di via Nomentana, proprio sotto casa dei Gregori.

Le due ragazze, quel pomeriggio, prima che Mirella andasse via con “Alessandro”, trascorsero alcuni minuti assieme. Come scritto nel documento , a un certo punto, pronunciate dalla De Vito, «venivano udite chiaramente le seguenti frasi:

Certo… lui ci conosceva, contrariamente a noi che non lo conoscevamo… quindi poteva fare quello che voleva…

Come ha preso Mirella poteva prendere anche me, visto che andavamo insieme…».

Sonia De Vito conosceva l’uomo che portò via per sempre Mirella Gregori. Ma chi era? Perché non hanno accertato chi fosse l’altra amica della conversazione e se fosse al corrente dell’identità del misterioso rapitore?

Nel corso del convegno sono stati snocciolati diversi aspetti

Correttamente è stata anche fatta la cronaca della vile messinscena dei due plichi con la lettera, i ritagli di giornale, capelli, terriccio, un merletto e alcuni negativi fotografici recapitati oltre cinque anni fa alla sorella di Mirella Gregori e a una compagna di musica di Emanuela Orlandi. Il materiale fu sequestrato dalla Squadra mobile e l’epilogo è noto a tutti. Come lo stesso mistero della foto con il teschio: il cranio, appartenuto a una certa Eleonora De Bernardi, morta il 23 agosto 1854, si trovava nei sotterranei della chiesa di Santa Maria dell’Orazione e Morte, in via Giulia. Alla cripta si può accedere liberamente e il teschio era collocato su una nicchia ad altezza d’uomo, quindi facilmente fotografabile. Inutile continuare a ricordare il codardo atto di chi all’epoca ha cercato notorietà.




Emanuela Orlandi: si accende la speranza di nuove indagini in Vaticano

ROMA – A novembre la famiglia di Emanuela Orlandi, cittadina del Vaticano scomparsa misteriosamente all’età di 15 anni il 22 giugno 1983, ha presentato denuncia di scomparsa presso la gendarmeria, dove è stato chiesto inoltre di conoscere la documentazione, sulla vicenda, custodita presso la Santa Sede. Una documentazione segreta che qualora dovesse essere resa pubblica potrebbe svelare molte dinamiche e intrecci che potrebbero coinvolgere, presumibilmente, anche noti esponenti della criminalità romana

L’Avvocato Laura Sgrò, legale di Pietro Orlandi, ha dichiarato che “la denuncia è stata presentata in gendarmeria perché non era mai stata presentata nessuna denuncia di scomparsa presso lo Stato Vaticano, l’unica denuncia da cui partirono le indagini fu presentata alla Polizia italiana. In questo momento lo Stato Italiano non ha nessuna indagine in corso; sono state archiviate le indagini per cui abbiamo pensato di fare riaprire il fascicolo in Vaticano anche e soprattutto perché non sono mai stati svolti ufficialmente interrogatori in Vaticano. Tra l’altro abbiamo anche chiesto di avere spiegazioni in relazione a tutta una serie di incongruenze”.Emanuela Orlandi avrebbe compiuto 50 anni il 14 gennaio. Un altro compleanno senza di lei, senza festeggiamenti né candeline sulla torta, dove la gioia e la condivisione del tempo trascorso ha lasciato spazio al vuoto e all’angoscia di un limbo fatto di silenzi e depistaggi. Una vicenda avvolta da una fitta cortina di mistero, che mette in risalto le ombre, occultando la luce e nascondendo sotto il tappeto le verità scomode gridate a gran voce dalla famiglia in tutti questi anni.

Maria Pezzano Orlandi, madre di Emanuela, ha deciso di rompere il silenzio con una toccante lettera pubblicata dal Corriere della Sera. Parole forti di una madre che vive nel limbo da quella misteriosa e torbida estate del 1983, una donna che non ha mai smesso di cercare la propria figlia. Maria Pezzano Orlandi fa fatica ad immagine la propria bambina con i capelli grigi, le rughe in viso ma ancora oggi aspetta un bacio, un abbraccio e un “ti voglio bene”. “Ricordo ancora quando nel 1993 tuo padre, Pietro e io, dopo una segnalazione, partimmo per il Lussemburgo con il cuore in gola, certi di venirti a prendere in un monastero di clausura. Quando vidi quella ragazza, che per nulla ti assomigliava, fu per me come se ti avessero rapito una seconda volta: in un solo attimo sono passata dalla gioia più grande al dolore più profondo” ricorda la madre, sottolineando che in quel momento si era annullata in lei la speranza di ritrovarla. Maria Pezzano Orlandi conclude dicendo che continueranno a cercarla e non si arrenderanno “Finché avremo forza, finché avremo fiato, finché avremo vita, tu sarai sempre il nostro primo pensiero.  La mia speranza, mai sopita, è che chi sa cosa ti ha portato via dalla tua casa possa avere un rigurgito di coscienza e indicarci come ritrovarti”.

Angelo Barraco

 




Emanuela Orlandi, nastro cancellato: e se la voce fosse di Mirella Gregori?

 
di Angelo Barraco
 
 
“Anni 15, alta mt. 160 è scomparsa” è la frase che compariva su tutti i manifesti affissi in territorio romano e raffiguravano un volto giovane con una fascia in testa, sorridente e di bell’aspetto.
 
Era scomparsa Emanuela Orlandi, una cittadina vaticana di 15 anni che da quel fatidico 22 giugno 1983 viene cercata in lungo e in largo da familiari e forze dell’ordine ma da allora tutto tace, quasi cristallizzato in un silenzio che si intreccia prepotentemente con succursali di mezze verità da parte di chiunque sia entrato a gamba tesa su questa storia e che non trovano però riscontro in una concretezza urlata a gran voce dai familiari.
 
Il 7 maggio 1983 scompare a Roma un’altra ragazza di bell’aspetto, giovane e bella, si tratta di Mirella Gregori. Due sparizioni a distanza di breve tempo, due casi che sembrano intrecciarsi e numerosi collegamenti con alte sfere, depistaggi e silenzi di chi probabilmente sapeva ma ha preferito nascondersi nell’ombra. In merito alla scomparsa di Emanuela Orlandi è stata dichiarata la parola fine poiché la Cassazione ha confermato l’archiviazione in merito alla scomparsa della 15enne cittadina vaticana scomparsa il 22 giugno 1983 e il ricorso presentato dalla famiglia è stato dichiarato inammissibile. Per la scomparsa di Emanuela Orlandi erano stati indagati per omicidio e sequestro di persona Sergio Virtu', autista di De Pedis, Angelo Cassani, detto 'Ciletto', Gianfranco Cerboni, detto 'Gigetto', stretti collaboratori del boss della Magliana, oltre a monsignor Vergari e alla supertestimone Sabrina Minardi, amante di 'Renatino che aveva fatto scottanti rivelazioni.

Esattamente 25 giorni dopo la scomparsa della giovane, arriva una telefonata alla sede dell’Ansa a Roma, in cui si comunica che li vicino era stato lasciato un nastro in cui era impressa la voce di Emanuela Orlandi. Il documento viene immediatamente acquisito e il Sisde stila anche un documento in cui descrive e trascrive i contenuti del nastro. Nella relazione si parla di voci maschili ma nell’inciso non vi è traccia, chi ha manomesso il nastro e perché? Nel documenti inedito del Sisde letto da “Chi l’ha visto?” il 14 settembre 2016 si legge che “Secondo quanto riferito da familiari di Emanuela a Funzionari di Polizia, la voce (prima facciata) di donna corrisponde –con buona probabilità- a quella della giovane scomparsa il 22 giugno” in riferimento ad Emanuela Orlandi. Il documento continua “Dall’ascolto della registrazione si evince che la stessa è stata fatta mentre la ragazza veniva sottoposta a stimolazioni dolorose di intensità variabile e progressivamente crescente (scariche elettriche?)” continua dicendo che “Dall’ascolto del nastro si è tratta l’impressione che il soggetto passivo, di sesso femminile, sia stato sottoposto a sevizie, presumibilmente di carattere sessuale, da almeno tre persone di seguito. I soggetti attivi, appaiono di nazionalità italiana, e due di loro tradiscono un accento simile ad romanesco. I rumori di fondo presenti nella registrazione potrebbero indicare che le “sevizie” hanno avuto luogo in un ambiente chiuso situato in centro urbano”. Il documento quindi parla della presenza di uomini all’interno della scena ma il nastro mandato in onda invece non presentava tali voci, chi ha cancellato quelle voci e perché? La voce femminile che si sente su nastro dice “Oh dio, il sangue, quanto sangue” e si lamenta. Si sentono in sottofondo rumori urbani e la voce respira affannosamente lamentando dolori, urlando e piangendo. Pronuncia le parole “Sto svenendo, sto svenendo” e urla ripetutamente, come se in quel momento il suo corpo fosse sottoposto a continue scariche elettriche. In sottofondo si sente un leggero rumore “zanzaroso” che fa pensare alla diffusione di elettricità sul soggetto passivo. Pronuncia la frase “dovevo darti quel numero di telefono”. Nei punti dove si dovrebbe sentire la voce maschile, riportato nel documento del Sisde, vi è il vuoto, sezione palesemente cancellata. Il soggetto passivo sembra subire scariche elettriche, tale affermazione non viene fatta soltanto a seguito di quanto riporta il documento ma anche in base ad un ascolto attento poiché si sente un leggero rumore di diffusione di energia, quasi “zanzaroso” –come detto poc’anzi-  che porta a pensare che fosse oggetto di sevizie mediante questo sistema.
 
La scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori presentano un’evidente linea di demarcazione territoriale tra Roma e Vaticano. Il nastro che riporta la registrazione della ragazza è stato fatto trovare in territorio romano, in Via della Dataria. La domanda che ci siamo posti è la seguente: E’ se quella voce fosse di Mirella Gregori? E’ stata fatta una comparazione vocale con il suddetto nastro e la voce di Mirella?
 
Abbiamo intervistato Pietro Orlandi, fratello di Emanuela Orlandi, parlando con lui del nastro sopracitato e di quella che potrebbe essere una nuova pista investigativa da percorrere per identificare quella voce.

– Di recente si è tornato a parlare del caso di Emanuela Orlandi a seguito della diffusione del contenuto audio di un nastro rinvenuto 25 giorni dopo la scomparsa di tua sorella, grazie al programma “Chi l’ha visto?”. Quando hai ascoltato per la prima volta il nastro?
Il 17 luglio del 1983 è stato trovato in Via della Dataria. C’è da dire che qualche giorno prima, credo il 13, i presunti rapitori chiamando un’amica di Emanuela gli dissero di avvisare l’Ansa perché avevano lasciato una cassetta sotto il colonnato di San Pietro, poi andarono li quelli dell’Ansa ma non trovarono nulla. Qualche giorno dopo, il 17 appunto, fecero una nuova telefonata all’Ansa dicendo proprio questo “noi avevamo lasciato una cassetta sotto il colonnato di San Pietro ma è stata prelevata da due funzionari vaticani, per questo motivo lasciamo la copia di quella cassetta, la potete trovare in Via della Dataria avvolta in un manifesto”, quelli dell’Ansa sono andati e l’hanno trovata intorno alle 23.00.

– E’ stato reso noto un documento in cui vi è la trascrizione del nastro ma l’inciso presenta delle manomissioni. Qual è stata la vostra reazione a seguito di tale comparazione?
Io all’epoca questo nastro non lo ascoltai. Andarono soltanto mio zio, mio padre e poi dopo qualche tempo mia sorella e mio padre lo ascoltò con mio zio e loro ricordavano benissimo il fatto che c’erano, oltre alla voce di questa ragazza che secondo i rapitori doveva essere Emanuela, loro ricordavano benissimo che c’erano anche altre voci maschili e questo me lo ha confermato qualche giorno fa un poliziotto che all’epoca lavorava e lui lo ha ascoltato la sera stessa che è stato preso da quelli dell’Ansa ed è stato consegnato alla mobile e lui lo ha ascoltato la sera stessa quindi ha confermato che quelle voci c’erano. Questo nastro fu mandato al SISDE per fare un’analisi e andò anche al SISMI per un’analisi da parte loro. Entrambi, sia il SISDE che il SISMI, trascrissero il contenuto di questa cassetta e appunto c’erano anche le voci maschili di tre uomini e tra l’altra dall’analisi del SISMI loro fecero anche un confronto con la voce che i presunti rapitori fecero ascoltare i primi giorni a casa nostra con una telefonata dove si sentiva la voce di una ragazza che diceva “Frequento il secondo Liceo Scientifico quest’anno farò il terzo…” ripetuto diverse volte e che per noi era la voce di Emanuela e secondo l’analisi del SISMI il nastro fatto trovare in Via della Dataria con la voce di quella ragazza corrispondeva alla voce della ragazza che ci avevano fatto ascoltare i primi giorni. Non si era parlato quindi di spezzoni di film pornografici quindi è finita li la cosa però questo nastro poi fu dato alla Criminalpol infine arrivò alla Procura, il fatto è che io in Procura non avevo mai ascoltato questo nastro, la storia fini così nel senso che loro dissero che erano spezzoni di un film porno e per noi era stato un sollievo nel senso che pensare che quella voce potesse essere di Emanuela era tremendo quindi il fatto che loro ci assicurarono era uno spezzone di un film porno noi ci tranquillizzammo e finì così. Non se ne parlò più di questa cosa, solo adesso ad inchiesta chiusa. Ovviamente l’archiviazione non è stata molto gradita nel senso che secondo me è stata voluta questa archiviazione, bisognava chiudere questa vicenda. Poi mi sono andato a vedere tutte le carte, ho cercato carte in Procura, all’archivio di Stato e volevo assolutamente ascoltare questo nastro che non avevo mai ascoltato. Quindi ho ascoltato questo nastro che era a disposizione della Procura, quello che poi hai anche ascoltato a “Chi l’ha visto?” che l’ha mandato integrale. Poi ho trovato dei documenti dei Servizi che analizzavano questa cassetta dove apparivano queste voci maschili e mi son domandato: “allora queste voci che fine hanno fatto? Perché sono state cancellate?”. Da li è nata la cosa che “Chi l’ha visto?” mi ha aiutato in qualche modo a rendere pubblico il tutto, è stato duro anche per noi prendere la decisione di rendere pubblico il nastro però secondo me era necessario perché avvolte sai bisogna forzare la mano perché anche l’opinione pubblica si renda conto di quello che è successo e per fare in modo che se ne parli che l’unico modo è parlarne per riuscire a tirarne fuori qualcosa. Soprattutto perché volevo che questo nastro lo ascoltassero quelle persone che sanno cosa è successo all’epoca solo che si sentono la coscienza a posto perché non hanno avuto la responsabilità diretta e allora io vorrei che si rendessero conto di che persone stanno proteggendo con il loro assurdo silenzio. Per questo motivo era importante fare ascoltare fare ascoltare anche quella voce. Poi adesso mi domando e vorrei sapere assolutamente, vorrei ascoltare la cassetta originale anzi vorrei che la Procura in questo momento lo prendesse proprio come un dovere il fatto di ascoltare questa cassetta e capire cosa è successo. Una risposta ce la devono dare, una giustificazione a questa manipolazione. Per il momento si tratta di manipolazione a meno che non arrivi una giustificazione particolare del motivo per cui è stata riversata solo una parte, finchè non avrò spiegazioni per me è stata una manipolazione e si doveva nascondere qualcosa. 
 
– Secondo voi come mai il nastro è stato manomesso?
Stando così le cose sembra evidente che non si volessero fare ascoltare determinate voci, quantomeno non si voleva che quelle voci arrivassero in Procura perché è evidente che tra SISMI, SISDE e Criminalpol arrivate in Procura sia arrivato senza quelle voci quindi in una di queste tre istituzioni è stata tolta la voce. Se uno pensa che il SISDE e il SISMI hanno fatto un’analisi corretta, sta di fatto che la cassetta è arrivata in un modo ed è arrivata agli inquirenti in Procura in un altro e questa è quella che attualmente avevano gli inquirenti. 
 
– La vicenda di Emanuela Orlandi risulta collegata con la scomparsa di Mirella Gregori, cittadina romana. Tra i due casi però, c’è sempre stata un’evidente linea di demarcazione tra Vaticano e Roma. Il nastro recentemente reso pubblico è stato rinvenuto in territorio romano. E’ se la voce impressa fosse di Mirella Gregori? E’ stata fatta una comparazione con la sua voce?
Questo sinceramente non lo so se è stato fatto, all’epoca i rapitori quando lasciarono il nastro dissero che sul nastro c’era appunto la voce di Emanuela quindi si pensò alla questione di Emanuela ma non so se hanno fatto una comparazione, non posso saperlo perché non ho mai sentito la voce di Mirella.

– Secondo te potrebbe essere un’ipotesi attendibile questa?
Non te lo so dire, guarda, non te lo so dire. In questo momento non ricordo però se il 17 luglio già era uscito il legame con Mirella, adesso mi sfugge, non ricordo esattamente quando ci fu un momento in cui furono legate le due vicende non ricordo se il 17 erano state legate. Però certo, è un’ipotesi che potrebbero comunque vagliare ma questo sarebbe importante soltanto quando ritroveranno il nastro originale che probabilmente era anche più lungo di quello che stava in Procura. Guarda si potrebbero fare tantissime cose perché avendo adesso, a distanza di 33 anni, quel nastro originale e capisci che le strumentazioni a disposizione per analizzare e scovare all’interno di una cassetta sono molto di più rispetto a quelle dell’83 e chissà quante cose potrebbero uscire fuori, magari anche altre voci che all’epoca non si sentivano quindi sarebbe importantissimo questo, si potrebbero capire bene alcune parole  che c’è stato sempre un po’ il dubbio su alcune parole, riascoltare soprattutto queste voci maschili e separarle dal resto. In fondo ci sono stati degli indagati in questa vicenda e quindi ci potrebbe essere la possibilità di fare un confronto con gli indagati per esempio…

– Secondo te come mai hanno voluto far ritrovare il nastro proprio in quel luogo specifico?
Certo, mi sembra strano il fatto che il primo nastro era stato lasciato a San Pietro e il secondo era stato lasciato al Quirinale, i due luoghi simbolo di due Stati che in qualche modo sono stati legati da questa vicenda: Stato Italiano e Stato Vaticano. E’ sa tenere in considerazione il fatto che, se è vero quello che dicono i rapitori, era stata lasciata la copia di quel nastro anche sotto al colonnato e che se è vero che è stato prelevato ed era a disposizione dei funzionari vaticani vorrebbe dire che quattro giorni prima che questo nastro arrivasse alla Polizia, era già passato in mano al Vaticano. Il Vaticano era a conoscenza di quel nastro e di quelle voci quindi anche loro avranno sentito quelle voci. 

– Secondo te la scomparsa di Emanuela Orlandi è strettamente legata alla scomparsa di Mirella Gregori? Quali sono gli elementi che mettono in stretta connessione i due casi?
Quello mi è rimasto sempre il dubbio sinceramente perché ci stanno tanti elementi che portano a pensare che siano collegati, c’è da capire se sono stati legati dopo.

– Secondo te quali sono gli elementi di connessione tra i due casi…
Quelli che sono emersi al di là di quello che dissero i presunti rapitori di Emanuela che ad un certo punto inserirono nei loro messaggi anche il nome di Mirella. Quando mandarono, non ricordo se una lettera, al Giudice Martella che si occupava di entrambi i casi dicendo che in un tentativo avevano preso Mirella per fare pressioni sullo Stato italiano, loro all’epoca legavano sempre la questione Ali Agca, quindi facevano questa pressione sullo Stato Italiano e quello Vaticano però non avendo avuto riscontro allora hanno alzato il tiro puntando su una cittadina vaticana. Ma questo ripeto, è sempre quello che dissero loro all’epoca e poi il legame con il Vaticano nacque con il funzionario della gendarmeria Vaticana, persona che la madre di Mirella riconobbe durante una visita del Papa nella loro parrocchia, vide questa persona e riconobbe questa persona in un tizio che spesso vedeva sotto il Bar anche a parlare con Mirella. Trovarono il nome di questa persona in un funzionario vaticano, misero il suo telefono sotto controllo e fu chiamato dalla magistratura. Il giorno prima di presentarsi dagli inquirenti intercettarono la chiamata tra lui e il suo superiore e lui chiedeva che cosa doveva dire e questi gli diceva “Tu del caso Orlandi non sai niente e soprattutto non dire che abbiamo indagato all’interno e che sta tutto in segreteria di Stato” lui naturalmente disse quello che gli dissero di dire e fini li la storia, anzi, finito quell’interrogatorio diedero la cittadinanza vaticana a questa persona e li fini la storia. Da quel momento fu anche legata la questione di Mirella nel senso che la madre aveva visto questa persona parlare con Mirella e che era un funzionario della gendarmeria vaticana quindi si legarono in questo senso i due casi. 

– Cosa ne pensi di Marco Accetti e che legami pensi che abbia avuto con la scomparsa di Emanuela?
E’ difficile capirlo, lui adesso dovrebbe subire un processo per calunnia e autocalunnia e speriamo che da quel processo esca fuori qualcosa e lui si decida…lui per adesso si è sempre autoaccusato, ha denunciato, ha raccontato dei fatti, però purtroppo non ha mai fornito prove a supporto di quello che diceva. Sono tutte cose dette da lui poi però purtroppo non ha mai fornito prove e non ha mai voluto dare i nomi, neanche in Procura, delle persone coinvolte insieme a lui perché diceva che non poteva, non avrebbe mai fatto la spia quindi non faceva i nomi di queste persone. L’unico nome che fece era quello della sua ex moglie e per questo adesso è accusato di calunnia. Lui potrebbe aver avuto un ruolo diretto o indiretto nel senso potrebbe aver avuto un ruolo nella scomparsa, magari piccola manovalanza, la piccola rotella di un raggio molto più grande. L’altro dubbio potrebbe essere che lui si possa essere inserito in questa storia nel senso che non si sa per quale motivo magari ha seguito questa storia e si è inserito magari facendo delle telefonate anonime, scrivendo dei messaggi, anche lui comunque come Sabrina Minardi ha messo in mezzo anche De Pedis perché secondo lui De Pedis era presente quando Emanuela è scomparsa. 

– Ricordo la famosa telefonata a “Chi l’ha visto?” che segnalava la tomba di De Pedis…
Questa telefonata diceva “ Se vuoi sapere cosa è successo a Emanuela andate a vedere chi è sepolto” come se volesse far capire il legame che c’era tra Stato, Chiesa…voleva far capire a cosa era legata questa vicenda di Emanuela. Però per non lasciare nessun dubbio, si è decisi ad aprire e togliere questa cosa. Da quel momento la vicenda si è legata anche perché dal 2008 usci la Minardi che fece le dichiarazioni che coinvolgeva alcune persone legate alla Magliana e poi quello è stato il nucleo centrale dell’attuale inchiesta. L’inchiesta si è incentrata soprattutto sulla questione della Magliana come manovalanza.  

– Sabrina Minardi, ex compagna di Renatino De Pedis, ha fatto delle importanti rivelazioni in merito a circostanze e luoghi. Come le reputi le sue dichiarazioni?
All’80% veritiere, 70/80% veritiere.
 
– Un nastro con tre voci eliminate: chi hanno voluto coprire secondo te?
Sicuramente li se c’erano tre voci non erano le voci di chi aveva lasciato la cassetta li. Evidentemente erano le voci di persone che volevano coinvolgere…forse una sorta di minaccia nei confronti di qualcuno. Persone che sicuramente non avevano avuto un comportamento fantastico, sicuramente persone che erano coinvolte. Anche se era un collage di pezzettini, potrebbero essere anche voci di diverse ragazze e hanno voluto far capire che c’erano determinate persone che facevano delle cose non normali con le ragazze e hanno voluto coinvolgere queste persone mandando pezzettini di nastri, voci di personaggi che spesso e volentieri si dedicavano a queste attività non bellissime…personaggi legati alla pedofilia, al traffico di minori, mi ha dato quella di sensazione come per dire “vi ricordate voi cosa avete fatto?”. Io mi aspetto che la Procura, chi ha archiviato, si renda conto dell’errore che ha fatto archiviando, anche ascoltando la voce di quella ragazza che chiede giustizia, chiunque essa sia. E’ la voce di una che chiede giustizia comunque e io spero che il procuratore capo di Roma che ha archiviato si renda conto dell’errore che ha fatto e faccia il dovere che il suo mestiere richiede. Chi fa quel lavoro lo fa con passione e la passione di quel lavoro è quella di dare giustizia e quindi in questo caso la giustizia sarebbe sconfitta e chi fa quello di lavoro non può permetterlo.



EMANUELA ORLANDI E MIRELLA GREGORI: UN GIORNO TUTTO PER CAPIRE

di Angelo Barraco

Roma “Giornata Evento Mirella & Emanuela” è il nome della manifestazione che  In data 16 gennaio, a partire dalle ore 15.30, avrà luogo presso il Teatro San Raffaele, sito in Via San Raffaele n.6, nel quartiere del Trullo a Roma. L'ingresso è gratuito. Nel pomeriggio avranno luogo tre distinti momenti, alle ore 16 avrà inizio la conferenza “Piste e depistaggi nel caso Gregori-Orlandi”. In questa fase verranno analizzate le piste battute dagli inquirenti nel corso di questi anni, dove non sono mancati i colpi di scena, non sono mancati i depistaggi e ci sono stati anche i millantatori. A parlare di questo aspetto della vicenda Gregori-Orlandi saranno i giornalisti Fiore De Rienzo, Pino Nazio, Raffaella Notariale, Fabrizio Peronaci, Anna Maria Turi, gli avvocati Giacomo Frazzitta e Antonio Maria La Scala, il vaticanista Giacomo Galeazzi, la genetista Marina Baldi. Inoltre saranno presenti Pietro Orlandi e Maria Antonietta Gregori, che da sempre lottano per la verità sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. La conferenza sarà moderata dalla giornalista Nadia Milliery Ognibene. Dalle 19:00 alle 19.40 avrà luogo il corto teatrale “Le Realtà Sospese” della compagnia “Il tempo dell’arte”, sotto la direzione di Emiliano Frattaroli, con Carlo Cianfarini, Patrizia Ciabatta, Elena Larocca e musicato da Emiliano Branda.Il cantautore Simone Cristicchi si esibirà alle ore 20:00 in un monologo appositamente scritto per Mirella ed Emanuela. La lotta per la verità su Emanuela Orlandi e Mirella Gregori non si arresta e malgrado il Tribunale di Roma abbia deciso di archiviare la vicenda, ciò non ha fermato la determinazione dei congiunti che hanno presentato ricorso in Cassazione poche settimane fa. Un mistero iniziato in quel lontano 1983 e negli anni sembra infittirsi sempre di più.