Caso Stefano Cucchi, il superteste a Ilaria: “Mi dispiace”

“Mi dispiace”. A rivolgere queste parole ad Ilaria Cucchi, dopo l’interrogatorio reso in aula davanti alla Corte d’Assise, è Francesco Tedesco, il carabiniere imputato di omicidio preterintenzionale che ha accusato gli altri due militari coimputati nel processo per la morte di Stefano Cucchi. Dopo essersi sottoposto all’esame testi, Tedesco si è alzato dirigendosi verso Ilaria, sorella del detenuto morto nel 2009, e stringendole la mano le ha pronunciato la frase.

“Dopo il primo schiaffo, Stefano non ha avuto il tempo di lamentarsi, non ha gridato. È caduto in terra stordito e non ha urlato neppure dopo il calcio che gli è stato sferrato a terra. Poi, quando l’ho aiutato a rialzarsi, gli ho chiesto come stava e lui mi ha detto di stare tranquillo perché era un pugile. Ma si vedeva che non stava bene”. Lo ha detto in aula Francesco Tedesco, il carabiniere superteste e imputato di omicidio preterintenzionale che ha accusato del pestaggio gli altri due militari coimputati




Morte Cucchi, chiesto processo per 5 carabinieri

 

ROMA – La procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio dei cinque carabinieri coinvolti nell' inchiesta sulla morte di Stefano Cucchi, avvenuta il 22 ottobre 2009 nell'ospedale Sandro Pertini. Per i tre militari che arrestarono il geometra il 15 ottobre precedente, e ritenuti autori del pestaggio, l'accusa è di omicidio preterintenzionale. Ad altri due carabinieri i reati sono di calunnia e di falso.

Il reato di omicidio preterintenzionale è stato configurato dal procuratore Giuseppe Pignatone ed dal sostituto Giovanni Musarò nei confronti di Alessio Di Bernardo, Raffaele D'Alessandro e Francesco Tedesco, all'epoca dei fatti in servizio presso il Comando Stazione di Roma Appia.

Si tratta dei militari che procedettero all'arresto di Stefano Cucchi in flagranza di di reato per detenzione di droga. Tedesco è accusato anche di falso. A Roberto Mandolini, comandante Interinale della stessa stazione di Roma Appia sono attribuiti i reati di calunnia e falso. Accusa di calunnia anche per lo stesso Tedesco, e per Vincenzo Nicolardi, anche quest'ultimo militare dell'Arma. Ai tre carabinieri accusati di omicidio preterintenzionale è contestato anche il reato di abuso di autorità per aver sottoposto Cucchi "a misure di rigore non consentite dalla legge".




Morte Cucchi, dichiarazione shock dell'avvocato Anselmo: "Erano anni che non soffriva di epilessia"

di Angelo Barraco

Roma – Novità in merito alla tragica morte del geometra Stefano Cucchi, 32enne morto all’ospedale Sandro Pertini di Roma in data 22 ottobre 2009 dopo sei giorno dall’arresto. Il Gip di Roma ha nominato nuovi esperti per far luce sulle cause del decesso del giovane romano. Secondo i periti nominati dal gip nel corso dell’incidente probatorio in merito all’inchiesta che vede coinvolti cinque carabinieri di cui tre indagati per lesioni personali aggravate e abuso d’autorità e due per falsa testimonianza, Stefano Cucchi sarebbe morto per l’epilessia e le lesioni dopo il suo arresto “non possono essere considerate” legate alla sua morte. Le lesioni quindi “non possono essere considerate correlabili causalmente o concausalmente, direttamente o indirettamente anche in modo non esclusivo, con l'evento morte”. I periti affermano che Stefano Cucchi è morto “improvvisamente” e la sua “E' stata una morte improvvisa e inaspettata per epilessia, in un uomo con patologia epilettica di durata pluriennale, in trattamento con farmaci antiepilettici”. Oltre all’epilessia “la tossicodipendenza di vecchia data puo' aver svolto un ruolo causale favorente per le interferenze con gli stessi farmaci antiepilettici", i periti hanno attribuito analoga "concausa favorente" anche alla "condizione di severa inanizione”. Hanno vagliato l’ipotesi che la morte possa essere stata determinata dalla frattura traumatica di S4 “associata a lesione delle radici posteriori del nervo sacrale”. Ipotesi comunque ritenuta meno attendibile poiché “La frattura della S4, comunque indotta, puo' essere considerata causativa dell'insorgenza della vescica neurogenica, non gia' della sua dilatazione, occorsa misconosciuta in soggetto ospedalizzato e cateterizzato”. Nella conclusione della perizia dei medici nominati per l’incidente probatorio si legge che se Stefano Cucchi “fosse stato adeguatamente sorvegliato e sottoposto a monitoraggio infermieristico, con controllo della diuresi, la dilatazione vescicale, del tutto attendibilmente, non si sarebbe verificata”. Ilaria Cucchi, sorella del giovane, scrive su facebook“Con una perizia così ora sappiamo che finalmente abbiamo ottime possibilità di vedere processati gli indagati per omicidio preterintenzionale. Con buona pace dei medici e degli infermieri che vengono continuamente assolti, è evidente che se Stefano fosse morto di epilessia, come ipotizzato nella perizia, secondo quanto dicono gli stessi periti ciò sarebbe stato possibile in funzione delle condizioni fortemente debilitate dalla sua magrezza e dalle lesioni subite nel pestaggio. Gli unici dati oggettivi scientifici che la perizia riconosce sono: il riconoscimento della duplice frattura della colonna e del globo vescicale che ha fermato il cuore” aggiunge inoltre che il perito “dice in buona sostanza che coloro che lo hanno violentemente pestato rompendogli la schiena in piu' punti non sono responsabili della sua morte per il fatto che il terribile globo vescicale che ha fermato il suo cuore non si sarebbe formato se non ci fosse stata la responsabilità degli infermieri. è questa la causa di morte da noi sempre sostenuta in questi anni, che a differenza dell'epilessia ha elementi oggettivi e riscontrati dagli stessi periti”. La famiglia del giovane ha sempre insistito appoggiando come causa della morte la frattura della S4 quindi del pestaggio. Una vicenda che ha visto sfilare nelle aule di Tribunale medici e forze dell’ordine ma che ancora oggi non è riuscita a fare chiarezza sulla morte del geometra romano. Il 18 luglio scorso sono stati scagionati dall’accusa di concorso in omicidio colposo il primario Aldo Fierro, i sanitari  Stefania Corbi, Flaminia Bruno, Luigi De Marchis e Silvia Di Carlo. Assolta anche Rosita Caponetti, medico e gli infermieri  Giuseppe Flauto, Elvira Martelli e Domenico Pepe inoltre sono stati assolti gli agenti della Polizia penitenziaria Nicola Minichini, Corrado Santantonio e Antonio Domenici. 
 
Noi de L’Osservatore D’Italia abbiamo intervistato l’Avvocato Fabio Anselmo, legale rappresentante della famiglia Cucchi che ha commentato con noi le ultime novità. 
 
– I Periti hanno detto che la morte improvvisa e inaspettata è sopraggiunta per epilessia inoltre hanno detto che le lesioni non possono essere considerate legate alla morte….
Non è vero, non han detto così. Ha detto due ipotesi di morte: epilessia oppure globo vescicale. In tutte e due le ipotesi di morte hanno influito le condizioni precarie in cui si è trovato quindi anche il pestaggio, addirittura nell’ipotesi numero due ha detto, nelle conclusioni della perizia, che la morte è stata provocata dalla sovradistensione vescicale quindi dal globo che ha fermato il cuore il quale, e lo ha detto per la prima volta un perito, il quale si è formato a causa di una lesione neurologica a causa dei traumi. Lui dice “non sono lesioni mortali perché se l’infermiere avesse vuotato il catetere non sarebbe morto”. Ma questo è un ragionamento giuridico che lascia il tempo che trova perché è chiaro che quel globo vescicale lui stesso dice che quel globo vescicale è provocato dalle lesioni quindi a casa mia questo è omicidio. Ha fatto due ipotesi: parlando anche dell’epilessia, che noi obiettivamente contestiamo ma che comunque non sarà facile stabilirlo in maniera certa. L’epilessia: ha detto che comunque sarebbe morto –a parte che di epilessia non si muore- per i farmaci e per le condizioni particolari in cui si trovava dopo il suo arresto e dopo il suo pestaggio. In entrambi i casi il nesso causale c’è. Ci sono affermazioni di principio che sembrano voler accontentare i Carabinieri, però ci sono dati scientifici, elementi di fatto che sono veri e che per la prima volta, come la frattura di L3, vengono introdotti e che cambiano tutto il quadro della  situazione. 
 
– Stefano Cucchi era epilettico? Soffriva di epilessia?
Si, era epilettico ma a differenza di quello che dicono i periti erano anni che non soffriva di epilessia e le dico che tra tutti i ricoveri non ce n’è uno per epilessia. L’epilessia –lui dice(gip)- potrebbe aver interagito con gli analgesici, gli analgesici vengono dati per le botte e quindi torniamo al nesso causale. Però lui dice dell’epilessia, nelle conclusioni, non c’è nessun elemento obiettivo di riscontro, mentre nell’ipotesi numero due del globo vescicale c’è il globo, c’è la lesione neurologica e ci sono le fratture: secondo lei il Giudice quale delle due sceglie?

– Avvocato invece il quadro che si prospetta adesso qual è?
Il 18 andremo a discutere la perizia di fronte al Giudice dopo di che il fascicolo tornerà alla Procura.

– I medici e gli infermieri del Pertini sono stati assolti…
Diciamo che i principali responsabili di tutto questo pasticcio sono i medici legali e diciamo anche i primi Pubblici Ministeri che hanno fatto un sacco di confusione. Non adesso, non quelli attuali che hanno fatto un lavoro fantastico.

– Quali sono le lesioni riscontrate sul corpo di Stefano?
La frattura di L3, la frattura del sacro, sono quelle più eclatanti. Poi ci sono le botte che ha preso in testa, sul volto e su tutte le parti del corpo, ha varie ecchimosi. Ce ne sono tante…quelle più eclatanti sono la frattura di L3, la frattura della colonna vertebrale all’altezza di L3 e la frattura dell’osso sacro. 
 
– Tutti assolti, nessun colpevole e un ragazzo ferito, picchiato e ucciso: come è morto Stefano Cucchi?
Se facciamo un’altra perizia magari sarà morto di tumore…