BERSANI E BERLUSCONI DOMANI ALLE "COLONNE D’ERCOLE"

Emanuel Galea

Bersani, deciso a sfidare mondi ignoti e densi di pericolo, sta spingendo lo Stivale a oltrepassare anche “Le Colonne d’Ercole”. Sembra poco, a lui interessa consegnare il destino della gente nel buio del Movimento Cinque Stelle.

L’incontro dei due acerrimi avversari fissato per martedì 9 aprile marca il limite invalicabile concesso dall’attuale crisi. L’Ulisse mitologico infranse la saggezza e andò oltre le “Colonne”:andar oltre era nella sua natura. Ne Bersani, e tanto meno Berlusconi, possono vantare qualsiasi accostamento al prode Ulisse.

Nel canto XXVI dell’Inferno, Dante dà una interessante versione della morte di Ulisse. Una versione su cui, tutti e due i leader faranno bene a meditare seriamente: “Cinque mesi dopo ilpassaggio attraverso lo stretto di Gibilterra una montagna altissima si mostrò all'orizzonte.Da questa ebbe origine un turbine; la nave girò tre volte nel vortice delle onde,poi si inabissò; il mare si chiuse sopra di essa”. “Tre volte il fé girar con tutte l'acque; a la quarta levar la poppa in suso e la prora ire in giù, com' altrui piacque, infin che il mar fu sovra noi richiuso”.

Qualora i due leader vogliano fare gli gnorri sappiano che quella nave sembra tanto battere bandiera Italiana e quella montagna altissima all’orizzonte non può che  raffigurare ilbaratro verso il quale ci stanno trasbordando. Oracolo di tanti saggi, economisti e politologi, le profezie delle volte si avverano.  Il M5s si trova oltre lo “Stretto di Gibilterra”, e non riesce a captare alcun segnale positivo.

In casa Bersani si è finalmente alzata un poco di marea,si è diradata la nebbia e la zattera delle trattative,arenata sulla secca “Bersani chiama Cinque Stelle”, finalmente prenderà il largo.

E’ giunta l’ora che Pier Luigi si levi la tuta da mozzo e indossi la divisa da capitano per condurre con le altre forze politiche questa nave in un porto sicuro. Se poi non se la sentirà di farlo, qualora abbia deciso di fare il ”segretario emerito” come già avevamo pronosticato in un altro scritto, si faccia da parte e ceda il posto nella cabina di regia ad altri. Persino tra i suoi fedelissimi ci sono taluni che gli faciliterebbero una dolce uscita. Ci Si augura inoltre che il Pdl,da parte sua non si fossilizzi sugli 8 punti. Siamo al tempo limite. Si auspica che si arrivi ad una sintesi dei punti cardine per un vero cambiamento,scelti dai programmi delle forze in campo. Questa è l’ora della verità: Interessi di bottega oppure quelli della Nazione. Questa volta non lo dice Susanna Camusso, lo diciamo noi: se non ora, quando?
 




LA CADUTA DEGLI DEI

Chiara Rai

“Craxi 2, il vero ostacolo sulla strada della sinistra”. Silvio ha trovato un brand e giustificazione alle sue vicende giudiziarie. I giochi potrebbero presto finire ma forse non andrà in scena il fotofinish delle monetine. Probabilmente non verrà neppure arrestato, così come pensan molti, infatti la Procura di Napoli smentisce la storiella delle manette che ha animato la cronaca odierna. Fatto sta che uveite, scompensi pressori e mal di magistratura, a mano a mano, smacchiano il leopardo, per dirla alla bersaniana. O meglio bersagliera che con otto punti come companatico continua a corteggiare i veri vincitori di queste politiche. Di queste però. Perché già la febbre d’Europa ha colpito tutti e Monti corre ai ripari dicendo in soldoni che Grillo non avrà il suo sostegno perché l’Italia ha bisogno di restare in Europa e visti i tempi che corrono…

Intanto l’ex comico continua a sparare contro la stampa con la sua ultima uscita “Povero Paese con l’informazione peggiore (di gran lunga) dell’occidente”. E bravo Beppe, continuiamo ad autodeclassarci a suon di pizza, spaghetti e mandolino. E tu saresti il leader che dovrebbe cambiare l’Italia? Quello che penso lo dico in modo chiaro: le persone che compongono il Movimento Cinque Stelle mi sembrano pulite, capaci e volenterose ma credo che vengano rappresentate da un leader non all’altezza dell’innegabile ventata di rinnovamento che si respira.

Quanti del Movimento Cinque Stelle sono fieri di questi continui attacchi alla stampa da parte del loro Beppe? Quanti vorrebbero uscire dall’Europa? Spero non tutti perché nel Movimento credo vi militino anche giornalisti e convinti europeisti. Altro che pulizia, l’ex comico vuole tabula rasa di tutto. Ma ci sarà tempo per riparlarne e forse per me per ricredermi. Me lo auguro. Intanto Grillo predica l’apocalisse: Fuori dall’Europa giocando a pallettoni con lo spread e derubando degli ultimi viveri rimasti i supermercati. Altro che Grecia: un caffè ci costerà 4 mila lire. E’ la caduta degli Dei, la caduta di tutto, per fortuna c’è un nuovo Papa almeno si sa chi è il leader in piazza San Pietro.  

 
 




GOVERNO, GOVERNISSIMO E I MESSAGGI DI NOE': LE STELLE NON LE ABBIAMO ANCORA TOCCATE

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Chiara Rai

Lo si era detto in piena campagna delle primarie Pd che si doveva invertire rotta a favore del cambiamento e facemmo un articolo incentrato sul “bischeraccio” di Renzi. [ Art. del 09/10/2012 MATTEO, QUEL BISCHERACCIO… ]

Ma le avvisaglie del popolo vengono ascoltate soltanto a posteriori quando ormai la frittata è fatta e ci ritroviamo con un non governo, una patata bollente per Giorgio Napolitano che avrebbe sperato in un altro esito per poter lasciare la scena in un clima politico più sereno. Il voto di facciata del Pd è stato partorito ieri con un Bersani che adesso strilla al cambiamento quando qualche mese fa era impegnato a cambiare le regole per lasciare indietro Renzi. Il buon bischero che adesso se la ride sotto i baffi e che da gran signore ha preso sotto braccio Bersani mentre la zattera affonda. Ciò per accertarsi, a mio parere, che la vecchia politica tocchi i fondali più profondi.

Questo ultimo tentativo di sfidare Grillo con un programma radicale, Pierluigi, è in obbligo di farlo e pur di accattivarsi l’acquolina dell’ex comico ha iniziato a parlare delle coppie gay e della loro emergenziale esigenza di tutela giuridica. Questa stracciatella non è roba per gli italiani che votando il Movimento 5 Stelle hanno dato un chiaro messaggio ai parrucconi e parassiti politici.

Adesso chiunque provi ad avvicinarsi al timone capisce immediatamente che gli elettori hanno impostato il pilota automatico verso lo sfacelo. Questa ridicola storia che uscire dall’Europa è la nostra salvezza è la beffa oltre il danno che è già sotto gli occhi della collettività. Renzi ha detto che forse il vero problema è che c’è stata troppa poca Europa, ma questo è un concetto che andrebbe approfondito per essere realmente apprezzato. Se la Germania sale e noi scendiamo sarà mica perché l’Europa, i tedeschi, l’abbiano interpretata nella giusta maniera?

Invece no, poveri disgraziati in questo momento l’unico paragone che l’universo politico vorrebbe farci digerire è quello con la Grecia. Nulla togliendo a questo godibile popolo e paese, noi italiani pesiamo molto d più della Grecia nel piatto Europeo. Dunque stavolta, tocca riequilibrare i ruoli e farla finita di fare paragoni sbagliati.

Probabilmente lo scenario sarà questo: Grillo ci riporterà al voto ma senza riforma elettorale, Bersani colerà a picco, il Pdl galleggerà perché da buon “Noe”, Alfano, ha fatto appello alla “responsabilità e dialogo” indirizzando questi due termini ad un interlocutore che mai e poi mai potrà calarsi le braghe in favore di un governassimo. Renzi si prenderà la rivincita con gli arretrati e Berlusconi, allora, si troverà davanti un competitor di cui avere timore. Nessuno ha la palla di cristallo, tocca aspettare ma in merito ai risultati di Pierluigi, adesso siamo inutilmente contenti di asserire “lo avevamo detto”.

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09/10/2012 MATTEO, QUEL BISCHERACCIO…

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ITALIA: TRA CAPORETTO E LE IDI DI MARZO LE "STELLE" CONDUCONO A CANOSSA

Emanuel Galea

 

CAPORETTO:

Il voto del 24/25 febbraio ormai è alle nostre spalle. Si sperava in una rivoluzione profonda, portatrice di una riforma sociale, politica ed economica. La campagna elettorale, se così si può chiamare, non ha lasciato altro che macerie, un quadro politico confuso e dei partiti che ancora si leccano le ferite. Ha lasciato a piedi politici di vecchia statura e questo non dispiace a molti. Sigle che, dietro di loro portavano storia e tradizione, come Fli, sono sparite dalla scena politica. Questa tornata elettorale ha lasciato segni pesanti. Molto eloquente il flop dei “nuovi”, da sinistra a destra. I risultati del voto del 24/25 febbraio registrano l’insuccesso di Ingroia e Giannino, entrambi capolista alla Camera per i rispettivi movimenti, entrambi rimasti fuori da Montecitorio. Stessa osservazione si può fare per Fini che passa dall’alto scranno della  Presidenza della Camera a un semplice “pellegrino” della politica. Casini deve accontentarsi di fare l’appendice di Monti e stessa cosa tocca a Vendola per avere abdicato a condurre la propria campagna elettorale e per aver delegato invece,  Bersani a rappresentarlo.  Quest’ultimo aveva dato tutto se stesso al momento delle primarie. Al momento della vera prova è giunto “spento” e scarico di contenuti. Monti ha scontato una politica fallimentare ed il voto non gli ha perdonato il fatto che , in fin dei conti, si è adeguato anche lui, alla “vecchia politica”. Berlusconi ha superato se stesso e nel suo sprint finale ha toccato il traguardo con il suo dito mignolo. Un suo successo personale ma, nulla rende all’esito generale. Non contribuisce a sufficienza per schiarire il quadro e tranquillizzare il Capo dello Stato. Senza alcun timore di essere smentiti, possiamo dire che il 24/25 febbraio è stata una vera Caporetto.  Il movimento Cinque Stelle, da questo amba aradam, è uscito illeso e con tutte le frecce ancora nel fodero.

LE IDI DI MARZO:

Il 15 marzo 2013 si darà il via alla XVII Legislatura. I neo deputati entreranno nel pieno esercizio delle loro funzioni. L'Assemblea procederà quindi all'elezione del proprio Presidente. Da questo momento inizieranno le prime votazioni ed emergeranno i primi ostacoli.
Bersani è stato più che esplicito sulle alleanze. “No al governissimo con il Pdl”, ha più volte ribadito. Ha invece proposto un governo “per il cambiamento” chiedendo la fiducia a M5S. La risposta di Beppe Grillo non è tardata ad arrivare e dalla sua solita postazione ha tuonato: ”Il M5S non darà alcun voto di fiducia al Pd (ne ad altri)” Da tirare fuori dal sacco rimane solamente la lista Monti. Se si considerano tutte le cose che  si sono detti durante la campagna elettorale, i “convenevoli” che si sono scambiati, c’è solamente da dubitare se questo matrimonio s’ha da fare. Molti ne dubitano. Eppure qualche decisione bisogna pur prenderla. Pesa su ogni e qualsiasi decisione la spada di Damocle del debito pubblico, gli adempimenti capestro del fiscal compact e la perdita di mercato, lavoro, produttività e scarsa fiducia nelle istituzioni. Ritornare alle urne sarebbe grave follia.  E’ stallo completo! Che fare?  Le Idi di marzo del 44 a.C. hanno visto l’assassinio di Giulio Cesare. Sia mai che le Idi di marzo di quest’anno assistano all’assassinio del Parlamento?

LE STELLE INDICANO CANOSSA:

A Bersani, uomo di dialogo e di buon senso, dopo la sua dichiarazione, ripetuta più di una volta e cioè che lui è pronto a servire il paese sia come capitano che come mozzo non gli rimane tanta scelta. Il piano in sette punti che vuole presentare al Parlamento ha scarsa possibilità di ottenere la fiducia. Un saggio suggerimento glielo ha dato il suo compagno Vendola. Anziché sfidare il M5S, dice Vendola, perché non fare un tentativo, andare a vedere le carte di Grillo. Al settimanale tedesco Focus, lo stesso Grillo ha lanciato un “salvagente” a Bersani, dicendo: "Se il Pd di Bersani e il Pdl di Berlusconi proponessero un cambiamento immediato della legge elettorale, l'abolizione dei rimborsi dei costi della campagna elettorale e al massimo due legislature per ogni deputato, noi sosterremmo naturalmente, subito un governo del genere”. Sono richieste che vengono dal basso, non chiamateli “populismi”. Nel programma del Pdl ed anche in quella di Monti e anche della stessa lista Giannino non mancano progetti interessanti per il rilancio dell’economia, del lavoro, dei consumi. Perché soffermarsi sui “sette punti”? Condividere quello che è buono, anche se proviene dall’orto degli altri, non significa andare a Canossa. E’ una prova d’intelligenza e segno di vero amore verso il proprio paese. Mai come oggi l’Italia ha chiamato la classe dirigente alle proprie responsabilità. Ci auguriamo che nessuno dei partiti mancherà all’appello.

 




GRILLO, LA RIVOLUZIONE HIGH TECH DEL MOVIMENTO CINQUESTELLE E L’IMBARAZZANTE SILENZIO DEI MEDIA

Gabriella Resse

Si può dire di tutto su Grillo, ma qualunque sia infine il giudizio che la storia darà a lui ed al Movimento Cinque Stelle, una cosa è certa: quest’uomo e l’organizzazione del movimento, stanno segnando uno spartiacque tra il vecchio modo di concepire la politica e la nuova dilagante concezione della partecipazione attiva dei cittadini nella pratica di governo, fatta di web ,blog, meetup ,interconnessioni in tempo reale, streaming video, Twitter e Facebook.

Un sistema che per quanto dileggiato e deriso da chi concettualmente è ancora legato alla supremazia della diffusione dell’informazione tramite i media tradizionali ,sta funzionando in modo del tutto imprevedibile. Una evoluzione, un cambio di direzione epocale come quello rilevato nel paleolitico con la scoperta del fuoco, qualcosa dal quale sarà difficile sottrarsi, un mutamento impossibile da ignorare, già in atto e che darà il passo ad una nuova generazione di classe politica, che ascende dalla base del paese, dai cittadini.

È in atto una straordinaria rivoluzione “ high tech”, trasversale dal punto di vista ideologico, ex elettori del centrosinistra e del centrodestra si ritrovano a condividere la medesima esperienza politica al fianco del famigerato comico, che poi (e molti giocano a fare gli smemorati) comico non è mai stato, se non nel senso che con le sue osservazioni sagaci, le sue fotografie dissacranti della realtà, per molti anni, ha strappato risate compiaciute ad pubblico per niente stupido, evidenziando palesi magagne della società e furberie di certi intoccabili.

“Comico“ molte volte nei giornali è apparso questo appellativo davanti al nome di Beppe Grillo, un modo sottile e insinuante per descrivere il Mentat del Movimento Cinquestelle, forse nel un tentativo maldestro di minarne la credibilità agli occhi del pubblico, ma la rispettabilità, questo leader politico sui generis che non è candidato in Parlamento, è comunque riuscito a conquistarsela, sul web e nelle piazze, attraendo un bacino considerevole di elettori, tanti, troppi per non essere presi in seria considerazione.

Imbarazzante a questo punto, constatare la massiccia “disattenzione” di una consistente parte dei media sull’ ascesa di questo movimento, ed il goffo e grottesco tentativo di velarne i successi, anziché concentrarsi nell’indagare sulle profonde motivazioni che hanno portato molti cittadini ad indirizzarsi verso questa nuova proposta politica. Nessuno o pochi parlano del Movimento Cinquestelle, delle piazze stracolme da centinaia di migliaia di cittadini. Mentre in tv e nei giornali la vecchia politica impazza.

Ai grillini sono riservati piccoli e risicati spazi, e troppo spesso salta agli occhi l’atteggiamento di parte di certa stampa che nelle ”cucine di redazione“, da interviste e comizi ,estrapola solo battute e ragionamenti avulsi dal contesto del discorso, confezionando notizie che fanno apparire questo movimento ,inconsistente, populista. La verità è che troppo spesso una grossa fetta di giornalisti oggi sulla piazza,(e direi soprattutto.. una certa casta di giornalisti) dimenticano quale sia la vera vocazione di questa professione, dove a dominare dovrebbero essere i fatti e l’obbiettività, la ricerca della verità ed il rispetto per quest’ultima.

I media che trattano Grillo come un giullare, un capopopolo privo di spessore, non si rendono conto che taluni pretestuosi giudizi, sono un’arma a doppio taglio e che milioni di italiani, iniziano a considerare quei media autoreferenziati , distanti, alieni, disattenti rispetto ad una corretta percezione dei reali problemi e delle aspettative del cittadino .

Le battute di Grillo, a volte sono espresse in maniera grave, è vero !! Ma è anche vero che il suo modus operandi ,racconta l’urlo disperato di quei cittadini stanchi ed esasperati che chiedono, non più sottovoce, giustizia sociale ,economica e morale. Sullo sfondo di questa rivoluzione pacifica, c’è una situazione economica in profonda crisi , la chiusura di molte aziende, una disoccupazione dilagante a tutti i livelli di classe sociale e di età, contrazione dei consumi, recessione, praticamente in ginocchio, come ai tempi del dopo guerra.

E in questo quadro ,è logico pensare che gli scandali e gli sprechi ad uso e consumo delle caste e dei privilegiati in genere, i sacrifici economici che guarda caso vengono sempre fatti digerire a forza alle classi meno abbienti di cittadini, sono diventati un peso insopportabile. Perché questo comico, questo trascinatore, come lo definirei io, riscuote tanto successo? Parla al cuore, alla pancia, ma anche alla testa della gente, quella gente che ascoltandolo, spesso si rende conto che certe idee, concetti, dubbi e lamentele, coincidono con il proprio pensiero, magari espresso tempo prima agli amici od ai proprio cari, quindi c’è una forma di identificazione, che è la vera arma vincente del movimento. Questo fenomeno di rivoluzione pacifica e democratica non può essere trascurato da nessuno, ma soprattutto dai media che siano degni di questo nome, perché da questo occultato, ma significativo passaggio, saranno molte le cose che muteranno nel nostro panorama sociale e politico.