NAPOLI: COMPRAVENDITA DI CAPPELLE AL CIMITERO DI POGGIOREALE

di Matteo La Stella

Napoli – Avevano messo in piedi un vero e proprio “mercato delle tombe” all'interno del cimitero partenopeo di Poggioreale: cappelle funerarie ottocentesche vendute in modo illegale tramite la stipulazione di atti notarili falsi, spesso senza la benchè minima concessione da parte degli aventi diritto e la conseguente dispersione delle spoglie rinvenute all'interno. Secondo le indagini, i personaggi chiave per la costituzione del racket cimiteriale sono stati il notaio Filippo Improta, sospeso per 6 mesi dall'esercizio della professione e da due imprenditori del settore funerario: Vincenzo Tamarro e Gennaro Reparato, attivi soprattutto nel ramo dell'edilizia funeraria e già sottoposti ad ordinanza di custodia cautelare con obbligo di firma nel corso della prima tranche delle indagini, nel giugno del 2012. I due, secondo l'attività investigativa, si sarebbero serviti di alcuni dipendenti comunali che, con il loro aiuto, avrebbero concesso agli imprenditori di acquistare nel periodo tra l'anno 2007 e l'anno 2012, diverse cappelle funerarie risalenti all' '800 che non potevano essere oggetto di compravendita. Le persone coinvolte a vario titolo nell'indagine della Procura di Napoli sarebbero 17.

Gli acquisti sarebbero stati messi in atto grazie ad atti notarili di compravendita falsi, stipulati dal notaio Improta.

Tassello fondamentale durante l'attività d'indagine, secondo il procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli, la denuncia da parte degli eredi di una nota famiglia partenopea che, dopo un lungo periodo lontano dal Golfo, erano tornati a Poggioreale per fare visita ai propri cari nella cappella di famiglia. Con stupore, gli stessi avevano constato la totale ristrutturazione della cappella, delimitata da un cancello mai visto prima e, soprattutto, la rimozione delle salme dal luogo sacro.