Milano, scovato il tesoro dei narcotrafficanti: sequestrati più di 15 milioni di euro in contanti

La Polizia di Stato, a Milano, ha dato esecuzione ad una serie di perquisizioni delegate dalla Procura della Repubblica di Milano – Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di noti narcotrafficanti stanziali in Lombardia e di altri soggetti a loro legati, ritenuti partecipi a vario titolo di un ingente traffico internazionale di hashish gestito nel territorio milanese e in tutto il Centro/Nord Italia.

In un’abitazione, all’interno di un’intercapedine ricavata tra un muro artificiale ed il muro perimetrale interno sono stati rinvenuti 28 scatoloni contenenti denaro contante per un valore di oltre 15.000.000 (quindici milioni) di €uro, suddivisi in banconote di vario taglio dai 500 ai 20 €uro. Altri 167.000 €uro sono stati rinvenuti in una cassaforte e all’interno di una auto officina.

Successivamente sono state eseguite 3 misure cautelari custodiali ed il sequestro preventivo del denaro.




Trento, operazione “Zaghi”: sgominata organizzazione transnazionale di narcotrafficanti

TRENTO – La Polizia di Stato di Trento ha eseguito, con il contributo della Sezione della Polizia Giudiziaria del Tribunale di Trento, la Polizia Stradale di Trento e la Squadra Mobile di Verona, 16 misure cautelari. L´operazione, denominata “Zaghi”, ha portato alla luce un vasto traffico di sostanze stupefacenti gestito da un´organizzazione criminale transnazionale che operava oltre che nel nostro paese anche in Bosnia, Slovenia e Croazia.

Il bilancio dell´indagine

29 persone coinvolte di cui 22 persone arrestate, (6 dei quali avvenuti da novembre 2015 a dicembre 2017), 11 custodie cautelari in carcere; 5 custodie cautelari degli arresti domiciliari e 8 latitanti all´estero. Nel corso dell´operazione sono state sequestrate 11,4 kg di stupefacente: 3 kg di marijuana; 1 kg di cocaina; 2 kg di metamfetamine; 0.4 kg di cocaina e 5 kg di hashish. Sono state inoltre sequestrate: 4 autovetture, una moto e 12 fucili più di 13.500 euro in contanti.

La compagine criminale

Durante le indagini la Polizia di Stato ha scoperto che la compagine criminale, composta da cittadini italiani, bosniaci, croati, marocchini e macedoni, utilizzava le rotte balcaniche, attraverso le Bosnia, Croazia e Slovenia per trasportare lo stupefacente in Italia. Nasce, visto il carattere transnazionale dell´operazione, la collaborazione con la S.I.P.A. bosniaca, P.N.U.S.K.O.K. croata e la Polizia Criminale slovena. Durante le indagini gli investigatori italiani, con l´aiuto dei colleghi stranieri comprendono le modalità del trasporto, i luoghi, le persone coinvolte e gli altri elementi che consentiranno poi di individuare i componenti ed i ruoli della compagine criminale.




MESSICO: BAMBINO DI 6 ANNI TORTURATO, ACCOLTELLATO E SEPOLTO VIVO

di Angelo Barraco
 
Cidada Juarez (Messico)– In Messico l’ombra dei narcotrafficanti fa paura e lascia il segno, un segno che si chiama morte e che lascia la sua firma nel deserto. Un bambino di sei anni è stato torturato, lapidato, accoltellato e sepolto vivo, l’omicidio è stato compiuto da 5 ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 15 anni. L’omicidio è avvenuto a Ciudad Juarez, capitale dello Stato di Chihuahua. Il rinvenimento del cadavere della povera vittima è avvenuta grazie ai serrati interrogatori della polizia agli assassini, tra i killer vi sono anche due ragazzine di 13 anni. La vittima era loro vicina di casa scelto come obiettivo di un tragico gioco. Gli aguzzini lo hanno prelevato dalla sua abitazione e secondo le prime ipotesi pare che si stesse simulando un gioco: il sequestro dunque sarebbe la conseguenza di un piano che dall'irrealtà è sfociato nella tragica realtà.
 
Un numero sempre crescente di ragazzini americani perlopiù 13 enni, residenti in genere in Texas, vengono presi sotto l’ala dei narcotrafficanti messicani e assoldati come killer. Gli omicidi avvengono sia negli USA che in Messico e i ragazzini ricevono un contributo pari a 500 dollari a settimana e per omicidio ricevono persino 50 dollari. Un caso eclatante ai rigori della cronaca mondiale è quello di Rosario Reta di 13 anni che nel 2003 fu assoldato dal boss Miguel Trevino del cartello della droga. Il giovane rimase 6 mesi in un campo di addestramento, quando uscì dal campo di addestramento uccise la sua prima vittima e nel 2006 fu arrestato e fece una dichiarazione sconvolgete, dichiarò di aver commesso circa 30 omicidi. Ecco quanto allora dichiarò: “Mi fa sentire come Superman o come James Bond”. I ragazzini killer che lavorano per il cartello della droga e compiono omicidi, se sono fortunati continuano a vivere sotto la tirannia dei loro capi, macchiando la loro coscienza e mettendo a rischio la propria vita; altrimenti finiscono per essere uccisi e della loro vita non si saprà mai più nulla.