VITERBO, OGGI C'E' MATERIA DI DISCUSSIONE PER L'ASSESSORE REFRIGERI: TRA MAFIA, FABBRICATI COSTRUITI CON RIFIUTI PERICOLOSI E BOMBE ECOLOGICHE

Luca Pagni

Bassano Romano (VT) – Venerdì 17 maggio 2013 il candidato a sindaco di Viterbo Leonardo Michelini incontrerà il mondo economico delle associazioni di categoria e le organizzazioni sindacali insieme all’assessore regionale alle Infrastrutture, Politiche Abitative e Ambiente Fabio Refrigeri. L’incontro si terrà oggi alle 18,30 nella sala conferenze dell’Hotel Villa Sofia, strada San Salvatore (strada Teverina). Nell’incontro Refrigeri e Michelini affronteranno alcuni degli aspetti del ‘Patto’ relativi alle infrastrutture, al rilancio del centro storico e alla tutela dell’ambiente nel viterbese. 

Nodo cruciale di quest'ultimo tema è la delicatissima inchiesta che coinvolge Bassano Romano, le presunte costruzioni realizzate con rifiuti pericolosi e non ultima per importanza, l'ombra della 'ndrangheta che finora hanno fatto emergere le cronache più "coraggiose". Oggi ci saranno persone, esponenti di Bassano che torneranno probabilmente a toccare l'argomento della determinazione della Regione Lazio che potrebbe consentire alla Tuscia Prefabbricati di Bassano Romano di lavorare rifiuti pericolosi senza necessita della Valutazione di Impatto Ambientale, senza Studio di Inserimento Paesaggistico e senza Conferenza dei Servizi.  Venerdì 7 giugno 2013 dalle 7,30 alle 8,00 si terrà in Loc. Stazione Scalo di Bassano Romano (VT), davanti alla stazione Fl3, una diretta RAI della trasmissione Buongiorno Regione Lazio per dare ampia visibilità alle contestazioni contro la possibilità che la Tuscia Prefabbricati  possa lavorare rifiuti pericolosi e polveri sottili potenzialmente cancerogeni provenienti dalle centrali a carbone di Civitavecchia nonostante il ricorso al TAR dei Comuni di Bassano Romano ed Oriolo Romano e di privati cittadini, agricoltori, allevatori, imprenditori di Agriturismi e B&B, università agraria di Bassano Romano e PROVIC-ARCI.

Tutti fortemente preoccupati per un più che possibile e prevedibile disastro ambientale, per un danno irreversibile che potrebbe compromettere definitivamente l'ecosistema nonché la stessa qualità dell'aria attraverso l'immissione di elementi inquinanti di vario genere che senz'altro porterebbero ad una svalutazione delle aziende agricole in primis nonché allevamenti, attività commerciali e di ristorazione nonché lo stesso valore economico di case ed aziende. Ma soprattutto si configurerebbe un varco aperto nella zona, per il  possibile ingresso della malavita organizzata in “eco mafie”, visto e considerato che Tuscia Prefabbricati opera in strutture prese in affitto dalla Colacem. Quest'ultima ha rilevato stabilimenti dal Gruppo Italcementi, con cui ha dunque rapporti di lavoro ed interessi economici.  Preme  evidenziare che fonti accreditate di stampa e giornalisti di peso quali Giannantonio Stella e Sergio Rizzo (dal libro "La deriva perché l'Italia rischia il naufragio") hanno evidenziato come anche il colosso Italcementi abbia ceduto alla morsa della 'ndrangheta: "Di fronte alla ndrangheta l’Italcementi avrebbe messo da parte ogni regola, sopportando maggiori costi, assumendo rischi e finendo con l’agevolare l’espansione economica della cosca dei Mazzagatti nel campo della commercializzazione del cemento».

L’azienda proponente ha omesso di indicare: che il codice CER 19 01 indica “Rifiuti da incenerimento o pirolisi di rifiuti” e che lo specifico 19 01 11* indica “ceneri pesanti e scorie, contenenti sostanze pericolose”

L’azienda proponente ha omesso di indicare: che il codice CER 10 01 indica  “Rifiuti prodotti da centrali termiche ed altri impianti termici” e che lo specifico  10 01 01 indica  “Ceneri pesanti, scorie e polveri di caldaia (tranne le polveri di caldaia di cui alla voce 10 01 04)”

I rifiuti contrassegnati nell’elenco con un asterisco “*” sono rifiuti pericolosi ai sensi della direttiva 91/689/CEE relativa ai rifiuti pericolosi e ad essi si applicano le disposizioni della medesima direttiva, a condizione che non trovi applicazione l’articolo 1, paragrafo 5. Ai fini della presente decisione per “sostanza pericolosa” si intende qualsiasi sostanza che è o sarà classificata come pericolosa ai sensi della direttiva 67/548/CEE e successive modifiche; per “metallo pesante” si intende qualunque composto di antimonio, arsenico, cadmio, cromo (VI), rame, piombo, mercurio, nichel, selenio, tellurio, tallio e stagno, anche quando tali metalli appaiono in forme metalliche classificate come pericolose.

Oltre al disastro ambientale ed al grave pregiudizio certo alla salute, l’utilizzo  di materiale scadente pregiudica la stabilità degli edifici per i quali viene utilizzato. A Roncade (TV) ben 5 diverse perizie hanno messo in evidenza che nel cemento fatto pagare un terzo di meno dal valore di mercato erano presenti ceneri, diossine, e metalli pesanti, ovvero sostanze tossico nocive che avrebbero dovuto essere smaltite in discariche speciali e che invece erano finite in abitazioni civili, tanto che la farmacista Musestre Elisabetta Merloni ha avviato un’azione civile per chiedere 1.000.000 di Euro di risarcimento. L’esperto della Procura della Repubblica ha quantificato il danno in 500.000 Euro ma senza tenere conto dei costi di smaltimento dei calcinacci in discarica speciale e dei disagi della proprietaria dell’immobile.

Se così sarà, quali pubbliche amministrazioni si renderanno responsabili di eventuali morti per cancro o dell’aggravamento di persone anziane con enfisemi polmonari, asma ed altri problemi respiratori ?!? 

Abbiamo parlato con il funzionario Responsabile dell’ufficio V.I.A. della Regione Lazio dott. Paolo Menna, il quale ci ha riferito quanto segue:

– l'incontro tecnico del 15 maggio 2013 in realtà è stato "anticipato" e pertanto si è già svolto;

– l'anticipazione è stata decisa in virtù delle "eccessive aspettative" che l'approssimarsi di tale incontro aveva creato   nonostante si fosse trattato di un mero confronto tecnico tra gli enti coinvolti;

– se la Regione avesse avuto il sospetto di "inesattezze" nel progetto presentato dalla Tuscia Prefabbricati, avrebbe certamente agito in autotutela ma ciò è stato escluso;

– pertanto l'iter amministrativo continuerà, salvo ostative decisioni giudiziarie.

Il Vicesindaco di Bassano Romano ci ha evidenziato telefonicamente di aver voluto l’incontro tecnico a porte chiuse per evitare che potessero giungere voci alla ditta interessata, dando modo alla stessa di muoversi anticipatamente in autotutela.

A dimostrazione della propensione al dialogo della Regione Lazio, segnaliamo che il Capo Segreteria  dell’Assessorato Politiche Territoriali Mobilità Rifiuti ci ha ribadito che “non è prevista alcuna autorizzazione dell'Area Rifiuti della Regione Lazio per l'utilizzo del CSS nei cementifici.

Il CSS è un combustibile che si ricava attraverso la lavorazione dei rifiuti urbani solidi e non dai rifiuti pericolosi in appositi  impianti, quindi come tale può essere usato come combustibile non per ricavare blocchi di calcestruzzo ma per produrre cemento. Inoltre la possibilità di utilizzare il CSS come combustibile in sostituzione di altri combustibili fossili è regolamentato da un apposito Decreto del Governo e come le ho detto prima non è prevista alcuna autorizzazione dell'Area Rifiuti della Regione. 

I cementifici come altri impianto di produzione industriali hanno bisogno di una Autorizzazione Integtata Ambientale (AIA) che a secondo del tipo di impianto  e secondo apposite normative viene rilasciata da appositi Uffici o del Governo o della Regione o della Provincia.