NEMI: LE FOTO VERITA’ DE L’OSSERVATORE D’ITALIA SULLO SCEMPIO DEGLI ALBERI

 

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di Chiara Rai

 

Nemi (RM) – Nemi specchio d’Italia? Continuo a ribadire di si. Mi fa sorridere il fatto che ogni tanto si alzano chiacchiericci spiccioli e degni di gente di bassa lega. Mi giunge voce che l’uomo che ama girare in camicia e calzoncini corti (non appena si affaccia la bella stagione), va in giro dicendo che la sottoscritta non può più scrivere di Nemi: beh, si rassereni l’animo inquieto perché sono viva e vegeta e scrivo sia in qualità di direttore su L’Osservatore d’Italia che da 10 anni in qualità di giornalista su Il Tempo.

Il mio messaggio per lui è questo: più sparla e più le persone mi stimano. Dunque è una sorta di boomerang. Un boomerang come la storia degli alberi tagliati: si dice che il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. Assotutela ha ragione. Ma c’è di più, la nostra redazione ha lavorato sodo e ha raccolto i pezzi di un puzzle che è stato forzatamente incastrato per far sì che tutto sia apparentemente in ordine: ecco tre nodali fotografie che fanno capire l’evolversi dei fatti perché dotate di data dello scatto (inequivocabile elemento probatorio). In una fotografia si può vedere un camion con braccio meccanico intento a tagliare verde sulla via De Santis. Il taglio, fato vuole, sia stato effettuato il 23 ottobre 2014. C’è poi un’altra fotografia del 22 ottobre 2014 (quindi del giorno prima) dalla quale si evince che il verde non è stato ancora oggetto di taglio. Domanda: indovinate che data porta la famosa ordinanza di manutenzione del verde? 20 novembre 2014. Dunque prima si fa manutenzione e poi si emette l’ordinanza?

Questa sarebbe l’ennesima conferma che, per altro, l’ordinanza non ha nulla a che fare con il taglio degli alberi su un area di mille metri avvenuta tra marzo e aprile 2015 sempre sulla via De Santis e per la quale Assotutela ha presentato un esposto.

Perché? Perché prima di tutto sull’area di mille metri sono stati tagliati molteplici alberi che non si trovavano neppure “nelle immediate vicinanze” di strade e luoghi pubblici (come recita l’ordinanza della manutenzione) e che potevano benissimo essere tenuti in vita. E poi per un fatto semplicissimo: taglio non è sinonimo di manutenzione in nessun vocabolario e quindi non siamo di fronte ad un “ordinanza jolly” da utilizzare in qualsiasi occasione. Ma su questo preferiamo mantenere il silenzio stampa finché non saranno concluse le dovute e auspicate indagini. Se non è l’una e l’altra. E sul taglio denunciato da Galea non vi sono documenti che ne sostengano la necessità, l’urgenza, la pericolosità.

Bastava che il sindaco emanasse una ordinanza apposita, sentite preventivamente le autorità preposte alla tutela del verde (perché siamo in un’area protetta dal Parco Regionale dei Castelli Romani): “ordino che vengano tagliati gli alberi in via de Santis ricadenti su terreni privati e pubblici perché ritenuti pericolosi per la pubblica incolumità”. E’ stato fatto? No. E adesso ogni difesa risulta inopportuna.




NEMI: SCEMPIO DI ALBERI. L'ULTIMA PAROLA ALLA PROCURA

 

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L'ORDINANZA DEL SINDACO DI NEMI CHE PARLA DI "MANUTENZIONE" E NON DI "ABBATTIMENTO"

 

Redazione
Nemi (RM) – "Bugie su bugie, un castello che rischia di crollare da un momento all'altro. Se il sindaco di Nemi e l'ufficio Tecnico rispondessero ai miei esposti con documentazione certa e attinente ai fatti allora si che l'informazione fornita ai cittadini potrebbe essere corretta". Inizia così la nota di Ivan Galea Coordinatore di AssoTutela Roma Nord e Castelli Romani che prosegue: "Le parole stanno a zero, parlano le immagini del prima e del dopo: c'erano molti alberi, alla vista non pericolanti ne tantomeno a ridosso del ciglio stradale, che sono stati tagliati senza che ci sia stata una preventiva relazione di Forestale o Parco Regionale dei Castelli che ne registrasse la presunta pericolosità.

Lo scandalo è proprio questo: un verbale della Forestale – dice Galea – è stato stilato a posteriori dell'avvenuto taglio degli alberi, soltanto dopo che il sottoscritto ha allertato le autorità preposte fino ad allora ignare. E' come abbattere un palazzo e poi chiedere se quel palazzo sia pericolante. Dunque senza alcuna relazione di un esperto agronomo, del Parco Regionale dei Castelli Romani o della Forestale si è proceduto all'abbattimento degli alberi e non alla loro manutenzione come indicato nella famosa ordinanza che va tanto sbandierando l'amministrazione comunale". Il coordinatore prosegue la nota dicendo che: "E nonostante la denuncia di Assotutela sia uscita su ben 9 giornali di cui uno nazionale, ad oggi non c'è stato un solo ambientalista che si sia fatto vivo.

Ma adesso tutti i nodi verranno al pettine – avverte Galea – perché questo caso finirà direttamente in Procura, infatti formalizzeremo la denuncia per presunto danno ambientale e chiederemo di verificare altri eventuali reati commessi inerenti questo caso.

Le norme in materia sono tante e di pezzi di carta non vi è quasi nulla se non una ordinanza dello scorso anno che parla di manutenzione che in italiano non significa abbattimento. Se faccio manutenzione alla mia vettura – continua – non significa che la butto al primo sfasciacarrozze che incontro, pertanto il sindaco eviti di fare facili proclami ma piuttosto raccolga la documentazione necessaria che dovrà fornire a chi di competenza.

In ultimo ricordare che sulla via dei Laghi è successa la tragedia di un uomo schiacciato da un albero è solo un modo squallido di farsi propaganda. Piuttosto portiamo rispetto per certi tristi episodi che nulla centrano con il vergognoso scempio che si è compiuto in via De Santis".

Ma non finisce qui la lunga nota del coordinatore Assotutela:"Da indiscrezioni so anche che determinati sopralluoghi che il sindaco è andato sbandierando nel suo dovuto e necessario comunicato giustificativo non hanno nulla a che fare con il taglio degli alberi in via De Sanctis. Infatti, ripeto il concetto: soltanto dopo che Assotutela si è mossa, le istituzioni sono venute a conoscenza del taglio degli alberi in via De Sanctis a Nemi. Tanto è vero che le mie parole sono supportate dagli atti: c'è un verbale della Forestale datato 3 aprile che non autorizza nessun taglio su via De Sanctis. C'è un sopralluogo del Reparto agroforestale insieme ai guardiaparco dell'Ente Regionale Parco dei Castelli Romani che avrebbe addirittura appurato, pur non entrando in merito ad autorizzazioni, l'inutilità del taglio degli alberi su una vasta area e aver lasciato invece intatti alcuni alberi effettivamente pericolosi per la sicurezza dei cittadini.

Siamo proprio senza parole, sembra la barzelletta di chi indice gare pubbliche e poi chiede all'Autorità Anticorruzione se si può fare una gara tra parenti oppure no. Tutto verrà presto chiarito – conclude Galea – per il momento abbiamo arricchito il nostro dossier fotografico con le foto di prima e dopo il taglio.

Lo scenario è davvero cambiato: non sembra più di entrare nel cuore del Parco Regionale dei Castelli Romani quando si arriva a Nemi per la via de Sanctis, bensì in un'area deturpata e desolante.

Chiudo riportando la voce di alcuni cittadini esterrefatti: dov'è finita tutta la legna dei tagli? Abbiamo letto su un quotidiano che qualcuno ha asserito che ci sono ditte pronte a tagliare in cambio della sola legna, anche quel qualcuno dovrà rispondere delle sue azioni".




NEMI: SMONTAGGIO "CASETTA" SUL LAGO DEL CONSIGLIERE FRISON. ASSOTUTELA RICORRE IN PROCURA


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di Ivan Galea

Nemi (RM) – Assotutela risponde all’appello de L’Osservatore d’Italia affinché non finisca nell’oblio il caso del consigliere di maggioranza di Nemi Elio Frison che a dicembre del 2012 ha smontato in soli tre giorni un manufatto presumibilmente abusivo situato nella valle del lago dove l’abusivismo prolifica sotto gli occhi di tutti.

Il quotidiano L'Osservatore d'Italia ha filmato l’intera operazione di smontaggio, avvenuta dal 18 al 20 dicembre del 2012 e informava tempestivamente con Posta Certificata – PEC – quanto stava avvenendo i Carabinieri, Forestale, Guardia Parco, Ufficio Tecnico del Comune di Nemi, il consigliere di opposizione Cinzia Cocchi e il consigliere di opposizione Stefania Osmari,  ma i controlli degli organi di vigilanza, caso ha voluto, sono arrivati soltanto quando la “casetta” è sparita dopo un andirivieni durato per ben 3 interi giorni del consigliere di maggioranza Frison con il suo furgoncino bianco.

“Abbiamo presentato un esposto ben dettagliato in Procura – dichiara il presidente di Assotutela Michel Emi Maritato – dobbiamo finirla con le solite storie dei figli e dei figliastri! Come associazione che tutela i diritti dei cittadini pretendiamo di sapere dove sono stati smaltiti i materiali di risulta del manufatto che il consigliere Frison ha smontato.

Giusto in queste ore, quale presidente di Assotutela, sento più che mai la necessità di fare nostre le parole di Alessandro Bratti, presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e sugli illeciti ambientali il quale commenta favorevolmente la tanto attesa approvazione da parte del Senato del disegno di legge che introduce nel codice penale i delitti ambientali: l'introduzione della fattispecie del reato di disastro e inquinamento ambientale è elemento centrale che consentirà di evitare per il futuro l'impunibilità dei responsabili di tali delitti”. “Dunque – conclude Maritato – questo caso va chiarito subito! Quando un’opera abusiva viene demolita, legge vuole che vi sia una tracciabilità rispetto l’iter di conferimento dei materiali: dove li ha smaltiti il consigliere di maggioranza Elio Frison che in soli tre giorni ha smontato la sua “casetta” sul lago di Nemi in fretta e furia?

Frison è un rappresentate della casa comunale di Nemi che per primo dovrebbe dare il buon esempio e allora ci risponda per dipanare ogni dubbio sorto intorno a questa paradossale vicenda che da una parte vede pendere sul direttore de L’osservatore d’Italia una ordinanza di ripristino per un “intonaco” in pietra locale e dall’altra il silenzio rispetto un consigliere comunale che addirittura si è ritrovato una “casetta” in riva al lago di Nemi, un sito a protezione speciale e tutelato dal Parco dei Castelli Romani dove è assolutamente proibito costruire.

Auspichiamo che siano gli inquirenti, a seguito dell’esposto appena presentato in Procura, a fornirci quelle risposte che l’amministrazione di Nemi non ha inteso fare”.

L'editore de L'Osservatore d'Italia apprende con grande piacere l'iniziativa del presidente di Assotutela e auspica che venga fatta finalmente chiarezza su un episodio rimasto fino ad oggi nell'ombra. E' nostra ferma intenzione quindi sapere dove sono stati smaltiti i materiali di risulta della "casetta" smontata" del consigliere di maggiornaza del Comune di Nemi.