NEMI, A PENTIMA PIZZUTA C'E' IL DOPPIO VINCOLO E INTANTO PICCOLI SCAVI CRESCONO E SI MOLTIPLICANO

[PIANO DI ASSETTO PARCO DEI CASTELLI ROMANI PER IL COMUNE DI NEMI]

Per fare quello che hanno fatto, avrebbero dovuto fare domanda al Comune, alla Regione e chiedere il nulla osta al Parco. Inoltre il taglio degli alberi avrebbe dovuto passare come parere alla Forestale in quanto area sottoposta a salvaguardia idrogeologica. La domanda doveva anche essere corredata di piani di sicurezza e di impatto ambientale oltre a tutte le usuali relazioni urbanistiche.

Intanto urge segnalare che nei pressi del Museo delle Navi di Nemi (c’è la foto dalla quale si evince la posizione) c’è una ruspa. Tale mezzo non dovrebbe essere presente neppure in fotografia da quelle parti, eppure dei movimenti ci sono. Stessa cosa sempre a Nemi tra via della Radiosa e via dei Laghi.

 

C.R.
 
Non intendiamo mollare la presa su Pentima Pizzuta. Non siamo da soli, ci sono associazioni per la tutela del territorio che in queste ore si stanno muovendo. Ci sono “i tecnici” che stanno stilando i loro pareri, ci sono gli inquirenti, ci siamo noi cittadini e “volontari della comunicazione” che non abbassiamo la guardia. Mai. Per il momento abbiamo avuto una piccola grande vittoria, sebbene purtroppo sia stata inferta una ferita al paesaggio: abbiamo fermato menti operose. Sicuramente adesso ci sono talmente tanti occhi addosso a Pentima che sarà difficile “allargarsi” oltremodo.

Per non perdere di vista la focalizzazione dell’ambiente nel quale ci troviamo abbiamo chiesto aiuti e pareri un po’ a tutti. Chi ha avuto la premura e l’interesse di risponderci prontamente e con cognizione di causa (dati anche i ruoli e le competenze) sono stati Roberto Salustri, direttore Tecnico Scientifico dell’EcoIstituto Castelli Romani, l’ingegner Luigi Caporicci e l’architetto Carlo Testana membro del consiglio direttivo di Italia Nostra Castelli Romani.

Come si evince dalle foto ci troviamo in un’area verde di particolare pregio naturalistico. Pentima Pizzuta, rientra esattamente nel bacino sud del lago di Nemi. Come si evince dal Piano di Assetto del Parco Regionale dei Castelli (articolazione delle zone di tutela del Comune di Nemi) Pentima Pizzuta è contraddistinta dal numero 3 e colorata di verde. Questo significa che non solo è area di particolare pregio naturalistico ma anche di “valore elevato faunistico e vegetazionale”. Ad esempio, altra circoscrizione limitrofa a Pentima, cioè la zona che si trova vicino a Pentima colorata di grigio ed evidenziata di celeste e corrisponde alla voce “laghi e territori contemini ai laghi, con fascia di rispetto di 300 metri”. Dunque si evince chiaramente che Pentima Pizzuta si trova in una fascia doppiamente tutelata. Lo ribadisce anche il piano territoriale provinciale.  Si tenga presente che un suolo ben evoluto per potersi ricostituire può aver bisogno anche di migliaia di anni. Il soprassuolo vegetale può considerarsi oltre che come uno strumento per proteggere corsi d’acqua, falde acquifere e sorgenti e prevenire fenomeni erosivi frane e valanghe anche come come regolatore degli scambi gassosi con l’atmosfera, come filtro nei riguardi delle polveri e dell’inquinamento atmosferico, come ostacolo all’inquinamento acustico ed infine come elemento estetico importante del paesaggio.  “L'area in questione ha sia il vincolo paesistico sia quello archeologico – scrive Salustri – inoltre è interamente del Parco dei Castelli Romani, è anche sottoposta a protezione idrogeologica, Ha praticamente tutti i vincoli possibili. Per richiedere il permesso per fare quello che hanno fatto, avrebbero dovuto fare domanda al Comune, alla Regione e chiedere il nulla osta al Parco. Inoltre il taglio degli alberi avrebbe dovuto passare come parere alla Forestale in quanto area sottoposta a salvaguardia idrogeologica. La domanda doveva anche essere corredata di piani di sicurezza e di impatto ambientale oltre a tutte le usuali relazioni urbanistiche. Uno sbancamento del genere è particolarmente pericoloso, come d'altronde tutte le costruzioni che sono sorte più o meno abusivamente sulle pendici del Lago. Questo stato dei fatti può portare nel tempo ad un dissesto idrogeologico molto grave, con rischio di frane che porterebbero centinaia di tonnellate a rovesciarsi dalle parti più alte fino alle coste del lago, distruggendo, al suo passaggio, ogni cosa, interrompendo la strada e danneggiando ogni manufatto che incontra, con pericolo anche per le vite umane. Questa cosa è già successa più volte al lago Albano, che da tempo è stato deturpato da edifici, anche di grande dimensione che sono sorti sia sulle pendici sia sui versanti. Queste grandi frane, solo per un miracolo, non hanno fatto molti morti, e i danni per il recupero delle strade e per la messa in sicurezza delle aree sono state pagate dalla collettività”. 

Ben detto Salustri. Ma non bisogna neppure dimenticarsi che Pentima non è l’ombelico del mondo e che in ogni dove piccoli sbancamenti crescono e si moltiplicano. Per questo chiediamo costantemente il contributo dei cittadini, i quali possono inviarci fotografie con indicazioni sul Comune e posizione, via o punti di riferimento per identificare l’oggetto d’interesse. L’indirizzo e-mail del nostro giornale è ben visibile, ma lo ripetiamo info@osservatorelaziale.it

Intanto urge segnalare che nei pressi del Museo delle Navi di Nemi (c’è la foto dalla quale si evince la posizione) c’è una ruspa. Tale mezzo non dovrebbe essere presente neppure in fotografia da quelle parti, eppure dei movimenti ci sono. Stessa cosa sempre a Nemi tra via della Radiosa e via dei Laghi.

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