Nemi, scuola: i “liberi genitori” scrivono una lettera aperta al sindaco Alberto Bertucci

NEMI (RM) – Sembrava che ogni malumore si fosse spento con l’assemblea sulla scuola organizzata da alcuni genitori la settimana scorsa al Byron bar.

Riepilogando:

La riunione è stata organizzata dopo che alcuni rappresentanti di classe (tra cui Simona Pelucchini, rappresentante di una classe della materna, Patrizia Corrieri rappresentante classe IV e consigliere comunale, Giovanni Mattei rappresentante di V, Federica Berghi, classe II, Stefania Fadda, rappresentante di classe III) hanno promosso una raccolta firme, a cui hanno aderito 70 genitori su un totale di circa 120 bambini, per chiedere sostanzialmente di essere ascoltati su tre temi principali: il ripristino dalla quota comunale nella tariffa mensa, l’impiego dei locali rimasti liberi alla scuola dell’Infanzia che potrebbero essere destinati a ludoteca o sala riunioni genitori, l’adeguamento in termini di sicurezza di alcuni locali della scuola dell’edificio nuovo.

Nonostante questi genitori avessero chiesto, per iscritto, la concessione di una sala comunale per poter dare luogo all’assemblea, lo stesso sindaco, sempre per iscritto non ha inteso concedere sedi istituzionali per l’assemblea dei genitori motivando il diniego, tra l’altro, asserendo che non è un’assemblea pubblica il luogo dove affrontare le tematiche scolastiche ma i referenti sono le insegnanti e i responsabili di plesso.

La lettera del sindaco ai genitori firmatari

Nel giorno dell’assemblea il sindaco Alberto Bertucci non ha partecipato ma ha inviato una lettera ad alcuni dei 70 firmatari in cui sostanzialmente ha fatto presente a ciascun singolo genitore di essergli stata “carpita in buona fede una firma in merito ad alcune richieste riguardanti la scuola. È triste vedere che l’iniziativa è promossa sempre dalle stesse persone che anche in passato hanno strumentalizzato i temi scolastici ai quali invece l’amministrazione comunale rivolge grande attenzione”. Insomma i toni della missiva sono da considerare alquanto singolari. La lettera del sindaco è stata fatta recapitare ad alcuni dei firmatari (non tutti) su carta intestata del Comune e protocollata al numero 10897/2018.

A seguito di questa missiva comunale, i genitori destinatari, hanno voluto lanciare un segnale e scrivere una lettera aperta al sindaco Alberto Bertucci in cui sostanzialmente vogliono dire al primo cittadino di essere delle persone “autonome” che hanno una testa per ragionare e per scegliere in autonomia e libertà se firmare o meno in occasione di una raccolta firme che ha come tema la scuola e quindi il futuro dei loro figli.

Ecco la Lettera dei “genitori liberi”:

“Gent.mo Sindaco,

Le scriviamo in merito alla lettera da Lei inviata ai liberi cittadini che hanno sottoscritto la raccolta firme protocollata in data 25 Ottobre.
Vogliamo sottolineare che tutti i cittadini che hanno firmato lo hanno fatto per libera scelta, perché sono perfettamente in grado di intendere e di volere e perché sono stati in grado di scegliere liberamente se appoggiare la mozione a Lei rivolta.
Ci chiediamo anche se, invece di sprecare inutili risorse, non sarebbe stato più opportuno partecipare alla nostra assemblea e rispondere alle nostre domande. Noi crediamo sempre e comunque nel libero confronto, nella possibilità di dialogo come avviene in tutti i paesi liberi e civili.
Per quanto riguarda invece i tre argomenti trattati, ci teniamo a sottolineare quanto segue.
Per la mensa non c’è stata ancora data una comunicazione ufficiale sul motivo dell’abolizione del contributo comunale a favore di tutti i cittadini. Ricordiamo che la riduzione/esenzione della quota mensa su base ISEE viene applicata per legge in tutte le scuole pubbliche italiane, quindi non è un favore che Lei ha deciso di farci, è obbligato ad applicare la legge. Potrebbe informare i cittadini che le spese della mensa sono detraibili dalla dichiarazione dei redditi.
Per quanto riguarda il piano di emergenza della scuola a noi risulta che il responsabile incaricato alla sicurezza ancora non ha sviluppato per l’anno 2018/2019 un piano di evacuazione/emergenza e sempre quest’anno ancora non sono state effettuate le prove di evacuazione.
Punto terzo: le aule della scuola dell’infanzia non possono essere utilizzate dalle insegnanti perché non sono state sgomberate dagli arredi, che tra l’altro sono di proprietà del comune.
Il corso di musica, a differenza degli altri anni, ancora non è iniziato.
Il progetto per la scuola di scacchi è previsto solo per la seconda elementare. Per le altre classi è stato presentato, ma non da Lei, un progetto esterno.
Ultima considerazione. Lei sparge voce che noi cittadini, con le nostre richieste, vogliamo far chiudere la scuola di Nemi. Ci teniamo a sottolineare che stiamo impiegando le nostre energie per migliorare la mostra scuola, per far valere i nostri diritti, cercando di trovare soluzioni non drastiche, al contrario di quello che vuole far credere cercando di screditarci sempre e comunque.
Noi crediamo fermamente nella partecipazione, nel dialogo e nella libertà di pensiero e di espressione.

I liberi genitori”




Nemi, scuola: l’assemblea nel bar, la lettera del sindaco e le reazioni dei genitori

NEMI (RM) – “Le porte finestra che fungono da uscite di sicurezza nel nuovo edificio della scuola di Nemi sfociano di fronte ad una rampa di scala in cemento che da un lato è delimitata da un muro con degli spuntoni in ferro e dall’altra da una rete metallica e nastro da cantiere che delimita un’area interdetta dove dall’altra parte c’è la palestra e dove spesso diventa ricettacolo di sporcizia”.

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Alcuni genitori, oltre a prendere coscienza di questa problematica, hanno fotografato un bambino che si trovava nella rampa di scale

Questa situazione, insieme ad altre di minore importanza, preoccupa non poco la maggioranza delle famiglie che mercoledì si sono riunite in assemblea in un bar centrale del paese. La riunione è stata organizzata dopo che alcuni rappresentanti di classe (tra cui Simona Pelucchini, rappresentante di una classe della materna, Patrizia Corrieri rappresentante classe IV e consigliere comunale, Giovanni Mattei rappresentante di V, Federica Berghi, classe II, Stefania Fadda, rappresentante di classe III) hanno promosso una raccolta firme, a cui hanno aderito 70 genitori su un totale di circa 120 bambini, per chiedere sostanzialmente di essere ascoltati su tre temi principali: il ripristino dalla quota comunale nella tariffa mensa, l’impiego dei locali rimasti liberi alla scuola dell’Infanzia che potrebbero essere destinati a ludoteca o sala riunioni genitori, l’adeguamento in termini di sicurezza di alcuni locali della scuola dell’edificio nuovo.

Le firme sono state protocollate al Comune di Nemi il 25 ottobre scorso

La richiesta di questi 70 genitori è di poter instaurare un dialogo positivo e collaborativo sia con l’istituzione scolastica che con l’amministrazione comunale per poter migliorare le condizioni dei ragazzi che frequentano la scuola. Infatti all’assemblea sono stati invitati tutti: dalla scuola, ai rappresentanti della maggioranza e dell’opposizione comunale. Il bar, nonostante l’accoglienza e la gentilezza di mettere a disposizione la sala da parte dei gestori che hanno ricevuto i ringraziamenti e la riconoscenza dei genitori per l’ospitalità, è stato ritenuto una sede “poco consona” per accogliere un’assemblea sulla scuola.

Il sindaco non ha concesso sedi istituzionali per l’assemblea dei genitori

“Ho richiesto per iscritto al sindaco la possibilità di riunirci nella Sala dei Piccoli Comuni – dice Federica Berghi, rappresentante della seconda elementare e tra i promotori della raccolta firme – tra l’altro abbiamo invitato l’amministrazione a partecipare per avere delle risposte. Purtroppo il primo cittadino ci ha scritto che non è un’assemblea pubblica il luogo dove affrontare le tematiche scolastiche ma i referenti sono le insegnanti e i responsabili di plesso. Pertanto non ci ha concesso l’utilizzo della sala che tra l’altro sarebbe stata destinata ad altro evento”.

Nessun rappresentante della giunta comunale presente all’incontro

All’assemblea non era presente alcun rappresentante dell’amministrazione, non è potuta essere presente la dirigente scolastica che si è scusata e si è detta disponibile subito ad altro appuntamento e a farsi portavoce delle istanze dei genitori, non erano presenti le insegnanti, erano presenti tutti i consiglieri di opposizione: i due consiglieri di ‘Ricomincio da Nemi’ Carlo Cortuso (capogruppo) e Patrizia Corrieri (Pd) e il consigliere di ‘Insieme per Nemi’ e coordinatore locale della Lega Stefano Tersigni.

Opposizioni comunali unite per la sicurezza della scuola

Tutti e tre, in questa occasione, hanno deciso di collaborare: “Tutta l’opposizione si è resa disponibile – hanno detto Cortuso e Corrieri – e pronta ad accogliere le istanze dei genitori che principalmente chiedono rassicurazioni sulla sicurezza del plesso nuovo che presenta le uscite di emergenza con sbocco in un vicolo cieco e vorrebbero instaurare un tavolo di confronto sulla scuola con tutti gli attori principali: le insegnanti, la dirigente scolastica e l’amministrazione”. E Tersigni si è allineato: “Questa riunione avrebbe dovuto tenersi in una sede istituzionale e invece siamo in un bar – ha detto Stefano Tersigni, consigliere di Insieme per Nemi – non c’è il maggiore interlocutore, il sindaco Alberto Bertucci, a dare delle risposte ai genitori e pertanto noi come opposizione non possiamo far altro che unirci con l’obiettivo comune di fare una interrogazione congiunta dove si chiedono chiarimenti urgenti”.

La lettera del sindaco inviata alle mamme firmatarie

Nel giorno dell’assemblea il sindaco Alberto Bertucci ha scritto una lettera ad alcuni dei 70 firmatari in cui sostanzialmente ha fatto presente a ciascun singolo genitore di essergli stata “carpita in buona fede una firma in merito ad alcune richieste riguardanti la scuola. È triste vedere che l’iniziativa è promossa sempre dalle stesse persone che anche in passato hanno strumentalizzato i temi scolastici ai quali invece l’amministrazione comunale rivolge grande attenzione”.

La lettera prosegue poi con delle spiegazioni del sindaco su ciascuno dei tre punti sollevati dai genitori. Sostanzialmente viene detto che la mensa ha un prezzo competitivo di 4,84 euro e pietanze di ottima qualità. Inoltre il Comune fornisce la gratuità totale a bambini che rientrano in alcune categorie specifiche e compartecipa alla spesa del costo dall’85% fino al 20% del costo, a seconda della fascia Isee di appartenenza. E oltre a questo si fa carico di tutti gli aumenti Istat.

Riguardo la possibilità di utilizzo delle due aule della scuola d’infanzia. Bertucci ha fatto presente che sono già a disposizione della scuola e degli insegnanti. Mentre “l’incolumità di tutti gli studenti del plesso scolastico di piazza Roma è ampiamente garantita anche dalle prove di evacuazione che periodicamente la scuola organizza”. Oltre a questo il primo cittadino ha ricordato di aver comprato nuovi arredi per la scuola, di aver aperto la nuova ala scolastica dopo 20 anni e di aver finanziato nuovi corsi a costo zero (musica, scacchi, teatro e mini basket). Qualche genitore ha replicato dicendo che tutti questi corsi didattici non li vede, che la richiesta sulla mensa è che il Comune si faccia carico, a prescindere dall’Isee, di una parte della quota mensa come si è fatto in passato e che ciò consentirebbe un abbattimento dei costi perché comunque a Nemi la mensa risulterebbe più cara che in altri comuni.

Sulla sicurezza, hanno aggiunto in assemblea, le immagini parlano chiaro ma la volontà non è quella di far chiudere la scuola ma di sollecitare una adeguata messa in sicurezza per scongiurare incidenti imprevisti. La riunione si è conclusa con una grande sottolineatura, fatta anche da un genitore straniero presente: non c’è volontà di fare politica ma di anteporre l’interesse dei figli e cercare di far crescere la scuola che ha tutte le carte in regola per diventare tra i plessi fiore all’occhiello della provincia romana.




Nemi, scuola: ecco l’iniziativa dei genitori. Mercoledì l’assemblea pubblica

NEMI (RM) – Mercoledì 14 novembre alle 16:30 nella sala dei Piccoli Comuni a Nemi si terrà un’assemblea pubblica aperta a tutti i cittadini, in particolare ai genitori della scuola d’infanzia, elementare e media del paese, ai docenti e dirigenti scolastici e all’amministrazione comunale.

L’assemblea è organizzata dai genitori degli studenti

La volontà è quella di far nascere un tavolo di confronto permanente tra le diverse realtà del territorio con focus sulla scuola di Nemi e sulle innumerevoli attività da monitorare per far sì che diventi sempre più un eccellenza dove portare i ragazzi, anche dai Comuni limitrofi perché l’edificio nuovo è in grado di accogliere sempre più studenti e iniziative didattiche di alto profilo. Ciò è possibile soprattutto grazie all’alta competenza dei docenti.

Nemi, inaugurata nuova ala del plesso scolastico. Bertucci: “Alle medie no pluriclassi”

Cosa succede alla scuola di Nemi

Di recente sono state raccolte 70 firme dei genitori su 100 bambini e protocollate in Comune il 25 ottobre scorso. Ci sarebbero questioni da approfondire che vanno dal ripristino dalla quota comunale nella tariffa mensa, all’impiego dei locali rimasti liberi alla scuola dell’Infanzia che potrebbero essere destinati a ludoteca o sala riunioni genitori, al miglioramento della sicurezza in alcuni locali della scuola dell’edificio nuovo e non ultimo alla didattica e al futuro delle medie per cui quest’anno l’amministrazione di Alberto Bertucci è riuscita a scongiurare la pluriclasse.

Il problema della pluriclasse è stato eliminato grazie a nuove iscrizioni tra cui anche bambini stranieri, circa sei figli di richiedenti asilo provenienti dal centro Mondo Migliore.

 




Nemi, inaugurata nuova ala del plesso scolastico. Bertucci: “Alle medie no pluriclassi”

NEMI (RM) – Storica inaugurazione quella avvenuta oggi pomeriggio a Nemi, quando il primo cittadino Alberto Bertucci insieme alla dirigente scolastica Laura La Manna hanno tagliato il nastro della nuova ala del plesso scolastico. Una prima inaugurazione, dunque, che arriva dopo circa 30 anni di cantieri e che ora vede quattro grandi aule nuove di zecca, comunicanti tra loro e luminose grazie ad ampie finestre con infissi nuovi.

Molti i cittadini che hanno partecipato all’evento

E ora gli alunni del piccolo paese delle fragole potranno tornare sui banchi di scuola dove troveranno un ambiente decisamente più accogliente rispetto gli anni passati. “Un evento molto atteso dalla cittadinanza – ha dichiarato il consigliere di maggioranza Giovanni Libanori – che arriva dopo anni di attesa.” Soddisfazione anche da parte della docente Stefania Osmari, della vice preside Enrica Fabi e della preside Laura La Manna.

Le rassicurazioni del sindaco sulle scuole medie

Durante l’inaugurazione il sindaco di Nemi ha voluto rassicurare i genitori riguardo il fatto che per l’imminente anno scolastico alle scuole medie non ci saranno pluriclassi.




Nemi, nuovo plesso scolastico. Nessuna notizia dal Comune: preoccupazione di preside, genitori e insegnanti

NEMI (RM) – Mancanza di qualsiasi forma di comunicazione istituzionale riguardo l’apertura del nuovo plesso scolastico di Nemi. Questo quanto lamentano i rappresentanti delle classi I, II, III, IV, V della scuola elementare, la rappresentante della scuola dell’infanzia, sez. B e il rappresentante d’Istituto. Eppure l’amministrazione comunale, già da qualche anno, ha implementato il servizio di informazione e di comunicazione istituzionale affidando l’incarico ad un giornalista per 22.500,00 euro l’anno.

Incertezza e tensione tra genitori, insegnanti e preside

“Noi rappresentanti dei genitori riteniamo questa vicenda abbastanza grave e non siamo solo noi a sollevare dubbi o perplessità perché una forte preoccupazione è emersa anche da parte della Preside e delle insegnanti, oltre che da parte di molti genitori. Vogliamo sperare che questa mancanza di comunicazione sia dovuta esclusivamente all’attesa delle autorizzazioni necessarie all’apertura del nuovo plesso e non finalizzata a creare un clima di incertezza e tensione, per arrivare poi ad una facile soluzione solo a scopo politico e propagandistico, perché se così fosse saremmo veramente dispiaciuti che la questione scuola venisse utilizzata a discapito della comunità, perché si tratta di un bene di tutti e troppo prezioso per essere strumentalizzato”.

L’apertura della nuova scuola, rimane dunque per il momento, solo una voce di corridoio e non è dato ancora avere certezze o chiarimenti sulla tempistica prevista. “Siamo felicissimi di questa notizia, o forse sarebbe più corretto dire che siamo felici delle “voci” che girano in paese. – Fanno sapere i rappresentanti delle classi I, II, III, IV, V della scuola elementare, la rappresentante della scuola dell’infanzia, sez. B e il rappresentante d’ Istituto. – Purtroppo oggi è l’8 agosto – proseguono – e non è stata diffusa nessuna nota ufficiale sul destino della scuola di Nemi per l’anno scolastico 2018-2019”.

L’incontro sulla scuola disertato dal sindaco

Eppure proprio su questo tema lo scorso 4 giugno è stato organizzato dalla Dirigente Scolastica, Laura Lamanna, un incontro con i docenti Enrica Fabi, vicaria e reggente per il plesso di Nemi, Stefania Osmari, i rappresentanti dei genitori e l’Amministrazione comunale. E all’incontro era stato invitato il Sindaco di Nemi o un suo rappresentante. “Vista l’assenza degli interlocutori (Sindaco o un responsabile dell’ufficio tecnico) – hanno detto ancora i rappresentanti delle classi I, II, III, IV, V della scuola elementare, la rappresentante della scuola dell’infanzia, sez. B e il rappresentante d’Istituto – e l’impossibilità di avere risposte certe sulla situazione relativa all’esatta collocazione dei nuovi spazi scuola, nonché alla rimodulazione degli altri locali tra cui la nuova aula mensa, si è ritenuto importante con i presenti, fare un elenco delle priorità necessarie per un buon avvio del prossimo anno scolastico: spostamento delle classi, ampliamento della mensa, sistemazione definitiva dell’impianto di riscaldamento, sistemazione/rifacimento degli impianti igienico sanitari, perché anche con l’apertura del nuovo edificio, le problematiche relative alle attuali sedi permangono”.

Un confronto ritenuto “necessario”, considerata anche la necessità dell’amministrazione scolastica di programmare in tempo utile la sistemazione delle classi e l’assegnazione del personale. Il termine ultimo per poter ricevere queste comunicazioni e organizzare i trasferimenti era stato fissato dalla Preside per lo scorso 27 luglio, ma anche a questa seconda scadenza non è stata pubblicata nessuna nota ufficiale.

Il diritto di essere informati

“E comunque – hanno concluso i rappresentanti delle classi I, II, III, IV, V della scuola elementare, la rappresentante della scuola dell’infanzia, sez. B e il rappresentante d’ Istituto – anche se il problema era l’attesa delle autorizzazioni necessarie, i genitori hanno il diritto di essere informati. Insomma, con le adeguate comunicazioni e informazioni saremmo stati più tranquilli, insegnanti e genitori, e avremmo potuto confrontarci, come è normale che sia, su un argomento che ci sta tanto a cuore per il bene dei nostri figli, dando il nostro contributo di genitori alla comunità scolastica, senza essere fraintesi o accusati o di voler fare altro”.




Nemi, integrazione scolastica per studenti stranieri: il Comune paga il C.I.CA.R

NEMI (RM) – Pagati dall’amministrazione comunale di Nemi 1.900,00 euro all’associazione C.I.CA.R – Coordinamento Immigrazione Castelli Romani – di Genzano per il terzo trimestre relativo il progetto di inclusione scolastica per stranieri “Nessuno è straniero a scuola” tenuto dalla dottoressa Stefania Cardillo, membro dell’associazione C.I.CA.R.

 

Il progetto “Nessuno è straniero a scuola” si è tenuto presso l’istituto scolastico “M. Dionigi” di Nemi e ha visto svolgersi l’attività didattica di mediazione culturale volta a favorire e a potenziare l’integrazione e l’apprendimento scolastico degli studenti stranieri presenti nelle sedi della scuola primaria e secondaria di primo grado di Nemi.

 

Il sostegno linguistico a bambini e ragazzi stranieri si svolge con laboratori per piccoli gruppi e anche per un solo allievo. Il sostegno linguistico viene organizzato su richiesta dei dirigenti degli istituti scolastici, secondo necessità individuate di volta in volta e concordato coi docenti, che individuano quali alunni, tra quelli non italofoni, richiedono un aiuto mirato. Particolare attenzione viene dedicata agli alunni neo-arrivati, piccoli migranti che si siedono nei banchi di scuola senza capire e comunicare.

 

Alcune associazioni gestiscono dei doposcuola aperti tutti i giorni per molte ore, che diventano un punto di riferimento stabile per gli adolescenti nella ricerca della propria identità. L’insegnamento della lingua si abbina alla decodifica dei testi scolastici e lo studio disciplinare, ma è importante soprattutto rinforzare l’interesse per lo studio. Tra le attività pomeridiane ci sono i centri di aggregazione giovanile con attività ludiche e artistiche. Alcune associazioni accompagnano l’inserimento scolastico con servizi di mediazione che agevolano la famiglia nei rapporti con la scuola. Attorno all’apprendimento linguistico fioriscono pratiche di educazione interculturale con tutta la classe.




Nemi, dimensionamento scuola: ne prendi un po’ dal Grembo, un po’ dallo SPRAR e il gioco è fatto

Scuole di Nemi a rischio dimensionamento per l’anno scolastico 2018/2019

 

NEMI (RM) – E’ infatti arrivata al Comune di Nemi la nota della Città Metropolitana di Roma Capitale, inviata a tutti i comuni di competenza dell’Ente sovracomunale, in cui viene richiesto agli amministratori di formulare una proposta articolata riguardante le istituzioni scolastiche della scuola d’infanzia, primaria e della scuola secondaria di 1° grado, funzionanti nel proprio territori.

 

Gli amministratori comunali di Nemi, in riscontro alla richiesta della Città Metropolitana di Roma Capitale hanno deliberato durante la sessione di Giunta comunale dello scorso 23 ottobre, l’intenzione del Comune di Nemi di voler mantenere l’attuale condizione scolastica invariata anche per il prossimo anno 2018/2019 e per gli anni futuri, con almeno la presenza di una sezione per ogni classe. Oggi a Nemi ci sono due sezioni della scuola dell’Infanzia, una sezione per ogni classe della scuola primaria e una sezione per ogni classe della scuola secondaria di primo grado.

Diverse i motivi secondo i quali non bisognerebbe cambiare nulla alla scuola di Nemi

mantenendo così una situazione di fatto in bilico ormai da anni. Un equilibrio precario a cui nessun amministratore ha ancora messo mano e che causa, ogni anno, quella condizione di instabilità, incertezza e insicurezza sul futuro dell’istituzione scolastica nel piccolo paese castellano. Perché dunque lasciare tutto come sta? Perché, ribadiscono gli attuali amministratori, c’è la presenza sul territorio comunale di una Casa Famiglia all’interno della quale sono ospitati minori che vengono assegnati alla struttura – Il Grembo – anche ad anno scolastico iniziato, ai quali ospiti va’ garantita l’istruzione nella struttura scolastica di Nemi.

E ancora si legge tra le cause “le condizioni di particolare isolamento del Comune di Nemi in quanto gran parte della zona residenziale si trova sopra i 600 metri; che i tempi di percorrenza per raggiungere con i mezzi pubblici l’altra sede scolastica ubicata nei Comuni limitrofi sono difficoltose per via della carenza funzionale del sistema di trasporto pubblico locale; che il sistema di percorrenza prevede per alcuni residenti anche tripli collegamenti nel sistema di trasporto pubblico”.

Ma non è tutto. Oltre ai minori del Grembo bisogna tenere conto dei migranti

Gli amministratori comunali infatti, mettono nero su bianco di aver aderito allo SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati), tema quest’ultimo sul quale a Nemi, di recente, sono state presentate dai consiglieri di minoranza interrogazioni e mozioni perché sostanzialmente non si trova traccia di questa adesione e c’è poca informazione a riguardo. Lo scorso 6 ottobre, infatti Patrizia Corrieri e Carlo Cortuso di “Ricomincio da Nemi 2017” hanno reso noto di essersi rivolti al Prefetto di Roma e di aver appreso da questi la notizia che il Comune di Nemi non ha presentato ancora domanda di adesione allo SPRAR. Ma dal 6 ottobre alla data della delibera sono trascorsi 17 giorni e potrebbe essere che in questo lasso di tempo gli amministratori comunali abbiano presentato domanda.

 

Quest’ultimo passaggio potrebbe di fatto essersi concretizzato perché lo stesso Comune, tra le motivazioni per cui lasciare invariata la scuola ha scritto che ha aderito allo SPRAR e pertanto, nei prossimi mesi, si troverà ad ospitare famiglie con figli in età scolare che necessariamente dovranno essere inseriti nelle scuole di Nemi, determinando così “un incremento degli iscritti che al momento non è quantificabile”. Da evidenziare il fatto che il sindaco Alberto Bertucci, durante la trascorsa campagna elettorale parlava di 2 o 3 famiglie di immigrati al massimo: possibile che tale esiguo numero di migranti possa ribaltare la situazione precaria della scuola di Nemi?

In ultimo gli amministratori comunali chiedono che il Comune di Nemi venga considerato quale comune montano

Un escamotage che con gli anni si è visto che non funziona ma forse al livello mediatico fa ancora notizia quando si indicono sedute straordinarie per “salvare la scuola”. Infatti, per poter essere riconosciuti come comune montano è necessario che la sede legale dell’Ente locale sia collocata sopra i 600 metri dal livello del mare. E purtroppo per Nemi l’altitudine del centro, dove è situata la sede comunale, si trova a 521 metri sopra il livello del mare (dato Istat), ben al di sotto del requisito richiesto per poter essere riconosciuto come Comune montano. Perciò non è proceduralmente possibile ottenere questo riconoscimento nonostante una piccola parte del territorio si trovi sopra i 600 metri, come per esempio la zona dei Corsi.

 

Comunque, qualora succedesse un miracolo e madre natura dovesse innalzare la sede comunale al di sopra dei 600 metri, Nemi potrebbe vedersi derogare il numero minimo degli iscritti per classe ed evitare la formazione di pluriclassi. Insomma il futuro della scuola di Nemi è nelle mani di futuri ipotetici nuovi iscritti che deriverebbero anche dal centro per disagiati sociali Il Grembo e dai figli dei migranti.

 

Intanto, da quando anche quest’anno si è votata la mozione per la scuola (all’unanimità) non si sono viste massicce campagne di sensibilizzazione, appuntamenti, conferenze pubbliche. Nulla. Insomma se la scuola di Nemi fosse un’eccellenza a saperlo sarebbero soltanto gli stessi nemesi che la vedono colare a picco anno dopo anno.

Ivan Galea




NEMI: LA SCUOLA MUORE MA NESSUNO NE PARLA

di Chiara Rai         
Nemi (RM)
– “Fatti non foste a viver come bruti ma seguir virtute e canoscenza”. Non ci troviamo nell’ottava bolgia dell'ottavo cerchio dell’inferno dantesco, dove sono puniti i consiglieri di frode ma potremmo imparare da coloro che spinti dalla sete del sapere perseguono questo obiettivo mettendo come priorità la cultura, la conoscenza.  A Nemi la scuola sta morendo.

Era il primo luglio 2014 quando pubblicavamo un articolo dal titolo “Nemi, scuola a serio rischio chiusura”.

E’ suonata la campanella anche a Nemi ma senza la prima media e con una quinta elementare che conta a malapena circa 10 bambini. La seconda e la terza media finiranno il ciclo e poi chissà cosa succederà. Scrivevamo che “la cultura è la linfa di ciascuna comunità, tagliata questa risorsa si tornerà al medioevo”.

Giovedì 3 luglio 2014, si tenne un consiglio comunale straordinario sulla scuola. L'opposizione votò a favore della proposta della maggioranza in virtù di una presa di coscienza comune che la scuola era da salvare. Ma dopo questo atto formale è calato un assurdo silenzio.

Nessuno ha più parlato della scuola: quali azioni concrete sono state fatte per salvare la prima media?  Tra le cause di questo lento e inesorabile tracollo c’è sicuramente una mancata campagna di sensibilizzazione ma anche il mancato inserimento  di Nemi  nella Comunità Montana dei Castelli Romani. Un cantiere eterno da oltre vent’anni con un edificio mai completato. 

La diminuzione del numero dei bambini è il risultato di una politica sbagliata sulla scuola: probabilmente si pensa più agli eventi di piazza che a cercare iscritti e a migliorare la condizione degli studenti e della struttura per rendere allettante l’offerta formativa.

Il risultato sono le mamme in fuga: anno dopo anno sono aumentate le famiglie residenti a Nemi che hanno preferito spostare i loro figli nella vicina Genzano dove la scuola funziona e i plessi sono accoglienti.

Dispiace per i docenti di Nemi, tutti professionisti di ottimo livello ma questo non è servito a far formare la prima media che ormai non c’è più.

E diversi genitori che hanno due o più figli si ritrovano con la scomodità di avere un figlio alle elementari a Nemi e di dover portare un altro figlio alla prima media a Genzano: ed è il caos perché gli orari d’ingresso coincidono e lo stress si fa già sentire, figuriamoci un intero anno in questa maniera.

Si può ancora fare qualcosa per salvare la scuola di Nemi da questa lenta agonia? Ci auguriamo di sì perché la gioventù è ricchezza in tutti sensi e un paese con i bambini è un paese vivo che punta sul futuro delle nuove generazioni.




NEMI SCUOLA: METTIAMOCI UNA PIETRA SOPRA!

 

"Vorrei sapere chi è quell’aquila, quella intelligenza rara, quel profondo conoscitore del Regolamento Edilizio comunale, sia esso tecnico o Amministratore, che ha pensato ed autorizzato un simile scempio."

 

Redazione

Nemi (RM) – Riceviamo e pubblichiamo la nota di una cittadina che si definisce Peperino Pietra in Tufo.

Ecco la nota:


"Illustrissima direttrice

recentemente, a Nemi, sono ripresi i lavori per il completamento della scuola sita in piazza Roma, lavori il cui inizio si perde nella notte dei tempi, parliamo di almeno un quarto di secolo.

La ditta incaricata ha provveduto a pitturare le pareti esterne del fabbricato, ha rimosso i ponteggi ed ha provveduto a posare sopra i muretti del terrazzo di copertura una protezione contro le intemperie costituita da lamiera in acciaio inox.

Lei si domanderà: dové il problema? Stanno completando i lavori e quindi è un bene per la comunità. Finalmente tolgono l’immondezzaio che regnava sovrano. Il problema nasce come al solito quando si applicano due pesi e due misure. Se un cittadino vuole costruire o ristrutturare un’abitazione deve rispettare tutta una serie di prescrizioni dettate dal Regolamento Edilizio comunale che, nel caso del centro storico, sono molto stringenti e volte alla massima tutela delle caratteristiche storiche dei fabbricati e del paesaggio: non si possono utilizzare infissi in alluminio anodizzato, le pietre devono essere locali, ecc.

E cosa ha fatto il Comune il Nemi? Invece di utilizzare una copertina in pietra ha posato della lamiera in acciaio inox che stride nel contesto ambientale generale ed equivale ad un pugno in un occhio.

Vorrei sapere chi è quell’aquila, quella intelligenza rara, quel profondo conoscitore del Regolamento Edilizio comunale, sia esso tecnico o Amministratore, che ha pensato ed autorizzato un simile scempio. Non ci possono essere figli e figliastri. Le regole valgono per tutti i soggetti sia pubblici che privati.

Sempre sua
Peperino Pietra in Tufo"

 

Nota di redazione:

Gentile signora Peperino Pietra in Tufo, che dirle se non che oltre al regolamento edilizio comunale di Nemi esiste anche il regolamento dell'Ente regionale Parco dei Castelli Romani che rafforza ancor di più quanto da Lei esposto.

Forse più che scrivere al nostro giornale sarebbe più opportuno presentare un esposto alle Autorità competenti. Tant'e'.




NEMI SCUOLA: MOZIONE "REFUGIUM PECCATORUM"

 

"Se il figlio di un nobile aggrediva uno schiavo, l'episodio veniva coperto o addirittura capovolto: lo schiavo si era ribellato e il guerriero aveva risposto. La famiglia dello schiavo torturato in cambio del silenzio avrebbe ricevuto un pasto caldo da mettere in tavola. E così se un fedelissimo del vassallo o re o capo faceva la stessa cosa, la dinamica era pressoché la stessa in virtù di una fedeltà mafiosa e deleteria. Questi episodi creavano malcontento nel resto del popolo, nella massa, lo zoccolo duro che si guadagnava il pane con il duro lavoro. E questi negli anni iniziarono a ribellarsi, tanto da dare vita a tante micro rivolte che però hanno generato negli anni un drastico indebolimento del sistema feudale o rete vassalla o come lo vogliamo chiamare".

 

di Chiara Rai

Nemi (RM) – Tema scuola. La mia libertà di critica che va di traverso a più di qualcuno, mi porta a tornare su questa annosa questione. Ricordiamo che Nemi spesso e volentieri è specchio d'Italia, una questione che adesso si è risolta come si suol dire a tarallucci e vino o pane e nutella se vogliamo, con la pace delle coscienze collettive e prevacanziere. Sono bastate due mozioni (acqua di rosa) a mostrare i propri compassionevoli sentimenti per cancellare con un colpo di spugna tutte le responsabilità.

Perché ce ne sono di responsabilità, eccome se ce ne sono. Mi porterò dietro un vagone di critiche, ma l'ho messo in conto. Premetto che non penso che l'attuale sindaco Alberto Bertucci sia l'origine di tutti i mali, ma non penso neppure che sia giusto giustificare chi ha chiesto il voto promettendo di cambiare radicalmente lo stato dei fatti e non solo non è accaduto ma i miei forti dubbi mi spingono a credere che non ci abbia minimamente provato. E poi non si sta criticando l'operato presente bensì l'operato passato e presente perché prima l'attuale sindaco era ASSESSORE ALLA SCUOLA e poi primo cittadino.

La scuola cantiere, uno scempio che deturpa il paesaggio, è sempre lì a ricordare alla collettività che dev'essere finito e non ultimo a ricordare il fallimento delle politiche di sinistra e di destra. Perché non si sono mai terminati questi lavori? Colpa delle ditte? Basta come scusa? Ai posteri l'ardua sentenza. Anche se può apparire un discorso ostico da comprendere, in questa storia della scuola che si sta smantellando e svuotando anno dopo anno, a contribuire al suo perire lento è stata anche e soprattutto la convinzione di alcuni che una carica istituzionale, una bolla appiccicata momentaneamente sul petto potesse conferire poteri divini a loro e a tutti i propri famigliari.

Nella rete vassalla, i vassalli erano solitamente nobili medio rango, prevedeva una sorta di capo barbaro circondato da i suoi fedelissimi che si collocavano sempre su un alto gradino della scala sociale in quanto assoldati dal re, dal capo, insomma dei veri e propri guerrieri scelti. I benefici, gli onori e le immunità rendevano questi signori intoccabili in tutti gli ambienti. Questo sistema, progreditosi col tempo, non è stato affatto reciso da alcuno ma silente ha lavorato sempre sotto traccia producendo sangue, corruzione e morti bianche. Il crollo delle istituzioni in virtù di favoritismi e piaceri che sono tutt'ora deleteri per chi li produce e per chi li mette in atto.

Se il figlio di un nobile aggrediva uno schiavo, l'episodio veniva coperto o addirittura capovolto: lo schiavo si era ribellato e il guerriero aveva risposto. La famiglia dello schiavo torturato in cambio del silenzio avrebbe ricevuto un pasto caldo da mettere in tavola. E così se un fedelissimo del vassallo o re o capo faceva la stessa cosa, la dinamica era pressoché la stessa in virtù di una fedeltà mafiosa e deleteria. Questi episodi creavano malcontento nel resto del popolo, nella massa, lo zoccolo duro che si guadagnava il pane con il duro lavoro. E questi negli anni iniziarono a ribellarsi, tanto da dare vita a tante micro rivolte che però hanno generato negli anni un drastico indebolimento del sistema feudale o rete vassalla o come lo vogliamo chiamare.

Questa digressione serve a ricordare che con l'evoluzione del sistema sociale, della specie e con la nascita di un sistema democratico e la morte della monarchia, sono stati stilati quei principi fondamentali che oggi chi ha la sete di potere vorrebbe capovolgere per far spirare un pò di vento a favore di quella rete ormai sgangherata: non devono esserci diseguaglianze e discriminazioni di sesso o di razza o di condizioni personali e sociali. Non devono esserci figli o figliastri che generano malcontento che svuota le istituzioni e quei principi fondamentali che dovrebbero essere fulcro di qualsiasi famiglia che cresce i propri figli e la domenica si batte la mano sul petto chiedendo di essere lavato dai peccati. Questo concetto unito alla volontà di cercare voti in un ambiente che dovrebbe rimanere "intoccabile" come è la scuola ha generato un fuggi fuggi delle persone "normali" che non cercano escamotage per tirare avanti ma si alzano e vanno al lavoro tutte le mattine e che devono accompagnare i propri figli a scuola. Ora dovranno alzarsi prima, ma forse preferiscono una levataccia ad altro.

La stanchezza ha generato questo enorme migrare in altri lidi, persino da persone che si credeva non avrebbero mai portato via loro figli. E invece l'azione ha superato il verbo. Un verbo che non è stato utilizzato nella giusta maniera da chi avrebbe dovuto urlare e invece ha taciuto lasciando che si consumassero tra quattro mura episodi di discutibile moralità. Ma queste sono elucubrazioni mentali di chi non vuole semplicemente che finisca tutto nel dimenticatoio addolcito con un pò di pane e nutella e qualche schiumata in piazza.

Condividere, produrre e presentare mozioni che vogliono "salvare" la scuola non può essere un'azione che funge da refugium peccatorum. Da due anni a questa parte non ho visto banchetti in piazza per campagne di sensibilizzazione a favore della scuola, non ho visto azioni di trasparenza o mea culpa per episodi ACCIDENTALI, non ho visto volontà di abbattere quel malato sistema, non ho visto proteste o manifestazioni.

Adesso ci si è lavati la coscienza, si è tutti d'accordo nel salvare un bene comune, è bastata una letterina e una seduta per sentirsi tutti meglio. E già ci si è infilati il costume per andare al mare, poi forse, in corso d'opera il fato cambierà le cose e il vento spirerà di nuovo a favore tanto da ripresentarsi agli occhi della gente come i salvatori della patria. In fondo è così che funziona da millenni.

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NEMI, CONSIGLIO COMUNALE STRAORDINARIO: PARTECIPAZIONE DEMOCRATICA VOTA A FAVORE DELLA SCUOLA

Redazione

Nemi (RM) – Ieri, giovedì 3 luglio 2014, si è tenuto un consiglio comunale straordinario sulla scuola. L'opposizione ha votato a favore della proposta della maggioranza in virtù di una presa di coscienza comune che la scuola sia da salvare. Partecipazione Democratica ha espresso il voto a favore ed esprime le sue motivazioni attraverso la seguente nota:

Partecipazione democratica, attraverso il suo consigliere  Stefania Osmari,  ha votato la mozione presentata dalla giunta Bertucci sulla scuola.  Un voto che non cancella le gravissime responsabilità che ricadono su tutta la destra nemese per averci messo del suo nell’aggravare una situazione, già di per se, difficile. Al netto delle indubbie difficoltà dovute alle sciagurate politiche di risparmio messe in atto dai governi nazionali di destra e di sinistra, la pattuglia della destra nemese, in questi 15 anni di governo, non solo non  ha fatto niente  per metterla al sicuro da questi provvedimenti (per esempio, è stata mai perseguita, in modo convinto, la via dell’inserimento  di Nemi nella Comunità Montana dei Castelli Romani?) ma addirittura, come detto, ne ha aggravato la posizione. Non è riuscita a terminare l’edificio nuovo della scuola, lasciandolo preda dell’incuria e del vandalismo. E’ stata molta attiva nel farne, dapprima, un area di consenso politico e, dopo l’esplosione della faida interna, il campo di battaglia della loro insensata guerra quotidiana.

Un clima di incertezze squarciato da continue polemiche che ha avuto e sta avendo un indubbio peso sulla mancata iscrizione di tanti bambini.

E la diminuzione del numero di bambini è l’origine dei guai della scuola di Nemi.  Grazie all’impegno e alle capacità del suo corpo docente, in questi anni, la scuola di Nemi è diventata una indubbia eccellenza (nonostante la destra). Non vorremmo che qualche docente, stufo di questa situazione, arrivasse a chiedere di essere trasferito. Sarebbe  il colpo di grazia, ovvero la fine.  

L’ennesima maceria prodotta dalla destra nemese.

La scuola è un bene comune, ed in quanto tale è compito dei cittadini, delle istituzioni delle forze politiche fare tutto il possibile per evitarne la chiusura.   E’ troppo importante. Partecipazione Democratica è pronta a fare la sua parte affinché questo importante presidio   continui ad rimanere nella  disponibilità delle future generazioni.

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