NEMI: AD OGNUNO IL SUO MESTIERE ED AL LUPO LE PECORE

 

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Redazione
Nemi (RM)
– Guardando la scarpata su via De Sanctis a Nemi, ci si trova di fronte ad una buona idea mal riuscita. Buona idea perché qualsiasi intervento di abbellimento e qualsiasi sforzo fatto, (e gli sforzi sono tanti) per rendere più piacevole e utilizzabile l’ambiente che ci circonda è senz’altro lodevole.

Nessuno mette in dubbio la buona volontà, l’impegno di personale nel sistemare i cigli delle strade, fare muretti, scale e scalette, spianare viottoli e bruciare erbacce, ma quando si tratta di opere pubbliche queste non possono essere fatte come se si stessero facendo dei lavoretti in casa perché in ballo c’è la sicurezza e incolumità dei cittadini.

Ora, sotto la supervisione ed il coordinamento del comandante della Polizia Municipale di Nemi Gabriele Di Bella, sono stati effettuati  interventi sulla scarpata che costeggia il primo parcheggio della via De Sanctis. Sono stati realizzati dei muri a secco (macere) a contenimento della scarpata. Questo tipo di muratura alla pari degli altri muri di contenimento deve essere adeguatamente progettata, deve poggiare su una solida base e deve essere realizzata seguendo regole ben precise, altrimenti può diventare un pericolo e sicuramente non avrà lunga vita.

In questo caso, la muratura pare sia stata realizzata da manodopera comunitaria ed extracomunitaria, reperita probabilmente in modo estemporaneo e da un titolare di borsa lavoro erogata dal Comune di Nemi. A questo punto ci si chiede se tutte le persone che hanno lavorato hanno beneficiato della copertura assicurativa. Il titolare della borsa lavoro, infaticabile, ha lavorato per intere giornate, in condizioni di pericolo, senza adeguate protezioni ed attrezzature. Uno soltanto dei tre ai quali, sempre presumibilmente è stata risparmiata questa enorme fatica.

E senza nulla togliere alla capacità del titolare della borsa lavoro ci si sofferma però sulla competenza in materia: è a conoscenza di come si realizzano queste opere pubbliche? E poi ci si chiede ancora se l’Ufficio tecnico del Comune di Nemi sia o meno a conoscenza delle opere realizzate, e nel caso lo fosse, se abbia provveduto alla loro progettazione e vigilato durante la loro realizzazione. Insomma, chi ci assicura che le macere non crolleranno sul marciapiede e sull’area del parcheggio?

Inoltre nella realizzazione delle macere, sono state utilizzate anche le pietre cadute dalla spalletta del ponte della via Nemorense. In pratica invece di riparare la breccia sulla spalletta del ponte per evitare ulteriori crolli (a questo punto inevitabili), si sono utilizzate le pietre per eseguire un’altra opera. Chiaro caso di cannibalismo litoide.

Quando è in ballo la sicurezza dei cittadini e degli utenti della strada non si può improvvisare e non si può agire in maniera estemporanea e dilettantistica, ma al contrario ci si deve affidare a tecnici ed a manodopera specializzata. Mai come in questo caso è valido il vecchio adagio popolare che recita: ad ognuno il suo mestiere, ed al lupo le pecore.




NEMI: QUELLE STRANE STRUTTURE SUI BALCONI

di Chiara Rai

Nemi (RM) – Non si può dire che la solerzia di chi vigila a Nemi sia un hobby. E per questo siamo sicuri che qualora L'"Osservatore" si trovi ad osservare qualche stranezza, immediatamente i "segugi" della vigilanza o meglio i cani da tartufo o ancora meglio i professionisti della caccia all'illegalità si presenteranno con solerzia a verificare queste certe "anomalie". Del resto nella caccia alle anomalie pare ci si stia specializzando.

In questa occasione vorremmo porre all'attenzione due balconi: uno nella vicinissima prossimità di piazza Roma a Nemi e l'altro di fronte la famigerata area di Pentima Pizzuta sempre a Nemi. Le stranezze sono proprio su questi balconi, sorte come "brillocchi" edilizi incastonati a posteriori.

Nonostante la forte volontà di mimesi di una realtà artificiosa in "naturale", "reale", ai limiti di una camaleontica capacità di adattamento a noi sembra molto, ma molto strano che a questi balconi sia stato messo, come dire, un "cappottino", ma spetterà a chi vigila verificare di cosa si tratta.

Certo, sicuramente non si tratterà di qualche piccola e ridicola "anomalia" cui piace tanto dedicarsi ed impiegare forze e risorse, uffici e sicurezza, vigilanza e disbrigo amministrativo. Ma pare che i "brillocchi" rappresentino qualcosa di facile individuazione, qualcosa che vive e vegeta chissà da quanto tempo senza avere alcun occhio vigilante indosso.

Noi abbiamo notato soltanto ora queste stranezze e con tempestività le segnaliamo a chi di dovere. Ebbene sì, noi "osservati speciali" de L'"Osservatore" abbiamo ritenuto opportuno che l'intera comunità nemese, o almeno i più, ovvero coloro che avrebbero che ne sò, ad esempio, voluto tirarsi sù una cucina verandata o un localetto al riparo sul proprio balconcino e non l'hanno fatto, sgranino gli occhi come il famoso gatto Tom quando improvvisamente vede il topolino Jerry e magari si stupiscano, sobbalzino, si meraviglino di fronte a cotanta cangiante stranezza.

Perché la meraviglia è un sentimento concesso, ci si meraviglia per i controlli e la solerzia di coloro che accipicchia se vigilano, figuriamoci se non ci si stupisca di due "brillocchi" incastonati, a nostro parere, a posteriori. E visto che abbiamo la prova provata che gli tabella giornalistici possono sì essere presi in considerazione dalle Autorità competenti e preposte… ma anche no, sarà nostra estrema premura inviare un esposto alle stesse affinché ci diano delucidazioni su cosa siano quelle specie di strutture che sorgono sui due balconi immortalati nelle fotografie. E più precisamente il balcone in via Nemorense in prossimità di un ristorante e il balcone su via Dei Laghi 34, esattamente un piano superiore a quello dell'attuale primo cittadino di Nemi. Santa Lucia!