NEMI, VILLA DELLE QUERCE: UNA "TRUFFA" USCITA SULLE CRONACHE AD OROLOGERIA

 

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di Angelo Parca

Nemi (RM) – Un ciclone giudiziario ha investito le cliniche Villa delle Querce a Nemi e Villa Gaia a Nettuno facenti capo all’urologo Mario Garofalo, tra i più grandi imprenditori della sanità romana. L’accusa è di truffa ai danni del sistema sanitario nazionale.

A Villa delle Querce avrebbero fatturato prestazioni sanitarie mai effettuate e ospitato pazienti nei reparti di riabilitazione e lungodegenza pur non avendo le autorizzazioni e, proprio in quei reparti riservati a patologie gravi, accoglievano le persone affette da obesità e polifagia. E’ principalmente questo il motivo per cui i gestori e gli amministratori delle cliniche sono finiti sotto processo. Secondo gli inquirenti, le richieste dei medici di base sarebbero state firmate su sollecitazione della casa di cura, che avrebbe indirizzato i pazienti negli studi di alcuni dottori per ottenere i certificati necessari al ricovero.

I fatti sono riferiti agli anni che vanno dal 2006 al 2008. A scoprire il presunto giro di false prestazioni e fatture gonfiate sono stati i Nas, le cui indagini sarebbero iniziate incrociando il numero dei pazienti ricoverati e il personale addetto. Secondo i militari, l’orario di lavoro del personale sarebbe stato insufficiente per consentire l’espletamento delle terapie indicate nelle fatture.

Sebbene l’accusa rimanga quella di truffa, un altro fatto coinvolge sempre Mario Garofalo con la clinica del litorale Villa Gaia. L’uomo, in concorso col responsabile amministrativo, Fabrizio Nanni, avrebbe permesso di svolgere nella casa di cura un’attività sanitaria riabilitativa, di lunga degenza medica e di residenza sanitaria assistenziale pur senza l’autorizzazione della Regione Lazio. In realtà Mario Garofalo avrebbe continuato a svolgere la riabilitazione perché in mano aveva una determina dirigenziale e un parere firmato da Elda Melaragno che ai tempi era direttore del dipartimento sociale della Regione Lazio. Questa presunta mis en scene avrebbe permesso alla clinica di avere rimborsi dalla Regione Lazio per oltre 2 milioni di euro.

Eppure la notizia che ha voluto investire il nome dei Garofalo come di “truffatori” non è stata accolta come un fatto scontato da chiunque abbia avuto rapporti con la famiglia degli imprenditori, conosciuti per essere particolarmente precisi nella loro attività imprenditoriale. Diciamo che è un gruppo che si è saputo fare strada nel mondo della sanità e che ha visto Mario Garofalo ricoprire cariche di particolare prestigio come la presidenza dell’Associazione Italiana Sanità Privata che ha incentivato anche le borse di studio per i figli dei dipendenti meritevoli. Secondo molti il Gruppo deve almeno in parte la sua fortuna ai rapporti stretti dei fondatori, i fratelli Mario, Antonio e Raffaele Garofalo, con la nomenclatura dal vecchio Pci. Tornando dunque a Villa delle Querce, dotata di Rsa, riabilitazione motoria riabilitazione cardiologica, day surgery e reparto per acuti, parliamo in un certo senso di una struttura che è stata sempre un fiore all’occhiello della sanità locale e questa notizia di ciclone giudiziario sembrerebbe essere quasi un evento radiocomandato, fatto esplodere sulle cronache con il timer. 

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Redazione

Nemi (RM) – “Al malaffare non c’è mai fine. Non vogliamo demonizzare nessuno ma le preoccupanti vicende che si sono susseguite e hanno visto truffe e raggiri ai danni della sanità pubblica, in questi anni stanno sempre più aumentando”. L’analisi è del presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato, che continua: “Le ultime, in ordine di tempo, sono Villa delle Querce a Nemi e Villa Gaia a Nettuno, che secondo la procura, presentavano fatture alla Regione Lazio con richieste di rimborsi per prestazioni mai effettuate e avrebbero curato patologie per cui non avevano l’accreditamento regionale. Considerate le condizioni del servizio sanitario – continua il presidente – i controlli da parte delle forze dell’ordine preposte ma, soprattutto da parte della Regione Lazio debbono essere intensificati. Basta con la sanità sportello bancomat – continua Maritato – tali episodi arricchiscono piccoli gruppi di potere e impoveriscono i cittadini contribuenti, sia sul piano economico che su quello dell’offerta sanitaria, restringendo sempre di più le possibilità di prestazioni a chi non se le può permettere”. Per gli episodi finiti sotto la lente d’ingrandimento, sono stati indagati i gestori e gli amministratori delle cliniche Mario e Simonetta Garofalo, Maurizio Pigozzi, Fabrizio Nanni e Rosolino Bartolotti. “Nomi e famiglie ricorrenti nella gestione della sanità privata del Lazio – ha chiosato Maritato – per questo, chiediamo al presidente Zingaretti di intensificare i controlli e punire in modo esemplare i responsabili”. 




SANITA’: ZINGA CHIUDE IL CAPITOLO DEGLI ACCREDITI

Redazione

Sanità Lazio – Via libera all'accreditamento definitivo per l'ospedale Israelitico di Roma, la Casa di Cura S. Anna di Pomezia e la Rsa Mater Dei. Insieme ai provvedimenti relativi a queste strutture, il presidente Nicola Zingaretti ha firmato altri 32 decreti per altrettante strutture.

Complessivamente si tratta dunque di 35 atti che mettono la parola fine al laborioso e lungo iter dell'accreditamento definitivo, mettendo in sicurezza normativa case di cura, ospedali, Rsa, ambulatori, centri dialisi e migliaia di posti di lavoro.

A Roma oltre all'ospedale Israelitico hanno ricevuto l'ok definitivo, tra gli altri, il presidio Marilab di Acilia, lo studio Fisioterapico  Morgagni, lo studio radiologico Giaccari alla Balduina.

In provincia di Roma, via libera  alla struttura residenziale psichiatrica Villa Adriana a Guidonia, alla Casa di cura Villa delle Querce a Nemi, al centro diagnostico Buonarroti di Civitavecchia, alla Rsa S. Raffaele di Trevignano.

A Frosinone taglia il traguardo la società Nephrocare di Cassino, mentre a Viterbo il centro Ematologico viterbese. Complessivamente dallo scorso 9 aprile ad oggi il Commissario ad acta Nicola Zingaretti ha firmato 112 decreti di accreditamento definitivo.




NEMI VILLA DELLE QUERCE, C'E' PREOCCUPAZIONE TRA I 500 LAVORATORI DELLA POLIGEST

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Chiara Rai


Nemi (RM) – Cinquecento lavoratori dell’Istituto Clinico Riabilitativo Villa delle Querce di Nemi sono molto preoccupati  perché non gli è stato ancora accreditato lo stipendio di dicembre. Per loro non è stata una sorpresa perché il direttore generale Maurizio Pigozzi ha provveduto ad informare dei ritardi i dipendenti della Poligest, società di gestione di Villa delle Querce.


Venerdì 11 gennaio si è tenuta una riunione alla presenza di lavoratori e sindacati ed è stato loro riferito dalla direzione che ci sono problemi per i pagamenti di dicembre ma che gli stessi, sarebbero in via di risoluzione. Di fatto il nodo da sciogliere è con la Regione la quale è responsabile del mancato riconoscimento di circa 120 posti letto, su un totale di circa 500, che sono stati convertiti a seguito dei noti tagli alla sanità laziale e conseguenti riconversioni.


La Asl ha dato parere favorevole all’accreditamento, adesso, manca soltanto la ratifica della Regione Lazio che avrebbe dovuto essere già pervenuta se non si fosse verificato il cambio di guardia Bondi – Palumbo. Lo stato di agitazione dei dipendenti è comunque legittimo e comprensibile, soprattutto perché la società Poligest è da sempre estremamente precisa nell’erogazione dei pagamenti. Proprio per questo, le 500 famiglie dei dipendenti della clinica di Nemi hanno paura che i problemi sorti possano essere di difficile risoluzione. Al contempo, c’è da dire, mantengono una salda professionalità e un atteggiamento di collaborazione, continuando a lavorare nel rispetto delle tante persone malate e disabili che si trovano a Villa delle Querce.  Intanto la direzione generale ha aggiornato il prossimo incontro con i lavoratori per mercoledì 16 gennaio .