ALBANO LAZIALE: AMMINISTRATORI E SOLDI PUBBLICI

di Chiara Rai
Albano Laziale (RM)
– Continua l’inchiesta de L’Osservatore d’Italia sulla bufera che ha travolto il sindaco di Albano Laziale Nicola Marini (PD) imputato insieme ad altre 10 persone tra dirigenti, politici e imprenditori per concorso in abuso d’ufficio.

L’udienza preliminare davanti al Gup è fissata per il prossimo 10 marzo 2016 al Tribunale di Velletri. Tra i diversi reati contestati, Nicola Marini in concorso con Roberto De Vitalini, Claudio Fiorani, Mario Rapisardi, Maurizio Sementilli, Mariella Sabadini Milano, Vincenzo Santoro, Giuseppe Rossi quali componenti della giunta del Comune di Albano Laziale, hanno adottato la delibera 129 del 27 Giugno 2011 e dato mandato affinché il dirigente Sabadini adottasse quella stessa determina, senza procedura di evidenza pubblica e forma scritta, per far conseguire un vantaggio patrimoniale alla ATES del privato De Vitalini che, di fatto, è l’inquilino del sindaco Nicola Marini.

Alla ATES è stata affidata la gestione degli spettacoli teatrali e musicali per l’estate 2010 -2011 per 128mila euro. Le indagini sono partite da un esposto di Marco Risica e dell’ex consigliere comunale Nabil Cassabgi. L’intero fascicolo è stato trasmesso anche alla Corte dei Conti. Proprio la Corte dei Conti è oggetto di questa seconda puntata. I conti sembrano non tornare perché, a quanto pare, la procura contabile non ha inteso proseguire le indagini relative a 16 milioni di euro. Risica e Cassabgi hanno scritto alla Corte dei Conti numerose volte per far luce sulle lettere di padronage e sulle farmacie comunali, ma soprattutto sulle partecipate Albafor, Albalonga e Volsca.

Si parla di soldi pubblici rispetto ai quali diversi cittadini già si stanno riunendo in un comitato per costituirsi parte civile al processo che probabilmente prenderà il via da marzo in poi. Sicuramente la Corte dei Conti dovrà dare delle risposte. Solo lo scorso Agosto l’amministrazione di Nicola Marini è finita nel mirino della procura di Velletri con l’ipotesi di reato di concorso in corruzione elettorale: posti di lavoro in cambio di voti per parenti e affini dei candidati nelle liste del riconfermato sindaco.

Adesso buona visione con l’intervista di Chiara Rai a Marco Risica.
 




PROCURA DI VELLETRI: TRA LUNGAGGINI E "STRANE COINCIDENZE"

di Chiara Rai

Velletri (RM) – L’anno scorso c’è stato un flebile contrasto ai reati contro la pubblica amministrazione addirittura le denunce risultano contenute sia da parte dei privati che degli enti pubblici. Eppure, almeno per quanto riguarda le denunce contro le pubbliche amministrazioni note al nostro quotidiano L’Osservatore d’Italia, ce ne sarebbe di lavoro di fare. I dati sul contrasto ai reati contro la pubblica amministrazione sono contenuti nel bilancio sociale 2014 della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Velletri.

Ad esporre i fatti è il Procuratore Francesco Prete. Il Procuratore capo di Velletri nella sua relazione scrive: "La nuova legge 190/2012  – Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica  amministrazione Ndr. –  non ha sortito in questo circondario apprezzabili risultati nell'emersione dei fenomeni più perniciosi, restando contenute le denunce di tali reati provenienti da privati o da organi della P.A.".

Dunque, la domanda sorge spontanea sono poche le denunce o sono troppe le richieste di archiviazione? Il fatto è che spesso e volentieri la Procura di Velletri è chiamata in causa per questioni poco edificanti: strane archiviazioni, strane lentezze di processi che poi finiscono in prescrizione, “strane coincidenze” come scrive il giudice Ayala in un suo libro.

Solo lo scorso anno il Messaggero ha parlato di una talpa in Procura per informare i manager corrotti da Cerroni sul delicatissimo tema dei rifiuti, anche qui entra in ballo la procura di Velletri. È Fegatelli (il direttore del dipartimento istituzionale e territorio della Regione Lazio) a rivolgersi a un sindacalista affinché cerchi di sapere se i Pm stiano indagando sugli uffici di via della Pisana.  L’alto dirigente chiama il sindacalista Franco Marcoccia della Uil Lazio e gli chiede se può fare delle verifiche “informali” presso la Procura di Velletri per tentare di accertare se è indagato. Per tranquillizzarlo, Marcoccia millanta credito negli uffici giudiziari, poiché – confida – può cercare di sapere tramite un’amica della moglie che è fidanzata con un magistrato di quel Tribunale.

Nella conversazione gli rivela anche che sono entrati i carabinieri. Fegatelli sospetta che stiano indagando pure su di lui per la questione dei rifiuti e gli chiede: "Mi verifichi un attimo se mi sta arrivando qualche pilotto da parte di qualcuno?". Marcoccia: "Allora io mò a Velletri ti ci vedo subito, perché se ci sta quel magistrato che è fidanzato con un'amica di mia moglie, ti ci vedo subito, se no te ce vado a vede’ domani…aggia parlà con una persona". Il bello è che non è la prima volta che si parla di presunte talpe o legami magistratura-politica che derivano da rapporti a doppio nodo. E allora anche un posto in Regione ricoperto da un parente di un Pm non diventa fantascienza quando determinate “storie” denunciate finiscono come carta straccia in un cestino perché magari è una denuncia anonima. Anche questo elemento dovrebbe essere preso in considerazione.

Ma addirittura ci sono casi di archiviazione anche quando c’è qualcuno che ci mette la faccia. Non a caso il tribunale di Velletri si trova nella classifica  stilata da "Osservatorio per il monitoraggio degli effetti sull’economia delle riforme della giustizia", “Elenchi Tribunali con le performance sotto media su due dimensioni”. Al 21 posto su 75 per lungaggine dei processi, alcuni pendenti da tre anni. Insomma Velletri è tra i tribunali “bocciati” volendo parlare di pagelle. E ancora altri numeri: per quanto riguarda il Tribunale ordinario, nel 2013, erano 1.314.511 i processi pendenti di primo grado, il 29% dei quali concentrato in soli dieci Tribunali tra cui Velletri (Napoli, Santa Maria Capua Vetere, Roma, Latina, Bologna, Milano, Velletri, Perugia, Taranto).  

Ad esempio c’è il processo al sindaco di Nemi Alberto Bertucci, imputato per turbativa d’asta e frode nei pubblici incanti che non riesce a vedere luce tra rinvii di udienze e difetti di notifiche. Dopo più di due anni di rinvii, tutte le notifiche agli imputati sono  finalmente andate a buon fine. Un esito giunto dopo ben cinque udienze conclusesi con un nulla di fatto. Possibile che una giustizia lenta e farraginosa debba essere la causa di tanti processi lasciati cadere nel vuoto per decorrenza dei termini?

L'ultima bufera giudiziaria di Albano Laziale sarebbe stata archiviata se chi l’ha presentata non avesse opposto ricorso alla richiesta di archiviazione. Ma se adesso il procedimento si protrarrà per le lunghe tra eccessivi rinvii e difetti di notifiche potrebbe chiudersi anche con una sonora prescrizione “beffa” per i cittadini perché si parla di milioni di euro di soldi pubblici e di reati gravi come l’abuso d’ufficio in concorso.

Parliamo della denuncia di Marco Risica. O meglio di undici  imputati ad Albano Laziale tra cui il primo cittadino Nicola Marini che dovranno presentarsi di fronte al Gup il prossimo 10 marzo 2016 per rispondere di diversi reati tra cui l'abuso d'ufficio in concorso. Marco Risica insieme all'ex consigliere comunale Nabil Cassabgi sono i promotori di questa vicenda giudiziaria che ha scatenato una vera e propria bufera politica.

Risica durante la video intervista rilasciata al direttore de L'Osservatore d'Italia  lancia pesanti accuse riguardo presunte collusioni tra chi dovrebbe garantire uno stato di legalità e alcuni imputati. "Sciatto", è il termine con il quale Risica definisce il dispositivo che fissa i capi d'imputazione per gli 11 imputati  e li rimanda al Gup nell'udienza del 10 marzo 2016. "Sciatto per appartenere ad un ufficio troppo delicato come quello del Pubblico Ministero. – ha affermato Risica durante la video intervista – Il Pubblico Ministero viene percepito dall'opinione pubblica come la pubblica accusa, ed è vero, la pubblica accusa degli imputati – ha sottolineato Risica – ma costituisce al tempo stesso la difesa della legalità e la difesa dei cittadini".

Ed ecco che Risica durante la video intervista lancia una prima riflessione che getta gravi ombre sulla Procura di Velletri:  "Questo documento sembra scritto più dalla difesa degli imputati e non dalla pubblica accusa". Per capire e comprendere i passaggi che hanno caratterizzato fino ad ora questa vicenda giudiziaria occorre partire dalla richiesta di archiviazione fatta dal Pubblico Ministero riguardo la denuncia dei fatti presentata da Marco Risica e da Nabil Cassabgi, i quali nel momento in cui sono venuti a conoscenza della richiesta di archiviazione hanno immediatamente presentato opposizione al Gip Alessandra Ilari, la quale ha accolto in pieno il ricorso aggiungendo tra gli indagati anche Vincenzo Santoro. Risica fa notare che per la stessa fattispecie di reati che vengono contestati agli imputati, tra i quali spicca il nome dell'attuale sindaco di Albano Laziale Nicola Marini esponente tra l'altro del PD e che è interessato da tutti i capi d'imputazione formulati dal Pm per il processo, la Procura di Roma aveva chiesto l'arresto di un dirigente del Comune di Roma per la nota vicenda dell'aula Giulio Cesare.

In pratica ad Albano Laziale fu indetta una gara negoziata – ad inviti – alla quale parteciparono 5 società (tutte riconducibili allo stesso gruppo)  e quattro di queste non avevano i requisiti per partecipare alla stessa. Situazione evidenziata  all'epoca dei fatti anche dall'AVCP e richiamata nello stesso dispositivo che lo ricorda. E qui Risica rimarca il fatto che per lo stesso reato alla Procura di Velletri è stata chiesta l'archiviazione mentre a Roma è stato chiesto l'arresto.

La divergenza interpretativa tra le due Procure – Roma e Velletri – riguardo la stessa fattispecie di reato viene ipotizzata da Risica dal fatto che il sindaco di Albano Laziale Nicola Marini figura tra i proprietari della società immobiliare denominata Marini Immobiliare Srl la quale a sua volta ha partecipazioni in altre società immobiliari il cui amministratore unico è Andrea Magnanimi. Risica quindi spiega che Nicola Marini nominò presidente della commissione edilizia del Comune di Albano Laziale il geometra Mario Iacoacci zio di Andrea Magnanimi e che quest'ultimo figura come CTU di riferimento del Pubblico Ministero che ha inizialmente richiesto l'archiviazione del caso. Esisterebbe quindi una relazione di carattere professionale tra il Pm e Mario Iacoacci zio di Andrea Magnanimi a sua volta socio del sindaco oggi imputato Nicola Marini. Risica evidenzia anche il fatto che la figlia di Mario Iacoacci e il Pm in questione frequentano lo stesso villaggio a Sibari in Calabria. Non da poco conto infine il fatto riportato da Risica durante la video intervista che lo stesso Mario Iacoacci durante alcune sedute della commissione edilizia di Albano Laziale amava vantarsi della sua amicizia con il Pubblico Ministero dicendo a chi obiettava qualcosa "guarda che telefono a Peppe".

Per tutti questi motivi Risica ipotizza che non ci sia stata equidistanza nel comportamento della Procura di Velletri nei confronti del sindaco Nicola Marini e dei suoi accoliti  rispetto per esempio all'ex sindaco di Albano Laziale Marco Mattei che non figurava all'interno di nessuna denuncia e nel dispositivo figura invece, con enorme stupore,  come capo lista – Mattei+10 – quasi come se fosse stato tirato per i capelli per significare un "mal comune mezzo gaudio".




ALBANO LAZIALE, SINDACO NICOLA MARINI: ACCENDIAMO I RIFLETTORI

 

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Redazione

Albano Laziale (RM) – Dopo lo scandalo che ha letteralmente travolto l’amministrazione di Albano Laziale di Nicola Marini finita nel mirino della procura di Velletri con l’ipotesi di reato di concorso in corruzione elettorale (posti di lavoro in cambio di voti per parenti e affini dei candidati nelle liste del riconfermato sindaco), un’altra grossa tegola colpisce nuovamente il primo cittadino di centrosinistra Marini, imputato insieme ad altre 10 persone tra dirigenti, politici e imprenditori per concorso in abuso d’ufficio. L’udienza preliminare davanti al Gup è fissata per il prossimo 10 marzo 2016 al Tribunale di Velletri.

L’Osservatore d’Italia ha voluto video intervistare in esclusiva Marco Risica che, insieme a l’ex consigliere comunale di Albano Laziale Nabil Cassabgi, ha promosso l’azione giudiziaria. Risica si è presentato di fronte alle nostre telecamere con numerosi pezzi di carta per commentare quello che poi è il dispositivo del Tribunale di Velletri che avvisa gli imputati e i difensori dell’udienza preliminare. Un documento che Risica ha definito “sciatto” in quanto carente, a suo dire, di elementi che non si possono definire di contorno come le cifre ammontate per l’affidamento della gestione degli eventi estivi: non si tratterebbe di 128 mila euro ma di 300 mila e rotti euro e ancora non si tratterebbe soltanto del 2011 ma anche del 2010. Insomma oltre ai retroscena di questa vicenda per la quale Risica è un fiume in piena ci sono anche ulteriori documenti inediti che lo stesso ha mostrato alle nostre telecamere. In ultimo il nostro intervistato ha fornito una sua esclusiva e personale chiave di lettura dei fatti nonché opinione che noi riportiamo per diritto dovere di cronaca e nel pieno rispetto della libertà di espressione tenendo conto che per gli imputati vige la presunzione di innocenza fino al terzo grado di giudizio.




ALBANO LAZIALE: IL SINDACO NICOLA MARINI IMPUTATO PER ABUSO D'UFFICIO

Redazione

Albano Laziale (RM) – Bufera sul sindaco di Albano Laziale Nicola Marini imputato insieme ad altre 10 persone tra dirigenti, politici e imprenditori per concorso in abuso d’ufficio.

L’udienza preliminare davanti al Gup è fissata per il prossimo 10 marzo 2016 al Tribunale di Velletri. Tra i diversi reati, Nicola Marini in concorso con Roberto De Vitalini, Claudio Fiorani, Mario Rapisardi, Maurizio Sementilli, Mariella Sabadini Milano, Vincenzo Santoro, Giuseppe Rossi quali componenti della giunta del Comune di Albano, hanno adottato la delibera 129 del 27/6/11 e dato mandato affinché il dirigente Sabadini adottasse quella stessa determina, senza procedura di evidenza pubblica e forma scritta, per far conseguire un vantaggio patrimoniale alla ATES del privato De Vitalini che, di fatto, è l’inquilino del sindaco Nicola Marini.

Alla ATES è stata affidata la gestione degli spettacoli teatrali e musicali per l’estate 2010 -2011 per 128mila euro. Le indagini sono partite da un esposto di Marco Risica e dell’ex consigliere comunale Nabil Cassabgi. L’intero fascicolo è stato trasmesso anche alla Corte dei Conti. Solo lo scorso Agosto l’amministrazione di Nicola Marini è finita nel mirino della procura di Velletri con l’ipotesi di reato di concorso in corruzione elettorale: posti di lavoro in cambio di voti per parenti e affini dei candidati nelle liste del riconfermato sindaco.




ALBANO LAZIALE: LO SCANDALO DELLE ELEZIONI CONTINUA. ARRIVA IL TAR!

di Chiara Rai

Albano Laziale (RM) – Quest’ultime elezioni di Albano Laziale, che lo si ammetta o no, sono costellate da problemi e presunte irregolarità che spetterà soltanto alla magistratura ravvisare o meno. Dopo la bufera giudiziaria che ha completamente travolto l’amministrazione di centrosinistra di Nicola Marini raggiunta dall’accusa della Procura di Velletri di voto di scambio (sarebbero stati assunti a ridosso del voto nella municipalizzata Volsca alcuni candidati o parenti degli stessi o affini presenti nella lista a sostegno del sindaco Pd Marini).

Poi lo scandalo dell’Albafor con Dario Spaccatrosi il marito dell’eletta consigliera nella lista per il sindaco Enrica Cammarano promosso a direttore del personale della municipalizzata Albafor (Formalba), poco dopo la vittoria di Nicola Marini alle elezioni. Dario Spaccatrosi, marito della neo consigliera, grazie alla promozione ha potuto evitare il rischio di finire in esubero e quindi di essere licenziato.

Adesso arriva un altro grosso macigno. L’ex consigliere comunale Nabil Cassabgi insieme a Marco Risica e altre sette persone hanno presentato ricorso al Tar per l’annullamento delle elezioni di Albano Laziale che hanno decretato la rielezione del sindaco Nicola Marini. Sono in tutto nove i firmatari del ricorso. La Camera di Consiglio per la discussione è fissata per il prossimo 2 settembre 2015. Mentre l’udienza di merito si terrà il 14 ottobre.

L’accusa avanzata agli organi comunali è di aver violato il diritto di voto dei cittadini comunitari che avevano facoltà di esercitare il diritto di elettorato attivo e passivo ma a quanto pare non gli è stata concessa perché il Comune non avrebbe pubblicato e diffuso nei tempi i manifesti con il regolamento per le iscrizioni dei cittadini comunitari nelle apposite liste elettorali. E della mancata tempestiva pubblicazione e diffusione dei manifesti da parte del Comune di Albano Laziale nei tempi previsti dalla legge ci sarebbero i pezzi di carta ad avvalorare questa gravissima accusa che se fosse vera potrebbe addirittura essere motivo di annullamento delle elezioni da parte del Tribunale amministrativo del Lazio.

Ma scendiamo nei particolari. L’amministrazione avrebbe violato, secondo quanto scritto nel ricorso, le norme comunitarie e statali in materia causando di fatto una disparità di trattamento rispetto ai cittadini italiani. L’esclusione di esercitare il diritto di voto a danno dei cittadini comunitari, causata da una presunta inadeguata informazione quindi, avrebbe alterato in maniera irrevocabile l’esito elettorale.


Infatti i cittadini comunitari residenti ad Albano Laziale sono circa tremila (3.000) e i conti sono presto fatti se si pensa che il sindaco Nicola Marini è stato riconfermato con circa mille (1.000) voti di scarto rispetto al suo avversario Gino Benedetti. L’esclusione dal voto dei comunitari sarebbe quindi stata determinante ai fini dell’esito elettorale. Anche se di fatto non possiamo sapere quale candidato sindaco avrebbero comunque votato i cittadini penalizzati dalla mancata informazione. Insomma le elezioni non sembrano essersi svolte regolarmente a causa di questa mancanza denunciata da Cassabgi e Risica più altri sette.

Si è più precisamente configurato il mancato rispetto della normativa di cui al D Lgs 12-4-1996N°197 concernente l’attuazione della Direttiva 94/80/CE che riguarda la modalità di esercizio del diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni comunali per i cittadini dell’Unione Europea che risiedono in uno Stato Membro di cui non hanno la cittadinanza.


Non si è proceduto alla affissione e pubblicazione dei relativi manifesti nei tempi dovuti e a provarlo c’è una lettera del segretario generale del 27/04/2015, una denuncia in Procura inoltrata dal consigliere comunale il 12 maggio2015 e una nota inviata dal viceprefetto il 28/04/2015.

Oltre a questo c’è una circolare del Ministero dell’Interno che indica le scadenze precise per l’affissione e pubblicazione dei manifesti (date che non sarebbero state di fatto rispettate dal Comune). I cittadini comunitari pertanto non sono venuti a conoscenza della possibilità di poter partecipare ne come candidati e neppure come elettori alle elezioni amministrative uscendo penalizzati da tutta questa incresciosa vicenda.

Il termine per l’iscrizione dei comunitari nelle apposite liste elettorali aggiunte per partecipare alle elezioni comunali era fissato per il 21 aprile 2015. Ma ciò non è avvenuto o meglio è avvenuto fuori tempo massimo e la mera pubblicazione tardiva sull’albo pretorio non è, secondo i ricorrenti, di fatto sufficiente ad una adeguata diffusione che avrebbe permesso ai cittadini comunitari di partecipare. Tremila cittadini comunitari sono molti e Nicola Marini ha vinto per mille voti in più.

Al Tar l’ardua sentenza. Per il momento non possiamo fare altro che continuare la cronaca e critica politica di una vicenda che mette i brividi.

 




ALBANO LAZIALE, ALBAFOR: VENERDÌ È IL GIORNO DEI COLPI DI SCENA… POLITICI

di Chiara Rai

Albano Laziale (RM) – Venerdì per Albafor è, come lo vogliamo chiamare, il giorno della resa dei conti che arriva, caso vuole, a circa due mesi dalle amministrative di Albano Laziale.

Dopo la riconferma del sindaco Nicola Marini, ad Albano Laziale è cambiata l’aria da diverse parti, soprattutto nelle municipalizzate. E sta per cambiare anche in Albafor dove verrà presentata o meglio partorita con tutta probabilità nella giornata di venerdì 31 Luglio 2015 la lista dei licenziamenti a seguito della riattivazione della legge 223 che riguarda i licenziamenti collettivi.

Verrà presentata una nuova griglia per ristabilire gli esuberi e molti lavoratori saranno messi in mobilità per poi andarsene definitivamente a casa e chiudere un capitolo che forse per la politica andava chiuso.

Un effetto del referendum di fine giugno, dopo le elezioni, nel quale ben 47 dipendenti hanno optato per gli esuberi. Certo non è il periodo ottimale per smuovere le acque in Albafor anche perché con la bufera della magistratura che sta indagando l’amministrazione Marini per voti di scambio e scandagliando oltre mille intercettazioni a riguardo, mosse pseudo politiche darebbero sicuramente nell’occhio.

Certo è che non si tratta di novità che la politica muova a proprio piacimento i posti di lavoro. Soprattutto quando le dinamiche sono molto strane. E degne di un occhio di riguardo da parte della Magistratura. Ma certamente non sarà il caso di Albano Laziale nonostante le cronache vogliano farci pensare il contrario.

Vogliamo parlare, molto presto, di alcuni salti di grado che sono arrivati per determinate persone che hanno stretti legami di parentela con i candidati della civica del rieletto sindaco Pd, in concomitanza con la vittoria elettorale ad Albano Laziale del primo cittadino Nicola Marini. Sicuramente è un caso ma presto al fato potremmo dare un nome e un cognome. Intanto attendiamo la lista di Albafor.




BALLOTTAGGIO, ALBANO LAZIALE: NICOLA MARINI SI RICONFERMA SINDACO

Redazione

Albano Laziale (RM) – Nicola Marini resta a Palazzo Savelli. Il sindaco uscente del Pd vince il ballottaggio ad Albano Laziale e sconfigge lo sfidante di centrodestra Gino Benedetti. Marini incassa il 53,78 per cento contro il 46,22% di Gino Benedetti, ottenendo in questo modo la conferma per altri cinque anni.

Il clima è da tifo da stadio soprattutto nelle popolose frazioni di Pavona e di Cecchina. Ma in quest’ultima, che di solito è più orientata verso il centrodestra, il sindaco uscente ha superato il suo sfidante di circa 10 punti. L’affluenza alle 23 è stata del 45,08% contro il 62,32 del primo turno per una città alle porte di Roma che conta circa 32 mila elettori.

Ad Albano già partono i primi fuochi d’artificio e inizia la festa. Chi vive la città sa quanto è stata difficile e controversa questa campagna elettorale iniziata con addirittura nove candidati, veleni sia a destra che a sinistra che poi si sono sciolti come neve al sole dell’esito della prima tornata dalla quale sono usciti vincenti il sindaco uscente Nicola Marini targato Pd incalzato dalla coalizione dei Moderati e Riformatori di Gino Benedetti sostenuto da Forza Italia.

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Marini ha chiuso la prima tornata col 36,64% rispetto a Benedetti che ha registrato il 24,15%. Un vantaggio, quello del sindaco, che lo ha aiutato anche al braccio di ferro finale nonostante non abbia suggellato alcun apparentamento a differenza di Benedetti che, almeno sulla carta, ne ha stretti due riuscendo miracolosamente a ricompattare il centrodestra.

Ma il veterinario non è riuscito a conquistare Palazzo Savelli, nonostante abbia riscosso molto successo presentandosi da cittadino, uno tra tanti che ha deciso di mettersi a servizio della collettività stanco di vedere Albano: «Un augurio di buon lavoro al sindaco Marini – ha detto – ed alla giunta che almeno ci auguriamo sia diversa rispetto a quella passata. Un grazie a tutti i cittadini che ci hanno sostenuto».

Benedetti ha saputo interpretare le insoddisfazioni dei vari candidati sconfitti al primo turno. È riuscito anche a riappacificare Marco Mattei, coordinatore di Forza Italia per queste elezioni che ha fatto il sindaco di Albano nei due precedenti mandati a Marini e l’esponente FdI Marco Silvestroni che è anche consigliere della Città Metropolitana di Roma. Quest’ultimo ha deciso di correre da solo alla prima tornata per poi trovare una comunione d’intenti al faccia a faccia finale.

Il centrosinistra di Nicola Marini ha vinto nonostante la palese frammentazione e gli sfumati corteggiamenti fatti al candidato Giorgio Battistelli terzo in ordine di consensi al primo turno con l’11,11% incassato perlopiù da anime di sinistra. Intorno a Benedetti invece hanno trovato tutti la quadra e oggi si presenta con due apparentamenti e diversi nuovi consensi: Marco Silvestroni con FdI e Simone Carabella con la sua lista civica «Amo Albano», che si sono aggiunti al sostegno di Noi con Salvini e Nuovo Centrodestra.

I tormenti democratici di Marini comunque sono stati messi da parte ed ora il sindaco «continua» il percorso iniziato cinque anni fa.




ALBANO LAZIALE: LA PUZZA C’E’… MA SOLO AL 45 PER CENTO

di Chiara Rai
Albano Laziale (RM)
– Chi vive Albano Laziale sa quanto è stata difficile e controversa questa campagna elettorale iniziata con addirittura nove candidati, veleni sia a destra che a sinistra che poi si sono sciolti come neve al sole dall’esito della prima tornata dalla quale sono usciti vincenti il sindaco uscente Nicola Marini targato Pd incalzato dalla coalizione dei Moderati e Riformatori di Gino Benedetti sostenuto da Forza Italia.

Nicola Marini ha chiuso la prima tornata col 36,64% rispetto a Gino Benedetti che ha registrato il 24,15 per cento. Ma nonostante le differenze tra le percentuali si profila una guerra all’ultimo voto che potrebbe riservare la novità del rinnovamento politico. Il centrodestra esce infatti forte di due apparentamenti e di una squadra che si è miracolosamente compattata sotto il programma elettorale del medico veterinario Benedetti, un cittadino tra tanti che ha deciso di mettersi a servizio della collettività stanco di vedere Albano Laziale “ridotta in pessime condizioni dopo un quinquennio di nulla di fatto”. Gino Benedetti ha saputo interpretare le insoddisfazioni dei vari candidati sconfitti al primo turno.

Il centrosinistra di Nicola Marini rimane frammentato e senza apparentamenti conclusi nonostante i corteggiamenti fatti al candidato Giorgio Battistelli terzo in ordine di consensi al primo turno con l’11,11 per cento incassato perlopiù dai disillusi del partito Democratico.

Insomma per Marini non spira un clima sereno anzi si percepisce una certa difficoltà nel trasmettere certezza di vittoria. Intorno a Benedetti invece hanno trovato tutti la quadra e oggi si presenta con due apparentamenti e diversi nuovi consensi: Marco Silvestroni con Fdi e Simone Carabella con la sua lista civica “Amo Albano”. Ma ci sarà il sostegno anche di Ncd e “Noi con Salvini”.

I tormenti democratici di Nicola Marini sono lo specchio di cinque anni di rimpasti di giunta, spaccature e insoddisfazioni maturate all’ombra di “non scelte prese” soprattutto in tema di rifiuti e di parcheggi. Riguardo i primi siamo in piena emergenza, c’è un settimo invaso stracolmo, una discarica che va chiusa e i residenti dell’area che hanno accumulato referti di pronto soccorso per nausee, svenimenti e malori dati dall’aria ormai irrespirabile. Ma per il sindaco Nicola Marini la parola “emergenza” è solo una lontana ipotesi e non una certezza e dulcis in fundo “la capacità residua del settimo invaso è al 45%”. Questo significherebbe che il vaso non è colmo e che il puzzo in realtà è una pura illusione dei residenti in preda a fumi allucinogeni. E i parcheggi così carenti e salatissimi hanno letteralmente messo i commercianti in ginocchio: ad Albano Laziale è una realtà che non si trova parcheggio e che ritrovarsi a fare shopping significa sborsare troppi euro per uno stallo guadagnato con molta fatica. Cinque anni sono abbastanza per tirare le somme e i cittadini sapranno farlo al meglio:

Quanto è cambiata Albano Laziale? E’ peggiorata? Oppure è la città più vivibile del Lazio? Agli elettori l’ardua sentenza. A noi, la libera critica di commentare i colpi bassi le mosse inopportune nonché i personaggi che hanno fatto parlare di sé. Inopportuno è stato che il centrodestra non sia partito con una campagna elettorale compatta e unita come lo è ora. Ma da un male nasce un bene ed è veramente incredibile l’unione di intenti, l’entusiasmo ritrovato nel nome di una volontà di cambiamento mossa da una stanchezza collettiva rispetto quello che a destra definiscono il “nulla” prodotto in cinque anni da Nicola Marini.

Di colpi bassi se ne sono visti molti: basti pensare al siparietto dell’approvazione di bilancio conclusasi con molta fatica. La difficoltà di questo parto è stata completamente attribuita dalla maggioranza alle giunte precedenti senza accorgersi che la salute delle carte contabili è facilmente individuabile da tutti i cittadini. L’amministrazione Nicola Marini ha oggettivamente ricorso a numerosi prestiti cospicui mentre nulla di tutto questo si è visto in dieci anni di amministrazione di centrodestra.

Ma non sono mancati anche personaggi che hanno fatto del proprio spirito trasformistico lo slogan della loro “tentata” campagna elettorale. Tra questi spicca una Enrica Cammarano che per oltre dieci anni è stata fianco a fianco dell’ex sindaco Marco Mattei (Forza Italia) e che improvvisamente ha preso una “sbandata” per Nicola Marini (Pd) e ha deciso di “cambiare rotta” nel nome di chissà cosa. Questa sterzata le è valsa circa 200 voti guadagnati al primo turno. Una scelta rispetto alla quale Marco Mattei non ha battuto ciglio anzi le ha rinnovato stima e amicizia augurandole in bocca al lupo per la sua nuova “rotta” intrapresa. Ma diversa reazione ha suscitato agli occhi di chi vede i balletti politici e i cambi di casacca come cadute di stile da parte di persone che apparivano intrise di ideali, convinzioni e lealtà quasi fossero delle guide dalle quali prendere esempio. E invece no, il modus agendi li ha smascherati ma le persone di giudizio non ne sono rimaste deluse. Un personaggio di nome Cicerone che non ho avuto il piacere di conoscere diceva: “itaque minime amarus eis visus est qui aliquid ex eius sermone speculae degustarant” (così non lasciò affatto l’amaro in bocca a coloro che nelle sue parole avevano gustato il sapore di una piccola speranza).

Ma lasciamo che i personaggi camaleontici abbiano la gloria che meritano. Piuttosto, ieri camminavo per il corso di Albano e non ho avuto una buona impressione rispetto allo stato di salute della Città: sporcizia, negozi vuoti, parcheggi inesistenti, tanfo di feci di cane sui marciapiedi e degrado. Non ho potuto ammirare opere pubbliche degne di nota che siano state realizzate in quest’ultimi anni. Spero che sia stato soltanto uno scorcio pomeridiano che si dissolverà con il nuovo giorno alle porte.

Chiunque siederà alla guida di Palazzo Savelli, sia che continui o che inizi un nuovo capitolo, spero si prenderà a cuore l’impegno di far risplendere Albano Laziale in tutta la sua bellezza. Una buona vetrina non si allestisce poche ore prima dell’avvento dei turisti ma va curata e ornata sempre affinché sia lo specchio di un amministrazione che cammina.
 




ALBANO LAZIALE: IL "FACCIA A FACCIA" TRA GINO BENEDETTI E NICOLA MARINI

Redazione

Albano Laziale (RM) – Un botta e risposta molto sentito quello che si è tenuto ad Albano Laziale nella sala Giunta di Palazzo Savelli tra i due candidati a sindaco Nicola Marini per il centrosinistra e Gino Benedetti per il centrodestra.

L’evento è stato organizzato dalle due testate giornalistiche Meta Magazine e L’Osservatore d’Italia. A condurre l’evento Chiara Rai direttore responsabile de L’Osservatore d’Italia e Andrea Titti direttore editoriale di Meta Magazine.
I candidati a sindaco non hanno mancato di punzecchiarsi tra loro nell’ambito delle 7 domande alle quali hanno risposto. L’ultima,  si è concentrata proprio sul “botta e risposta”: Bendetti ha formulato una domanda a Marini e viceversa. Si ringrazia il pubblico per la partecipazione. E tutti coloro che hanno contribuito all’ottima riuscita di questo appuntamento
 




ALBANO LAZIALE: NICOLA MARINI TENTA LA “PAPARAZZATA” CON GIORGIO BATTISTELLI

di Chiara Rai
Albano Laziale (RM)
– Se ne vedono di tutti i colori in campagna elettorale e soprattutto  a pochi giorni dal ballottaggio che vede i candidati di Albano Laziale in una frenetica corsa agli apparentamenti, come giusto che sia. Ma non mancano i colpi bassi, il detto e il non detto su episodi che possono essere facilmente presi per quello che non sono. Non è bello quello che è accaduto sabato 6 giugno 2015 quando l’ignaro candidato della prima tornata Giorgio Battistelli è finito in quella che a nostro parere è null’altro che una squallida “retata mediatica” artatamente costruita per confondere i cittadini di Albano Laziale che dovranno ripresentarsi alle urne e, aperta parentesi, speriamo che siano numerosi.

La mattina di sabato Giorgio Battistelli è stato invitato dal candidato sindaco Nicola Marini e il suo entourage ad un incontro dal titolo “Cultura, i Castelli Romani un modello per il Lazio”. Con lui c’era la creme del Partito Democratico: lo storico esponente del Pd Goffredo Bettini, i senatori Annamaria Parente e Bruno Astorre, l’Onorevole Rodolfo Lena e il Sindaco di Velletri Fausto Servadio.

A seguito di questo incontro è stato diramato un comunicato stampa, da parte di NicolaMarini2015@………, con una immagine allegata che ritrae Giorgio Battistelli al tavolino con Bettini e Astorre mentre Marini parla. Ma l’immagine da sola non parla e allora oltre alla foto, per meglio costruire la scena sono state scritte righe inequivocabili: “Qualificante e significativa anche la presenza del Maestro Giorgio Battistelli, Direttore Artistico del Teatro dell’Opera”.

Significativa? Che significa? Che se Giorgio Battistelli è andato ad un incontro di cultura ed è caduto nella “trappola mediatica” allora Nicola Marini gode del suo sostegno al ballottaggio? Neanche per sogno! E’ un velo di Maya e lo si vedrà ben presto ai primi consigli comunali della prossima amministrazione, qualunque essa sia.

Giorgio Battistelli non ha voluto apparentarsi con nessuno e farà opposizione comunque vada. Almeno per chi ci vede lungo, questa “mis en scene” non è stata digerita bene. Non piacciono mai queste prese in giro.

E la stessa gaffe è avvenuta nella vicina Nemi dove anche lì la comunicazione non è stata cristallina. Fato vuole che la comunicazione del Comune di Nemi sia curata per la modica somma di circa 17 mila euro l’anno da una associazione che si chiama “università popolare” e il cui presidente si chiama Enrica Cammarano, sì proprio l’ex portavoce dell’ex sindaco di centrodestra Marco Mattei, che ha deciso di “cambiare rotta” e candidarsi nella squadra di centrosinistra con Nicola Marini.

Dunque tornando a questa tipologia di comunicazione, a Nemi è apparso niente di meno che un manifesto con in bellavista il cantante Amedeo Minghi con un microfono in mano e impressa con caratteri molto grandi, la data del 7 giugno coincidente con la giornata più importante della Sagra delle Fragole.
Chi guarda il manifesto è portato a pensare che Minghi canti a Nemi domenica 7 giugno. Ma non è così. Minghi inaugura verso le 11 del mattino la mostra di fiori e poi probabilmente andrà via.

Questa paparazzata, come quella di sabato, è tramontata subito. La foto di Giorgio Battistelli al famoso tavolo, ignaro che da li a poco sarebbe stato “strumentalizzato”, ha fatto il giro da uno smartphone all’altro con commenti all’uopo che non depongono bene per gli autori di questa trovata. E’ vero che in amore e in guerra non esistono regole ma in un momento storico come questo dove la politica sta diventando sinonimo di “Mafia Capitale” sarebbe meglio non scadere in questi colpi bassi che fanno ancora più infuriare i cittadini.

Giorgio Battistelli ha fatto la sua campagna elettorale, è un personaggio di alto spessore culturale e si è messo in gioco per spirito di servizio alla collettività.

Pertanto noi come giornale, avendo opinioni e spirito critico, abbiamo ritenuto giusto evidenziare questa dinamica avvenuta ad Albano Laziale sabato 6 giugno 2015.

Certamente se Giorgio Battistelli avesse saputo che poi sarebbe finito in un comunicato stampa dalla chiara vocazione propagandistica, probabilmente non si sarebbe neppure fatto fotografare. Ma si sa la sete di voti è molta. Meglio giocarsi questi ultimi tiri di schioppo in maniera cristallina: saranno i cittadini ad incoronare il prossimo sindaco di Albano Laziale.

Tanto dovevamo, ai lettori, per dovere diritto di una informazione indipendente e scevra da indottrinamenti. 




ALBANO LAZIALE: ARRIVA LA VIDEO SFIDA TRA I DUE CANDIDATI A SINDACO

Redazione
Albano Laziale (RM) – Le testate giornalistiche L'Osservatore d’Italia redazione Lazio (www.osservatorelaziale.it) e Meta Magazine (www.metamagazine.it), organizzano in collaborazione, il video confronto tra i due candidati alla carica di Sindaco di Albano Laziale: Nicola Marini sostenuto da una coalizione di centrosinistra  e  Gino Benedetti sostenuto da una coalizione di centrodestra in vista del turno di ballottaggio previsto per domenica 14 giugno.

Il video confronto tra i due candidati sarà regolamentato, nel pieno rispetto della par condicio e video registrato dalla sala Giunta di Palazzo Savelli.

A moderare l'incontro, ponendo le domande ai candidati saranno: Chiara Rai, Direttore Responsabile de L'Osservatore d’Italia ed Andrea Titti, Direttore Editoriale di Meta Magazine.

Online sui canali www.osservatorelaziale.it e www.metamagazine.it  a partire da mercoledì 10 giugno alle ore 21